41° New York City Marathon - 20° Posto Assoluto - 1° Europeo

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Un Sogno Ad Occhi Aperti...

venerdì 21 settembre 2018

Mizuno Wave Sky 2 - Un Grande Balzo in Avanti

Assolutamente la Mizuno più tecnica della linea Running!
Mizuno, con l'introduzione della Wave Sky lo scorso anno, aveva lanciato un messaggio: non sappiamo fare la "solita" scarpa con il Wave sul tallone e poco altro in avampiede, se non la mescola reattiva di ultima generazione U4ic.
Le novità non possono soltanto suscitare un effetto di sopresa, curiosità, ma devono essere funzionali con l'effettivo utilizzo che si farà della propria scarpa: ovvero correre il più protetti possibile il più a lungo possibile.

Da questa idea credo nasca il concetto di Wave Sky, ovvero un modello di scarpa di che irrompa nel settore delle Super - Ammortizzate che si colloca dopo le più snelle Wave Rider e Wave Ultima e che doni la concretezza di scarpa da Running "all conditions" che una futuristica Wave Creation non può dare.

TOMAIA:

I dettagli della Tomaia, tecnicissima, con Aerohug sul collo piede dal
collarino all'allacciatura
Mizuno ha lavorato parecchio per migliorare l'aspetto della propria scarpa e renderla, come
tradizione, comodissima e molto soffice, distaccandosi ancora oggi dalla tendenza sempre più diffusa delle tomaie "seamless total knitted" (anche se sono presenti in catalogo due versioni knitted della Wave Rider e della stessa Wave Sky), assemblando un insieme di tomaie tecniche molto morbide che donino solidità e concretezza al piede.
Fiore all'occhiello per questa seconda versione è l'Aerohug, uno strato aggiuntivo molto complesso e multistrato, morbido ed elastico, collocato a livello dell'arco plantare che "abbraccia" per intero la pianta del piede in modo soffice ma deciso.
Personalmente non ho trovato altro che la consueta morbida e comoda tomaia, con la sola differenza che stavolta il piede lo sento più protetto, molto al sicuro.
Il disegno della tomaia scelta per alloggiare il retro - piede e zona tallonare, è spinto verso il massimo comfort, con ampia imbottitura molto soffice ed ideale per chi soffre a livello tendineo.

La linguetta più morbida e soffice fa parte del sistema avvolgente Aerohug e tutto l'insieme comporta ovviamente un appesantimento generale della scarpa rispetto agli altri modelli neutri più snelli, ma quelle poche decine di grammi in più si traducono in una sensazione eccellente di protezione che si sente nettamente in corsa.

Come di consueto, Mizuno adotta colori brillanti che donano originalità alla scarpa, con accostamenti cromatici accesi (in questo caso il Blu Royal e l'Orange) che vanno controcorrente rispetto ad altri Brand concorrenti come Adidas o Nike che da qualche anno hanno adottato uno stile con colori decisamente più soffusi e neutri.

INTERSUOLA

Andiamo alla vera rivoluzione per il Wave - concetto di Mizuno.
Dettaglio del Wave inframmezzato ad U4ic e U4icX
Negli ultimi anni e nei modelli di punta Mizuno ha collocato il sistema Wave neutro sul tallone per donare una migliore stabilità, ammortizzazione e reattività generale alla scarpa, in mezzo alle doppie mescole U4ic (più reattiva) e U4icX (più ammortizzata).
In avampiede, a completamento della spinta, generalmente la scelta è ricaduta sulla più tradizionale mescola U4ic.

Oggi, con il nuovo modello Wave Sky 2, Mizuno svolta in termini di ammortizzazione assoluta, ridisegnando l'intersuola e ponendo uno strato di U4icX molto leggero ed ammortizzante lungo tutta la pianta del piede, ampia e ben confortevole.
Il CloudWave L-Shaped a tutta lunghezza fin sui metatarsi, disegnato per ottenere ritorno di spinta, massima ammortizzazione e grande leggerezza, è qualcosa che fin'ora non avevamo mai visto in una Mizuno da lunghe distanze.
Infine, il primo contatto al piede è garantito dalla più concreta e reattiva intersuola U4ic più leggera del 30% rispetto alla precedente, denominata AP+.

Inoltre i molteplici incavi tra i tre diversi strati, come appare evidente, sono progettati di modo tale che una volta assemblati, lascino dello spazio per maggiorare ed uniformare l'effetto ammortizzante su tutta la pianta del piede.
La struttura delle due intersuole, che ricalca interamente il disegno del Wave, consente di adattarsi dinamicamente ai cambiamenti del terreno ed a rendere più fluida la falcata.
Dettaglio del Wave a tutta lunghezza
In effetti, rispetto alla Wave Ultima, con questa Wave Sky le asperità del terreno durante le uscite di corsa al Parco, non si sentono minimamente.

La scarpa in questo modo appare solida ma nello stesso tempo non si appesantisce eccessivamente: per le uscite di fondo lento rigenerante a ritmi più moderati del solito, le Wave Sky 2 sono divenute la mia scelta primaria.

A completamento di tutto il sistema, contribuisce (e non di poco) la tradizionale soletta che Mizuno utilizza per tutti i modelli premium, sia da allenamento che da gara.
Se da un lato tale soletta è estremamente soffice, regalando dell'altro comfort alla scarpa, purtroppo ho notato con un certo disagio durante gli allenamenti estivi che essa assorbe troppa umidità, diventando pesante quando si suda eccessivamente.
Il peso della soletta a quel punto diventa talmente determinante che rende la corsa più difficile.

In gara, infatti, con le mie Wave Shadow, confesso di averle sostituite con altre solette più leggere e meno inclini ad assorbire umidità.
Cambiando la soletta su queste Wave Sky 2, l'assetto cambia comunque ed ho sentito la scarpa meno morbida oltre che il piede non a perfetto agio.
Ogni cosa deve stare bene al proprio posto, ma è il chiaro segnale che non sto parlando di una scarpa - materasso ma di una calzatura ben realizzata e comunque sempre reattiva.

SUOLA

Tanti intagli, grande flessibilità, agilizza la
scarpa più pesante della gamma
Se l'intersuola parecchio complessa ed innovativa della Wave Sky 2 è la vera protagonista, come ho già sopra scritto gli elementi di una scarpa così complessa devono lavorare in sintonia fra di loro per ottenere un grande risultato.

La fludità di corsa è da sempre un aspetto che Mizuno prende molto sul serio, continuando con la sua tradizionale e semplicistica Smooth Ride Philosophy.
I tanti intagli laterali donano grande flessibilità alla scarpa, rendendola molto dinamica anche durante un cambio di ritmo, mentre la suola in gomma ad alta resistenza all'abrasione X10, garantisce davvero un alto chilometraggio.
Nel corso degli anni Mizuno ha parecchio rivoluzionato il suo sistema di intersuola con il Wave e la resistenza della suola, riuscendo a far funzionare nel modo migliore un materiale molto rigido ma elastico, il Pebax del Wave, con i morbidi materiali dello U4ic e della suola, senza risentirne in termini di schiacciamento al passare dei chilometri.

CONSIDERAZIONI FINALI

La Wave Sky è una scarpa adatta a tutti, ma si deve saper collocare a seconda delle uscite.
Di certo, una volta scoperta ed utilizzata la terrei sempre pronta all'uso specialmente se devo correre per tanti chilometri il prossimo inverno, se devo affrontare un allenamento stanco dalle stressanti ripetute del giorno prima o voglio godermi una giornata di relax senza pensare per forza a scendere sotto i 4'00"/Km.

Le grosse differenze rispetto alla Wave Ultima 9 è il comfort iniziale, durante i primi chilometri,
quando i tendini devono "risvegliarsi" dall'inattività, magari immediatamente al mattino.
In quella prima fase la protezione di questa scarpa aiuta a prevenire un possibile infortunio che negli anni pregressi mi capitava proprio nei primi minuti di corsa lenta.
Wave Sky 2 - Un taglio netto con il passato
Di contro non è certo facile correre forte con la Wave Sky 2 perchè non è molto leggera, tant'è che l'ho utilizzata durante un fatlek (con forti cambi di ritmo e recupero attivo) e durante un Circuit Training e nel finale mi ha messo in forte difficoltà (per via dell'umidità man mano accumulata).

E' di sicuro una scarpa ideale per climi miti, con caldo moderato poichè una volta testata qui in Sicilia con un tasso di umidità accentuato, ad ogni uscita si è sempre appesantita di molto rendendo la corsa più goffa e pesante nel finale di allenamento.
La scarpa mantiene intatta le sue carattestiche e soprattutto resta sempre stabile, ma se imbarca acqua o umidità, quelle poche decine di grammi in più diventano macigni specialmente superati i 15 Km di corsa lenta.

Sostengo da sempre il concetto che una scarpa da running deve essere primariamente stabile e non troppo ammortizzata, ed infine il più possibile leggera per le uscite quotidiane.
Ma man mano ci si fa prendere dalla passione, ovviamente un solo paio di scarpe da running non basta perchè a quel punto si mettono in mezzo le ripetute e le gare.

Se le Wave Rider (oggi alla 22° edizione), ad esempio, sono delle ottime scarpe da ripetute ed allenamenti veloci (e gare per lunghe distanze su strada a partire dalla mezza maratona), questa nuova Wave Sky 2 ha tutte le carte in regola per essere presente ai piedi quando è necessario: per preparare una maratona serve un carico chilometrico importante ed avere qualche grammo in più ai piedi non solo consente di incorrere in un minor rischio infortuni, ma di tenere ben allenata la propria struttura che, una volta calzata la scarpa più leggera, ti consentirà di volare.

Per chi è alle prime armi, forse questa Wave Sky 2 è anche "troppo" per quanto è bella: di certo è rivolta a chi non vuole farsi male dopo le prime uscite ma vuole allenarsi stabilmente ed andare oltre: con la scarpa corretta, stabile e ben ammortizzata si può curare molto bene la tecnica di corsa ed eseguire vari esercizi posturali fondamentali, quali gli Skip, la corsa calciata, gli affondi, il 1/2 squat, ecc.

Insomma, per chi cerca una scarpa da running versatile, innovativa, confortevole e durevole, trova nella Wave Sky 2, il meglio che Mizuno possa offrire.

giovedì 13 settembre 2018

Campionati Italiani 10K su strada ad Alberobello - Spettacolo sulle strade dei Trulli

Ed è l'arrivo di una gara molto entusiasmante
Alberobello, Puglia, 01 settembre 2018.

Finalmente, dopo una lunghissima pausa di certo non voluta, torno a correre ad un Campionato Italiano su strada, dove riesco ad esprimere interamente il mio potenziale.

Tutto questo è stato reso possibile grazie al contributo del Monti Rossi Nicolosi che ha saputo trovare le risorse finanziarie e l'unione di un gruppo tale da poter puntare molti degli sforzi estivi su questo palcoscenico.
Arrivati al venerdì 30 agosto in tarda serata, durante il pre-riscaldamento mattutino di mezz'ora che è servito per capire alcune insidie del percorso e per scoprire l'attrattiva principale del paesello tanto pulito e ordinato, ovvero i Trulli famosi e visitati da tutto il mondo, proviamo a far paragoni su questa e quella gara svolte in estate, che come ho già raccontato, di certo non erano piatte lì in Sicilia.

Sapevamo di trovare un percorso molto vallonato ed in quella mezz'ora, senza coprire per intero i 3 Km del giro previsti dall'organizzazione, ho notato molte curve strette da affrontare con decisione e senza interrompere il passo e tanti, tanti strappi, alcuni corti da 50m circa, altri più lunghi che dopo metà gara avrebbero spezzato il ritmo, le gambe ed il fiato.
Non sarebbe stato facile correre, le difficoltà erano paragonabili al percorso di Napola, solo con svariati strappetti invece di affrontare una lunga ed unica salita.

Al mattino già faceva molto caldo ed eravamo davvero in pochi ad assistere alle gesta dei giovanissimi, gli allievi, alcuni parecchio interessanti dato che dopo pochi chilometri i futuri vincitori si involavano solitari sul traguardo.

Il programma successivamente, a partire dal primo pomeriggio, proseguiva con le batterie amatoriali, con la gara assoluta femminile e finalmente con la nostra, quella degli assoluti al maschile.
Chi avrebbe avuto il privilegio di correre al fresco con il sole già tramontato, erano gli over 45, ovverosia una batteria con partecipazione in massa di tanti amatori della zona, oltre che da regioni limitrofe come il folto gruppo degli amici della Libertas Lamezia Terme.
Colpiva invece, trovare in Puglia un così folto gruppo del Team GS Paratico collocato in AltItalia.
Non che si trattasse di una batteria dal valore tecnico inferiore, visto che sia il primo arrivato (Said Boudalia) che il secondo (Joachim Nshimirimana) hanno corso con tempi da Top 20-30 se fossero entrati in classifica con gli Assoluti.
Due veri evergreen, e scorrendo la classifica oltre che nel mio caso assistendo agli arrivi uno per volta, potevi vedere quanto fosse alto il tasso tecnico per chi ha quasi 50 primavere sulle spalle.
Colpiva, infine, vedere quanta, forse troppa foga veniva messa da molti podisti di quella serie alla lotta spasmodica della posizione, dell'ultimo centimetro finale, dei volti incredibilmente tirati, con un accesissimo furore agonistico in preda alle loro volate.
Non mi si fraintenda, ma questo agosto quando soffrivo oltre i miei limiti e digrignavo i denti mi sentivo davvero tanto in errore.
Fila allungata di un lunghissimo plotone, sia avanti che dietro
D'altronde, il mio Coach in Marina Militare molti anni fa mi insegnava che devi correre con il volto più rilassato possibile, anche perchè è la trasposizione al pubblico della tua serenità interiore.
Correre anche al massimo dello sforzo, deve essere comunque la ricerca della propria armonia e non lo dimentico mai questo concetto.

Durante l'intera trasferta, mi è sembrato comunque di percepire nella popolazione di Alberobello un quadro generale di desolazione, poichè pochi erano i "non addetti ai lavori" che assistevano alla corsa e molti invece erano gli abitanti del posto che a poche ore dall'evento principale, si chiedevano perchè fossero chiuse le strade al pubblico o perchè ci fossero così tanti cartelli di "zona rimozione".

In effetti Alberobello si presenta come un paese ormai pensato principalmente per i turisti e che vive esclusivamente di turismo: troppe le case disabitate o adibite a Bed and Breakfast buone per dormirci qualche notte.
L'ordine e la pulizia del posto, il bianco che riflette la luce solare rigorosamente presente sui muri di ogni palazzina o abitazione, si intonano con il candore dei Trulli, autentiche bellezze della nostra penisola.
La piazza quella sera gremita di gente e ricca di colori proiettati sui muri creava un'atmosfera tutta particolare, ma una volta affrontato lo sforzo della corsa e fuori dalla piazza centrale, avevi già visitato tutto con un senso di soddisfazione tale da voler scappare via.
Eh si, dopo molti anni ormai non sono più un turista da acquisto compulsivo di souvenir, perchè sono i ricordi che restano impressi nella mente il souvenir più bello.
Emblema del luogo, i Trulli, sullo sfondo nella parte finale di gara

I ricordi te li devi creare, non a caso gareggiando.
Dopo i minuti canonici del riscaldamento, entrato nella "zona calda" insieme ai migliori, vedevo tanti avversari molti di loro amici di varie battaglie, alcuni cresciuti e diventi adulti come Alessio Terrasi, con una condizione atletica veramente fantastica.
La tensione cresceva e la preoccupazione di cadere al via era tanta, ma l'esperienza non manca.

Infatti subito dopo lo sparo non è stato facile destreggiarmi per restare all'impiedi visto che sono stato strattonato tre-quattro volte, ma con mestiere ho saputo respingere gli strattoni che arrivavano da ogni parte.
Da buon stradaiolo tengo la scia del gruppone sparso all'impazzata nei primi metri e mi assetto ad un ritmo molto forte, trascinato dalla marea di atleti che già si dileguavano a forti velocità.
Guardo il cronometro ed il primo chilometro (con tratto in leggera salita) segna circa 3'13".
Non potevo far di meglio mi sa e nel contempo l'atmosfera inizia a calmarsi, ormai il peggio è passato e posso pensare alla vera tattica di gara.

Capisco che mi trovo in una buona posizione e provo a tenere il gruppetto che man mano si va definendo.
Ovviamente durante il primo giro si deve correre molto più forte perchè sei in mezzo ai migliori runners italiani e la testa non ti dice altro che tenere quel gruppo senza mai staccarti.
Riesco a riassorbire alcuni atleti ed altri mi sorpassano e finalmente copro per intero tutto il giro che al mattino non ero riuscito a compiere nel pre-riscaldamento.
La parte più bella mi era sfuggita: una lunga salita attraversando i Trulli su di una via tra quelle meno ripide del Paese ma sempre impegnativa.
La gente presente in zona, tra esercenti commerciali e turisti sembrava fossero sorpresi dalla presenza di una gara di "podismo" ed era l'unico settore asettico, quasi privo di applausi ed incitamenti.

Una volta tornati indietro si scendeva a forte velocità e le emozioni crescevano.
Gli spettatori pugliesi sono molto coinvolgenti, spesso parlano a voce alta, usano toni accesi, ripetono a squarciagola i nomi dei vari corridori: sembrava di essere dentro una "corrida" di tori, non in una gara podistica.
Tutto ciò non mi creava fastidio, anzi, mi esaltava.
Superato il primo giro, noto che il percorso non passava mai sul traguardo (trattasi di 3 giri in totale di cui i primi due più corti passavano oltre la zona del traguardo, mentre l'ultimo era allungato in modo tale da passare alle spalle della piazza e portare fin sul traguardo) e mi ritrovavo avanti oltre la Piazza sul basolato scivolso, pronto ad affrontare il primo lungo rettilineo piatto che poco dopo presentava il primo lungo strappetto.

In quel momento la situazione si delineava e tanti volti noti (ahimè) si allontanavano a ritmi sicuramente superiori a miei con grande costanza.
Ero cosciente che se avessi ripetuto le medie cronometriche della Volata Napola-Mokarta della settimana scorsa, avrei potuto ritenermi più che soddisfatto dato che tutta la settimana durante gli allenamenti ero riuscito a produrre qualcosa di buono dopo molto tempo.

Ora mettiamoci al lavoro per una 21K!
Con gli atleti in gruppo era una continua lotta, un continuo sorpassarsi ed alle volte tutto ciò produceva un riassorbimento di qualcuno là avanti.
In tanti avevamo puntato A. Lamachi, nome arcinoto in Campania per via delle sue grandi vittorie nel recente passato e riusciremo a prenderlo e sorpassarlo.
In salita riuscivo ad andare più forte degli altri, ma successivamente non rendevo sul piano oppure in discesa.
Era difficile staccare qualcuno, ma almeno eri la dentro a lottare.
La sofferenza cresceva perchè nessuno voleva mollare e con molta fatica arrivo all'inzio del fatidico terzo ed ultimo giro.

Mi concentro e mi impongo di non mollare assolutamente il gruppo che ormai a tira e molla si alternava continuamente di posizione.
Io ero lì e guardavo quei pochi più avanti... quanto desideravo raggiungerli per migliorare la posizione e riuscire a finire in crescendo una gara che con grande sacrificio e costanza stava per concludersi.

Ormai manca davvero poco e qualcuno da dietro mi rimonta.
Proprio nella salita dei Trulli (forse sarà il ricordo più bello di tutta la corsa) mi rimonta da dietro il sempre bravo Michele Cacaci che tira fuori, come altri del resto, un gran finale.
Scollinato, nel pieno della concitazione, guardo il GPS e noto che eravano al chilometro nove!
Ormai non c'era più tempo da perdere e mi butto all'inseguimento di Michele e di altri due che non conoscevo.
Correvano tutti troppo forte e li tengo vicini a pochi metri con molta fatica, la gente (tutti gli accompagnatori ed appassionati) erano impazziti per quanto urlassero... quel chilometro passa via in un volo, la piazza si avvicina rapidamente e riesco a mantenere la posizione, anche perchè trovo le forze per chiudere in allungo la gara.

Arriva il crono, 33'50", più o meno come quello della settimana scorsa e chiudo comunque contento e conscio che ho dato il meglio di me.
La classifica riporterà la 63° posizione e la 10° SM35 giusto per la cronaca, ma ben allenato quel minuto in meno poteva darmi maggiori soddisfazioni.

E' vero, a parole non ci si allena, ma ringrazio la mia famiglia per avermi permesso di andare in trasferta a gareggiare, dopo un mese di agosto vissuto in perenne apnea.
Loro sono rimasti a casa visto che il viaggio da Palermo sarebbe stato davvero proibitivo per un bimbo così piccolo come il mio
Al mattino guardavo gli Allievi/e correre e pacatamente speravo dentro di me, un giorno, di essere lì dietro le transenne, a regalare simili emozioni a mio figlio, perchè fare atletica è lo sport più bello e completo (per il corpo e per la mente) che ci sia.

Speriamo in quel futuro...

NEW YORK CITY MARATHON 2010 (Foto Podisti.net)

NEW YORK CITY MARATHON 2010 (Foto Podisti.net)
PRONTI A PARTIRE...