41° New York City Marathon - 20° Posto Assoluto - 1° Europeo

41° New York City Marathon - 20° Posto Assoluto - 1° Europeo
Un Sogno Ad Occhi Aperti...

sabato 31 dicembre 2011

Anno 2011 - Attimi Vissuti con le Racing Shoes

Un anno "intense green"
(Maurizio Crispi Photo)
Anno 2011 - giunto al termine, pieno di ricordi.

E' stato intensamente vissuto con poche pause e laddove ero stato costretto a fermarmi con gli allenamenti, ho scoperto un nuovo modo di vivere serenamente il recupero muscolare.
Ho trovato nuove amicizie, ho visto nuovi posti, fatto nuove scoperte, tutto all'insegna del mio arricchimento personale.

Meglio non farsi del male.
Era iniziato male l'anno, sospinto dal "vento freddo americano" che mi aveva dato gioia e soddisfazioni, quasi subito avevo archiviato il bel risultato del 2010 mettendomi sotto con gli allenamenti e trovando alcune risposte sul fronte della velocità.
Ma i problemi, tutti, non erano stati risolti e così complice le umide giornate invernali, venni colpito da una brutta infiammazione che per tanto tempo mi impedì di lavorare in salita e di forza.
Per una stupidaggine, una insidiosa sciatalgia non potei prepararmi al meglio: lezione imparata e al primo gemito di freddo, come in questi ultimi giorni dell'anno, coprirsi bene e ripararsi dal freddo risulta fondamentale.
Sarà che l'età avanza (lo dico sempre, ma per scherzo!), ma è bene evitare qualunque tipo di ricaduta che possa spezzare la catena della continuità...

La Boston Marathon la ricordo spinta a tutta nel suo culmine all'inseguimento di Hermann Achmueller attraversando la striscia lunga 100m urlante di Cheerleaders a metà gara.
Di lì in avanti sarà una lotta impari con tutti quei dossi continui come un Circuito a Corrente Alternata Sinusoidale...
Questo è il ricordo che ho in mente
del percorso più antico del Mondo
La realtà è che quando non puoi prepararti a dovere in gara quasi mai puoi pretendere la massima resa e più è dura una corsa peggio ti andrà a finire, come Boston lo è stata.
Boston resterà indimenticabile nel mio cuore per sempre e grazie al Caro Giuseppe, Manager d'oltreoceano.

Il Potere Rigenerante dell'acqua di Mare.
Lo so, non riesco più davvero a convincermi che esistano rimedi miracolosi.
Abbandonati gli integratori alimentari da svariati anni e ogni tipo di unguento o pomata e, peggio ancora gli antidolorifici, non ho avuto riscontri nemmeno con gli ultimi ritrovati della tecnologia medica.
Non mi era bastato il lungo periodo di inattività dei primi mesi dell'anno per rimettermi in sesto, troppi squilibri tra una gamba e l'altra e tra un appoggio e l'altro.
Ho voluto rientrare con forza e qualche gara di troppo l'ho pagata con l'ennesimo infortunio muscolare.
Sembrava che il 2011 fosse già da mettere in archivio e invece è stato l'anno della scoperta dei reali benefici dell'acqua di mare.
Il tormento alla caviglia destra era passato ma non del tutto, la scelta delle scarpe più adatte al mio chilometraggio ed il plantare ortopedico di una vita sportiva hanno pian piano fatto tornare tutto alla normalità.
Senza contare l'apporto fondamentale che lo stretching ha avuto nel recupero generale: mai più senza!
La consapevolezza di tutto ciò e la fiducia in me stesso mi hanno portato a questo ragionato tentativo, in riva ad una spiaggia, vicina vicina a casa mia.
L'acqua di mare mi ha salvato, per la Maratona di Messina (miracolosamente recuperata l'infiammazione al polpaccio) e successivamente per rientrare da quella brutta contrattura alla coscia sinistra causata dall'eccessiva foga nei primi giorni in pista.
Bastava qualche giorno leggero in più, altra lezione...
La riabilitazione è stata meno faticosa mentalmente correndo a mezzo busto in acqua e godendo il panorama delle prime giornate calde a Mondello.
Quello sarà tutto il mio mare, senza la folla esasperata della gente e con un azzurro pulito dell'acqua che tanto bene mi ha fatto.
Prima gara al rientro da pochi giorni, quel milleecinque da 4'04", Wow!

Maggiore qualità, obiettivo: diventare un mediocre mezzofondista.
Resta sempre il mio sogno, quello realizzabile, riuscire a chiudere un 1.500m perfetto da 3'57" circa.
Non credo che io sia capace di far meglio, ma mentalmente pronto e con una reale chance si può ottenere tranquillamente questo tempo.
Il Maratoneta vuole ancora sfidare i mezzofondisti che si allenano allo Stadio delle Palme ed anche questo mi auguro avvenga nel 2012!
La realtà è che davvero voglio ottenere migliori tempi in pista ma solo con la continuità di allenamenti si può arrivare a farcela.
Quest'estate è stata avara di risultati, nonostante avessi provato in tutti i modi di ottenerli.
Le gare ci sono state ma non ho mai uscito fuori il meglio di me nei momenti critici, come a Palermo, nell'ultimo 5.000m corso subendo l'attacco di Brancato negli ultimi 1.200m finali.
Il pensiero è rivolto sempre e comunque alla strada ai fini di ottenere la facilità di corsa.
Sarà fondamentale non interrompere questa striscia di continuità che sarà la chiave per ottenere i miglioramenti auspicati per il 2012.

Saranno questi i colori per il 2012?
Chissà...
(Pasquale Ponente Photo)

Personal Best, quando arrivi?
Già... poco o nulla prodotto in questo 2011 e come detto sopra dopo aver seminato tanto e bene, non ho portato risultati di rilievo: ritengo che la Maratona di Reggio Emilia sia delle ultime Tre Prove (insieme alla 10K di Lucca e la Cremona Half) la peggiore in termini prestativi.
Ho avuto più di un mese per lavorarci su e bene, tanti sacrifici fatti ma una fredda mattina mi ha preso alla sprovvista costringendomi a cedere il passo agli altri italiani (più bravi) fin troppo presto.
Una chance ci sarebbe anche immediatamente invece per la Mezza Maratona e si chiama Roma - Ostia: il peggiore evento (risultati alla mano) di sempre, sembra quasi mi porti jella questa corsa!
Ma il passato è lontano e altri due mesi di duro lavoro mi chiameranno al riscatto della sfortunata Cremona.
Sarei più soddisfatto se trovassi il Personale nelle distanze più corte: i pistard sono avvisati!

Maratona, sarai sempre al mio fianco.
Tanti anni a gareggiare ma mai l'emozione di una Maratona può essere sostituita da altre distanze.
La 42K è un mondo a parte, è una lotta per il dominio del proprio essere, una mente forte che lotta con un corpo che alle volte si rifiuta di andare oltre ma quando ci sono gli stimoli mente e corpo uniti fanno cose straordinarie.
E' accaduto troppo spesso che molte delusioni sono state tamponate da un traguardo tagliato proprio nella Maratona.
Attimi indimenticabili, indescrivibili, che non ti fanno pensare più ai ricordi negativi.
Sto progettando dei bellissimi eventi proprio nella mia distanza che, nonostante gli sforzi nelle altre distanze, non riesco a scrollarmi di dosso.
Già a gennaio sarò a lavoro per il prossimo evento fissato attorno ad aprile 2012 (per esigenze societarie); chiaramente ciò porterà a qualche altra rinuncia che ancora non conosco ma sarà così.
Il calendario FIDAL è sempre più intasato di eventi ma farò di tutto per ritagliarmi addosso degli spazi prestigiosi.
Con l'aiuto del "Manager" Giuseppe, e sarà dopo la Terrasini Half di maggio, la maratona autunnale che spero mi vedrà nuovamente allo "Start" d'oltreoceano.
Spero sia un'occasione vera per arricchire entrambi culturalmente e di esperienza, così come lo è stato a Boston...
Altre idee in mente... si ne ho tante, e se la salute mi assisterà vorrei concretizzarle ;-)

Un anno sfortunato per la squadra...
Ancora più uniti per il 2012!
Saranno 8 le casacche in "Viola" nel 2012.
Nient'altro che Violettaclub Lamezia Terme. Sette anni indimenticabili come quest'ultimo in questa Società di Vertice nel panorama dell'atletica italiana delle Corse su Strada.
Stiamo lavorando per rafforzare il Team con l'arrivo di nuovi elementi sperando di dare conferma al nostro gruppo, coeso e unito.
Resta convinta la speranza di ritrovare sul campo i nostri più sfortunati Campioni che tanto hanno contribuito a regalare successi, podi e piazzamenti alla nostra Squadra.
Partiremo subito fortissimo i primi due mesi dell'anno con i Campionati Italiani di Mezza Maratona e la settimana dopo (ma come potremo recuperare?!?) con i Campionati Italiani di Corsa Campestre.
Appuntamenti da non perdere, dove non conta l'individualità ma lo spirito di squadra, nostro vanto e marchio inscindibile per chi vuole essere dei nostri.

Tre Strisce, ovunque.
In qualunque evento, allenamento, gara, ritrovo, che sia in Italia o negli USA sono stato sempre felicemente accompagnato dalle Tre Strisce.
Adidas si è impegnata mettendo a mia disposizione in questi anni i materiali più avanzati per il Running e spero di aver fatto del mio meglio per rappresentarla, creando un legame portando Impegno, Agonismo e sana voglia di Sport come voleva Adolf Dassler.
Tributo ad Adizero F50 Runner, la scarpa migliore indossata quest'anno indubbiamente, messa a dura prova in qualunque distanza e terreno, finanche il Trail leggermente fangoso.
Una bella novità alla quale se ne affiancheranno altre associate alla linea Adizero sempre più votata e studiata per infrangere nuovi record.
L'anno olimpico presenta sempre novità di assoluto interesse e sono convinto che l'azienda tedesca, presenterà interessanti innovazioni.
Ogni calda giornata bagnata dal sole è stata sempre accompagnata dalle Lenti Light Stabilizing Technology di Adidas e mai più smesse, perchè correre deve essere sempre un'esperienza rilassante.  
Non è facile portare il marchio di un'azienda così importante e di livello mondiale; quando ero più giovane non ne ero e non ne sarei stato capace ed il peso della responsabilità è sempre presente.
Un grazie per tutti gli anni di supporto tecnico.

Coach & Vice Coach, come farei senza di voi?
...sempre la stessa minestra, soliti allenamenti, che noia!
Ma nemmeno per idea!
Non correrei così entusiasticamente se non fosse per il loro apporto ed il coraggio di provare nuove metodiche di allenamenti.
Noi ci alleniamo così, mettendoci in discussione tutti i giorni, che sia in Palestra, in Pista, con umilità.
Meglio lavorare sui punti carenti e mai come adesso l'apporto tecnico di Peppe sarà fondamentale per correggermi stilisticamente e darmi maggiore forza ove necessario.
Restiamo sempre un cantiere aperto, il Coach lo sa e nulla è cambiato, alla ricerca di lavori e scenari sempre stimolanti.

Gli amici, la famiglia, gli affetti.
America... Aspettami che torno!
LORO non mancano mai e non mancheranno mai.
Grazie a molte persone, a molti dei miei cari posseggo l'equilibrio e la stabilità che mi porta a realizzare tutto ciò che narro.
Giornate alle volte lunghe, lunghissime, stressanti, colme di impegni eppure il tempo per allenarmi, a qualunque condizione lo trovo sempre.
Molte scelte e decisioni che ho preso non avrei potuto realizzarle senza di LORO e senza il supporto anche morale di chi mi vuole davvero bene e che non finirò mai di ringraziare.
Nel cammino di vita ho incontrato tante persone ed alle volte ho cercato di avvicinarle a me senza risultato ma la verità è che sono i sentimenti più forti quelli che ti legano ad una persona e non gli interessi personali.
La strada del perdòno resta sempre la migliore da intraprendere e nessuno è immune da errori o scelte affrettate che portano a commettere gravi sbagli ma ormai il mondo gira davvero troppo veloce, forse sotto i 3'00"/Km e mai nessuno vuol guardare indietro ai suoi passi, come ogni tanto è giusto fare.
Lasciar libero il prossimo di fare le proprie scelte resta sempre la giusta soluzione; quando si è convinti di quel che si fa spesso non si è dettati dalla ragione ma dal nostro motore che ci pompa dentro.

La voglia di non mollare mai, di costruire un risultato con sacrificio e la costante dedizione non mancheranno mai per un atleta come me che della sofferenza ne ha ricavato un'arma, una risorsa, alle volte una speranza se giustamente interpretata.
Continuerò a parlare esclusivamente di corse, gare, allenamenti e continuerà così fin quando avrò fiato nei polmoni, per arricchirmi tecnicamente e portare alle tante persone scettiche del Running che mi leggerando, spero, un motivo in più per provarci.

Al 2012, allora, BUONISSIMO ANNO A TUTTI, lo scriveremo passo dopo passo!

(Riassunto "colorato" dell'anno 2011 grazie all'apporto degli amici fotografi Salvatore Torregrossa, Maurizio Crispi, Pasquale Ponente, Salvatore Clemente e di Podisti.net e Antonio Capasso per Andò Corri - Foto B. Fierro in viola che mi hanno permesso citandoli di narrare questi spazi con i colori della corsa, auguri a tutti voi di buon anno!)

giovedì 22 dicembre 2011

Ecotrail della Ficuzza 2011 - Chiudere l'anno nella natura

Bosco della Ficuzza (PA), 18 dicembre.

Ho sbagliato percorso 4-5 volte, sono riuscito a restare in piedi per miracolo, ho provato a recuperare posizioni per poi perderle nuovamente, mi sono disperato quando ho dovuto rifare lo stesso tratto peraltro in salita (!), ho urlato per l'eccessivo agonismo, ho smesso di contare le lunghe salite affrontate e giurato di non correrli mai e poi mai più questi Trail, eppure ti lasciano dei ricordi che mai da nessuna parte potrai vivere.

Giunto in prossimità dell'arrivo, tornando ad attraversare il rettilineo erboso per raggiungere la Residenza di Caccia di Re Ferdinando IV di Borbone, è stato un piacevole lasciarsi andare da ogni tensione e timore accumulato in quelle due ore di gara... quei pochi metri simboleggianti la fine in degno scenario di un anno andato via a suon di sfide.

Sfide sempre raccolte, e difficilmente prese sotto gamba, persino questa di Ficuzza che mi ha visto tatticamente un vero sprovveduto.
Mah, in fondo non è tutta colpa mia: avrei potuto seguire il gruppo dei primi ed accodarmi comodamente per non perdere la strada quell'infinità di volte che mi è capitato.
Persino da subito dopo il via, al primo bivio, seppur mi fossi dato il monito di correre con estrema attenzione, perdo immediatamente la strada la leadership corrente tirando dritto...
Sarà da quel momento Boumalik, un atleta marocchino di stanza in Sicilia da ormai oltre una decina di anni a vincere la prova con oltre 10' di distacco sul secondo arrivato.

Mi è bastato osservarlo come scendeva e perderlo di vista in pochi metri alla prima difficile pendenza in discesa per capire come si trovasse a suo agio in questi percorsi.
Di lì a poco sbaglierò nuovamente strada per una non corretta interpretazione dei segnali posti nel pieno verde naturale.
Quei piccoli segnali, le freccette, troppo imprecisi da comprendere (per me, intendiamoci!) quando c'era da scovare una stradina stretta o un secco cambio di direzione, specialmente quando ci si imbatteva a forte velocità.
Potevano sfuggire le sfumature, sbagliare interpretazione e ritrovarti in una strada già percorsa... frustrante al massimo!

In casi come questi conviene lasciare l'agonismo a casa e stare attendisti dietro chi è più esperto di te, ma non avrei ottenuto lo stesso nulla in quanto mi avrebbero seminato nella successiva discesa ripida, perdendosi dopo qualche curva tremendamente fangosa.

Non è disciplina adatta a me il Trail, laddove non trovi certezza nel passo o rischio di scivolare e farti seriamente male, anche una slogatura che possa metterti out per svariate settimane.
Chi vi partecipa a tutte le prove lo fa con il giusto spirito, che è comunque quello che ci accomuna a tutti tagliato il traguardo.

Inutile dire che per le tante volte che mi sono trovato arretrato e dopo aver allungato il percorso di qualche chilometro, avevo abbandonato ogni velleità agonistica.
Inutile, dunque, gettarmi nelle impervie strade pendenti di asfalto e ciottolato tanto lunghe quanto stressanti per schiena e ginocchia o tirare all'asfissìa le lunghe arrampicate (incontrate più volte nel percorso) da affrontare alle volte di passo a schiena piegata parallela al terreno...

Ad un certo punto, ho preferito correre a sensazione (e sempre quasi esclusivamente da solo: o troppo avanti in salita o troppo scarso in discesa per i miei avversari) e arrivare il prima possibile dato che la percezione del freddo aumentava sempre più.

Gli altri sono più adatti, più abituati all'occhio, maggiormente capaci di distribuire il peso dello sforzo di un stradista come me che appena vedeva un poco di strada percorribile e non fangosa vedeva "rosso" e partiva a caccia di qualcuno, qualcosa.

Rispetto allo scorso anno, a tratti, ricordavo i paesaggi e le situazioni differenti che nuovamente sono accadute come in un film già visto ma di cui non si ricordava l'intricata trama.
Non c'erano i fiocchi di neve nel punto più alto del percorso (quota 800m di dislivello max circa) ma le sterpaglie, i roveti, le ferite sulle gambe, il laghetto, la buia galleria, gli escrementi animali (ovunque, pure nei posti più impensabili), la ricca salita fangosa, le discese piene di buche e trappole varie.
Maggiore era il freddo, pungente, non potevi stare fermo ad attendere le premiazioni, dovevi muoverti per riscaldarti, anche dopo un Trail così pesante!

Pesante ma davvero potenziante il Trail.
Preso con le dovute distanze e senza mai strafare, ne esci immediatamente rafforzato.
Il Podio di Categoria con il caro Amico
Vito Massimo Catania
Già il giorno dopo, in una Palermo caduta nella morsa del freddo e della pioggia (di lieve entità) correre sui facili sentieri del Parco della Favorita era una bazzecola.
Anche gli acciacchi della recente Maratona Reggiana erano stati assorbiti nel migliore dei modi, come se tutto quel tremendo saliscendi fosse servito a massaggiare i muscoli stressati dall'intenso e continuo sbattere ripetuto dei piedi sull'asfalto.

Il Trail è bello, interessante, piacevole e rilassante.
Non ne potevo più, nemmeno ricordavo quanto fosse duro e faticoso, arrivare è stata una liberazione.
Chi corre tutte le prove è davvero un asso; l'Ecotrail della Ficuzza tra l'altro è uno dei più "morbidi" come difficoltà...
Da provare nella vita, una volta; vorrei non mancare l'appuntamento del 2012 per la solita brutta figura di fine anno e... sorriderci un pò su!

AUGURI DI BUON NATALE A CHI MI SEGUE O A CHI SEMPLICEMENTE PASSA DI QUI PER CASO!

(Ringrazio Maurizio Crispi per le belle foto nei favolosi scenari del nostro patrimonio boschivo naturale della Sicilia).

venerdì 16 dicembre 2011

Maratona di Reggio Emilia - Tutto il Possibile

E' la voglia di non arrendermi che mi tiene così vivo!
Reggio Emilia, 11 dicembre.

Torno a casa a mani vuote, fuori dalla Top Ten e dal podio degli Italiani per un soffio, dovrei essere rammaricato con me stesso e invece vedo all'orizzonte che verrà (tradotto, l'anno 2012) maggiori prospettive e aspettative.
Tanti aspetti di me stesso vorrei analizzare, sperando di riuscirci.

L'organizzazione di una corsa è decisamente il cuore di una Manifestazione.
Se Reggio Emilia è diventata la 5° Maratona in Italia per numero di partecipanti, vuol dire che lavorano sodo e lavorano bene.
Con il campo di partecipanti così vasto ed il numero di italiani competitivi presenti non ha avuto nulla da invidiare ad un Campionato Italiano Assoluto (mancavano ovviamente i migliori in attività ma la qualità c'è stata lo stesso).
Il percorso di per se lo definirei "rustico", in quanto si attraversa quasi esclusivamente la campagna reggiana passando per paesaggi a mio parere splendidi perchè ti ispirano pace e serenità, doti da mantenere salde in gara.
Non incontri molta gente né ho potuto constatare tanto calore dai pochi ad osservare la corsa, ma proprio questo "clima" così particolare non l'ho mai incontrato altrove.
Osservare da lontano le distese pianure di campi coltivati o i vecchi ruderi del posto ti fanno tornare dentro alle antiche imprese degli atleti di un tempo.
All'arrivo, tutto il necessario per trovare calore, attenzioni e recupero psicofisico; se infine aggiungi la proverbiale cordialità della gente emiliana, non posso che essere rimasto soddisfatto da una Maratona molto tecnica, molto valida e che spero di riaffrontare un domani.

Al sabato, a parte la presentazione degli atleti Top al Palasport, non ci sono state molte emozioni.
Ho cercato di mantenere la calma fino alla partenza, senza voler sentire particolarmente le emozioni suscitate dall'evento di per se importantissimo.
Ero preparato, lo sapevo, ma volevo anche imparare da quel giorno a controllare la mia emotività.
La verità è che l'emotività non deve essere controllata ma che la giusta energia va incanalata nelle diverse fasi di gara.

Gli avversari erano di primissimo livello; di gente straniera forse, fin troppa e pochi di loro dimostreranno un livello elevato a traguardo tagliato.
Così, conoscendo bene le difficoltà iniziali del percorso, decisi che la cosa migliore da fare sarebbe stata quella di rimanere nel gruppo "dei rimontanti" trainato dall'esperto del percorso, Gianluca Pasetto (7 partecipazioni per lui).

In gruppo eravamo in cinque, con i lombardi Canaglia, Vaccina e Venturoli a completare il nostro gruppetto di "Chasers".
Si, perchè a lungo siamo stati diligenti inseguitori da molto vicino di questo gruppo di africani (con i soli ungherese Kovacs e Corrado Mortillaro a "sbiadire" il colore della pelle di quel gruppetto) che non si volevano decidere di cambiare marcia.

La strada avanzava bene, i parziali non si discutevano affatto, sempre regolari, con Pasetto e Vaccina decisamente più propositivi di altri, me compreso che ogni tanto affioravo dal gruppo per provare a tirare del mio passo.

Prima della partenza non sapevo se avessi commesso un errore scegliendo di presentarmi così leggero vestito, ma all'inverso temevo un eccessivo surriscaldamento che mi ha fatto pendere per la scelta presa.
Non è stata alla fine la scelta migliore, purtroppo alla partenza erano 7°C e si intravedevano delle pacate schiarite.
A metà gara il cielo si coprirà nuovamente lasciando inalterato questo clima che di per se non era freddissimo ma con il tasso di umidità presente (nelle campagne è chiaramente maggiore della Città) ha condizionato in negativo la mia prova.

I primi 15K passano facili, nemmeno sentivo "il peso" della pendenza e fino al passaggio alla Mezza Maratona in 1h11'08" tutto sembrava regolare, fin troppo...
Non provavo il "fuoco" della Gara importante, c'era qualcosa che mi teneva fin troppo a freno.
Sarà stato il freddo persistente che non diminuiva nonostante l'avanzata delle ore, ma i pendii si facevano sempre più marcati.
Si scendeva e successivamente si risaliva con piccoli strappetti che si ripetevano ciclicamente e così, attorno al 25°K, lontani dalla civiltà e dopo aver attraversato qualche piccolo centro abitato e un parco, l'autentico protagonista della giornata inizia a mettermi in difficoltà.

Tommaso Vaccina resta sempre in testa a tirare e nessuno gli toglie la leadership.
Il Nazionale di Corsa in Montagna si esalta in questi lievi saliscendi e proprio quando essi volgono al termine, in un tratto rettilineo di lievissimo pendio, sento fastidio ai glutei e inizio a irrigidirmi muscolarmente.
Non controllo più bene il passo come qualche chilometro prima e la corsa non è più fluida.
Passa veramente poco prima di staccarmi, pochi metri che diventeranno più di un centinaio entro il 30°K.

Ripenso a tutti i lavori pesanti fatti per preparare l'evento, i lunghissimi tecnici sui saliscendi del tratto di Mondello, il fartlek con quei 45 sprint in salita, la preparazione in palestra tenendo d'occhio i dorsali; eppure proprio il giorno più importante lo strano cedimento.
Ripensandoci a lungo, non vorrei che il clima freddo unito agli shorts inesorabilmente bagnati, arrivati a quella distanza, abbiano provocato una simile reazione.

La gara passa immediatamente al livello "difficile" proprio al 29°K quando avviene la frattura dal mio gruppo che si allontana.
Mancava poco prima dell'inizio della seconda fase di gara, quella che dal 30°K porta fino al traguardo, con pendenze prevalentemente in discesa.
Non mi perdo d'animo.
Da lontano osservo il passo a braccia aperte di Tommaso che mette in riga tutti e provo a rilanciare con la massima decisione.
Il ristoro del 30°K mi vede solitario a prendere la borraccia: fase di riflessione prima di una lunga discesa stretta e ricca di curve.
In quei pochi tornanti i miei avversari li vedo allontanare e mentalmente non lo tollero: stringo i denti, le mani iniziano solo in quel momento a riscaldarsi.

Correre a 3'20" - 3'25"/Km è sempre più difficile ma non posso cedere, i deboli mentalmente lo fanno!
Sarà stato il mio ultimo trampolino di quella giornata, ma l'aver visto Mirko Canaglia staccarsi nel momento in cui Vaccina creerà il vuoto attorno a se involandosi in una epica impresa al 4° posto assoluto con PB di 2h19'48" (e sorpasso a pochi metri dall'arrivo a danno di un altro avversario!) mi dona altre energie, laddove correre diventava sempre più difficile.
A fatica lo raggiungo ma è più facile staccarlo; i quel momento il duo Venturoli - Pasetto era più vicino che mai.
Si entra in un lungo rettilineo in sterrato, provo a correre nell'erba per non perdere aderenza, a cambiare passo, renderlo più agile ma resto sempre irrigidito.
Ormai è caccia aperta, mai più guarderò per terra e voglio crederci.

Negli ultimi chilometri di gara si entrerà per un vasto parco dove ci saranno le pendenze in discesa maggiori: sarebbe dovuto essere 3'15" il ritmo in quel momento ma a fatica manterrò il mio 3'25" circa.
E' ormai l'atto finale e lo avverto: i miei due avversari diretti spariranno in quelle curvette strette del parco e un poco mi rassegno al fatto che non li avrei ripresi più.
Giunti al 40°K ormai ne mancavano due soli e si entrava in Reggio Emilia Città: lungo rettilineo, peraltro in discesa (se non per un cavalcavia pesante per quel finale di gara) ed entro in preda a qualche crampo.
Dico dentro di me: "Non importa, se hai dai tutto adesso!" ma all'ennesimo tentativo di aumentare il passo la gamba più tribolata dice "basta" e rallento.

Ormai il tifo "tiepido" della gente si ascolta da lontano e l'arrivo è a tiro, non mi resta che sprintare per cercare di scendere sotto le 2h23' ma non ci riesco per un soffio.

La 20° sofferenza è terminata e inizia la 20° gioia indescrivibile:

2h23'03" - 11° ass. - 4° ita.


La Serie, come sempre ogni 5K: 16'44" + 16'49" + 17'04" + 16'53" + 16'29" + 17'00" + 16'55" + 17'36" + (7'33")

La nota più positiva è che il tanto temuto freddo unito all'eccessivo sforzo non mi abbiano provocato alcuna crisi respiratoria come accadde a Cremona, ma il risultato resta quello non tanto auspicato.

Non si accampano scuse, i migliori sono stati gli altri italiani che sono arrivati davanti e che hanno fatto ottimi risultati.
La classifica compattata a partire dal 6° posto mi lascia comunque conscio del fatto che non era facilissimo interpretare questo percorso dandomi speranza ad un futuro ritorno per la "rivincita" sul cronometro.

Adesso è tempo di riposare, staccare con i bigiornalieri, gli allenamenti oltre l'ora e cercare di unire il divertimento della corsa alle festività natalizie imminenti.
Per cercare di chiudere l'anno in serenità e ripartire prontamente con i futuri impegni che tanto lontani non sono!

(Ringrazio Podisti.net per l'ampio e puntuale servizio fotografico della manifestazione)

mercoledì 7 dicembre 2011

Percorso Netto!

E' ora di allacciare le scarpe! (Foto Archivio L. Stella)
Palermo, 07 dicembre.

E' fatta, giungere al termine della preparazione di una Maratona è alle volte più soddisfacente di correre la Maratona stessa, o comunque parte integrante del successo (o insuccesso).
Da troppo tempo non mi riusciva di chiudere con successo il lungo e tortuoso percorso ricco di insidie che può offrire una meticolosa preparazione per la distanza.
Abbiamo doppiato, tanto;
abbiamo esagerato, troppo alle volte;
abbiamo messo da parte ogni impegno agonistico...
Domenica 11 dicembre sarà l'ora della verità, anzi sarà l'ultima mezz'ora della verità a darci risposta se avrò acquisito la resistenza e la velocità tali da giocarmi la mia gara fino all'ultimo.

Ciò che importa è che con il Coach siamo stati capaci finalmente di rimetterci totalmente in carreggiata portando a termine ben tre preparazioni ad eventi differenti fra loro (10K Lucca - 21K Cremona - 42K Reggio Emilia).
Ecco il perché l'aver allungato (con piacere) la stagione agonistica 2011 che per me finalmente prenderà respiro e spensieratezza nelle ultime tre settimane che resteranno a salutare un anno comunque ancora una volta ricco di belle soddisfazioni.

Per motivi differenti è ancora chiaro nella mente quel periodo "di rottura" del 2010 che innescò in me una serie di rallentamenti nell'agonismo che, grazie alla mia esperienza ed alla voglia di lottare sempre ad ogni difficoltà, mascherarono degli avvicinamenti alle maratone fin troppo zoppicanti...
E allora, che ben venga sfogarsi con un bel pennello (storia troppo lunga...) e dare quella mano di bianco salvatrice nell'occasione della New York City Marathon 2010... sarà stato anche quello il segreto di quella fortunata edizione?
Ma dopo breve tempo i nodi vengono al pettine e così fu per Boston che rimarrà per sempre nel mio cuore ma che in tanti hanno dimenticato e che comunque l'ho corsa con tutto me stesso e con tanto coraggio.
Ma... preparazione fin troppo insufficiente :-(

Grazie Angelo Battaglia - Fotografo
Ecco il perchè dell'essere tanto contento di essere giunto qui, alla fine, avendo fatto tutto quello che il Coach ha saputo esigere da me, cercando di gestire giornate o coppie di giornate che hanno sfiorato la saturazione dello sforzo.

Ci sono, ancora a dire la mia, a voler soffrire per raggiungere il risultato a non sentire il peso di tali sforzi...
Nelle ultime settimane, complice la mia amata Città che mi apre le braccia a mattini lievemente freschi, ho trovato facilità e leggerezza anche nel reggere le doppie sessioni.
Chiudere al mattino, in quel viale della Favorita di ritorno a casa, con il sole tiepido che ti bacia la fronte e innestare la marcia in più, in agilità, è stata l'introduzione alla giornata lavorativa affrontata nel modo migliore.

Mancava soltanto una cosa che mi attanagliava: quanta velocità ed agilità avessi perso...

Nell'ultima dura prova dell'Ora in Pista, non potevo che rimanere perplesso sul fatto che il motore non riuscisse ad andare oltre i 3'20"/Km o che in certe giornate fosse pesante affrontare anche il banale lungo lento.
Segnali non proprio allegri, ma giustificati da un elevato chilometraggio settimanale, ormai giunto a regime da tempo.
In quest'ultima settimana dal 28 novembre al 04 dicembre, abbiamo iniziato ad allentare la corda con soli due lavori, peraltro leggeri svolti in pista.
Mercoledì 30, tra l'altro in condizioni di "emergenza" oraria per via di una pesante giornata lavorativa, sono riuscito a correre delle ripetute discrete, anche con l'aiuto del fresco dell'ora tarda.
Nel buio e nella solitudine della Pista ormai quasi abbandonata da ogni podista, ho affrontato 2 x 2000m + 2 x 1000m + 4 x 500m (R. differenti) dando finalmente una svolta a gambe e piedi.
La serie: 6'17" + 6'18" + 2'59" + 3'03" + 1'25" + 1'26" + 1'28" (spengono totalmente i riflettori della Pista ---> Grida di "gioia"!) + 1'25".

Foto Archivio L. Stella
Da troppo tempo non spingevo così tant'è che il giorno dopo subirò la strigliata con un lento "lento".
Ma si sa, bisogna attendere per vedere il meglio, così al venerdì sarò talmente pimpante e attivo da voler chiudere la giornata di lungo lento con un bell'allungo di 400m... buonissimo segno!

Sabato 03 non lo dimenticherò facilmente: doveva essere una sciocchezza di lavoro, senza andare a cercare chissà cosa ma non mi sarei aspettato tale reattività.
Fartlek (500m Forte + 400m Piano + 400m Forte + 400m Piano + 300m Forte) X 4 Ripetute (R.2').

Da come avrei affrontato i recuperi si sarebbero capite molte cose ed anche le ripetute, dinamicamente con i recuperi stessi potevano risultare più lente del previsto e invece...
Basti pensare alla serie con cui questi 2.000m sono stati portati a termine per darmi un quieto ottimismo:
6'14" + 6'17" + 6'14" + 6'11", recuperando attivamente attorno 1'20" - 1'23".
L'ultima è stata chiusa molto forte, con un 300m in 49".
Solo con le Adizero Adios le puoi fare queste cose... bisogna avere una "chiodata stradale" ai piedi per ottenere tale reattività.
E' stato come tornare all'estate trascorsa in pista... per una sola ora :-)

L'ultimo lavoro, banale "routine" e come da tradizione, senza alcun minimo di applicazione ed in completa agilità con le belle Adidas F50 Runner che per l'importantissimo evento saranno parcheggiate a casa (o in hotel) di 8 x 600m (attorno i 3'00"/Km con scarso impegno... mi seccava allenarmi!) chiudono la preparazione ed aprono la via a tante belle speranze.

Reggio Emilia emetterà un risultato, ma non un verdetto: le mie certezze hanno ritrovato basi profonde!

mercoledì 30 novembre 2011

E' ora di Riposare! Alla 24 Ore del Sole!

Adidas AdiViz - Più Giallo di Così!
Palermo, 26 novembre.

E' stata la settimana più intensa, più difficile e meglio gestita di tutte.
Superata questa, ormai si tratterà di tenere alti i ritmi un altro poco, diminuendo (finalmente) i carichi.

E' pur sempre un rischio forzare tanto, anche se nel caso di preparare una Maratona si tratta di correre, correre e correre.
Paragonando ai carichi intensi in Pista, si può immaginare la scena del giovane che dice al proprio allenatore: "mi fanno male troppo i tendini, che faccio?" e lui corre lo stesso l'ennesimo lavoro di ripetute veloci...

Tornando allo specifico, non è stato facile gestire tanti allenamenti, spesso doppiati al mattino presto e tanto intensi quanto di difficile recupero: mai come adesso qualche ora di riposo in più è stata fondamentale per ritrovare la giusta lucidità.
Siamo passati attraverso fasi di eccessivo carico: se non mi fossi fermato nel lunghissimo narrato poco tempo fa, l'infiammazione in zona adduttore avrebbe fatto una strage e non nascondo che spesso tanti allenamenti così pesanti hanno celato brutte insidie, superate discretamente.

Ma chi non osa non può vincere le proprie battaglie.
Per me, ancora una volta, la battaglia è quella della 42K, non è più un caso...

Il dopo - Maratona di Palermo di domenica 20 è partito molto soft: dopo aver chiuso il pomeriggio di quella domenica con carburante zero nelle gambe tant'è che non sono stato capace di concludere il lavoro di ripetute programmato, i giorni 21 e 22 sono serviti a riprendere fiato ed energie.
E così, nel secondo lungo del martedì, ho visto le gambe progredire da sole ritrovando una vitalità inaspettata nel buio della strada di ritorno: era evidente che il duro lavoro fosse stato assorbito positivamente con una corsa leggera e nello stesso tempo reattiva ai piedi.

E' stato un sentirmi bene con me stesso che mi ha permesso di realizzare un altro lavoro dalle grandi difficoltà: il Coach per mercoledì 23 ha inserito un fartlek all'antica con cambi di ritmo in salita tra i più duri mai corsi.
Sotto i riflettori gareggiare ha un altro effetto...
Dopo 20' di riscaldamento, via per i sentieri di "Dallas" laddove di aspettavano 10 x 100m salite pendenti (R. discesa).
Successivamente e senza soste, 15' di lungo a ritmo forte (sarà stato sui 3'45"/Km) nei sentieri limitrofi.
Ed ecco il punto centrale: nuovo fartlek combinando le 3 salite in zona "Dallas" (recuperando in corsa nelle più brevi discese) da ripetere 5 volte: in pratica circa 5 x 3' di alto sforzo comprensivo di ben 15 salite in rapida successione.
Ammetto che a quel punto non correvo più fluido il lungo da 15' che a denti stretti ho gestito sempre sui 3'45"/Km.
Inizia a far buio, l'ora di corsa è superata ed altri 10 x 100m di salita mi aspettavano: spingere era ormai di vitale importanza, con quali forze non saprei...
Per ultimo, provando a spingere anche verso il ritorno dal Parco alla Pista, avrei dovuto chiudere con 6 x 500m (R.300m) ma dopo 1h48' e tre disastrose esibizioni da 500m in pista ho alzato bandiera bianca...
Esaurito ma consapevole che tanto lavoro così duro non l'avrei portato a termine se non in discreta condizione...
Il perchè dell'aver comunque chiuso l'allenamento con un accenno di sorriso :-)

Non è bastato molto per recuperare dallo sforzo e sempre due giorni di lungo tutto sommato tranquillo, in attesa di affrontare la sfida più accattivante: il doppio impegno del sabato 26 in vista della 24 Ore del Sole.
Inserito in staffetta da amici avrei dovuto sfruttare lo stato mentale - agonistico che mi avrebbe imposto il medio da correre in Pista.
A quel punto era normale che il primo lavoro sarebbe stato svolto rigorosamente al mattino!

Fasi finali della prova dell'Ora in Pista
Partito di buon'ora, alle 08:30 del mattino e con belle sensazioni, lascio le Adizero Adios a casa e metto le più comode Adizero Boston ai piedi: serviva portare a termine il lavoro senza troppi stress!
Non avevo fatto i conti con il caldo che nell'arco di 1 ora ha invaso la Villetta adiacente lo Stadio dove ho corso 6 x 2.045m (R.2').
E' stato quello l'avversario più difficile, con una temperatura che in un cielo terso stava incrementando ancora di più.
Ma non mi sono abbattuto e soprattutto non ho esagerato troppo accontentandomi di chiudere le ripetute anche con qualche secondo in più.
Nel finale del lavoro un eccessivo carico ai polpacci mi aveva fatto cambiare assetto di corsa prediligendo un passo più radente contro quello alto da Pistard.

La sequenza: 6'43" - 6'37" - 6'41" - 6'44" - 6'45" - 6'51".

Doccia-Pranzo-Riposo la sequenza rapida di un sabato importante sotto ogni aspetto.La mia frazione prevista per le 19:30 dava ampio margine di recupero ma il carico era sempre in agguato.
Mi sentivo ancora bene, ma le gambe le sentivo "fluttuanti".
Questa volta il clima era cambiato, ma non era migliore di quello del mattino: temperatura non troppo bassa, percezione del freddo esagerata, umidità alle stelle.
Al mio cambio, parto senza spingere: primo 1.000m è 3'18" circa.
Continuo di quel passo, i giri si susseguono al ritmo della musica offerta dalla manifestazione e dai gentili incitamenti dei runners delle 24 Ore che correvano nelle corsie esterne alla Pista.
Tra 1'19" alto e 1'20" basso tiro bene fino ai 40' quando inizia a sopraggiungere la fatica di una giornata intera.
Gli incitamenti non mancano, negli ultimi 10' tiro il possibile, ma è sempre per tener salvo il giro a 1'20".
Non volevo o non potevo cambiare ritmo, fatto sta che in extremis riesco a chiudere la Leadership dei frazionisti a 45 Giri (18K) e la media dei 3'20".
Contentissimo ma a fine serata gambe pesanti come il calcestruzzo (e chissà perchè mi viene in mente questo paragone...).

E' stato difficile operare la scelta, ma solo sentendomi discretamente bene, l'indomani domenica 27 ho provato a correre le Due Ore di Lungo.
Troppo rischioso si, ma era fondamentale per il Coach che le corressi, anche stando sulle gambe, senza cercare ritmi.
Così, immerso nella piena quiete domenicale, ho corso tranquillamente poco sotto i 4'00"/Km la prima ora, ma la successiva non è stata di facile gestione, complice una sensazione di svuotamento generale causata dall'eccessivo impegno del sabato.
Nessun guaio muscolare insorto, tant'è che ero molto più elastico di tante altre volte a terminare il Lungo, ma ad 1h55' ho dovuto mettere la freccia e accostare...

Dura settimana questa, i prossimi due giorni saranno di relax e recupero psicofisico in attesa degli ormai ultimi lavori di rifinitura prima dello scarico.

(Ringrazio M. Crispi per le foto)

giovedì 24 novembre 2011

Alla Maratona di Palermo non puoi mancare!

Questa è Palermo!
Palermo, 20 novembre.

E' l'evento di atletica/podismo più atteso da tutti in Regione.
Persino chi ha fatto delle scelte differenti e correrà la Maratona altrove, nell'imminenza, ha voluto essere presente, approfittando della chiusura del traffico per farsi una piacevole corsetta lungo i viali della Favorita unicamente aperti alla folla colorata di Runners.
Ovviamente per i non iscritti... senza intralciare l'avanzata dei tantissimi atleti muniti di pettorale!
Chi corre abitualmente ha la sensibilità giusta nei riguardi di una manifestazione e sa quando deve mettersi da parte, anche con le biciclette e senza invadere il percorso.

E' stato sorprendente vedere schierati al via e realmente classificati podisti di svariate Nazioni, attratti evidentemente dalle bellezze culturali e paesaggistiche della mia splendida Città, una volta tanto chiusa al traffico!
Di contro, purtroppo, dobbiamo ancora una volta coprirci la faccia di vergogna per i soliti ripetuti episodi di quella gente che non ha voglia di lasciare l'auto a casa la domenica quando dovrebbe sapere benissimo che questa manifestazione porta turisti, visitatori, e... conseguentemente aumenta il giro di affari per la Città!
Ancora una volta testimone atterrito di tale ignoranza cittadina...
Il mio caro amico, tutti i giorni la sua competenza e
simpatia la trovate in negozio...
 

Quello che non sopporto è che la stessa gente china il capo quando un'area pubblica di strada grandissima viene chiusa alle auto al momento che si deve giocare al pallone... a quel punto sarei io stesso infastidito visto che ogni volta mi viene negato l'accesso allo Stadio delle Palme!

Non è con le polemiche che un evento può crescere, ma i fatti parlano e Palermo è una Città che piace tanto, nonostante tutto.
E' chiaro che allo stato attuale è difficile affrontare i due difficili giri del percorso che si presta da sempre insidioso anche per via delle alte temperature rispetto alla media degli altri paesi ed il forte tasso di umidità.
Ma attraversare il polmone verde di Palermo libero dal traffico delle auto, passare per la Palazzina Cinese e dentro Villa Niscemi e godersi tutto il Centro Storico unico nel suo genere... non può lasciarti che bei ricordi impressi.

Dobbiamo vendere bene il nostro stesso prodotto... la nostra Città, e solo con la giusta accoglienza la gente che viene da fuori tornerà volentieri il prossimo anno e magari non necessariamente in occasione della Maratona.
Civiltà e buona educazione... si inizia da queste basi, a partire dalle "nuove generazioni"...

Pettorale n.15 e... grazie ai presenti alla presentazione!
Dal sabato delle presentazioni ufficiali alla domenica della gara, è stato bello parlare e appassionare di running tanta gente nuova.
E' un punto di ritrovo la Maratona, ti saluti con tanta gente che, per motivi diversi o per orari diversi non vedi da settimane, mesi.
Provi a scambiare consigli e opinioni con chi magari è alle prime armi, con gli occhi luccicanti di chi non ha mai visto la corsa sotto questa luce, questi colori, questo ambiente.

La mia corsa, domenica, è durata poco e tanto mi è dispiaciuto che quasi tutti non sapessero del mio ruolo di lepre per la manifestazione.
Trovatomi avanti sin da subito al via, ho impresso il mio ritmo che molta ritrosia è stato recepito dal gruppetto keniota con dentro il bianchissimo e leggerissimo Alessio Terrasi (CUS Palermo) giovane vincitore della Mezza Maratona in 1h 09'58".

Sempre avanti di quei 30m che mi vedevano isolato davanti, superato il 10°K, nel tratto di ritorno in discesa nel Parco della Favorita, i keniani hanno aumentato il passo in modo esagerato, raggiungendomi.
Se il mio crono dava il chilometro 11 in 3'04", immagino che siano scesi sotto i 3'00" gli uomini candidati a giocarsi la vittoria.
A quel punto, nonostante avessi esortato i ragazzi a starmi a seguire (magari a 3'07"/Km) per altri 2K, vistomi passare con tanto impegno, ho desistito chiudendo l'allenamento lì, all'incrocio di Viale Del Fante.

Poco prima del via...
Un pò di passerella, una mano d'aiuto ad una mia amica per qualche chilometro e via a casa dritto dritto verso il riposo previsto prima del "secondo round".
Al pomeriggio, in Villetta, non sono andato oltre un 5 x 1230m (R. 415m) causa l'eccessiva stanchezza accumulata in quelle ore.
Tanta strada accumulata, decisamente!

La settimana corrente, dal 21 al 27, si preannuncia ulteriormente difficoltosa e preannuncio un altro tentativo di "doppio" impegnato, nell'occasione della staffetta della 24 Ore del Sole.

In questa occasione, così come è già avvenuto ampiamente con un minuto di applausi in suo onore, si correrà nel ricordo del compianto Mario Ferrara, sperando di vincere nel suo ricordo la speciale classifica della 24 x 1 ora.

(Ringrazio Maurizio Crispi per le Foto ed il Fotografo Salvatore Clemente per la splendida foto in Via Libertà; Trinacria Palermo per il lungometraggio fotografico :-)

venerdì 18 novembre 2011

More Powerful

Palermo, novembre 2011.

Vista la New York City Marathon in TV e dopo aver assistito "attivamente" da spettatore alle diverse testimonianze di atleti/atlete a me molto cari/e, seguendo live le loro performance, la voglia di riscatto sale vertiginosamente.
La Maratona è sempre un evento speciale, cui sarà difficile staccarmi nel futuro: qualunque motivazione ci sia dietro un obiettivo del fondo/mezzofondo, non arriva mai a sovrastare le correnti emotive che trovi nel cercare di preparare la 42,195K.
Quest'anno "sono stato bravo" perchè in fondo in fondo anche se è mancato l'exploit, tutti i targets sono stati comunque raggiunti dignitosamente e senza mai sfigurare.
Quando si parla di Maratona, il livello si innalza e di molto, forse a fronte dei sacrifici sostenuti, ben maggiori dell'ordinario e comprensibili solo dai pochi competenti praticanti...

Partito da una base discreta, non ci voleva certo l'intoppo della brutta influenza che ha colpito lo stomaco, debilitandomi non poco.
Ci sono voluti diversi giorni per riprendermi e tutta la settimana dal 07 al 13 è stata un'incoraggiante escalation verso la via della normalità.
Non mi sono perso mai d'animo ma quando le gambe non si alzavano da terra e tutto mi girava intorno (giornate intere le ho passate senza poter toccare cibo o quasi...) non era certo confortante, ma... avevo le scarpe da corsa nuovamente allacciate!

Noncurante del recente passato, ci siamo rimessi immediatamente in tabella di marcia e ci siamo riproposti con un ultimo richiamo potenziante mercoledì 09: questa volta il Vice Coach Peppe ha lavorato sulle carenze ai glutei, dorsali e addominali con esercizi tanto semplici quanto divertenti quanto... micidiali!
A completare l'opera il Coach ha voluto 10 x (2' Forte + 2' Recupero Attivo) che hanno impiattato una giornata che avrebbe recato conseguenze altisonanti.

Evviva l'esperienza sul campo, della serie: "Non dimenticare le cause scatenanti dei peggiori infortuni"...

Il giorno dopo iniziarono ad imperversare i dolori sparsi tanto intensi quanto insopportabili per correre decentemente.
Fu così che decisi di spostare il Lunghissimo delle Due Ore (il primo dopo il malanno) al venerdì.
L'inizio avvenne cauto, molto Diesel e, decidendo di scendere a Mondello giugendo al Faro di Capo Gallo, iniziai a progredire leggermente affrontando la via di ritorno al Parco attraverso i dinamici saliscendi del percorso della Montagnola.
Questa preparazione inizia a coinvolgermi sempre più: ho deciso di affrontare i percorsi più tecnici e difficoltosi durante i lunghissimi proprio per ridare sostegno e robustezza alle gambe.

Quel venerdì, purtroppo, non avevo fatto i conti con le insidie muscolari del potenziamento e, nonostante una resa sempre migliore, nell'ultima mezz'ora ho dovuto desistere per un'intensificarsi di un dolore sopraggiunto in zona adduttore che a breve sarebbe sfociato in una seria infiammazione...
Stop immediato e la via di ritorno sui miei piedi cheto cheto senza sentir più parlare di corsa da quel momento in poi...

Incidente di percorso, quello, risolto il giorno dopo con un'oretta leggera quanto sollevatrice: dopo una serata intenza di stretching e massaggio nella zona, l'irrigidimento della zona è andato via e con esso il dolore.
Fossi stato il "cocciuto" di una volta avrei smesso di correre per chissà quanto tempo...

Domenica 13, quindi, ero pronto per il primo vero grande lavoro di Fartlek come da troppo tempo non accadeva: 3K - 2K - 1K - 3K - 2K - 1K - 2K - 1K - 0,5K - 0,5K (R. 1K) ---> Tot. 25K.

Il duro lavoro paga e la soddisfazione di una resa eccellente fa tornare da subito il sorriso con una chiusura di allenamento a testa alta e braccia alzate.
Mi sento solido immediatamente e la prima "tripletta" 3-2-1 cerco di correrla senza mai dare il meglio, che sarebbe subentrato dopo.
Il lavoro era lungo, pesante e mai avverto tale peso, come se stessi passeggiando in Via dell'Olimpo.
Non escono fuori parziali record (ma è da tanto tempo che non lavoro in pista e sulla reattività in generale) ma nulla a che vedere con la facilità di corsa nei recuperi, quasi tutti assestati sotto i 3'40".
Si riparte da qui, più solido, più potente e si deve far meglio.

La serie: 9'38" - 3'31" - 6'36" - 3'36" - 3'17" - 3'38" - 9'51" - 3'36" - 6'39" - 3'43" - 3'17" - 3'36" - 6'37" - 3'45" - 3'15" - 3'39" - 1'37" - 3'38" - 1'34" ---> 1h 25' 08" (3'24".3/Km)

La settimana Pre - Maratona di Palermo (che correrò in veste di Pace del gruppo di testa... spero!) si sta svolgendo all'insegna dei chilometri e del carico sempre più difficilmente da sostenere...
Il lavoro successivo al Fartlek, recuperato discretamente bene, è avvenuto al mercoledì 16 con 25 x 400m (R.1') "quasi" tutti in pista.
Causa una lunga giornata lavorativa, ancora una volta, l'allenamento è stato posticipato quasi a ora di cena e un pò scarico alla fine sono rimasto costante sui 1'11"/giro, un pò insoddisfacente per quanto ero convinto di essere in condizione.
Ma è chiaro fossi condizionato da una giornata non propriamente "da atleta"...

Verranno tempi migliori, intanto a chiudere la settimana un lunghissimo di Due Ore e Mezza - Serissimo con la speranza che tutti questi chilometri diventino la mia routine, quella necessaria per correre oltremodo rilassato anche nei momenti decisivi che avverranno il fatidico giorno 11 dicembre...

Ma ora prepariamoci per la festa dello sport (a parte le solite figuracce procurate dai "palermitani d'Elite") per il lungo viale della Libertà...

(Ringrazio Podisti.net per la foto).

venerdì 11 novembre 2011

Punto Tutto sul Tricolore

Palermo, mese di novembre.

Sarebbe stato "più facile" andare a correre la New York City Marathon ma alla fine è una frase scontata.
Tra l'altro un brutto virus intestinale mi ha impedito di "stare in piedi" tanto sono stato male.
Ed ora sono in ripresa dopo tre giorni di patimento, proprio nell'ultima settimana della NYC Marathon vista in TV (il prossimo anno, potendo, cercherò di vederla da canali americani, magari registrata!).

Ogni anno l'organizzazione degli eventi di alto livello cambia e così sarà anche per l'imminente 2012.
Anche gli stessi "progetti importanti" da provare a realizzare il prossimo anno vanno già pianificati adesso, almeno in bozza.
Tant'è che il passaggio 2011 - 2012 praticamente non ci sarà in base alla calendarizzazione della Fidal.

In gennaio - febbraio ci sarà l'attacco ai Campionati Italiani di Cross, mio punto di debolezza da sempre: è possibile riuscire a far bene? Volente o nolente, ci riproverò come sfida importante.
A fine febbraio sarà già Campionato Italiano di Mezza Maratona alla Roma - Ostia e sarà anche questo un'importante evento - 2012 che partirà dunque a spron battuto.
E' chiaro, quindi, che sarà lasciato maggior respiro per organizzare gli eventi di lunga distanza autunnali e lì si valuterà il da farsi.

Non è facile muoversi indipendentemente, senza Manager sei una forza debole per gli organizzatori che quasi nemmeno ti ascoltano.
Se invece appartieni ad una scuderia, anche se non sei "forte", gareggi lo stesso più facilmente.
All'estero è ancora peggio, tra l'altro avevo provato ad inviare una e-mail ad una importante organizzazione europea (a dire il vero, però, il sito non è più aggiornato da un anno) senza avere risposte.
Ma non è questo il punto.
In Italia (e vedi ovviamente anche a New York stesso che fa da esempio per tutti) le Maratone più importanti vogliono sempre il risultato di prestigio che va accostandosi sempre più verso le stratosferiche 2 ore.
Oggi l'invicibile Geoffrey Mutai (che correva tutto soletto a bordo gruppo e senza dare nell'occhio, da lì avevo capito che avrebbe fatto sfracelli nel finale) è l'uomo più forte di tutti i tempi in Maratona e corre in 2h03' la distanza.
Tutti a rincorrerlo, atleti e organizzazioni, così non ci si accontenta più di un 2h10' che un tempo era risultato di tutto rispetto.
Dove andremo a finire... che l'atleta italiano che non si accontenta di correre poco sopra le 2h20' la Maratona non viene nemmeno preso in considerazione dagli organizzatori, nemmeno per avere una chance di migliore il proprio Personal Best in quanto la gara di testa è impiattata per il numero limitato di africani ingaggiati.
Limitato... infatti di prestigio economico ce ne sta sempre meno.
La crisi economica ha colpito tutti i settori, nessuno escluso e gli sponsor vengono meno così come le entrate per le manifestazioni che devono sempre più arrancare per presentare un cast di atleti di livello accettabile.
Eppure, posso garantirlo, gli italiani in giro che vorrebbero fare risultato ce ne stanno, ma desistono dal tentare di compiere tale impresa perchè si troverebbero a correre da soli per 42,195 Km.

Basterebbe semplicemente applicare le regole (che prevedono nel Montepremi ufficiale anche la quota percentuale riservata agli atleti italiani) e chiamare un limitato numero di atleti italiani a fare una "seconda gara di testa".
In Germania non sono mica stupidi...
Le donne sono scortate da elementi validissimi maschili che possono dare garanzie di grande risultato e, come nella recente Maratona di Francoforte, per quanto riguarda gli uomini i migliori atleti della nazione (che non naviga in belle acque come l'Italia visto che è ancora il bravo Jan Fitschen a tenere alta la bandiera) si battono per ottenere un già importante 2h13' con gara stra-tirata tutta per loro.
Così non andiamo più avanti, va solamente lo "show", solo che quello VERO possono permettersi di farlo solamente pochi grandi eventi al Mondo.

Per Correre Tanti Chilometri servono
scenari rilassanti come solo Palermo
sa regalare...



Eppure esistono ancora e resistono a queste tentazioni manifestazioni Italiane che organizzano per gli Italiani.
Il primo esempio che mi viene in mente è la Treviso Marathon.
Persino la terra veneta, ricca e industrializzata, ha sentito la contrazione economica e ha difficoltà ad andare avanti, ma non ripudia le sue scelte permettendo ogni anno agli atleti italiani di valore di trovare una chance di miglioramento.

Le mie scelte tecniche quest'anno sono state svelate dai risultati (o dai tentativi!) non incentrate primariamente sulla Maratona e sarebbe stato difficile presentarmi a ottobre o novembre con una preparazione non "ad hoc".
Il grosso problema sarebbe stato di trovare contatti con un'organizzazione che mi permettesse tutto questo, senza avere a che fare con atleti che "uccidessero" la corsa e collocandomi nell'anno in una data nella quale avrei potuto esprimere SOLO il meglio.
E come ormai non mi sarei più aspettato, ho trovato immediatamente le porte aperte nella terra emiliana che tante volte mi ha aiutato a realizzare i miei migliori risultati.

Sarà la Maratona di Reggio Emilia. Giorno 11 dicembre, pronto a dare il meglio.

Dopo la Corsa dei Due Mari le cose, come accennato sopra, non sono andate per il meglio.
Tornato discretamente soddisfatto per una prova comunque incisiva, sono incappato in delle giornate nere come da anni non mi capitava che mi hanno tolto energie e risorse organiche.
Nella settimana corrente ho ripreso gli allenamenti e già sono in procinto di lavorare sullo specifico: il conforto maggiore è dato da una ripresa costante giorno dopo giorno ma qualche seduta di forza (statica o attiva) sarà fatta per recuperare.
Il tempo c'è, l'equipaggiamento anche e le motivazioni più che mai.

Duri allenamenti mi attendono e altrettante dure settimane; è tempo di ritrovare quella sensazione dominante che scatena oltre le due ore di corsa... per sentirmi più vivo che mai!

(Ringrazio S.N. per la sua bella foto "plastica")

sabato 5 novembre 2011

La Corsa Dei Due Mari - L'epica sfida.

Una Pineta a pochi metri dal mare... solo in Calabria!
Marina di Curinga e Marina di Roccelletta di Borgia - 30 ottobre.

Di questi tempi mi sarei trovato negli Stati Uniti, ma quest'anno è stato diverso e ci sta.
Certe cose vanno fatte quando sei sicuro davvero di farle e quando niente può fermarti nel realizzarle.

Proprio ieri passavo dal ferramenta dove lo scorso anno di questi tempi avevo trascorso diverse settimane lì tra acquisti vari e ore di prezioso impegno. Ci ho sorriso sù, finalmente un sorriso!
Questa me la concedo, una frase personale, incomprensibile ai più...

La Maratona Italiana non è affatto un ripiego, ma anzi una prima scelta.
Il modo migliore per rilanciarsi senza restare nell'anonimato sta proprio lì.
Ancora non è il momento di svelare le carte, ma da quelle parti ci sono già passato diverse volte...

Gli allenamenti sono proceduti bene.
Dopo la Mezza Maratona di Lamezia Terme, sono serviti due giorni per assorbire gli sforzi di gara e viaggio.
Subito al lavoro mercoledì 26, un giorno in cui è caduto un pesante nubifragio e giù in palestra.
Al termine della seduta (e della copiosa pioggia) 8 x 1.000m (R.1'30") scanditi attorno i 3'08"-3'10" senza cercare chissà cosa hanno chiuso una giornata pesante.

Fase in discesa... forse?
Durante la settimana solo un fartlek o poco più e via verso la tappa che mi attendeva alla Corsa dei Due Mari.
Da quando partecipo, solo edizioni fortunate e senza grossi rischi di pioggia; quest'anno si è fatto sentire forse un pò troppo il vento ed il cielo velato, ma è stata un'altra edizione positiva.
L'organizzazione, la stessa di sempre, che cura gli atleti in ogni momento del percorso con un ciclista a scorta di ogni Ultramaratoneta e delle staffette.
Ovviamente correre 57 Km non è per tutti facile quindi la soluzione maggiormente adottata dalle Società partecipanti è di correre la staffetta 3 x 19 Km.

Quale società vincitrice, dovevamo difenderci con onore, ma non nascondo che avrei desiderato l'attacco al Primato della Corsa stabilito ormai diversi anni fa.
Non era impossibile, anche perchè mi ero "accollato" la parte centrale del percorso, la più difficile con diversi scollinamenti da affrontare e l'avrei corsa al massimo proprio come un test molto arduo.

Sapevo della buona condizione di Salvatore Arena che ha corso la prima parte di gara e così si è dimostrato essere.
Ha saputo mettere impegno e si vedeva dalla sofferenza delle sue falcate.
Il vento ha inciso negativamente sulla sua prestazione, comunque ottima.

La mia gara è stata in spinta dal primo all'ultimo metro.
Non stavo di certo al massimo della condizione, ma quando la strada ascendeva mi difendevo.
Staffetta Maschile Vincente!
In discesa riuscivo a toccare con facilità punte di 3'05"/Km senza imballarmi al successivo inerpicamento.
La ricordavo forse più dura questa parte di gara ed invece, forse complice l'entusiasmo che ci metto ad ogni nuova sfida, è scivolata via liscia liscia nei sui 19 Km immersi nelle campagne calabresi, con tornanti molto simili fra loro ed i verdi ulivi prossimi alla bacchiatura.

Il panorama è sempre quello, nelle strade quella domenica poche altre auto in giro oltre le nostre vedette al seguito e tra i migliori spettatori alcuni braccianti agricoli delle campagne più calorosi della gente in Piazza nei comuni attraversati.

Peccato per la prova di Cuzzocrea, secondo me inferiore ad un suo vero potenziale ancora da ritrovare che, forse fiaccato dagli sforzi della Mezza di Lamezia Terme, non è andato fortissimo.
E con 3h 23' 40" abbiamo chiuso la pratica "vincente" non molto lontano dal Record di 3h 20' 18" ottenuto in compagnia di Francesco Duca.

Davvero un ritrovo per veri appassionati della corsa la premiazione.

Podio Staffetta Mista - Vince il Violettaclub
Solo i pochi veri intenditori, che hanno reso parte della Calabria una risorsa podistica importante.
Ed un grazie va al Violettaclub Lamezia Terme per cercare di lottare tutti gli anni contro la povertà di supporti economici per sostenere i suoi validi progetti come lo è questa epica corsa.
Presenti tutti i componenti principali come il Presidente Cerra ed il D.S. Piricò alla premiazione dove si sono distinte tutte le più importanti realtà del podismo amatoriale calabrese.

Ma chi è riuscito a correre per 114 Km come nessun altro ha saputo fare, è stata la coppia dell'Hobby Marathon di Catanzaro, marito e moglie entrambi sul podio nella prova individuale.
Complimenti, dimostrazione che la corsa è più di uno sport individuale...

Le tre frazioni le ho corse tutte, manca ora di correrla per intero.
Ne varrà la pena, un giorno, riuscirci...

martedì 1 novembre 2011

Lamezia Half - Un Titolo Regionale e si Riparte!

Lamezia Terme, 23 ottobre.

Da cosa ripartire... dalla ferma delusione di un risultato non ottenuto per dinamiche incontrollabili e due giorni di profonda ma nello stesso tempo leggera riflessione...
Era proprio da tempo che non me la prendevo così per un risultato mancato, lo avvertivo da piccole semplici abitudini non rispettate, come tener spenta la musica in auto o non spiccicare una parola in ufficio...
Ma subito chi ti conosce capiva che qualcosa non andava.
Due giorni di corsa leggera e fortunatamente di parole scambiate con le persone giuste, con gli amici giusti; coloro che ti aiutano a far uscire quello che in me da sempre è un voto di coscienza: andare avanti e vedere lontano lontano...
Constatare che certi risultati sono riuscito a costruirli solo quest'anno denota un miglioramento generale in me stesso e aver consentito uno "straripamento" di emozioni in gara non può che rendermi più vivo che mai; ora è il momento di imparare a tenere sotto controllo un potenziale così grande...

Il lunedì dopo la gara le gambe correvano leggere leggere, alto il passo, bello ed entusiasmante, dentro le emozioni erano quasi "spente" come se il fisico comunque fosse euforico di una prestazione comunque esaltante.
Così un lunghetto in felice compagnia mi ha aiutato a voltare il morale verso l'alto.
Le poche persone per le quali sei davvero importante e ti danno conforto, solo in momenti come questi capisci se recitano o no, ed è li che riesci a comprendere che ti sei fatto conoscere appieno, in tutti i tuoi pregi o difetti.
La storyline della vita ogni tanto può deviare in brutte storie, mi è già capitato, ma guardare in alto per puntare alla propria stella da raggiungere (ispirazione al post precedente, area "commenti") con enorme fatica (sia chiaro, siamo sempre corridori!) aiuta a voltare pagina.

Mercoledì 19 ci siamo dati subito da fare e con una dura sessione di palestra conclusa con un ottimo lungo di 45' in bella spinta di piedi, mi sono finito di "uccidere" fisicamente.
La settimana è stata, infatti, un ponte di passaggio nel capire quanto me stesso potessi metterci nel voler preparare una Maratona a fine anno.
Resomi conto che le cose in allenamento sono girate sempre più al meglio e che comunque bisogna cercare di preparare con la massima calma ogni evento importante, mi sono rimesso in carreggiata sfruttando questa settimana interlocutoria, provando a trovare la chiave di accesso per le motivazioni forti che ti portano ad un ulteriore sacrificio dedito alla "mia" distanza.

Usavo queste strade per recarmi allo Stadio, per fare Pista...
Spesso non facevo in tempo o trovavo chiuso...


E' stato entusiasmante cavalcare le Due Ore di lungo al venerdì 21 con disinvoltura tale (presente a cambi di ritmo, uso dei piedi) che perfino le ottime Adistar Ride 3 le sentivo esauste ai piedi.
Non correvo così bene il lunghissimo di medio taglio da tempo immemore e un grazie lo dovevo anche al clima fresco apparso quella giornata, cosa sporadica ancora nel mese di ottobre.

Domenica 23, infine, la "classica" Mezza Maratona di Lamezia Terme a chiudere il capitolo Cremona Half.
Chiamato quasi in extremis dalla Società ma con l'unico intento di "ripartire da...", ho giocato le mie carte con tanta tranquillità.
Dopo un episodio simile non è sempre facile riaffacciarsi in gara e con avversarsi sempre e comuque allenati: subito dopo il via il quartetto era composto oltre che da me, dai compagni di squadra Cuzzocrea e Guzzi e dall'idolo Libertas Antonio Bruno :-)

Si torna indietro nel tempo quando gareggio per quelle strade; qualche migliorìa si nota negli anni ma Lamezia è sempre la Cittadina che ricordo con la sua brava gente, le sue ampie strade, i grandi centri commerciali e le palazzine a misura di famiglia.
Il percorso, ricavato pressochè nella zona di Sambiase (e partenza dall'omonimo Campo Sportivo di calcio/Atletica) è terribilmente difficile in quanto si tratta di 3 giri da 7 Km con pochissimi tratti in pianura.
Qualche anno fa si corse con un caldo terribile e fu uno stillicidio (vinse il caro amico Francesco Duca, fortissimo anche organicamente); questa volta il fresco ha aiutato tutti quanti.
L'andatura è stata calma per ampi tratti; a turno si tirava senza troppi scossoni ma notavo che dei quattro in gruppo il più debole a cedere era Antonio Guzzi; ma il giovane Campione lametino è un atleta da 1.500m - 5.000m e per lui poteva essere solo un medio impegnativo questa gara.

Al termine della lunga discesa nei viali di campagna del secondo giro, dopo qualche chilometro corso fin troppo in stallo, decido di attaccare nella risalita successiva con una leggera progressione.
Chiudo gli occhi, chiudo le emozioni e lascio girare le gambe... lascio la compagnia che reagisce con il solo Bruno.
La salita si inerpica ed il passo si fa pesante, il cuore pompa con maggiore decisione e tutto resta nella norma; realizzo un discreto parziale di 16'22" nei 5K successivi (con ampi tratti di salita a media pendenza corribile) e pian piano, con la fatica che avanzava mi avvicino allo Stadio per la terza ed ultima volta.

Chiudo con grande contentezza e regalo al D.S. Lino ed al Presidente Franco una vittoria che va oltre il semplice 1h 13' 45" (circa) ottenuto.

Non si nasce Campioni ma si può diventare bravi atleti...
Con pazienza ed umiltà...
Come sempre ben realizzato l'evento, a cura della Libertas di Lamezia Terme, con due punti ristoro nel percorso, bici di servizio in assistenza ai corridori e docce calde a fine gara.
Come spesso accade, la cerimonia di premiazione è un momento per scambiare impressioni ed emozioni vissute e raccontarsi dei propri miglioramenti come la grande soddisfazione del giovane Stefano (Violettaclub) nel quale da quest'anno si è accesa la lucetta nei suoi occhi di chi sta iniziando ad amare nel modo giusto la corsa (mai esagerare con i facili entusiasmi, che sia un monito per tutti!) migliorandosi di circa 15' dal suo precedente PB.
Sono questi gli eventi da raccontare; ricordo come ieri le mie progressioni dai 18' ai sotto i 17' nei 5.000m così come i passaggi di personali della Mezza di 1h 21', poi 1h 18' e ancora 1h 15' e poi e poi e poi...

E' stato l'ultimo atto, la Maratona sarà il mio grande obiettivo di fine anno; a breve svelerò chi mi ha aperto le porte a questa nuova grande sfida.

(Ringrazio la Miletomarathon per tutto l'ampio supporto fotografico).

NEW YORK CITY MARATHON 2010 (Foto Podisti.net)

NEW YORK CITY MARATHON 2010 (Foto Podisti.net)
PRONTI A PARTIRE...