41° New York City Marathon - 20° Posto Assoluto - 1° Europeo

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Un Sogno Ad Occhi Aperti...

sabato 30 giugno 2012

Adidas Adizero Boston 3 vs Adizero F50.2

E' l'era del micoach,, disponibile in tutti i modelli
Materiali raffinati, innovazione, design o un prodotto sicuro, di successo e tanto versatile?

Quest'anno Adidas quando mi ha fornito le nuove Adizero F50.2, devo ammetterlo, un pò sono rimasto spiazzato perchè il cambio di rotta rispetto alla prima scarpa (per me eccellente alternativa alla scarpa da gara per reattività e versatilità) è stato deciso.
Adidas produce diverse varietà di scarpe da gara della categoria "A1" - Ultraleggere e questo modello, differente per design e per scelta dei materiali, quest'anno è stato collocato per soddisfare una maggiore utenza di runners, nella categoria "A2" delle intermedie.
Arrivo vincente di un 3.000m in pista
(Fonte SiciliaRunning.it)

Un cambio di rotta, quindi, che ha comportato un'inevitabile aumento di peso visto che la scarpa resta comunque accattivante nello stile ma ulteriormente rivoluzionata nei contenuti tecnici.

Dall'altro lato, come migliorare un prodotto di così grande successo tra gli estimatori che hanno avuto il piacere di utilizzarla nelle tante gare e allenamenti veloci, come la Adizero Boston 3?
Adidas, che sta sempre attenta ai dettagli e cerca di venire incontro alla salute dei propri utenti con scarpe principalmente curate nell'assecondare il movimento della meccanica di corsa, ha messo dentro la Boston 3 altro valore aggiunto come la Suola in gomma Continental per migliorare il già eccellente grip ed ha cambiato seppur di poco la distribuzione dei pesi tra tallone ed avampiede, rendendo più immediata e diretta la rullata.
Un pò come è avvenuto con la Supernova Glide 4 già descritta in altra occasione.

Ma andiamo ai dettagli.

TOMAIA
Tomaie a Confronto - Massima cura, persino dei lacci

La Adizero Boston 3 continua per la sua strada e mantiene una calzata curata in ogni dettaglio da far sembrare assente la presenza della calzatura durante l'attività.
Fasciante come sempre e meglio della precedente versione con un un assemblaggio del mesh traspirante che assume maggior comfort ed eleganza con il rinnovato design Adizero.
Tutto porta a pensare che sia una scarpa da gara per chi corre ritmi da 3'30"/Km in su, agile come non mai, anche in pista; insomma la sorella maggiore della Adizero Adios 2!

La Adizero F50.2 continua a perseguire la strada dell'originalità ma tanti sono i cambiamenti avvertiti.
La calzata non è più estrema come la prima versione ma adesso è più larga e dona maggiore comfort.
A tratti il mio piede avverte anche dei "sensi di vuoto" dovuti all'elasticità della tomaia che dona anche colori brillanti.
Bella ed appariscente alla vista, resta il modello di punta delle "Tre Strisce" collocate in orizzontale che richiamano da quest'anno tutta la linea delle chiodate da mezzofondo in Pista.
Anche questa soluzione mi ha soddisfatto appieno in quanto a traspirabilità ed alle sensazioni tattili; molto bello il microsuede attorno al collo piede, esternamente.

INTERSUOLA

Il dettaglio dei due tipi di Formotion
La Adizero Boston 3 acquisisce maggiore reattività grazie ad un'intersuola leggermente modificata che comporta una rullata del piede più immediata.
Cambiare passo anche a ritmi elevati da 2'50" - 3'00"/Km  non è poi così difficile, aiutati dal peso limitato della scarpa che fa il resto.
Il Formotion al tallone lavora davvero bene ed il celebre grip che ha reso famosa questa scarpa fanno il resto, nessun grosso cambiamento di rilievo come è giusto che sia.
Classico supporto "Torsion System" mediale che accompagna senza restrizioni il normale movimento di pronazione del piede.
E' una scarpa STRADALE, esprime il meglio di se nel duro e piatto asfalto.

La Adizero F50.2 mantiene molte delle caratteristiche della prima versione, primo fra tutti il design della suola.
Aggressivo come pochi altri modelli di casa Adidas, funziona sempre bene e, grazie al leggero supporto mediale "Torsion System" inserito a scomparsa tra intersuola e suola, si acquisisce una corsa molto naturale e libera da costrizioni.
Ampia la pianta ed un sistema di ammortizzazione tallonare "Formotion" diverso da quello della Boston 3: più affusolato e con maggiore spessore.
Originale l'estensione dell'intersuola tale da associarsi alla conchiglia di alloggio dell'area tendine d'achille - tallone "SprintFrame" che irrigidisce questo nuovo modello, pensato anche al multisport ed ai cambi di direzione laterali in allenamento.


Sinceramente mi trovo meglio nel complesso con l'omogenea distribuzione della spinta data dalla Boston 3, rispetto ad una più reattiva quanto "divertente" F50.2.

SUOLA

Gomma Continental o Design Aggressivo?
Gomma Continental per la Boston 3 ed è quanto di meglio si possa avere.
Il grip è sempre ben curato ma il disegno della suola in questa versione la rende più aggressiva per mordere l'asfalto.
Tanti gli intagli di flessione longitudinali e uno su tutti, quello che segue il Torsion System, determinante per scaricare nell'avampiede l'impatto nel modo più naturale possibile.
La scarpa guadagna maggiore naturalezza nel movimento: non a caso il design della suola è molto somigliante anche nella Supernova Glide 4 che nell'Adistar Ride 4.

La Adizero F50.2 usa delle geometrie differenti che danno tanto a ritmi elevati.
Nonostante la scarpa pesi qualche grammo in più della Boston 3, mi ha entusiasmato maggiormente in pista per la rigidità dello "SprintFrame" al tallone e per il Formotion più reattivo.
Nell'allungare la distanza si perde qualcosa in comfort e protezione; penso che sia una scarpa pensata non unicamente per la disciplina della corsa ma più che altro per alternare scatti e lavori veloci.
Una sessione di allenamento di Fartlek o ripetute veloci (non più di 2') alternate a recupero sono il lavoro allenante che più si addice a questa F50.2.

CONCLUSIONI

Il design della suola dellaF50.2 somiglia ad una chiodata!
Volete andare sul sicuro e puntare tutto sulla Maratona faticosamente preparata?
Meglio una Adizero Boston 3 che con tutta sicurezza vi traghetterà sull'obiettivo prefissato, su un target tra le 2h30' e le 3h30'; oltre questi tempi sono ottime le Supernova Glide 4.
Scarpa molto veloce, reattiva grazie al dislivello più curato nell'intersuola va più che bene nelle gare corte tra i 3K ed i 10K; il meglio di se lo darà nella Mezza Maratona nella quale le calzerei volentieri se non dovessi correre su ritmi esasperati.

Preferisci avere ai piedi una scarpa che si faccia notare immediatamente e che ti permetta di sfidare il tuo amico/avversario alla prima occasione o che ti permetta di correre in tutta libertà?
Meglio allora le Adizero F50.2, leggere, reattive e molto divertenti.
Il modello è un concentrato di innovazione e di tecnologia Adidas, il che la rende una scarpa molto seria e professionale nel mondo Running, adatta anche per correrci tutti i giorni per chilometraggi non eccessivi.
Rientra nella categoria delle Intermedie, ma è "alternativa" poichè concepita per concedere al piede una libertà di movimento non usuale per una specialista del Running.

Due Intermedie dai due animi differenti; Adidas ha scelto un percorso che confluisce nella sua filosofia di recente comunicazione che da spazio alle esigenze di ogni singola individualità: "all adidas", aggiungo "all YOU".

giovedì 21 giugno 2012

Nasce un Running Distance Project?

Oggi è diventata una realtà, pochi mesi fa... non ci avrei scommesso più di tanto!
Normalmente ci si lascia trascinare da facili entusiasmi e nel mondo del Running come (ahimè imparato in altre vicissitudini) nella vita, è facile che i tanti progetti avviati con enfasi collassino come un fragile castello di carte.
La questione era nata pochi mesi fa, in uno di quei bui pomeriggi invernali, dalle parti dell'expo Maratona di Palermo.
Parlando di prospettive future, allenamenti, metodologie, cambi di maglia... son passati tanti chilometri sotto i nostri piedi che non avrei mai pensato che tale carisma avrebbe potuto accentuarsi così tanto da materializzarsi nella forma più socializzante per un corridore, ovverosia un Gruppo.
Come allenatore, non mi ci vedo ancora, ma non mi tiro indietro se c'è da provare ad aiutare un amico ad appassionarsi allo sport che pratico da sempre con tanto entusiasmo ed impegno.
Ed in effetti tutto forse è nato in questa mia capacità (per chi riesce a coglierla) di riuscire a vedere il Running con i miei occhi; una parte per spirito di competizione, una parte per divertirsi e curare il proprio benessere psicofisico.
Ricordo di Mariano, prima di iniziare questo percorso che ci sta portando a questa bella amicizia, di averlo "pizzicato" un pomeriggio in pista mentre mi accingevo ad uno dei mille dopo le salite, carichi di adrenalina e concentrazione.
Lo chiusi tra l'altro bene, in 2'43" credo e lì avvenne un primo scambio di opinioni; ma di lì a pensare che avrebbe dato tanta fiducia in me non l'avrei realizzato mai.
In effetti, non lo faccio di proposito, ma ancora oggi non riesco ad intravvedere un immediato approccio con il prossimo, specie se ci si incontra raramente e... rapidamente per strada, tant'è che la questione si era chiusa lì, finchè venne riaperta proprio in quel mese di novembre.
Grazie al cambio di maglia, passando alla Trinacria Palermo, Mariano ha tratto giovamento anche con un rinnovamento motivazionale dettato dalle ambizioni di una Società che punta molto in alto.

Durante le prime settimane e per tutto il finire dell'anno, il suo lavoro per la poi sfortunata sessione primaverile che lo hanno portato ad abbandonare ogni obiettivo per diverse piccole o grandi sventure personali, è cresciuto in maniera parallela al mio coinvolgimento.
Il suo entusiasmo non era pari al mio, che mi limitavo a seguire e interagire su un soggetto che atleticamente non conoscevo per caratteristiche, ritmi e preferenze.
Ma io, che con la corsa ho sempre sperimentato e scoperto modi differenti per vivere intensamente ed in equilibrio con me stesso, ero convinto che non avrei potuto far altro che stravolgere in positivo le sue esperienze precedenti che molto spesso sono legate a piatti schemi o "tabelle" continuamente ripetitivi...

Nel frattempo, non sapevo che trama di Mariano si stesse imbastendo così bene, finchè un giorno mi soggiunse una sua telefonata: "posso rivelare l'identità del mio Coach?".
Si... perchè nel frattempo l'individualità si stava trasformando in gruppo che, con mia enorme sorpresa, trovava questi miei modi "differenti" di preparare una maratona accattivanti e stimolanti.

I "ragazzi" che conoscevo in parte o quasi del tutto bene scelsero di aggregarsi con Mariano, probabilmente per il modo entusiastico di raccontare i miei lavori che, comunque, sono frutto della scuola del mio attualissimo Coach e niente altro.
Il fattore aggiuntivo è stato dato dal continuo scambio di opinioni nel tempo fra me ed il Coach che, nel corso di tutti questi anni, abbiamo sempre dato interpretazioni volte al miglioramento per la Maratona, cercando di mettere qualche "pezza" laddove poteva capitare un intoppo non voluto o dato da un azzardo durante la preparazione.
Farsi male insegna tanto, di esperienza in questo ne ho tanta!

Ma passare dall'agonismo sfrenato all'insegnare un minimo di metodologia allenante ad un podista evoluto ne passa in termini di ulteriore esperienza, che in questo caso è pari a zero!
Ed infatti le preoccupazioni maggiori avvennero quando pian piano venni a scoprire che il gruppo - maratona iniziava a divenire sempre più folto ma fortunatamente equilibrato e dotato di elementi di primissima scelta.

Non ho mai capito perchè il nobile cultore del podismo panormita, esperto ed equilibrato runner "all track" con ottimi risultati ovunque e autore di esperienze sportive degne di un serio podista che mai scorgeresti ad un primo istante, superficialmente, nel suo sorriso, si possa essere aggregato all'amico Mariano.
In quel momento iniziavo a scorgere lati carismatici evidentemente unici nel suo genere, giacchè molti altri importanti podisti della Trinacria Palermo si aggiungevano con sempre maggiore preoccupazione.

Oggi la preoccupazione sta pian piano andando via, sostituita da una solida e chiara visione di un gruppo sempre più affiatato plasmato dal suo capostipite.
Con la presenza di Felipe il gruppo ha preso il suo equilibrio, con i risultati di Rob (davvero notevoli, frutto di un lavoro costante ed in linea con le proprie capacità personali) forse ha preso grande fiducia nei miei mezzi che ancora non so in che strada potranno sboccare.

L'aver visto un mattino, poche settimane fa, il mio gruppo unirsi per fare un lavoro "alternativo" mi ha regalato un'emozione nuova, differente... sotto gli occhi dei podisti delle 08:00 che conosco marginalmente i quali si chiedevano quali diavolerie potessero essere un lavoro di corto veloce combinato con dei 200m in pista...
Oppure uno di questi caldi pomeriggi, assistere in pista i miei "ragazzi" stringere i denti in Pista fino all'ultimo, dal più veloce al meno veloce (per ora) ognuno per il proprio obiettivo personale, che per me è principalmente il NON farsi male.

E lì ho capito quanto importante fosse stato il progetto di Mariano, nato così, dal nulla ed ora materializzatosi in un gruppo di persone, lavoratori normalissimi e/o padri di famiglia, che ripiegano il loro tempo o accantonano altre passioni per riunirsi tutti insieme nel massimo della serietà per raggiungere il loro scopo più importante che in fondo è il sogno di ogni podista: abbattere il proprio PB nella maratona.
Questo gruppo mi rispecchia: serio, applicato e unito.

Adesso anche io stesso non ne posso fare a meno di questo bel gruppo... sarà la mia futura attività smesso con l'agonismo?
Chissà... perchè anche come Personal Trainer, a detta di un amico, non sono niente male ;-)

giovedì 14 giugno 2012

17° Corrinsieme - Bad or Not Bad?

La dura Salita Non risparmia nessuno...
S. Caterina dello Ionio - 02 giugno


Con enorme ritardo narriamo i fatti accaduti negli ultimi tempi ed in questa Gara che mai perde il suo fascino.
Pur essendo stata anticipata di parecchie settimane, ha trovato un'ottima collocazione per il giorno festivo nazionale e, nella prima vera settimana di caldo estivo, ha saputo raccontare un'altra storia di sport nel duro giro del percorso da 2K da ripetere 5 volte a tempi record.

Infatti, con lo stuolo di atleti africani presentatisi quest'anno (ben 10), si è raggiunto l'obiettivo - Record della Corsa grazie ad una condotta di gara dai ritmi elevatissimi sin dal primo giro della gara, il keniano Erastus Chirchir ha avuto la meglio dei suoi connazionali in un fantastico 29'05", battendo grandi nomi come Sebahire e Rukundo.
Addirittura solo sesto Paul Sugut della Libertas Catania e parecchio staccato, autore qualche settimana prima di un bellissimo 5.000m a Palermo dalla corsa elastica e fluida e attorno i 13'40" (circa), qui evidentemente poco a suo agio su un percorso non propriamente rettilineo.

Per "il resto dell'Italia" poco altro da fare...
Solo 11° Denis Curzi (C.S. Carabinieri) ma almeno attaccato fino all'ultimo ai due marocchini, Lamachi e l'ottimo (quanto sorprendente) Bibi che vive, corre e lavora (duramente) a Palermo.
In successione, Ruggiero (C.S. Forestale), Marcianò (Lib. Benevento) ed il sottoscritto.

Guardando il crono finale (32'13") non si può che storcere il naso.
Aver preso tanto distacco dal proprio compagno di allenamento e dalle aspettative quantomeno migliori del risultato ottenuto possono far storcere il naso.
Eppure, considerando il carico di lavoro e tutti gli allenamenti svolti fin qui, con successo, non posso ritenermi insoddisfatto.
Una gara non eccellente può uscir fuori, soprattutto se si sta dando fondo alle proprie risorse fisiche e mentali tutti i giorni, proprio come sta capitando in queste ultime settimane, ad ogni lavoro in pista.
E' ciò che non dovrebbe più accadere, almeno questo, di non giungere a fine allenamento senza più gambe nemmeno per fare il defaticamento.
Iniziare a gestir meglio l'allenamento secondo le proprie reali capacità diventa quantomeno prioritario.

Ad aggravare la situazione, si sono messi proprio gli africani, partiti "a cannone" sin dalla prima immediata salita dopo il via.
Non sono riuscito ad insediarmi in gruppo nemmeno per pochi minuti ed il crono a fine giro, mi dava ragione, con un roboante 6'07" troppo forte per una giornata fin troppo umida.
Primo Giro - L'africa là avanti...
Infatti, se ottimisticamente mi aspettavo una gara non troppo penalizzata dal caldo, la forte umidità ha reso per la prima volta quest'anno, difficile la corsa rendendo pesante il passo e poco reattivo come temevo dopo tanti allenamenti tirati.

Così, a parte un secondo giro in 6'17", non ho saputo mantenere questo ritmo e dopo metà gara, mi sono assestato sui 6'30" che hanno reso davvero dura la gestione delle ultime battute della corsa, ormai solitaria da molto tempo.
La sensazione avvertita in corsa è anche difficile da spiegare.
Era palese la difficoltà a mantenere un ritmo alto da circa 3'10"/Km ma questo a causa della fatica accumulata evidentemente; di contro la sofferenza a livello aerobico non era eccessiva, come se l'organismo fosse abituato a ben altro stress.

Da questo momento in avanti, quindi, riuscire a concludere ogni singolo lavoro in pista senza patire eccessivamente è diventata la regola principale.
Due giorni di lungo non sono bastati a recuperare da una trasferta così impegnativa ed il lavoro di martedì 5 è uscito discretamente senza andare ad intaccare altre risorse: (2.000m - 1.600m - 1.200m - 800m) (R.3') + 4 x 400m (R.1'30").
Questo, un lavoro "più mio", mi ha visto sofferente - ma non tanto - solo nei 400m che a conti fatti sono entrati nella routine di queste settimane grazie al mio (veloce) partner in allenamento.
5'55" - 4'49" - 3'28" - 2'16" - 64".6 - 64".7 - 65".6 - 64".1

Due lavori a settimana iniziano ad essere maggiormente gestibili e venerdì 8 sono maggiormente propenso ad essere messo alla frusta: 4 x (600m - 500m - 400m) (R.2' e R.5' tra le serie).

Riesco ad essere più ragionevole con chi è più veloce di me e coglierne solo il meglio: nei 600m non ci tiriamo troppo il collo ed il ritmo è gestibile, ma nei 500m o 400m per chi tocca tirare il comportamento è differente: se toccava a me si parte prima e si fa da lepre; se partiva l'altro restare a scia il più possibile senza arrecare conseguenze negative nella restante parte del lavoro.
Ad un punto di unione si arriva sempre!
Splendido scorcio della Calabria - a pochi passi dal mare
Molto divertente il finale in cui, nell'ultimo 400m, resto attaccato fino ai 200m finchè il mio compagno, con estrema agilità, parte per chiudere in maniera imperiosa curva e rettilineo finale senza nemmeno riuscire a stare in scia.
Ma, attualmente, non è ciò che mi interessa: serve chiudere bene tutto il lavoro e non solo una (prima) parte!

(1'42" - 1'22" - 63".1) - (1'39" - 1'21" - 64".3) - (1'39" - 1'21".8 - 65".0) - (1'40" - 1'21".6 - 62".8).

Si chiude un'altra settimana, in parte di recupero fisico, senza sostare più di tanto.
In realtà... siamo in sosta obbligata in attesa che esca fuori un'opportunità in pista; nell'attesa continueremo a girare nell'anello rosso fuoco!

(Ringrazio Miletomarathon per le foto sulla costa Ionica)

venerdì 1 giugno 2012

Calm On The Sea, Fire On The Track!

Palermo offre tutto l'anno scorci di indescrivibile bellezza...
Palermo - Tutto maggio

E' il momento di smorzare gli animi, anche se è da relativamente poco tempo che ci sto dando "dentro" in pista. Ma esagerare quasi sempre ha un suo prezzo da pagare.

Quel che cerco sempre di dirmi è che ogni ciclo di lavori/allenamenti intensi va comunque sempre assorbito e presentarsi al lavoro successivo senza aver smaltito il precedente è una pratica quantomeno rischiosa.
Ed è capitato, per l'appunto, di pagare fin'ora con scarsa lucidità nel finale dei lavori o magari con un brutto "mal di gambe" il seguito che qui narrerò.

Ecco perchè, come lo scorso anno, nel periodo meno praticato dai bagnanti, ricorro al relax della corsa in acqua, a pochi minuti di auto da Casa Mia, sulle splendida Spiaggia di Mondello.
Vivere la spiaggia "fuori stagione" è il massimo!
Attualmente si stanno ultimando i lavori di installazione delle cosiddette "cabine" che saranno a breve prese d'assalto dai vari "fan" (termine che tanto aborro) della tintarella.
Venir a fare un salto a mare a metà settimana, quando il turno a lavoro termina prima, è il massimo del relax.
L'acqua torna ad essere limpida ed è un immenso piacere correre immersi in acqua fino a metà torace.
Si fatica tanto a livello muscolare, si lavora ancor di più di piedi ma tutto è ben "massaggiato" dall'acqua che oppone la sua piacevole resistenza.
Ne esci forte, tonificato e meno stressato!

Non puoi tirare la corda tutti i giorni, una giornata in cui al pomeriggio il lavoro è incentrato sulla corsa in acqua ti rigenera e sei pronto immediatamente a tornare a regime, anche a doppiare.

Dettaglio dello Stabilimento balneare del Charleston
E' capitato, infatti, dall'ultimo lavoro raccontato (le coppie di ripetute) di non saper più correre il lungo per i due giorni di seguito e ciò era un forte campanello dall'allarme!
Il mal di gambe imperversava e non potevo far altro che correre pesante ed imballato.
Una brutta sensazione leggermente migliorata proprio il giorno del lavoro quando si è unito a noi un altro giovanissimo talento, molto promettente, del mezzofondo siciliano (delle mie parti).
Il lavoro di giovedì 24, 8 x 1.000m (R. 1'30"), rigorosamente con le Adizero Adios 2.

Troviamo un'intesa fantastica, d'altronde abbiamo gli stessi obiettivi e riusciamo a realizzare una bella serie.
Particolare di questo lavoro, che appena i ragazzi hanno abbandonato le "gommate" stradali e messo le chiodate, si sono sbloccati tanto da chiudere in 2'46" e 2'50", rispettivamente.
Io, che ho seguito senza staccarmi il treno fino alla fine, sono "esploso" proprio all'ultimo, rovinando la serie (peccato!).
E ciò è stato un primo, vero, campanello d'allarme...
La serie: 2'53".8 - 2'57".4 - 2'55".0 - 2'56".8 - 2'55".2 - 2'57".2 - 2'54".9 - 3'02".6 (!)

Il giorno dopo, non a caso, è stata la volta della prima corsa in acqua dell'anno e subito ne ho beneficiato con un miglior recupero. La prima volta è bene non esagerare in quanto l'unica sollecitazione maggiore può venire dall'uso dei piedi e conseguente fascite plantare...

Domenica 27, non ancora totalmente ripresomi dalle batoste settimanali, prendo tempo finchè al pomeriggio preferiamo, insieme al Coach, di fare un richiamo solido di salite a Monte Pellegrino dalle parti del ripido lastrone della Scala Vecchia: 8 x 500m (R. Disc.).
La serie è entusiasmante in quanto corro fino alla fine fluido, ma sento che non ho tantissime energie fresche.
2'08".4 - 2'10".0 - 2'08".0 - 2'08".6 - 2'10".5 - 2'07".5 - 2'10".9 - 2'03".4
Avrei dovuto chiudere con la classica "cavalcata" dalla biforcazione stradale di Via Bonanno fino allo Stadio - 3K - ma ai 2K, ormai privo di forze ho preferito mettere "le quattro frecce" ed accostarmi, contento del lavoro svolto.
Ed era il "primo" caldo!

Fra qualche settimana sarà una spiaggia impraticabile :-(
Poco recupero, ancora un lavoro "tosto" in programma martedì 29 che subisce una radicale modifica (non tanto per la qualità ma tanto per l'intensità del lavoro stesso) in 10 x 400m (R.1') in pista.
Il forte atleta di Misilmeri ha una marcia in più anche dovuta al fatto che in Pista ha una preparazione ben più avviata della mia e la differenza di appeal si nota ad ogni fine giro: io poco oltre metà lavoro già ero in nette difficoltà, lui stava gestendo alla grande con chiusure lievemente accelerate.
Non ho potuto fare altro che stringere i denti finchè ho potuto, finchè le mie gambe hanno potuto!
Nuovamente, proprio l'ultima ripetuta segna la fine delle mie capacità portandomi ad una inesorabile resa muscolare... proprio così non va!

La serie: 64".8 - 65".2 - 65".9 - 65".4 - 65".5 - 65".9 - 65".4 - 66".1 - 66".2 - 68".8.
Il lavoro finale, previsto un mille, mi vede tirare il mio compagno per un 500m, poi fine dei lavori (per quel giorno), davvero sfinito!

Giovedì 31 solamente qualche allungo da 100m tra i 14".0 ed i 14".5 (R.2'), 1 x 300m in 45" e 1 x 500m in 1'17".6 solo soletto con i miei ritmi, i miei tempi (ci voleva! :-)

Non sono affatto scontento, anzi mi meraviglio positivamente dell'essermi già adattato così benevolmente a ritmi che poche settimane fa mi facevano soffrire (come un 400m in 67").
Non devo aver fretta, non posseggo delle doti di velocità così elevate e tutto questo andrebbe a scapito della crescita generale.
Sabato mi attende la Corrinsieme, gara tradizionalmente a cui tengo tanto e questo sarà un serio banco di prova per capire quanto potrò tenere alti i regimi del mio motore in presenza di difficoltà, ovvero i "soliti" stranieri!

NEW YORK CITY MARATHON 2010 (Foto Podisti.net)

NEW YORK CITY MARATHON 2010 (Foto Podisti.net)
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