41° New York City Marathon - 20° Posto Assoluto - 1° Europeo

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Un Sogno Ad Occhi Aperti...

martedì 31 marzo 2009

Treviso Marathon 09, Intense Emozioni

28-29 marzo 2009.

Ciò che ho vissuto in questo emozionantissimo week-end rimarrà a lungo nella mia memoria.
Non aver realizzato il primato personale poco mi importa, quello che conta in fin del resto è il ricordo e la felicità di aver lasciato al pubblico il mio spettacolo.

Tutto inizia la mattina del sabato.
Lo scarico ha i suoi effetti rilassanti sul fisico e correre poco aiuta anche ad essere più vigili.
Così riesco ad alzarmi la mattina presto per fare colazione con la pasta e andare a prendere l'aereo a Punta Raisi alle 06:00 con volo alle 07:00 circa.
L'arrivo a Venezia-Mestre è concluso poco prima delle 09:00 e l'organizzazione mi viene a prendere per portarmi in Hotel.
L'ingresso è davvero gradevole alla vista. Noto immediatamente che alloggiare lì sarà very cool :D
Incontro subito il responsabile atleti Top (chi io?) e con grande cordialità mi saluta.
Essendo arrivato la mattina presto decide di infilarmi alla conferenza stampa in programma di li a poche ore.
La mia prima reazione è stata: "Si, hai scritto il mio nome sul foglio per farmi uno scherzo!"
E invece no.
Per la prima volta in vita mia mi hanno portato con i favoriti d'obbligo ad assistere alla corsa e a ritirare il pettorale tra le autorità principali della manifestazione con tanto di foto di gruppo.
E' stata questa un'occasione per avere l'onore di stringere la mano e fare la mia conoscenza con l'eterna campionessa di maratona Ornella Ferrara: come l'atletica avvicina umanamente le persone prima ancora che i palmares.
Tra pranzo, giro all'expo, corsetta di 20' lenta ma reattiva, briefing pre-gara, cena e chiacchere pre-serali tra noi atleti, la giornata era letteralmente volata via come mai mi era capitato, e anche da protagonista.
Che malafigura mi aspettava l'indomani?

A sera si era messo a piovere...
Non avrebbe smesso più :-( ....

Le emozioni del sabato mi avevano fatto comunque dormire bene ma alle 05:30 rigorosamente la sveglia ha suonato.
Su all'impiedi, 20' di stretching con i Rise Against a palla nelle cuffiette, già pronto e particolarmente attivo. Colazione con pasta al pomodoro e due Yogurth al caffè e via a consegnare i rifornimenti personalizzati: PIPPO, nome in codice per la gara sulle borracce :-)

Giunti presto nello spogliatoio vicino la zona partenza, il tempo diceva solamente: "Voglio piangere, lasciatemi stare per oggi".
Durante il riscaldamento, nonostante il vento molto freddo, decido come molti altri di partire solamente in canottiera: sarà una scelta azzeccata.

Stavo bene, prontissimo, tanto che alla partenza scatto avanti.
In pochi attimi ci ritroviamo: lasciamo andare i fortissimi e rimaniamo io, Calcaterra e Achmueller.
Purtroppo il freddo e il disagio di una corsa bagnata inizialmente mi arreca fastidio e i primi 5 K non corriamo forte: soltanto 16'50" - troppo lento.
Questo fa si che un altro gruppetto avanzante ci raggiunge: era segno che il ritmo non era forte come sperato.
Solo un altro chilometro così lento basta a far si che io ed Hermann d'intesa ci decidiamo a partire: iniziamo a darci il cambio ogni K attorno i 3'17"-3'20": con quel tempo era fattibile solo questo.
E Calcaterra dietro a una 30ina di metri a studiare la nostra azione sincronizzata...

Il nostro lavoro di precisione continua tranquillo fino al K20 circa quando Giorgio ci raggiunge e ci da una mano fondamentale tirando con una costanza confortante: con tutta quella pioggia battente 3'20"-22" era il massimo in quella fase di gara.

Il pubblico, clamorosamente presente sulle strade strapiene di acqua a sostenerci, mi è di moltissimo aiuto; un ringraziamento per l'audacia che hanno avuto nell'uscire nelle strade a vederci passare.

Passaggio alla Mezza Maratona: 1h10'06" a vista: le nostre attese erano di 1h09'00" e con altre condizioni meteo si poteva riuscire.

L'esperienza accumulata gara dopo gara mi porta a cercare il rilassamento di piedi e gambe in vista dell'imminente 30imo, il K di lettura delle proprie condizioni fisiche.
A quel momento, correre dietro a 3'22"/Km mi viene facilissimo. Purtroppo i piedi inzuppati iniziano a darmi fastidio: il freddo e l'umidità iniziano a farmi correre male e gli appoggi ne risentono.
Al K 28 accade la svolta: Calcaterra decide di aumentare di poco il ritmo: 3'18" in quel momento è davvero pesante da gestire per gambe e piedi inzuppati, ma teniamo.
Al K 29 decide di andare via, da solo, in completo controllo: Giorgio fa un parziale credo vicino ai 3'10" senza fare una piega e sia io che Hermann non facciamo altro che vederlo allontanare via.
I grandi atleti si vedono dalla disinvoltura espressa nei momenti decisivi delle gare.

Dal K 30 in poi me la devo vedere con Hermann: Giorgio è sempre a vista, è un buon punto di riferimento, ma tra noi due sembra Hermann maggiormente in difficoltà.
Ormai siamo una coppia collaudata, capisco subito e per non appesantire il tempo mi metto davanti a tirare, solo un K ogni tanto per il cambio e rifiatare. Riusciamo a tenere ancora i 3'22"/Km.

La seconda svolta avviene al K 37: dopo aver tirato i precedenti 2, mi metto di lato per riprendere fiato, ma in un leggero momento di sbandamento Herminator prende quei 20m utili a sferrare l'attacco finale.
Non mi lascio prendere dal panico. Il K 40 arriva presto e quei maledetti 10" rimangono lì.
Entrato a Treviso ricordavo bene di trovarmi una striscia di stradine, pavè, saliscendi spaccagambe e... tanto tanto pubblico!

Questo mi ridà forza; ad un certo punto tra le varie curve Hermann si avvicina, lui è la mia preda, non tutto è perso.
Quei 2 K finali sembrano più lunghi correndo in città, l'inseguimento stile poliziesco americano continua incessante.
All'ultimo chilometro avviene l'inconcepibile.

Da tempo la gente nelle strade ci dettava le posizioni che erano sempre le stesse: Bourifa, Errebah e Boudalia avanti, poi noi tre a seguire. In quel momento ero 6° stabilmente.
Negli ultimi K la vista si appanna, specie quando dai fondo alle energie, alle volte vedevo offuscato.
Boudalia doveva correre da lepre e fermarsi al 30° K, solo che qualcosa era andato storto.

Beh... al 41mo vedo due casacche gialle avanti. Una era Hermann di sicuro, l'altra non la collegavo a nessun avversario...
Ad un certo punto pensai: "Forse sto vendendo doppio, chi è quello?"
In quel momento in testa mi cantavo fortissimo "Give It All" dei Rise Against - Profetico.
Quando Hermann lo passa e lo fa fuori senza un accenno di reazione capisco subito: era Boudalia, senza più gambe, sfinito.
Mancava meno di 1K ed iniziava il conto alla rovescia.
Ero a caccia disperata: "Pure io, Pure io devo farcela!!!!"
Se prima correvo a 3'20", anche se durissimo mi obbligai al cambio di ritmo; pure 3'18".9 andava benissimo!

Avessi esitato meno...
Ricordavo bene che passare un ponticello stretto portava al rettilineo finale e solo lì la mia preda sarebbe stata vicina.
Inizio una volata disperata, con le ultime energie spero di passarlo, lui accenna un allungo e per una gamba, un attimo, un respiro in meno, non lo supero...
Affiancati, ma un cm oltre il traguardo ;-(

Il resto è estasi.
Sotto la pioggia battente e continua mi dimeno, sono soddisfattissimo, la gente mi ha acclamato, si è emozionata, mi tolgo la canottiera, ringrazio il Violettaclub, mi abbraccio con Hermann, ancora una volta autori di un grande lavoro in piena sintonia.
Ancora una volta io ed Hermann, dopo Carpi di due anni fa, con lo stesso copione; anche stavolta la collaborazione ci ha portati ad un tempo insperato.

Per me 2h 21' 34", 6° posto assoluto insperato e la consapevolezza che il lavoro svolto ha dato un ottimo risultato, grandioso per pochi secondi in meno.
Una gara memorabile, la pioggia non ha affatto sminuito la mia prestazione, forse la più sentita di sempre per le emozioni regalate e per le condizioni con le quali è maturata.

Mi ritengo fortunato di essere giunto tra i Top Six, chiamato sul palco per la premiazione tra gli applausi del pubblico, assieme ai migliori, assieme al Campione Italiano Migidio Bourifa.
Sorrisi, foto, balli e tremarella (si! per il freddo e la pioggia sopra la testa).
Ma che bello :D

La classifica:
1 - Migidio Bourifa - Atl. Val Brembana - 2h 14' 14"
2 - Mostapha Errebah - Pod. Savigliano - 2h 15' 31"
3 - Giorgio Calcaterra - Atl. Futura Roma - 2h 20' 56"
4 - Hermann Achmueller - Sudtirolen Laufverein 2h 21 24"
5 - Said Boudalia - Atl. Brugnera Friulintagli - 2h 21' 34"
6 - Filippo Lo Piccolo - Violettaclub - 2h 21' 34"
7 - Linus Nilsson - Enhorna IF - 2h 26' 21"
8 - Franco Pleniskar - US Mario Tosi Tarvisio - 2h 26' 37"
9 - Salvatore Nicosia - Athletic Terni - 2h 27' 22"
10 - Enrico Vivian - Atl. Vicentina - 2h 27' 33"

Le ore successive sono state terribili, la pioggia mi cade incessantemente sopra la testa, il cappellino zuppo e dopo tanta resistenza, si ritorna in albergo per una doccia speciale.
E' fatta, di ritorno a Palermo mi aspettano afa, serenità e una consapevole certezza che questa estate potrò dire la mia nell'imminente stagione in pista.

(Ringrazio come sempre Podisti.net per le foto messe a disposizione per tutti noi Runners :-)

giovedì 26 marzo 2009

Modding: Trasformare il K750i in W800i

Ci si stanca troppo facilmente dei telefoni cellulari al giorno d'oggi, vero?

Ormai vedo sempre più spesso la gente cambiare modello di telefono perchè si stanca presto, perchè vuole cambiare, essere alla moda, si guasta, ecc.
Quindi alla fine si ritrova sempre un nuovo modello in mano in meno di un anno.
... questo perchè ce la passiamo bene, no?

Non faccio parte di questa fetta di popolazione italiana che cambia cell. in continuazione.
Da oltre 2 anni posseggo l'ormai famoso Sony Ericsson K750i e tutt'ora lo ritengo un dispositivo formidale.

La fotocamera è eccezionale per essere un telefono uscito solamente nel 2004, il motore Java ancora attuale (tanto che i giochi nella risoluzione 176x220 fanno riferimento ancora a questo modello), è un eccellente lettore di musica mp3 con qualità audio ineccepibile, è piccolo, tascabile, la batteria continua ad avere durata elevatissima, non gli manca nulla.

Mai potrei metterlo a "morire" in un cassetto...

Eppure qualche pecca questo telefono ce l'ha sempre avuta...
In passato l'ho difeso strenuamente, ma qualche problema di firmware non ho fatto a meno di notarlo.
Più di un anno fa uscì l'ultima versione del firmware che migliorava la qualità della fotocamera e alcuni problemi legati al lettore mp3 con la memory stick, ma non tutto venne risolto.

1 - L'opzione della camera "automatico" in "Bilanciamento Bianco" non funzionava bene la sera e di conseguenza le foto in ambienti chiusi con illuminazione artificiale risultavano immancabilmente "gialle". Questo poteva passare, bastava settare il tipo di camera su "incandescente" e il problema era risolto.

2 - Al riavvio del telefono spesso capitava che perdeva le informazioni sulla Memoy Stick... Quindi la moltissima musica caricata era persa così come i programmi, giochi o savedata applicati su memoria. GRAVISSIMO.

3 - Il K750i essendo più un telefono urban-business-serioso (il che mi piace molto) non ha come la serie "K" quelle peculiarità che contraddistinguono la serie "W", ossia Walkman, più legata alla musica e ai giovani, con la possibilità di ordinare i brani secondo Album e Artisti. Il K750, pur avendo le funzioni base sviluppatissime (radio RDS, equalizzatori avanzati) si è sempre limitato a presentare un elenco dei brani caricati su Memory obbligandomi a dover scorrerlo tutto per trovare il brano desiderato. Se hai più di 100 brani risulta molto fastidioso questo processo di ricerca.

Poichè questo telefono corrispose al "salto di qualità" del brand Nippo-Svedese, continuò a produrre altri modelli similari sulla base di questo progetto.

Infatti con il K750i si passò dai vecchi telefoni a "modulo unico" nei quali svitando la scocca ci trovavi solamente un unico circuito elettronico nel quale venivano saldati i restanti pezzi quali dsplay, moduli per tastiera, moduli antenna, ingressi per auricolare e memoria, speaker dielettrico e microfono, ecc, a quelli a moduli "collegati" tra loro intelligentemente (tramite piattine) rendendo più funzionali ed economiche le riparazioni e l'assemblaggio.

Il K750i l'ho aperto più volte e l'ho visto smontare ancora più volte su svariati video, incrementando l'entusiasmo per la versatilità nell'averlo progettato. Possedere il manuale tecnico di smontaggio/assemblaggio è fondamentale per queste situazioni perchè non è mai scontato aprire un dispositivo, ma bisogna seguire esattamente rigide indicazioni.
Ma non voglio parlare di come smontarlo questa volta (o almeno in parte ;-)

Come accennato, sulla scia del K750i uscirono l'anno seguente anche il W700i e il W800i, noto come il primo vero telefono Walkman, porting della tecnologia Sony.
Il W800i possiede caratteristiche da lettore di files musicali, permettendo l'organizzazione della propria playlist in base agli artisti e agli album degli stessi.
E' possibile chiamare la funzione tramite il tasto dedicato centrale in maniera rapida.
La ricerca dei brani, la visione dei dettagli e la loro riproduzione è così ampiamente semplificata.

Ciò che risalta all'occhio è che i Tasti, la Scocca e l'Hardware interno del W800i sono assolutamente identici a quelli del K750i!
In poco tempo, i modder sono riusciti a trovare il modo per passare i files del firmware interno al W800i sul K750i, che può contenerli dato che la differenza tra le memorie interne è minima.

Non potevo lasciarmi scappare questa possibilità, imparare qualcosa di nuovo.
Studiando tra i vari forums, ho notato che esistono diverse opzioni, ma tutte confluiscono su un concetto importante: la sostituzione dei Files di sistema del Telefono.

I telefoni cellulari di ultima generazione sono costituiti da:

1 - File System Language
2 - Main Firmware
3 - Certificati (una sorta di impronta identificativa).

Il File System e il Main sono caratteristici delle Regioni di Applicazione del Telefono: a seconda del Paese o Nazione di diffusione vengono caricati quelli adatti. Infatti i telefoni che devono portare il Brand dell'operatore telefonico nelle varie fasi di caricamento, menu, ecc, hanno caricato i FS e Main creati apposta.

E' ovvio che questi contengono le icone, i suoni e le animazioni caratteristiche e conoscendo un poco i criteri di programmazione si può anche andare a modificarle (ma i rischi sono altissimi).
Esiste un programma che fa tutto lui: il XS++, facilmente trovabile in rete, nel quale basta richiamare i FS e MAIN adatti e procede da solo a fare la sostituzione.

Ma a me non è piaciuta questa opzione, venendo a conoscenza di un altro programma didatticamente più interessante: il FarManager.
Con FarManager, connettendo il K750i spento senza scheda e con una particolare procedura, si può visualizzare il contenuto totale di FS e MAIN originari e poterli manipolare (o sostituire come nel mio caso) a piacimento.
Si può scorrere tra le cartelle interne con estrema facilità e poter sovrascrivere il nuovo Firmware desiderato (purchè adatto).

Dopo aver verificato il CID del mio dispositivo che DEVE ESSERE: CID 36 (verificabile connettendo il telefono con XS++) e dopo aver caricato i driver USB di entrambi i modelli dei telefoni al PC si può lavorare con il Far Manager cliccando su: "Enter The Matrix" (WOW!)

Procuratomi i FS, MAIN e certificati del W800i EUROPE_5 (quelli che contengono la Nazione Italia) e seguendo una chiarissima guida di un bravissimo autore (chiamato Mr. Brown) ho sovrascritto e sostituito nella memoria interna il Firmware del W800i sul mio K750i acquisendo di fatto un nuovo telefono!
Non mi dilungo sui dettagli ma bisogna seguire alla lettera tutte le istruzioni oppure non ho idea di che fine possa fare l'amato kappino (... brick?)
E' innegabile la tensione altissima mentre vedevo scorrere le barre di trasferimento dei files sullo schermo del mio PC...

Ma una volta acceso e vista la nuova schermata di animazione, vedere il mio "nuovo telefono" è stata una grande emozione :-)
Fantastico, e così oggi posseggo a tutti gli effetti un W800i.

Temevo di imbattermi in qualche svantaggio, ma alla fine gli sviluppatori di Sony Ericsson a distanza di 1 anno hanno portato solo migliorie a questo insostituibile dispositivo.
Ho notato:
1 - Un caricamento dei files (musicali e non) molto più rapido, già da quando chiede se attivare la funzione Flight Mode (solo Walkman, telefono disattivato, non presente sul K750i).
2 - Correzione (finalmente!) del bug di cancellamento files sulla memory Stick all'avvio.
3 - Leggero cambiamento dei drivers della Fotocamera, ma non mi sento di dire che sia stata peggiorata, tanto è impercettibile la differenza. Anzi, la funzione "automatico" dell'impostazione "Bilanciamento del Bianco" è stata ottimizzata.
4 - Funzione Walkman acquisita, con tasto dedicato che va a sostituire quello delle scelte rapide (prerogativa del K750i) spostato facilmente su un cursore del joystick ;-)
5 - Motore Java (per programmi e giochi) potenziato, decisamente.

E potevo fermarmi qui?
Ho dato un tocco di "originalità" cambiando la scocca del telefono (facilissimo, basta seguire il manuale di smontaggio) in un rosso rubino acceso e relativa illuminazione dei tasti passata dall'elegante bianco al più consono rosso (è bastato mettere un cartoncino colorato tra i tasti e il piano tastiera).
E' o non è un Walkman adesso? Ci voleva l'Adesivo posizionato sulla scocca laterale sinistra, facilmente realizzato al PC.









Sarà difficile che cambierò telefono per un pezzo, sarebbe un peccato, ora che l'ho personalizzato è un pezzo unico :D

sabato 21 marzo 2009

Salti Mortali, in Via dell'Olimpo ;-)

(Consiglio di cliccare sull'immagine o salvarla per coglierne i dettagli salienti :-)

Il durissimo Treviso09-Training è giunto alla conclusione.

Non sono soddisfattissimo, ma pacatamente cauto.

E' la prima volta in assoluto che sono uscito completamente indenne dalla pressione che un carico simile esercita su un fisico seppur allenato, seppur adatto a determinati sforzi come il mio.

E' inutile dire che posso avere tutte le motivazioni di questo mondo, ma quando alle volte supero i miei limiti senza rendermene conto il fisico presenta puntualmente il conto.

Questa preparazione mi ha soddisfatto in alcuni aspetti, meno in altri.

1- Le 2h30' di lungo (e intendo ritmi seri dal primo metro, mai sopra i 3'50"/Km) sono state svolte 2 volte (per la prima volta) e senza l'assillo psicologico della parte finale, senza frenesia alcuna e con un buon finale soprattutto nella seconda delle due prove.

2 - Alcuni intermezzi per spezzare le costanti difficoltà giornaliere c'è stato, come il Memorial Raciti. Sono serviti di più a stare in compagnia e a resettare la testa per gli altri impegni, solitamente svolti in completa solitudine, solo io, il cronometro e i miei pensieri.

3 - Non ci sono stati momenti di grosse difficoltà, nè di sconforto: le giornate nei momenti più difficili sono scivolate via in maniera inaspettata; magari ricorderò quanti scherzi antipatici ha fatto il tempo atmosferico proprio durante i giorni di intenso lavoro, ma questo è un aspetto da comprendere senza farsene una ragione, specie in inverno!

4 - Ho dimostrato in un episodio che il lavoro sull'assetto di corsa è stato ben recepito dal mio fisico in quanto ho saputo spezzare in un giorno, improvvisato, i ritmi monotoni delle lunghe distanze con quelli frenetici della pista, senza traumi, senza fare una piega, per giunta con le Adistar Ride da lungo lento.
Questo percorso se è stato ben avviato mi potrebbe rimettere facilmente in carreggiata-pista subito dopo la Maratona di Treviso per puntare ad una primavera-estate costruttiva per la tecnica di corsa e l'utilizzo dei piedi ancora migliorabili tanto.

5 - Avevo iniziato questo inverno con i postumi di una infiammazione in zona adduttore sinistro (il dopo-Carpi...) che non accennava a diminure (figuriamoci aumentando il chilometraggio!). Dopo aver passato due brutte settimane per il riacutizzarsi di un antico dolore alla gamba destra mi lanciai con decisione all'applicazione costante dello stretching adatto alle zone inguinali e successivamente in fase di potenziamento al rafforzamento di lombari-addominali-interno coscia.

C'è voluto molto tempo e molta dedizione ma nonostante il continuo stress fisico sono arrivato a una fase di regressione dell'infiammazione agli adduttori che ha premiato la costanza e la saggezza (una volta tanto! :-) nel sapersi fermare al momento giusto.
Ormai il dolore è parecchio ridotto e i grossi sforzi non hanno creato più peggiorazioni del problema :D

Le ultime 3 settimane hanno rappresentato il culmine dello sforzo, come da sempre è una preparazione alla 42,195K.
Sono arrivato ad una situazione in cui i giorni dopo un grosso lavoro ho fatto fatica a correre e mi riprendevo solitamente dopo 3 giorni in totale, ma apparentemente più forte di prima.

Non è bello, comunque, sentirsi sotto terra sempre più spesso...

In tutto questo, purtroppo, da sottolineare la totale assenza di lavori esaltanti, eccellentemente svolti, fuori da ogni previsione: tutto secondo standard, tutto svolto bene ma senza picchi di risultati pur volendolo fortemente, pur studiando attentamente il profilo da tenere durante il lavoro successivo.

E' questa l'unica cosa che mi preoccupa.
E' anche vero che giungendo tranquillamente scarico le cose dovrebbero girare a mio favore, nel tentativo di migliorarmi.

I lavori lunghissimi da sempre li svolgo lungo le strade pianeggianti del Giro di Via Dell'Olimpo-ZEN: il giro, scelto da tempi lontani dal Coach si è sempre rivelato un eccellente banco di prova per qualsiasi tipo di prova, medio o fartlek con ripetute in corsa: un percorso meticolosamente misurato con la rotella metrica da me stesso (mi ci è voluta un'intera mattinata per realizzare l'opera :-) per un totale di 8,5 Km precisi al metro e individuabili ogni 500m per la gioia di qualunque fondista. Davvero minima la pendenza in alcuni tratti che si fa sentire ogni qualvolta aumenta la distanza da percorrere...
Unico neo il vento che spesso è presente per via degli ampi spazi che queste strade offrono, ma è un minimo dettaglio per chi cerca tanta strada da percorrere.
Tutto è evidenziato in foto, estratta sempre da Google Earth Portable. Dall'alto la creatura è un portento!
Consideriamo che per correre 30,125 Km bisogna effettuare questo giro per ben 3 volte più un altro giro più corto (si arriva in zona Euronics per poi tornare indietro aggirando lo spartitraffico presente - giro da 4,625 Km) - meglio non pensarci in questi casi.
Normalmente dopo il 2° giro viene il bello (o il brutto a seconda di come la si vuole mettere...)
Gli ultimi lavori sono sintetizzabili in queste prove:

Mercoledì 04 - Lungo di 2h30' ben realizzato, nessun crollo psicologico e mezz'ora finale attorno i 3'40"/Km, gestito bene come non mai :-)

Sabato 07 - Mattina: 20x500m (Pista) (R. 300m) - media finale 1'36".4 - ultimo in 1'32".6 (il migliore). Inizio lento anche causa uno schifo di tempo ma mi sentivo agile, poi il prosieguo del lavoro mi ha dato buone impressioni.
Pomeriggio: Medio 15 Km (Via dell'Olimpo): non avendo molto riposo ma sentendomi bene sono riuscito a destreggiarmi alla media di 3'22"/Km con ultimo Km in 3'08" (in leggera salita) - Meteo sempre schifoso, vento forte non proprio a sfavore.
Non mi lamento del risultato generale.

Mercoledì 11: [4000m + 4x1000m + 3000m (R.1000m)]+ 6x500m (R.500m) - Tot. 22,5 Km.
E' stato un lavoro molto intrigante ma nello stesso tempo duro da completare per intero, purtroppo il meteo ha continuato ad essere disgraziato regalandomi anche una giornata ventosa, fredda ma umida portandomi a sudare in maniera eccessiva.
Alla fine 12'59"-3'03"-3'08"-3'11"-3'13"-9'36" poi i 500m... deludentissimi... Il corpo sembrava che mi avesse detto: "Fili, basta, non mi va più! Torniamo a casa!". Non riesco ad andare più forte di 1'35"-37" (ed altri peggiori con vento contro) nonostante non mi fossi tirato indietro e con un 3000m più che positivo.
BOH??????

Sabato 14 - Medio di 30,125 Km, il picco della preparazione.
Partendo da solo, con cautela, e serenità mentale, riesco a realizzare 1h42'39", a 3'24".4/Km senza fronzoli, con finale in leggera progressione e con la tranquillità di poter proseguire.
La mattina non ero uscito di casa, mi sono riposato nel modo migliore, e le speranze di fare bene non sono andate vane.
E' stato un medio molto riflessivo, mai ho corso così tanto completamente da solo, gestendo al meglio le mie risorse psico-fisiche. Una bottiglietta da 1/2 litro poggiata al muretto mi ha aiutato a reidratarmi e non sono incappato in crisi clamorose. Canticchiandomi i Rise Against in testa tutto è scivolato facilmente, e considerando il carico massimo addosso non posso che stare ancora più tranquillo.
Gli altri giorni sono stati di lungo, sempre o quasi rigorosamente a ritmi attorno i 4'00"/Km al mattino a e 3'40"-50"/Km al pomeriggio.

Ormai è fatta. Il resto sarà poco o ininfluente. Sapere scaricare bene sarà il completamento di una prima parte di stagione che comunque mi ha riservato note positive.
Treviso è molto vicina, tornerò su strade a me note lo scorso anno, per provare a vivere una giornata da ricordare, per sempre!

sabato 14 marzo 2009

Centro Sportivo Marina Militare: Il mio approdo (parte 1)

Correva l'anno 2002

Un anno memorabile sotto molti aspetti.

Avevo da poco compiuto 22 anni quando ad inizio anno, decisi (per mia fortuna, poi, data la successione di eventi) di andare ad espletare il Servizio Militare di Leva.

Erano altri tempi...
La gente andava più forte, anche a livello amatoriale, a Palermo e ormai da parecchio tempo gareggiavo. La mentalità da "faticatore" era dentro di me radicata ormai.

Correre con tanti campioni mi aveva aiutato nella normale crescita atletica. Correre tutti i giorni anche e solamente il lungo con loro e a quei ritmi a volte "folli" mi è servito ad acquisire la mentalità che ho adesso.

Come tutti i ragazzi di questa fascia d'età, dai 18 ai 25 anni, l'ambizione era quella di entrare a far parte di un gruppo sportivo militare per poter provare a fare il professionista dell'atletica per un pò di tempo.
Non erano i tempi giusti, ahimè! E nemmeno per immaginare lontanamente una cosa del genere.

I limiti di ammissione erano più selettivi (e già erano più accessibili rispetto agli anni '80) e da poco stavo iniziando a dimostrare con qualche risultato i frutti di un costante e silenzioso lavoro svolto.

Uscito dall'Istituto Tecnico Industriale con un buon 60/60 a 18 anni, con tanta voglia di studiare ma con lo sport come stile di vita (correvo da assoluto da circa un anno), dopo diversi intoppi adattativi all'Università (che purtroppo rappresenta il seguito formativo dei Licei...) un brutto giorno venne la mazzata che mi portò ad una ferma riflessione:
Lezione di Fisica 1 - Il Prof.: "Ma io l'ho vista correre in Favorita!!"
...
Davanti a tutti i colleghi di corso e in piena lezione mentre passeggiava lungo la pedana.

Lo ricordo benissimo ancora oggi...
Poi all'esame, dopo avermi "mandato" più volte per vari motivi, in estate nel tentativo di superare l'esame a fine colloquio mi disse:
"Lei non può pensare di diventare ingegnere se non vuole stare sulla sedia a studiare seriamente - Le dò 18..."

Presi quel voto, uscii ferito mortalmente da quel colpo basso, punito solamente perchè mi aveva visto correre...

Da quel momento in poi pensai che la vita non era così equa e andai dritto allo scopo.

Cosa serve nella vita?
Il lavoro!
E cosa c'è di impedimento?
Il Servizio di leva (ero destinato a farlo per forza)!

Un anno dopo decisi di andare a svolgere il mio dovere da cittadino italiano.

L'anno 2001 era stato un perido di discreta crescita. I problemi di lentezza in pista persistevano e perenni, ma il motore 15'20" - 15'30" di ritmo lo faceva.

Poi a fine anno la fortuna di aver corso due mezze maratone ravvicinate in 1h08'58" (tempi identici!), di cui una era la Vittoria alla Mezza Maratona di Palermo (ne parlerò, chissà, più avanti).

La leva, senza appoggi, senza alcun aiuto, la svolsi per la Marina Militare cui ero stato assegnato.
Il periodo 2001-2002 fu per il C.S. Marina Militare il periodo di picco più alto mai raggiunto nella sua storia atletica. La squadra giunse in serie "A Argento" con un punteggio di tutto rispetto, grazie al lavoro realizzato da uno staff di Capi competenti e appassionati di atletica: si riuscì a creare dal nulla un gruppo di ragazzi volenterosi in un'arma non proprio interessata a questo sport.
Si erano create le basi per attrarre ragazzi a caccia di un sogno.

Durante il primo mese, nel Centro di Reclutamento a Taranto, tentai più volte di contattare il Capo A. L. (oggi mio ammiratore, allenatore di quel tempo e amico per sempre) riuscendo finalmente, ad avere il privilegio di poter approdare così lontano da casa: a La Spezia, in Liguria.

Per me fu il primo grande trauma.
La vita era durissima nel mese svolto a Taranto, ma ero talmente motivato e conscio di dovermi giocare poche chances che riuscì a fare le seguenti cose:

1 - Allenarmi dopo il servizio svolto tutte le sere dentro la caserma (e mica c'erano indumenti tecnici allora!). Ricordo come i commilitoni, gente "acculturata" mi lanciavano qualsiasi cosa dalle finestre. Ricordo il lavaggio degli indumenti a mano, nel lavandino ed ad asciugare nelle stufette...
2 - Superare il trauma, difficile, durissimo, di lasciare Casa. Ma le gambe non giravano più come prima... Ricordo un 10x400m in una pista di asfalto nerissimo da solo, senza anima viva intorno a me in un centro militare ricreativo lì vicino.
3 - Riuscire ad avere due permessi per poter correre i Societari Regionali di Cross per la mia ex "SBM Palermo" (con relativo stupore da parte degli altri commilitoni).
4 - Riuscire, a non perdermi il privilegio di partecipare al Trofeo S.Agata di quell'anno, partendo da solo la notte prima da Taranto e diretto a Catania tra Pullmans e Treni vari. La corsa era nel fine settimana, in congedo, un'avventura in piena regola, ma riuscii a correre :-)

E ricordo che a quei tempi il telefono cellulare era un'emergenza, non quotidianità...

Dopo invii di Fax, richieste e tentativi, finalmente riuscii a parlare con il Capo A. L. su un mio ingresso in Squadra e lui mi disse al telefono:
"Ti prendo, purchè mi corri il Challenge Stellina in Agosto e la Maratona di Venezia, importantissima per l'immagine della Marina Militare su cui evento stiamo allestendo una squadra".

Con queste poche parole, acchiappai l'occasione al volo, anche se mi avesse detto "Devi corrermi un mese nel Sahara" avrei accettato, pur di non finire per in un sottomarino :-(

E così, pochi giorni dopo, in Treno, giunsi a La Spezia, la mia dimora per i restanti 9 mesi di quel 2002 che ricordo ancora con tanta nostalgia.

Mi intimoriva iniziare l'avventura-Maratona così giovane, ma ormai ero dentro,

Enter The Matrix,

e da quel momento sarà per sempre mia la Maratona!

sabato 7 marzo 2009

La proposta Adistar per questi giorni freddi.

In inverno, uvunque ti trovi, prima o poi farà freddo.

Prima o poi verrà il momento in cui ci si deve coprire di più.

Negli anni '80 dove esistevano soltanto le felpone di cotone e i K-Way, l'unica soluzione era aumentare lo spessore degli indumenti per sentire meno il freddo.

Oggi, chi corre con regolarità conosce l'esistenza di una vastissima scelta di materiale tecnico per coprirsi senza soffrire queste gelide giornate.
Le diverse aziende sportive, a seconda del budget che dispongono, sfornano dai propri laboratori nuovi materiali sempre più performanti e interessanti, ma non sempre si rivelano un successo di vendite o di gradimento.

ADIDAS da diverso tempo, intelligentemente, lavora con i più interessanti ritrovati dell'industria chimica applicata al reparto tessile.

Il mercato del Running è molto curato dalla casa tedesca, da sempre.

Nelle estati scorse si era visto l'introduzione di applicazioni come l'eliminazione completa delle cuciture tramite un processo di "termosaldatura", poi scopiazzato nel running da altri noti marchi, e del favoloso X-Static antibatterico e antiodore in fibra d'argento piazzato nei punti di maggiore sudorazione come la schiena.
Questo inverno il problema dello spessore eccesivo e relativa protezione dal freddo è stato facilmente risolto con due fantastici prodotti:


1 - Adistar Long Sleeve Heat Live Tee

2 - Adistar Gore Tex Half Zip Top

La Adistar Long Sleeve Heat Live Tee rappresenta l'evoluzione naturale della sorella Tee Shirt estiva. Nei giorni di freddo con circa 8-10° C non serve correre con più indumenti addosso, ed è questa la bella novità.

La Heat Live Tee, infatti, propone nei punti più esposti al freddo come le braccia, il Petto e il Dorso una leggera maglina termica che isola con sorprendente facilità dal freddo e dalla pioggia leggera.

Ciò che la differenzia dalle altre maglie protettive è questa singolare caratteristica: incorpora a se e solamente nei punti di interesse caratteristiche analoghe ad un intimo tecnico.

E non ci si ferma qui: sulle clavicole e ai lati ci sono inserti in tecnico leggero per la normale traspirazione ed applicazioni rifrangenti, ormai immancabili in un capo tecnico.

Lungo la colonna vertebrale, seguendo il design del 2008, è presente un inserto in materiale leggero con X-Static termosaldato senza cuciture.

Tutto sagomato con criterio seguendo i lineamenti corporei secondo i canoni del Formotion.

Personalmente questa maglia è diventata insostituibile quando non ci si deve allagare di pioggia in queste fredde giornate mattutine o di tarda sera. Il senso di disagio o di raffreddamento nel caso in cui si becca troppa pioggia è parecchio mitigato dallo strato in più.

Provato, straprovato, ed Approvato!

La Adistar Gore Tex Half Zip Top rientra in una diversa categoria: quella dei capi maggiormente protettivi, quando fa freddo intenso.

La trovata di Adidas è stata quella di applicare il più tecnologico strato protettivo conosciuto, il Gore Tex Windstopper, applicato nella maggior parte dei casi nei capi per Outdoor e alta montagna, sui punti maggiormente esposti al freddo quali il Petto e le Braccia.

Il Gore Tex Windstopper è una membrana impermeabile che permette la normale traspirazione, che protegge dal vento, dalle intermperie e che non permette la dispersione del calore corporea.

Quindi, protezione totale in uno spessore minimo ;-)

Le restanti parti che compongono la Half Zip sono in tessuto elasticizzato molto traspirante e confortevole, sagomati secondo le linee del corpo (il Formotion).
Devo ammettere che non l'ho utilizzata parecchio questa felpa per correrci, dovevano esserci giornate a ridosso dello 0°C per metterla, ma in viaggio e durante i pre-gara è stata con me sempre :-)
Due ottimi prodotti, da sempre Adistar è la migliore proposta nel Running.

Anche questo inverno se si cerca quel capo particolare che non sia il solito Pile o la solita Maglia della Salute, Adidas non ha rivali, la funzionalità prima di ogni cosa!

lunedì 2 marzo 2009

Memorial Raciti - Unire Palermo e Catania con una Corsa contro la Violenza

Palermo, 28 febbraio 2009 - Ore 21:30.

Inizia qui l'avventura della carovana che ha portato un buon gruppo di atleti della Sicilia Occidentale (Palermo e provincia) a concludere la corsa che il mattino stesso aveva iniziato la carovana partita da Catania.

Mi spiego: la manifestazione intitolata in memoria dell'Ispettore Capo della Polizia di Stato Filippo Raciti, morto il 2 febbraio del 2007 a seguito degli scontri tra tifoserie avverse a termine della partita di calcio di campionato Catania - Palermo, ha voluto rappresentare come una corsa possa unire le due città percorrendo gli oltre 200 Km di strada che le dividono, diffondendo per le strade attraversate il messaggio di uno Sport privo di violenza.

L'idea, fortemente voluta dal Presidente della neonata società di atletica leggera, Scuola Atletica Berradi 091, è una delle tante iniziative per il sociale e per promuovere l'atletica sin dalla più giovane età già attualizzate nei pochi mesi di vita che tiene.
...Ma la più significativa fin'ora.

Non era previsto che dovessi partecipare.
... invece, con mio stupore, a pochi giorni dal via della manifestazione, mentre stavo correndo il lungo, mi venne chiesto dal diretto responsabile una mia possibile adesione a questo importantissimo progetto.
Non l'avrei mai detto che mi avrebbe più considerato, e invece...
"Lo sai che a queste manifestazioni partecipo sempre con il massimo entusiasmo" gli risposi.

E così trovai il modo per non stare a casa ed in piacevole compagnia anche questa domenica :-)

Come detto la manifestazione era partita sabato mattina dallo Stadio Massimino di Catania e ha visto tra i protagonisti della cavalcata verso Palermo atleti del calibro di Giuseppe D'Urso e Massimo Vincenzo Modica.
Gli atleti, scortati dalle forze dell'ordine, hanno attraversato le Strade Statali principali portando una fiaccola, sempre avanti a tutti, sempre accesa.

L'incontro tra le due carovane è avvenuto a tarda notte a Gangi (PA), accolti da una folla festante (non ci avrei mai giurato!).

Trascorsi gli auguri di rito, fatta qualche fotografia dell'evento e qualche saltello per il freddo (il paese è in alto, siamo vicini al Parco delle Madonie) il nostro gruppo ha preso in consegna la fiaccola.

Come detto sono entrato inaspettatamente all'ultimo momento.
In settimana mi ero subito gettato in un piano di lavoro importante, culminato con il primo Fartlek impegnativo da 24 Km in totale corso venerdì 27.

Non mi sto sentendo molto brillante ed infatti non è uscito niente di eclatante, anzi per come avevo iniziato sembrava presagire un disastro.
Così il dettaglio: 4K+3K+3K+2K+1K+2K+3K, Recupero 1K.

Il crono: 13'22"+3'41"+9'45"+3'48"+9'46"+3'48"+6'24"+
3'47"+3'13"+3'49"+6'25"+3'55"+9'55"
Tempo Finale: 1h21'43"
Media finale: 3'24"/Km.

Non va bene per diversi motivi: la media non dice nulla di nuovo, ormai dovrei puntare a uno standard inferiore se voglio puntare un pelo in alto.
I recuperi la dicono tutta sul mio stato: non sono riuscito a correrli più forte, nonostante ce l'avessi messa tutta.
Il tempo non mi ha aiutato: il forte vento in certi tratti in salita era proprio fastidioso, ma nel complesso spirava in punti a mio favore.
Punti critici sono stati nel 1.000m corso in salita e contro vento e nell'ultimo 3.000m con primo Km in 3'25" causa vento terribile (Via dell'Olimpo è apertissima e quando c'è vento...)
A fine allenamento il defaticamento è stato un dramma, troppa la fatica avvertita nelle gambe.

Sabato 28 mi sono corso due lunghi da 1h prudenti e a sera la partenza per la fiaccolata.

Mi aspettavo di correre la notte (sarebbe stato particolarmente... Knight Rider :-), invece non è toccato a me.
Venne consigliato di farmi correre gli ultimi Km di avvicinamento a Palermo, di mattina, per farmi riposare di più :-)
La notte, tra i vari atleti, presente anche Francesco (Violettaclub onnipresente), che ha regalato più di un'ora di eleganza in corsa con la fiaccola sfrecciante per le strade buie degli altipiani delle Madonie.

Tutti i ragazzi sono stati bravissimi e si sono impegnati per tutta la notte, correndo e alternandosi la fiaccola. In quelle poche ore di veglia sul pullman ho potuto notare la coesione e l'entusiasmo costanti.
La mattina, vicino Trabia, venne il mio momento.
Dato il ritmo lento mi resi disponibile a un'autonomia attorno le 2 ore, iniziando a correre con un gruppetto già attivo.

Attraversati i comuni di Termini Imerese e San Nicola, finalmente ho potuto avere l'onore di portare la fiaccola in mano.

Inevitabile: preso dall'eccitazione iniziai a correre al mio ritmo.
Pochi secondi dopo e già mi urlavano di rallentare...
Vabbene, è un giorno diverso dagli altri.

Ad ogni incrocio con le automobili nella Statale la fiaccola la portavo in alto, un messaggio per i giovani, indicavo la maglia che portavo addosso, la gente doveva capire cos'era questa corsa.
Per più di 1 ora ho portato la fiaccola, è stata una festa, una gioia, un bel ricordo.
Giunto a Bagheria, alle porte di Palermo, erano oltre 2 ore di corsa, ci aspettavano le autorità locali e lì ho terminato la mia avanzata.

Giunti a pochi chilometri dallo Stadio Renzo Barbera, pur avendo le gambe cotte, ci siamo simbolicamente rimessi in strada con l'ultimo e più simbolico dei tedofori: Totò Antibo, con il quale ci siamo diretti fino all'ingresso del Campo per concludere alle 14:00 esatte, tra gli applausi del pubblico, la nostra cavalcata all'insegna di uno sport più leale e più sentito.

Il privilegio, giustissimo, di entrare al centro del Campo con la fiaccola in mano è stato dell'immenso Totò, indimenticato atleta nel cuore di noi palermitani e della Nazione intera.

Per noi semplici pedine si proseguiva tra gli spalti per assistere alla partita, senza la presenza del pubblico catanese.
Che possa essere l'ultima volta di vedere un derby senza le due tifoserie.

La decisione è stata difficile, ma è stato tale il coinvolgimento da essere giunto sfinito allo Stadio, causa anche il caldo improvviso durante la mia performance.
Per me niente partita, niente 0-4 del Catania sul Palermo e niente corsa, almeno fino a lunedì.
Correre piano non è stato un bene per la mia meccanica di corsa, ho bisogno di riprendermi, ma alla svelta.

(Ringrazio l'ideatore dell'evento per avermi concesso questa opportunità)
(Ringrazio il Doc per la pubblicazione delle foto)
(A presto spero di aggiungere altre foto nel post)

NEW YORK CITY MARATHON 2010 (Foto Podisti.net)

NEW YORK CITY MARATHON 2010 (Foto Podisti.net)
PRONTI A PARTIRE...