41° New York City Marathon - 20° Posto Assoluto - 1° Europeo

41° New York City Marathon - 20° Posto Assoluto - 1° Europeo
Un Sogno Ad Occhi Aperti...

domenica 21 agosto 2011

Non è Mai Troppo Tardi (?) per la Prima Volta in Altura

Tutto agosto...

E' veramente difficile ammetterlo, dopo aver corso diversi giorni nei sentieri storici per un corridore, soprattutto maratoneta; ma questa esperienza andava fatta parecchio tempo fa, almeno da quando avrei potuto permettermelo con gli impegni lavorativi...

La (mala)sorte e la (buona)sorte hanno voluto che mi mettessi di impegno quest'anno nel prendere questa importante decisione che mi ha portato a vivere un'esperienza a dir poco unica nel suo genere.

Non c'entra solamente il fatto di essere un runner, un maratoneta, ma di stare a stretto contatto con la natura e ripercorrere nei lunghi chilometri di un Sentiero Bordin, le gesta di un grande ed epico uomo del recente passato.

Ammetto che non sempre mi è riuscito l'attacco al Sentiero Bordin bene, appensatito dal passare dei faticosi giorni e superarlo sotto la sufficienza mi ha deluso un pò, ma ciò significa che non mi sono affatto risparmiato e che non mi è mai bastato averlo "solamente" percorso.
Mi sento ancora oggi "un duro" e non mi spaventa nessuna asperità (ammettiamolo, per le discese sono negato!) ma gestire la respirazione ai 2.035m e oltre è stato un trauma, specie al primo impatto.

E' stato un errore non tirarmi indietro specie al primo lavoro, ma così ho potuto provare il vero e proprio handicap dell'aria rarefatta: laddove riuscissi sempre a cavarmela con il mio "cavallo di battaglia" ovvero il Fondo Lento, nei lavori in pista è stata un'autentica sofferenza dettata dall'impossibilità di non poter superare certi ritmi constatando che la soglia di accumulo dell'acido lattico diventa tremendamente rapida.

E così è accaduto al primo vero lavoro in pista...
In effetti il Coach mi aveva impostato due allenamenti di approccio prima di questo evento, dei cambi di ritmo (12 x 1' Forte - 1' Piano) e successivamente il classico Medio di 40' "free air" per saggiare lo sforzo lattacido.
Correndo questi allenamenti da solo, era uscita una discreta gestione dello sforzo, senza ben capire ancora che significasse la fatica intensa in alta quota.

E' stato proprio il lavoro di 1 x 2.000m (R.3') + 5 x 1.000m (R.2') corso pochi giorni dopo il vero e proprio scontro con il "Gigante" altura, fatto per giunta con i colleghi del CUS Palermo con i quali mi sono aggregato e ben più avanti di me nelle brevi distanze...
Una vera e propria "rovina" (esagerando un pò! ;-): colto dall'immediato entusiasmo di svolgere un tempo training in Pista dopo quella breve fase di adattamento (seppur essa sia stata molto "short"), ho tirato fin troppo forte la corda all'inizio del 2.000m dandomi una mazzata da non dimenticare.
Sentire l'acido lattico pervadere prima le gambe e subito dopo le braccia con sorprendente immediatezza mi ha non poco disorientato e dopo quel 6'o9" in netto calando la situazione è andata a degenerare con i mille corsi sempre ad handicap rispetto a chi fosse più agile di me in questo momento: 3'06" - 3'08 - 3'14" - 3'12" - 3'16" sempre a filo di quel confine che ti fa sentire le gambe irrimediabilmente perse...

E proprio questo concetto lo valutai bene poco prima dell'attacco al Bordin, da Monte Rotta "side", sull'inerpicato sterrato di autentica disperazione: dovetti fermarmi nel durante una fase del lunghissimo di 1h45' (che vale come le 2h30' slm e con vette da scalare) prima che l'organismo si trovasse delle gambe intossicate in pochi attimi.

Umiltà, tanta; spirito di adattamento e nella mente i consigli di chi ha corso tante volte proprio in questi posti: consigli di grandi Campioni tutti molto simili e con la direttrice comune del non esagerare mai!

Tre settimane (poco meno in realtà) di duro lavoro ma anche di pace e relax, lontano dai rumori della Città e non solo quelli purtroppo...
Aria pura, gente quieta, periodo di bassa stagione qui al Sestriere (TO), dove se parli con i residenti in questo periodo la Cittadina è morta, come lo è Mondello d'Inverno...
Difficile a pensarlo, meno male che ci sono tanti atleti a ravvivarla, oltre migliaia di famiglie al completo desiderose di vivere tante giornate immerse nel verde dei paesaggi in quota o, come osservato, portatori di handicap presenti con le proprie attrezzature forse con il nostro stesso intento di produrre qualcosa in più per dar sfogo al proprio sport di fatica quando sarà ora di affiggere un pettorale sulla propria bici...

Che fortuna! Trovare tante belle giornate non ci è sembrato possibile, ma così è stato.
Il Sole è più intenso in alta quota, ho dovuto scegliere come costante fissa gli Adizero L con lente LST Polarized per quanto sentissi brillare la palla luminescente che ci dona la vita.
Per diverse sere è caduta un poco di foschia, dopo le 18:00 ma irrilevante ai fini di giornate semplicemente tiepidi e dalla sempre costante brezza fresca...

Saranno ancora diverse le giornate "negative" (ma qui devi prenderti quello che ottiene senza preoccuparti più di tanto), come quell' 8 x 800m (R. 200m) in pista senza mai riuscire a svoltare un minimo dal piatto ritmo impostato sin dall'inizio, ma il Coach sarà sempre tranquillo: "Devi ancora adattarti" mi diceva, parole di grande saggezza le sue...

(Terza ed ultima settimana... vedremo come andrà... prossimamente...)

lunedì 15 agosto 2011

Era meglio lasciar perdere...

Primi di agosto...

Potrei uscirne soddisfatto dall'ultima settimana di gare su strada corse prima del periodo di altura, ma resta sempre il dubbio se ne fosse valsa la pena...

E' anche vero che in passato nelle corse a montepremi averci provato ha portato anche a inaspettati risultati, ma in casi come questi non c'è che allargare le braccia.

Eppure un tempo non era così: i grandi Campioni di razza si sapevano distinguere scegliendo bene i propri eventi e non si presentavano mai a corse di livello inferiore, riservate agli atleti locali.
Allo stesso modo io stesso non mi permetto di rubare la scena alle gare amatoriali solo per il gusto di vincere, o peggio ancora di togliere la vittoria ad uno di questi atleti: costi quel che costi, questo non è più sport e mai farei una cosa del genere...
Se alcune volte mi presento a corse di livello amatoriale è solo per un gesto di amicizia nei confronti di persone che con me lo sono state amiche sempre, niente altro, ma un gesto non va necessariamente ricambiato con "ciò" che si vuole...

Quel che è accaduto, quindi, è che la stessa batteria di keniani (magari della stessa "scuderia") si presenti alle gare di Bianco (RC), San Filippo del Mela (ME), Cittanova (RC) e Roccella Ionica (CZ) senza perdere uno solo di questi appuntamenti, favoriti dalla vicinanza chilometrica.

Aver corso solo due di questi appuntamenti ha significato per me un enorme spreco di risorse mentali e fisiche solo per raggiungere questi luoghi, un'altra "impresa" da raccontare ai nipoti...

Solo partecipando ne sarebbe valsa la pena o no, ma trovarsi alla partenza della gara di San Filippo del Mela con ben sei atleti keniani di un certo spessore poteva essere demotivante, ma mi sono concentrato sugli obiettivi raggiungibili e devo dire di essermela cavata bene.

Giungere ottavo e primo italiano con un crono decisamente confortante e tra i migliori di sempre su questa corsa di 33'35" su un percorso in saliscendi parecchio impegnativo (14 giri da 710m in continuo saliscendi e portati a 10K precisi), con una prestazione confortante può essere soddisfacente ma non nel montepremi praticamente monopolizzato dalla truppa keniota giunta in massa dalla gara precedente...
Non riesco nemmeno a descrivere quanto fosse pesante l'afa quel giorno...
Stessa cosa si può affermare anche per Marco Calderone (Violettaclub, che correva "in casa") giunto nono e per Marcello Marcianò (Lib. Benevento, di Altofonte), giunto decimo.

Il giorno successivo solo la stretta amicizia e stima dei confronti di Michele Giofrè e Antonio Ferro mi ha portato a presentarmi alla riuscitissima prima edizione della CorriCittanova in notturna dello scorso 8 agosto.
In quel caso non importava tanto attaccare le prime posizioni e ultimamente (per il bene dell'atletica) il livello in Calabria si è leggermente elevato con un Grandissimo Master come Maurizio Leone dalla sua sempre elegante corsa, dal giovanissimo Costantino e dal rientrante Antonio Guzzi del Violettaclub.
La delusione di trovare schierati alla partenza ancora una volta due degli stessi keniani visti ovunque ha non di poco affievolito la mia voglia di battagliare.
Bella la presentazione atleti, non proprio azzeccato l'orario di partenza troppo tardo ma giustificato da una prima parte della manifestazione dedicato ai più piccoli, ma subito al via si tira fortissimo.
Per ben tre dei nove K della gara ho corso sul filo dei 3'00/Km ma in troppi erano scappati via e la mia inarrestabile voglia di lottare un poco è andata in vacanza al mare...
La stanchezza del giorno prima, il percorso parecchio insidioso con due strappetti ed un lungo rettilineo in leggera salita hanno reso interessante il livello tecnico della gara ma fiaccato troppo preso la mia resistenza.
Alla fine chiudo al settimo posto, dietro Maurizio Leone e Consolato (nell'ordine inverso) e tutti felici e contenti a casa... alle 05:30 del mattino...

Ne è valsa la pena?
Proprio no, questa volta, ma quello che mi rattrista maggiormente è che ogni Santo anno questi corridori keniani cambiano, dopo che la spremuta dei precedenti a suon di gare li fa disperdere chissà dove.
Questa non è atletica ma business di scarso livello, cose che i grandi Campioni non si sognerebbero di fare; negli Stati Uniti ormai da qualche anno si stanno affermando decine e decine di atleti di ottimo livello sin dai college.
E' stata un'impresa difficilissima, puntare tutto sull'uomo bianco, difficile da far emergere nel running dominato dall'Africa e ciò è costato tante risorse economiche.
Ma non tutti hanno voglia di spendere del tempo solo per il bene dell'atletica...

(Ringrazio Miletomarathon e divertiamocicorrendo per le foto)

domenica 7 agosto 2011

4° Memorial F. Verduci - Un'Americana a Motta S. Giovanni

Motta S. Giovanni (RC) - 31 luglio.

Un'Americana ha sempre il suo fascino, ne so qualcosa in quel di Central Park e quanto forti loro correvano!
Ma... sto già sviando, l'Americana in tema è la spettacolare corsa ad eliminazione che ogni anno si svolge in questo paese posto in alta collina dalle parti di Reggio Calabria e, rigorosamente, in notturna.
Su un impervio circuito di circa 800m in saliscendi attorno la piazza principale, ci si da battaglia dietro la moto che scandisce il passo cercando di accaparrarsi la miglior posizione possibile, per trovare il varco giusto non appena la moto stessa lascia la compagnia aprendo la volata.
Una strettoia poco prima della difficile curva che lancia gli atleti nel lungo rettilineo dell'area pedonale porta ad acuire i sensi e sgomitare quel tanto che basta per mantenere la propria linea, nella concitazione generale.
L'ultimo che arriva è eliminato dalla gara.
Tutto questo fa parte del gioco e chi non è veloce come me deve avere molto "mestiere" nel partire più avanti possibile.

Così è stato, una prova ben riuscita e dignitosamente affrontata con i migliori specialisti che, a dire il vero controllavano nelle prime fasi della corsa puntando agli atleti più deboli come me.
Ma alla fine non mi sono trovato così male dentro tutto questo tumulto di gambe avanzanti a tutta velocità!

Le ultime settimane sono state un pò più pesanti del solito, complici impegni di lavoro pressanti e le trasferte agonistiche che poco spazio portano a ben riposare.
Brutti campanelli di allarme li ho avvertiti nel soffrire una strana apatia in allenamento che non ti fa trovare brillantezza nel passo.
Con il Coach un lavoro che mi sono sentito di affrontare ah hoc per questa gara è stato un 20 x 100m corso il giovedì 28 (R. 30") nel quale senza chiodate mi sono assestato sui 14".3 - 15".0 circa.
Fuori programma, un 400m finale corso con poche gambe, poca testa e tanto stress in corpo tale da farmi andare fin troppo fuori giri negli ultimi metri.
E' chiaro che non mi sono piaciuto?
Eppure è uscito 60".9...
Appena qualcuno parla di un 1.500m vedrete la mia mano alzata, spero che sia a settembre :-)

Come sempre più spesso è accaduto, questa trasferta è risultata rilassante come tutto il fine settimana, trascorsa con amici e cari elementi di squadra.
Manca sempre il Capitano del Violettaclub, non lo dimentico mai purtroppo!

Da una marea di tempo non vedevo Nando Vicari, ovvero dalla vittoria della scorsa Maratona di Cagliari dove lui fu con me il protagonista assoluto, grazie al suo intuito decisivo alle sorti del risultato finale.
Sembra di conoscerlo da sempre, con quale spontaneità raccontiamo gli ultimi mesi vissuti.
Una persona dall'enorme valore umano, merce rara di questi tempi!
E la sorte vuole che in gara ci troveremo a lottare uno contro l'altro e spuntarla per pochi centimetri.
Ma Ferdinando Vicari è stato un grande Campione dei 1.500m dall'indiscusso valore... ora corre per divertirsi come è giusto che sia!

Tante occasioni per correre forte, per stare accanto a grandi Campioni dell'attualità.
La prima volata sarà una strenua lotta centimetro dopo centimetro: tutti temono l'eliminazione perchè tutti i presenti sono capaci di sparare un allungo massimale.
Il rischio è altissimo e infatti lo scorso anno mi sono trovato subito fuori, seppur reduce da un periodo nel quale correvo davvero poco.
Questa volta, piazzatomi al meglio, vedo fuggire avanti a me Francesco Monti (Violettaclub) il quale era riuscito a piazzarsi in testa e, correndo al massimo riuscirà a salvarsi.

Il rettilineo ondulato e in lieve pendenza in ascesa nel finale di Motta affrontato al massimo dello sforzo appare deforme per appoggi e gambe: avere un assetto di corsa corretto aiuta ad avanzare senza ripercussioni fisiche.
Si passa da 0 a 100 e faccio l'impossibile per restare nella pancia del gruppetto avanzante a zig zag come mandrie impazzite.
Sarà strano ma mi sono trovato a mio agio la dentro!

Da dietro qualcosa non andrà come dovuto visto che ad uscire per primo sarà Cuzzocrea (Violettaclub) ma dalle immagini dell'intero filmato della corsa e dal senso della posizione dello stesso atleta ad uscire non sarebbe dovuto essere il buon Francesco.
Al termine di questa volata, dichiarerò: "Ho perso un anno di vita", tanto è stato lo sforzo ma sfrutterò i tanti allenamenti di fartlek a ritmo maratona per rimettermi in sesto e riposizionarmi in testa al gruppo prima di tutti :-)

Le altre volate saranno già più gestibili, e alla seconda sarà il turno di Monti.

Alla terza volata sarà importante la posizione nel plotone nei metri di lancio quando, per forza della disperazione metterò avanti la spalla proprio su Nando Vicari.
Non riuscirò nemmeno io a capire se fossi uscito o meno e con un giudizio non proprio unanime dei giudici toccherà a me proseguire.

La volata successiva è già sofferta per la forte fatica e le difficoltà di recupero ma sarà facile mettermi dietro Bibi e passarlo a metà corsa per mantenere faticosamente la posizione.

Sapevo che sarebbe toccata a me la volta successiva ma non mi arrendo e termino la mia gara eliminato, seppur per pochi metri, e non sono un mezzofondista veloce!
La cosa ancor più bella sarà la mia pacata amarezza dato che mi stavo abituando allo sforzo contrapposta al netto ritiro dalla gara di ben due atleti giunti avanti a me...
Peccato che nel regolamento non fosse stato chiaro se avessi potuto continuare al posto di chi aveva gettato la spugna!

Chi farà bella prova di se sarà Costantino Consolato dell'Atl. Icaro di Reggio Calabria che ormai si è affermato con le doti di resistenza e alta velocità.
Ha ecceduto a mio parere nelle volate iniziali dove addirittura tagliava avanti a tutti il traguardo; ciò giustifica la sua uscita senza lottare per Knock Out!
Il miglior gestore delle volate della serata sarà Giorgio Scialabba che si è dimostrato veloce abbastanza da controllare con molta calma tante volate, tra cui quella in cui sarei stato io stesso la vittima designata.

Ma colui che ha saputo infiammare l'intera manifestazione e mettere sotto scacco i colored africani è stato Yuri Floriani (Fiamme Gialle) capace di mettersi avanti a tutti solamente una volta, ovvero nella volata conclusiva a quattro, letteralmente dominata.
Una eccellente gestione dei recuperi e un sapiente controllo di ogni volata ha fatto si che mantenesse le energie fresche proprio nel momento decisivo, dote di colui che possiede tanta sicurezza in se stesso.
Yuri Floriani non è solo un atleta dalle grandi capacità fisiche ma è un esempio sportivo e una motivazione a far meglio per chi pratica questo sport.
Basta solamente vederlo correre...

La classifica, per concludere il racconto, vede un altro successo della manifestazione organizzata da quel Mimmo Carone che sa realizzare grandi eventi scegliendo gli atleti giusti per garantire un alto livello alle sue competizioni.

(Ringrazio Miletomarathon per le fotografie "in action")

venerdì 5 agosto 2011

86° Castelbuono Road Race - I Più Forti Maratoneti al Mondo sulle Madonie

Castelbuono, 'a Cursa i Sant'Anna, 26 luglio.

Da qualche anno a questa parte la linea tracciata dalla tradizionale organizzazione del Giro Podistico Internazionale di Castelbuono è portata a migliorare un evento che da svariati decenni presenta uno spettacolo podistico di alta classe e dedicato a veri intenditori di questo sport.

"Il Giro" si è rimboccato le maniche, ha fatto il giro del Mondo, mi ha trovato entusiasta lo scorso anno a New York City ed ha addirittura stretto la mano con Gebremariam immediatamente la sua fulgente vittoria a Central Park.
Ha scrutato quell'ambiente ed ha trovato particolare attenzione, sperando che tale interesse foss'anche reciproco.
Avrei sperato in qualche striscione color arancio del noto sponsor bancario quest'anno ma non si è visto alcun marcato cambiamento, e aggiungo: "che peccato!".

Eppure il Giro di Castelbuono va avanti per la sua strada, ha dovuto cambiare un poco la sua storia per adattarsi agli standard di questi tempi, diventando una 10K per conseguire dalla IAAF la Gold Label (come il Giro solo altri 4 eventi su strada in tutto il mondo).
Il percorso è rimasto sempre lo stesso o quasi, ma con un giro da percorrere in meno e, conoscendo l'enorme difficoltà nell'affrontarlo, per noi atleti è stato un certo sollievo non andare a correre oltre 11 chilometri da veri eroi.

Da Piazza Margherita, nell'attesa che lo Speaker Mutton chiamasse tutti i Top Runners di gran livello, potevo scrutare lo schieramento delle migliaia di tifosi sparsi lungo il percorso, per lo più venuti apposta ad assistere all'evento.
Ma osservare i residenti affacciati dai balconi delle proprie case, o sporgere da improbabili muretti di antichi castelli o più semplicemente essere incitati dagli anziani seduti da sedie portate fuori dalle loro case ai bordi della strada ha qualcosa di genuino come gli splendidi scenari madoniti.

Un percorso che diventa una vera e propria arena: mai in nessuna gara si riesce a garantire una continuità audio nello speakeraggio udibile ad ogni metro del percorso e peccato che la gente si getti addosso al vincitore e invada le strade quando ancora decine di atleti stanno terminando le proprie fatiche.
Perchè se quest'anno ha vinto un Alieno dell'atletica Mondiale (Geoffrey Mutai - il maratoneta più veloce al Mondo - Boston 2011 2h03'02"), relegando il grande Gebremariam Re di New York al secondo posto e staccato di oltre 1 minuto, tutti i migliori specialisti della 42K erano presenti in questo piccolo centro abitato della Sicilia.

Tra Emmanuel Mutai (vincitore della Maratona di Londra), Goumri, Kisorio e tanti altri, si potevano intrecciare diverse storie come quella che ha contrapposto Ruggero Pertile (il maratoneta italiano n.1 attualmente e partente per i Mondiali di Daegu) con il Russo Safronov che gli sfilò il Bronzo agli Europei di Barcellona.
Ma i migliori mezzofondisti italiani si sono comportati egregiamente con La Rosa ed El Mazoury (quest'ultimo giovanissimo e fresca medaglia d'argento agli europei U23 nei 10.000m con 28'46") a spartirsi 8° e 9° posizione davanti a colossi del mezzofondo mondiale.

Peccato per l'unica defezione dell'ultimo momento, quel Ryan Hall (miglior bianco di sempre nella maratona - sempre a Boston 2h04'58") che per la seconda volta di fila dice di "NO" a Castelbuono.
Eppure un campanello d'allarme l'avevo notato quando ai recenti Campionati Americani di 10K su strada del 4 luglio era giunto solo 9°.
Sarebbe stato meglio chiamare al suo posto qualche altro formidabile bianco americano che, pur non essendo famoso come il citato Hall, avrebbe dato filo da torcere ai migliori specialisti africani.
Invitare Scott Bahus, Aaron Braun o Nicholas Arciniaga per esempio, avrebbe elevato il livello già stratosferico di questa manifestazione.
Forse non tutti conosceranno questi ragazzi ma... i Mondiali in Corea sono vicini e sono convinto che il mezzofondo statunitense farà parlare di se.

La classifica maschile non si ferma al 10° posto ma a lottare dietro per le posizioni a me consone ci sto anche io.
Come al solito una bella gara rovinata negli ultimi 3 giri, con il finale di questi stoppato dalla folla riversa nelle strade e un pò di demotivazione nell'affrontare l'ultima salita, ma la realtà del 7° e 8° giro (dei 9 previsti) parla di grande difficoltà.
Sarà alla fine 22° posto (credo... ma la classifica ufficiale intera non è ancora reperibile) ed un crono dignitoso di 33'50" circa, ripreso nel finale dalla diretta RAI Sport.

La partenza è stata concitata come sempre e si è visto sin da subito con quale leggerezza gli africani davanti volassero.
Se in passato qualcuno ci provava sempre a farsi catturare dalle telecamere in testa per qualche giro, con questi atleti una follia simile non sarebbe nemmeno stata possibile tanto andavano forte!

Come detto sopra, le premesse erano buone.
Grazie al tifo infuocato di tanti amici e compagni podisti dello Stadio delle Palme venuti apposta per assistere all'evento (grazie infinite a "Tutti" i Saitta ed al gruppo Cuttaia in vetta a Via Mario Levante) ed alla presenza speciale americana di qualche "Vicari" sparso nel percorso (e con lui tutti gli affezionati amici presenti ogni anno alla Maratona di New York), riuscivo a correre con discreto equilibrio l'asfissiante saliscendi di una delle più dure corse podistiche su strada al Mondo.
Sentivo che le cose giravano davvero bene: l'inizio era stato esaltante e tanti atleti italiani per diversi giri non erano molto lontani.
In salita me la cavavo bene (grazie anche al tifo scorto di atleti illustri in veste di spettatore) e recuperavo terreno ma notavo che in molti quel giorno sapevano correre in discesa meglio di me.

A metà gara gli equilibri erano delineati ed il tempo sul giro stabilizzato: dietro di me diversi atleti siciliani di ottimo valore, davanti i protagonisti del mezzofondo siciliano in pista dei tempi recenti e i più in forma del momento, ovvero Brancato (autore di un'altra bella prova), Bibi e Campagna.

Il forte calo lo avvertirò nei giri finali quando anche l'inizio della salita, subito dopo il passaggio in Piazza attorno la fontana, seppur leggera mi arrecava fatica e accorciavo il passo.
Evidentemente non spingo bene di glutei e non mi tengo alto di bacino, ciò comporta queste difficoltà; la parte finale della salita è stata una vera sofferenza nel finale quando non serviva tutta la prima rampa intera in discesa per ritrovare un minimo di freschezza a delle gambe ormai in preda all'acidosi.

Ma si sa che il Giro di Castelbuono regala la soddisfazione di essere in mezzo all'Elite Mondiale e assistere alle loro incredibili gesta: confrontarsi sugli stessi percorsi è di grande stimolo, il prezzo della gran fatica è solo un optional.

Una giornata fresca e ventilata ha permesso a Geoffrey Mutai di siglare un crono che difficilmente verrà abbattuto nei prossimi anni; un'altra volta Castelbuono ha risvegliato in me la voglia di Maratona.

Poche settimane ancora e sarà tempo di Altura, il Sestriere, per vivere un'esperienza unica, la prima in assoluto da prendere con molta cautela e con seria applicazione e professionalità.
Inizio da trentenne un percorso che avrei potuto intraprendere almeno 10 anni fa o addirittura non avrei potuto fare mai più altri motivi.
Oggi mi ritrovo ancora con la fortuna di essere in belle condizioni di salute e senza trovarmi in condizione di dover rinunciarvi se ne fosse valsa la pena, come pensavo che potesse essere stato lo scorso anno.
Dico spesso a me stesso e agli altri: "Il Signore da, il Signore toglie", ove si sia perso da una parte, si deve cercare il varco giusto per sanare a quei vuoti che alle volte si è troppo miopi per non colmare.
Giorni importanti quelli del Sestriere, lontani sempre più dal mare...

(Salvo Torregrossa per il Giro, quando la passione sportiva ti porta ad un piccolo centro delle Madonie solo per scattare alcune tra le più belle foto di quest'anno)

martedì 2 agosto 2011

Quando Unisci Mare e Running, sei alla Corrinsieme!

Santa Caterina dello Ionio, 24 luglio.

Il 5.000m è andato come è andato, e con esso l'ultima chance di un risultato in pista.
Fosse stato per me, mi sarei buttato anche in un 1.500m se si organizzava: ma ormai è tardi, è tempo di dedicarsi a qualche corsa su strada che richiamano egregiamente ritmi e mantengono alta la condizione.
Correre su strada è diverso, per adattarti bene devi correrne qualcuna e con avversari forti; a luglio - agosto le occasioni non mancano.
La motivazione in più per me può essere la dimostrazione di un maggiore rendimento che in pista, o comunque dare segnali di crescita.
Recenti impegni lavorativi e l'onnipresente caldo stanno complicando le giornate, ma sono tante le motivazioni per non mollare e andare avanti.

La Corrinsieme di Santa Caterina dello Ionio è da sempre un grande appuntamento presente nei miei programmi.
Ricade come prima vera prova su strada di altissimo livello e con il percorso difficile che presenta è un vero e proprio test per saggiare le proprie capacità.
Devo ringraziare come ogni anno il selezionatore dei Top Runners, Mimmo Carone, per avermi invitato questo, come altri anni nei quali non spesso sono riuscito ad esprimermi al meglio.
Ma sapevo che quest'anno mi sarei difeso bene!

Il clima è stato davvero gradevole e mai prima d'ora si era concessa una brezza così piacevole dopo anni di afa e umidità.
Evidentemente le settimane trascorse in spiaggia per riabilitarmi sono servite a farmi cambiare completamente mentalità e non mi sono sottratto ad un bagno nelle limpide e chete acque dello Ionio per rilassarmi da un lungo viaggio.

Non sono parole sparse al vento o una voglia di raccontare i "fatti miei" ma la visione della Corsa sta lentamente cambiando in me.
Correre forte non significa più preparare a puntino ogni appuntamento o sacrificare qualunque cosa si voglia fare per Il Risultato.
Correre forte significa pace interiore, con se stessi e con gli altri, serenità mentale e se per me significa trovare mezz'ora per concedersi un bagno questo va fatto!
Uno dei più bei ricordi di questa trasferta, infatti...

La gara, come al solito, di altissimo livello, ha presentato il solito stuolo di keniani di stanza in Italia contrapposti a Marocchini e da una strenua difesa dei colori azzurri, rappresentata dai migliori specialisti del mezzofondo attuale come Yuri Floriani, Giovanni Ruggiero e Ottavio Andriani.
Come sempre, un elevato contenuto tecnico.
Presente anche la gara femminile internazionale con vittoria finale di Izem su Labani e su Angela Rinicella (C.S. Esercito).

Non mi restava che correre forte...
L'unica preoccupazione se la stanchezza nelle gambe dal 5.000m di mercoledì avesse creato problemi da metà gara in poi...

Causa il clima gradevolmente mite, gli africani non ci pensano un secondo a partire fortissimo; la conseguenza è di un gruppetto già al primo giro allungato con soltanto i "colored" avanti ed in mezzo il marocchino Issam.
Gli italiani, purtroppo, passano a ruolo di comprimari con Floriani attardato a causa di un lieve mal di stomaco (non al suo miglior livello ma sempre primo Italiano in gara) con Ruggiero e Andriani a seguire.
Da non molto lontano li seguivo anche io...

Trovatomi in forte disagio nell'ormai noto strappetto duro di inizio giro che porta a conseguente lunga discesa, trovo compagnia nel duo Leone - Costantino nuovo di zecca.
Se per Consolato Costantino quest'anno si tratta di un vero e proprio "boom" nelle distanze più lunghe del mezzofondo oltre i 1.500m cui era abituato a competere e con già discreti risultati, per Maurizio Leone si tratta di un bel ritorno come Master di livello Nazionale.
Lasciato il gruppo sportivo dei Carabinieri, ha saputo pian piano riprendersi da diversi acciacchi fisici e si è saputo riproporre ad ottimi livelli, ancora una volta.
La classe immensa di Maurizio è rimasta intatta, correre a suo fianco mi faceva capire quanto sia importante la tecnica di corsa e lo stile, uno dei più belli da ammirare.

E' stata una dura lotta, come detto.
Partito già forte, è stato durissimo gestire un doppio giro (da 2 Km per 5 giri del percorso) da 6'13" all'inseguimento dei due forti atleti calabresi.
Ma essendo anche per me un poco come correre "in casa" non ci si poteva arrendere, sotto gli occhi del D.S. Piricò e di tanti tifosi del Violettaclub.
Riesco a restare attaccato al duo con non poca fatica fino al terzo giro corso lievemente in flessione (6'24") ma all'ennesimo strappetto in salita, complice un sorso d'acqua poco gradito dal fisico già stressato, mi stacco con decisione dai due ragazzi.
Inizia un leggero calo, attimi di crisi che si riassorbono in poche centinaia di metri, nel rettilineo opposto al passaggio sotto lo striscione d'arrivo.
Peccato che quei dieci secondi si fossero persi così...

Davanti in testa alla corsa noto attacchi impietosi di un semi-sconosciuto Julius Rono Kipngetic che piegherà la resistenza degli altri keniani.
Troppo lontano Floriani, colto da quel malore allo stomaco ma incalzato dietro da un Bibi sempre a suo agio su strada.
I distacchi resteranno più o meno immutati.
Andriani e Ruggiero entreranno in top ten e poco avanti non mi resterà che assistere al decisivo attacco di Maurizio Leone nell'ultimo lungo rettilineo che avrà la meglio su Costantino per un secondo (31'36" su 31'37").

Per me, con 31'47" (13° posto) ci sarà un dignitoso arrivo, a soli 10" da Personale sulla Gara del 2009.
Per tutto il resto, la Classifica curata da TDS.
Resto deluso, anche perchè speravo in una reazione migliore su strada che in pista ma non ho fatto altro che rispecchiare quel che valgo: 15'00" o poco più nei 5.000m.

Ancora una volta niente exploit, nemmeno piccolo piccolo; tanto vali, tanto ti porti a casa.
Riesco a correre discretamente forte (ma non mi sono piaciuto affatto in salita) ed ormai il peggio è alle spalle.
So quello che cerco, sarà importante assestarmi su ritmi attorno i 3'06"/Km nelle corse su strada (lineari) per tornare a pensare DAVVERO ad una Maratona.

Intanto... torno a casa da una domenica, entusiasta per aver vissuto cose così semplici e scontate come un raggio di sole, una spiaggia pacifica, una corsa a piedi...

(Ringrazio Mileto Marathon e S. Auddino per il supporto fotografico apprezzato da noi tutti runners)

NEW YORK CITY MARATHON 2010 (Foto Podisti.net)

NEW YORK CITY MARATHON 2010 (Foto Podisti.net)
PRONTI A PARTIRE...