41° New York City Marathon - 20° Posto Assoluto - 1° Europeo

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Un Sogno Ad Occhi Aperti...

venerdì 25 marzo 2011

Hard Training... Hard Recovery!

Palermo, Marzo 2011.

In quest'ultimo mese ho messo davvero in difficoltà il Coach con situazioni sempre a limite dell'emergenza: dopo aver corso il Campionato Italiano di Cross con un certo indolenzimento ogni giorno era rivolto alla speranza ed... alla disperazione (scherzando rendo l'idea!).

Già all'Adidas Running Tour di Milano di giorno 5 marzo le cose andavano verso il deciso miglioramento ma correre a lungo e forte mi arrecava ancora notevole fastidio ed il tempo stringe...

Giusto per rendere l'idea, l'indomani giorno 10 marzo, decido di attaccare la salita stradale di Montepellegrino ma non ne uscirà niente, preferendo concludere la scalata a metà strada per evitare di infierire sulla gamba ancora indolente a certi sforzi.

Boston si avvicina sempre più, che fare?
Mai disperarsi, specie quando senti che comunque le cose vanno verso il miglioramento.
La settimana dal 07 al 13 inizia ad essere confortante quanto risolutiva.
Ricordo benissimo l'accordo con il Coach: "D'accordo, rischiamo, si va in palestra e proviamo a lavorare con le macchine"... nonostante ancora il dolore sia ancora presente seppur latente.
Finalmente una mossa azzeccata!
Il lavoro finale, mirato solamente a far girare le gambe, soddisfa appieno e la mole di lavoro premia la struttura restituendo in quella giornata maggiore solidità.
E' l'inizio di una maggiore presa di fiducia in me stesso.

Si riprende a doppiare: inizialmente assunto come un rischio anche questo, iniziando pian piano al mattino metto un discreto leveraggio chilometrico che si concretizza con un lavoro svolto al venerdì 11: fartlek 17K: 3K - 3K - 3K - 2K - 2K (R.1K).
La serie esce pulita quanto prudente:
9'49" - 3'35" - 10'00" - 3'48" - 9'52" - 3'50" - 6'29" - 3'39" - 6'50"
Riesco a trovare momenti di esaltazione quando corro attorno i 3'10"/Km ma sento che la struttura non li regge e devo rallentare un pò il passo...
Damn!
Questa giornata passa per essermi reso conto che al massimo non posso ancora andare e devo accontentarmi purtroppo...
L'ultimo 2K, controvento ed in leggera salita (solito scenario di Via dell'Olimpo) mi restituisce un filo di serenità chiudendo in 57'55" alla media di 3'24"/Km... ordinario.

Ma si sa che questo è solo l'inizio...
Ci vuole tutta l'intera settimana dal 14 al 20 per rendermi conto che in questi casi di emergenza un elemento fondamentale non deve mancare mai ed è il riposo fisico.
Si... quello che ti rilassa il corpo ed eviti contratture e spossamenti fisici deleteri per tutta la gestione di allenamenti sempre più intensi.
E la Boston Marathon è sempre più vicina...

Inizio la settimana nuovamente con un'altra seduta in palestra: carichi leggermente aumentati (al 1/2 squat lavoro sempre con 45 Kg ma aumento il numero di sollevamenti a 25 volte per 4 ripetizioni di esse).
Questa volta la corsa consiste in 8 x (3' forti + 1' recupero) e seppur faticando chiudo bene la giornata.
Il fisico non ne risente, evidentemente è abituato a tali sforzi, ma il problema sta sempre nell'assorbire il carico di 1h 30' di palestra i giorni successivi!

Accadrà che da quel lunedì inizierò a sentire inesorabile uno stato di sconfortante spossatezza muscolare rendendo il passo svogliato, incerto...

La mazzata ce la daremo mercoledì 16 quando d'accordo con il Coach all'ennesimo: "Si, bene, rischiamo", andrò a cercare la vetta di Monte Pellegrino dopo 45' di lungo corsi già non al massimo (e lo notavo).
Dal primo metro si arranca non si fa altro che questo.
Lontano anni luce dal PB (partenza da Villa Igea) giungo ai piedi del Santuario senza altro da aggiungere e me fuggo dritto a casa... con la coda tra le gambe!
Gamba leggermente indolenzita quanto il tendine della stessa sotto al polpaccio: ancora le salite non riesco a digerirle bene!
E' chiaro che anche il lavoro di potenziamento ha influito sul rendimento dell'allenamento in questione.

Il lavoro va in archivio ma nemmeno due giorni di lungo mi aiutano a risolvere questi problemi di instabilità che si traducono in una insicurezza cronica dopo l'ora di corsa.
Grave, gravissimo!
Quando soggiunge il fine settimana.
E' troppo tardi per correre ai ripari, ma continuo ad allenarmi.
I dolori recenti appaiono ormai sfumati e lo stretching ha preso campo tutti i giorni.
Il senso di disagio mi pervade sin dal riscaldamento al pomeriggio: il lavoro uscirà male e dovrò fermarmi prima del previsto purtroppo.
Complice un clima assurdo (vento fresco misto a 20° C di temperatura) che mi farà sudare come "peggio" posso fare, dovrò accontentarmi di 17 K così suddivisi:
10'00" - 3'40" - 6'42" - 3'44" - 10'27" - 3'50" - 7'12" - 3'45" - 10'37"---> Tot. 1h00'00"

Facile notare come fossi ben disposto nei riguardi del recupero e che le gambe rispondessero "assente" quando era ora di aumentare il ritmo con tempi clamorosamente modesti.

Lì, a fine giornata, quando tutto volgeva al termine e non avevo forza nemmeno di tornare a casa in auto, mi sono buttato in una full-immersion dedita al riposo e, l'indomani domenica 20 dopo un mattino passato ad aiutare il mio amico Gaspare in un medio per lui importante (per me lungo lento sopra i 4'00"), e successivo riposo, finalmente sento un filo di vitalità tradotto in 40' al pomeriggio a 3'40"/Km.

Boston è sempre più vicina e sento che la soluzione passa attraverso un sacrificio completo.
La chiave è il riposo, più del "normale" per una persona "normale", e le cose sembrano girare meglio, finalmente un maxi lavoro confortante per reazioni e prestazioni.
Il grande classico 25 x 400m R.45" viene lunedì 21 nell'incertezza generale di aver recuperato o meno ma come sempre più spesso accade: "Coach, mi sento meglio, rischiamo!"

Parto con molta scioltezza e agilità, conscio che la stanchezza potrebbe stroncarmi da una ripetuta all'altra e inizio ad inanellare una serie di 70" continui.
La sequenza appare confortante, ogni tanto un aiuto da un ragazzo del CUS lì presente a fare dei 500m e fino alla ripetuta n°15 tutto bene.
Da li in poi è stata una gestione difficoltosa dello sforzo, ma stringendo i denti quella media di 70" è rimasta salva.
L'ultimo si poteva far meglio, in 67" ma sono lontano ancora dai tempi migliori e l'incremento dei chilometri è alla base di questa spossatezza da gestire sempre meglio.

Il giorno dopo, martedì 22, a termine di una lunga giornata lavorativa in ufficio, riteniamo giusto inserire le 2 ore di lungo proprio all'indomani del maxi lavoro in pista.
Inizialmente a disagio con le caviglie che da tempo non erano così stressate nell'inanellare tanti giri, riesco a trovare agilità proprio dopo la prima ora fortunatamente accompagnata dal nobile cultore dei Trail Castiglia.
Filippo mi lascia dopo una piacevole chiaccherata a buon ritmo che mi dona morale; l'ora successiva resta ampiamente gestita facilmente attorno i 3'50"/Km.
Se riuscissi a risolvere definitivamente un problema al piede sinistro tutto filerebbe liscio tant'è che non avverto spossatezza nel finale... pazienza almeno la sciatalgia è un ricordo!
Terminare la giornata oltre le 20:00 di sera... sacrifici che donano immensa soddisfazione!

Domenica 27 grande grosso impegno alla Treviso Marathon come Pacemaker per circa 30 K del gruppo di seconda fascia.

Ce la farò?
Risposta semplice: Devo Farcela!

(Foto Getty Images - Adidas Running Tour 2011)

lunedì 14 marzo 2011

Anno 1999, ancora più su!

Anno 1999.

Venti anni suonati, e come me le suonava l'Università!
Si, quella è stata una delle mie più grandi sconfitte.
Stessa applicazione di sempre, estati intere a studiare per poi essere "mandato" miseramente dopo un insignificante errore al compito che lo invalidava del tutto o una serie di domande di Analisi I o Geometria che rimarranno fino alla fine dei miei giorni uno dei tanti "misteri mistici" che mi portavano a fare scena muta...
Eppure quel libro lo sapevo praticamente a memoria, eppure ero preciso come sempre; ma da quel diploma di perito elettronico che presi già iniziando a correre fu un concatenarsi di difficoltà sempre più crescenti.

Ricordo le corse da un'aula all'altra per seguire la lezione successiva distanti circa 500m che... purtroppo perdevo con qualche collega di corso incaricato di occupare 2-3 file di banchi per il suo team di geniacci...
Lui mi malediceva perchè arrivava con il fiatone, io mi divertivo un mondo!
Eppure... ripensandoci, faceva tutto questo per negarmi un posto sulla 20ina che ne occupava... che assurdità!
...ti vorrei vedere ora se mi arriveresti davanti!

Mah, acqua passata ormai, specie da quando ho scoperto che ci sono delusioni maggiori di queste...
Ma in quel periodo si studiava e ci si allenava ed in quell'estate del 1999 iniziai ad avvicinarmi anche al doppio allenamento.

Mi alzavo presto la mattina, come faccio tutt'ora, per respirare aria pura e vedere la Città svegliarsi al sorgere del sole... i mesi di aprile-maggio i più belli per mitezza, i mesi di luglio-agosto i più freschi per tamponare gli oltre 35°C del pomeriggio...

Ma gare su strada poco o niente...
Il mio primo allenatore mi instradò verso l'apprendimento di differenti tipi di allenamento, lui professore di matematica alle volte tracciava anche il grafico ideale delle reazioni organiche a quell'allenamento in pista, era tutto affascinante, bello, entusiasmante!
Non avendo acquisito sicurezza in me stesso non mi avventavo a prendere l'auto per andare a gareggiare fuori, dovrò ancora imparare il mestiere del "manager di me stesso" acquisito nel corso di tanti anni e imparato da atleti più grandi di me.

Mi limitavo, quindi, alle gare su pista istituzionali e tanti PB vennero conquistati insieme a molte barriere cronometriche abbattute più volte.

Mi allenavo quasi sempre da solo, ma iniziavo a sperimentare varie ambientazioni allenanti.
I lavori più frequenti... quelli di costruzione muscolare e un primo approccio leggero in palestra verso la fine dell'anno più che altro per curare gli addominali e i dorsali.

Quell'anno i lavori più gettonati erano le ripetute in salita, ma d'estate... erano davvero assurdi!
Riuscire a fare 20 x 400m di salite a "Dallas" (zona quartiere pallavicino) era forgiante per il carattere quanto allucinante e... lo ammetto, erano lavori eccessivi per durezza (senza contare che in effetti non porta a niente tutta questa mole di lavoro).
Lavori - fotocopia sempre in quello stesso scenario come le ripetute di 300m e quello strappetto duro di 100m a fine salita fatto... ma quante migliaia di volte ad oggi?

Monte Pellegrino - strada asfaltata divenne mia amica già da allora, specialmente d'estate, in tutte le salse: partendo dal bivio salita-discesa affrontavo metà strada, poi tutta fino al Santuario di S. Rosalia che ogni volta mi vedeva soddisfatto nell'aver fatto una visita alla mia Santa Protettrice.
La parte più bella, unita alla difficile gestione, è proprio il finale di questa salita, quando dopo l'ultima curva inizia quel rettilineo non troppo pendente che sul lato sinistro fa vedere uno scorcio di Palermo mozzafiato...
Gli ultimi 500m sono addirittura in leggera discesa e (se hai gambe) ti getti in picchiata come un falco.
Più avanti mi inerpicai sul duro tratto "scala vecchia" verticale in molti tratti.
La prima volta fu assurdo: non essendo a conoscenza dell'effettiva distanza tutta quella fatica mi sembrò infinita.
Oggi so a memoria ogni curva per quante volte l'ho corsa ed il PB resta sempre un buon 17'01", uno di quei Personali da abbattere prima o poi!

Uno degli allenamenti che rimpiango perchè non lo svolgo più per scelta tecnica è il lavoro su sabbia nella spiaggia di Mondello.
In quell'anno scoprii anche questo: il volto di Palermo Beach d'inverno è assai differente da quello estivo pieno di turisti, rumore ed anche sporcizia.
La spiaggia appare incantevole senza la deturpazione di barriere e cabine e l'acqua, non più contaminata, cristallina.
Correre di fianco a quegli scenari, seppur di solo lungo (circa 20') o di ripetute mi manca non poco.
E' pur vero che si tratta di un lavoro rischioso per caviglie e ginocchia ma mi divertivo tanto!
A fine allenamento andavano scrollate le scarpe dalla sabbia e via per un 3K di salita verso il Parco della Favorita che aiutava a trasformare il lavoro effettuato.
La... Discesa di Mondello che anche quando la affronti in salita sempre discesa resta nell'immaginario di noi palermitani :-)
E... posso tranquillamente affermare che ci sapevo fare sulla sabbia!
Poi, vai a capire perchè nei cross faccio così pena(!)

Ed è per questo che pian piano la corsa ha preso parte di me stesso.
Non si trattava di correre e basta... semplicemente, ma di vivere emozioni differenti con allenamenti differenti su percorsi differenti e magari in scenari particolarmente suggestivi a seconda delle condizioni climatiche.
Mondello investita da una tormenta d'acqua o "l'acchianata" in pieno acquazzone sono ricordi vivi nella mia memoria di giovane ventenne.

Come detto, mentre i miei coetanei o gente più esperta di me con molti "capelli bianchi" si cimentava nelle diverse corse su strada, io ero lì a provare l'impossibile in pista dopo i tanti sacrifici di quei mesi.
Trasformare quelle giornate in un crono decente era la mia unica volontà e le motivazioni erano parecchio spinte... quel carattere che esco sempre fuori ad ogni gara, ancora oggi.

Diverse volte capitò di presentarmi come unico partecipante ad una sessione di 5.000m che non voleva correre nessuno e... partire lo stesso!

Così in quel 1999 gli eventi chiave furono i seguenti:

- Un lavoro di 3.000 - 2.000m - 1.000m in 10'50" - 6'50" - 3'15"

- Vivicittà 11 aprile '99 - 12 Km - 42'03"

- 10.000m in pista - 24 aprile - 34'20"

- A maggio un PB sui 2.000m in pista in allenamento: 6'26"

- 5.000m in pista - 22 maggio (cds regionali) - 16'22" - PB

- 3.000m in pista - 23 maggio (cds regionali) - 9'26" - PB

- A luglio in un 10 x 400m realizzai 67".8 - PB significativo in quanto meccanicamente e tecnicamente non ero capace di riuscire a far meglio di questo...

- Monte Pellegrino Scala Vecchia - 24 luglio - 18'47" - PB

- 10.000m in pista (il secondo dell'anno) - 31 luglio - 34'33"

- 5.000m in pista - 22 settembre - 16'08" - PB

- 3.000m in pista - 26 settembre - 9'17" - PB

Grazie a questi ultimi risultati discreti gli assoluti di buon livello assieme ai "grandi" e inarrivabili atleti iniziarono a rivolgermi qualche parola che ricambiai volentieri anche perchè iniziavano a vedermi sempre più spesso in giro...
Era la lenta e progressiva apertura mentale che mi sbloccò e cambiò in me il mio carattere.
I primi Veri Amici di oggi li incontrai in quell'anno, per strada o su pista durante gli allenamenti e scambiare le prime parole in gruppo mi aiutarono a scrollarmi di dosso quell'identità che era affermata solamente come studente.
Pian piano le posizioni in gara iniziavano ad essere meno severe ma l'anno al solito si chiuse con la Mezza Maratona di Palermo.

Dopo tanta pista passai qualche altro mese per preparare questa distanza con tanti, duri lavori mirati.
Come sempre concludevo le gare con finale appesantito, stringendo i denti e con gambe pesanti come non mai.
E quel rettilineo finale di via Maqueda verso l'arrivo posto a Piazza Politeama ormai a me noto, mi vide nefasto protagonista di un sorpasso sempre ricordato quando mi incontro con lui.
Antonino Mannino, uno degli amatori più gentili e cortesi mai conosciuti ha avuto in se per tanti anni una tempra da grande combattente; nonostante i capelli ingrigiti e l'età attorno i 40 anni (circa a quell'epoca), riuscì a passarmi con grande enfasi beffandomi nel finale una posizione attorno ai primi 20 posti...
Come ci rimasi male e quanto se ne parlò in quella settimana ma, nonostante tutto, realizzai il mio ultimo PB dell'anno di 1h 12' 09".

Oggi è sempre un piacere incontrare al mattino Nino (Universitas Palermo) che corre ancora e molto forte, un vero gentleman della Corsa, un altro esempio di longevità atletica, lavoratore e padre di famiglia.

Chi mi vedeva come maratoneta in un futuro prossimo di certo non si sbagliava anche perchè quell'assetto "seduto" ed il passo radente che mi contraddistinguevano non portava che a questa conclusione.
Non ci pensavo minimamente di esordire così giovane ma sarà più avanti l'approdo in Marina a portarmi addosso quella piacevole "follia" che è la 42,195 Km.

(Altra foto di repertorio non in linea con l'anno narrato: i CdS regionali 2001 a Regalbuto (EN), la società sportiva la racconterò quando sarà il momento, dopo lo sparo avanti e di molto, per due giri interi prima di scoppiare...)

mercoledì 9 marzo 2011

Adidas Running Tour 2011 - Peer To Peer con i Runners

Milano - Parco delle Cave - 05 marzo.

Continuo ad andare avanti di inerzia quando lo sappiamo che per correre ci vogliono testa, gambe, buoni piedi e buone scarpe.

L'inerzia è rappresentata dal volano che è stato il mio miglior risultato sul campo di sempre, qualche mese fa, a New York City.

Finalmente qualcosa si muove (o meglio... io mi muovo!) e sto riuscendo ad incrementare con i chilometri e le intensità.
Proprio lunedì 07 sono riuscito a far palestra con irrisoria facilità e senza grande appesantimento e con 25' di fartlek dove, finalmente, le gambe andavano a tutta spinta.
E' un inizio... confortante, ma spero in quello step di sicurezza che mi levi ogni pensiero per quanto riguarda il malanno cui ho avuto a che fare ultimamente.
Magari, con l'arrivo del Caldo potrebbe finalmente passare definitivamente!

E con queste premesse sabato scorso ho avuto l'onore di presentare la nuova collezione Adidas Running 2011 insieme con gli esperti del settore.
Nonostante un banale mal di gola che mi ha reso quasi afono, sono riuscito nell'impresa di raccontarmi e spiegare tutte le motivazioni per cui continuo tutti i giorni a mettermi le Adidas ai piedi.

Il pubblico scelto, in una cornice rasserenante quale il Parco delle Cave di Milano, era quello di giornalisti delle testate più celebri del panorama Running (Runner's World e La Corsa) oltre che il simpaticissimo Manlio Gasparotto della "Rosea" con il quale avevo già avuto il piacere di incontrarlo a New York in occasione della Maratona corsa con successo da entrambi :-)

Ma l'elemento più rappresentativo è stato quello di conoscere di persona i blogger della zona con i quali ho sempre scambiato volentieri commenti e critiche (purchè costruttive).

Subito dopo la presentazione puramente tecnica del Tech Manager Running di Adidas, è toccata a me la parola.

Nessuna Emozione...

Eppure avevo gli occhi puntati addosso dei più importanti Responsabili e Capi Area del Colosso Tedesco.
La spiegazione è semplice: mi sono sempre trovato a mio agio sia con i prodotti che con i rapporti personali; la conoscenza di persona è stato un ulteriore avvicinamento.
Oltretutto ammetto di essere stato accolto dai molti blogger in modo più che affettuoso, pur non mi conoscessero di persona; insomma mi trovato in un ambiente amichevole...

Ed è proprio per questo che ho iniziato subito mettendomi sul loro stesso piano, che è quello di veri appassionati di Corsa, che ritagliamo tempo alle nostre giornate lavorative per metterci quelle belle scarpe ai piedi e andare a soffrire un pò, sia che ci sia bel tempo o la pioggia...
Ed è cosi, la verità; la mia conversazione è andata avanti semplice, raccontando qualche aneddoto di New York e dando i consigli che mi sentivo di proferire, uno tra questi la ricerca della massima protezione con la scarpa che possa garantire solo il meglio in allenamento.

La Gara è solo un giorno di mesi di duro lavoro alle spalle, che ben siano supportati dalle scarpe.

Una delle più belle novità viste è stata infatti l'ammiraglia Adistar Ride 3 (che spero di recensire a breve), che nonostante sia la più pesante tra le scarpe tecniche da allenamento di Adidas, offre il supporto che un maratoneta deve cercare.
Correre ogni tanto 30 Km in un giorno è un conto, vanno bene anche le Response, ma correre tutti i giorni un elevato chilometraggio richiede la massima sicurezza.

E' stato interessante notare che non tutti i partecipanti trovassero pregi nelle scarpe Adidas e che, come sempre ho incentivato in questo sito, i migliori commenti sono anche le critiche, allo scopo di migliorare il prodotto.
Luciano, che finalmente ho avuto il piacere di conoscere e di farmi una foto con lui, ha espresso perplessità sul feeling-calzata delle Supernova Glide 2 che, in veste Supernova Glide 3 ha visto una radicale rivisitazione della tomaia aumentandone la morbidezza (e sul Wall delle scarpe a fianco sul blog l'avevo già specificato).

Il pezzo forte, a fine pomeriggio, è stato il test incentrato sulla scarpa attenzionata maggiormente: la Adidas AdiZero F50 Running.
Scarpa dal design completamente rinnovato, sia nella suola che nella tomaia (leggerissima) è stata una curiosità per tutti ed un piacere provarle per la prima volta lì.

Temevo una calzata stretta ed invece ho trovato immediatamente un piacevole avvolgimento del piede, frutto di una tomaia minimale ma molto resistente.
La suola, flessibilissima, rende questa F50 adatta per i lavori di tecnica di corsa in pista, oltre che per lavori vicini al ritmo gara.
Correndoci, ho potuto capire che non sarebbe affatto male nemmeno per ritmi maratona o medie attorno i 3'10"/Km in quanto l'avampiede è ben sensibilizzato al terreno e obbliga naturalmente a spingere.
A favorire la massima protezione tallonare, il Formotion (l'ammortizzatore che meccanicamente si muove in orizzontale all'impatto al terreno disperdendo dinamicamente i traumi) oltre che l'adiprene (che assorbe gli impatti a terra "verticali").
Infine, Adiprene + in avampiede a tutta lunghezza che favorisce la reattività.

Una scarpa completa che farà moda e tendenza questa estate e che penso testerò anche in gara se avrò la possibilità.

La corsa attorno al laghetto si è trasformata in un momento di piacevole aggregazione con i runners come esattamente un lungo lento sa fare.
MiCoach Pacer al braccio a scandire ritmi e distanze :-)

E' stato un piacere condividere opinioni personali e ascoltare progetti, idee e programmi di ogni runner presente.
Altri due runners che correranno a Boston con me, mi hanno chiesto consigli, ma più che altro il miglior consiglio è la saggia gestione di corsa, quella che ti fa arrivare fresco al traguardo.
Tra i tanti commenti e racconti scoprirò che uno dei ragazzi che andrà a Boston si è allenato completamente con il MiCoach, un aiuto valido e molto tecnico per chi vuole arrivare ben preparato alla partenza di una gara così importante senza ricorrere al sbagliatissimo metodo del "Fai da Te".

Il momento più divertente è stata sicuramente La Volatona del Gasparotto, che ci ha bruciato tutti di sorpresa :-)

Ringrazio Adidas Italia che mi ha permesso di vivere questo week-end secondo la mia filosofia che coincide a quella dell'Azienda: vivere lo sport per vivere meglio con se stessi.
Ma ricordiamoci che "Impossible Is Nothing", la migliore frase per un agonista come me :-)

(Ringrazio Luciano per le Foto)

giovedì 3 marzo 2011

Adidas Running Tour - Milano, Parco delle Cave - 5 Marzo

L'Adidas Running Tour riparte nel 2011 promuovendo uno dei suoi eventi principali in Italia: la Stramilano.

Scenario, il Parco delle Cave di Milano, per cimentarsi alla prova dei nuovi prodotti per il running del Brand Sportivo con le Tre Strisce quali Response, Supernova, Adistar e Adizero.

Proprio quest'ultima linea di scarpe e abbigliamento farà conoscere la nuovissima Adizero F50 Runner, innovativa, leggera e tecnicissima.
Possibile anche il Footscan per conoscere in maniera chiara ed approfondita il tipo di appoggio individuale e di conseguenza individuare la scarpa Adidas più adatta al proprio stile di corsa.

La notizia è che... sono stato chiamato come Testimonial dell'Evento, che prevederà, dopo l'ampia presentazione dei prodotti e qualche scambio di opinioni, anche 30' di corsa al Parco.

Sarà una bella esperienza nella quale cercherò di sviluppare i significati più approfonditi dello Sport più semplice e spontaneo del Mondo provando a condividere con tutti i partecipanti lo spirito e l'applicazione di tutti i giorni per poter preparare una Maratona di successo (quello personale intendo).
Correre ti rende unico e speciale... ogni esperienza ed ogni traguardo tagliato è sempre un grande risultato!

Spero siate in tantissimi, appuntamento ore 14:00; sarà un pomeriggio ricco di contenuti e sarò contento di scambiare opinioni con tutti i partecipanti all'evento.

Sarà possibile provare le novità di prodotto Running 2011 di Adidas: come detto, le scarpe adizero F50 Runner, Supernova Glide 3, Response Stability 3 e miCoach, il primo sistema di allenamento personale in tempo reale.

Tutti coloro che proveranno un prodotto riceveranno in omaggio una t-shirt tecnica Running di Adidas (non c'è nemmeno bisogno di iscriversi, venite sul posto!).

L’Adidas Running Tour comprende una serie di appuntamenti nei principali parchi italiani (Milano, Roma, Venezia, Napoli, Firenze, Padova, Bari, Bologna, Catania, Genova e Verona) con lo scopo di offrire gratuitamente ai runner di tutt'Italia test di prodotto, consigli per allenamenti personalizzati e indicazioni riguardo l'importanza nella corsa di una corretta scelta in termini di prodotto.

E' possibile anche seguire l'adidas Running Tour e tutte le tappe italiane previste nel 2011 su:

facebook.com/adidasrunning

(Immagine presa dal sito ufficiale della Stramilano)

NEW YORK CITY MARATHON 2010 (Foto Podisti.net)

NEW YORK CITY MARATHON 2010 (Foto Podisti.net)
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