41° New York City Marathon - 20° Posto Assoluto - 1° Europeo

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Un Sogno Ad Occhi Aperti...

venerdì 25 marzo 2016

A Pergusa Rombano i Motori verso la Milano Marathon!

Chi è amico non ti abbandona mai ;-)
Autodromo di Pergusa (EN) - 20 marzo.

Un anello, un circuito automobilistico di 4,950 Km con qualche chicane e completamente piatto a meno di uno scarso falsopiano con tanto di discesina, tutto intorno un lago che mitiga l'aria.

Un'idea geniale proporlo per una domenica come sede di gara podistica.
Al di la del risultato finale, mi auguro di tornarci a Pergusa a correre la Mezza Maratona, è un percorso ottimale per ottenere un risultato di alto livello, una gara così piatta sulla distanza dei 21Km difficilmente l'ho trovata in giro per l'Italia (ancor meno in la Sicilia).

Raccolte le forze per provare nell'impresa di correre il medio da 28-30 Km che mi ero prefissato dentro questa gara e poco sicuro delle mie capacità, vista l'ennesima settimana pesante vissuta con pochi risultati di rilievo, mi approccio la domenica della gara con molta calma e spensieratezza grazie al gruppo di amici con il quale mi sono diretto sul luogo di gara.
Non ero assolutamente al corrente di come si presentasse il Circuito automobilistico di Pergusa ed ero molto incuriosito visto che la giornata era iniziata con un bel sole splendente e poche nubi diradate nel cielo.
Immaginavo un percorso con interessanti sali e scendi molto tecnico, chissà perchè!

Partenza della Pergusa Half - Affollata!
Confesso a Michele Amato, giornalista di Sicilia Running i miei intenti ma nemmeno io stesso credo che riuscirò a farcela e visualizzo un arrivo stremato ed a fondo scala, sulla sola mezza.
Il ricordo di Agrigento era ancora ben vivo nella mente...

Inizio il riscaldamento molto lentamente perchè temo di sprecare energie sotto quel sole insistente... non avevo voglia di sudare ancor prima di iniziare la corsa e disidratarmi!

Dopo poche presentazioni di rito, alla presenza dei Campioni del recente passato, Massimo Vincenzo Modica e Francesco Bennici, parte la gara.
Durante il primo mini giro che introduceva i successivi 4 giri interi del Circuito automobilistico, cerco di restare nel gruppo di testa coperto.
Tra i possibili protagonisti figuravano per la prova di Gran Prix Sicilia, valida per il titolo regionale di categoria, Mohamed Idrissi, Vito Massimo Catania, Filippo Porto, Giovanni Soffietto, oltre altri validi avversari tra i più in forma al momento.

Temevo tutti, temevo me stesso e restavo coperto.
Noto con piacere che il caldo non lo avverto più di tanto e non mi surriscaldo là in mezzo grazie alle fresche folate di vento ed un'aria meno pesante di quella cittadina.
Il primo giro mi studio il tracciato e, come detto, noto una fluidità inaspettata che rende i quasi 5 Km rapidi e divertenti.
Primissime fasi di gara, resteremo solo in tre
Soluzione perfetta per un'organizzazione che si trova di colpo la completa assenza di strade da chiudere al traffico veicolare ed un solo punto di ristoro più che sufficiente.

Noto con piacere come questo circuito, immerso nel verde, per quella domenica sente solamente il "rombo" del motore umano, dalla scarpette veloci e scalpitanti e tutto intorno al nostro quartetto soltanto una piacevole quiete ogni tanto interrotta dagli incitamenti dei tifosi in zona arrivo a chiusura di ogni giro.

Il quartetto in quel momento, al passaggio del 1° giro era composto dal sottoscritto, oltre che da Catania, Idrissi e Porto, quest'ultimo galvanizzato dagli incitamenti, a tirare il gruppetto.
Non mi creava in quel momento fastidio il suo insistere e studiavo me stesso per capirne qualcosa.
Intanto, ero rilassato, correvo come se ci fosse una maratona in corso e visualizzavo l'arrivo della 21K come una sorta di passaggio a "metà gara".

Durante gli ultimi chilometri di gara...
Superato di poco il decimo chilometro e giunti al passaggio del secondo dei quattro giri del circuito, è Vito Massimo a provare a rinfrancare l'andatura, sospinto dall'incredibile incitamento della gente nei suoi riguardi, tutto dedicato (con merito) a lui.
Portava in mano dei fazzolettini ed era evidente che respirasse male, purtroppo i malanni di stagione alle volte possono inficiare una gara...

Il ragazzo dal grande cuore si mette avanti ma non resto da meno, sento lievemente alzare l'andatura ma ciò non mi dispiace, anzi fa sì che il più attivo fino a quel momento, F. Porto, inizi a staccarsi per poi lasciare definitivamente a noi tre il comando della gara.

Il passaggio al terzo giro, infatti, vede questa ulteriore novità e dentro di me mi preparo a tamponare un eventuale attacco.
Podio M35 :-D
Sotto un certo aspetto Vito M. ci prova ma desiste dopo qualche centinaio di metri e noto molti segnali positivi dentro di me che denotano grande rilassatezza, ben celati dietro gli occhiali adivista.
Il sole al termine della giornata mi regalerà un'ottima abbronzatura ma tutto sommato è stato gradevole e ben sopportabile, confermando che quella di marzo è la data giusta per organizzare questa corsa.

Entriamo nell'ultimo giro, gli ultimi 5K decisivi per la vittoria del titolo di Campione Regionale Master e si fa avanti Idrissi, dimenticato nel retro del gruppetto ma sempre presente e silenzioso.
Non mi ero dimenticato di lui, anzi era l'avversario che temevo di più e come previsto si pone avanti nelle fasi decisive.
Anche lui prova un allungo ma fallisce dopo qualche curva che recupero con grande tranquillità.
Il ritmo non è che fosse così incessante ma la mia mente era in modalità conservativa ma cosciente di buone possibilità... mi sentivo bene e non sapevo cosa sarebbe accaduto di lì a poco.

Ormai per il finale era fatta, avevo già visualizzato il punto esatto dove attaccare, quando i cartelli chilometrici piazzati verso la fine del giro segnavano prima 5, poi 10, poi 15 ed infine 20...
La folla di doppiati era sempre più varia ma non dava fastidio sorpassarli tanto era ampia la sede stradale e oltretutto davano colore ed incitamento a noi protagonisti.
Tutto ciò era bello, mi donava qualche speranza e l'ultimo chilometro si avvicinava, lentamente, troppo...

Idrissi in quel momento era avanti ma non faceva una piega, Vito forse non aveva più tante energie, chissà, fatto sta che al momento fatidico schiocco un attacco improvviso e con tutta la mia agilità: senza guardare più nè avversari nè orologio GPS vedo avanti la strada e probabilmente corro il primo 500m di attacco in 1'25".

Incredibilmente, non riesco a credere a me stesso, non sapevo in quale cassetto potessi tenere questa elasticità e questa velocità ma tutto ciò accade.
Vito Massimo mi incita da lontano e conseguentemente issa bandiera bianca.
Idrissi lo sento da dietro, i suoi passi sono vicini e temo abbia preparato il trampolino di lancio per la sua vittoria ma un chilometro è lungo.
Affrontata la folla dell'ultima chicane, a circa 400m dal traguardo, seppur con fatica continuo con un buon incedere e, come ai tempi migliori, vado avanti convinto della bontà del mio attacco.
Sembrava mi trovassi in pista quando invece era una pista da strada!

La folla si avvicina, del mio avversario più nessuna traccia e senza rilassarmi giungo felicemente al traguardo, vincendo!
Il tempo di esultare e proseguo avanti, sospinto dall'adrenalina e dalla positività acquisita: adesso entrava in ballo la fase due: ultimare il medio da 28-30 Km!

Ripercorro il giro, altri 5K, e per la prima metà le gambe bruciano vive dall'attacco sferrato pochi minuti prima: è dura procedere ma leggo 3'35"/Km sull'Adidas Smart Run Watch e vado avanti.
I doppiati mi incitano pur non capendo probabilmente perchè mi trovassi lì ma fanno enorme compagnia e nelle fasi finali del giro inizio a sentirmi meglio correndo sotto i 3'30"/Km.

Per gli amanti delle statistiche :-)
Entro dai Box e supero la folla che nel frattempo aveva concluso la corsa e decido di chiudere a 29K: mi toccava 1,5K avanti ed il ritorno "in contromano": avverto forte la fatica e trovo sofferenza laddove per i primi 20K di gara avessi provato sensazioni di grande rilassatezza.
Stringo i denti, il mio destino dipende dal GPS che avanza (nella sua reale attendibilità) e raggiunto l'obiettivo concludo finalmente l'impegno di giornata.

Contento del risultato, il momento della premiazione, in puro stile automobilistico è una festa e condividere l'unica giornata positiva dell'anno è una gioia.

Ci voleva come l'aria un giorno così, sembrava che il 2016 fosse iniziato in costante declino ed invece si presenta una speranza che accende delle reali possibilità di almeno non sfigurare alla Milano Marathon del 03 aprile prossimo.
Il profilo basso è d'obbligo ma, credetemi, non avevo mai bevuto dello spumante così buono in vita mia!

(Ringrazio Sicilia Running e le Società accorse alla Gara con i loro contributi fotografici)

sabato 19 marzo 2016

Sei un Orso?

Quale sarà il destino ad aprile, ci sarà una svolta...
Palermo, quasi vicini ad Aprile...

Quando entri nell'ultimo mese prima della Maratona ed il programma si intensifica ed infittisce, perdi la cognizione del tempo che puoi trascorrere nella vita privata.
Ovviamente, facendo altro mestiere nella vita, provare a doppiare gli allenamenti diventa difficile perchè ogni qualvolta che ti alzi al mattino ti senti sempre stanco abbastanza da non avere le gambe pronte e comunque i chilometri devi continuare a farli, insieme alle prove corse a ritmo maratona che ogni volta decretano dei verdetti che non si interpretano soltanto con le medie finali (fortunatamente non impresse sugli incerti orologi GPS ma attraverso i vecchi percorsi misurati, i più validi in assoluto).

Non hai voglia di farti la barba, non hai voglia di uscire la sera con amici (e mi dispiace per quanti di loro non ho frequentato ultimamente) e non hai tempo più per svaghi vari, per buona pace e pazienza di chi mi sta intorno.
Se tutto questo avesse delle giornate da ricordare potrebbe valerne la pena ed invece il dopo Agrigento Half è stato tutto più difficile, nonostante abbia messo davvero tanto impegno per tenere salda una condizione fisica altalenante causata spesso dalle condizioni meteo in Sicilia di forte umidità e sbalzi di temperatura al rialzo che forse non riesco più a reggere come un tempo...

Compreso che probabilmente avevo sfidato le mie capacità di recupero quella domenica ed amareggiato per la scarsa forza mostrata in salita nella gara agrigentina, mercoledì 09 marzo provo a fare un richiamo di salite con 8 x 500m di irta salita di Montepellegrino Scala Vecchia (recupero in discesa).
La temperatura era ottimale, gradevolmente fresca ma le gambe non ne volevano sapere di spingere tanto...
Quando volterò pagina dovrò ripartire con un consistente lavoro di forza con pesi in palestra.
Riesco a sentire buone sensazioni ed elasticità per chiudere un corto veloce di 5 Km leggermente sotto i 3'30"/Km.
Stanco e felice, un pò il concetto di cui parlavo sopra, quando riesci ad essere soddisfatto del lavoro svolto, nonostante tutto!

Ciò che servono in Maratona sono i chilometri, quindi proseguo le giornate con ampie uscite dove supero sempre la ventina di chilometri, ma devo tenermi soft per la sfida in Via dell'Olimpo di sabato 12 marzo con il suo bel giro da 8,5 Km: dovevo concludere un Fartlek da 25 K così distribuito: 4K - 3K - 2K - 1K - 3K - 2K - 1K - 2K (R.1K).
La sfida più grande e la più grande incertezza, non sapere come finirà...

Parto con discreta prudenza e passano un paio di chilometri prima che sciolga da uno stato di rigidità avvertito inizialmente: lontano dal mare e dalla forte umidità che quel giorno era elevatissima dalle parti di Mondello, non molto lontano da questo scenario di allenamento, copro discretamente bene il primo blocco di ripetizioni, concluse con un mille metri forte in leggera difficoltà per via del percorso in declivio.
Il successivo grande blocco iniziava con un altro 3K da correre forte.
Fino a quel momento i recuperi oscillavano attorno i 3'45" e considerato lo stato di forma non erano da buttar via...
Questa prova avrebbe messo alle spalle il grosso del lavoro e quindi era correre con la testa e con un tratto del giro tutto a favore.
La partenza è stata ottimale, ma durante tutto il lungo rettilineo che attraversa lo Zen inizio a sentire fitte varie al bicipite femorale ed al tibiale: la maledetta umidità aveva ricoperto di freddo i miei muscoli che soffrivano questo velo glaciale addosso: era più la rabbia che la determinazione in quel momento che mi facevano avanzare!
Riesco a coprire il 3K in 10'25", deludente per i vantaggi del tracciato, contro il 10'09" del primo blocco e non voglio mollare.
Un buon 2K sussegue una prova ormai da affrontare con la determinazione di chi non ha più nulla da perdere e, nonostante un mille metri quasi conclusivo in affanno, regalo tutto il possibile del 2K finale concluso in 6'52" (con passaggio in 3'30").
Stremato nelle energie, non posso fermarmi più di tanto per "correre" in macchina e cambiarmi: il tempo voltava al peggio ed il freddo umido cresceva: dannazione!

La media finale dirà 3'33"/Km che non è da buttar via ma penalizza fortemente la seconda parte tutto sommato ingrata rispetto alle belle premesse iniziali.
Ma un passaggio alla mezza maratona in circa 1h13'30" resta positivo, specie se corso in modalità Fartlek e comunque non troppo lontano dai giorni splendenti quando riuscivo sempre nel passaggio in 1h11' circa...
Se c'è qualcosa che non va in me non deve essere per forza il fisico o la mente, forse lo è la gestione e serve un cambiamento...

La settimana corrente visualizza un grandissimo appuntamento: la Pergusa Half Marathon di giorno 20 marzo.
Lì farò un tentativo di correre i 28 Km e ciò che vorrebbe raggiungere la mia mente è di lottare con gli avversari per il titolo regionale (cosa che gradirebbe tanto ottenere il Good Race Team) e proseguire con altri 7 Km lungo il circuito automobilistico di Pergusa (luogo di svolgimento della gara) motivato da vari doppiaggi.
E' una mission quasi impossibile ma almeno proverò ad arrivarci scarico.

Purtroppo la settimana non è stata delle migliori...
Martedì 22 un richiamo di velocità è stata forse la scelta più intelligente da fare, ottenendo scarsi risultati con altrettanto scarso impegno ho corso in Pista 10 x 600m (R. attivo 200m) in pieno buio per motivi lavorativi.
Le gambe non giravano e non avevano tanta voglia, ma nel semi-buio, baciati dai riflettori dello Stadio, ecco spuntare in 7°-8° corsia un mio amico che dà supporto, aiuto e speranza ai disabili con gravi menomazioni: insieme a lui c'era quella volta una giovane ragazza che tornava ad imparare a correre, grazie al mio amico, ancora in quella Pista e fino ad orario di chiusura.
Per me quella sera nella mia mente avevo una nuova eroina: quella giovanissima ragazza piena di cuore, coraggio e voglia di vivere, grazie allo sport, grazie al mio amico...

Come sperato, il giorno dopo le gambe giravano benissimo nel lungo e potevano anche sguazzare nel fango del Parco della Favorita in un pomeriggio di un felice diluvio: il freddo e la pioggia mi facevano correre forte e mi ero fermato ad 1h15' tranquillo e pimpante per approcciarmi all'altra grande prova settimanale: il lunghissimo di 2h30'!
Con il senno di poi, sarebbe stato meglio correrlo quel giorno di pioggia che ricorderò con felicità, mentre l'indomani, nonostante sentissi forte l'allenamento, le cose andarono malissimo.
La mattina del giovedì 17 volge al bello e metto i miei adorati occhiali da sole, il programma è sempre lo stesso, scendere a Mondello attraversando tutta la Città fino al Faro e proseguire fino al raggiungimento dei chilometri - obiettivo.

Non voglio dilungarmi, ma una volta raggiunto il faro, con buona determinazione e forse poca rilassatezza fisica e mentale (sentivo la responsabilità di fare bene) forse capisco che le cose si sarebbero chiuse male quel giorno.
Dopo 50 minuti, con un'aria caldo-fredda,
continue folate di vento freddo e completamente intriso di sudore, inizio a sentire disagio interiore, mentre la pelle correva con me intirizzita...
Giunto alle fatidiche 2h, nonostante avessi corso ancora bene sul cronometro, di botto la luce si spegne e ritengo sia più intelligente fermarmi alle 2h10' in forte deficit che proseguire strisciando...
Ancora una volta vittima del meteo e di un qualcosa che non riesco più a controllare a pieno e che mi sfugge palesemente di mano...

Non voglio fare la vittima sacrificale, è un momento difficile e credo ci sarà un svolta dopo la Maratona di Milano, comunque vada, ma adesso è il momento di affrontare la sfida di Pergusa e lì non voglio perdere!

mercoledì 9 marzo 2016

L'incubo della Valle dei Templi

Gran bella foto di L. Inguanta ma ahimè giornata di crisi!
Agrigento - Valle dei Templi - 06 marzo

Una settimana davvero esaltante, rovinata da una domenica che doveva essere il coronamento della stessa, magari con una gara dal finale poco brillante, che servisse come valido allenamento.
E invece una parola sola: annientato.

La mia vita da sportivo è stata sempre caratterizzata da prove difficili e da gare praticamente poco scaricate o volutamente affrontate sotto pressione.
Ho realizzato allenamenti dentro le gare che se li ripenso mi vengono i brividi, mentre invece oggi avere i brividi è diventata cosa rara.
Ed il mio caro amico Gas che tira fuori la battuta che sorride amara: "ma tu non vivi in antartide!", il che è vero, purtroppo, vivo in una terra che ormai non sa più cos'è l'inverno...

Eppure, come detto, era stata una settimana-super, guarda caso, più fredda delle ultime appena passate.
Quando c'è poco da temer il caldo, il mio corpo va in economia, non esborsa quantità di calore da "centrale di energia nucleare" e corro senza problemi per molti chilometri, ed è bello, e ritrovo la poesia del correre.

Mercoledì 02 marzo era il giorno perfetto per provare il lunghissimo di 2h30', il limite massimo per me che rappresenta circa i 37-38 Km di corsa ininterrotta.
Partendo mi sentivo rilassato ed avevo subito voglia di spingere.
Man mano che passavano i primi chilometri mi sentivo spumeggiante ed il clima attorno a me era fresco come raramente accadeva, tutto era perfetto.
Mi convinco di provare il percorso tra i più classici del genere, ovvero scendere fino a Mondello e raggiungere la riserva Naturale Orientata di Capo Gallo fino al Cancello del Faro omonimo e tornare indietro: in quel frangente lungo circa 20 minuti solo me, il rumore delle onde del mare del mio respiro e dei miei passi, bellissimo.
Risalgo fino allo Stadio di Atletica, sento di stare ancora bene nonostante il percorso sia meno che piatto ed alle 2 ore inizia ad imbrunire: temo il calo da un momento all'altro, invece realizzo che posso spingere di più e inizio a scendere costantemente sotto i 3'40"/Km fino alla fine, gestendo lo sforzo alla perfezione: erano secoli che non provavo a vivere i chilometri così bene!

Temendo che sarebbe stata una "sparata" settimanale e che nulla più avrei prodotto, mi tengo accorto nei giorni successivi ma venerdì 04 tocca ad un altra prova, che non voleva essere troppo impegnativa, e scelgo una "soluzione di comodo" per portare a casa i chilometri: 8 volte (1.250m circa forte + 1.250m recupero) eseguiti sul percorso di Parkrun di Parco Uditore, quindi ricco di curve e leggeri saliscendi su sterrato.
E' stato un venerdì da leoni, tant'è che non soffro mai alcuna di queste ripetizioni e nell'ultima tiro fuori un bel 4'09" più forte di una 15ina di secondi dai precedenti, più o meno sempre gli stessi.
Altra bella prova durata quasi 1h10' e sempre più ottimista, gambe allegre!

Ed eccoci alla domenica: inizia con una sveglia molto presto, alle 05:00 e senza tentennamenti, la mia trasferta agrigentina.
Con la compagnia in auto il viaggio passa più facilmente ma non è una passeggiata la tremenda Palermo - Agrigento con tutti quei cantieri aperti.
Arrivati sul lungomare di San Leone (AG), sede della partenza di gara e gran parte del percorso della mezza maratona, troviamo pochi attimi di relax ed una temperatura sempre più in crescendo, cosa che mi incuteva parecchio timore.

Alla partenza vedo tanti avversari e favoriti alla vigilia, più un irlandese sosio del celebre Ryan Hall, campionissimo americano appena ritiratosi dalle gare agonistiche.
Ed è lui a farsi pochi problemi nel tirare la corsa, che si trovi con o senza vento.
Perderà la gara sicuramente per questa spavalderia che comunque gli fa merito.

Il ritmo, incalzato dall'irlandese di stanza in Sicilia, è di circa 3'20"/Km che poteva essere tirato per me ma non troppo, e invece già da subito sento le gambe svogliate e con poca forza e agilità, brutto segno.
Il lungomare di San Leone nei suoi 6 Km di prologo sfuggono via e lo abbandoniamo verso il nuovo confine che è rappresentato dalla vetta della Valle dei Templi, situata in alto su di un percorso in leggero e dal continuo declivio.

Non appena la strada diventa più pendente, soffro il ritmo costante del terzetto formatosi (Dooley, Idrissi, Catania) e mi stacco in modo netto e deciso.
Non ci mette molto tempo nel riprendermi e staccarmi nettamente un saggio e pimpante Filippo Porto, portacolori Universitas Palermo, mentre gli altri avversari dietro apparentemente salgono sul mio ritmo che ai miei occhi appare disastroso.
In quel frangente, infatti, avrei voluto ritirarmi.

Eppure stringo i denti e provo a cambiar passo, cercando l'agilità, ma non dimentico che le gambe sono stanche e che forse non avrei dovuto correre tanto durante il venerdì ed il sabato.
Ma nel salire i pensieri fioccano ed il principale è portare a termine la missione, per il bene della Maratona di Milano, mio principale obiettivo.

Gli avversari letteralmente si dileguano e si involano al giro di boa in discesa; noto con piacere che l'irlandese era staccato in quel frangente, ma tornerà all'attacco in discesa ri-presentandosi sul lungomare per la fase finale avanti agli avversari prima della resa finale.
Passa il tempo e passano davanti a me i Templi che riesco ad ammirare con l'acido lattico negli occhi e, una volta raggiunto l'olimpo degli Dei del giro di boa e terminata la lunga ascesa di circa 3 Km, provo ad involarmi in picchiata e provare a riprendere almeno F. Porto, che non desiste e scende anche più forte di me.
In quel momento non volevo abbattermi, credevo in un improbabile recupero, ma il sole era sempre più forte ed il caldo sempre più opprimente: la mia divisa già grondava di sudore ed era un palese disagio..

Correre in discesa non è facile.
Podio di categoria, sempre gli stessi!
Le gambe non ne vogliono, neppure a scendere e quando la strada spiana le sento deluse, come se la "festa" fosse finita troppo presto, ma il peggio doveva ancora venire, ed erano gli ultimi sei chilometri, nuovamente di lungomare...
Ero solo, sconsolato e volevo ritirarmi, ma l'incitamento di tanti amici podisti mentre scendevo non poteva essere deluso così.
Ero sfinito e lo sentivo già, a 5K dal termine.

Vorrei arrivare il prima possibile a quel giro di boa ma è lungo e laborioso, sempre attorno i 3'44"/Km, una vergogna se ripenso a quel lunghissimo di martedì scorso...
Temo un altro sorpasso e di perdere almeno la quinta attuale posizione, un'altra onta e tramo il ritiro, proprio a meno tre dall'arrivo.

Vedo Idrissi involarsi verso la vittoria, lontano come non mai e mi chiedo dove fosse finito il me stesso di Aspra che gli era arrivato dietro di un metro in volata e con centinaia di chilometri in più sulle gambe.
Non vorrei darmi per vinto ma il caldo anomalo mi fa soffrire e spero in quell'ultimo chilometro che arriva e che mi fa sperare nella fine dello sforzo.

Finalmente, nella delusione di un giorno infausto, arriva quel traguardo e chiudo in un mesto 1h16' che mi fa piegare in due e mi fa riflettere, tanto.

Lo sforzo lo pago e non mi do pace: doveva essere una giornata completamente diversa ed invece ho pagato caro la tecnicità di un percorso ad eliminazione che ha premiato i più bravi.
Le apparenze spesso ingannano e stavolta ho scritto una pagina di questo sport legata dall'umiltà del gesto di un podista tra le più difficili di tutti i miei trascorsi legati all'atletica.
Non c'è tempo di domandarsi "perchè", è tempo di reagire e mostrare il vero carattere e la vera determinazione...

sabato 5 marzo 2016

Aspra...mente dura perdere così!

La partenza alla Borgata di Aspra
Trofeo del Mare - Aspra - il lungomare di Bagheria (PA) - 28/02/16

Corri i Campionati Italiani di Cross la settimana prima, l'euforia è alle stelle.
Parti, ti alleni con delle temperature sempre fin troppo elevate per il periodo, la maglia tecnica con fibre in lana ti aiuta ad assorbire l'umidità, ed era mercoledì scorso 24 febbraio, sul giro dell'Addaura massimo entusiasmo, le gambe giravano...
Cala il sole, il vento freddo è in Città, il disagio aumenta, mi chiedo "perchè soffro così tanto?"
E mi domando anche se davvero questo clima davvero anomalo qualche anno fa era eccezione e non la regola.
Sarei dovuto arrivare al Santuario dopo la lunga cavalcata sotto i 3'50"/Km dell'Addaura quando già dalle prime lunghe rampe di salita mi sento bloccato e non avanzo oltre metà monte.
Mi accontento, ancora una volta, con la coda tra le gambe nonostante quelli siano stati circa 1h40' di duro allenamento, non basta.

Dopo la prestazione non proprio esaltante dei Cross, dicevo al Presidente del Good Race Team che avrei dato l'impossibile pur di correre bene ad Aspra, perchè una risposta (su strada) dovevo averla, ad ogni costo, ma noto che l'elevato carico chilometrico spesso mi mette in difficoltà e questa può anche rappresentarsi con delle gambe pesanti negli ultimi 20 minuti del tuo Fondo Lento...

A corrente alternata scorre la settimana, con un altro impegno venerdì 26, che non voleva essere un grosso allenamento ma un richiamo di resistenza ai cambi di ritmo, un fartlek così strutturato: 40 minuti di Lungo impegnato, poi 8 x (2' Forte + 1' Forte e Recupero 1'), ed altri 15 minuti nel finale.
Non male, quando ti accorgi che le gambe non chiamano velocità ma solo costanza di ritmo, quando corri normalmente e quando spingi...

Non trovo soluzione di continuità a questa situazione che per molti versi rappresenta una rivoluzione anche per me, però spesso penso a quando correvo come si dovrebbe: sempre un gradino sotto il limite e con delle gambe veloci ed onnipresenti.
Voglio l'inverno, quello vero, che a Palermo non arriverà forse più, con pioggia e freddo che magari lo maledici pure ma ti fa correre più facilmente...

Good Race Team al (quasi) completo
Sabato prima della gara corro piano, senza scaricare più di tanto, penso alla domenica che sarà molto impegnativa e mi sento strano, senza energie, sarà stato l'impegno del venerdì, ma la vigilia inizia male...
Domenica mattino, fatta colazione leggera e svegliatomi con sensazioni positive, mi sento riposato e soprattutto, ho voglia di correre...
Si arriva nella piazza di Aspra, la zona del lungomare è già tracciata e spira un vento fortissimo tutto attorno a noi che non si rivelerà così pesante come pensavo...
Gli avversari sono tanti, il più temibile tra tutti è ovviamente Alessio Terrasi, il giovane runner di Altofonte che sfrutta queste gare come allenamenti: già sapevo che sarebbe stato un assolo da parte sua ed ero ben attento a non seguirlo.
Oltre al nobile Vito Massimo Catania ed a Mohamed Idrissi, si presentava la vecchia conoscenza dell'ancor giovane Tiziano Giammanco, anche lui scuola Ticali che meno di una decade fa ha abbandonato l'atletica quando era un giovane dalle grandi promesse nel mezzofondo veloce.
E' tornato e dopo poche settimane già corre forte... non conviene mai mollare!

La gara parte senza troppi ritardi e ben coordinata dagli organizzatori locali e del Gran Prix Sicilia delle corse su strada e dopo il primo rettilineo si abbandona la piazza e ci si immette sulla quieta strada luogo di medi e ripetute veloci degli allievi del Prof. Ticali.

Come da pronostici le gambe di Alessio girano velocissime e si viaggia molto forte: passaggio 3'00" il primo chilometro e già l'altofontino era avanti di una manciata di metri.
Lui passerà 9'14" ai 3.000m un tempo già forte di suo, di chi ha ritmi vertiginosi nelle gambe e scappa via...

Restiamo a giocarci la seconda piazza in tre, ma da dietro il gruppetto di Vito Massimo Catania incalza.
Il "passivo" di turno è Idrissi, lesto a star sempre dietro, mentre avanti resta Giammanco quando non trovo soluzione di continuità al mio ritmo.

Bello scatto di Adriana, posto avanti al gruppo!
Passo in 16'24" ai 5K ed è abbastanza lento, infatti dentro il gruppetto non riesco ad andare come vorrei ma appena incremento sento le gambe poco brillanti e poco reattive.
Infatti dopo poco reagisco ma il mio attacco è fuoco fatuo e dopo un forcing di un chilometro desisto e mi riaccodo con qualche difficoltà: i miei avversari non volevano saperne di cedermi il posto in prima fila!

Tutto questo rallentamento perfeziona il recupero del secondo gruppetto che però non si fa mai avanti a noi.
Capisco che potrei accontentarmi di un ritmo poco al di sotto dei 3'20"/Km ma non mi va di perdere...
Provo a stare avanti al gruppo ed a tirare ed all'ultimo rettilineo in andata verso il lungomare resto attendista passando alle fotocellule dei chip del giro di boa avanti.
Ormai restano meno di due chilometri e devo studiar la tattica, solo che le gambe pesanti restano e non mi aiutano in qualsivoglia reazione avversaria!

Avessi "scaricato" la gara sarebbe stata tutta un'altra storia ma non era il momento di rimpianti.
Giammanco parte all'attacco con una bella progressione e restiamo di nuovo in tre, sempre gli stessi.
Ai 500m finali parte la sua azione veloce e risolutoria che mi darà meno di 10 secondi di distacco: lui è veloce e si sapeva, io dimostravo di essere più che carico!
Idrissi mi passa, in mezzo alla folla dei doppiaggi, il rettilineo è ancora lontano.

Provo a stringere il distacco e ci riesco ma Idrissi vuole a tutti i costi il podio e taglia il traguardo pochi metri avanti a me...
Podio M35 :-)
Dovrò rimandare a breve la sfida con l'avversario, stavolta salirò solo a podio di categoria!

Al pomeriggio della stessa domenica, con le gambe provate dallo sforzo confesso che non vorrei staccarmi dal letto ma allaccio le scarpe e vado verso la Villetta dello Stadio.
Le ripetute verranno lente, 12 volte il giro da 815m con recupero 1'30" allo stesso ritmo della gara del mattino.
Ciò che più importava era portare a termine il doppio allenamento, una questione di saggezza e disciplina.

Almeno per quest'ultima domenica stavolta la mente ha avuto la meglio del fisico stanco e non è altro che la sostanza che spicca nella disciplina di Maratona.

Avanti, quindi, si entra i marzo e sarà un lunghissimo racconto prima di affrontare il gigante milanese!

(Ringrazio Sicilia Running e l'amica Adriana per la foto)

NEW YORK CITY MARATHON 2010 (Foto Podisti.net)

NEW YORK CITY MARATHON 2010 (Foto Podisti.net)
PRONTI A PARTIRE...