Foto - Copertina della Partenza dell'edizione n°20 della Volata Napola - Mokarta |
Quando ricevo a fine manifestazione la medaglia - simbolo dell'evento, mi emoziono.
Rivivo tutte le edizioni a cui ho partecipato, ognuna di altissimo livello, dove in quelle strade di fine agosto maledettamente roventi dove il sole tarda a scendere giù, hanno corso centinaia di atleti di grande spessore, italiano ed internazionale.
L'ho detto più volte, gli organizzatori di Napola sono in gamba e la loro gara non è tramontata, proprio come fa il sole di agosto che fino all'ultimo metro della corsa non ci molla un secondo, perchè si danno da fare tutto l'anno e perchè, loro si, meritano tutto l'affetto di noi atleti locali che vogliamo essere lì, a tutti i costi, ogni anno.
Quest'anno, nella medesima data, si correva a Palermo al mattino un'altra corsa - simbolo molto affascinante, ovvero l'acchianata della Scala Vecchia fino al Belvedere, passando per il Santuario.
La mia scelta è stata perentoria un mese fa, Napola-Mokarta è irrinunciabile, per la sola emozione di essere schierato lì al via, con decine di Campioni.
La settimana poteva essere nuovamente in attivo, ma ho avuto impegni personali così importanti da potermi allenare solamente al mattino oppure nel primo pomeriggio, laddove a Palermo, tutt'ora, si raggiungono temperature poco inclini a chi pratica lo sport della corsa.
Tra l'altro, in uno di questi pomeriggi, ho visto tracollare con i miei occhi un giovane di circa trent'anni, che è svenuto davanti la fontanella dell'acqua...io ed alcuni runners abbiamo atteso che arrivasse l'ambulanza e dopo qualche secondo si è ripreso, fortunatamente...
Purtroppo mi sono dovuto accontentare e, come era prevedibile, non ho raccolto alcun risultato.
Nonostante fossi ben allenato e carico, uno di quei pomeriggi allo Stadio, mercoledì 24, svolsi l'ultimo allenamento di ripetute prima di Napola ed a quell'ora calda ho raccolto solo miseri risultati: le gambe giravano ma non spingevano e non riuscivo ad andare oltre un ridicolo 1'16" per ognuna delle ripetute di 12 x 400m (R.45").
Da prendere con filosofia, alcune priorità vengono prima di ogni altra cosa.
Conscio, quindi, di essermi allenato in condizioni "estreme" e di avere comunque un buon bagaglio di qualità sulle spalle, domenica 28, insieme al forte marocchino Bibi, instancabile lavoratore (sarà questo il segreto del suo successo?), ci rechiamo alla volta di Napola.
Quest'anno la gara non risultava prova del Gran Prix Amatori e risaltava all'occhio la minor partecipazione nelle batterie amatoriali, chi ha corso a quell'orario, intorno alle cinque del pomeriggio, ha fatto un'enorme fatica nel portare a compimento la prova dato il caldo esagerato di quell'orario.
La Presentazione... Momenti di grande emozione! |
Quest'anno lo stuolo di corridori africani è stato impressionante, sfiorava la doppia cifra, tutti di alto livello e capaci di contendere la vittoria ai vari pretendenti italiani, tra i quali spiccavano Rachik, Floriani (reduce dalle Olimpiadi di Rio de Janeiro) ed El Mazoury.
Avrei giurato di vedere in alto anche il talentuoso Vincenzo Agnello, reduce da un periodo in altura sull'Etna ed avrò ragione del mio pronostico: sarà in grado di battagliare con i migliori italiani fino alla fine!
Il pubblico di Napola mi accoglie con enorme affetto ed entusiasmo e cerco di non deluderlo.
Al via, dopo solo cento metri, Rachik parte subito all'attacco in discesa e scuote il gruppo.
Il suo primo attacco non sfalda i migliori protagonisti ma, conscio della difficoltà del percorso, accuso un primo distacco per contenere e gestire al meglio lo sforzo.
Con me si installa un gruppetto tirato da Tiziano Giammanco (l'allievo del Prof. Ticali), Idrissi ed il rientrante Spinali.
Il gruppone di africani resta passivo e solo Rachik continua a tirare il gruppo che vedo pian piano allontanarsi.
Con l'esperienza di anni di battaglie su queste epiche strade, celato dalle mie lenti fotocromatiche Vario, attendo che qualche vittima illustre si stacchi.
Da lontano osservo l'andazzo e si inizia a delineare la storia della gara, con Bibi presente tra i migliori outsiders assoluti ed i migliori italiani a reggere il confronto con i colored.
Il lombardo Omar Guerniche spicca tra l'altro in mezzo ai migliori, mentre Brancato prova con tutte le forze a restare fino alla fine con il gruppone di testa, ma accumulerà un leggero distacco nel finale.
Il primo a staccarsi sarà il giovane Mazzara, ma un ragazzino che ne può sapere di tattica e saggezza?
Tutto spregiudicatezza che non pagherà alla fine, ma lodevole il tentativo di restare con il gruppone per almeno i primi quattro chilometri.
Il Gruppetto dal quale spiccherà Giammanco (20) |
Quella maledetta, lunga salita che conclude il giro dà il nome alla "Volata", perchè non finisce mai e perchè devi spingere fino alla fine perchè non da scampo; il caldo della strada asfaltata ti crea molto fastidio.
Il giovane Tiziano è più "in palla di me" e lo dimostra a più riprese tentando di staccarmi, ma inizialmente non ci riesce ed ogni tanto prova a rifiatare pure lui.
Nel frattempo la strada scorre sotto i nostri piedi, il pubblico si fa sempre più rovente e, come accade nelle corse su strada siciliane, gli anziani del paese si schierano a bordo strada sulle loro sedioline che almeno per questa volta non sono utilizzate come "passo carrabile".
Al chilometro 4,5 raccogliamo una vittima illustre dell'inizio di gara, ovvero Alessio Terrasi che di lì a poco si ritirerà perchè non riusciva a respirare bene.
Anche Alessio, reduce da un periodo di altura, pagherà al contrario gli effetti della vita con minore ossigeno che comporta reazioni differenti nel fisico di un atleta: può andare male nei primi giorni al rientro dall'altura ma alla lunga è un metodo di allenamento che paga tantissimo.
Alessio lo dovremmo vedere protagonista assoluto nelle gare da settembre in poi.
A quel punto, devo solo stringere i denti perchè la gara entra nella sua fase più difficile.
Seppur rinfrancato dall'illustre sorpasso, ad inizio del quarto dei cinque giri previsti, mostro un maggiore affaticamento e inizio a staccarmi, anche troppo bruscamente dal mio diretto avversario.
Adesso si tratta di stringere i denti e pensare il meno possibile alle altre due lunghe salite da affrontare in solitaria.
Il quarto giro sarà, come prevedibile, di gran lunga il peggiore e accuserò un serio distacco da Giammanco, quantificabile in circa venti secondi.
All'ultimo giro, stringendo i denti, provo a cambiare passo e cerco di spalmare sui vari settori del percorso le energie rimanenti.
A tratti reagisco bene e, mentre i primi tagliano il traguardo, mi attende, con il sole che mi da del "tu", di fronte a me, la lunga montagna da scalare.
A quel punto il sole è alle spalle e, con acceleratore a manetta e bocca spalancata, riesco ad agguantare il traguardo, esultante.
Gli Ultimi metri di una "Volata" vera e propria! |
Vincerà un sedicenne ugandese, Victor Kiplangat, atleta dal futuro garantito, capace di battere in volata Felicien Muhitira, autentico mattatore delle corse estive su strada (e magari stanco dopo così tanti sforzi nel solo mese di agosto).
Soddisfatto a metà, ovviamente lamento il fatto di aver ceduto a circa 3 Km dal termine e di non essere stato in grado di seguire un avversario comunque molto valido e capace di correre in 33'00", un tempo che volevo fosse alla mia portata.
Decisamente è l'unica annotazione da fare, ma considerata la settimana sicuramente poco all'attivo, ricca di stress e disidratazione costante, non posso far altro che accontentarmi e ripartire da queste basi e tornare agli orari più umani sin dalla prossima settimana.
Settembre porterà con se nuovi banchi di prova competitivi, Palermo sarà la Città che li ospiterà e non vedrò l'ora di regalarmi una prestazione che ripaghi di tutti gli sforzi.
Intanto, correre a Napola è stata un'emozione forte, come di quelle che non te le dimentichi più...
(Ringrazio per le foto prese da Social G. Bennici, il Sig. N. Bruno di Altofonte oltre che l'organizzazione della Volata)
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