41° New York City Marathon - 20° Posto Assoluto - 1° Europeo

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Un Sogno Ad Occhi Aperti...

venerdì 25 settembre 2009

Adidas Adizero Adios - L'evoluzione della Maratona

Compagne di tantissime avventure sia in gara che in allenamento durante tutto il 2009.
Dopo averle testate a lungo e messe a dura prova ripetutamente, spinto da continue richieste di informazioni su questa scarpa da Gara, ho deciso di recensirle.
A modo mio, ovviamente.

La Adizero Adios rappresenta a mio modo di vedere un punto di inizio da parte di Adidas nel proporre una scarpa da gare su strada o su pista, fino alla Maratona.

Apparsa per la prima volta come un "Unidentified Flying Object" ai piedi di Haile Gebrselassie nel 2008 quando realizzò l'attuale Record del Mondo di 2h 03' 59", si è confermata come la più ambita scarpa da maratona nel 2009 grazie anche all'ultima recentissima vittoria dello stesso Haile che ha fatto poker di vittorie in una "World Major Marathon" nuovamente a Berlino dominando la corsa in 2h 06' 08".

Ancora una volta lei, la giallissima Adios.

Se fino allo scorso anno Adidas ha progettato e realizzato calzature da corse su strada estremamente leggere, sottili ma ben ammortizzate e terribilmente adese al piede (vedi la famiglia Adizero), con la Adios ha arricchito il parco scarpe di altissima tecnologia con un prodotto che mettesse d'accordo più aspetti e caratteristiche della vasta famiglia Adizero.

- Se cerchi ultra leggerezza, intersuola minimale e una chiodata "senza chiodi" hai le Adizero PRO.
- Se cerchi molta leggerezza ma la giusta ammortizzazione, allacciatura rapida (per i Triathleti/Duathleti) e una calzata molto avvolgente hai le Adizero LT Plus
- Se cerchi la giusta dose di leggerezza unita ad un discreto controllo e una comoda calzata hai le Adizero Ace (ex Adizero CS)

- Se cerchi molta leggerezza, ammortizzazione, reattività e comodità; se vuoi TUTTO, hai le Adizero Adios!

La Adios si presenta bellissima ed elegante con il suo color giallo acceso e i dettagli argentati; le stripes nere sono azzeccatissime.
Il peso al bilancino è di 240 gr, pochissimi grammi in meno della Adizero LT, maggiormente piatta.
L'intersuola è ben distribuita tra tallone ed avampiede e sorprende l'altezza che da maggiore protezione al piede: ben 30 mm di spessore al tallone (contro i 28 mm della Adizero LT) e 29 mm nell'intersuola lateralmente sotto il tallone (contro i 26 mm della Adizero LT).
Misura della scarpa su cui ho effettuato tali rilievi, la 12 USA.

Adiprene sul tallone e Adiprene + lungo tutto l'avampiede la rendono piacevolmente protetta.
Durante la spinta sa donare il giusto mix di reattività ed ammortizzazione cui mi sono dovuto abituare un pò i primi tempi: se con la Adizero LT provavo morbidezza e leggerezza, con la Adios sento immediatamente protezione e reattività. Spero di aver reso l'idea.

Il cavallo di battaglia della Adios è la Calzata, come non mai in una scarpa estrema.

Realizzare una tomaia così leggera e delicata al piede sarà stato difficile, ancor di più quando devi lavorare con pochi contenuti in termini di peso.
Quante volte capita in gara, ad un certo punto, di entrare in crisi e non riuscire più a trovare efficienza nella spinta dei piedi?
Quando si entra in affaticamento muscolare la prima cosa che scappano via in maratona sono purtroppo i piedi. Di lì si inizia a correre di cosce, allungare il passo ed è finita!
Può accadere che i piedi si irrigidiscano, iniziano a sopraggiungere i crampi e ci si deve fermare...

La comodità della Adizero Adios sta proprio nel mettere il piede a proprio agio da subito e lasciarlo libero da vincoli e ristrettezze. Alla lunga il piede tende a stancarsi meno e a mantenere la sua efficienza nella spinta.
Averla utilizzata nei lunghi lavori di maratona mi ha lasciato piacevolmente soddisfatto.
Molti atleti per gareggiare scelgono magari scarpe intermedie perchè la superleggera costringe il piede, non da sensazione di protezione; con la Adios ciò non accade.

La Suola della Adios è un altro esempio di come sia stato applicato a regola d'arte tale equilibrio: si trovano tutte le tecnologie presenti di Adidas.
Il Torsion moderato dona la giusta stabilità e rigidità alla scarpa per accompagnare il piede nel normale gesto di pronazione.
La suola al tallone è in Adiwear solidissima antiabrasione, la stessa delle inditruttibili Adistar Ride o Supernova Glide.
La suola all'avampiede è tacchettata con la gomma morbida nel punto di primo impatto del piede e termina con un'ampia area di leggerissimi tacchetti in Quick Strike antiscivolo che seguono un disegno aggressivo che fa grande presa sull'asfalto.

Durano un'eternità queste scarpe.
Tutta l'estate a gareggiarci e ad allenarmi e mai una pecca, mai una scucitura o un tacchetto saltato.
Spesso ho gareggiato per due giorni di seguito: scarpa a rapida asciugatura, anche a prova di "sudore impossibile" ;-)

Certo, non sono indicate per tutti ma per chi vorrebbe cimentarsi in gare su strada o su pista fino ai 10K con ritmi non superiori ai 3'45"/Km e con appoggio neutro può provarle.
Chi soffre di problemi posturali e indossa sempre il plantare correttivo, nessun problema: la soletta della Adizero Adios è facilmente estraibile e può alloggiare altri plantari personalizzati.
Per chi vuole osare, provare l'ebbrezza delle gare di mezzofondo in pista senza essere un pro, è la scarpa ideale; per chi vuole vivere un giorno da protagonista in maratona e magari scendere sotto le 2h45' le troverà felici alleate.

Altra Grande Scarpa, privilegiato di indossarla.

Il Running è Adidas.

domenica 20 settembre 2009

Pochi attimi di fresco, Now Hard Job!

Agosto 2009, Primi di Settembre 2009.

Un mese in cui le temperature si sono mantenute così persistentemente calde non riesco a ricordarlo dagli anni recenti...
Tutti i giorni la stessa storia: 35°-40°C durante il giorno e fino alle ultime ore del giorno e la sera attorno i 30°C o poco sotto e mai un filo di vento...

Finalmente le cose sono cambiate negli ultimi giorni...
A settembre finalmente è arrivato un pò di fresco, il caldo è attenuato e un tiepido acquazzone è caduto sulla mia testa rendendo ancor più piacevole il primo lavoro lungo per la maratona, un fartlek da 20 Km corso giorno 09 settembre e già narrato.

A parte la rassegna di gare corse ad agosto giunta alla "doppia cifra", mettere a punto la preparazione per la Maratona di Carpi è stato soltanto uno spreco di energie, risorse mentali e fisiologiche.
A questo punto non mi pento affatto di aver corso tutte queste gare, altro non c'era da fare con questa situazione.

- Causa il forte caldo e la persistente umidità, ad agosto non c'è stato giorno in cui non mi inzuppavo le scarpe di sudore portandole ad un peso eccessivo con conseguente infiammazione della caviglia e qualche altro fastidio che dovrò portarmi (se tutto va bene) fino al termine dell'avventura - maratona di quest'anno.
- L'autonomia di allenamento si è limitata alla sola 1h di corsa; ogni tentativo di andare oltre è stato solo un insuccesso.
- Nei lunghissimi il dramma sopraggiungeva dopo 1h 15' se ben gestito e per ben due volte ho provato a correre 1h di lungo + salita di poco più di mezz'ora con risultati sconfortanti.
- Al contrario sono riuscito a chiudere il lavoro (perchè Montepellegrino è riparato dal sole al pomeriggio) quando non andavo oltre i 30' di corsa sul piano.
- "Come disidratarsi in meno di 10' ": così in parole povere mi riducevo quando cercavo di affondare sul pedale dell'acceleratore: tentativi di medio o peggio ancora di fartlek arenati dopo i primi 5 -7 K quando erano previsti moooolti di più...
- Un bagno di sudore in pochissimo tempo e via la sberla delle gambe pesanti, impossibili da alzare, in meno di 5' specie quando Via dell'Olimpo presentava il caldissimo conto del dopo ore 18:00, irradiata com'era dai caldi estivi del primo pomeriggio: un forno a cielo aperto...
- In questi ultimissimi giorni piogge torrenziali che hanno devastato mezza Città si sono alternate a schiarite limpidissime rendendo l'aria carica di umidità ai limiti del sopportabile e con un leggero calo delle temperature di certo non si è andati a migliorare in modo incisivo...

Eppure mai mi sono scoraggiato, tanto da comprendere i miei limiti solo dopo diversi tentativi andati male, anzi malissimo.
Peccato che in alcune gare di agosto non mi sono potuto presentare al meglio specie quando la sberla rimediata era secca e pesante...

Ma cosa non farei per correre una maratona ? ;-)
In effetti i dubbi su un possibile dilatamento della stagione in pista ci sono e l'agosto 2010 sarà propenso a correre in pista e su strada solo distanze brevi, tanto quello che si può fare è solo questo; in più in questo modo le prestazioni in gara potranno essere assolutamente più brillanti mantenendo alti i "giri del motore" con i lavori brevi.

Possibili scenari futuri?

Beh, una volta archiviata la maratona saremo a fine anno e sarà tempo di stilare bilanci.
Ho imparato a gestire le giornate secondo sacrifici importanti ma non impossibili.
Bisogna sempre lasciare un pò di margine al proprio fisico, per assorbire quanto svolto e andare avanti e, soprattutto, non ledere la propria serenità mentale.

Per il 2010 sarà fondamentale a questo punto programmare con maggiore precisione la stagione e pensare con maggiore serietà all'attività in pista che quest'anno mi ha sorpreso non poco.
Coach Peppe è avvisato, seriously!

Il massimo sarebbe riuscire a conquistare il tanto agognato "minimo" proprio in maratona per poter partecipare ai prossimi Campionati Italiani Individuali su Pista che a quel punto sarebbero il fulcro centrale della preparazione estiva.
Un obiettivo fondamentale dato che il Violettaclub non è attivo ai Campionati di Società su Pista e gli atleti fuori Regione non possono partecipare nemmeno fuori gara in questi Campionati.
E sappiamo benissimo che il minimo coincide con il sogno ancora non concretizzato: scendere sotto le 2h20' in maratona.

Una maratona in novembre dovrà rappresentare il futuro se vorrò continuare su questa distanza in autunno, posto che alla prossima primavera vorrò essere altrettanto presente.
Questa scelta sarà subordinata da come si svilupperanno gli eventi (che saranno molti) e cambieranno non poco le abitudini (da ben 4 anni corro la maratona nella prima metà di ottobre).

Ecco perchè le motivazioni per l'evento di Carpi restano altissime e la voglia di correre bene in queste ultime settimane non proprio agevoli.

Un giorno in particolare, il 30 agosto, mi resterà impresso: partiti per la sconosciuta località di Villaggio Mancuso (CZ), in Sila, giungiamo a sorpresa in una rinomata località posta a 1.300m di altezza immersa nell'invidiabile verde degli altopiani (non troppo "alti") calabresi.
C'era da correre il Campionato Regionale di Società di Corsa in Montagna e per questo si è dovuti rinunciare all'evento della Volata Napola Mokarta, ormai al Top delle Corse su strada Internazionali in Sicilia.
Se da un lato mi è dispiaciuto infinitamente per un gruppo di organizzatori che stimo parecchio per il duro lavoro che svolgono nel realizzare un tale successo di pubblico, partecipazione amatoriale e di risultati tecnici dagli altissimi contenuti, la giornata passata a Villaggio Mancuso è stata memorabile.
Per la cronaca ha vinto Francesco su di me con un forte allungo in un tratto in discesa nel finale di gara, ma la rilassatezza dell'ambiente e della natura, l'aria fresca ed il pubblico acclamante mi ha fatto dimenticare per qualche ora le notti insonni dal caldo più opprimente.
...non me ne sarei sceso più!!!

Maratona d'Italia, continuo a crederci!

mercoledì 16 settembre 2009

Unicorno, sei Mio! In Memoria di Zarcone.

Misterbianco (CT), 11 settembre.

Era un anno esatto che aspettavo questa gara e, nonostante il peso dei Kmetri e delle difficoltà dovute al caldo (di cui presto ne parlerò) non potevo mai e poi mai lasciarmi sfuggire un'occasione che nonostante tutte le difficoltà, doveva essere colta al volo.

Lo scorso anno raccontai una delle mie migliori prestazioni su strada con l'amarissimo risultato di essere giunto proprio all'ultimo giro 2° siciliano, perdendo il tanto ambito Trofeo Zarcone che questa manifestazione attribuisce ogni anno al 1° siciliano arrivato al traguardo.
Lo avevo chiamato "Unicorno", un simbolo mitologico che mi era sfuggito e che valeva moltissimo per me, dato che l'albo d'oro delle precedenti edizioni ha visto trionfare personaggi del calibro di Modica, Ingargiola, Bennici e Vincenti.

In un Giro Podistico Internazionale prestigioso come il Maria S.S. degli Ammalati di Misterbianco dagli elevatissimi livelli conquistare l'Unicorno era il massimo per me, ancor di più se si è ripetuta l'occasione quest'anno, nel 2009.

Nel 2008 il mio racconto, misto di amara soddisfazione e positiva consapevolezza di giusta crescita.

La settimana era iniziata nel verso giusto, e finalmente!
La temperatura nell'ultima settimana si è finalmente discostata dai 30°C che campeggiavano fissi ormai da circa 1 mese.
Ciò mi aveva portato senza indugio a cogliere l'attimo e correre senza pensarci le 2h00' di lungo giorno 07 settembre. Finalmente con riscontri positivi.
Il peso del sudore, il caldo penetrante quel giorno non erano presenti e tutto è filato via liscio senza subire cali repentini.

E ancor più fortunata è stata la spedizione giorno 09 settembre con il 1° Fartlek andato a segno di appena 20K ma con tantissima carica in corpo tanto da scaricare il 1.000m finale in 2'55".
Perchè così bene? Ha piovuto, per la prima volta da tempo (e durante il lavoro) e la sensazione non era affatto spiacevole. Poco fastidioso l'asfalto reso viscido dal mix di sporcizia e oli combustibili accumulata nelle strade da tempo con la pioggia che tentava di pulire a fronte di un impareggiabile senso di benessere :-)
Classico Fartlek stradale con recupero in corsa da 1K e nota negativa troppi tratti rallentati da un vento insistente che non mi ha fiaccato:
4K-3K-3K-2K-2K-1K (R.1K tra 3'36" e 3'57") in 12'42"-9'59"-9'29"-6'22"-6'35"-2'55".

Alcuni parziali apparentemente lenti sono stati frenati dal forte vento da acquazzone tropicale ma più che altro mi infastidisce non aver recuperato nel 1.000m al ritmo preventivato di 3'40".

Stavo già riprendendomi, purtroppo nonostante queste piogge violente la temperatura resta sempre elevata e l'umidità cresce.
Il recupero dagli sforzi non è immediato ma la strada finalmente è quella giusta.

Nel Week-End avevamo impostato io e il Coach un piano di lavoro duro ma sabato 11 mattina non me la sono sentita di fare potenziamento: il Fartlek non era ancora ben assorbito.
Dunque, solo lungo e nel primo pomeriggio partenza per Misterbianco (CT).

Viaggio tutto sommato tranquillo, a parte che il finestrino elettrico lato guida si va a guastare proprio quel giorno e quando era tutto abbassato :-(
Vabbè, Fiestina, ti perdono anche questa ;-)
E meno male che non ha piovuto :-P

Giunti sul tracciato si respirava aria di grande evento: il N.1 Italiano, Daniele Meucci finalmente si presentava in una corsa su strada dopo aver fatto (a mio modestissimo parere) un 2009 in pista di altissimo livello diventando uno tra i più forti atleti italiani di tutti i tempi; il 5.000m di Berlino, coraggioso quanto basta, ha confermato il suo attuale livello che gli auguro di migliorare ancora.
Schiera di africani al seguito e italiani tra i più forti protagonisti quest'anno come Curzi, Floriani, La Rosa, Ruggero.
Temperatura e umidità poco più elevate di Palermo, quel giorno, ma si poteva correre forte adeguatamente.
Non sapevo a priori con chi mi sarei dovuto confrontare per il Trofeo Zarcone: le minacce maggiori, visto il cast dei partecipanti, provenivano da Fortino e da Brancato dei quali non sapevo l'esatto stato di forma. Se so a malapena qual'è il mio...
I ragazzi con cui ho condiviso il viaggio confidavano in me e per questo Grazie Rosario e Ale!

Lo Speaker Mutton mi presenta nei migliori auspici, con la carica del più coinvolgente degli speakers (senza nulla togliere al sempre bravissimo Marcellino qui non operativo).

Ero concentrato e che la guerra abbia inizio, VIA!

Gli africani partono semi-tranquilli.
Da subito noto che gli italiani più in palla sono Meucci, Curzi e Bourifa.
Al 2° e 3° giro (dei 13 classici previsti da 770m per un totale di 10.010m) si preme forte sull'acceleratore e ci si inizia a staccare.
Cerco di restare attaccato, sfrutto gli angoli morti delle curve e il feeling delle Adizero Adios sul sempre temibile basolato in pietra della via principale.
Al 4° giro inizio a fare la mia gara.
Nomi di grido stavano ancora dietro di me e ciò mi rendeva consapevole che avevo premuto forte dall'inizio. Serviva mantere il più a lungo possibile questo ritmo forte.
A metà gara mi raggiunge Ruggero (Forestale) e con lui reggo poco, credo 2 giri, nonostante corresse ad un ritmo regolare e senza strappi.
I Big ormai si allontanano ma Mutton mi tiene informato dell'andamento con le sue cronache al Napalm :-)

Purtroppo inizio a patire la sete: il clima come detto non era freschissimo e la parte finale di corsa cerco di stringere i denti autoincitandomi e pensando in continuazione al mitico Unicorno, ancora nella mia salda presa fino a quel momento.
La davanti, Yuri Floriani (FF.GG.) non molto brillante quel giorno, a pochi metri mi controllava ma per era la giusta motivazione a non mollare 1 metro.
Gli ultimi giri, specie la parte in lunga salita, sono stati pesanti ma mai ho ceduto totalmente; ho aumentato per quel che ho potuto e tutto sommato chi stava davanti a me nell'immediato non mi ha dato molto distacco ma finalmente...

Taglio il traguardo e riesco a Vincere il Trofeo Zarcone!!!!
Che soddisfazione immensa!
Poche volte mi avete visto esultare per una coppa, questo è il simbolo di un costante e modesto duro lavoro che, con un pizzico di fortuna, mi ha ripagato.
E' davvero il premio più importante mai conquistato, di cui esserne fiero :-)

Mi inchino davanti a te, Luigi, indimenticato Maestro nei miei primi anni di attività atletica e grandioso mezzofondista di cui l'Italia e la Sicilia andranno per sempre fieri!

Sapevo della Vittoria di Meucci, allo sprint in discesa, magistralmente Urlata da Mutton, ma non ho avuto modo di vederla in quanto ero dall'altra parte del percorso a chiudere l'ultimo giro.

A fine gara, insieme ai "First Six" sono stato chiamato sul palco, a ricevere l'ambito riconoscimento.
Ero parecchio emozionato e l'unica foto scattata a parte, è del Paf che ringrazio vivamente.

La classifica completa, visionabile da TDS Live:

1 - Daniele Meucci - C.S. Esercito - 30'05"
2 - Gamal Belal Salem - Quatar - 30'07"
3 - Sylvain Rukundo - Uganda - 30'15"
4 - Rachid Kisri - Marocco - 30'29"
5 - Migidio Bourifa - Atl. Valle Brembana - 30'49"
6 - Denis Curzi - C.S. Carabinieri - 30'59"
7 - Stefano La Rosa - C.S. Carabinieri - 31'12"
8 - Girma Tilahun - Etiopia - 31'24"
9 - Hamad Bibi - CUS Palermo - 31'40"
10 - Ruggero Giovanni - C.S. Forestale - 31'44"
11 - Dereje Tadesse Girma - Etiopia - 32'05"
12 - Yuri Floriani - FF.GG. - 32'13"
13 - Filippo Lo Piccolo - Violettaclub - 32'18"
14 - Giovanni Fortino - Runners Team - 32'54"
15 - Alessandro Brancato - Sprinteam Catania - 33'18"
16 - D'Ambrosio Domenico - C.S. Carabinieri - 33'28"
...

I miei parziali: 2'31" - 2'23" - 2'18" - 2'23" - 2'27" - 2'26" - 2'26" - 2'30" - 2'32" - 2'34" - 2'35" - 2'35" - 2'33"

Tempo cronometrico più alto di pochi secondi dall'anno scorso ma condizioni climatiche peggiori e condizione fisica ancora alla ricerca della netta ripresa, ma è solo questione di tempo (mi auguro).

Il comunicato stampa ufficiale è stato pubblicato sul sito Fidal Catania e su altri giornali online locali che premiano giustamente il grande trionfo di Meucci.

Ritorno a casa, "turbolento" (vedi finestrino ;-) ma sereno quel tanto che basta per impostare le ultime settimane che mi precedono dall'evento Maratona di Carpi nel modo migliore: il tempo stringe, e non ci si può più distrarre!

NEW YORK CITY MARATHON 2010 (Foto Podisti.net)

NEW YORK CITY MARATHON 2010 (Foto Podisti.net)
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