41° New York City Marathon - 20° Posto Assoluto - 1° Europeo

41° New York City Marathon - 20° Posto Assoluto - 1° Europeo
Un Sogno Ad Occhi Aperti...

mercoledì 23 maggio 2012

Co - Op

Palermo, maggio 2012

Termine "videoludico" che sta per Cooperation, una modalità di gioco online parecchio diffusa.
Ma se questo mio hobby è da tempo accantonato per motivi di tempo e per cercar di vivere più realisticamente la propria vita, in termini atletici la Cooperazione è ciò che fa scattare in te stesso la voglia di uscire gli artigli.
Più si è... migliori sono i risultati.

Per preparare una Maratona, serve pazienza, volontà e magari qualche caro amico che tira in bici il tuo lungo lavoro visto che dalle mie parti i giovani non vogliono cimentarsi su questa disciplina tanto affascinante quanto logorante per il fisico che per la mente (non per me!).

Per riuscire a correre bene una Maratona serve acquisire facilità di corsa ed una discreta dote di velocità nelle brevi distanze e da qualche anno a questa parte cerco di predicarlo, soprattutto d'estate.

Ma ciò che davvero può fare la differenza è trovare la giusta compagnia che ti stimoli, ti esalti, ti faccia presentare in pista senza dover pensare prima di allacciarti le chiodate, chissà quale fardello dovrai sorreggere quel pomeriggio.
Diverse alterne sfortune mi hanno nel tempo privato del partner in pista e negli anni in tanti si sono trovati bene con me: costante, motivatore, propenso al rischio.
Con queste capacità il compagno ideale è stato sempre un atleta più veloce nettamente di me in modo tale da farmi esprimere maggiormente nelle brevi distanze.
A dettare ritmi e tenerli alti il più possibile quando la distanza si allungava, ci pensava il sottoscritto :-)

Non c'è paragone, quando corri da solo la fatica raddoppia ed i risultati sono mediocri; questo ciclo di allenamenti può invece dare la svolta decisiva alla stagione che da tanto tempo attendo ed abbassare quei PB nelle distanze che ancora latitano.

Dopo la Terrasini Half ho vissuto una fase di transizione rappresentata da un piccolo richiamo di salite mercoledì 09 (Montepellegrino Scala Vecchia pendente fino alla vetta delle Antenne Rai) riuscito male probabilmente dovuto al carico della gara non ancora correttamente smaltito e subito integrato su mia iniziativa personale il giorno successivo con un primo approccio in Pista con il mio amico per provare a vedere cosa accadeva lavorando insieme.
E così, giovedì 10 accade quel che speravo: in un pomeriggio riapro gli occhi alla speranza ed i tempi con estrema facilità si abbassano.
Pur gravato dal carico della lunga salita, correre qualche ripetuta di 400m, per esempio, in 65"-66" diventa un'inezia.
In quei pochi minuti di durata di un lavoro di sola agilità ho capito che avremmo potuto fare una grande estate...

Al sabato 12 non c'è stata possibilità di lavorare insieme e anche a causa di gare in Pista a Palermo ho dovuto su dirottare un 15 x 415m di giro corto nella Villetta adiacente lo Stadio delle Palme (R. 1').

Senza cercare grandi tempi e su un percorso a quadrilatero dagli angoli spigolosi che rievocava altri tempi (le prime generazioni correvano su Piste in sterrato e scarpe chiodate dove i chiodi davvero(!) li sentivi vivi sull'avampiede) con le Adizero Adios 2 ho corso costantemente sul piede dell'1'12"-13" e l'ultimo chiuso in 1'10".

I lavori migliori sono quelli in cui non dai tutto il meglio di te stesso ma sai preservarti.
Ecco perchè non è un segnale positivo correre forte senza il controllo della fatica...

Ma il bello deve ancora venire.
La prima settimana attiva inizia finalmente al martedì 15 quando tutti i migliori atleti di Palermo iniziavano lo scarico per le importantissime fasi regionali dei Campionati di Società tenutesi proprio allo Stadio Vito Schifani nei giorni 19-20 maggio.

Ci attendeva un 12 x 500m (R. 300m suppless in circa 1'45"-50") di fuoco!
Senza ancora mettere le chiodate ci si da una mano per ciascuno e si corre regolari attorno 1'25" fino a metà lavoro.
Da lì il mio compagno inizia a far girare le gambe, spinge deciso sull'acceleratore e ne soffro.
Tendo ad allungare il passo senza cercare la frequenza e questo mi fa rallentare, stentando a 1'24"-23".
In quel momento mi impongo di far girare le gambe il più velocemente possibile correndo agile e trovo un passo migliore: 1'21".4 ed 1'20".0 gli ultimi, seppur a fatica ma senza sentire le gambe imballate.
Buon segno!

Le giornate di lungo lento sono importanti nella gestione della settimana in quanto non puoi nemmeno scegliere di andare forte se ti imballi troppo nei lavori (ovvero, accumuli tanto acido lattico) ma quando capisci come gestirti correre forte nel lungo lento equivale a passeggiare.
Per un'anima fondista come me è fondamentale :-)

Venerdì 18 ci attende un bel lavoro a scalare: 2 x 2.000m + 2 x 1.000m + 2 x 500m (R.2')
Ci diamo una mano, un giro l'uno ed i 2.000m passano facili facili: non credevamo alle nostre gambe!
Un pò di crisi avvertita dal mio partner nei 1.000m dovuta alla fatica accumulata durante le prove più lunghe e nei 500m un'autentica liberazione per tutti.
Ma tutti lavori very strong: 5'53".5 - 5'53".8 - 2'52".4 - 2'53".8 - 1'21".0 - 1'20".1

I chilometri non sono tanto diminuiti, solo variata l'intensità e se qualche giorno ti vien da andare piano non mi faccio problemi di alcuna sorta.
Chiudo questo primo ciclo di allenamenti con delle ottime speranze acclarate da un primo riapproccio alla velocità pura che tanto tempo mi mancava:
Lunedì 21 con 2 x 500m + 2 x 400m + 2 x 300m + 2 x 200m (R.3').

Lavoro - thrilling per quanto intenso e a rischio di imballo per eccessivo accumulo di lattato nelle gambe.
Il mio partner parte a cannone con un doppio 1'13", ma lui è un asso in pista e queste prove lo stimolano con autentica facilità.
Non sono tanto da meno, ma con i miei mezzi lo ringrazio e riesco sempre a stare a discreta distanza se non quasi a contatto :-)
La serie: 1'18".7 -  1'18".7 - 63".0 - 63".1 - 45".9 - 45".8 - 29".8 - 29".3

 Si termina il lavoro e siamo stanchi ed entrambi contenti... e siamo solo all'inizio!

(Ringrazio Franco e la Trinacria Palermo per le immagini recenti tutte ad inseguire o... ad essere inseguito!)

venerdì 11 maggio 2012

Terrasini Half - La Battaglia Continua

100m all'arrivo, è andata male ma... mai arrendersi!
Terrasini (PA) - 06 maggio.

La chiamano "la città del Sole" e mai si smentisce.
Nemmeno questa volta che il clima dei giorni precedenti la corsa si presentava mite e una volta tanto si sperava in una gara meno asfissiante del solito.
Invece, puntualmente, quella mattina abbiamo assistito ad un crescendo della temperatura proprio durante la gara, mitigata dagli abbondanti spugnaggi e ristori occorsi durante i quattro giri del percorso, prevalentemente sul lungomare della ridente cittadina.
Preso alla sprovvista, non ho potuto fare il bagno in acqua nel fine-gara, ma sarebbe stato l'ideale completamento della prima vera domenica estiva nell'Isola.

Il percorso, rispetto ai tradizionali tre giri da circa 7 Km degli altri anni, ha subìto una radicale modifica a causa dei lavori occorsi alla Piazza principale della Città, scenario principale delle vittorie personali dei circa mille partecipanti ogni anno a questa importante prova del Gran Prix amatori.
Partenza questa volta a fianco del mare, sul lungomare Peppino Impastato e quattro giri da 5,270 Km con un paio di addentramenti in delle vie in falsopiano.

Partecipanti da tutta la Sicilia, le maggiori Società di corsa presenti ed uno spirito di competizione presente più che mai tra i tanti amatori ambiziosi di portare a casa un risultato o una presenza in alto nella propria classifica di categoria.
Lo spirito amatoriale è sempre acceso, le corse non sono mai facili da interpretare perchè sono ben pochi i corridori saltuari la avanti nelle posizioni di merito.
Tradizionalmente abbiamo avuto sempre grandi nomi e atleti meritevoli ben più di "certi assoluti" ma ultimamente correre a queste prove di Gran Prix può essere l'occasione per stringere la mano o farsi una foto con un Campione (sia dal punto di vista sportivo che umano) di livello internazionale quale è Francesco Ingargiola, di Mazzara del Vallo.
Inizialmente è un quartetto a condurre la gara.
Il fortissimo maratoneta che per anni è stato secondo solo al Campione Olimpico Stefano Baldini in Italia, ha trovato, dopo la lunga carriera di professionista, una dimensione amatoriale che pian piano lo sta facendo rinascere.
Atleta dal talento innato e protagonista sin dalle categorie "allievi", sono sicuro che tornerà presto più forte che mai ed in questa Mezza Maratona di Terrasini ha dato spettacolo.

Alla partenza, dopo le presentazioni di rito dell'esperto conoscitore del running e del triathlon italiano, lo Speaker Giuseppe Marcellino, i ritmi non sono stati tanto "da crociera" come mi auspicavo data questa onda anomala di caldo e si è formato un quartetto di testa quasi subito, formato oltre da me e da Ingargiola, dal marocchino Lyazali e da Soffietto (Universitas Palermo).
Dietro a pochi metri ci seguiva il forte Vito Massimo Catania, reduce da un impegno sportivo il giorno prima e non al massimo della condizione.

In realtà nessuno ha fatto nulla per impedire che Giovanni Soffietto procedesse con un forcing intenso ma sopportabilissimo da tutti i presenti; è chiaro che chi tira tanto avanti alla fine non ha molte risorse per tenere nel finale, specie quando il caldo avrebbe messo tutti in grosse difficoltà.

In Tre per la prima posizione...
Il primo giro, infatti, passa con regolarità e l'unico problema da affrontare era quello di mantenere la temperatura corporea bassa; Soffietto procede con il suo ritmo e rimaniamo in quattro.
Alla fine del secondo giro, proprio nel tratto in salita di circa 150m ed il più insidioso di tutta la corsa, Lyazali prende in mano la corsa e inizia a tirare il gruppo.
Questo cambio fa male perchè per quasi un giro intero (tutto il terzo) il suo forcing mette tutti in difficoltà portando al ritiro il solerte Soffietto staccatosi quasi subito.

Io non mollo nemmeno un metro ed Ingargiola silente resta dietro attaccato con il suo passo inconfondibile.
Poco prima della fine del terzo giro, accade un rallentamento proprio quando iniziavano ad essere problematici i primi doppiaggi dei tantissimi atleti lungo il percorso.
Sembra che l'atleta marocchino volesse prendere fiato e, stranamente, non riesce a fare la differenza "brutale" come era accaduto nelle edizioni passate.

A quel punto, non mi importa niente del tempo, dei rallentamenti.
Il mio unico obiettivo qui a Terrasini era focalizzato nella mia mente e l'unico ostacolo che poteva mettermi in difficoltà era il dubbio se la gara di Trecastagni l'avessi recuperata a sufficienza, visto che l'unico lavoro in pista della settimana era uscito anche parecchio sofferto.

Ma non ci pensavo per niente, visto che ormai l'ultimo giro era iniziato.
Pensavo ai tanti tifosi lungo il percorso ed agli atleti stessi che mi incitavano, ma tra tutti l'affetto maggiore era rivolto giustamente al Campione Ingargiola, sempre silente dietro.
Pensavo al mio carissimo amico Giuseppe Vicari venuto apposta dagli Stati Uniti per vedere i tanti amici podisti correre ed organizzare un evento a lui tanto caro.
Ma non pensavo ad altro che a caricare le energie mentali, il meglio possibile.

Il ritmo subisce un brusco rallentamento proprio al quarto ed ultimo giro quando ci troviamo sul lungomare ormai quasi rovente.
Insediatici nella successiva strada in leggera salita, esce avanti Ingargiola che mette una raddrizzata ad una situazione tutta a vantaggio del marocchino, abile in volata più di tutti (attualmente... c'è da annotare che da professionista Ingargiola non si batteva facilmente in volata!).

Secondo Posto... brucia più vivo che mai...
Al giro di boa il meno 2K era a vista, così come un mio caro amico in gara da doppiare e... via!
Decido di partire sospinto dal suo sicuro incitamento.
Non dura molto la sparata, Lyazali la blocca e contrattacca ma resto attaccato al suo passo e si rallenta di nuovo.
Il chilometro finale è vicino, in un momento in cui c'erano davvero tanti doppiaggi da fare, ma attendo ancora, quell'ultima e insidiosa salita.
Mi trovo in quel momento in testa, solo per fare la curva; sono attimi e capisco che devo provarci ora!

Parto forte e quella dannata salita si fa sentire.
E' pesantissima, ti toglie gambe e fiato ma la scollino, avanti!
Le urla di incitamento mi fanno capire qualcosa ma non mi volto indietro.
Corro nel successivo rettilineo più forte possibile prima di immettermi a tutta nella lunga discesa che porta al rettilineo di arrivo.
Non mollo un metro e nella curva finale, sbuca dall'interno il marocchino che inizia la sua volata più forte che mai... impossibile contrastarlo e quei cento metri finali che bruciano i miei sogni.
Sconfitto per due secondi ma decisamente meno fresco dell'avversario che ha avuto mestiere; io coraggio e un pò di brillantezza in meno...

Lo sconforto unito all'estremo bisogno di rifiatare si fanno sentire per qualche minuto, poi sono sono strette di mano e foto di rito del terzetto che ha comunque entusiasmato gli animi degli spettatori fino alla fine.
Francesco Ingargiola chiude terzo a pochi secondi ma per me è stata una domenica da incorniciare solamente per il privilegio di averlo accanto in gara, fino alla fine.

Terrasini Half registra nuovamente un grande successo, di pubblico e di partecipanti.
La Domenica è fatta: sole, mare, una bella gara e l'emozione di
aver corso con il Campione Francesco Ingargiola
Noi tre ci abbiamo messo del nostro, ma è evidente che i veri protagonisti della manifestazione sono i mille schierati al via che davvero hanno lottato fino all'ultimo metro per la propria posizione.

Ci tenterò un altro anno a conquistarla Terrasini, intanto questa dura lezione mi darà motivazioni in più per l'imminente esordio sulle più brevi distanze.

(Ringrazio per le foto Trinacria Palermo e Sicilia Running che tengono alto l'onore e l'informazione di questo splendido sport)

venerdì 4 maggio 2012

27° Trecastagni Star in memoria di Rosario

Il Momento più significativo - Il Numero Uno Assegnato alla memoria di
Rosario Daidone
Trecastagni (CT), 01 maggio.

Pochi attimi prima del via della gara, momenti toccanti nel rievocare anni di gesta del compianto Rosario Daidone.
Già dal giorno precedente, il 30 aprile, si correva la prima gara dell'anno in pista nei campi del suo CUS Palermo: un 3.000m speciale dove sò per certo che i suoi ragazzi, che tanto lo ammiravano, avevano corso ogni metro nel suo ricordo realizzando ottime prestazioni.
Qui, a Trecastagni, correre su questo quadrilatero di 680m tra i più asfissianti ed entusiasmanti del panorama delle classiche su strada nazionali ha assunto un valore aggiunto, creando un collegamento sottile con i due eventi che ha congiunto interamente la Sicilia.
Quando Pippo Leone, l'organizzatore ed anima della manifestazione, mi ha chiamato per una breve testimonianza, un brivido mi è corso nella pelle; in un attimo sono riapparse in mente le tante edizioni corse insieme, i suoi exploit, le sue gare perfette, le battaglie sul filo dei secondi, sempre in testa fino alla fine, un Campione tra tanti Campioni.
Ed il pettorale N.1 assegnato a lui, segno importante che il suo ricordo non verrà mai a mancare, almeno su queste strade...

Primo maggio in viaggio, come spesso è accaduto, su strade meno roventi e ancor più deserte del solito: colpa a mio avviso del "caro" carburante e della stretta alla cinghia che ormai per tutti sta diventando cappio al collo sempre più stretto, economicamente parlando.
Ma nonostante tutto, nonostante premi sempre più bassi e possibilità per gareggiare ridotte all'osso (se falliscono le attività commerciali, figuriamoci gli eventi sportivi di rilievo!) si continua a restare "a galla" e... se non punti su te stesso non puoi che mollare alla fine...

Pronti - Via - Subito una curva secca nella lunga discesa
Tra le tante defezioni si può quindi concludere che questa volta c'era "il deserto" nella mia auto ma non mi sono preoccupato più di tanto, se non un viaggio meno chiaccherato del solito, visto che l'aspetto principale della mia missione a Trecastagni fosse quella di mettere alla prova me stesso, ancora una volta.
Lo scorso anno finì male, molto male, in quanto un forcing così insistente come l'accoppiata 10.000m in pista (del giorno prima) - Trecastagni Star proprio non l'avevo retto.
Ma diedi il meglio di me stesso pur non riuscendo a correre i maniera dignitosa.
L'affetto del pubblico e dei tanti tifosi era lo stesso; un anno dopo ancor più che mai.

Trecastagni non perdona: quei 15 micidiali giri che non danno mai soste e la salita in pietra lavica breve quanto impervia non è l'aspetto più difficile del percorso; il lato peggiore lo offre il lungo rettilineo in falsopiano che conduce alla conclusione del giro tanto lungo quanto infido che taglia le gambe, che toglie il fiato, che non finisce mai.
Ed ogni cambio di ritmo si fa sentire in tutto il suo peso specialmente se non sei preparato o sei colto in fallo da una difficoltà, un tentativo di rimonta, una storta accidentale che ti rallenta nell'affrontare la breve e dura salita a fine del lungo tratto in discesa.

Una corsa che diventa fartlek o vice-versa.
Il tempo di recupero in realtà è dettato da una discesa lunga, ma gettarsi in picchiata non comporta gran che recupero e quel muro ricompare sempre più avulso, giro dopo giro...
Vince chi è agile e forte muscolarmente nello stesso tempo; per questo il favorito della corsa sin dalla vigilia è stato il ruwandese Sylvain Rukundo contrapposto al leggero marocchino Zaid Issam.

Il tratto più duro e tecnico della corsa in pietra lavica
Mi ero avvicinato con maggiori convinzioni all'evento.
Il recente PB sui 10.000m in pista ha sollevato fiducia in me stesso e ci siamo riapprocciati in pista con cautela dato il grosso stress subito ultimamente da queste gare tirate.
I lavori di tecnica di corsa hanno fatto il resto per un convincente uso dei piedi.

Un forte (ma tanto) lavoro di 10 x 100m in salita svolto giovedì 26 mi aveva lasciato finalmente contento per l'agilità e la prepotenza nell'attaccare ogni singolo metro, anche con la parte superiore del corpo.
Infatti... nel 1.000m in pista successivo sento tanta carica e realizzo un convincente quanto solitario 2'42".0 senza neppure mettere le chiodate.

Race Ready for 1.500m... another time (e questa volta voglio esserci!)!

Accade un inconveniente che si ingigantisce nei giorni susseguenti: a causa del malefico pallone, il lavoro che avrei dovuto svolgere sabato 28 con tutta calma e di pomeriggio, di 12 x 500m (R.1') sono stato costretto ad anticiparlo al mattino... fuori luogo e fuori fase!
C'è poco da fare... al mattino i bioritmi sono differenti ed il corpo non si sveglia mai a dovere.
Il poco recupero tra un lavoro e l'altro ha fatto il resto correndo le prime prove in 1'25" e chiudendo in 1'28"-1'29" le restanti... miseramente!
L'aspetto peggiore è l'aver pagato a caro prezzo tale sforzo che sembrava raddoppiato rispetto agli orari abituali, portandomi ad un sollievo solamente un giorno prima della gara di Trecastagni.
Grazie pallone adorato, che tu potessi implodere e sprofondare negli abissi della serie dilettanti... forse è questa la speranza per avere maggiore equità negli altri sport nella mia Città!

E' metà gara e inizio a staccarmi purtroppo...
Il resto è pochi attimi prima del via, promesso all'impegno fino all'ultimo metro per l'amico scomparso e... via!
A dispetto delle chiacchere (inutili) come previsto si è partiti di buona lena a suon di 2'05"-06"/giro.
La bagarre nell'affrontare la dura salita in pietra lavica riesco a vincerla sempre finchè resisto in testa.
Dalla base della salita sentir da lassù le urla e gli incitamenti dei tifosi (piazzati da veri intenditori di questo sport di fatica) era di gran sprone ma, come detto, era più che altro il lungo e difficile rettilineo in falsopiano a fiaccare la resistenza.
Issam tiene alto il ritmo per tutta la durata della gara; il keniano resta sornione; Brancato (RCF Roma) osserva con diligenza lo svolgere degli eventi senza forzare più di tanto.
Quest'ultimo suo aspetto lo scopriremo domenica 6 maggio per la prova dei 10.000m di Terni...

Il mio cedimento avviene circa a metà gara e questo la dice tutta sulle mie attuali capacità che non possono far altro che crescere.
Ma si cresce soprattutto in compagnia e sarà bene farlo da adesso negli estenuanti quanto esaltanti allenamenti in pista!
Ne sa qualcosa il partner attuale di Brancato, Luigi Spinali (RCF Roma), anche lui allenato dal Coach/Atleta "PAF" che sfodera una sorprendente agilità in quelle continue arrampicate.
In pochi giri mi riprende e mi stacca di pochi metri.
Mai domo resisto alla tentazione di mollare e lui resta pochi metri avanti.
Intanto il terzetto se ne va... noi giriamo a 2'13"/giro in quel momento!

Con grande sforzo riesco a recuperare Spinali e mi piazzo dietro di lui negli ultimi tre giri.
Se avessi potuto, anche con le sole forze ridotte ormai al minimo, avrei tentato un attacco nel finale senza poter concludere nulla tanta ormai era la stanchezza nelle gambe avvertita anche nella lunga discesa.
Nonostante tutto, seppur mi sentissi "a rallentatore" nel finale, riesco a stare attaccato alla canottiera di Spinali finchè non perdo leggermente il passo scivolando nella curva poco prima del passaggio dell'ultimo giro.

Corro con il cuore, per quel pettorale che mi resta accanto...
Niente da fare... il giovane atleta cambia passo con una bella progressione e mi lascia sul posto.
Non riesco a operare nessun cambio e chiudo la corsa con un giro-fotocopia del precedente.

Pazienza... quinto posto finale in una grande classica nazionale e la soddisfazione di aver corso siglando il mio nuovo PB che da anni non riuscivo a ritoccare: 32'38" sui 10,2 K di pura sofferenza (contro il precedente di 33'17").

E' un altro buon segnale ma torno a casa consapevole che pian piano sto tornando ai livello del miglior me stesso di sempre.
La sensazione è che, a dispetto di questa continuità di risultati, non riesco a sentire che tutto il mio potenziale sia davvero espresso; il tempo c'è e l'estate in Pista sta appena per iniziare... finalmente! 
La speranza è non farsi più del male, la consapevolezza è che un giorno di  riposo in più alle volte non può far che bene...

Terrasini Half is Coming!

(Ringrazio il servizio fotografico dell'amico Salvatore Torregrossa che ha ritratto i momenti più importanti della corsa e che mi ha accompagnato instancabilmente per molti anni nel racconto delle mie gare)

NEW YORK CITY MARATHON 2010 (Foto Podisti.net)

NEW YORK CITY MARATHON 2010 (Foto Podisti.net)
PRONTI A PARTIRE...