41° New York City Marathon - 20° Posto Assoluto - 1° Europeo

41° New York City Marathon - 20° Posto Assoluto - 1° Europeo
Un Sogno Ad Occhi Aperti...

venerdì 31 dicembre 2010

Bilancio dell'anno 2010

Palermo, 31 dicembre.

L'anno 2010 ormai volge al termine e non ci saranno più gare da disputare per un pezzo.
Per ora tanto allenamento, un bel carico di lavoro al fine di ritrovarmi in gennaio spero un pò più pimpante e reattivo per i Cross.
Le motivazioni non mancano, in cantiere ci sono grandi progetti sportivi e di vita, il difficile sta sempre nel realizzarli!

Non è sempre facile realizzare un riassunto di tutto un anno, specie per chi lo vive intensamente tra lavoro, allenamenti, gare e... tanto altro!
Ci sono molti ricordi, belli e meno belli, alcuni tra questi ti segnano la vita.

La New York City Marathon è stato l'evento più bello ed intenso di vita sportiva vissuta, già raccontato, ed è la copertina di questo 2010 con tutte le emozioni vissute in quelle tre settimane di permanenza nella metropoli americana.
Tornare in America sarà la speranza del 2011 che, se Dio mi darà ancora le forze, mi vedrà presente in una Maratona, l'ennesima di una serie che ormai inizia ad essere abbastanza lunga.
Inutile dire quanto ormai la Famiglia Vicari abbia sconvolto positivamente la mia vita con l'intensità pari a quella di un uragano.
E mi sa che quell'uragano di un Giuseppe lo vedrò presto se tutto andrà bene :-)

...ed io che avevo meditato seriamente di darci un taglio con le Maratone!
Si, dopo Treviso del PB (altro lieto evento di quest'anno) con una Maratona corsa tra l'altro con una facilità irrisoria dopo un periodo atletico particolarmente fortunato (quello di gennaio-aprile), visto il moltiplicarsi di tanti impegni nella vita quotidiana e visto l'incessante carico psicofisico richiesto durante una preparazione come quella di una Maratona, stavo progettando l'idea di darci un taglio con questa distanza, dirottandomi sulle più brevi 3-5-10 K.

Ed invece, complice un infortunio alla caviglia non del tutto risolto, mi sono trovato dentro una turbolenta estate nella quale ho corso poco ma ho sofferto parecchio lo stesso!
Cosa apparsa ancora oggi incredibile, come gli stimoli accorsi da una distanza così lunga mi abbiano portato fuori da una crisi che sembrava irrisolvibile e che alla lunga mi hanno portato dritto dritto alla partenza della Maratona più importante del Mondo.
Come dir di no alla classica 42.195 m?
Sarà la distanza principale anche per il 2011 e stiamo lavorando a grandi progetti!

Chi mi segue lo sa, in genere dove mi trovo bene mi accaso, quindi non ci saranno grandissime novità, solo che ho acquisito maggiore apertura mentale.
Per un atleta discretamente esperto come me, correre una Maratona di medio leveraggio può essere fattibile prima di affrontare un Grande Evento.
Per me la Vittoria (sorprendente) alla Maratona di Cagliari ha rappresentato la scoperta di un nuovo canale e se la salute mi sorreggerà la possibilità di correre in Italia un test pre-New York potrebbe essere la valida soluzione per allargare gli orizzonti e scoprire nuove Maratone possibilmente da conquistare!

E' un progetto, quello della distanza breve, assolutamente non accantonato e spero di ripresentarmi per il 2011 agguerrito quanto mai per provare ad abbattere tutti i PB dai 1.500m ai 10.000m su pista.
Purtroppo la pista è stato l'anello mancante di quest'anno 2010 che ha vissuto i suoi momenti più critici proprio tra luglio e agosto.
Da un fastidio si è passati gradatamente ad un dolore insopportabile nel girare sull'anello rosso fino a dovermi fermare.
In settembre, specialmente, riattivata la voglia di soffrire e lavorare, ho davvero spinto al limite le mie giornate intense anche fin troppo.
Non c'era solo l'atletica, c'era ben altro; ripensandoci l'impresa di New York è stata davvero qualcosa di inaspettato per come è maturata in quelle giornate vissute senza sosta.

...Per il 2011 la Grande Sfida in Pista con l'ottocentista del CUS Palermo, quindi, è rinnovata sperando di riuscire ad esserci finalmente al via sulla linea dei 100m!
E' tutto un gioco, ovviamente, se si farà la stima reciproca fra me e Lo Cascio ci porterà semplicemente ad una bella giornata di sport per ravvivare il movimento.

Purtroppo il movimento sportivo siciliano stenta a riprendersi e sono sempre meno i ragazzi che si dedicano alle quotidiane fatiche.
I ragazzi ci sono, solo che è sempre più difficile fargli capire l'importanza del praticare una sana e regolare attività fisica.
Non deve essere per forza agonismo, un obiettivo può anche essere riuscire a correre una determinata distanza in una gara; se poi si è capaci di ben altro che ben venga un allenamento mirato.
Quel poco che c'è è bloccato da realtà atletiche che sembrano accudirti ma in realtà lasciano poco spazio all'espressione delle tue reali possibilità: sosterrò sempre che poche gare su strada durante l'anno non incidono negativamente sull'economia totale di una stagione per un mezzofondista prevalentemente pistaiolo, anzi ne possono esaltare doti nascoste ed aumentarne la personalità.
Fallo capire ai tecnici locali...
Anche nel 2011 mi troverò prevalentemente da solo nei miei lunghi allenamenti e forse un poco di compagnia potrò trovarla se mi cimenterò nelle più brevi distanze, parentesi ridotta a poche settimane per me in un anno!

Saluto il 2010 con il rafforzamento di antiche amicizie e la riscoperta di molte persone con le quali nonostante le conoscessi di vista da anni nell'ambiente del running, a causa del mio carattere un tempo troppo chiuso, non avevo purtroppo mai allacciato alcun rapporto.
Il 2010 mi ha dato buona visibilità e mi sono reso conto che l'apertura verso la gente è un bel gesto, spesso contraccambiato con piacere!

Il 2011 sarà il 4° anno di collaborazione con Adidas Italia: grazie al loro supporto ed alla qualità dell'azienda Leader nel Running sono riuscito a dare continuità ai miei allenamenti ed alle gare riuscendo ogni tanto a realizzare piccole imprese.
Abbiamo in comune molte cose tra cui serietà e impegno verso questo splendido sport alla portata di tutti; questo legame spero si consolidi ulteriormente con altri bei risultati e racconti continuando ad indossare le più belle e funzionali scarpe con le Tre Strisce.

L'anno 2011 sarà il 7° anno di militanza in Violettaclub!
Saremo più agguerriti che mai, all'attacco prima nei Campionati Italiani di Cross e successivamente alla conquista del Campionato Italiano di Corsa.
Dopo tanti faticosi anni nel creare compattezza a questa squadra, siamo riusciti a portare ulteriori elementi di qualità che spero possano aiutarci nel fare la differenza per vincere.

Resta assolutamente confermata la presenza del nostro Capitano Francesco Duca, del nostro Maratoneta più forte Vito Sardella, dello sfortunato quanto talentuoso Marco Calderone.
I nuovi arrivi saranno resi noti nel 2011, per andare forte sin da subito nella prima prova dei 10.000m su pista, nostro tallone d'achille da sempre.
Resta immutata la fiducia negli atleti locali quali Cuzzocrea, Monti, Bonaddio, Arena e Loria.
Quest'ultimo rappresenta il nostro futuro mezzofondista sul quale credo tantissimo: in lui rivedo me stesso nei miei primi anni di atletica dove prevaleva l'applicazione e l'impegno che i risultati cronometrici.

Ho imparato nella vita che nessuno ti regala niente e che devi sudare parecchio per guadagnartela; così sarà per il 2011, alla ricerca di qualche ricchezza in più!
...non economica intendo!

BUON ANNO 2011 A TUTTI, RUNNERS O SEMPLICI APPASSIONATI :-)

(Ringrazio per tutto un anno 2011 di fotografie Salvatore Torregrossa, il Trinacria Palermo, e per le immagini di New York una certa maisa_nyc da flickr.com)

martedì 28 dicembre 2010

Adidas Response Cushion 19 - Il Miglior Prezzo per la Miglior Corsa

Adidas ha scelto il proprio modello di punta da far provare durante i vari Clinic sparsi in tutta Italia.

E non stiamo parlando del modello commercialmente più costoso, ma di certo del più polivalente e adatto a tutti, dal neofita al runner più esperto.

Le Adidas Response Cushion 19 si presentano nei negozi con una linea pulita, un semplice accostamento di colori (nel modello da me mostrato si alternano il bianco ed il rosso) ad un prezzo davvero vantaggioso: 100 euro di listino (o meno a seconda degli sconti applicati dai negozianti).

In un mondo regolato dal consumismo, un tale prezzo potrebbe trarre in inganno la maggior parte dei corridori esperti, abituati a spendere decisamente di più di questa cifra per una scarpa adatta a macinare chilometri e la stessa mancanza di "abbellimenti" (o meglio fronzoli estetici) può trarre in inganno facendola sembrare "povera", ma Adidas ormai mi ha abituato che quello che conta è la sostanza e dopo alcune settimane di test posso adesso recensire questa sorprendente calzatura.

La Adidas Response Cushion 19 non è la classica scarpa pesantissima da trascinare durante gli allenamenti e infatti dopo averla calzata sembra quasi non averla, merito di una tomaia in Climalite efficacissima e molto robusta.
Le classiche Tre Strisce completano ottimamente la calzata che, una volta allacciate le stringhe diventa molto avvolgente.
Non stiamo parlando di un livello di feeling con la scarpa pari a quello delle Adizero Boston (secondo il mio parere le migliori scarpe di Adidas per calzata e sensazione di avvolgimento al piede) ma la strada è quella, solo con una maggiore protezione e morbidezza, merito una imbottitura rivolta verso il comfort richiesto dai lunghi allenamenti.
La protezione laterale che irrobustisce la tomaia antistrappo, risulta anche parecchio morbida agevolando la flessibilità in fase di spinta.

Tanti piccoli dettagli che nascondono le fondamentali tecnologie della casa tedesca.
L'intersuola è leggera ma dona il massimo della protezione grazie alla struttura dinamica del Formotion unita con adiprene nel tallone, e l'adiprene "+" reattivo su tutta la pianta dell'avampiede.
Le migliori risorse di Adidas per un peso contenuto: appena 365 gr. (per la misura 12 USA), ben 35 gr. in meno della blasonata Supernova Glide 2 (di pari misura).

Correre diventa molto facile con le Response Cushion 19 e la protezione non è da meno.
Il più bel pregio di questa scarpa è proprio la fuidità nel gesto della corsa che ti dona, senza andare minimamente ad intaccare la prerogativa fondamentale per un fondista come me, quale la protezione dagli impatti sul terreno.
Su asfalto o sul duro anello esterno dello Stadio Vito Schifani la Response Cushion esalta in reattività ma non tende a stressare i tendini o il tibiale; sul leggero sterrato di campestre eccelle nell'ammortizzazione al tallone e si adatta ad ogni dislivello del terreno.

Ti invitano a spingere, merito della loro leggerezza: questa volta il test più importante è stato quello del lungo lento di due ore: il comfort è stato mantenuto totalmente e la sensazione di stress totale delle gambe è stata contenuta, pari a quella di una A3 dal peso maggiore.
Rispetto ad un test di velocità che comunque è stato fatto e che è stato uno scontato 64" nei 400m in pista dopo l'ora di Lungo lento con un ottimo uso dei piedi ed una allacciatura salda al piede, il test del lunghissimo (circa 32 Km) ha dato una risposta ulteriore ad una scarpa che è molto più solida e protettiva di quello che possa sembrare.
Adidas punta molto su questa 19° versione della Response C. e fa bene con una scarpa con i minimi addobbi possibili, inutili durante l'azione di corsa.

Un apporto decisivo a tale protezione lo svolge la suola, in gomma "Blown Rubber" all'avampiede e in duro Adiwear al tallone.
Cinque intagli di flessione all'avampiede e il sistema Torsion per il controllo del movimento naturale del piede (pronante) la rendono il giusto regalo per ogni piede.
La vita di questa scarpa sarà al solito molto alta, attorno i 1.000 Km merito di tutti questi resistentissimi materiali.
Mai avuto fin'ora una scarpa Adidas che si usura dopo poco tempo!

Ovviamente tutto il bello del correre è stato pensato in accoppiata a queste Response!

Massima visibilità garantita con inserti riflettenti per chi può correre solo al buio (Chi lavora tutti i giorni come me e deve uscire nel tardo pomeriggio dai propri uffici/aziende).

Compatibilità totale con il rivoluzionario MiCoach che ti permette di avere un allenatore virtuale sempre presente in corsa: per le Response 19 è previsto un alloggio adatto al Contapassi da inserire all'interno dell'intersuola di una delle due scarpe e avere a fine allenamento il quadro completo della distanza percorsa collegandoti al Computer dopo aver scaricato il programma apposito.

Adidas vuole bene al nostro Ambiente e si mostra sempre più Eco-compatibile con la comparsa dei primi box di cartone per alloggiare le Response 100% riciclati: è la nuova filosofia "Adidas Better Place".
Il box cambia leggermente colore con le Tre Strisce esterne allo scatolo marroni per comunicare all'utente che il processo di produzione delle scarpe è avvenuto con il minor spreco di risorse ed inquinamento dell'ambiente.

La Adidas Response C. 19 è una nuova risorsa per il runner moderno e non troppo pesante: è per tutti i versi una A3 (ammortizzante neutra) molto protettiva ma si mantiene nei range di leggerezza quasi come una intermedia "pesante".
Il suo comfort mi invita a consigliarla caldamente per un approccio alle gare, soprattutto di lunga distanza quali la Maratona.
Ottima anche per i neofiti o corridori saltuari che molto spesso corrono tanto per pochi giorni la settimana; una calzatura tecnica di ottima qualità come la Response 19 C. è sempre ben consigliata!
A differenza di una intermedia come la Adizero Boston, la soffice imbottitura interna e la tomaia più delicata insieme ad una mescola nell'intersuola più morbida permette ai podisti dalle 3 ore in su nella maratona di trovarsi ai piedi una scarpa da competizione ideale, senza il dubbio di terminare doloranti o meno la 42.195 m.
L'ideale per chi preferisce correre tutti i giorni con la stessa scarpa, indipendentemente dal lungo lento o dal lavoro su strada di ripetute veloci.

Magari... per una gara importante mi terrei una Response 19 in più da parte pronta all'uso!

mercoledì 22 dicembre 2010

Ecotrail della Ficuzza - Chiudere l'anno in bellezza

Bosco della Ficuzza - 19 dicembre 2010

"In bellezza" dipende dai punti di vista...
Quando si torna a casa totalmente infangati al punto che non sai più riconoscere l'identità delle tue Adidas Supernova Glide 2 ti chiedi il perchè di invischiarsi nella fanghiglia scivolosa o melmosa per chilometri e chilometri.
In realtà e talmente alto il fascino degli EcoTrail che ti rendono protagonista a contatto con la natura che non puoi rinunciare al loro richiamo, seppur con un alto tasso di prudenza!
Per uno come me, amante del duro, antracitico asfalto, un diversivo come questo può anche fare piacere, e che ben vengano giornate come questa di domenica scorsa quando il Cronometro non conta nulla così come la classifica finale.
L'importante è aver passato insieme ai tanti amici appassionati di corsa una splendida domenica di Trail.
Questo è il concetto di Spirito Trail... chissà magari "da grande" potrò cimentarmi meglio!

Facciamo un passo indietro...

Lunedì 13 è stato il giorno della serata di Gala del premio sportivo "La Castagna d'Argento 2010" nel quale sono stato affiancato a grandi leggende dello sport siciliano, in piena attività o del recente passato.
Non nascondo l'emozione nell'essere stato lì, in mezzo ad un gruppo di persone che hanno portato in alto i valori sportivi e dato lustro alla mia terra, almeno per un giorno, ma è sembrato davvero che i tanti appassionati di sport presenti al Teatro Comunale di Trecastagni (CT) abbiano davvero riconosciuto il mio risultato a New York come un qualcosa di cui esserne fieri, tutti.
Secondo me la strada per migliorare è ancora aperta, si può fare meglio, sarebbe ora anche di mostrare un risultato tecnico di rilievo per dimostrare che quella del 07 novembre scorso non sia stata solo una parentesi.

Un sentito ringraziamento a Pippo Leone per l'ospitalità di quella sera e per il calore e l'affetto ricevuto.
Ritornare dalla parti di Catania per l'atletica è sempre più piacevole (Grazie Salvatore Torregrossa per l'affetto da amico, oltre che per le foto)!

La settimana è proseguita all'insegna dei duri allenamenti di potenziamento/carico finalizzati all'ultimo evento dell'anno cui avrei dovuto prendere parte.
Si trattava della Maratona di Luxor in Egitto del 31 dicembre (proprio l'ultimo giorno dell'anno!) nella quale sentivo dentro di me che qualcosa di buono sarebbe uscita, anche lì!
Ed in effetti la prova di Ecotrail della Ficuzza si presentava come un validissimo test allenante con i suoi 23 Km di duro percorso dove solo giungere sul traguardo rappresenta una splendida vittoria.
Oltre tutto avevo promesso al Coach una mia partecipazione, per cambiare dai soliti allenamenti e per vivere la natura come piace tanto a me!

La notizia sconfortante appresa pochi giorni fa è stata purtroppo l'annullamento della Maratona d'Egitto a causa di problemi finanziari.
A dire il vero sono rimasto un pò deluso, ma sono cose che possono capitare; mi dispiace per tutto il gruppo di atleti coinvolto nel quale avrebbe preso parte anche il Capitano del Violettaclub Francesco Duca.
Ora la preparazione si dirotterà totalmente verso i Cross di gennaio/febbraio (spero di velocizzare a sufficienza) e successivamente rifinire verso la Maratona primaverile.

La settimana da giorno 13 a giorno 19 dicembre aveva portato un picco di negatività meteorologica, anche qui in Sicilia se ne era risentito giungendo ai picchi di 3-5 °C che dalle mie parti è cosa rara.
Ciò aveva portato inevitabilmente un parziale innevamento delle zone montane e, nonostante il raddrizzarsi delle condizioni meteo nel fine settimana, nel percorso di gara avremmo trovato fanghiglia in quantità industriale(!).

Confortato dalle parole degli esperti del Trail che mi avevano assicurato una moderata pendenza nelle discese (il mio punto debole) non mi sono allarmato più di tanto: una piccola lezione di off-road crea quella forma mentis necessaria per indossare le chiodate ai Campionati Italiani di Cross del Nord Italia melmosi come non mai!

In un EcoTrail non si respira aria di tensione, ma pura aria montana; la partenza è leggera leggera come la soffice erbetta calpestata attorno alla Residenza Estiva di Caccia di Re Ferdinando di Borbone, ma dopo pochi metri (qui poco più di qualche chilometro) è subito festa!
In realtà mi ero illuso inizialmente, tanto erano scorrevoli quei sentieri da percorrere senza particolari insidie, quando dopo un lungo scollinamento in solitaria si è iniziato a scendere per i sentieri.
Mi getto con troppa foga, da buon novellino esito nel passo incerto e... giù per terra!
Niente di grave, mi rialzo subito ma da quel momento la prudenza sarà tassativa a costo di rallentare bruscamente le discese.
Gli esperti del Trail, dopo poco, mi rimontano; uno in particolare come Robertino Bellanca atleta forte anche su strada.
Il mio punto d'attacco è in salita; qui mi esprimo al meglio e recupero i distacchi; tutta la gara sarà per la maggior parte del percorso un sorpassarsi reciproco fra me e Bellanca.

Sporcarsi nel fango è una sensazione particolarmente piacevole, specie quando è preventivata; il percorso del Bosco Ficuzza spettacolare come non mai e davvero ne vale la pena pagare il "prezzo del biglietto".
Ogni sommità delle varie collinette raggiunte nascondeva a se tanti batuffoli di neve sparsi che alle volte calpestavo volontariamente, per sapere "l'effetto che fa!".
Io che non ho mai visto tanta neve attorno sono rimasto entusiasta, così come vedere di sfuggita il laghetto semigelido luogo tra l'altro di attimi di esitazione tra noi concorrenti che non sapevamo dove proseguire oltre.

In quei minuti persi ci raggiungerà tra i tanti corridori anche il "Keniano" Giuseppe Cuttaia autentico portavoce del Trail oltre i confini isolani.
La corsa diventa un affare a tre, anzi a due quando viene il momento di alzare "bandiera bianca"

Beh... non esageriamo! Bianca non lo sarà stata affatto, semmai quel color terra mista ad acqua ed erba incontaminata come la natura rispettosamente attraversata.
In un tratto particolarmente appiccicoso (di fanghiglia) nella foga perderò la scarpa sinistra.
Ripartire non è stato affatto facile, ma il sorriso di un evento inaspettato quanto tragicomico mi portarono alla ragionata resa.

Da buon agonista, all'ultima occasione saltata ai miei occhi (un tratto lungo di sterrato leggero) mi lancerò all'attacco nel vuoto da solo con le bianche trazzere finchè raggiungerò il grande Cuttaia.
Il secondo posto sarebbe stato il massimo, ma non avevo fatto i conti con l'ultima parte ancora una volta immersa nella natura fino al collo grazie alla quale non ho avuto scampo: rimonta da dietro e via ad esultare al traguardo per un terzo posto sudato in tutti i sensi.

Quello che resta di questa mattina di Trail è il ricordo della premiazione che al posto delle ormai "passate" coppe ha regalato la cultura dei panorami calpestati con splendidi Libri illustrati a scenario naturale; la consegna del pacco-gara contenente Pane e Cultura dell'incantevole Parco e finalmente aver avuto il piacere di conoscere meglio podiste e podisti di Palermo e dintorni che mai incontri alle corse "commerciali".

Ogni tanto lasciare il Cronometro a Casa non può che far bene...

(Ringrazio tanto Franco e Silvana del Trinacria Palermo che stavolta... hanno davvero esagerato in bravura! ;-)

mercoledì 8 dicembre 2010

Fine di un Ciclo - Inizio di un Nuovo

Palermo - Dicembre 2010

Tutto sta pian piano tornando alla normalità...
Non sono abituato ad un trattamento simile a ciò che è accaduto nelle ultime settimane trascorse, ad ormai un mese dalla New York City Marathon.

Non è scontato quello che sto per dire, ma a tutti gli effetti questo risultato è stato semplicemente il meglio che sapessi fare, sfruttando al massimo le mie capacità di lettura tattica della corsa.
Già... semplicemente, ed è proprio questo il punto.
Non è sempre facile realizzare quanto si prefigge, specie dopo un'estate parecchio tormentata dove tutto stava andando... in fumo.

Ed invece, come mi è capitato altre volte, sono riuscito a tirare il meglio di me stesso ed a superare un problema fisico che mi tormentava, almeno non per correre le lunghe distanze.
La serenità mentale, infine, la devo a chi mi è stato vicino e sono le poche persone che mi conoscono da anni, non c'è bisogno di fare nomi, loro sapranno.

Dopo l'immensa soddisfazione di essere pubblicato con un servizio nell'edizione sportiva del lunedì del Giornale di Sicilia (a firma di Rosario Mazzola) successiva alla vittoria della Mezza Maratona di Palermo dello scorso 21 novembre, la curiosità era tanta su cosa avrebbero pubblicato le riviste cartacee del settore, quelle che ancora oggi riscuotono maggiore successo...

Così, grazie alla collaborazione con Adidas Italia, al fine di promuovere gli effetti benefici e l'efficacia dell'allenatore virtuale Adidas MiCoach Pacer siamo riusciti a tirar fuori un'intervista realizzata integralmente nelle giornate newyorkesi con i giornalisti di Runner's World.
Nel meeting pre-maratona con Gebrselassie, ho avuto anche modo di conoscere il direttore di questa rivista, Marco Marchei, eccelso atleta di qualche decennio fa.
Piccola curiosità... la foto che mi ritrae nel riquadro circolare con in mano il dispositivo principale del MiCoach Pacer è stata realizzata a Central Park, dove mi allenavo tutte le mattine, per monitorare la mia condizione pre-maratona.
Una grande soddisfazione, per me e per la mia famiglia, amici, semplici conoscenti che mi stanno a cuore e che incontro più o meno tutti i giorni in allenamento.

Non da meno l'altra rivista specialistica del settore, Correre, che tramite le foto scattate da Giancarlo Colombo, piazza nella prima pagina dedicata alla Maratona di New York le foto dei principali protagonisti, dai vincitori assoluti, ai vincitori "morali" come il Cileno Pena (l'operaio minatore seppellito per giorni ed uscito da una drammatica vicenda) o Shalane Flanagan (l'americana seconda assoluta ma autrice di una grandissima prestazione).
Per ultimo... la mia foto subito dopo l'arrivo, con quell'aria di convinta soddisfazione che mi aleggiava in corpo.

Emozioni irripetibili, indescrivibili, uniche e spero non ultime che sono scorse nella mia pelle!

Rivedermi da un'altra angolazione sul Verrazano-Narrows Bridge, con scatti piazzati ad arte e dire un giorno... io ero lì!

Passiamo alle Edizioni Online...

La stessa rivista Runner's World mi dedicherà nei giorni successivi un servizio dedicato a me ed all'uso ragionato con il MiCoach di Adidas, dal titolo "ad effetto" :-)

Runner's World - Lo Piccolo, the newyorker

Atletica Week, a firma di Alessandra Ramella Pairin, mi dedicherà un'intervista nella quale uscirà tutto il meglio di tanta conversazione, navigando tra passato, presente e futuro.

Intervista all'atleta siciliano che corre a fianco dei big della maratona e si ritaglia un bello spazio

Giorno 13 p.v. forse il riconoscimento più inatteso e per molti aspetti gratificante: sarò uno dei 10 sportivi siciliani scelti per ritirare un premio importante che viene assegnato ogni anno: "La Castagna d'Argento" al Galà dello Sport organizzato dal Comune di Trecastagni, dalla Provincia Regionale di Catania e dalla Asd Sicilpool.
Il comunicato Fidal Catania espone ampiamente la caratura tecnica degli atleti selezionati, sarà un immenso onore ricevere un simile riconoscimento.

Ma al di là di tutto questo che sicuramente ripaga del lavoro di tanti anni, la cosa più bella in assoluto è stata la telefonata ricevuta immediatamente al mio rientro in Italia da parte di Pippo Leone, l'oraganizzatore della Trecastagni Star.
Già... la Trecastagni Star...
Ritornando indietro di qualche mese fa, il mio resoconto mi vedeva infausto protagonista di una triste vicenda che mi aveva poi portato all'estromissione della classifica finale di questa Gara su Strada Internazionale...
In realtà eravamo in due i protagonisti: oltre me, proprio Pippo Leone, e chi mi segue se ne ricorderà ampiamente...

La telefonata che ricevetti prima ancora del prossimo ritiro del premio è SICURAMENTE la soddisfazione più grande perchè nella vita di errori, più o meno gravi, se ne possono commettere ed è segno di grandissima nobiltà ammettere i propri senza trincerarsi dietro scuse o peggio ancora nel silenzio...
Un grande Pippo Leone con quale è bastato un semplicissimo dialogo per ritrovare più accesa che mai la stima reciproca nei nostri confronti ed annullare qualunque disguido commesso in quei frangenti di accesissima tensione.

Merce rara, purtroppo, al giorno d'oggi :-(

Tutto questo sancisce la fine di una bellissima parentesi di vita sportiva, con i riconoscimenti ottenuti e mai cercati, che sicuramente non dimenticherò facilmente e che rappresenteranno il fuoco acceso per andare avanti verso la strada giusta.

Un buon risultato non mi cambia di certo a livello personale ed il mio animo da gran combattente non mi ha concesso molte pause.
Siamo tornati nuovamente ad una fase costruttiva, fatta di un discreto chilometraggio, di prime apparizioni in pista (tanto per ritrovare velocità e capire i reali miglioramenti di un dolore alla caviglia ancora non del tutto risolto) ed un carico progressivamente più intenso.

Dopo aver inizializzato un leggero carico naturale con delle prove non troppo tirate (come dei 20 x 200m R.30" in circa 34"), pian piano ci siamo rimessi in carreggiata con i lavori "giusti".

Dopo tanto penare, ritrovare una parvenza di velocità mi ha parecchio soddisfatto: mercoledì 01 dicembre, un 12 x 100m di salite all'ambassador (R.2') molto forti e molto in spinta già avevano dato piena sufficienza alla giornata che, invece, nei lavori finali mi hanno ridato un sorriso "più fast": 1.000m in 2'50" e 2 x 500m in 1'21" - 1'22" (R.2').

Sabato 04 è stata la volta di un fartlek in pista terribilmente difficile: 8 x (300m forti + 200m recupero attivo + 200m forti + 200m recupero attivo + 100m forti) (R.2').
Le difficoltà maggiori le ho avute proprio nell'eseguire i recuperi che in teoria andavano realizzati attorno i 45" ma che solo in pochi frangenti mi è riuscito tale ritmo...
Quasi tutti in fotocopia, attorno i 49"-50" per i 300m, 34" fisso i 200m ed attorno i 16" i 100m.
Quasi tutti i 1.000m realizzati attorno i 3'14" (recuperi inclusi) tranne l'ultimo dove ho dato dentro con l'impegno e ho chiuso in 3'05", così ho capito almeno come andavano fatti.
Realizzare un lavoro simile in compagnia sarebbe stato più performante...

Le cose procedono bene, lunedì 06 un ampio ed impegnativo lavoro con i pesi in palestra e prova finale di 15 x 300m (R.1') attorno i 50" mi hanno torchiato per bene.
Arrivi a fine pomeriggio sfinito ma ti rendi conto di quanto ti sei reso solido...

La testa c'è, la strada finalmente torna dritta, verso una nuova meta...

(Grazie Silvana - Trinacria Palermo per la foto relativa alla Mezza Maratona di Palermo)

mercoledì 1 dicembre 2010

New York City Marathon 2010 - Nonsolocorsa

New York City - 08 - 13 novembre

Dopo tanta applicazione tutto l'anno e tanto impegno lavorativo, una settimana di relax doveva pur essere programmata!

E' stata una settimana indimenticabile trascorsa in compagnia di amici conosciuti e... trovati proprio lì.
Ma... proprio a New York dovevo fare amicizia con persone che incontro purtroppo saltuariamente a Palermo o fugacemente nelle ore di allenamento?

Questo è uno dei mali del correre quasi esclusivamente da assoluto tralasciando gli eventi del podismo amatoriale che alla fine radunano tutti gli appassionati di corsa della mia terra...
Alla fine ti trovi in mille posti... meno che a casa tua, conosci tutti e non conosci nessuno...

Per girare approfonditamente New York non basta una settimana, ovviamente.
Questa volta, sono riuscito toccare molti punti di una Città sempre più straordinaria, sempre più in sintonia con il mio modo di essere e di fare, sempre Faster!

Ogni mattina corsetta leggera di scarico maratona (con tutti i dolori muscolari da assorbire non mi divertirò molto per giorni a scendere le scale :-P ) e via verso nuove scoperte, senza un ordine ben preciso!

Finalmente, grazie anche alla compagnia che rende maggiormente indipendenti, abbiamo preso coraggio nell'affrontare la "complicata" metropolitana newyorchese che, invece, è veloce, puntuale, completa ed... assolutamente semplice da imparare ad usare!
Siamo diventati maestri anche in questo!

Ciò mi ha permesso di toccare più punti della bella New York City, appoggiato da fortunose giornate soleggiate ma con quel freddo vento sempre e comunque presente!
Resteranno indimenticabili le belle mattine passate a fianco del Fiume Hudson, imponente ed affascinante, tra l'altro luogo di allenamenti per la gente del posto.
Così come vedere il Ponte di Brooklin insieme a quello di Manhattan sfavillare la sera resterà un ricordo impagabile di questa lieta avventura.

Stesso scenario (la sera) anche per la visita dell'Empire State Building, l'imponente palazzone dal quale si ammira tutta New York.
Quella sera faceva un freddo polare, ma osservare da quell'altezza le incalcolabili luci della Città più attiva del Mondo mi ha lasciato impressionato, così come vedere il Cantiere di Ground Zero emettere un fascio di luci impressionante come dicesse: "Io sono Qui!"

Sembra incredibile a dirsi ma riuscirò a visitare ben due musei, il Guggenheim ed il Museo di Storia Naturale; quest'ultimo assorbirà quasi un'intera giornata!

Tutto è andato bene, incredibile a dirlo che niente sia andato storto.
Solo qualche piccolo intoppo in una spedizione riuscita ampiamente bene dove si sono rinsaldati sani valori come la famiglia o l'amicizia.
E... con l'onnipresenza dei Vicari via etere sempre pronta a volerci a cena lì da loro, anche quando si era dall'altra parte di Manhattan Centro!

Visitare il quartiere di Soho, per me fin'ora una zona sconosciuta...
Bellissimo quartiere, stile "English" che spero di rivisitare un'altra volta.
Zona particolarmente ricca di negozi, di Shopping originale e di alta qualità, ho avuto il mio personalissimo piacere di visitare i negozi Adidas, dall'Originals al Performance Store :-)

Se non cammini per i viottoli di Chinatown o Little Italy (che è sempre Chinatown gestita dai vecchi proprietari :-) non puoi renderti conto delle enormi differenze di stile che trovi nella "bella" Manhattan, quella calpestata migliaia di volte...
E mangiare qualcosa al volo (anche se non proprio "salutare") da quelle parti ti fa maggiormente "respirare" quei quartieri...

Respirare l'atmosfera dei films, o addirittura vedere la Troupe girare una pellicola dalle parti del Centro, ti fa capire quanto per gli Americani sia importante l'apparenza o l'apparire.
Ho visto illuminare a giorno(!) un angolo di Central Park notturno con enormi luci artificiali per creare un'atmosfera magari dalla finestra dell'Hotel di lusso a fianco.
O camminare verso la Apple della Fifth Av. ed incontrare la neve(!)... artificiale per girarci un film!

Già, l'atmosfera natalizia, work in progress!
Dal post - maratona New York ha cambiato subito pelle vestendosi a festa attraverso i suoi lussuosi negozi e centri commerciali abbelliti in grande stile.
Non riesco nemmeno a ricordare quante cose assurdamente belle e sfavillanti ho visto in questi ultimi giorni!
Cause di "forza maggiore" ho dovuto visitare molti di quei negozi femminili chic o particolarmente raffinati che a dire il vero mi hanno lasciato a bocca aperta: non sapevi mai cosa ti aspettava una volta entrato lì dentro da vedere!

E l'albero al Rockefeller Center sarebbe stato ultimato a giorni...

Il silente lavoro del Cantiere di Ground Zero...
Siamo rimasti diverse decine di minuti ad osservare il lavoro sapiente dei Maestri delle Opere Edili più imponenti e spettacolari al Mondo.
Il teatro dell'indimenticabile tragedia dell'11 settembre 2001 sta pian piano rinascendo e presto risorgerà con un progetto già in fase di sviluppo tutto completamente incentrato a commemorare questo triste ma importante evento per l'America.
Nascerà un museo come abbiamo potuto vedere dal plastico e dalle simulazioni 3D e delle Torri Gemelle resterà solo quel triste ricordo...
Con me amici che in quelle Torri c'erano stati alla prima esperienza di Maratona...

Vivere il Veteran Day...
Un tripudio di bandiere americane, simbolo del loro attaccamento a questa nazione.
Alla fine ti senti parte di loro, la bandiera a stelle e strisce è piazzata ovunque ed in particolare nel giorno di commemorazione dei veterani caduti in guerra, faceva un certo effetto vedere l'area di pattinaggio del Rockefeller Center non essere più una multinazionale di bandiere ma solo ed esclusivamente per pochi giorni degli americani.

Toccare quasi con mano la Statua della Libertà attraverso il traghetto, averla vicina, fa un certo effetto, così come passeggiando per Wall Street vedere il colosso impenetrabile (per invero solo nei film lo è) della Federal Reserve...

Infine, camminare più e più volte a Time Square, dalle "nostre parti" o vedere cosa è cambiato da un anno a questa parte nei "giardini del lusso" del Centro di Manhattan, quei palazzoni da 5 - 6 piani dove è possibile trovare tutto, ma non per le tue tasche!
Nelle ultime ore della sera prima di partire ero lì, con gli amici Tito e Teo a vedere tutte le luci colorate dei mega schermi pubblicitari e dentro di me sperare in un altro "arrivederci"...

Questa è l'America, questa è New York dove ancora si può ancora sognare, ma solo se hai davvero un'idea originale...

venerdì 26 novembre 2010

New York City Marathon 2010 - Dal Punto di Vista degli Elite

New York City.

Ormai la New York City Marathon è finita da un pezzo, ma quel che rimane di essa sono principalmente i ricordi vissuti.

A fine agosto quando ero già avanti con la preparazione ricevetti l'invito ufficiale come Elite e di lì un poco le cose cambiarono... in meglio!
Le motivazioni si moltiplicarono assieme alla voglia di far fatica o correre chilometri, semplicemente perchè quando si vivono grosse difficoltà si deve avere il coraggio di reagire, di far uscire il meglio di se stessi, sempre e comunque.

Il mio arrivo a New York City avvenne comunque largamente prima dell'evento - Maratona, potendomi ambientare con la massima serenità e disputando addirittura la bella Poland Spring Marathon Kickoff.
Se penso che tutto questo era stato progettato quasi un anno fa nei minimi dettagli ed in grandi linee sono riuscito a realizzarlo completamente, non riesco ancora a capacitarmi di tale fortuna sono riuscito a condividere con molte ed importanti persone che contano nella mia vita...

Il GRAZIE è dunque rivolto al "Manager" d'oltre Oceano Giuseppe Vicari ed a tutta la sua famiglia allargata a fratelli, figli e nipoti che con la loro ospitalità, gentilezza, simpatia e passione per questo sport mi hanno permesso di presentarmi al meglio negli ultimi giorni di scarico pre-gara.

Quello che non so spiegare è ciò che poi avvenne non appena misi piede all'Hilton, quartier generale del New York Road Runners per l'evento.
L'accoglienza eccellente di David e sua moglie e la sistemazione in camera accesero in me qualcosa di concreto, forse fino a quel momento celato dentro: ero appena diventato un Elite nell'Olimpo dei Maratoneti più forti al Mondo!
Se ero partito da Palermo con un profilo molto basso, anche in relazione degli incerti allenamenti ma forte del sostegno che Coach, Società e pochi Amici mantenevano costante nei miei confronti, una volta ambientatomi in questo Harem da sotto i 3'00"/Km mi si accese quel fuoco che non ero riuscito fin'ora ad innescare.
Mi iniziai a convincere che non era una follìa impostare il ritmo di gara attorno i 3'20"/Km (nonostante per mesi il mio fisico ignorasse di cosa stessi argomentando) e che sfruttando appieno compagnie, freddo e prima parte di gara scorrevole si sarebbe potuto fare...
E così fù, la scelta vincente...

Ma sono convinto che qualcosa che NON avevo in corpo di colpo uscì fuori, in quegli ultimi giorni!

I giorni seguenti erano un susseguirsi di continue conoscenze, prevalentemente di stampo americano (come preferisco) e appariva normale sia per me che questi grandi campioni da poster o copertina di riviste scambiare quattro parole con il sottoscritto.

Inarrivabile Meb (grazie di tutto Meb!) ed il suo Coach Larson, un connubio vincente.
Li scoprii quel martedì dell'ultima settimana, quando sia io che Meb ci incrociammo a Central Park ad eseguire l'ultimo lavoro pre-maratona, ovvero delle banalissime ripetute.
Meb era atteso dal suo Coach e da un'altra persona, così come si dovrebbe sempre fare quando si segue il proprio allievo.
Avrò successivamente il piacere di ascoltare il Sig. Larson, uomo sempre calmo e competente, ed incontrarlo ogni mattina a colazione!

Stesso modus operandi del team di Ritzenheim, seguito in tutto e per tutto dal Coach Salazar e da altri due membri del suo team, visto all'opera il giorno prima della maratona con diversi esercizi di stretching e allunghi vari.
E' di uso frequente filmare l'azione dei propri atleti per cercare di correggere ogni possibile difetto.
In pratica si viene a creare un tale feeling tra Coach ed allenatore quasi a creare un connubio inscindibile...

Family...
Sono Campioni inarrivabili, i migliori atleti di sempre ma sono pur sempre uomini, anzi Grandi uomini, capaci di essere anche padri affettuosi con le loro mogli o con i loro figli...
I miti che ho sempre visto ai primi posti delle classifiche prendevano corpo in persone normali come me, come chiunque altro con un connubio vincente: calma e serenità.
Un modello di vita di gente che è riuscita a fare dell'atletica la propria professione senza lasciarsi andare a proclami di onnipotenza, sempre persone con i piedi ben saldi per terra!

Uno dei ricordi più bello me lo lascerà "l'ultimo arrivato", Mattew Dowinin...
Classico atleta magro, aggressivo in foto, dai grandi tempi e dal capello sempre corto o rasato a zero; mi aspettavo un serissimo professionista, magari poco propenso al dialogo.
La persona che andrò a conoscere sarà un uomo semplice con il quale troverò subito sintonia in camera ed in ogni appuntamento riservato a noi atleti Elite.
Matt ha rappresentato per me una preziosissima guida, introducendomi a tutti i suoi colleghi di corsa da serio professionista, con quel sorriso da sereno padre di famiglia, sorseggiando lentamente un caffè americano corretto con del latte...
Grazie a lui ho superato lo scoglio del difficile ambientamento con un Mondo nuovo, inesplorato ma tanto tanto accogliente.

Da quel 44th piano dell'Hilton ho trovato solo gente dello Staff talmente cordiali e interessati alla mia storia personale, capaci di soprassedere alle mie non infrequenti pause ed incomprensioni linguistiche ;-)

Correre le ultime 3 mattine prima della gara con Abderrahime Bouramdane...
Il noto campione marocchino, esperto attaccante ad ogni maratona ha cadenzato i trequartini di lungo ad un discreto ritmo raccontandomi il suo stato d'animo, leggero come la sua corsa.
Poi in gara non farà proprio benissimo, ma girarmi Central Park rigorosamente su asfalto con lui mi ha permesso di conoscere una persona simpatica ed affabile.

Vivere le ultime ore del pre-gara, massima tensione?
Assolutamente no!
Ci tenni con tutto il mio volere di stare insieme al pezzo di famiglia che era venuto a trovarmi e con tutto il resto di amici che ormai sentivano imminente il Colpo di Cannone.
Un saluto a tutti i Vicari che avrebbero gareggiato o no, al "Principe" Toni, a Tito, Teo ed il suo gruppo di amici, a Corrado e... peccato che Francesco non era presente!

Cosa accadrà l'indomani con pettorali dei cari amici Loredana e Gaspare... me lo tengo per me ;-)

Via di ritorno in camera, ancora con Matt quietamente sdraiato a vedere la TV, e subito a letto.
La mattina, secondo i rigori del briefing del sabato, tutto già pronto e sistemato, colazione con pane e calma, tanta calma...
Di li in avanti, pochi ed intensi ricordi, interpolati dalle emozioni vissute in gara e come copertina il sole che da lontano sorgeva su un cielo limpidamente azzurro in linea con l'immenso Ponte di Verazzano...

A parte le tante keniane in giro, al solito riesco ad esprimermi con le atlete di lingua anglosassone come la simpatica Kathie Mc Gregor (autrice di una formidabile gara) e la danese Anne-Sofie Pade Hansen grazie alla quale ho riempito un vuoto di contenuti che altrimenti non avrebbe avuto fondo, in quella serata di Gala del dopo Maratona.

...Il colpo che non mi aspettavo (oppure si?), proprio la serata di Gala...
Quando i Vicari's and Friends avevano impiattato una festa in famiglia del dopo Maratona all'insegna del pieno divertimento con sottotitoli... in lingua sicula(!), io mi trovavo con onore invitato alla gran serata di riconoscimenti dei grandi vincitori della Maratona corsa poche ore prima.
Vedere atlete ed atleti di spicco con abiti eleganti in una lussuosa Villa in pieno centro di New York zona Lexington Av. (circa) faceva un certo effetto.
Purtroppo il mio mentore Matt era andato via con un volo diretto verso la sua famiglia (bravissimo ragazzo, continuo a confermarlo) immediatamente dopo la Maratona con il rammarico di non averlo potuto ringraziare di persona...
Almeno nel dopo - gara ero riuscito a complimentarmi con lui!

Lasciandomi da solo, ero in balìa del nulla con così tanti atleti con i quali non riuscire a scambiare alcun che, tranne che con qualche membro del NYRR.
Fortuna volle che mi trovai, una volta entrati nell'immenso salone elegante del lusso, a chiedere di sedermi vicino alla bella Anne-Sofie con la quale iniziò un bel dialogo, a tratti rallentato dal mio impacciato inglese, grazie al quale passai una lietissima serata cadenzata dai toni pacati di chi ha vinto tanto, dai Campioni, ai Manager, agli Organizzatori, al sottoscritto!

Con Anne-Sofie capirò che l'atletica d'Elite dei non professionisti non era solo Filippo Lo Piccolo, ma anche una solida quanto determinata atleta che si diverte alternando il suo lavoro con la corsa, proprio come me, e scambiandoci tante impressioni comuni a chi deve impiegare il suo tempo nel modo migliore, tutti i giorni.

Il lunedì dopo la maratona, l'ultima colazione con i più forti, l'ultimo saluto al grande Campione Meb ed il ritorno, dal 34th piano della mia stanza piena di ricordi ed anche di persone care che erano venute a trovarmi, nel luogo più congeniale a me per tanti altri giorni nonchè quartier generale di noi atleti italiani che finalmente si sarebbero potuti godere con maggior tranquillità il gusto intenso della Big Apple.

martedì 23 novembre 2010

Maratona di Palermo, correre nella mia Città, in mezzo alla mia Gente

E' con immenso piacere che per la prima volta esporto un mio racconto nel blog di una persona sincera amante di questo splendido sport, la Corsa.

Antonio Capasso, è stato un immenso piacere conoscerti di persona e il tuo gruppo che hai convinto (con la FORZA vista la tempra che hai :-) a correre la Maratona o la Mezza Maratona è stato davvero molto entusiasta di aver vissuto questo fine settimana nel caldo di Palermo.

Davvero coinvolgenti, siete un esempio positivo per tutto il movimento podistico!

Di seguito il racconto sul suo blog che vanta un grande seguito di lettori appassionati.

21 nov 2010 Palermo - la Maratona di Palermo raccontata da un Campione...

Il lunedì seguente, giorno 22 novembre, il Giornale di Sicilia, a firma di Rosario Mazzola (che ringrazio pubblicamente) mi dedica un servizio che credo chiuderà questo periodo positivo.
Molto emozionante ricevere mezza pagina di giornale, non sarà facile ripetersi ma ci proveremo, ancora una volta...

(Ringrazio il Trinacria Palermo per la foto di gruppo)

sabato 20 novembre 2010

41° ING New York City Marathon - Primo Tra Gli Europei

07 Novembre 2010

Il fatidico Marathon Day è iniziato con la sveglia obbligatoria delle 05:45 (cambio di orario incluso).
Per qualcuno sarà anche il giorno del proprio compleanno da festeggiare...molte migliaia di numeri dietro di me, e sarà una delle poche persone che viaggeranno nei miei pensieri il giorno della gara.
Poche persone, ma preziose da un certo punto in avanti, solo avanti...

Da quel momento è iniziato un conto alla rovescia cadenzato da un cronoprogramma del'organizzazione NYRR tanto dettagliato quanto preciso nel cadenzare ogni attimo del nostro avvicinamento al momento del fatidico colpo di cannone.

Al mattino, ore 06:30 precise (con te o senza di te) siamo tra gli ultimi a partire, su pullmann scortati dal NYPD; prima di salire rigoroso controllo dei chip (uno per ogni scarpa) e dei pettorali (avanti e dietro) correttamente spillati sulla maglia da gara.
La quiete delle strade illuminata da un tiepido sole basso mattutino fa presagire una giornata perfetta e senza nubi all'orizzonte, resta il dubbio di quanto freddo potrà fare.

Con me nel pullmann semivuoto un giovane, anzi giovanissimo ragazzo del New Jersey con il quale inizio a scambiare qualche parola in inglese ma lui mi risponde in Italiano: è Chris Pannone, del NYAC (New York Athletic Club nel Centro di Manhattan).
Ancora un ragazzino, a dispetto della mia ormai veneranda età degli over 30, mi racconta tutte le sue speranze e convinzioni di correre sotto il proprio personale di 2h 18' (eccellente) proprio nel difficile percorso di New York.
Non potevo che pensare fra me e me: "Notevole!"
Ma ero con i piedi piantati a terra, secondo il mio audace schema che tenevo in mente e con tutti i suoi piani di riserva, A, B, C, D...

La verità è che da quando avevo messo piede all'Hilton entrando nell'olimpo degli Dei di Maratona (ed a questo dedicherò un racconto a parte), poco alla volta mi ero sempre più convinto di poter fare meglio di quanto mi era paventato nella testa; in più negli ultimi giorni la caviglia aveva dato cenni di grande miglioramento e proprio il giorno della gara riuscivo a correre in piena efficienza e spinta su entrambe le gambe.
La settimana di scarico aveva dato i suoi frutti, tutte le mattine alle 08:00 ad attendere nella Hall dell'Hotel il buon Abderrahime Bouramdane, forte atleta del Marocco tra i grandi favoriti.

Vivere gli ultimi giorni del pre-gara con un Uomo di tale semplicità come Matt Downin cui ringrazio di aver potuto condividere tali attimi, mi ha portato quella quiete ed ambientamento finale che forse difficilmente avrei trovato in un terreno, quello dell'Elite Mondiale, mai vissuto prima.

Il clima era molto freddo, e l'ambiente scoperto di Staten Island con a pochi passi il Ponte di Verazzano sullo sfondo dei miei passi di riscaldamento portava frequenti folate di vento freddo.
Ma per me la decisione era perentoria (conoscendo i miei "bollenti spiriti"): indossare unicamente la Maglia Adidas Adizero Mana creata apposta per l'evento.
L'organizzazione, impeccabile, ci chiama a consegnare le borse ed iniziamo l'avvicinamento alla linea di parteza.
Siamo pochissimi, mi guardo attorno, li conosco tutti ormai!
I Sub-Elite, con gli amici Tiberti ed Achmuller (caro amico di tante battaglie in Maratona), ci seguono da dietro ma partiranno dalla strada con percorso parallelo al nostro.
Ultimi "Good Luck" reciproci e ormai via verso le telecamere...

I minuti dell'attesa prima del via con i vari allunghi, stretching, svestizione finale dell'abbigliamento da consegnare pochi attimi prima del via, saranno i più lunghi che ricorderò.
Con essi la presentazione dei migliori 5 atleti... davanti il nulla, dietro una massa di persone incredibilmente incalcolabile...

Pochi attimi dopo l'Inno Nazionale e le poche parole della Presidentessa Mary Wittemberg, sotto i miei occhi ed il "Colpo di Cannone!"
Tale era l'enfasi del botto che siamo stati presi tutti di sorpresa a partire!
Questa volta non sentirò nemmeno una nota di "New York, New York" di Frank Sinatra per quanto sarò già avanti...

Le gambe girano, per i Grandissimi il Verrazano Narrows Bridge è fase di studio: quanto freddo fa, quanto vento tira (trasversalmente) ed è anche il momento per qualche fuga per la vittoria di qualche metro, ma poi si comincia a fare sul serio...
Ma... quanto sul serio?
Mi mantengo costantemente in seconda ruota, non voglio togliere il palcoscenico a nessuno, ma resto lì, inquadrabile a vista di tutto il Mondo trasmesso sulla Televisione, meno che per la RAI.
Considerando che l'Italia ad oggi è la Nazione straniera con più alto numero di partecipanti alla Maratona più importante al Mondo, decidere di togliere agli utenti del Servizio Pubblico un tale evento mi ha lasciato sbigottito... (e non aggiungiamo altro).
Riesco a percorrere con i migliori tutte le due miglia del Ponte, fino alla sua fine, regalandomi probabilmente una decina di minuti da assoluto protagonista, con i più forti...
Prima o poi avrò una copia registrata di questa Maratona? Spero di si...

Al termine del ponte Haile e gli altri iniziano a correre più seriamente e per me inizia la mia gara.
Tutti gli Elite di grido restano incollati al gruppone, io preferisco continuare del mio passo più consono alle difficoltà del percorso finchè non vengo raggiunto da un gruppetto capitanato dal Messicano Odilon Cuahutle Rojas che viaggiava di ottima lena, attorno i 3'20"/Km.
Assieme a me si alternano diversi atleti che per la prima parte di gara mi saranno utili compagni, tra cui uno spagnolo dalla parvenza molto fresca, uno svedese ed un paio di etiopi di stanza negli Stati Uniti con i propri clubs o College.

La strada per i primi 15 Km si mantiene molto percorribile senza grossi strappi ed il frastuono della gente della Downtown si fa sentire assordante.
In questa fase pochi i tifosi italiani che mi potevano incitare, si vedevano quasi esclusivamente comunità e bandiere sudamericane, specialmente quelle Messicane.
Tutti a fare il tifo per questo formidabile atleta quarantenne, Cuahutle, anch'egli Elite che macinava chilometri davanti con notevole disinvoltura.

Io ero molto concentrato, ma nel contempo rilassato.
Se nel 2009 all'esordio scelsi di godermi il pubblico a discapito di qualunque altro risultato, quest'anno, sentito il peso della responsabilità, avevo scelto di correre concentrato con me stesso, interagendo il meno possibile con il pubblico o forse solo nel finale di gara.

Vista la splendente giornata, sono risultati fondamentali gli Occhiali da Sole Adidas Adizero L con lente LST Polarized nei quali mi sono calato in un autentico stato d'animo interno, quieto e solitario, leggendo continuamente i messaggi che il mio corpo mi inviava.

Quella mattina erano solo messaggi positivi: mai una giornata così azzeccata, il freddo che per molti è stato un ostacolo finalmente per me si traduceva in una risorsa organica insostituibile dato che sudavo appena qualche goccia!
Finalmente non avevo l'esigenza di bere sempre e comunque e la muscolatura era salva da crampi o crisi organiche, bastava qualche goccia (gelida) ogni tanto tra i molteplici ristori presenti ad ogni miglio per far passare la sete.
L'incognita sarebbe stata la traballante (o non perfetta) preparazione iniziata verso fine agosto quando la caviglia e tanti altri problemi stavano pian piano procedendo verso la pacifica conclusione: avrei avuto la forza muscolare necessaria per affrontare le ultime miglia, le più impervie?
Sicuramente quella forza, interiore, c'era e lo avvertivo!

Raggiunti verso il 15° K altri concorrenti andati in fuga solitaria realizzando un 10K d'effetto, si procede con un cadenzare perfetto ma sempre sul piede dei 3'20"/Km.
Il tifo della gente rendeva sostenibile tale andatura e non c'era strada dove si potesse ascoltare la propria voce tanto era il frastuono e l'entusiasmo che faceva apparire la gente!
Tutto questo accelera il proprio cammino e la gara scorre via con inaspettata celerità.

Sono in tre avanti che dettano il ritmo e nell'avvicinarsi alla Mezza Maratona sfruttano ogni salita o discesa per incrementare il passo.
Inizio a stentare, fatico a stare attaccato, ma non sento una crisi...
Molti altri componenti del gruppetto si staccano e poco prima dell'Half Marathon dopo alcune curve dislivellate rimaniamo proprio in quattro.
Il passaggio alla Mezza Maratona è silenzioso, si passa per il Pulaski Bridge, si abbandona il Queens...
Guardo il Cronometro: 1h 10' 20", ottimo tempo per me!

Questo momento appare decisivo per le sorti della mia Maratona: quei tre continuano in un forcing davvero difficile da gestire e bastano pochi chilometri per vederli allontanare, dopo un altro piccolo incremento di ritmo da parte loro...
Entro in leggera crisi per starci appresso e non perdere la loro scia ma devo mollare, il K 25 è alle porte così come l'ingresso più affascinante e spettacolare di tutta la Maratona: il Queensboro Bridge, il Gigante di metallo.
Mancano quasi 10 miglia, inizia il conto alla rovescia...

Al curvone del Queensboro mi attende come da sua indicazione Giampiero Vicari che mi urla con tutta la sua forza "Forza Filippo, Forza Palermo!" con il conseguente effetto-eco su tutta la lunghezza del ponte, già parzialmente attraversato.
Raggiungo un corridore keniano più in crisi di me e ne approfitto per fare il punto della situazione: afferro la borraccia personalizzata che avevo consegnato al sabato e trovo l'integratore gelido, la barretta energetica attaccata con il nastro adesivo dura come la pietra...
Fa freddo ma sento il bisogno di mangiarla, un poco alla volta!

C'è silenzio intorno a me, mi preparo ad una scarica d'adrenalina che dovrò sfruttare...
Poco prima di iniziare la parte in discesa vedo accostato sul bordo del ponte il Campione Europeo di Maratona, lo Svizzero Roethlin e penso...
..."Forse potrei essere primo europeo?"...
Mi ritrovo d'animo, inizio ad uscire dal ponte e mi godo lo spettacolo: entro a Manhattan e nella doppia curva larghissima un boato di gente... da brividi per l'emozione!

Se in Maratona normalmente mi riserbo un solo colpo da sferrare per riuscire a cambiare ritmo o iniziare una progessione, beh, quel momento doveva essere quello seppur parecchio lontano dall'arrivo!
Sento una forza impressionante dopo aver pennellato quelle tre curve che immettono nella First Av. ed ero solo...
Inizio ad avvertire una tifoseria sempre più partecipe nei miei confronti.
La bandiera italiana cucita sul petto, il logo "Sicily" stampato sulla Maglia Adizero Mana creata per l'occasione si combinano a meraviglia con i due pettorali fornitomi dall'organizzazione.
Già avere addosso il proprio Cognome restituiva non poca soddisfazione.

Come godevo nel sentire il mio Cognome storpiato: lopiccòlo, 'lpicclo, loopicolo, ecc... ma gridato con l'entusiasmo di chi ti vuol fare solo andare avanti.
La First è lunghissima ma non contenevo la mia irruenza: si parte ad incrociare la 60th strada e affrontavo i blocchi con l'animo del guerriero, convinto di raccogliere vittime per strada, qualcuna ogni tanto la trovavo.
Il primo fra tutti uno di quei etiopi che erano scappati avanti a me da quel gruppetto... era solo una grande motivazione.
Si arriva in fondo alla strada, verso la 110th incontro Giovanni Vicari che mi vede all'ultimo, sarà per la prossima volta il Gatorade!

Il 30th K si avvicina: il Willis Av. Bridge non è tappetato di arancione ma si va forte lo stesso, inizio a raggiungere qualche concorrente femminile.
Corro sempre convinto, costante, ormai solo sorpassi, peccato essere in fuga solitaria.

Un fugace saluto ai ragazzi del Bronx, questa volta "Respect" e pugno sul petto con i ragazzi della zona ed inizio ad entrare in scena.
Il Giapponese di punta è stato già raggiunto con estrema facilità: come scoppiare inspiegabilmente dall'alto del suo 2h08' di PB

Si entra nella Fifth Av. zona calda...
Finalmente gli Italiani hanno il sopravvento e per me questa fase risulta fondamentale: ogni urlo di incitamento mi fa volare avanti ma la meccanica non è più efficiente...
Iniziano ad insorgere vari problemi tra i quali il solido alluce rigido che mi impedisce la spinta, ma io provo a rilanciare lo stesso l'azione!

Ormai mancano solamente 5 Miglia alla fine, ripenso alla gara della Poland, inizio ad incitare me stesso, così come lo fanno gli spettatori sulle strade!
Non posso credere di essere ancora così in condizione, dopo tutto ho realizzato una preparazione incompleta e nemmeno tanto solida in Palestra, ma sono ancora a lottare con me stesso.
Ripenso alla bufera di Cagliari ed alla crisi di caldo accaduta nell'ultimo lavoro di 24 K assistito dall'amico Gaspare... chissà cosa starà facendo in gara...
Penso ai pochi amici che ho, a Francesco che non ho potuto salutare la sera prima, alla mia famiglia, momenti decisivi.

Dopo poche centinaia di metri passo un giovane, mi volto ed è Chris Pannone!
E' saltato purtroppo, faccio di tutto per portarlo con me ma non reagisce in viso minimamente...
Come mi dispiace, davvero, ma l'azzardo alle volte si paga, e caro!

Finalmente il curvone artificiale di gente, si entra a Central Park, come tutte le ultime mattine, strade che ormai conosco bene.
Mi tuffo ad ogni discesa, mi arrampico ad ogni lunga salitella, le conosco a memoria, raggiungo un primo atleta, poi un altro.
La strada è sempre più impervia perchè le gambe sono stanche ma non il cuore e l'animo.

Raggiungo altri due opponents a vista: uno africano, l'altro lo raggiungo dopo una salitella difficile.
Era proprio quel Messicano protagonista della prima fase!
Lo passo in tromba e manca poco meno di 1 Miglio...

Gli italiani a Central Park sono la maggioranza si sa, ma mi colpisce quando uno di loro urla il mio nome di battesimo, si! Mi conosce bene!
Mi volto con tutta la carica che ho dentro e lo indico, vado avanti.
Si esce nuovamente da Central Park, ci si reimmette sulla Fifth per farti raggiungere il curvone dell'ingresso da Columbus Circle.
Punto con lo sguardo da lontano il palazzo della Time Warner che svetta su tutti, ma in realtà aspetto il momento fatidico di ricevere gli applausi del pubblico.
Il timore che il piede mi tradisca con quel crampo c'è eccome e provo a mantenere rilassata la gamba.
La paura di fermarmi per un crampo, la maledetta beffa che rovina tutto, sempre più lontana quanto si avvicinava il Palazzo dalle doppie Colonne a forma di pettine...
Come al solito Podisti.net immortala i passaggi ed anche quest'anno l'immagine raffigura lo stato d'animo.
Già esultavo, non vedevo l'ora di arrivare e finalmente ero sicuro del risultato acquisito, buono a spanne.
I soli 400m per entrare nuovamente nel Parco, iniziare la fila di bandiere schierate ed individuare la mia, forse Primo Europeo nella testa!
Affronto la salitella con le ultime forze, provo ad individuare qualcuno nel pubblico ma è impossibile scorgere mia sorella o gli amici, poi rallento e mi godo la festa:

2h 23' 10" - 20° Posto - 1° Europeo!
La sequenza come al solito e rigorosamente ogni 5K:
16'56" (5K) + 16'38" (10K) + 16'41" (15K) + 16'29" (20K) + 16'54" (25K) + 16'39" (30K) + 17'25" (35K) + 17'40" (40K) + (7'48") (42,195K)
Prima Half: 1h10'20"; Seconda Half: 1h12'50"

Giancarlo Colombo per Omega/Fidal mi scatta qualche foto, ma la Federazione reputerà giusto non citarmi tra le sue notizie nel Sito Online...

Segno della Croce, bacio a terra, ed esultante come non mai, in maniera elegante, contenuta ma soddisfatta.

L'assistenza della Maratona è subito da me, contento ma senza sapere quanto.
I minuti dopo la gara ritrovo i vari amici, Hermann, Tito, Chris, Mattew e ricevo i complimenti di Franca Fiacconi...
Che giornata memorabile!
Grandissimo anche Francesco Duca (Violettaclub), con il suo 32° posto in 2h27'48".
Hermann secondo italiano (ma per il Manager è Tedesco ;-) ed un fantastico 29° posto in 2h26'52"
La Doccia del post-maratona non si dimentica mai, ti rilassa, mi vesto e salgo al 44th piano dell'Hilton a vedere la Classifica.

Leggo Ventesimo Assoluto, urla di gioia con Mario Fesi del Giro podistico Internazionale di Castelbuono, lì presente.

Una grandissima giornata, tanti anni di sacrifici ripagati e la gioia di aver portato la mia Terra ai vertici d'Europa nella Maratona più Bella ed Entusiasmante del Mondo.

(Grazie a Podisti.net per le Foto ed agli spettatori che mi hanno scattato bellissime immagini condividendole GRATUITAMENTE tramite Flickr.com)

NEW YORK CITY MARATHON 2010 (Foto Podisti.net)

NEW YORK CITY MARATHON 2010 (Foto Podisti.net)
PRONTI A PARTIRE...