41° New York City Marathon - 20° Posto Assoluto - 1° Europeo

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Un Sogno Ad Occhi Aperti...

venerdì 29 aprile 2016

Mezza Maratona di Marsala - Un Terzo posto può bastare

Questa foto racconta due settimane di Impegno
Palermo, post Milano Marathon.

Non è stato facile trovare un perchè a tale debacle, tant'è che non mi sono posto più di tanto il problema e, come di consueto, mi sono rimesso in marcia ed ho iniziato a pensare a nuovi orizzonti.
Partivo da una semplice base: quei pochissimi appuntamenti nei quali è capitato che, senza voler cercare il risultato a tutti i costi, grazie alla compagnia improvvisata del gruppo eterogeneo di runners allenati dal Prof. Liga, tutto cambiava ed usciva puntualmente il meglio di me.

Sono ancora alla ricerca del miglior me stesso che esce a sprazzi e spero vivamente, per quanto impegno continuo a metterci, esca al più presto perchè non c'è niente di più strano che correre con l'incertezza di poter fare un risultato: tutto è commisurato all'impegno profuso in allenamento, è la regola numero uno di uno sport pulito!

Non andavo di certo a cercar nuovi orizzonti o cambiare metodologia di allenamento, ne ho vissuto così tante storie (fin qui raccontate) che di esperienza ne ho tanta e credo di aver percorso la Città in tutte le vie e viuzze più impensabili, di corsa.

Quel vuoto che serviva colmare era invece dovuto alla necessità di condividere la fatica con qualcuno, che ti stimoli anche quando non hai voglia di tirar fuori gli artigli, perchè in gruppo è semplicemente meglio.

E si riparte da qui, nel silenzio generale, con una svolta tecnica che ancora è in fase embrionale ma che necessita di completa fiducia da entrambe le parti: io, il gruppo entusiasta ed il Prof. Liga.
Gli anni passati, tra belle vittorie, fantastici primati personali nei quali ho tirato il meglio di me, e memorabili allenamenti resteranno credo i migliori e ringrazio chi mi ha aiutato a raggiungerli, ma voglio che non finisca qui e che si possa guardare avanti con il giusto ottimismo.
E perchè... non è stato bello concludere da solo la preparazione di Milano e forse si, quel senso di vuoto è stata l'unica concausa che ha contribuito al ritiro in gara.

Molti pensieri che non devono correre più con le mie gambe.
Partenza in Piazza!

Tutto è iniziato pochi giorni dopo la Maratona, dopo una settimana di recupero e la voglia di iniziare un nuovo percorso.
Nemmeno il tempo di accordarci e mi sono gettato subito in una prova veloce, raccontata nel passato post.

Sono passate quindi due settimane di carico nelle quali il Prof. mi ha inviato in avanscoperta sul lungomare di Mondello per correre sulla sabbia e fare un po di potenziamento e stimolazione propriocettiva di piedi e caviglie.

Lo schema è stato il seguente: [10' di corsa a frequenza elevata senza affondare sulla sabbia + R.3' + 4 x 400m su strada (R.1') + R.3'] Da Ripetere 2 VOLTE.
Un allenamento sfiancante e parecchio muscolare per come è concentrato, nel quale gioca molto l'impegno nei 400m chiusi approssimativamente (per quanto non conoscessi bene i segnali esatti su strada) tra 1'08" ed 1'11" quando stanco.

L'impegno in questione è capitato a seguito di giornate lavorative lunghe e sfiancanti in ufficio nelle quali avevi solo il desiderio di scappare.
Desiderio ampiamente ripagato laddove, in perfette e limpide giornate di aprile, quando ormai il sole sta concedendo gli ultimi raggi, butti via lo stress respirando aria fresca e pulita e dando fondo a tutte le tue energie fisiche: Mondello in quei giorni era spettacolare, calma e accogliente...

Per questo adoro correre...

Non sarà il miglior Bibi di sempre ma dimostra di avere gran classe!
Al sabato 23, quindi, iniziava il doppio impegno, mattutino con 6 x 200m sprint (R.3') nei quali ero tanto concentrato.
Avevo gente più veloce di me ed ho lottato in tutte le prove per cercare di fare il meglio.
Senza avere ai piedi scarpe troppo veloci ma delle ottimali A2 - Adizero Boston Boost - ho coperto la serie con 31" - 30".6 - 30".4 - 30".2 - 29".9 - 29".9.
Ero soddisfatto e sorpreso della bontà del lavoro e non ho badato più di tanto al successivo medio di 6 Km voluto per far girare le gambe, appena a 3'39"/Km di media.
Sentivo la fatica nelle gambe, intontite dall'acido lattico che si smaltiva chilometro dopo chilometro.

Non potevo far di più... all'indomani mi toccava una prova più che insidiosa, sotto prova di gara.
La Mezza Maratona di Marsala, infatti, si presentava come una sorta di allenamento speciale nel quale avrei dovuto incrementare il ritmo attorno al 15° chilometro: mi ero scelto una prova ardua per tentare anche di acchiappare un buon piazzamento.

La costante che invece non ti aspetti in gara, si chiama Hamad Bibi.
Contro le premesse che non lo vedevano (nei miei pensieri) presente alla gara, la costante Bibi ha chiaramente rimescolato le carte, coadiuvato da un pimpante e sempre ottimo Vito Massimo Catania, specie nelle corse dure e muscolari.

Mi aspettavo di trovare a Marsala un bel percorso lungo le saline magari, e di ritornare a Palermo almeno contento delle emozioni vissute, invece questa edizione, seppur gestita impeccabilmente dagli organizzatori (in special modo sul fronte della gestione dei rifornimenti di acqua, ricchi e ben piazzati) ha sofferto di un clima difficile che ha messo a dura prova tutti i partecipanti, comportando tempi di classifica alti.

Per lunghi tratti in corsa solitaria
Come temevo i primi chilometri, seppur in fase di studio mi vedevano non tanto brillante e reattivo al contrario dei miei avversari che sembravano più rilassati di me.
Sembrava di avere ancora nelle gambe i "residui" delle fatiche lattacide del giorno precedente.

Il terzetto in testa mi vedeva costantemente a ruota del Leader che inizialmente era Vito Massimo, il quale scandiva un buon ritmo su un lungomare che tanto ricordava quello di Terrasini e che non offriva grossi spunti paesaggistici.

La pecca di quel percorso di Marsala, infatti era la soluzione adottata (logisticamente perfetta) di proporre tre giri a circuito da circa 7 Km con tanto di giro di boa proprio sul lungomare, restando non molto distanti dal centro del paese.
Il forte vento che imperversava nell'isola in quel fine settimana ha ovviamente appesantito gli sforzi, soffrendolo enormemente nei tratti a sfavore che spesso si affrontavano in leggera salita e con un sole insistentemente presente.
Fortunatamente il clima primaverile mitigava il caldo ma il risultato è stato devastante.

Terminato il primo giro, Bibi cautamente rompe gli indugi e si pone in testa.
Basta poco per mettermi in difficoltà e poco prima del decimo chilometro inizio a soffrire e mi stacco definitivamente dal duo di testa.
Bibi corre leggero lungo quel vialone e la sua corsa sembra una danza solitaria nel vento quando inizia a voltare a sfavore.
In quel momento anche Vito Massimo si stacca ed accusa immediatamente il colpo.

Bibi correrà la restante parte di gara in solitaria, vincendo con un eloquente (per quanto alto) tempo di 1h11'49", ed era chiaro quanto fosse stato penalizzato dalla giornata avversa.

Vito Massimo resta a vista per tutta la durata dell'intero secondo giro nel quale, pur soffrendo cerco di imprimere un ritmo sofferto ma ancora efficiente pur di non vedere incrementare la distanza.
Il Podio M35 questa volta premia V.M. Catania
Sento la sofferenza e sento lo specifico del giorno prima, ma il Prof. Liga era stato chiaro nel chiedere un finale di gara più forte di tutto il resto, cosa che ovviamente non accadrà...

Infatti, terminato il secondo giro e raggiunto il 14° Km, non insisto più nel forcing e conseguentemente mi appesantisco rallentando.
Porto a termine la gara senza grosse difficoltà con un giro piatto e peggiore di ben 60 secondi rispetto al precedente, chiudendo in 1h15'11".

Allenamento fallito in tutti i sensi, tutto sbagliato e niente da rifare...
Al termine della gara riceverò una bella "tiratina di orecchie" da parte del Prof., ma al contrario di quanto espresso e pur restando consapevolmente cosciente dell'errore causato dall'effetto - gara, ero felicissimo di aver sentito la voce di chi era presente a metterti in riga...

Una settimana positiva si è chiusa e presto si entrerà in maggio, mese di gare e di corse sull'anello rosso.
Sembra essere una vita fa, ma presto potrò raccontare nuovamente cosa significa soffrire per quel quarto di miglio ;-)

(Ringrazio per le foto Sicilia Running e gli amici della Associazione Palermo Running)

mercoledì 13 aprile 2016

Milano Marathon - Non puoi dire di non averci provato...

Grazie Milano, davvero, e non sai quanto mi dispiace...
Milano - 08 aprile

La cara Milano che corre, che mi ha accolto con quel tipico carattere uggioso, un pò imbruttito, che ancora corre veloce in Piazza Duomo, che ti conosce appena, che offre mille volti stravaganti in metro, quella metro che sali e scendi centinaia di volte e che corre giorno e notte freneticamente...
La adoro Milano ed adoro la Maratona di Milano, ancor più curata nei dettagli stavolta, che propone nella medaglia di quest'anno la facciata del Diamond Building, con l'ottima trovata di mostrare al Mondo i propri monumenti che, ad oggi, sono rappresentati dalle opere edili di spicco e dall'unico Design oltre che dalle nuove aree urbanizzate ricche di modernità e mondanità, fiore all'occhiello di una Città in forte slancio.
L'esatto opposto del nostro Paese...

Eh si, quella medaglia, la cosa forse più bella di questo fine settimana che andrò a raccontare, almeno l'ho conquistata...

Questa volta non ho alcuna scusa da presentare, a partire dalla discreta confidenza negli ultimi allenamenti della settimana fino al sempre temibile pre-gara dove mi ero alzato di buon ora e pimpante, nervoso e concentrato quanto basta ma rilassato nel contempo.
Eppure qualcosa è andato storto, fin troppo presto, e davvero non riesco a trovarne un motivo.
Troppe giornate di allenamenti sono andate storte quest'anno, in un rapporto del 50 (positive) e 50 (negative) e molto spesso quando osavo provare con qualcosa in più si presentava il conto salato da pagare con tanto di interessi nei giorni successivi.

Quella domenica, temo, sono semplicemente incappato in un'altra giornata opaca e la distanza ne ha naturalmente ingigantito gli effetti.
Me ne scuso qui pubblicamente, sia con il mio sponsor tecnico Adidas Running che ancora crede in me, che con il Good Race Team Palermo che rappresenta un gruppo di amici e non solo una semplice società sportiva.
Non avrei mai pensato ad un ritiro ed invece così è accaduto, nella massima serenità stavolta.

Ringraziando l'organizzazione milanese che mi ha messo a disposizione il trattamento Elite tra i migliori atleti di punta, le ultime ore di attesa sono volate via velocemente, con lo Start avvenuto nei tempi previsti e con la giusta calma.
Il tempo di vedere il noto e favorito alla vigilia Martin Lel (poi ritiratosi a metà gara) cambiare la canotta in extremis per chiari motivi di sponsor tecnico, con una del compagno di allenamenti schierato al via come lui, e si è partiti.

Lunghi chilometri all'inseguimento...
Questa volta non mi sono fatto prendere dalla frenesia e la calma pervadeva la mia mente.
Serio, concentrato e sereno, osservo i movimenti del miglior italiano in gara favorito alla vigilia, Tommaso Vaccina, e per quasi cinque chilometri restiamo in scia alla lepre maschile che tirava la prima donna keniana, la favorita e vincitrice della corsa.

Il passaggio è perfetto, 17'05" e resto sereno.
La giornata non è la migliore in assoluto, volevo più freddo, qualcosa che somigliasse ad un battito di denti nell'area riscaldamento ed invece già si correva sudando, il mio più grave problema.
Ma non mi curavo di ciò, ero ben idratato, avevo i rifornimenti personalizzati e non avevo nulla da temere.
Sopra, il cielo grigio e chiuso non consentiva di percepire aria fresca se non a folate sporadiche.

Tommy, come previsto, prova ad incrementare leggermente il ritmo rispetto alla donna e, con un atleta di nazionalità portoghese, lasciamo l'auto di testa della corsa femminile.
In poco tempo ed entro i 10 chilometri restiamo in due, io e Tommy, ma resto sempre dietro a studiare passivamente la mia situazione che in quelle fasi entra in un momento di forte sensibilità.
Inizio a percepire che il ritmo non era incrementato ma era rimasto costante ed il fiato non era più rilassato come prima.

Era il chilometro 8 e già sentivo la necessità di relax... incredibile, a Pergusa con lo stesso ritmo parlavo con estrema facilità...

Le forti e poderose falcate di Vaccina (Campione Mondiale di Corsa in Montagna per le lunghe distanze attualmente in carica) non conoscono sosta, anzi sembra che stesse correndo un banalissimo medio a ritmo costante e pilotato.

Il percorso è lo stesso dell'anno scorso o quasi, ricordo un leggero saliscendi che mi mette in difficoltà e subito dopo si avvista il decimo chilometro, in curva.
Il tavolino dei rifornimenti personalizzati era piazzato male, nascosto e, per non perdere la bottiglia di liquidi personalizzata, perdo tempo e si apre un buco di 30m tra me e Tommaso.
In quel momento, la folla entusiasta di staffettisti faceva un tifo sfrenato e grazie alla loro spinta provai a ricucire lo strappo.

Un volto non proprio rilassato lascia presagire il cedimento...
Tutto quel tifo stava diventando rumore nelle mie orecchie, il mio fiato era profondo, affannato e le gambe iniziavano a bruciare nell'insistere...
Cosa stava accadendo?
Non avevo più i passettini leggeri e dinamici, non riuscivo a cambiar passo e dovevo tenermi a distanza di 50m prima, 100m poi, da Tommy.

In quel frangente, curva dopo curva, prima di abbandonare il centro cittadino per spostarci in periferia, immaginavo l'atleta avanti come se svolgesse uno dei suoi tanti allenamenti lungo l'oltrepò pavese, a fianco di quel fiume in una lunga corsa solitaria.
Lo vedevo così, solitario e indipendente che non aveva bisogno di compagnie e di fatto, continuando con la sua costante azione, si piazzerà primo italiano al traguardo con il tempo di 2h 25' 34", notevole se consideriamo che l'abbia corso esclusivamente da solo!

La sua figura si allontana sempre di più, poco visibile e solo nei lunghi rettilinei che in quel momento stavamo percorrendo e, come da natura, non voglio mollare ma rifletto su un possibile riassorbimento alle spalle da parte di qualche atleta rimontante.

Circa al 18° chilometro, quindi, dopo una lunga cavalcata solitaria a ritmi già superiori ai 3'30"/Km, vengo riassorbito sia dall'atleta portoghese che da un runner di team di Genova che voleva il mio supporto... mi conosceva ma non riuscii più di tanto a seguirlo desistendo dopo poche centinaia di metri, brutto segno...

Rimango in compagnia, stringendo i denti, fino alla mezza maratona e provo a vedere il fatidico passaggio, magari poteva rinfrancare i miei sforzi, ed invece leggo 1h 13' 45"...

Resto deluso del riscontro cronometrico, a Pergusa con molto meno sforzo ero passato quasi un minuto meno e tra lo scarico settimanale ed altri pensieri che passavano nella mia mente già frastornata, tra un'umidità generale sempre più crescente, temo che sarà stato quello il momento di maggiore cedimento, prima fisico e poi mentale.

Mi distacco dal compagno di via, sempre l'atleta portoghese, che purtroppo per lui non finirà la gara con un ritiro per guai muscolari (visto in diretta) e per almeno due chilometri provo a comprendere dentro di me le cause di un irrigidimento improvviso causato dal forcing (solo a 3'30"!!!) dal chilometro 10 al chilometro 18.

In poco tempo, circa al chilometro 24, mi raggiunge l'auto della testa della corsa femminile composta da più mezzi a motore che atleti (erano solo in tre compresa la donna di testa), colmando un vuoto stradale tra me e loro in pochissimo tempo.
Andavo piano, sempre più piano e non c'è stato verso per attaccarmi almeno al gruppo che si mostrava a me come un enorme salvagente.

Perso quest'ultimo treno, credo che la mia mente, con estrema serenità, abbia lanciato alle mie gambe e piedi già durissimi e poco elastici, il segnale netto del Ritiro...

Affronto l'idea con estrema tranquillità, purtroppo il giro unico della Maratona di Milano ed il fatto di trovarmi in quel momento in periferia, mi costringe a correre molto piano per ancora altro tempo, prima di poter scorgere una zona vicino ad una metropolitana.
Nella mia mente passano in quel momento mille pensieri e dietro di me soggiungono mille avversari, ma non cambio di una virgola la mia serena decisione.
Mi aspettavo che potesse capitare l'ennesima giornata sbagliata e forse dentro di me ero preparato inconsapevolmente a questo evento semmai fosse accaduto.

Fasi iniziali di gara, eravamo in tre...
Rifletto a tanti fattori, quali l'aver svolto la preparazione senza rischi e senza alcun supporto morale nè tecnico (a parte qualche uscita con un amico ogni tanto, giusto per farsi compagnia), alla certezza che dentro di me non sono finito e che ho del potenziale dentro ancora da esprimere e accetto la visione attorno a me del netto cedimento, mai avvenuto in vita mia così netto.

Mi dispiaceva l'idea del ritiro ma serviva a preservare il mio fisico da inutili stress, e intanto la gente incitava, incitava ed incitava a più non posso...
Chiedo costantemente la prima fermata metro possibile ma nessuno della gente assiepata sulla sede stradale riesce a darmi risposta e così, in breve tempo supero il 30° e poi il 35° chilometro.
Tutta quella strada era poco assiepata di tifosi ma già a breve si entrava a Corso Sempione, scenario finale di gara.

Con il mio passo costante superiore ai 4'30"/Km ed ormai rassegnato al mio destino, provo a scorgere una fermata di Metro esattamente come lo scorso anno, e tutto questo non arriva.
Arriva però il 38°Km, poi il 40° Km e come un maratoneta dei tempi andati, che non si ferma per alcun motivo (ma io si, l'avrei fatto se avessi potuto!) al termine della corsa cambio leggermente passo sui 4'00"/Km per chiudere con un minimo di dignità.

L'arrivo lo ricorderò per molto tempo e mi verrà da dentro il cuore un lungo applauso che dedico ai Milanesi che hanno avuto la pazienza di aspettarmi all'arrivo come davvero non era previsto nel film della gara che avevo pensato per mesi...

La cosa più bella, che non avrei potuto toccare con mano semmai mi fossi ritirato, è la medaglia, che si aggiunge alle altre già conquistate, ma che ha un sapore amaro, che ha una classifica che non conta e che lascia un vuoto dentro, subito colmato dalla medaglia stessa.
In fondo, lo so bene, senza quell'arrivo ci sarei rimasto male, ancor di più...

In questi giorni ho ripreso a correre subito, ho trovato delle persone amiche pochi giorni dopo la disfatta, con una bella visita alla sede italiana della Silhouette, produttrice dei miei occhiali da Sole Adidas Sport Eyewear, con gente sportiva e competente e, Signori, vi ringrazio dal più profondo...

Ho svoltato, il cambiamento lo racconterò al primo vero risultato di rilievo che ormai sarà in Pista e poco meno su strada.
Serve tornare alle origini, alle distanze brevi e ad una tecnica di corsa efficiente.
Intanto è stato bello tornare in Pista e riassaggiare dopo tantissimo tempo un 5 x 1.000m (R.3'30") tra 2'53" e 2'59".

Allora qualcosa c'è ancora da raccontare...

(Ringrazio Podisti.net, Andò corri e Giovanni per la vicinanza e le bellissime Foto e, se avete altro tempo, ascoltate la mia intervista :-)

NEW YORK CITY MARATHON 2010 (Foto Podisti.net)

NEW YORK CITY MARATHON 2010 (Foto Podisti.net)
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