41° New York City Marathon - 20° Posto Assoluto - 1° Europeo

41° New York City Marathon - 20° Posto Assoluto - 1° Europeo
Un Sogno Ad Occhi Aperti...

sabato 30 aprile 2011

115th Boston Marathon - 45° Posto Assoluto Uomini... Senza Alcun Rammarico!

Boston, 18 aprile, Patriot Day.

Ricordi che resteranno nella mia mente, gambe e cuore per molti anni, ancora una volta negli Stati Uniti, a vivere un'America diversa dalla frenetica ed iperattiva New York City.

Boston tanto diversa, quieta, cordiale; il percorso immerso nella natura di un lungo quanto impervio rettilineo di 42.195m respirava l'aria di un film classico, con le casette in legno ed il giardinetto cui è parcheggiata l'auto familiare e come effetti speciali le grandi falcate a suon di "World Fastest Marathon", unica definizione ammessa per difetti di altimetria.

Essere dentro la spedizione azzurra dei quattro uomini rappresentativi e cercare il tutto per tutto per rappresentare degnamente la mia Nazione, forse troppo inizialmente.
Ma non ci sono ripensamenti, sono comunque contento di quanto realizzato, alla luce di un periodo invernale che non proprio mi ha aiutato.

Sensibili differenze dall'organizzazione del NYRR, ma osservando le puntuali presenze degli inviati delle diverse organizzazioni delle World Major Marathons, ogni occasione è sempre buona per prendere spunti differenti al fine di migliorare ulteriormente il prodotto - maratona offerto.
Non ci si poteva aspettare la stessa routine organizzativa newyorkese che sotto molti aspetti ricalca il frenetico andare senza soste di tutto i popolo di Manhattan.
Eppure New York ha sempre quella marcia in più, l'emozione che ti regala poco prima del Via! è indescrivibile.

La stessa cerimonia di premiazione, completamente differente da quella della Grande Mela, incentrata solamente sui protagonisti assoluti, vede a Boston l'esaltazione di ogni protagonista di categoria presente sul palco.
Impossibile farsi una foto con Geoffrey Mutai sparito subito dopo la sua celebrazione.

Sarà per il limitato numero di partecipanti e per l'aria semi-professionale che ne deriva da una scrematura nei tempi di ammissione per fascia d'età, e sarà per l'aver conservato la più che centenaria tradizione di un popolo molto legato al patriottismo...
Quei 18 atleti che 115 anni prima si ritrovarono esattamente da quello che è il punto di partenza, immerso nel verde di una boscaglia di Hopkinton ancora spoglia di fogliame per via di un freddo che ad aprile tarda ancora a passare via ma che il sole, uscendo allo scoperto, inizia a rendere mite tutto ciò che vi circonda.
Ed è stata esattamente questa la sensazione, circondato da uno stuolo di atleti africani ed un bianco pronti a stupire il Mondo intero.

Peccato non aver preso nel consueto "early morning" il giallo Schoolbus navetta riservato ad ogni partecipante della maratona in partenza da Boston verso Hopkinton, ma molto dell'imponenza organizzativa si notava nelle operazioni di chiusura temporanea di un'autostrada intera per il passaggio degli Elite Bus: ogni uscita autostradale era bloccata da moto o auto della Polizia e nulla davanti a noi ostruiva il passaggio. Impensabile in Italia!

Subito dopo il breve riscaldamento, nell'area atleti Elite situata nella palestra di una chiesetta bianca stile americano situata in prossimità della partenza, il ritrovo situato anche in questo caso per ordine di ben tre Wave (orari) di partenza è sembrato molto soft...
Nessun aereo che svolazzava ad altezza uomo, un immancabile Inno Nazionale cantato dieci minuti prima del via, una breve presentazione degli atleti più rappresentativi con relativa intervista e tutto il tempo per ultimare le fasi di riscaldamento e scambio di foto con i media.
L'area antistante la partenza, non esageratamente larga per mantenere le tradizioni immutate vedeva nel Patriot Day un numero limitato di spettatori...

E nel mentre la bella neozelandese Kim Smith salutava il lead group delle donne e si involava in solitaria in testa verso un'azione suicida durata diversi chilometri... ma perchè???

Dall'ultimo lavoro leggero di Central Park effettuato in settimana sembrava che finalmente il peggio dei dolori si fosse messo alle spalle.
E così era in fondo, prima di affrontare la Maratona più dura della mia pur breve carriera!
Mi sentivo bene, dopo tanto penare, e forse questo eccesso di sicurezza ha portato a lasciarmi andare troppo.

Il via è stato bello quanto entusiasmante: in una fiammata la mia presenza davanti si è consumata presto, sorpassato con sollecitudine dai protagonisti annunciati.
La prudenza mi ha richiamato presto all'ordine e, favorito da un primo K assolutamente in discesa (e deve essere proprio lui l'artefice dell'eccessivo dislivello che comporta la non omologazione dei primati conseguiti su queste strade), realizzo un 2'57" che resta sempre poco al pari di quanto accadeva là davanti.

Riesco a ritrovarmi con l'avversario-amico di sempre, Hermann Achmuller il quale, superata una settimana difficile, da prova di grande coraggio interpretando in modo aggressivo la prima parte.
Coinvolto da tale entusiasmo, mi butto appresso al gruppo che inseguiva da vicino gli uomini da sub 2h18' ma sapevo delle difficoltà del percorso e mi tenevo sempre in disparte.
Un passaggio fin troppo sollecito già ai 5K in 16'13" mi porta ad un leggero rallentamento ma Hermann resta lì, avanti.
Decido di restare sempre dietro l'ultimo del gruppetto ma il ritmo non cambia di molto.
Sin da subito i saliscendi (dossetti da 150-200m di salite e discese) diventano i protagonisti principali di tutta la corsa.

Aiutato dal clima fresco e mite e da un vento incredibilmente a nostro favore, riesco a superare in decontrazione una decina di questi saliscendi, restando sempre in ultima posizione di un gruppo sempre in continuo incedere sotto i 3'20"/Km, troppo per me...
I lunghissimi rettilinei definivano chiaramente i primi andamenti di una corsa, con Bourifa e Boudalia spariti dalla visuale ed un Chris Pannone (autore di un eccellente 2h18') in splendida forma.

I passaggi ai 10K (16'17") ed ai 15K (16'15") non conseguono i risultati sperati; voltandomi indietro non noto nessuno nelle vicinanze e per molta strada sarà così l'andamento.
Questa si rivelerà una fase chiave per il proseguo della mia corsa: Achmuller con un buon gruppo di atleti si distanzierà di circa 50m e resterò da solo con un Master di alto livello.
Dopo tanto insistere, deciderò di correre da solo per trovare un ritmo tutto mio ed in poco tempo troverò l'equilibrio sperato.
Mi riapproprio di me stesso, trovo determinazione e concentrazione e inizio a macinare la strada, perennemente in saliscendi...
I ristori ogni miglio aiutano e molto a rinfrescarmi e stare ben idratato, sono 26 e sembrano anche troppi abituato ai classici 8 per tutta la distanza in Italia!

Questa, in fin dei conti, è stata una sorta di comunicazione di resa anticipata...
Se normalmente mi sono riservato il colpo finale dopo il 35°K, con l'eccezione di New York 2010 dove avvenne al 26° K (ed era già troppo presto!), qui si è trattato di un conto alla rovescia aggravato da una difficoltà sempre più crescente nell'ascendere tali dossi.

Per altri 10K circa mi sono sentito un protagonista...
Tenevo il gruppo scappato avanti a debita distanza, mi battevo per cercare di raggiungerli; al 20° K ero carico di adrenalina coinvolto dal tifo sfrenato durato centinaia di metri di Cheerleaders esuberanti (!).
Il passaggio alla Mezza Maratona, infatti, la dice tutta, 1h09'12".

Fino a quel momento, immerso nel verde della natura, attraversando i vari distretti popolati di gente e costeggiando panorami molto rilassanti quali laghi e zone silenziose di foresta, riuscivo a mascherare i primi segni di affaticamento muscolare.
La cordialità delle famiglie ferme ad osservare il passaggio di tutti gli atleti, i bimbi che ti offrivano ristori ti ogni tipo "Fai da Te" e le urla di incitamento assordanti di tanta gente mi sorprendevano sempre più, affiancati a scenari normalmente associabili a quieti e tranquilli posti di campagna fuori città.

Il meccanismo, purtroppo, inizia ad incepparsi verso il 27°K, all'ennesima salita un pò più dura del normale, e raggiunto da uno sgarbato Master che poco più avanti si fermerà (mai visto uno strano comportamento!).
Se avessi saputo che la seconda parte è più difficile della pur insidiosa prima, ci avrei riflettuto maggiormente su una condotta di gara meno spregiudicata...
Le difficoltà crescevano ed in salita iniziavo a bloccarmi, raggiunto dai primi atleti americani, giovani o della mia età.

Non riuscivo a mettermi in scia e quando preferisci continuare del tuo passo vuol dire che non hai più nulla di offrire...
La situazione è peggiorata sensibilmente dopo il K 30 (fino a quel momento dall'ottima proiezione) ed i 12 K finali sono stati una devastazione muscolare per le mie gambe, colte impreparate da tali asperità...

In effetti mai ero riuscito a correre in salita in allenamento e nelle ultime settimane la salita continua si era mostrata un grosso punto debole, il momento peggiore per affrontare questa corsa!

Inutile descrivere il resto della corsa: ho dovuto stringere i denti per coordinare alla meno peggio i movimenti, i piedi non poggiavano più bene e le urla di incitamento restavano nell'aria e confuse nella mia mente.
Crisi muscolare, non organica... la HeartBreak Hill la attendevo da mesi ed è stata una delusione personale per non averla affrontata al meglio: in fondo si trattava di una collinetta un poco più lunga delle altre, ma niente più...
Scritte per terra con gessetti colorati, tante ragazze festanti ed incitanti... ricordi vivi nella mia mente!

La lunga discesa successiva mi ha visto arretrare sensibilmente, raggiunto dai Boys americani... l'atletica americana ha comunque un serbatoio di atleti promettenti alle spalle dei più affermati professionisti!
In molti, infatti concluderanno poco sopra le 2h20'.

Là davanti, intanto Hermann Achmuller entrerà anche lui in crisi nera, tant'è che lo raggiungerò nel finale e mi distanzierà di poco più che un minuto e mezzo.
Per lui, dopo cinquanta corse, la Maratona più dura di sempre.
Ma nonostante tutto, per il coraggio mostrato, complimenti vivissimi, Hermann!

Entrato a Boston provo ad insistere e non arrendermi, all'ultimo K devo per forza cambiare e nel rettilineo finale mi ricordo che non posso perdere una volata, seppur di retrovia e chiudo la mia gara... in silenzio... al 45° posto uomini, addirittura 51° overall...

Il tempo finale: 2h 26' 10"
Parziali:
16'13"+16'17"+16'15"+16'49"+17'05"+18'08"+18'40"+18'33"+(8'11")
=
1h09'12" + 1h16'58"


La prima persona che individuo, abbraccio e mi scuso successivamente è l'artefice di questa trasferta tutta italiana, Giuseppe Vicari, autentico trascinatore, organizzatore della trasferta, al quale sono infinitamente riconoscente.
A lui è dedicato questo mezzo insuccesso ed una speranza di onorare al meglio la corsa italiana cui tiene tanto, la Mezza Maratona di Terrasini del prossimo 8 maggio.

Il resto sono gioie e... dolori!
Nonostante qualche intoppo, il week-end bostoniano mi regala forti emozioni, un'America differente dalla caotica ed iperattiva New York, tanta gente calma e cordiale.
La corsetta della domenica su un lungomare a Boston, tra forte vento contrario, sabbia negli occhi, un mare mosso sullo sfondo e qualche runner che non poteva fare a meno di salutarti, ha colori intensi quanto brillanti.
Lo stretching, gli allunghi adicenti a piccole casette in legno con sopra tanti cavi elettrici e passanti di vario tipo pieni (immagino) di cariche elettrostatiche fanno capire le differenze concettuali di una città tendente all'antichità stile British ma affiancata alle moderne costruzioni del Nuovo Continente.

La settimana susseguente sarà impostata al recupero fisico, a casa New York, la stessa, frenetica e superlativa (agli occhi del "Manager") di sempre.
Boston ha differente concezione, forse perchè quando vivi al Centro del Mondo tutto ti sembra più riduttivo...

(Ringrazio sempre i gentili utenti di Flikr.com; Ringrazio PhotoRun.com; Un pezzo di Sicilia presente anche a Boston nel locale "Dolce Vita", emigranti ovunque in America!)

martedì 12 aprile 2011

Vincere in Casa... Lamezia Terme e Via Per New York!

Lamezia Terme - 10 aprile.

Non era affatto scontato, specie dopo le fatiche della Maratona di Messina.
Fatica non tantissima, ma molte scorie da smaltire il prima possibile.

Fatto sta che il morale si è sollevato di molto, specie dopo aver concluso così bene una così importante distanza.
A conti fatti, mi rendo conto che comunque uno sforzo moderato su una Maratona intera sembra sia inferiore ad una 30 K tirata a ritmo gara, per esempio.

La settimana scorsa, comunque, non è stata proprio scorrevolissima.
E' vero che il lunedì ho corso già di buona lena e ampiamente sotto i 4'00"/Km ma ho dovuto impiegare almeno 3 giorni per non sentire la fatica prevalere del tutto.

E' stata una linea, quella di non considerare il recupero "totale" voluta proprio da me, ad ignorare l'importanza di uno sforzo come quello di Messina a vantaggio della continuità degli ultimi giorni di allenamento.
Non è stato facile, anche perchè le gambe al mattino sono state sempre pesanti ed i lavori ogni volta hanno lasciato grosse tracce nelle gambe.

In particolare, al martedì 05 è bastato inserire un 15 x 100m di salite (R. Disc.) durante il lungo per sentirmi fiaccato.
Era una reazione nella norma, ho accettato di buon grado la proposta del Coach e quelle salite, nonostante non sentissi grande spinta andavano di buona agilità.

Giovedì 07, invece, abbiamo inserito un lavoro particolarmente impegnativo: 10 x 815 (giro villetta adiacente lo Stadio) (R. 1'30"), l'ultimo lavoro di un certo calibro.
Al riscaldamento viaggiavo, ma sempre con sensazioni di scarsa spinta.

Fatto sta che sono riuscito a svegliare le doti di velocità e piazzare una bella serie tutta attorno i 2'30" - 2'33" con ultimo colpo in 2'25".
Considerando che era da gennaio che non facevo allenamenti così veloci (per davvero!) mi sono sorpreso per così tanta facilità di corsa.
Ho pur sempre tanti lavori lunghi nelle gambe, eppur qualcosa si muove (rapidamente) lo stesso...

Il venerdì e sabato susseguenti ero morto stecchito.
Mai stato capace di correre a buon ritmo mi sono adagiato nella tranquillità ed ho eseguito i miei due fondi lenti, nella speranza di riprendermi giusto in tempo per la Gara di Violetta.

La Gara di Violetta, da sempre la manifestazione podistica regionale più importante per la mia Società Sportiva, è una opportunità per promuovere l'atletica sin dalla primissima età.

Anche quest'anno c'è stato un boom di partecipazioni con le strade ed i parcheggi di Lamezia Terme presi d'assedio da una popolazione intera.
E che spettacolo vedere i "piccolini" scattare, ruzzolare, piangere, passeggiare e primeggiare davanti agli occhi incuriositi di famiglie e parenti!
L'atletica inizia da qui, magari da una vittoria a 6 anni per divertimento, ed il reclutamento che ogni anno si carica il nostro DS Lino Piricò insieme al Presidente Franco Cerra è lodevole quanto i risultati degli assoluti.

La gara assoluti passa in secondo piano, ma questo è il mio territorio :-)
Purtroppo assenti dalla corsa (ma presenti ad assistere alla manifestazione) per infortunio, i due Campioni Calabresi Maurizio Leone e Antonio Guzzi, mi sono trovato alla partenza un forte stimolo proprio per le sue doti di finisher quale è Michele Giofrè, altro Campione Calabrese in forza all'Atletica Castello Firenze.

La gara si svolge in un giro unico di 6,7 Km circa particolarmente impegnativo con una bella salita iniziale subito al via, vasti rettilinei in leggera pendenza favorevole e finale nel lungo vialone che affianca l'Ospedale della Città (teatro di tanti miei allenamenti - maratona negli anni passati) da affrontare in salita prima di chiudere nella lunga discesa finale.

Sinceramente non pensavo alla Maratona di Boston, la corsa era talmente breve che mi sarei dovuto preoccupare più di me stesso e delle mie reali capacità che del mio avversario principale.

E così, subito dopo il via, mi trovo avanti ad affrontare il quasi chilometro in leggera salita.
Giofrè stava dietro ad attendermi, ma lo aspetto e recupero fiato.
Inizia un bel duello sempre fianco a fianco, sul filo dei 3'05"/Km.
Il ritmo in questa prima fase è tirato, la strada lo concede ed a breve passiamo i 3K in 9'08" circa.
E' un bell'andare e si fatica.
Resto dubbioso nel lungo rettilineo opposto che ci stava riportando indietro, quanto avrei potuto resistere dietro a Michele, convinto di un suo attacco imminente.
Ed invece resto lì, passaggio 15'38" ai 5K, con lieve flessione per via del vento contrario ma sempre combattuto.

Quando arriva il momento decisivo.
Lamezia Terme la conosco ormai più che bene, pendenze comprese.
Sapevo già benissimo dove avrei potuto tentare l'attacco per non farmi "uccidere" in volata da un atleta più dotato di me in quel settore.
Superato il vialone in curva, si iniziava il lungo rettilineo in salita, sempre più pendente, quello dell'Ospedale...
Ce ne voleva di coraggio per tentare lì, conscio che sarebbero stati secondi "mortali" dopo l'attacco; approfitto di una leggera flessione del ritmo da parte di Giofrè ed esco allo scoperto.

Parte l'attacco, Michele non mi viene appresso e tento di correre più in frequenza possibile.
"Ma proprio così giù dovevo provarci? Non finirà più questa salita" mi ripetevo, con il cuore a tutta.
Ma Giofrè resta lontano.
Lo scooter dell'organizzazione condotto da Carlei e Bonaddio mi danno qualche suggerimento che mi serve da sprone.
Dopo un'eternità termina la salita e via per l'altrettanto lungo rettilineo finale di circa 500 in discesa.
Per come eravamo stanchi entrambi era lo stesso di correre in salita, se non peggio dato che avevo innestato il "volatone" lungo.

Attimi concitati, 30m erano e 30m restano, gli ultimi metri controllo la situazione (solo perchè NON ce la facevo più!) e taglio il traguardo... vincendo!

Grande comunque Michele Giofrè, secondo posto, sempre atleta di alto livello e degnissimo avversario.
Al terzo posto chiude Antonio Bruno (Libetas Lamezia)

Sono molto contento di questa prestazione sorprendente anche perchè non avrei scommesso un euro sulla mia vittoria, dato che queste sono le distanze di Michele per le quali si allena.
Ritrovo invece discreta agilità e ritmi forti nonostante tutti questi mesi così discontinui ed allenamenti altalenanti.
Gareggiare serve sempre e comunque, meglio di ogni allenamento!
E riuscire a vincere la Gara della Società è sempre una bella soddisfazione :-)

In realtà si tratta di doppietta Violettaclub visto che al femminile la vittoria è anche nostra, con Palma De Leo!

Ultima considerazione: ero curioso di sapere quanto avessi realizzato gli anni precedenti e sono andato a cercare tra i miei risultati in agenda (nel 2006 vinsi in 20'53" circa e nel 2008 arrivai secondo dietro a Francesco Duca in 20'50" circa).

Questa volta la lotta serrata ha prodotto un incredibile 20'21" che per come sembrava che stessi ha l'aria di essere un vero e proprio "coniglietto" uscito dal cilindro.
Il percorso è lo stesso, ovviamente, senza ombra di dubbio!

E fra otto giorni sapremo se da quel cilindro potrà uscire un Unicorno...

See you in America!

(Ringrazio la puntualità della Mileto Marathon per il servizio fotografico)

giovedì 7 aprile 2011

Messina Marathon - 2° posto assoluto e tanta fiducia in più!

Messina - 03 aprile.

Finalmente una giornata per aver ragione di sorridere!
Era inaspettato riuscire a correre così bene ed in totale decontrazione un allenamento così intensivo come si è rivelata la Messina Marathon.

Come ribadito, aiutata anche dalla splendente domenica che irraggiato l'intera Sicilia, la Manifestazione ha offerto ai suoi partecipanti uno spettacolo unico nel suo genere, attraversando una Città che offre tanti bei paesaggi accostati al mare.
E' bastato allontanarsi di poco dalla zona "di passaggio" per auto e traghetti e trovare un quieto scorcio di natura, piazze gremite di persone che incitavano il passaggio di noi atleti e qualche pescatore sorpreso da questo insolito "fiume" di persone.

Purtroppo non è possibile chiudere completamente al traffico le strade ed un pò di difficoltà le rotaie del tram la creano, così come le strettoie create apposta per il passaggio degli atleti (per me che corro con poche persone va benissimo ma per decine di concorrenti al passaggio penso proprio che sia scomodo).

Messina Marathon, una manifestazione che ha anche trovato la "sfortuna" di trovarsi concorrente di altri eventi altrettanto importanti come i vari Vivicittà sparsi in Regione ed il Memorial Raciti dell'amico Rachid Berradi.
Non tantissimi i partecipanti ma chi l'ha conclusa si è portato a casa decisamente bei ricordi.
Correre di fianco alla spiaggia assolata nella parte conclusiva della Maratona faceva venir voglia di rinfrescarsi un pò lì al termine imminente delle fatiche.
Manifestazione comunque aperta a tutti con i suoi traguardi alternativi di Mezza Maratona e 10K.

Se non fosse stato per due colpi di intuito: i Calf Sleeve americani e le Adizero F50!
I primi, ovvero i gambali a compressione, li ho ricevuti in prestito al sabato mattino dal mio carissimo amico Gaspare a cui devo molto questo importante risultato, sono stati determinanti in quanto hanno davvero ridotto al minimo (quasi nulla) lo stress ai polpacci che fino a poco prima del via comunque un indolenzimento lo avevano (gamba sx interessata maggiormente).

Le Adizero F50 Runner che finiscono una maratona... non lo avrei pensato mai lassù a Milano all'Adidas Running Tour!
Pensate come una scarpa flessibile leggera, per chi è dotato di una discreta tecnica di corsa e con un minimo di presidio antipronazione (a dire il vero anche ben nascosto dal design della suola), sono state circa 8 ore ai miei piedi il sabato prima di concludere: "sono talmente comode e ci sto talmente bene che me le metto in gara!".
I profeti del "Non mettere mai una scarpa nuova prima di correre una Maratona" hanno ragione da vendere, ma... che belle sensazioni in gara!
La Adizero F50, più leggera della Adizero Boston e meno della Adios sono risultate un ottimo compromesso, rivolto a lasciare libero il piede il più possibile.
Ovvero: meno irrigidimenti nel finale di gara, cosa da non sottovalutare!

Madrina della Manifestazione, la "fresca" medaglia d'argento ai Campionati Europei di Barcellona 2010 Anna Incerti, affermatasi recentemente nella Maratona di Osaka, Roma - Ostia Half e Stramilano Half.
Strameritato questo secondo posto per la Campionessa di Bagheria!

Pronti - Via e tutto nelle normali previsioni, come un copione già scritto.
Hamad Bibi (CUS Palermo) in testa da solo a tirare il suo 68' regolare nella mezza e via tutti gli altri a seguire.
Dopo una settimana passata così "allegramente" non mi sognavo proprio di andare oltre il mio ritmo prefissato.

La partenza avvenuta alle ore 08:30 è stata un'ottima trovata: per la prima ora si stava bene, il caldo era placato ma bevevo comunque regolarmente, cosa che mi ha salvato da crampi.
In pochi chilometri si comporrà un gruppetto "di compagnia" arricchito dall'iride del Giorgio Nazionale.
Per circa 18 K di gara i concorrenti della Half ci hanno aiutato e non poco: 1h14'30" circa il passaggio alla Mezza, comodo e abbastanza facile.
Il caldo che iniziava ad aumentare ed il difficile vento contrario (presente in maniera insistita per tutta la corsa in modo alterno) pensavano ad un fiaccare del nostro incedere, cosa che non è avvenuta.

Il percorso Maratona entra nella sua fase più spettacolare: lasciamo il Centro affollato della Città per entrare in piccoli sobborghi, attraversando piazzette gremite di gente e circoscrivere il Lago Grande, arrivando fino in località Torre Faro.
Io e Giorgio ci diamo il cambio.
La davanti non avviene alcun cedimento e continuiamo del nostro passo, regolare e ben incitato e instradato dalla moto della Polizia Municipale al seguito.

Resto ben concentrato, focalizzando l'impegno e la concentrazione dietro le lenti dei Supernova PRO; la temperatura si innalza, obbligatorio reidratarsi e bagnarsi costantemente.

La via del ritorno è spettacolare: superato senza grosse difficoltà il 35°K, sia io che Giorgio Calcaterra restiamo sorpresi dalla quiete distesa sabbiosa tanto vicina che verrebbe voglia di mollare tutto e scendere a rinfrescarsi un po ma... è finale di gara e non ci si può distrarre oltre!

Non c'è tensione, siamo stati davvero bravi a gestire il nostro "allenamento", accade semplicemente che allungo un pò avanti nei due chilometri finali e Giorgio con un cenno del capo mi lascia andare via... sportività da un Signore di questa disciplina.

Concludo inaspettatamente e come previsto e promesso all'organizzazione poco sotto le 2h30' e... soprattutto al secondo posto!

Pochi attimi dopo ecco giungere Calcaterra e via con un'intervista duale.
Le nostre maratone si concludono con tanti buoni propositi per il futuro.

Premiazioni di rito, tanti amici podisti ritrovati ed il morale più alto che mai!

**********************************************************************

Tecnicamente l'organizzazione ha scelto una linea alquanto contrastante.
Dopo le dichiarazioni in conferenza stampa del dualismo Lo Piccolo - Calcaterra che avrebbe (credo) entusiasmato il pubblico fino alla fine dato che per quasi la totalità di gara abbiamo corso insieme; visto le nostre reali e attuali condizioni fisiche che non erano improntate al massimo (entrambi reduci da infortuni), la sera prima della manifestazione ci presentano un avversario in più, che conosco bene per le sue strategie prima, durante e dopo una gara.

Era chiaro sin da subito che la manifestazione avrebbe subìto uno scossone a favore di questo atleta straniero che, per le sue attuali condizioni di forma avrebbe sin dal primo metro impostato un ritmo non applicabile, almeno da me che curavo altri interessi: innanzitutto la salute, dopo l'evento più importante e per giunta imminente di Boston...
E così è stato.
Infatti, al via della Gara, scappato Hamad Bibi in fuga solitaria, il favoritissimo della corsa si è messo comodamente in coda al gruppo migliore della Half-Marathon.
Giorgio ha provato a starci appresso ma dopo qualche K ha desistito anche lui (come era ovvio!) ed ha preferito stare al mio passo, che dal primo metro è stato sempre lo stesso.

La scelta organizzativa è quindi stata palese: chiamare questo atleta, peraltro in ottimo stato di salute e concentrato solamente per questa corsa significava consegnargli la vittoria in mano...
Allora perchè chiamare Giorgio Calcaterra Campione del Mondo della 100 Km ed il sottoscritto?

Resta come unica consolazione l'aver notato l'affetto ed il calore del pubblico rivolto maggiormente verso il secondo ed il terzo arrivati, ben più noti di un corridore che nemmeno si sa dove abita e che cambia casacche ogni anno...
Figuriamoci... lo scorso anno correva per una società dell'Emilia Romagna (Atl. Blizzard) e vinceva la Maratona dei Mille a Marsala, mentre la settimana prima correva contro tutto e tutti a Terrasini vincendola e classificandosi... per il G.S. Valle dei Templi di Agrigento!
Ah, e ovviamente correva la NYC Marathon 2010 con la canottiera della sua "nuova" e attuale società sportiva (ma non era fino a quel momento Atl. Blizzard?)...
E questo rende solo in minima parte l'idea...

Lasciamo perdere...

Ora come dico sempre... "Abbiamo Trasmesso" e seppur questo primo scorcio dell'anno sia stato a dir poco difficoltoso e la preparazione - maratona sia stata una "non preparazione", dopo aver respirato l'aria messinese le speranze di correre bene, in primis per il Manager Vicari, possono concretizzarsi.
Per si e per no... la coperta di lana (leggera, è primavera!) inizio a metterla in valigia; se poi faccio brutta figura e devo andare a dormire sulle panchine di Central Park?
;-)

(L'occhio fotografico di Salvo Torregrossa non si smentisce, per lui la copertina di questa bella giornata :-)

martedì 5 aprile 2011

Desperate Week!

Palermo - 28 marzo - 02 aprile

Da dove iniziare...
E' stata una settimana nella quale mi è accaduto di tutto, ma non rimpiango nessuna delle scelte perchè ogni azione è stata indirizzata verso la veloce riabilitazione (almeno speravo!)

Il post - Treviso Marathon Test è stato devastante: si è iniziato a discutere di un miglioramento fisico verso mercoledì e sembrava che avessi percorso non una ma due maratone quella domenica (ricordo che mi sono fermato alla mezza maratona per fare un test)!

Al lunedì i tendini interessati del polpaccio sinistro davano segni di miglioramento, rapidi.
Confortante, ma di correre non se ne parlava.
Subito ho cercato la via della Tecar terapia ma per motivi di lavoro e logistici non ho dato continuità ai cicli consigliati.
Ho pensato immediatamente ai benefici della corsa in acqua.

Palermo inizia ad avvicinarsi all'estate ma ancora spira un venticello freddo che renderà aprile un mese gradevole.
Da ora in avanti solo belle giornate.

Partendo dall'idea che non potevo assolutamente sforzare la gamba con l'impatto a terra mi sono portato a mezzo busto nelle acque tiepide di Mondello ed è stato un pomeriggio indimenticabile.
Acqua limpida, cristallina, poche persone in spiaggia, un sole tiepido e... purtroppo questo vento fastidioso!
Termino l'attività con una corsetta sul bagnasciuga e notavo che le cose erano comunque migliorate, di molto.

Il Barefoot Running è un'attività da prendere in considerazione, ogni tanto.
Negli USA è una moda (ho visto diverse persone lo scorso anno correre con le scarpette "Fivefingers" a Central Park): è innegabile dire quanto sia rischiosa ma il piede è strutturato per ammortizzare naturalmente i colpi che subisce muovendosi o, peggio ancora, correndo.

In realtà ciò che voglio sottolineare è che quando non si calzano scarpe (che comunque creano un dislivello non naturale con il resto del corpo) le sensazioni, gli appoggi e la reattività del piede cambia e di molto!
Tant'è che a piedi scalzi l'infiammazione al polpaccio era parecchio ridotta semplicemente per un diverso assetto al terreno di piede-caviglia-gamba mentre calzando le scarpe correre era davvero difficile.
Non è la prima volta che mi capita di notare una cosa del genere (da diciottenne soffrivo perennemente dolori all'arco plantare, poi dopo tre anni circa e tanto potenziamento... puff! Spariti!) e quando correvo a piedi nudi (su prati morbidi per qualche minuto) non avvertivo niente di così grave.

Tornato a casa da una splendida giornata, mi becco comunque un brutto raffreddore!
Era prevedibile, l'aria stracarica di umidità ed il vento insistente hanno immediatamente colpito le vie respiratorie.
Ma la disperazione fa fare questo ed altro.
In estate sarà un altro discorso e sarà allenamento obbligatorio per rilassare i muscoli in acqua.

Al mercoledì ho preferito correre sulla sabbia, molto leggermente e con molta cautela.
Per il mio problema si poteva fare, pochissimo fastidio e per un'ora ho corso avanti-indietro per la spiaggia di Mondello.
Inutile dire quanto la poca gente sdraiata sulla spiaggia vedesse "strano" tutto ciò...

Giorno dopo giorno le cose andavano meglio, meno bene per il raffreddore.
La partecipazione a Messina... incerta fino all'ultimo!
Ma non disperavo.
Massaggi continui nell'area infiammata, con cura, utilizzando olii rilassanti e tanta tanta pazienza.
Muscolatura protetta da calzettoni di lana alla sera per tenere riscaldata la zona e per i giorni restanti pochi chilometri fino all'evento decisivo per la Maratona di Boston: la Messina Marathon.

Tornare a correre sul "duro" senza avvertire grossi problemi già gridava al miracolo, ma il lavoro di recupero dietro c'è stato.

Al sabato mattino, su richiesta di Rachid Berradi, il noto Campione Palermitano degli anni recenti, ho partecipato alla partenza del Memorial Filippo Raciti dallo Stadio delle Palme "Vito Schifani".
Sono rimasto poco con il gruppo, appena ha lasciato Palermo mi son fermato, ma è stato bello esserci anche per questa edizione come per le precedenti tre.
Il colpo di intuito è stato l'avermi fatto prestare d'urgenza dal caro amico Gaspare dei calzari per polpaccio contenitivi a compressione.
Marchio americano, i migliori, e lui li possiede, grazie ad un vero amico!

Questa sarà la migliore trovata della settimana e farà salvo il risultato della Messina Marathon...

(Grazie Trinacria Palermo per le sempre belle foto)

venerdì 1 aprile 2011

Treviso Marathon - Il Non Facile Mestiere di Pacemaker

Treviso - 27 marzo 2011.

Se ripenso che più o meno lo scorso anno tutto girava bene, nessun problema... ti rendi conto che un anno è un periodo di tempo parecchio ampio nel quale può accadere davvero di tutto.
Pur mettendo sempre la stessa cura di sempre le cose non vanno, non gira come dovrebbe e anche questa volta è capitata una sorpresa inaspettata che ha inficiato il mio lavoro, a scapito del risultato degli atleti che mi ero preso in carico questa domenica.
Devo infatti pubblicamente scusarmi (dopo averlo fatto a fine gara) con Tommaso, Hannes e Gianluca.

Dovrei essere strafelice di aver risolto il problema di sciatalgia che fino a poco tempo fa ancora mi tormentava non poco: dopo una tale galoppata a Treviso non avvertire nulla mi fa pensare che ormai il problema è alle spalle: sta a me aver cura, all'arrivo del freddo invernale del prossimo anno, coprirmi adeguatamente per evitare nuove ricadute.

Avevo accettato con enorme entusiasmo questo compito, pur di essere presente alla "mia" Treviso Marathon, ormai evento cui non vorrei mai rinunciare ogni anno, e ringrazio davvero con tutto il cuore Piero M. per avermi voluto alla partenza chiamandomi fino all'ultimo minuto ("organizzativamente" parlando).

Il mio compito, infatti è stato quello di fare da Pacemaker o "Lepre" per circa 25-30 Km ai ragazzi sopra citati, atleti di grande spessore nazionale.
Bella responsabilità, considerando che un compito di questo tipo a così alto livello non lo avevo espletato mai.
Restavo comunque ottimista sulle mie reali capacità dato che più volte nella vita mi era capitato di tirare allenamenti ad atlete e scoprirmi un buon pacer, regolare e mai a strappi.
Ma restare in cosa al gruppo è un conto, avere il peso di tirare per tanta strada un drappello di atleti più che motivati un altro.

Week-end felicemente passato con l'amico Francesco Duca che anche per quest'anno ha rinunciato alla manifestazione per puntare ad importanti obiettivi più avanti.
E' sempre un piacere correre in Veneto, posti tranquilli, civiltà e pulizia. Treviso Marathon, come sempre, organizzazione eccellente e dettagliata.
Domenica mattina, tra l'altro, ci si è svegliati con un clima ideale: cielo lievemente coperto con un leggero innalzamento della temperatura solo verso il 30° K di gara, meglio di così non si poteva!

Come si vive davanti al gruppo me ne rendo conto subito al via.
Parto di buona lena e, complice il primo K dislivellato, non mi stacco troppo dal gruppo che farà la testa assoluta della corsa: 3'13" il passaggio, un pò troppo eccessivo.
Dietro di me si aggregano i tre pretendenti all'attacco dell'under 2h20': il più convinto delle proprie capacità Hannes Runnger il quale mi stava incollato qualunque fosse il mio pace.

Inizio immediatamente a calarmi nel ruolo: resto per i primi K con una certa tensione in corpo, cosa da non fare assolutamente quando ci si approccia alla Maratona in gara.
Purtroppo non riuscivo benissimo ad intercalarmi nel personaggio, dato che ho sempre corso a ridosso delle posizioni o al più dandomi il cambio con il compagno d'avventura.
Con il passare dei chilometri, presi uno per uno ai precisi passaggi segnati dall'organizzazione noto che non mi discostavo di tanto dal ritmo di 3'16"-3'20" iniziando ad essere sempre più preciso.
Bastava un leggero cambio di passo, magari aumentando di poco la frequenza, per tenere alta la media.
Tutto stava andando bene, ero ottimista sulla mia resa che era programmata fino al 30°K, quando iniziano ad insorgere problemi in fin dei conti inaspettati.

Il polpaccio della gamba sinistra inizia ad irrigidirsi, sempre di più, e questo comporta una notevole modifica dell'assetto di corsa; qualche K più avanti insorgeranno insolite fitte intercostali (forse dovute all'errato modo di procedere) che fiaccheranno il fiato.
Conseguenza tristissima il dover alzare immediatamente bandiera bianca al raggiungimento della mezza maratona corsa in 1h09'57" quando già molti di questi problemi iniziavano ad essere parecchio insistenti.

Lascio il terzetto, molto scalpitante fino a quel momento, in balìa della solitudine e sconsolato sono costretto a rallentare per percorrere i conclusivi 9 K e raggiungere il trentesimo.

La sequenza rende l'idea della bontà del mio servizio che è tracollato in pochissimi chilometri.
Ora, mi inizio a preoccupare...

3'13" + 3'14" + 3'16" + 3'20" + 3'16" + 3'18" + 3'17" + 3'15" + 3'19" + 3'15" + 3'18" + 3'15" + 3'19" + 3'20" + 3'18" + 3'21" + 3'23" + 3'20" + 3'24" + 3'24" + 3'48" (+0.92m)

All'arrivo sarò ancora più sconsolato quando i ragazzi che ho tirato chiuderanno la loro prova sulle 2h21' (Vaccina, invece, si ritirerà al 30°K): un aiuto almeno fino al 25°K avrebbe fatto di molto la differenza per loro!
La classifica della Treviso Marathon vedrà Gianluca Pasetto al 5° posto e Hannes Rungger al 6° posto.

La corsa è una scienza "quasi" esatta...
Si tratta di un concatenarsi di eventi più o meno sfortunati: l'integrità fisica c'è sempre, resta di capire il perchè (per esempio) sono riuscito a fare il lavoro in pista di 25 x 400m al martedì senza grandi ripercussioni sul polpaccio e non un medio tirato.
E' da inizio anno che lo stretching è curato, così come l'alimentazione lo è da sempre (ormai per normali abitudini di vita).

Capisco che alle volte capita di avere un piccolo problema, portarselo appresso, beccare l'allenamento sbagliato e aggravarlo di molto.
Ma se si pensasse a queste conseguenze ogni volta che c'è "qualcosina" che non va... avremmo abbassato la saracinesca da un pezzo!

Questa settimana è di recupero fisico, la testa ci arrivava facilmente al 30°K così come il fisico che comunque, per come mi sono comportato prima dei guai, sembra ben allenato.

Domenica 03 sarà Messina Marathon, un'altra gara alla quale sono parecchio legato.
Basti pensare alla mia partecipazione nella lunga 42 K del 2008 ed alla 21 K dello scorso anno: Organizzazione sempre impeccabile, percorso veloce e panoramico (si corre per molto tempo a fianco del mare), servizi di prim'ordine.
Messina Marathon resta anche quest'anno una delle migliori maratone del Sud e lo confermerà con i fatti.

A domenica, altre risposte.

(Foto Maratona di Treviso - Podisti.net)

NEW YORK CITY MARATHON 2010 (Foto Podisti.net)

NEW YORK CITY MARATHON 2010 (Foto Podisti.net)
PRONTI A PARTIRE...