41° New York City Marathon - 20° Posto Assoluto - 1° Europeo

41° New York City Marathon - 20° Posto Assoluto - 1° Europeo
Un Sogno Ad Occhi Aperti...

lunedì 30 novembre 2009

Il Primo 2 e 39 non si scorda mai :-)

Ormai New York è archiviata, così come gli obiettivi principali del 2009.
Un 2009 così positivo, io che sono sempre parecchio moderato con la fantasia, proprio non potevo immaginarlo.
E' andata bene, ma si torna al lavoro, da subito.
Gli obiettivi "at vista" sono parecchio lontani e di conseguenza io e il Coach ci siamo messi al lavoro per prepararci per il nuovo anno, il 2010 che spero mi regali altri piccoli e significativi progressi.
Così si torna ai pesi e al conseguente indolenzimento muscolare e relativa difficoltà meccanica nell'eseguire fluidamente il gesto di corsa, ancora da migliorare, da correggere...

Eppure...

Solo due settimane di riposo da lavori e pressioni dopo NY, più che sufficienti.
Solo lungo lento e la gamba che in fretta ha recuperato.
Un tempo non era così. Recuperare dagli sforzi del dopo-Maratona era sempre difficile e dietro l'angolo pieno di insidie, rischi concreti di infortunio.
Ora riesco a trovare subito e facilmente brillantezza e con la giusta saggezza i rischi di farsi male diminuiscono fortunatamente.

Come detto, pesi e salite.
Inizio soft: esercizi a carico naturale che, grazie alla maestria di Peppe, il Coach in seconda (ma determinante anche lui!), mi danno tranquilla consapevolezza che le tante ore trascorse sono più che efficaci.
Peppe pretende sempre la massima applicazione sulla corretta esecuzione degli esercizi e sulla coordinazione per ogni singolo movimento.
Per ora il lungo di 45' a 3'30"-45"/Km è quanto possibile si possa fare dopo tanto tempo dedicato al carico (almeno 1h30' o 2h00').
Giornate lunghe queste, ma servono a mettere le basi giuste per un tentativo di progredire ulteriormente.

E, giusta conseguenza... acciacchi vari, indolenzimenti muscolari sparsi e... una corsa come i Personaggi della LEGO :-P
Durante i giorni consecutivi non è facile nemmeno correre il lungo lento.

Eppure un sabato...
Sabato 21 novembre.
Era nell'aria da una settimana, chiedo ai ragazzi del CUS l'occasione di fare salite con loro.
Iniziano leggeri, con un 7 x 300m (R. Discesa) a Montepellegrino su strada asfaltata con pendenza poco impegnativa.
Questo ci porta a correre comunque forte e siamo in tanti a spingere, e questa è una buona notizia.

In pista ci aspetta il lavoro finale, il 1.000m classico.
Al sabato pomeriggio, normalmente non si trova tanta gente ed in pista i protagonisti siamo praticamente noi tutti.
Il silenzio, l'aria fresca ed il tramonto ormai imminente mi trasmettono la giusta quiete, la giusta fiducia in me stesso.
Pochi attimi prima di partire, ero carico e incattivito.
Rifletto un attimo, provo a rilassare il corpo e sento che è la scelta giusta.
Pronto a partire, via!
Alla curva parto 4° ma con pochi passi svelti mi avvento sulla mia preda, Luca, ottocentista di buon valore.
Non sto a guardare queste cose e mi impegno qualunque sia l'uomo che ho davanti.
Restiamo soli io e Luca e ai 500m brevemente guardo il crono che segna 1'20".
Resto calmo, l'ultimo giro arriva in fretta e Luca attacca poderosamente ai 300m.
Non avendo il suo cambio prendo distacco ma non mi scompongo; il rettilineo finale lo affronto con tanta convinzione quanta è la spinta delle mie gambe
Fresco e silenzioso sulle mie orecchie giunge in fretta.

Il riscontro è semplicemente 2' 39".4, facile facile.

Innegabile che il merito è tutto di Luca che ha scandito molto linearmente un ritmo che diversi anni fa sarebbe stato a dir poco proibitivo per me.

A riprova che lavorare insieme è sempre maggiormente redditizio, il mercoledì 25 susseguente non mi riesce analoga prestazione.
Affronto un 12 x 100m salite ripidissime (R. 2') e il 1.000m che viene fuori mi lascia parecchio perplesso: solamente un 2'47".8 nonostante una partenza molto aggressiva.
Trovarmi da solo mi ha un pò disorientato.
E' vero anche che l'ennesima prova di potenziamento (più difficile) svolto al lunedì mi aveva lasciato nuovamente i movimenti dei sempre più amici "Omini LEGO"...

E' chiaro che tutto riparte da Zero, ed il primo appuntamento è sempre quello importantissimo dei Cross.
Ormai non sparo più colpi in aria e/o a salve, piuttosto in questi giorni ho lanciato un Sondaggio: Cosa riuscirò a fare ai prossimi Campionati Italiani di Società?
Dai, levatemi questi punti interrogativi dalla testa, meglio che questo pronostico non lo faccia più io, mi evito figuracce ;-)

lunedì 23 novembre 2009

New York City Marathon 09 - After The Race

Tutto quanto accaduto dopo aver tagliato il traguardo è stata una successione di eventi che si correlano con la vigilia vissuta già diversi giorni prima.

Nelle ore successive alla gara indimenticabili saranno quei 20' di quiete sdraiato sul letto di New York che mi ridaranno energie sufficienti e serenità per chiudere la giornata.
La spola tra la 57th e la 60th dei due ristoranti con tanto di medaglia al collo, simbolo dell'aver compiuto una grande impresa.
La medaglia al collo, portata orgogliosamente da tutti i Runners lì a New York, e molti i "Congratulation" dei cittadini americani.
Provate a portarvi appresso la medaglia di Maratona in Italia, e vedete cosa vi diranno o come vi guarderanno... :-(

Nel tardo pomeriggio non c'è stato niente di meglio che fare un salto verso Columbus Circle a fare il tifo per i tanti corridori che ormai si apprestavano a finire le loro fatiche: per loro, come per i primissimi, stesso trattamento e cura nell'accoglierli all'arrivo.
Qui in America si è orgogliosi di fare i volontari (lavoro durissimo) e spesso non c'è spazio per accogliere tutte le richieste.

Il lunedì seguente, 02 novembre, Francesco, già con un pò di nostalgia addosso, ci lasciava immediatamente per tornare in Italia, ad insegnare.
Poche ore passate insieme ma la sola mattinata del lunedì resterà memorabile, girando per una New York che in un solo giorno aveva già messo in archivio il mastodontico evento sportivo tornando a lavorare come se nulla fosse accaduto poche ore prima.
Magari diversi passanti vestiti elegantemente avevano corso anche loro la Maratona.

Martedì 03, Special Guest al Mariella Pizza, il migliore Italiano di New York, Migidio Bourifa.
Agganciato al volo da Giuseppe, presto ha fatto amicizia con lui, in maniera fulminea, come sempre!
Migidio lo scopro qui, personalmente. Bravo ragazzo, molto simpatico, una giornata intero passata insieme con lui, Toni e il Manager.
- Foto di rito insieme alla sede del New York Road Runners: 1-2-3 Italians.
- Giro a Brooklyn passando rapidamente per Ground Zero calmamente al lavoro con le insegne evocative dell'evento: 9/11 Memorial...
- A sera partita (deludente) dei Knicks al Madison Square Garden e via anche il Campione Bergamasco il giorno seguente.
Giuseppe aveva fatto suo un altro atleta :-)

Memorabile quanto inattesa la sua Megalo-Stampa a caratteri Cubitali della classifica dei primi 50 della Maratona pubblicata dal New York Times e successivamente piazzata sul Wall della Pizzeria evidenziando i suoi atleti, Migidio incluso :-D

Nelle ultime ore prima che tornassi verso Casa, ulteriore visita di un carissimo amico di vecchia data, anche lui qui a festeggiare insolitamente il proprio compleanno.
Gas, nel 2010 te lo festeggerai qui con noi e correndo la Maratona :-)

Central Park. Bellissime limpide giornate le seguenti con tutte le mattine passate nella migliore delle maniere.
Allenamenti semplici quanto indimenticabili e il giro attorno al laghetto artificiale ormai una costante di queste ultime splendide giornate d'autunno dai colori da cartolina...
Giusto per lasciare il segno... al venerdì 06 micro-lavoro con Toni di salite: 10x100m con 1.000m finale proprio sull'anello del laghetto: 2'47" per Toni, 2'49" un pò sofferto per me: stanchi ma felici!
Central Park non proprio come La Favorita: il paragone non regge: i percorsi sono immensi; il perimetro d'asfalto ripetuto qualche altra volta per rimembrare la recente cavalcata finale di maratona; poi solo training su sterrato.
Mille e uno giri da fare, impossibile alle volte orientarti e capire dove ti trovi.
Prati verdissimi e distese alle volte senza un punto di fine.
Ogni giorno ne scoprivo una di questo Parco: praticamente uno Sport Club alla portata di tutti.
Automezzi imponenti, Squadre al lavoro per tenere lucido a specchio un parco pur essendo enorme.
Regolarmente vengono raccolte persino le tantissime foglie cadute su strada o sentieri.
L'aneddoto più significativo per me è stato comunque l'aver visto la mattina le scolaresche presentarsi con i tanti "pulcini" al parco e insegnare loro i fondamenti del vivere civile, semplicemente con un rastrello in mano :-)

New York, veloce, frenetica senza soste.
Il traffico è intenso ma scorrevole.
Tantissime macchine per le strade ma non esiste il classico "addormentato del volante". La successione ordinata delle Streets e delle Avenues è talmente semplice che in poco tempo ti abitui.
Parkare in seconda fila?
Non esiste, nemmeno ad immaginarlo! Qui ti fanno una multa-lampo che non te la scordi più.
Polizia ad ogni angolo della strada.
Se vuoi parkare agli orari lavorativi puoi andare nei parkeggi a pagamento dai prezzi non proprio "popolari".
Meglio la Metropolitana :-)

Fumi che escono dai tombini, le bancarelle di Chicken & Rice così come di Hot Dogs e Pretzels giganti all'angolo di tutte le strade (su pagamento di licenza ovviamente!).
Alcuni rinomati tanto da avere cronicamente la fila di clienti alle ore di pranzo e cena, tutti in abito "Business".
Eppure mi hanno sconsigliato di mangiarci... igiene rasente lo zero!
Mangiare "Cheap" si può così come bruciarsi il portafoglio in un ristorante di classe (e mangiare per giunta male!).
Mille luci e colori, di giorno e, meglio ancora di notte, con le mega insegne che coprono un palazzone intero.

New York, sempre al lavoro, a ristrutturare, a migliorare l'aspetto dei propri palazzi, delle strade.
Gli incroci, le strisce pedonali fatte in materiali e resine resistentissime paragonate alla "vernice" passata qui in Italia...
I palazzi "si rifanno il makeup" con colpi artistici micidiali tanto da rimanerne stupito per come si riesca a trasformare un vecchio edificio con una mirabolante successione di vetrate a specchio e con tanto di immagine simulativa del lavoro finito mostrato in anteprima durante l'esecuzione dei lavori.
O fai così o paghi tasse da K.O.
Fallo in Italia...

Finisce Halloween, si passa per la Maratona di New York, ci si prepara per il Natale: tutto senza perdere secondi preziosi.
Prima che finisse il mio felice periodo già le vetrine dei negozi stavano iniziando a vestirsi a tema e diversi giovani erano assunti per passare Kmetri e Kmetri di cavo milleluci ad ogni ramo degli alberi piazzati nei marciapiedi, dotati di prese personalizzate(!)
Mi chiedevo: "Non faranno prima se segano l'albero per sbrogliare tutta quella matassa di luci che ci stanno montando?"

Sporcizia per terra, carta buttata nelle strade? COOOOOOOME?
Mai vista tanta pulizia, e se ho già citato come fosse impeccabile Central Park, per strada è esattamente la stessa storia.
La gente ha il senso di appartenenza del proprio vivere e non accade che sporca la città (anche perchè può pagare "care" conseguenze) e se proprio inavvertitamente cade qualcosa per terra... pronti gli addetti alla raccolta con efficienti scope e palette (semplici e innovative).

New York, sempre a sirene spiegate, giorno e notte: fa parte del loro costume.
Dove c'è un "possibile" pericolo subito a correre i Vigili del Fuoco magari scortati dalla Polizia, tutti a sirene spiegate, dalle luci psichedeliche Bianco-Rosse.
Il senso di appartenenza alla Nazione.
Si nota semplicemente dal fatto che tutto viene svolto a supporto della propria bandiera, ovunque piazzata, anche ripetuta più volte: tanto è così bello mostrarla!
Il Rockfeller Center strapieno di Bandiere issate lungo il perimetro della piazzetta che fa da pista da ghiaccio è l'esempio che per primo mi viene in mente.
E che dire dell'inno nazionale sempre presente ad ogni inizio di manifestazione sportiva?
Saranno esagerati, sarà che dormono con la bandiera a stelle e strisce sotto il capezzale, ma sono unici nel farlo gli americani!

Le auto americane, le ho viste tutte, mi sentivo dentro un film, un negozio di giocattoli...
Cadillac Escalade da tutti i lati, Lincoln come se piovesse e... ovviamente i Taxi per la stragrande maggioranza Ford.
Poi ovviamente i giocattoloni come le Mustang, le Camaro e le Challenger.
Per ultimo la Hummer-Limo (l'auto più dispendiosa di carburante al mondo immatricolabile su strada ---> pensate la Limo!) parkata proprio sotto casa :-)
E nelle Limo... sempre ragazzini! Ma che stranezza!
Tutte rigorosamente con cambio automatico, sfreccianti senza ritegno lungo le 3-4 ampie corsie delle strade senza perdere un attimo.
Qualche modello più parsimonioso sta sbucando fuori ed è ben apprezzato: tra auto ibride (tantissime dello stesso modello) e alcuni 1.100 giapponesi dai modelli creati apposta per il mercato americano.
Insomma, a vederla parcheggiata in mezzo a tanti colossi, la Mini sembra proprio... Mini!

New York e i "Culoni".
Ultima osservazione.
Non è vero che il mondo americano si sta dirigendo verso la tendenza "Extralarge".
I servizi implacabili ai TG mi avevano illuso.
Invece trovo una New York all'insegna del Wellness e del Body Health, gente magra e scattante (a parte qualche eccezione).
Central Park ovviamente mi ha dato diverse conferme: gente di tutte le età a correre, con il passeggino (speciale a tre ruote) anche nelle giornate fredde, con il cane, a tutte le ore del giorno e della notte (lì la gente fa anche turni serali e notturni per tenere aperti certi negozi H24).
Le ragazze della mia età, a differenza che in Italia sono tante e corrono anche forte!
Non era per niente facile raggiungerle nel lungo...
Insomma, almeno a Manhattan Alta, mito da sfatare.

Molti li criticano per il loro perseguire un unico scopo, ovvero lavorare e basta, ma risponderei che almeno quello lo fanno, bene e velocemente!

New York, bella come mi aspettavo, non mi hai deluso!
Arrivederci :-)

lunedì 16 novembre 2009

New York City Marathon 09 - Inside The Race

01 Novembre 2009 - Ore 09:20.
Colpo di Cannone!

Alla partenza, stavo pochi metri dietro la linea di partenza.
Francesco... era riuscito ad eludere la sorveglianza e piazzarsi poco dietro i grandi favoriti della corsa.
La seconda linea era composta da altri atleti invitati dall'organizzazione.
Davanti a me c'erano strani gruppi e fisici non di certo atletici: chiamiamole pure le "Celebrities" messe davanti per giusto riconoscimento di altre qualità, non per certo atletiche!
Insomma, pochi metri dopo il via senza rendermene conto avrò passato attori, cantanti e alte cariche del NYPD.

Le reminiscenze delle movenze in pista mi aiutano a fare un 30" di slalom tra gente più lenta di me; da quel momento inizia la gara vera e propria.
Il Verrazano Bridge, si propone subito come una sorte di sfinge che ti rivela cosa potrai fare di qui alla fine della corsa.
Mi ritrovo immediatamente da solo, lanciato all'inseguimento di atleti dai ritmi consoni a quelli preventivati e per farlo tiro fuori una "ripetuta in salita".
Il Ponte, con la sua forma ad "U rovesciata" mi costringe subito a tenere oltre 1K con il fiatone ma ciò serve a scorgere prima Francesco (che mai più rivedrò) e l'amico Hermann, anche qui a New York.
Il vento fresco ma per lo più contrario mi fa riflettere che bisogna essere saggi per tutta la corsa, senza cercare mosse avventate.
Le luci colorate Blu e Rosse da lontano scorgono la distanza tra me, il ponte, i miei sogni e gli uomini Top la davanti.
Il resto è solitudine, quiete e dietro un immenso plotone di gente che mai mi volterò a guardare.
Staten Island, arrivederci!

Di fianco correva il gruppo con pettorale color arancio: partenza leggermente avanzata rispetto a noi blu, diverso percorso e congiunzione all'8vo miglio.

Volevo fare sul serio.
Non appena sul ponte inizia la discesa controllo il primo Mile ma è ben oltre i 3'20"/Km: vento e salita rendono da sempre difficile l'inizio.
Di una cosa ne sono certo: questa è una maratona Internazionale e ci sono i "pazzi" di tutto il mondo gettati all'avventura. Sfruttiamoli!
Resto per i primi K con un ragazzo giovane, americano: questo tira tantissimo, si va (e controvento) a ridosso dei 3'20"/Km; si inizia a far sul serio e lo capisco giacchè, voltandomi, non scorgo più nessuno dei miei amici.
Si recuperano diverse posizioni ma valuto che è troppo presto per agire così e ad un certo punto lascio andare via il ragazzino accostandomi dietro una vittima, un Russo :-)
...il ragazzino prima del 30° K sarà mia preda, poverino :-P

Inizia lo Show.
Dietro il Russo mi guardo il panorama: siamo sul lungo rettilineo che attraversa tutta Brooklyn.
Fin'ora era stato difficile il percorso: questa è l'unica tregua che concede il tracciato newyorkese: non molte difficoltà altimetriche.
Qualche moto "di rappresentanza" dei Cops a scortarci e tantissima gente ad acclamarci.
Inizio ad aizzare il pubblico: in alto le braccia, il volume aumenta sensibilmente.
I primi incitamenti personalizzati mi infiammano l'animo: "Go Italy" urla la folla; successivamente arriva un "Go Sicily". Inizio a sospettare che le comunità italiane saranno presenti in massa nei quartieri americani.

Il russo che ho dietro continua a spingere ma sento che sta dando già più del dovuto.
Ogni tanto si gira come se non capisse cosa facessi alle sue spalle, ma è semplicemente tifo da stadio :-)
Rilassato, concedo tante strette di mano al volo, resto attendista.

Rifornimenti ovunque con l'acqua e l'integratore, se ne salti uno lo troverai poco più avanti, 2 miglia oltre.
Fantastico, ma fortunatamente il clima fresco mi ha aiutato parecchio.
Ogni movimento è monitorato con assoluta precisione: presidi cronometrici ogni miglio e ai passaggi dei classici 5K, 10K, 15K, ecc.
Imperioso!

I 10K recitano 33'29", è lento ma a me serve così.

Lascio passare la strada, prima o poi qualcosa si muoverà.
Da dietro sembrano rinvenire e li aspetto.

All'8°vo miglio il ricongiungimento con il gruppo arancione.
Questo gruppo, più folto e agguerrito è subito mio.
Del russo... a chi l'ha visto :-P

Dentro ci trovo Toni Liuzzo, sempre dietro; Tito Tiberti (Cover Mapei) a tirare ed Herminator silente in rimonta.
Davanti il vero protagonista è Tiberti che, insieme a due giovani americani, fa la parte da leone.

Le strade prendono fuoco.
Il tifo all'uscita da Brooklyn è impressionante e mi metto nelle prime posizioni per godermelo tutto.
Una lunga ed insidiosa salita (credo il Boerum Hill) non la percorro con le mie gambe ma con la bolgia di gente che ci incitava: l'adrenalina era alle stelle e non c'era possibilità di ragionare tanto era forte il frastuono.
Io, ovviamente, ci ho messo del mio per premiare tanto tifo.

Il passaggio alla mezza maratona avviene poco dopo.
Tiberti era partito verso un attacco solitario.
Si era preso una 30ina di metri ma tenevo a bada il mio gruppetto facendogli capire che non potevamo farcelo scappare.
Riusciamo, senza sforzo, a riprenderlo prima della mezza: azione facilmente annullata e grosso sforzo da parte sua.

Modesto ma prudente il tempo alla Half: 1h 11' 13" circa su un Pulaski Bridge poco frequentato dal pubblico.
Sfrutto il momento per fare il punto della situazione.
E' stata la mezza maratona più veloce mai passata nella mia mente.

Si entra verso il Queens e iniziano a vedersi le prime vittime illustri.
Verso il K 23 mi accorgo solo io di raggiungere un "American Hero" (anche per me!), gloria anche dell'Esercito (Army) e gli stringo la mano.
Fugacemente lo passo ma credo che avrà capito che il mio gesto era inteso come rispetto nei suoi confronti. Giornata storta la sua.
Non ci perdiamo in chiacchere e si inizia ad aumentare il passo.

Il 15mo miglio è il punto cruciale di gara.
Senza accorgermene ci troviamo dentro il Queensboro Bridge.
Lo riconosco dall'imponente struttura e dai colori fino a quel momento visti solo in televisione.
Il nero dell'asfalto, le ombre di luce e il rame intenso della struttura mi fanno entrare dentro una dimensione strana; sullo sfondo palazzi silenti che ci attendono.
I ragazzi si erano dati da fare, ma mi ritrovo davanti a tenere il ritmo con confortante scioltezza.
Recuperiamo qualche altro atleta sul tratto in salita e mi accosto per star dietro in discesa.

...non saprei cosa fosse, ma avverto qualcosa di strano in quel silenzio generale, qualcosa di grosso che mi avrebbe investito...
Al termine della discesa Liuzzo decide che è il momento di agire e si porta avanti in testa a tutti.
Non perdo l'attimo e mi affianco a lui.

Memorabile: si esce dal ponte e si scatena l'Inferno!
Tifo da stadio, campanacci e Screaming altissimi.
Io e Toni, affiancati, stesse divise con l'Italia sul cuore e la Sicilia sul petto tiriamo avanti per le 3 curve strette stracolme di tifosi.

Si entra nella First Av, siamo a Manhattan, New York City.
L'adrenalina è alle stelle.
Dietro il gruppetto inizia a sfilarsi.
Tiberti non è da meno e in pochi metri ci raggiunge portandosi nuovamente avanti.
Il parziale K20-25 è velocissimo: 16'29" ma è tutto cuore.
La First e il suo lungo rettilineo è un girone dell'Inferno (per gli altri); per noi 3 è il paradiso del sorpasso.
Da lontano, sull'ondeggiante First travolgiamo una decina di atleti e il Tiberti capisce cosa significava il mio: "Fai la tua gara!" dettatogli all'8vo miglio su una sua domanda.

Morti e feriti gli altri e di tutte le nazionalità; la gente a bordo strada è impazzita.
Non so dove voltarmi prima, se a destra o sinistra per l'ampia strada, cerco di dare il 5 a più persone acclamanti. L'azione non mi rallenta, mi fa sentire più forte.
Ogni qualvolta urlano "Go Italy - Go Sicily" dentro mi gaso e resto avanti a tirare.

Ad un certo punto, imboccato il Willis Avenue Bridge "tappetato" di arancione che decreta la fine della First, restiamo un attimo appagati dei sorpassi effettuati e, voltandomi dietro noto che siamo rimasti in quattro, con Liuzzo sempre ad osservare.

Il Bronx ci accoglie amichevolmente, non è un pubblico esaltante ma tutti i banner mostrati dalla gente sono benauguranti. Brava gente, nel Bronx.
Si corre poco lì e ci si distrae poco quando Tiberti lancia un altro attacco.
Carpi da lontano suona la campanella sulle mie gambe e i piedi stessi iniziano a stentare.

Da dietro rinviene velocissimo Liuzzo, rallentato da un banale appoggio scorretto su un tombino.
Il Madison Avenue Bridge, corto quanto basta, è il suo palcoscenico per sferrarci l'attacco definitivo.
Provo a tenere ma inizio a soffrire; quello che non mi aspetto è la resa di un Tiberti fin lì agguerrito.
Non riesce a tenere nemmeno me che in quel momento avanzavo con difficoltà.
Le poche curve di Harlem iniziano a definire i distacchi.
Toni se ne va imperiosamente, pennella le curve con agilità.
Davanti mi trovo un duo americano che mai riuscirò a raggiungere ma che sarà di stimolo per l'ultimo atto.

La Fifth Av.
Sei un duro oppure un debole?
Questo è il messaggio della temibile Fifth.
Lenta a salire, ti fa soffrire quanto basta per cuocerti a fuoco lento.
Ma non per me, non per oggi.
La gente è tantissima come gli italiani confusi fra la folla.
Sono loro il mio motore "di riserva".
Non mollo mai, inizio a costeggiare Central Park e in ogni caso qualche altra vittima la passo lo stesso, sarò giunto alla ventina di sorpassi ormai.

L'ingresso a Central Park è vicino.
Ho i quadricipiti a pezzi.
Prima di imboccare la curva di ingresso al Parco ed alle ultime 2,5 Miglia noto una bandiera italiana sulle transenne.
Devo farmi forza e mi stringo a loro, i miei connazionali. Do il 5, altre energie.

I saliscendi del parco non mi fanno più paura, il tifo è assordante e con la massima lucidità taglio le curve al millimetro.
A poco meno dell'ultimo miglio da lontano, una canotta giallo-rossa a quadri.
Riconosco il team, americano e di professionisti.
"La chioma, bionda, è la sua?
Sua Maestà Brian Sell?
"E' lui!" Mi urlo dentro.
Porto la testa avanti e rilancio l'azione. Devo andare a prenderlo senza indugiare! Non posso perderlo!
Qualche curva dopo lo raggiungo, lo guardo in viso, i suoi mitici baffoni e vado avanti, ormai poco aggraziato nella corsa.
Che importa?
Ormai sono vicino, ancora il tempo di prendere un altro americano ormai saltato ma l'ultima collinetta voglio godermela in santa pace...

L'americano mi rimonta, mi fa la volata, lo lascio andare.
Mi guardo gli spalti, rallento, il Maxischermo che mi fa protagonista per pochi attimi, braccia aperte un bacio a tutti...
A passo d'uomo termino la mia corsa
Mi inchino, "Amazing" le mie prime parole, entusiasta.
Medaglia al collo, il premio per tutti quelli che compiono l'eroica impresa.

E' finita, purtroppo, la New York City Marathon 2009:
2h 24' 04" - 26° assoluto - 3° italiano - 4° europeo.

L'immediato dopo gara è una lunghissima camminata nel prendere la mia borsa, tra gli ultimi Camion UPS messi in rigoroso ordine.
Ma i Volontari che immensa festa mi hanno fatto!
Io tra i primi a transitare ed a ringraziarli per il loro onorevole lavoro.

Il resto è grande soddisfazione.
Giusto al Mariella Pizza della 56th ci ritroviamo noi 3: Francesco, Toni e me per un grande abbraccio e tanti complimenti per entrambi.
Mitico Toni, autore di due identiche mezze, pennella un 2h22'36" splendido 22° - 2° italiano e 2° europeo.
Francesco migliora la prova di Carpi, da il meglio di se con 2h28'15", 47°.

Al pomeriggio grande festa con tanti amici al Mariella Pizza della 60th a celebrare i 3 siciliani ai primi 50 posti.
Clienti del ristorante a farsi le foto con noi! Meraviglioso!

Grazie Giuseppe, Vincenzo, Giampiero, Giovanni, e tutti gli altri ragazzi del "Cù è che va a Delivery?" ;-)

Missione compiuta.
Peccato sia finita così presto.
NYC Marathon nel cuore e nell'anima.

(Ringrazio per le splendide foto Podisti.net, Les, il New York Times e per le miniature il Sito Ufficiale della New York City Marathon di acquisto online delle Foto.)

giovedì 12 novembre 2009

New York City Marathon 09 - Inside The Race (Pre-Gara)

27-31 Ottobre 2009.

Incontenibili emozioni, peccato sia finita "troppo presto" questa magica avventura...
Si!
E' stata la Maratona più veloce in termini di storia vissuta lungo le larghe strade e i tanti ponti affrontati.
Averla vista più volte in Televisione non è servito a niente: quando sei dentro la NYC Marathon dal Vivo, Tu, Unico Protagonista capisci perchè è la meta tanto ambita da chi vuole avventurarsi nella Maratona, almeno una volta nella Vita.

E prometto, tornerò, spero presto a NYC.

La Città, le Persone, la Corsa mi hanno rapito: tutto come mi aspettassi.
Grande, Grosso, Imponente e Organizzato maledettamente bene.
Questa Big Machine realizzata dal New York Road Runners, Open Public per chi riesce ad avere il pettorale la domenica fatidica della Maratona.
Le tante serie televisive viste dalla TV e in lingua originale, il culto per le Auto Americane e la frenesia della gente mi hanno portato subito in un mondo molto diverso dall'Italia, ma vagamente mio.
Mi sono trovato subito a mio agio a Manhattan, come se ci avessi vissuto prima, strano ma normalissimo per me!

Della Vista Newyorkese ne parlerò in un altro post, ma questo già per spiegare quanto bene mi sia immediatamente ambientato nella Big Apple.
A parte la sera subito dopo il lungo viaggio in aereo, il mattino susseguente (mercoledì 28 ottobre) ero a Central Park a fare l'ultimo lavoretto pre-gara con Toni Liuzzo, un ragazzo siciliano come me ma che avevo mai avuto il piacere (immenso) di conoscere.

Devo immediatamente ringraziare i fratelli Vicari, autori di questo portentoso progetto che da metà anno era iniziato, come avrete capito, in piena segretezza.
In effetti, non ci avevo creduto nemmeno io quando mi giunse la Sirena Statunitense.

Tramite cronaca giornalistica locale (alias il Corrisicilia :-) e un pò di passaparola tra esperti nel settore corsa, Giuseppe Vicari, Siculo-Americano originario di Borgetto (PA) emigrato a New York ben 33 anni fa ed appassionato di corsa, si mise in contatto con me e con Francesco (che aveva conosciuto di persona ad una mezza maratona di Terrasini un anno prima).
Il suo sogno: portare una bella mini-squadra di esponenti Siciliani, pronti a dare il massimo per l'evento.
Aggancio immediato: non esistono presentazioni per Giuseppe, ti da subito del tu, immediatamente entra in sintonia con la persona con una facilità disarmante, con chiunque!
Ti rapisce con la sua semplicità di dialogo e anche per me il "sequestro" newyorkese è stato ancor meno che difficile :-)
Friendly Giuseppe, avessi l'1% di questa tua prerogativa!
Ho imparato molto da lui!

Quartier generale di tutti pranzi e cene, il Mariella Pizza di NYC, gestito proprio dai Vicari Brothers: punto di ritrovo per gli Italiani, apprezzatissimo dagli americani per la semplice cucina tutta italiana, anche negli ingredienti, tanto da essere famosi per avere The Best Pizza in New York.
Spendendo relativamente poco diversi italiani sono passati dalle parti della 60th con la Lexington o dalla 57th con l'8va, quest'ultima proprio nei pressi di Central Park.

...I più bei momenti di allegria e di risate dell'anno, proprio qui a New York :-)

Clima rilassato, sempre tutti uniti ed io, alla scoperta della Città.
Allenamento mattutino leggero a Central Park (a pochi passi dall'appartamento dove alloggiavo). Diversi incontri con vari campioni del presente e del passato e, guarda caso, dopo Roma ritrovo a New York la grande Franca Fiacconi esponente italiana di spicco e vincitrice storica di questa Maratona.
Mi ha fatto un immenso piacere ritrovarla qui, al centro del Mondo!
Al venerdì, una volta riuniti tutti (Io, Francesco e Toni), cesso l'attività di turista per calarmi immediatamente in quella dell'atleta serio e preparato (chissà!) per l'evento.

L'expo che mi immaginavo era molto più grande ma a conti fatti, una volta entrato allo Jarvis Center, non si tratta altro di una piccola fiera dei grandi Brand Sportivi nel campo del Running.
Tutti presenti (Adidas America compreso) e far da padrone per quasi metà dell'area espositiva, lo sponsor tecnico della manifestazione che alla vigilia della Maratona presentava schierato alla partenza il più forte talento bianco degli ultimi anni: Ryan Hall.

Andiamo a ritirare i pettorali ma... sorpresa!
Per me e Francesco, all'esordio, ci assegnano un pettorale attorno al 63.400!
Ovvero Numero color Verde e terza Wave di partenza...
Qualcosa non era andata nel verso giusto.
E' vero che non siamo candidati alla vittoria e nemmeno ai primi 20 posti, ma così la corsa era compromessa dall'inizio...
La segreteria, nel compilare i nostri dati, aveva omesso molti dettagli non proprio irrilevanti come il PB e la nazionalità e, una volta chiarito l'equivoco, prontamente ci sostituiscono i pettorali con un bel numero color blu ma pur sempre alto: 8963 per me, ma primo orario di partenza e va bene così!

Pericolo scampato, ormai tutto è ottimizzato.
Giorno 31 ottobre, New York festeggia Halloween dai costumi stravaganti ed imbarazzanti.
Io qui festeggio il mio 30° anno di vita con una Cena abbondante al Mariella Pizza, molta tranquillità e... a letto presto!
Già essere a New York era un gran bel regalo per un'importante tappa della Vita, l'indomani mi attendeva l'evento più emozionante della Carriera: esserci arrivato, già un traguardo importante.

L'indomani mattina il Gallo non canta: lo svegliamo noi!
Francesco si alza presto, cucina qualche filo di spaghetti; di fame non ce n'è molta ma bisogna mangiare e, verso le 06:00 arrivano, con irruenza dovuta all'eccitazione pre-gara, i fratelli Vicari.
Subito in viaggio verso i pullman riservati, da bravo Manager alle prime armi, ci porta verso un'area riservata ai Vip illustri quali Giuseppe Bergomi, Davide Cassani e Linus di Radio Deejay.
Battute equivoche, risate a mai finire, ma quando si inizia a scorgere l'imponenza del Ponte di Verrazzano il mio animo inizia ad essere serio.
Ci dirigiamo in una palestra attrezzata con tutti gli agi necessari ad una tranquilla preparazione dell'imminente evento.
Si tratta di un'area militare che ci ha accolti molto gentilmente: se non hai il braccialetto appositamente distribuito non puoi entrare! Qui sono molto fiscali in questo!

Molto gentilmente i VIPs ci concedono diverse foto e in gruppo sfoggiamo le divise Adidas Adizero FW09 Violettaclub-Sicily Limited Edition create appositamente da me per l'evento.

A fianco, il grande ponte, silenzioso, chiuso alle auto.
New York si ferma, la gente si alzerà apposta per vedere unicamente il passaggio di tutti i corridori. Incredibile pensarlo in Italia...

E' il momento del riscaldamento.
Soliti 10', molto distratti, di corsa lenta.
Difficoltosa la consegna delle buste con gli indumenti: io e Francesco ci accorgiamo troppo tardi che i Bus UPS stanno dall'altra parte del box ingresso e corriamo in mezzo alla folla per timore che sia troppo tardi... Inesperienza!
Entriamo al box.
Ingresso "D" recita il pettorale di entrambi.
Da buoni ostacolisti riusciamo ad immetterci abbastanza facilmente fino alla gabbia "A" dove più avanti di così non riusciamo ad andare.
Un volontario se ne accorge del jump ma gli chiedo pietà: "Please, I have Two Twenty!" - capisce e non dice altro :-)

La fase successiva è la scorta ordinata verso il ponte: precisi e coordinatissimi, tutto procede secondo i loro programmi cadenzando quasi ogni nostro passo per evitare tumultuose spinte.
Inizio ad intravvedere la partenza, ci fermiamo proprio sotto il Bus che accoglierà la Singer dell'Inno Nazionale Statunitense e successivamente, il Sindaco Michael Bloomberg in persona.
Tutto sopra i miei occhi :-)

Francesco era con me, allineato, Liuzzo stava nell'altra area di Partenza, la gialla; ci ritroveremo più avanti in gara.
Ormai ero rilassato, potevo distare circa 5" dalla linea di partenza, un'inezia.
Parlo con diversi Italiani schierati lì con me: siamo la maggioranza, Italiani ovunque, un'invasione quel fine settimana!

Bloomberg finisce il suo discorso, augura a tutti "Have a Good Race" e parte il colpo di cannone.
Pochi attimi ancora fermi, la massa di corridori si muove e scatto subito avanti.

Inizia il Sogno, Inizia la Maratona di New York.

(Ringrazio Podisti.net per la foto con Franca e Les per la foto panoramica del pre-partenza)

NEW YORK CITY MARATHON 2010 (Foto Podisti.net)

NEW YORK CITY MARATHON 2010 (Foto Podisti.net)
PRONTI A PARTIRE...