41° New York City Marathon - 20° Posto Assoluto - 1° Europeo

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Un Sogno Ad Occhi Aperti...

venerdì 23 novembre 2018

24° Maratona di Palermo - Ti ferisce, ma come puoi non amarla?

Mi sono subito affezionato a questa foto e continuo
a farlo nei riguardi del mondo del Running...
Palermo, 18 novembre.

Dopo quest'ultima, drammatica esperienza, arricchisco il mio bagaglio di gare di un'emozione nuova, mai vissuta in tanti anni di Maratone corse un pò ovunque: passare dal "Paradiso all'Inferno" in poco più di un'ora di gara.
A Palermo è possibile, ma nonostante tutto anche questa dura sconfitta mi ha fatto apprezzare il volto sportivo della mia Città.

Le ultime settimane erano filate via abbastanza liscie ed avevo badato maggiormente a non cogliere malanni di stagione curando ogni aspetto utile a prevenire.
Gli allenamenti erano stati tirati e mirati soprattutto ad affrontare le lunghe uscite su percorsi molto difficili, vallonati e con i consueti lunghi cambi di ritmo in modo da simulare le difficoltà altimetriche che avrei incontrato in gara.
Ho fatto tutto il possibile per arrivare preparato alla Maratona, senza tralasciare gli impegni familiari.

Ed è per questo motivo che sono arrivato alla vigilia della Maratona senza particolare tensione, se non quella consapevole di voler arrivare a podio.
Il "compitino" era semplice: concludere la Maratona di Palermo sotto le 2h40' non è una sfida facile, ma con sufficiente allenamento ed un'attenta strategia di corsa è fattibile.
Avevo le idee chiare in mente e, a parte la tensione nervosa fisiologica avvertita al mattino, trovare un clima mite addirittura correndo il breve riscaldamento con una lieve pioggerella, mi dava tanta tranquillità.

La partenza è avvenuta in leggero ritardo, per un'edizione tra le più bene organizzate in termini di chiusura al traffico delle auto.
Peccato per l'assenza del nostro Sindaco al via.

Alla partenza, visti passare i più forti atleti della Maratona (i due keniani chiamati a lottare per la vittoria) ed i migliori specialisti sulla Mezza (Idrissi il vincitore, Bibi, S. Laudicina e Mazzara), mi sono adagiato sul ritmo a me più congeniale, chiamando a me un folto gruppo a seguirmi.
In una gara di endurance la compagnia ricopre un ruolo fondamentale per far passare facilmente i chilometri.

In poco tempo usciamo dal Parco della Favorita e, come da tradizione, ci immettiamo direttamente su Via Libertà, verso il Centro storico con le sue ricchezze artistiche tutte da vedere.
"Stranamente" iniziavo ad avvertire caldo (il cielo era nuvoloso ma il sole si faceva sentire) e l'aria fresca e umida mi portava ad una facile sudorazione.
I rifornimenti erano fondamentali, da prendere tutti perchè era più prudente bere tanto da non avvertire il senso di sete, che il contrario.

Palermo, semplicemente unica
Inizio a strabuzzare gli occhi (coperti dagli immancabili occhiali da sole, scelti gli Zonyk Aero Pro) quando l'incrocio da sempre critico coincidente con il Giardino Inglese era stato isolato dalla circolazione delle auto: finalmente mi sentivo al sicuro!

Pochi chilometri più avanti, superata la magnificenza della Cattedrale ed entrati dentro Palazzo delle Aquile, il gruppo da me trainato con molto entusiasmo (e comunque sul filo moderato dei 3'35"-45"/Km) faceva il suo ingresso su Via Roma.
Normalmente questa via principale della Città, parallela a Via Maqueda e Via Libertà, restava parzialmente chiusa lasciando ai podisti una striscia asfaltata in modo tale da non creare più di tanto "offesa" agli automobilisti.
Quest'anno, con sommo stupore, mi renderò conto dopo poche centinaia di metri che la strada era stata completamente CHIUSA alle auto, consentendoci di correre esattamente a centro strada su una sede praticamente ampia, larghissima.
Che dire, il più bel ricordo della corsa, in quel momento attraversando i vari blocchi stradali, mi sentivo come se mi trovassi a New York City affrontando la 1st Avenue!

Rientrando su Via Libertà affiancando il Teatro Massimo e successivamente il Teatro Politeama, particolarmente colorata era la partecipazione di un tifo preparato per l'occasione ma comunque d'effetto.

Una volta lasciate alle spalle le bellezze artistiche, si rientrava verso il Parco ed iniziava la lunga ed inesorabile salita.
Io, sempre euforico, seguivo il migliore di un gruppo che man mano si andava sgretolando, ivi compreso un altro contendente per la Maratona, un runner lombardo.
Preso dall'entusiasmo di trovare maggiore frescura sotto gli alberi, spingevo il ritmo di circa 3'40"/Km ritrovandomi ormai a tre chilometri dal traguardo della mezza maratona, con un solo compagno di via, un atleta della Podistica Messina.

Prime battute di gara con un gruppo ricco di contendenti
Il passaggio della metà gara non era dei migliori, ma lo accettavo di buon grado visto che da quel momento in avanti mi sarei trovato da solo a correre contro le avversità altimetriche: 1h18' circa e via verso Mondello!

Bevo da una bottiglia preparata ad hoc la mattina, con tanto miele e sali minerali con magnesio e potassio su acqua leggermente frizzante, ciò che solitamente bevo in allenamento.
Stranamente quell'acqua, rimasta all'aria circa due ore, era divenuta tiepida...
Strano, eppure c'era tanto fresco nell'aria, eppure il mio completo era totalmente sudato ed avevo bevuto ad ogni rifornimento con reale necessità... non riusco ben a capire quanto fosse calda l'atmosfera per via dell'aria fresca che tirava!

L'entusiasmo c'era ancora, da vendere, ma non riesco a ripartire alla stessa maniera al secondo giro nel tratto di discesa che durava meno di tre chilometri...
Il percorso faceva si che si rientrasse sul tracciato affrontato dai podisti in mezza, quindi avevo comunque tanta e colorata compagnia per strada per gran parte del tratto da affrontare nuovamente che attraversava per intero il Parco della Favorita...

La differenza stavolta si sentiva, non riuscivo a tenere i 4'00"/Km e continuavo a sudare, sentendo il vento sempre più freddo addentrarsi nella mia pelle man mano che gli alberi si infittivano.
In quel momento di reale difficoltà, ho avvertito un primo "movimento allo stomaco" che rendeva reale il disagio sul cronometro.
Non mi volevo abbattere, sapevo che poco più avanti iniziava la lunga discesa che portava a Mondello e che avrei avuto tempo e modo di recuperare.
Il freddo, invece, iniziava a picchiare sullo stomaco...
Giunti alle porte della spiaggia ormai il terzo posto era comunque andato, sorpassato con facilità dal bravo podista lombardo che normalmente veleggia su questi tempi.

Il rettilineo del Lido di Mondello non finiva più.
Mi passavo il tempo a vedere quanto si divertissero le persone a passeggiare sulla spiaggia, giocando con i cani, oppure passeggiando sulla strada deserta alle auto.
Volevo essere con loro, fermarmi e ammirare tanta pace, beatitudine e silenzio dalle assordanti auto...

Alcuni passanti, ahimè, erano totalmente noncuranti del passaggio degli atleti in gara (me compreso) con scarso spirito sportivo, di partecipazione o semplice rispetto per chi prendeva parte alla manifestazione.

Pasquale Ponente è un Marchio in Città!
Ero ormai cotto, le gambe non reggevano più lo sforzo della corsa e mancavano 10 durissimi ed estenuanti chilometri.
Dove avrei trovato le altre forze?
Da nessuna parte, eppure nella mente c'era un solido "meccanismo di protezione" che mi impediva di fermarmi perchè sapevo con certezza che lì sarebbe stata la fine, la più ingloriosa.
In quei momenti avevo solo voglia di scappare in bagno ed invece mi aspettava una impegnativa ed infinita salita...

Continuavo ad idratarmi, cosa assurda, ma di certo avevo preso una crisi intestinale di notevole potenza.
La gente continuava comunque ad incitarmi (loro sono stati determinanti con il loro affetto), a darmi aiuto e la salita di Mondello stavolta si faceva pesante.
Pian piano scollino, pian piano raggiungo la Palazzina Cinese, Villa Niscemi e, raggiunto ormai il quarantesimo, mi accosto fugacemente al bagno, con discrezione e celerità da record (quella sicuramente).

Al giro di boa conclusivo emetto il seguente verbo, mestamente: "adesso andiamocene a casa" e continuo sul piede dei 4'40"/Km verso il traguardo.

Perdo qualche secondo per il pubblico, che mi applaude, mi sostiene, ha capito che qualcosa non è andata per il verso giusto e mi inchino per loro, mi sembrava giusto: l'edizione migliore in assoluto organizzativamente parlando meritava tanto calore anche da parte mia.
Se non fosse chiaro ancora, il crono è di 2h49'07" e quarto posto assoluto finale.

Anche il secondo keniano giunto al traguardo non se l'è passata bene con un modesto 2h26' e man mano arrivano tutti gli eroici finisher mi rendo conto delle dimensioni delle imprese e delle vicissitudini personali di ognuno di loro.

Le premiazioni di categoria si fanno aspettare anche troppo, ma passo il tempo a far passare i crampi ed a idratarmi, bevendo tanto e nel contempo tremando per il freddo.

Il contrasto tra la staticità ed il movimento... Volevo invertire le parti
Una Maratona vissuta così male prima d'ora non mi era mai capitata e come al solito il clima caldo umido mi ha dato un pugno diretto allo stomaco.

Ma quanto di buono realizzato dall'organizzazione va evidenziato, con il tracciato di mezza maratona veramente leggero e filante senza inutili giri di boa e, come non ribadirlo, completamente chiuso alle auto.
Per la prima volta in vita mia mi sentivo nella mia Città dentro a una manifestazione internazionale dove il running per una domenica è padrone su tutti gli altri sport...

Mondello è la croce e delizia di una Maratona veramente tanto, troppo dura, che mi immaginerei correre magari a dicembre, anche con il rischio pioggia, perchè no!
E' la ragione insita di chi l'ha corsa, magari con successo e soddisfazione personale e poi non la corre più: molti di loro sono podisti che provengono dall'estero o da altre Città d'Italia.
Di certo torneranno a casa sognanti e soddisfatti di aver chiuso con una medaglia una simile impresa, ma sapranno che la Maratona di Palermo è bella "ma non per fare il tempo".

Io chiudo la mia terza esperienza in modo drammatico e posso dire: cara mia Città, il prossimo anno mi vedrai nuovamente al via, per vendicarmi di te ;-)

(Grazie di cuore all'organizzazione, a Sicilia Running, a Pasquale Ponente ed al Gruppo di fotografi capitanati da Toti Clemente)

domenica 4 novembre 2018

Acchianata di Santa Rosalia - E sono Quattro Vittorie!

Sarà poco indicativa la foto, ma posso assicurare che il panorama da
lassù è spettacolare e vincere ancor di più!
Palermo, 28 ottobre.

Vincere sulle strade di casa da sempre grandi soddisfazioni, specialmente se quelle strade distano pochi chilometri dal tuo quartiere di nascita, come altre volte raccontato.
Il tempo passa in fretta e, nonostante nella mia vita molte cose siano cambiate, correre resta sempre qualcosa di irrinunciabile, così come gli allenamenti fatti su Monte Pellegrino, per via del panorama, del silenzio e del significato religioso che significa giungere in vetta.

Sono tanti, troppi anni che mi alleno su quelle pendenze ed ancora non mi sono stancato, così come di mettermi alla prova sul tratto vertical più duro della Città.

A dire il vero, durante la settimana mi ero imposto di trovare la convinzione e la concentrazione necessaria a dare il meglio di me quella domenica.
Ultimamente, per via dei molteplici impegni quotidiani, alle volte non riesco a dare tutto me stesso in allenamento, anche perchè esaurendo tutte le mie forze quotidiane, mentali e fisiche, rischierei di non arrivare in condizioni "decenti" a fine giornata.
Tutto questo loop mentale, purtroppo non mi consente di eccedere con le tempistiche ed i chilometri in allenamento, pur facendo sempre il mio consueto e applicato "duro lavoro".
Tra l'altro la Maratona di Palermo si avvicina ed ho dovuto incrementare i chilometri facendo spesso alcuni Fartlek dove capita, coadiuvato dal GPS da polso, sicuramente meno preciso dei miei antichi percorsi misurati...
Devo scegliere, se tagliare nei tempi di raggiungimento del luogo di allenamento o nella qualità generale dell'allenamento stesso, ed ovviamente mi accontento del compromesso che la comodità del GPS oggigiorno regala.

Come sopra detto, non era più consuetudine focalizzare molto bene l'evento giorni prima, ma all'Acchianata ci tenevo, soprattutto per battere me stesso e dimostrare che ancora ci so fare, con o senza avversari di rilievo.
Quella domenica, il clima era poco rilassato, al solito scaricavo sullo stomaco la tensione ma anche questo fattore ormai lo so ben gestire, anzi ti fa capire che sei davvero pronto a correre.
I partecipanti non sono mai tantissimi, circa 150 al via, ma credo culturalmente parlando meriti molto di più questa manifestazione, unica nel suo genere.
La giornata era nuvolosa ma calda e minacciava velatamente di piovere, l'ultimo dei miei pensieri.

Alla partenza non scruto avversari che potessero impensierirmi, ma ormai ero sintonizzato sul miglior modo di affrontare le prime rampe, più dure e complesse, in modo tale da potermi avvicinare alla vetta senza grossi cali.
L'Acchianata non è altro che una gara su fondo regolare e poco sconnesso, correndo su ampie basole su di un percorso nato per attraversare Monte Pellegrino più velocemente ed arrivare al Santuario di Santa Rosalia.
In tanti durante l'annuale processione camminano a piedi nudi su questo percorso, provando a meritarsi un miracolo dalla nostra Santa, rituale sacro che attrae migliaia di turisti ogni anno.

Io, praticamente, percorro quelle strade con regolarità in allenamento ed alle volte mi piace correre un lungo più impegnativo sul versante della strada percorribile alle auto per avere maggiore effetto allenante.

Percorsi unici, come precedentemente raccontati,
ricchi di storia e misticismo
Quindi non si può parlare di un Vertical così come è inteso a livello assoluto, dove davvero fai fatica anche solo a camminare.
Qui è possibile correre e pure forte per tutto il tratto, ma è comunque una pendenza che sale costantemente per meno di quattro chilometri, che spezza il fiato, le gambe con le sue ardue rampe.

Devi fare attenzione ad affrontare con troppo entusiasmo il primo tratto, se no difficilmente arrivi in cima sorridendo.

Potevo aspettarmi un crono intorno i 18 minuti e sarei stato soddisfatto e così mi sono messo d'impegno sin dal via.

Dopo il primo lungo tratto di 500 metri non ho avversari vicino a me e mi concentro sulla strada che conosco come le mie tasche.
Ogni tornante è tortuoso, alle volte si tratta di curve a gomito e la prima parte, che transita a "mezzarancio" su di un piazzale panoramico dove ammiri un grande scorcio cittadino, si conclude con la rampa in assoluto più dura di tutta la scalata.

Corro contro me stesso ed il passaggio a metà strada mi sembra ottimo, così provo a mantenere quel passo spedito.
Avendo maggiore allenamento avrei retto più facilmente, ma dopo un pò inizio a soffrire ed accuso nel passo tanta fatica.
Ormai mi trovo nell'ultimo lungo rettilineo e so bene che mancano circa cinque minuti alla vetta, provo a stringere i denti ed accorcio il passo.
Finalmente, agli obelischi, il tratto più duro è alle spalle, con un buon 18'20" di crono totale.

Non è finita qui, il percorso di gara prosegue, e scendo rapidamente in piazza attraversando una breve ma ripida discesa e da lì si affronta una lunga scalinata che comunque di corsa è brevilinea.
Il peggio ormai è alle spalle, e giunto di fronte al Santuario, con un rapido segno della croce, seguo il percorso e mi avvio verso l'ultimo tratto, veloce e percorribile tutto stradale, il chilometro secco che porta al belvedere.

La strada in quel momento è chiusa alle auto, grazie alla collaborazione della Polizia Municipale.
il silenzio imperversa quei luoghi, corro all'incirca sui 3'30"-40"/Km in leggera e costante pendenza e inizio a gustare la vittoria, sempre bella che non stanca mai.

Foto che rappresenta gli sforzi organizzativi con tanto
di catering portato fin su in vetta!
Giungo da solo al traguardo, in 25'34," felice come se fosse la prima volta!

Lassù faceva freddo e così corro a cambiarmi, ma già il ristoro era pronto e le borse di tutti i partecipanti erano state portate su celermente.
Il secondo giunto al traguardo, un grimpeur di razza, dedito da una vita al Trail, Giuseppe Cuttaia, categoria M50 di ferro!

Questa gara, organizzata con pochi fondi a livello economico e l'aiuto di qualche sponsor senza troppe pretese, è l'esempio di come si possa offrire un bel ricordo su di un percorso atipico, anzi unico nel suo genere, senza lasciare deluso nessuno dei partecipanti.
Sguardi entusiasti, grandi sorrisi e soddisfazioni dal primo all'ultimo arrivato.

Non abbiamo dovuto attendere un'eternità per le premiazioni che sono state apprezzate da tutti per la loro semplicità.
Un bravo a Ferruccio per la dedizione a questo evento negli ultimi anni, nel ricordo del compianto Mario Ferrara, ideatore della gara e scomparso troppo giovane poco più che cinquantenne.

A lui dedichiamo tutti gli anni il ricordo con il premio al miglior M50 in gara.

Scendendo a piedi sulle stesse rampe che mi hanno portato in vetta, è venuto il momento di pensare alla prossima gara, la Maratona di Palermo!

(Ringrazio l'organizzazione per gli ottimi servizi e le foto spettacolari di Massimo Parisi)

NEW YORK CITY MARATHON 2010 (Foto Podisti.net)

NEW YORK CITY MARATHON 2010 (Foto Podisti.net)
PRONTI A PARTIRE...