41° New York City Marathon - 20° Posto Assoluto - 1° Europeo

41° New York City Marathon - 20° Posto Assoluto - 1° Europeo
Un Sogno Ad Occhi Aperti...

sabato 31 dicembre 2011

Anno 2011 - Attimi Vissuti con le Racing Shoes

Un anno "intense green"
(Maurizio Crispi Photo)
Anno 2011 - giunto al termine, pieno di ricordi.

E' stato intensamente vissuto con poche pause e laddove ero stato costretto a fermarmi con gli allenamenti, ho scoperto un nuovo modo di vivere serenamente il recupero muscolare.
Ho trovato nuove amicizie, ho visto nuovi posti, fatto nuove scoperte, tutto all'insegna del mio arricchimento personale.

Meglio non farsi del male.
Era iniziato male l'anno, sospinto dal "vento freddo americano" che mi aveva dato gioia e soddisfazioni, quasi subito avevo archiviato il bel risultato del 2010 mettendomi sotto con gli allenamenti e trovando alcune risposte sul fronte della velocità.
Ma i problemi, tutti, non erano stati risolti e così complice le umide giornate invernali, venni colpito da una brutta infiammazione che per tanto tempo mi impedì di lavorare in salita e di forza.
Per una stupidaggine, una insidiosa sciatalgia non potei prepararmi al meglio: lezione imparata e al primo gemito di freddo, come in questi ultimi giorni dell'anno, coprirsi bene e ripararsi dal freddo risulta fondamentale.
Sarà che l'età avanza (lo dico sempre, ma per scherzo!), ma è bene evitare qualunque tipo di ricaduta che possa spezzare la catena della continuità...

La Boston Marathon la ricordo spinta a tutta nel suo culmine all'inseguimento di Hermann Achmueller attraversando la striscia lunga 100m urlante di Cheerleaders a metà gara.
Di lì in avanti sarà una lotta impari con tutti quei dossi continui come un Circuito a Corrente Alternata Sinusoidale...
Questo è il ricordo che ho in mente
del percorso più antico del Mondo
La realtà è che quando non puoi prepararti a dovere in gara quasi mai puoi pretendere la massima resa e più è dura una corsa peggio ti andrà a finire, come Boston lo è stata.
Boston resterà indimenticabile nel mio cuore per sempre e grazie al Caro Giuseppe, Manager d'oltreoceano.

Il Potere Rigenerante dell'acqua di Mare.
Lo so, non riesco più davvero a convincermi che esistano rimedi miracolosi.
Abbandonati gli integratori alimentari da svariati anni e ogni tipo di unguento o pomata e, peggio ancora gli antidolorifici, non ho avuto riscontri nemmeno con gli ultimi ritrovati della tecnologia medica.
Non mi era bastato il lungo periodo di inattività dei primi mesi dell'anno per rimettermi in sesto, troppi squilibri tra una gamba e l'altra e tra un appoggio e l'altro.
Ho voluto rientrare con forza e qualche gara di troppo l'ho pagata con l'ennesimo infortunio muscolare.
Sembrava che il 2011 fosse già da mettere in archivio e invece è stato l'anno della scoperta dei reali benefici dell'acqua di mare.
Il tormento alla caviglia destra era passato ma non del tutto, la scelta delle scarpe più adatte al mio chilometraggio ed il plantare ortopedico di una vita sportiva hanno pian piano fatto tornare tutto alla normalità.
Senza contare l'apporto fondamentale che lo stretching ha avuto nel recupero generale: mai più senza!
La consapevolezza di tutto ciò e la fiducia in me stesso mi hanno portato a questo ragionato tentativo, in riva ad una spiaggia, vicina vicina a casa mia.
L'acqua di mare mi ha salvato, per la Maratona di Messina (miracolosamente recuperata l'infiammazione al polpaccio) e successivamente per rientrare da quella brutta contrattura alla coscia sinistra causata dall'eccessiva foga nei primi giorni in pista.
Bastava qualche giorno leggero in più, altra lezione...
La riabilitazione è stata meno faticosa mentalmente correndo a mezzo busto in acqua e godendo il panorama delle prime giornate calde a Mondello.
Quello sarà tutto il mio mare, senza la folla esasperata della gente e con un azzurro pulito dell'acqua che tanto bene mi ha fatto.
Prima gara al rientro da pochi giorni, quel milleecinque da 4'04", Wow!

Maggiore qualità, obiettivo: diventare un mediocre mezzofondista.
Resta sempre il mio sogno, quello realizzabile, riuscire a chiudere un 1.500m perfetto da 3'57" circa.
Non credo che io sia capace di far meglio, ma mentalmente pronto e con una reale chance si può ottenere tranquillamente questo tempo.
Il Maratoneta vuole ancora sfidare i mezzofondisti che si allenano allo Stadio delle Palme ed anche questo mi auguro avvenga nel 2012!
La realtà è che davvero voglio ottenere migliori tempi in pista ma solo con la continuità di allenamenti si può arrivare a farcela.
Quest'estate è stata avara di risultati, nonostante avessi provato in tutti i modi di ottenerli.
Le gare ci sono state ma non ho mai uscito fuori il meglio di me nei momenti critici, come a Palermo, nell'ultimo 5.000m corso subendo l'attacco di Brancato negli ultimi 1.200m finali.
Il pensiero è rivolto sempre e comunque alla strada ai fini di ottenere la facilità di corsa.
Sarà fondamentale non interrompere questa striscia di continuità che sarà la chiave per ottenere i miglioramenti auspicati per il 2012.

Saranno questi i colori per il 2012?
Chissà...
(Pasquale Ponente Photo)

Personal Best, quando arrivi?
Già... poco o nulla prodotto in questo 2011 e come detto sopra dopo aver seminato tanto e bene, non ho portato risultati di rilievo: ritengo che la Maratona di Reggio Emilia sia delle ultime Tre Prove (insieme alla 10K di Lucca e la Cremona Half) la peggiore in termini prestativi.
Ho avuto più di un mese per lavorarci su e bene, tanti sacrifici fatti ma una fredda mattina mi ha preso alla sprovvista costringendomi a cedere il passo agli altri italiani (più bravi) fin troppo presto.
Una chance ci sarebbe anche immediatamente invece per la Mezza Maratona e si chiama Roma - Ostia: il peggiore evento (risultati alla mano) di sempre, sembra quasi mi porti jella questa corsa!
Ma il passato è lontano e altri due mesi di duro lavoro mi chiameranno al riscatto della sfortunata Cremona.
Sarei più soddisfatto se trovassi il Personale nelle distanze più corte: i pistard sono avvisati!

Maratona, sarai sempre al mio fianco.
Tanti anni a gareggiare ma mai l'emozione di una Maratona può essere sostituita da altre distanze.
La 42K è un mondo a parte, è una lotta per il dominio del proprio essere, una mente forte che lotta con un corpo che alle volte si rifiuta di andare oltre ma quando ci sono gli stimoli mente e corpo uniti fanno cose straordinarie.
E' accaduto troppo spesso che molte delusioni sono state tamponate da un traguardo tagliato proprio nella Maratona.
Attimi indimenticabili, indescrivibili, che non ti fanno pensare più ai ricordi negativi.
Sto progettando dei bellissimi eventi proprio nella mia distanza che, nonostante gli sforzi nelle altre distanze, non riesco a scrollarmi di dosso.
Già a gennaio sarò a lavoro per il prossimo evento fissato attorno ad aprile 2012 (per esigenze societarie); chiaramente ciò porterà a qualche altra rinuncia che ancora non conosco ma sarà così.
Il calendario FIDAL è sempre più intasato di eventi ma farò di tutto per ritagliarmi addosso degli spazi prestigiosi.
Con l'aiuto del "Manager" Giuseppe, e sarà dopo la Terrasini Half di maggio, la maratona autunnale che spero mi vedrà nuovamente allo "Start" d'oltreoceano.
Spero sia un'occasione vera per arricchire entrambi culturalmente e di esperienza, così come lo è stato a Boston...
Altre idee in mente... si ne ho tante, e se la salute mi assisterà vorrei concretizzarle ;-)

Un anno sfortunato per la squadra...
Ancora più uniti per il 2012!
Saranno 8 le casacche in "Viola" nel 2012.
Nient'altro che Violettaclub Lamezia Terme. Sette anni indimenticabili come quest'ultimo in questa Società di Vertice nel panorama dell'atletica italiana delle Corse su Strada.
Stiamo lavorando per rafforzare il Team con l'arrivo di nuovi elementi sperando di dare conferma al nostro gruppo, coeso e unito.
Resta convinta la speranza di ritrovare sul campo i nostri più sfortunati Campioni che tanto hanno contribuito a regalare successi, podi e piazzamenti alla nostra Squadra.
Partiremo subito fortissimo i primi due mesi dell'anno con i Campionati Italiani di Mezza Maratona e la settimana dopo (ma come potremo recuperare?!?) con i Campionati Italiani di Corsa Campestre.
Appuntamenti da non perdere, dove non conta l'individualità ma lo spirito di squadra, nostro vanto e marchio inscindibile per chi vuole essere dei nostri.

Tre Strisce, ovunque.
In qualunque evento, allenamento, gara, ritrovo, che sia in Italia o negli USA sono stato sempre felicemente accompagnato dalle Tre Strisce.
Adidas si è impegnata mettendo a mia disposizione in questi anni i materiali più avanzati per il Running e spero di aver fatto del mio meglio per rappresentarla, creando un legame portando Impegno, Agonismo e sana voglia di Sport come voleva Adolf Dassler.
Tributo ad Adizero F50 Runner, la scarpa migliore indossata quest'anno indubbiamente, messa a dura prova in qualunque distanza e terreno, finanche il Trail leggermente fangoso.
Una bella novità alla quale se ne affiancheranno altre associate alla linea Adizero sempre più votata e studiata per infrangere nuovi record.
L'anno olimpico presenta sempre novità di assoluto interesse e sono convinto che l'azienda tedesca, presenterà interessanti innovazioni.
Ogni calda giornata bagnata dal sole è stata sempre accompagnata dalle Lenti Light Stabilizing Technology di Adidas e mai più smesse, perchè correre deve essere sempre un'esperienza rilassante.  
Non è facile portare il marchio di un'azienda così importante e di livello mondiale; quando ero più giovane non ne ero e non ne sarei stato capace ed il peso della responsabilità è sempre presente.
Un grazie per tutti gli anni di supporto tecnico.

Coach & Vice Coach, come farei senza di voi?
...sempre la stessa minestra, soliti allenamenti, che noia!
Ma nemmeno per idea!
Non correrei così entusiasticamente se non fosse per il loro apporto ed il coraggio di provare nuove metodiche di allenamenti.
Noi ci alleniamo così, mettendoci in discussione tutti i giorni, che sia in Palestra, in Pista, con umilità.
Meglio lavorare sui punti carenti e mai come adesso l'apporto tecnico di Peppe sarà fondamentale per correggermi stilisticamente e darmi maggiore forza ove necessario.
Restiamo sempre un cantiere aperto, il Coach lo sa e nulla è cambiato, alla ricerca di lavori e scenari sempre stimolanti.

Gli amici, la famiglia, gli affetti.
America... Aspettami che torno!
LORO non mancano mai e non mancheranno mai.
Grazie a molte persone, a molti dei miei cari posseggo l'equilibrio e la stabilità che mi porta a realizzare tutto ciò che narro.
Giornate alle volte lunghe, lunghissime, stressanti, colme di impegni eppure il tempo per allenarmi, a qualunque condizione lo trovo sempre.
Molte scelte e decisioni che ho preso non avrei potuto realizzarle senza di LORO e senza il supporto anche morale di chi mi vuole davvero bene e che non finirò mai di ringraziare.
Nel cammino di vita ho incontrato tante persone ed alle volte ho cercato di avvicinarle a me senza risultato ma la verità è che sono i sentimenti più forti quelli che ti legano ad una persona e non gli interessi personali.
La strada del perdòno resta sempre la migliore da intraprendere e nessuno è immune da errori o scelte affrettate che portano a commettere gravi sbagli ma ormai il mondo gira davvero troppo veloce, forse sotto i 3'00"/Km e mai nessuno vuol guardare indietro ai suoi passi, come ogni tanto è giusto fare.
Lasciar libero il prossimo di fare le proprie scelte resta sempre la giusta soluzione; quando si è convinti di quel che si fa spesso non si è dettati dalla ragione ma dal nostro motore che ci pompa dentro.

La voglia di non mollare mai, di costruire un risultato con sacrificio e la costante dedizione non mancheranno mai per un atleta come me che della sofferenza ne ha ricavato un'arma, una risorsa, alle volte una speranza se giustamente interpretata.
Continuerò a parlare esclusivamente di corse, gare, allenamenti e continuerà così fin quando avrò fiato nei polmoni, per arricchirmi tecnicamente e portare alle tante persone scettiche del Running che mi leggerando, spero, un motivo in più per provarci.

Al 2012, allora, BUONISSIMO ANNO A TUTTI, lo scriveremo passo dopo passo!

(Riassunto "colorato" dell'anno 2011 grazie all'apporto degli amici fotografi Salvatore Torregrossa, Maurizio Crispi, Pasquale Ponente, Salvatore Clemente e di Podisti.net e Antonio Capasso per Andò Corri - Foto B. Fierro in viola che mi hanno permesso citandoli di narrare questi spazi con i colori della corsa, auguri a tutti voi di buon anno!)

giovedì 22 dicembre 2011

Ecotrail della Ficuzza 2011 - Chiudere l'anno nella natura

Bosco della Ficuzza (PA), 18 dicembre.

Ho sbagliato percorso 4-5 volte, sono riuscito a restare in piedi per miracolo, ho provato a recuperare posizioni per poi perderle nuovamente, mi sono disperato quando ho dovuto rifare lo stesso tratto peraltro in salita (!), ho urlato per l'eccessivo agonismo, ho smesso di contare le lunghe salite affrontate e giurato di non correrli mai e poi mai più questi Trail, eppure ti lasciano dei ricordi che mai da nessuna parte potrai vivere.

Giunto in prossimità dell'arrivo, tornando ad attraversare il rettilineo erboso per raggiungere la Residenza di Caccia di Re Ferdinando IV di Borbone, è stato un piacevole lasciarsi andare da ogni tensione e timore accumulato in quelle due ore di gara... quei pochi metri simboleggianti la fine in degno scenario di un anno andato via a suon di sfide.

Sfide sempre raccolte, e difficilmente prese sotto gamba, persino questa di Ficuzza che mi ha visto tatticamente un vero sprovveduto.
Mah, in fondo non è tutta colpa mia: avrei potuto seguire il gruppo dei primi ed accodarmi comodamente per non perdere la strada quell'infinità di volte che mi è capitato.
Persino da subito dopo il via, al primo bivio, seppur mi fossi dato il monito di correre con estrema attenzione, perdo immediatamente la strada la leadership corrente tirando dritto...
Sarà da quel momento Boumalik, un atleta marocchino di stanza in Sicilia da ormai oltre una decina di anni a vincere la prova con oltre 10' di distacco sul secondo arrivato.

Mi è bastato osservarlo come scendeva e perderlo di vista in pochi metri alla prima difficile pendenza in discesa per capire come si trovasse a suo agio in questi percorsi.
Di lì a poco sbaglierò nuovamente strada per una non corretta interpretazione dei segnali posti nel pieno verde naturale.
Quei piccoli segnali, le freccette, troppo imprecisi da comprendere (per me, intendiamoci!) quando c'era da scovare una stradina stretta o un secco cambio di direzione, specialmente quando ci si imbatteva a forte velocità.
Potevano sfuggire le sfumature, sbagliare interpretazione e ritrovarti in una strada già percorsa... frustrante al massimo!

In casi come questi conviene lasciare l'agonismo a casa e stare attendisti dietro chi è più esperto di te, ma non avrei ottenuto lo stesso nulla in quanto mi avrebbero seminato nella successiva discesa ripida, perdendosi dopo qualche curva tremendamente fangosa.

Non è disciplina adatta a me il Trail, laddove non trovi certezza nel passo o rischio di scivolare e farti seriamente male, anche una slogatura che possa metterti out per svariate settimane.
Chi vi partecipa a tutte le prove lo fa con il giusto spirito, che è comunque quello che ci accomuna a tutti tagliato il traguardo.

Inutile dire che per le tante volte che mi sono trovato arretrato e dopo aver allungato il percorso di qualche chilometro, avevo abbandonato ogni velleità agonistica.
Inutile, dunque, gettarmi nelle impervie strade pendenti di asfalto e ciottolato tanto lunghe quanto stressanti per schiena e ginocchia o tirare all'asfissìa le lunghe arrampicate (incontrate più volte nel percorso) da affrontare alle volte di passo a schiena piegata parallela al terreno...

Ad un certo punto, ho preferito correre a sensazione (e sempre quasi esclusivamente da solo: o troppo avanti in salita o troppo scarso in discesa per i miei avversari) e arrivare il prima possibile dato che la percezione del freddo aumentava sempre più.

Gli altri sono più adatti, più abituati all'occhio, maggiormente capaci di distribuire il peso dello sforzo di un stradista come me che appena vedeva un poco di strada percorribile e non fangosa vedeva "rosso" e partiva a caccia di qualcuno, qualcosa.

Rispetto allo scorso anno, a tratti, ricordavo i paesaggi e le situazioni differenti che nuovamente sono accadute come in un film già visto ma di cui non si ricordava l'intricata trama.
Non c'erano i fiocchi di neve nel punto più alto del percorso (quota 800m di dislivello max circa) ma le sterpaglie, i roveti, le ferite sulle gambe, il laghetto, la buia galleria, gli escrementi animali (ovunque, pure nei posti più impensabili), la ricca salita fangosa, le discese piene di buche e trappole varie.
Maggiore era il freddo, pungente, non potevi stare fermo ad attendere le premiazioni, dovevi muoverti per riscaldarti, anche dopo un Trail così pesante!

Pesante ma davvero potenziante il Trail.
Preso con le dovute distanze e senza mai strafare, ne esci immediatamente rafforzato.
Il Podio di Categoria con il caro Amico
Vito Massimo Catania
Già il giorno dopo, in una Palermo caduta nella morsa del freddo e della pioggia (di lieve entità) correre sui facili sentieri del Parco della Favorita era una bazzecola.
Anche gli acciacchi della recente Maratona Reggiana erano stati assorbiti nel migliore dei modi, come se tutto quel tremendo saliscendi fosse servito a massaggiare i muscoli stressati dall'intenso e continuo sbattere ripetuto dei piedi sull'asfalto.

Il Trail è bello, interessante, piacevole e rilassante.
Non ne potevo più, nemmeno ricordavo quanto fosse duro e faticoso, arrivare è stata una liberazione.
Chi corre tutte le prove è davvero un asso; l'Ecotrail della Ficuzza tra l'altro è uno dei più "morbidi" come difficoltà...
Da provare nella vita, una volta; vorrei non mancare l'appuntamento del 2012 per la solita brutta figura di fine anno e... sorriderci un pò su!

AUGURI DI BUON NATALE A CHI MI SEGUE O A CHI SEMPLICEMENTE PASSA DI QUI PER CASO!

(Ringrazio Maurizio Crispi per le belle foto nei favolosi scenari del nostro patrimonio boschivo naturale della Sicilia).

venerdì 16 dicembre 2011

Maratona di Reggio Emilia - Tutto il Possibile

E' la voglia di non arrendermi che mi tiene così vivo!
Reggio Emilia, 11 dicembre.

Torno a casa a mani vuote, fuori dalla Top Ten e dal podio degli Italiani per un soffio, dovrei essere rammaricato con me stesso e invece vedo all'orizzonte che verrà (tradotto, l'anno 2012) maggiori prospettive e aspettative.
Tanti aspetti di me stesso vorrei analizzare, sperando di riuscirci.

L'organizzazione di una corsa è decisamente il cuore di una Manifestazione.
Se Reggio Emilia è diventata la 5° Maratona in Italia per numero di partecipanti, vuol dire che lavorano sodo e lavorano bene.
Con il campo di partecipanti così vasto ed il numero di italiani competitivi presenti non ha avuto nulla da invidiare ad un Campionato Italiano Assoluto (mancavano ovviamente i migliori in attività ma la qualità c'è stata lo stesso).
Il percorso di per se lo definirei "rustico", in quanto si attraversa quasi esclusivamente la campagna reggiana passando per paesaggi a mio parere splendidi perchè ti ispirano pace e serenità, doti da mantenere salde in gara.
Non incontri molta gente né ho potuto constatare tanto calore dai pochi ad osservare la corsa, ma proprio questo "clima" così particolare non l'ho mai incontrato altrove.
Osservare da lontano le distese pianure di campi coltivati o i vecchi ruderi del posto ti fanno tornare dentro alle antiche imprese degli atleti di un tempo.
All'arrivo, tutto il necessario per trovare calore, attenzioni e recupero psicofisico; se infine aggiungi la proverbiale cordialità della gente emiliana, non posso che essere rimasto soddisfatto da una Maratona molto tecnica, molto valida e che spero di riaffrontare un domani.

Al sabato, a parte la presentazione degli atleti Top al Palasport, non ci sono state molte emozioni.
Ho cercato di mantenere la calma fino alla partenza, senza voler sentire particolarmente le emozioni suscitate dall'evento di per se importantissimo.
Ero preparato, lo sapevo, ma volevo anche imparare da quel giorno a controllare la mia emotività.
La verità è che l'emotività non deve essere controllata ma che la giusta energia va incanalata nelle diverse fasi di gara.

Gli avversari erano di primissimo livello; di gente straniera forse, fin troppa e pochi di loro dimostreranno un livello elevato a traguardo tagliato.
Così, conoscendo bene le difficoltà iniziali del percorso, decisi che la cosa migliore da fare sarebbe stata quella di rimanere nel gruppo "dei rimontanti" trainato dall'esperto del percorso, Gianluca Pasetto (7 partecipazioni per lui).

In gruppo eravamo in cinque, con i lombardi Canaglia, Vaccina e Venturoli a completare il nostro gruppetto di "Chasers".
Si, perchè a lungo siamo stati diligenti inseguitori da molto vicino di questo gruppo di africani (con i soli ungherese Kovacs e Corrado Mortillaro a "sbiadire" il colore della pelle di quel gruppetto) che non si volevano decidere di cambiare marcia.

La strada avanzava bene, i parziali non si discutevano affatto, sempre regolari, con Pasetto e Vaccina decisamente più propositivi di altri, me compreso che ogni tanto affioravo dal gruppo per provare a tirare del mio passo.

Prima della partenza non sapevo se avessi commesso un errore scegliendo di presentarmi così leggero vestito, ma all'inverso temevo un eccessivo surriscaldamento che mi ha fatto pendere per la scelta presa.
Non è stata alla fine la scelta migliore, purtroppo alla partenza erano 7°C e si intravedevano delle pacate schiarite.
A metà gara il cielo si coprirà nuovamente lasciando inalterato questo clima che di per se non era freddissimo ma con il tasso di umidità presente (nelle campagne è chiaramente maggiore della Città) ha condizionato in negativo la mia prova.

I primi 15K passano facili, nemmeno sentivo "il peso" della pendenza e fino al passaggio alla Mezza Maratona in 1h11'08" tutto sembrava regolare, fin troppo...
Non provavo il "fuoco" della Gara importante, c'era qualcosa che mi teneva fin troppo a freno.
Sarà stato il freddo persistente che non diminuiva nonostante l'avanzata delle ore, ma i pendii si facevano sempre più marcati.
Si scendeva e successivamente si risaliva con piccoli strappetti che si ripetevano ciclicamente e così, attorno al 25°K, lontani dalla civiltà e dopo aver attraversato qualche piccolo centro abitato e un parco, l'autentico protagonista della giornata inizia a mettermi in difficoltà.

Tommaso Vaccina resta sempre in testa a tirare e nessuno gli toglie la leadership.
Il Nazionale di Corsa in Montagna si esalta in questi lievi saliscendi e proprio quando essi volgono al termine, in un tratto rettilineo di lievissimo pendio, sento fastidio ai glutei e inizio a irrigidirmi muscolarmente.
Non controllo più bene il passo come qualche chilometro prima e la corsa non è più fluida.
Passa veramente poco prima di staccarmi, pochi metri che diventeranno più di un centinaio entro il 30°K.

Ripenso a tutti i lavori pesanti fatti per preparare l'evento, i lunghissimi tecnici sui saliscendi del tratto di Mondello, il fartlek con quei 45 sprint in salita, la preparazione in palestra tenendo d'occhio i dorsali; eppure proprio il giorno più importante lo strano cedimento.
Ripensandoci a lungo, non vorrei che il clima freddo unito agli shorts inesorabilmente bagnati, arrivati a quella distanza, abbiano provocato una simile reazione.

La gara passa immediatamente al livello "difficile" proprio al 29°K quando avviene la frattura dal mio gruppo che si allontana.
Mancava poco prima dell'inizio della seconda fase di gara, quella che dal 30°K porta fino al traguardo, con pendenze prevalentemente in discesa.
Non mi perdo d'animo.
Da lontano osservo il passo a braccia aperte di Tommaso che mette in riga tutti e provo a rilanciare con la massima decisione.
Il ristoro del 30°K mi vede solitario a prendere la borraccia: fase di riflessione prima di una lunga discesa stretta e ricca di curve.
In quei pochi tornanti i miei avversari li vedo allontanare e mentalmente non lo tollero: stringo i denti, le mani iniziano solo in quel momento a riscaldarsi.

Correre a 3'20" - 3'25"/Km è sempre più difficile ma non posso cedere, i deboli mentalmente lo fanno!
Sarà stato il mio ultimo trampolino di quella giornata, ma l'aver visto Mirko Canaglia staccarsi nel momento in cui Vaccina creerà il vuoto attorno a se involandosi in una epica impresa al 4° posto assoluto con PB di 2h19'48" (e sorpasso a pochi metri dall'arrivo a danno di un altro avversario!) mi dona altre energie, laddove correre diventava sempre più difficile.
A fatica lo raggiungo ma è più facile staccarlo; i quel momento il duo Venturoli - Pasetto era più vicino che mai.
Si entra in un lungo rettilineo in sterrato, provo a correre nell'erba per non perdere aderenza, a cambiare passo, renderlo più agile ma resto sempre irrigidito.
Ormai è caccia aperta, mai più guarderò per terra e voglio crederci.

Negli ultimi chilometri di gara si entrerà per un vasto parco dove ci saranno le pendenze in discesa maggiori: sarebbe dovuto essere 3'15" il ritmo in quel momento ma a fatica manterrò il mio 3'25" circa.
E' ormai l'atto finale e lo avverto: i miei due avversari diretti spariranno in quelle curvette strette del parco e un poco mi rassegno al fatto che non li avrei ripresi più.
Giunti al 40°K ormai ne mancavano due soli e si entrava in Reggio Emilia Città: lungo rettilineo, peraltro in discesa (se non per un cavalcavia pesante per quel finale di gara) ed entro in preda a qualche crampo.
Dico dentro di me: "Non importa, se hai dai tutto adesso!" ma all'ennesimo tentativo di aumentare il passo la gamba più tribolata dice "basta" e rallento.

Ormai il tifo "tiepido" della gente si ascolta da lontano e l'arrivo è a tiro, non mi resta che sprintare per cercare di scendere sotto le 2h23' ma non ci riesco per un soffio.

La 20° sofferenza è terminata e inizia la 20° gioia indescrivibile:

2h23'03" - 11° ass. - 4° ita.


La Serie, come sempre ogni 5K: 16'44" + 16'49" + 17'04" + 16'53" + 16'29" + 17'00" + 16'55" + 17'36" + (7'33")

La nota più positiva è che il tanto temuto freddo unito all'eccessivo sforzo non mi abbiano provocato alcuna crisi respiratoria come accadde a Cremona, ma il risultato resta quello non tanto auspicato.

Non si accampano scuse, i migliori sono stati gli altri italiani che sono arrivati davanti e che hanno fatto ottimi risultati.
La classifica compattata a partire dal 6° posto mi lascia comunque conscio del fatto che non era facilissimo interpretare questo percorso dandomi speranza ad un futuro ritorno per la "rivincita" sul cronometro.

Adesso è tempo di riposare, staccare con i bigiornalieri, gli allenamenti oltre l'ora e cercare di unire il divertimento della corsa alle festività natalizie imminenti.
Per cercare di chiudere l'anno in serenità e ripartire prontamente con i futuri impegni che tanto lontani non sono!

(Ringrazio Podisti.net per l'ampio e puntuale servizio fotografico della manifestazione)

mercoledì 7 dicembre 2011

Percorso Netto!

E' ora di allacciare le scarpe! (Foto Archivio L. Stella)
Palermo, 07 dicembre.

E' fatta, giungere al termine della preparazione di una Maratona è alle volte più soddisfacente di correre la Maratona stessa, o comunque parte integrante del successo (o insuccesso).
Da troppo tempo non mi riusciva di chiudere con successo il lungo e tortuoso percorso ricco di insidie che può offrire una meticolosa preparazione per la distanza.
Abbiamo doppiato, tanto;
abbiamo esagerato, troppo alle volte;
abbiamo messo da parte ogni impegno agonistico...
Domenica 11 dicembre sarà l'ora della verità, anzi sarà l'ultima mezz'ora della verità a darci risposta se avrò acquisito la resistenza e la velocità tali da giocarmi la mia gara fino all'ultimo.

Ciò che importa è che con il Coach siamo stati capaci finalmente di rimetterci totalmente in carreggiata portando a termine ben tre preparazioni ad eventi differenti fra loro (10K Lucca - 21K Cremona - 42K Reggio Emilia).
Ecco il perché l'aver allungato (con piacere) la stagione agonistica 2011 che per me finalmente prenderà respiro e spensieratezza nelle ultime tre settimane che resteranno a salutare un anno comunque ancora una volta ricco di belle soddisfazioni.

Per motivi differenti è ancora chiaro nella mente quel periodo "di rottura" del 2010 che innescò in me una serie di rallentamenti nell'agonismo che, grazie alla mia esperienza ed alla voglia di lottare sempre ad ogni difficoltà, mascherarono degli avvicinamenti alle maratone fin troppo zoppicanti...
E allora, che ben venga sfogarsi con un bel pennello (storia troppo lunga...) e dare quella mano di bianco salvatrice nell'occasione della New York City Marathon 2010... sarà stato anche quello il segreto di quella fortunata edizione?
Ma dopo breve tempo i nodi vengono al pettine e così fu per Boston che rimarrà per sempre nel mio cuore ma che in tanti hanno dimenticato e che comunque l'ho corsa con tutto me stesso e con tanto coraggio.
Ma... preparazione fin troppo insufficiente :-(

Grazie Angelo Battaglia - Fotografo
Ecco il perchè dell'essere tanto contento di essere giunto qui, alla fine, avendo fatto tutto quello che il Coach ha saputo esigere da me, cercando di gestire giornate o coppie di giornate che hanno sfiorato la saturazione dello sforzo.

Ci sono, ancora a dire la mia, a voler soffrire per raggiungere il risultato a non sentire il peso di tali sforzi...
Nelle ultime settimane, complice la mia amata Città che mi apre le braccia a mattini lievemente freschi, ho trovato facilità e leggerezza anche nel reggere le doppie sessioni.
Chiudere al mattino, in quel viale della Favorita di ritorno a casa, con il sole tiepido che ti bacia la fronte e innestare la marcia in più, in agilità, è stata l'introduzione alla giornata lavorativa affrontata nel modo migliore.

Mancava soltanto una cosa che mi attanagliava: quanta velocità ed agilità avessi perso...

Nell'ultima dura prova dell'Ora in Pista, non potevo che rimanere perplesso sul fatto che il motore non riuscisse ad andare oltre i 3'20"/Km o che in certe giornate fosse pesante affrontare anche il banale lungo lento.
Segnali non proprio allegri, ma giustificati da un elevato chilometraggio settimanale, ormai giunto a regime da tempo.
In quest'ultima settimana dal 28 novembre al 04 dicembre, abbiamo iniziato ad allentare la corda con soli due lavori, peraltro leggeri svolti in pista.
Mercoledì 30, tra l'altro in condizioni di "emergenza" oraria per via di una pesante giornata lavorativa, sono riuscito a correre delle ripetute discrete, anche con l'aiuto del fresco dell'ora tarda.
Nel buio e nella solitudine della Pista ormai quasi abbandonata da ogni podista, ho affrontato 2 x 2000m + 2 x 1000m + 4 x 500m (R. differenti) dando finalmente una svolta a gambe e piedi.
La serie: 6'17" + 6'18" + 2'59" + 3'03" + 1'25" + 1'26" + 1'28" (spengono totalmente i riflettori della Pista ---> Grida di "gioia"!) + 1'25".

Foto Archivio L. Stella
Da troppo tempo non spingevo così tant'è che il giorno dopo subirò la strigliata con un lento "lento".
Ma si sa, bisogna attendere per vedere il meglio, così al venerdì sarò talmente pimpante e attivo da voler chiudere la giornata di lungo lento con un bell'allungo di 400m... buonissimo segno!

Sabato 03 non lo dimenticherò facilmente: doveva essere una sciocchezza di lavoro, senza andare a cercare chissà cosa ma non mi sarei aspettato tale reattività.
Fartlek (500m Forte + 400m Piano + 400m Forte + 400m Piano + 300m Forte) X 4 Ripetute (R.2').

Da come avrei affrontato i recuperi si sarebbero capite molte cose ed anche le ripetute, dinamicamente con i recuperi stessi potevano risultare più lente del previsto e invece...
Basti pensare alla serie con cui questi 2.000m sono stati portati a termine per darmi un quieto ottimismo:
6'14" + 6'17" + 6'14" + 6'11", recuperando attivamente attorno 1'20" - 1'23".
L'ultima è stata chiusa molto forte, con un 300m in 49".
Solo con le Adizero Adios le puoi fare queste cose... bisogna avere una "chiodata stradale" ai piedi per ottenere tale reattività.
E' stato come tornare all'estate trascorsa in pista... per una sola ora :-)

L'ultimo lavoro, banale "routine" e come da tradizione, senza alcun minimo di applicazione ed in completa agilità con le belle Adidas F50 Runner che per l'importantissimo evento saranno parcheggiate a casa (o in hotel) di 8 x 600m (attorno i 3'00"/Km con scarso impegno... mi seccava allenarmi!) chiudono la preparazione ed aprono la via a tante belle speranze.

Reggio Emilia emetterà un risultato, ma non un verdetto: le mie certezze hanno ritrovato basi profonde!

NEW YORK CITY MARATHON 2010 (Foto Podisti.net)

NEW YORK CITY MARATHON 2010 (Foto Podisti.net)
PRONTI A PARTIRE...