41° New York City Marathon - 20° Posto Assoluto - 1° Europeo

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Un Sogno Ad Occhi Aperti...

mercoledì 5 febbraio 2020

Mizuno Wave Sky 3 - Si Volta Pagina con XPOP

A primo impatto non puoi che pensare: "...però è molto bella!"
In un periodo molto fiorente di novità nel mondo del Running, iniziato circa dieci anni fa quando era stata lanciato un nuovo concetto di intersuola reattiva dal mio ex sponsor tecnico, tutte le Aziende pian piano hanno cercato di trarre beneficio da questa rivoluzione che effettivamente riporta un reale ritorno energetico.

Scaduta la licenza di uso (all'epoca) esclusivo per il Brand tedesco, quasi tutti i principali Brands legati al Running hanno pian piano rivoluzionato i loro modelli storici introducendo unicamente le loro intersuole reattive e resistenti ai chilometri sicuramente di più dell'EVA degli anni 1990 - 2000.

Mizuno ha atteso l'anno 2019 per cambiare e non stravolgere il suo concetto di identità della scarpa legato principalmente al Wave, l'inimitabile inserto termoplastico elastico e reattivo che rende le scarpe uniche in fluidità nella corsa.

La Wave Sky 3, con l'introduzione della mescola ultra reattiva denominata XPOP a sandwich tra le intersuole U4ic e U4icX, ha inoltre modificato il design del Wave come di seguito sarà analizzato.

Il risultato è sorpredente e se il principale obiettivo era quello di alleggerire e rendere più reattiva la scarpa super ammortizzante della gamma Mizuno, senza stravolgere la sua fascia di utenza.

Già, perchè il concetto Wave Sky  è pensato per i corridori da lunghe distanze durante gli allenamenti giornalieri o di supporto ai neofiti della corsa con qualche difetto di appoggio che magari corrono eccessivamente di tallone o avampiede o runners in sovrappeso che cercano protezione e stabilità ad ogni passo, anche quello più incerto.

TOMAIA

Rinnovata in tutto e per tutto rispetto alla precedente versione, finalmente questa Mizuno Wave Sky 3 si presenta alla concorrenza con una tomaia leggera, iper traspirante, tutta in un unico pezzo e senza cuciture superflue.
Allineata alla moderna tendenza del mercato, con gli inserti sulla punta ormai "nascosti" all'interno della tomaia in materiale termoplastico, risulta come ormai è prassi indistruttibile anche se messa sotto pressione da centinaia di chilometri.
La tomaia l'ho molto apprezzata: morbida, high tech e tanto traspirante, ma non finisce qui.

Parte retrostante più "leggera" rispetto a Wave Sky 2
Il concetto di "Aerohug" presente nella Wave Sky 2 permetteva un avvolgimento della scarpa al collo piede, come un morbido abbraccio (da me interpretato).
Morbido in verità lo era e pure tanto e, pur senza opprimere eccessivamente il piede, la prima versione dell'Aerohug a mio parere è risultata fin troppo avvolgente.
Aerohug ritorna in questa nuova versione ben alleggerito, rivisto e finalmente ci siamo: la scarpa di impatto appare immediatamente leggera e più morbida.
L'elemento migliore appare infatti la linguetta davvero ben strutturata, leggera e molto soffice.

Finalmente tutto è stato ben dimensionato per una utenza, ricordiamolo, pensata anche per chi è in sovrappeso e vuole iniziare a correre con la massima protezione.

Io che sono un runner leggero, la trovo veramente comodissima in un campo, quello delle tomaie, dove Mizuno non mi ha mai deluso ed anzi ha tirato fuori novità sempre migliorate.

INTERSUOLA E NUOVO SISTEMA FOAM WAVE

Il concetto tradionale del Wave, tanto collaudato e continuamente migliorato, con la nuova Wave Sky 3 subìsce uno stavolgimento sostituendo la storica piattaforma rigida ed elastica in Pebax, con un polimero denominato "Mizuno Foam Wave", che cambia radicalmente l'impostazione di sovrapposizione di più polimeri plastici, evidente sia lateralmente che sotto la scarpa, lungo la suola.

Il sandwich di più polimeri plastici stavolta, a partire dal contatto con il piede verso la suola, è il seguente: U4ic, Foam Wave, XPOP, U4icX.

XPOP presente a tutta lunghezza e qui
visibile nella parte inferiore dal colore giallo
La rivoluzione vera e propria, che nel complesso migliora nettamente la risposta della scarpa (collocata in un ambito di peso superiore alla media) è determinata dal polimero XPOP, molto reattivo e di lunga durata, inframmezzato tra il tallone e l'arco plantare del piede.

Al confronto con il modello precedente di Wave Sky che aveva la tipica impostazione del Wave in Pebax a tutta lunghezza fino alla punta del piede e che rendeva la scarpa più alta, la nuova Sky 3 da maggiore sensazione di leggerezza, ammortizza più velocemente gli impatti al terreno e sparisce quella sensazione di annullamento degli urti con conseguente e immediato ritorno elastico, in alcuni casi un pò secco.

Con il nuovo sistema Foam Wave e XPOP, ho avvertito una minore ammortizzazione, ma la corsa è diventata più agile e fluida, più simile a modelli leggeri come Wave Rider o Wave Ultima (questa tra le mie scarpe giornaliere preferite).
E' evidente che i tecnici giapponesi hanno dovuto trovare un compromesso rinunciando ai vantaggi di una intersuola più alta e protettiva, ma di certo la protezione resta nel complesso elevatissima e la stabilità altrettanto, permettendo ad atleti veloci come me di commettere qualche errore di appoggio senza la ben che minima conseguenza.

Puoi poggiare male, magari di tallone per qualche passo in modo eccessivo, la nuova Sky non ti farà pagare lo sbaglio, anzi è ben stabile e reattiva da riportare l'andatura alla tua consueta.

Di conseguenza, la Mizuno Wave Sky 3 diventa una scarpa completamente nuova rispetto a ciò che era stato calzato prima.

Aggiungo, infine, che con l'inserimento a catalogo del recente modello denominato "Wave Skyrise", Mizuno dimostra di puntare fortemente a questo nuovo concetto presentando una scarpa di molto simile all'ammiraglia Wave Sky 3, importando tutte le principali novità su un modello comunque più alleggerito e pensato per una platea di runners più leggeri.
Anche la storica "Wave Horizon 4" (Stabile per iperpronatori) cambia pelle allineandosi al concetto di Foam Wave.

Ovviamente le intersuole ormai tradizionali, U4ic a primo impatto, e U4icX come ultimo strato collocato prima della suola che restituisce reattività ed ulteriore elasticità, dimostrano di lavorare tutti insieme all'unisono in maniera efficace.
E' evidente che il lavoro del team di biomeccanici giapponese ha lavorato parecchio tempo alla soluzione alternativa del Wave in materiale termoplastico in Pebax, ottenendo un risultato conforme alla filosofia "Smooth Running" ovverosia, Corsa Fluida.


SUOLA E PARTE INFERIORE ALLA SCARPA

Nuovo design della suola in gomma X10, molto durevole
Ovviamente il tanto lavoro profuso per modificare la struttura storica delle scarpe da Running Mizuno culmina con un design della parte inferiore che abbandona l'incavo del "Wave - Concept" unico nel panorama delle scarpe da corsa.
Apprezzando i molteplici vantaggi, il primo tra tutti di non accumulare lo sporco del fango appiccicoso o di non trovarsi incastrato in mezzo alla parte mediale della scarpa qualche sassolino, laddove si voglia andare a correre al parco cittadino vicino casa, la suola si presenta con un design del tutto rinnovato che si allinea alle scarpe di maggiore protezione della concorrenza.

Il tutto viene offerto in modo semplice ed efficace, mostrando esattamente dove si trova, ovvero esteso per tutta la lunghezza della calzatura, il polimero XPOP.
Di fatto, viene mostrata la "finestrella" aperta in zona mediale e lungo l'incavo longitudinale studiato per aumetare la flessibilità della scarpa, ma l'elemento dal colore giallo acceso è collocato medialmente per l'intera intersuola.

Di conseguenza, Mizuno si discosta dalla scelta proposta da diversi Brands di proporre l'intersuola di nuova concezione iper reattiva (rispetto al tradizionale EVA) come unica scelta, preferendo il mix già ampiamente spiegato di polimeri plastici, coniugando innovazione e tradizione insieme.

La suola, come sempre, garantisce una lunghissima durata con l'ultima versione dell'X10 della ormai nota gomma al carbonio che durerà più della calzatura stessa.
In questo modello era prevedibile trovare uno strato di X10 più spesso della media, pensato per i runners più pesanti.

CONCLUSIONI FINALI E TEST SU STRADA

La complessità dell'intersuola con il nuovo Foam Wave
In questi mesi dal ricevimento della scarpa, ho potuto utilizzarla in molteplici prove ed ovviamente non mi sono limitato alle sole uscite di fondo lento con ampio chilometraggio.
Mi sono spinto oltre collaudandola durante le sedute più intense come le ripetute in salita o i fartlek (per esempio 2 minuti forte ed 1 minuto di recupero con corsa lenta ripetuti più volte, spesso in salita), trovandola sorprendentemente più reattiva e "collaborativa" del previsto.

Durante un allenamento di ripetute di salite brevi (10 x 250m ripidi - recupero in discesa per ripartire) ha saputo restituire una buona spinta elastica permettendomi, in una evidente giornata "positiva" per me, di correre su ottimi standard al cronometro.

Del resto, allenamenti di questo tipo, così stressanti e veloci non potrebbero essere svolti o risulterebbero parecchio frustranti se utilizzi una scarpa troppo morbida o "molleggiante".
Ciò che lamentavo in passato correndo con una scarpa dall'intersuola iper reattiva di ultima generazione in unico pezzo, era di avvertire un forte senso di instabilità che si ripercuoteva nelle articolazioni (ginocchia, caviglia e persino bandelletta ileo - tibiale oltre che nervo sciatico).
La scelta di applicare un mix di intersuole diverse ha sicuramente azzerato questo problema di iper reattività legato all'intersuola nata dal colosso tedesco della chimica prima del 2010.

In realtà, anche se la prendi per mano, la soppesi e la osservi bene, l'evidenza è innegabile: è una scarpa dalla pianta ampia, che restituisce un senso di sicurezza per chi la calzerà, ma non ti immagini che sia comunque agile.

Può, quindi, un "lottatore di Sumo" essere rapido ed agile?
Beh, la risposta è si, perchè nella realtà il mix creato per l'intersuola restituisce ad ogni passo brillantezza e reattività, che compensano il peso comunque maggiore della media delle scarpe da Running della categoria "Massima Ammortizzazione" e non ci sono dubbi sul fatto che così com'è strutturata può durare tranquillamente oltre i 1.000 Km e ben oltre la media di durata della gran parte delle attuali scarpe da Running presenti sul mercato.

Quindi, ogni volta che ho voluto cambiare passo, ha sempre reagito con prontezza, laddove la Wave Sky 2 non riusciva.
Ideale per coprire lunghissime distanze, oltre i 30 Km e non trovarsi le gambe imballate o doloranti nel caso in cui si calzino scarpe troppo leggere per il proprio peso o il proprio passo (vedi una Wave Rider 23 o peggio ancora una Intermedia come Wave Shadow).

Non a caso negli ultimi mesi ho trovato la Wave Sky 3 la compagna ideale delle uscite mattutine quando il corpo è ancora addormentato e potrebbe rispondere male con un infortunio inaspettato.
Correndo molto di più su asfalto, ho potuto sfruttare le immense doti di protezione e qualche volta metterla ai piedi per prove più veloci come può essere un medio da quaranta minuti (con venti minuti di riscaldamento) oppure il sopra citato fartlek, oppure il fondo lento con progressione finale.

Sicuramente la rivoluzione della prima versione del nuovo Foam Wave è avviata, il pregio è aver trovato già subito un ottimo compromesso in termini di reattività e assorbimento degli impatti, e poco importa se si è ridotto leggermente il potere di ammortizzazione e dispersione a terra degli impatti.
Resta evidente che il Wave tradizionale non è stato affatto abbandonato ma tutt'ora è applicato in diversi storici modelli (Wave Rider in testa).

Mizuno Wave Sky 3 - Un importante cambiamento nei materiali pur mantenendo inalterata la tradizione tecnologica!

(Ringrazio Mizuno Italia ed il negozio Tecnica Sport Palermo per l'opportunità di recensire questa scarpa).

mercoledì 8 gennaio 2020

Anno Nuovo, Nuovi Obiettivi

In fondo devo dire "GRAZIE" a chi mi supporta
da quando ho iniziato la "nuova vita"...
Palermo, dicembre e gennaio 2020.

L'obiettivo fondamentalmente è: "sopravvivere", alla quotidianità, alle difficoltà di insieme familiari, del lavoro e di tutto...
Correre è diventata la prima attività della giornata, scendo ogni mattina presto, anche durante le festività (tranne qualche umana eccezione), ed ovviamente vengono a mancare nell'ordine:

1 - Lucidità mentale per affrontare con impegno alcuni allenamenti specifici che non possono essere affrontati con la dovuta calma
2 - La fretta di concludere tutto nel tempo prestabilito spesso mi porta ad affrontare gli specifici in posti non idonei
3 - Il raggiungimento di luoghi a me cari, fonte di grande stimolo e ben allenanti, è venuto a mancare e sento tanto la nostalgia dei bei tempi (per ora) andati in gruppo con gli amici di sempre
4 - Il freddo del mattino non aiuta a carburare velocemente ed i risultati non sono mai soddisfacenti.
Per fortuna il pericolo di infortunio è venuto meno grazie all'esperienza, ormai non parto più "a bomba" nei primi minuti, e preferisco prendere tutto il tempo che serve...
5 - Così facendo, mi trovo ad incontrare poca gente e tutta la forza della mia mente è l'unica ancora di salvezza per poter andare avanti; insieme ad essa, i continui stimoli sportivi e la forza di un gruppo sportivo (Monti Rossi Nicolosi) che ha obiettivi comuni.

Onestamente, correre al mattino non ha solo lati negativi, perchè non si incontra il pesante traffico cittadino, si respira un'aria sempre fresca che ti fa sentire bene ed apprezzi di più lo sforzo.
Che sia mattino presto o tardo pomeriggio durante l'inverno non cambia molto, si incorre nel buio pesto e onestamente è più incoraggiante affrontarlo al mattino che al pomeriggio, ti da un senso di minor oppressione.
Ultimo lato positivo, infine, è apprezzare molto da molto di più le uscite pomeridiane che ogni tanto riesco a fare, dove un solo raggio di sole che colpisce gli occhiali da sole mi da attimi di felicità!

Come già dimostrato in precedenza, se apparentemente tutto va male, il cronometro non mente mai e te ne torni in doccia con mille dubbi in testa, i riscontri in gara cambiano tutto.
Molte volte un cattivo allenamento è frutto dei malumori quotidiani che capitano non di rado, ma per fortuna (e da qui il motivo del perchè continuo a farlo), comunque vada, correre mi rende più sereno ed equilibrato e pronto ad affrontare anche un'ora di pianti (o capricci) ininterrotti.

La gara di giorno 05 gennaio a Palermo, denominata "Giocattolo in Corsa", ha portato in Città un evento già applicato altrove, a Roma per la precisione.La tassa di iscrizione per questa 10 Km circa in pieno Centro Città, su di un semplicissimo percorso di 2 Km da ripetere 5 volte, era di donare un giocattolo per i bambini meno fortunati dei nostri, forse troppo viziati al giorno d'oggi.
La partecipazione poteva essere maggiore ma le feste hanno
influito negativamente
Mi ero iscritto anche per la passeggiata non competitiva da "correre" con il bimbo che sarebbe partita subito dopo l'evento agonistico, ma il clima funestato da vento freddo e scrosci mattutini di pioggia ci aveva fatto desistere... peccato!

In un clima umano molto rilassato e festoso, con un modesto numero di partecipanti, siamo riusciti a correre senza ulteriori scrosci piovosi, avvenuti nell'ora precedente al via.
Strade lisce e scivolose, un pochino pericolose per via dei ben 10 giri di boa da affrontare in totale.

Con una certa sorpresa, vedo in blocco tutto il gruppo dei ragazzini competitivi allenati dal decano Prof. Liga (che per le sopra citate esigenze non mi ha potuto seguire più), schierati alla partenza.

Non conoscevo più i valori di ognuno di loro, per quanto mi riguarda, potevano essere cresciuti in modo esponenziale o essere reduci da infortunio e, come nel caso di un ragazzo appena ventenne di colore, S. Diakite, potevo solo intuirne le capacità.
Quel ragazzo ha un vero potenziale, ma come per tutte le attività, vanno allenate giorno dopo giorno.

Al via, mi ritrovo già il favorito con il pettorale numero 1 il che mi lusinga, ma dopo pochi metri mi trovo buttato dentro un'altra dimensione, quella della competizione con la gente e gli stimoli tornano quelli di un tempo, elettrizzanti!

Purtroppo non avendo grande lucidità, pur continuando a fare i giusti allenamenti veloci, mi trovo subito avanti a correre sui 3'20"-25"/Km ma senza fare tanto "rumore".
Tra l'altro non voglio scoppiare e preferisco correre il mio medio in maniera costante.

Ragazzo, la prossima volta corri contro il tempo, non contro l'avversario!
Ma è questo il punto: più di andare a 3'30"/km non riesco e dopo il primo giro mi ritrovo distante 5 metri il giovane ragazzo di origini somale che vive e studia qui a Palermo.
Probabilmente gli sono stati impartiti ordini di non tirare assolutamente e stare a distanza per farmi stancare ed attaccare nel finale.

Passano i chilometri, passano i giri e sto ragazzo me lo trovo sempre dietro, distante in modo "subdolo" quanto anomalo 2 o 3 metri.
Non è a fianco a me e nemmeno staccato dietro, ma sento che non respira affannosamente, il che mi basta per capire come andranno a finire le cose.
Potrei essere altrettanto subdolo e rallentare, ma non sono così stupido da capire che non avrebbe influito sul risultato finale: avrei perso lo stesso.

E così, dopo aver corso 4 giri - fotocopia, come previsto buon Soumalia parte esattamente sotto il gonfiabile dell'arrivo, con la freschezza dei suoi vent'anni e mi lascia sul posto.
Reagisco, questo è certo, ma nulla posso e comunque ciò mi permette di terminare l'ultimo giro con lo stesso tempo degli ultimi tre!

A vent'anni, riavvolgendo il nastro della mia vita, avrei attaccato venti volte in quegli otto chilometri, fino allo stremo delle forze, mentre invece nonostante la giovane età, questo ragazzo è stato molto saggio, ha saputo usare la testa ed ha ascoltato ciò che gli era stato suggerito (e ne sono convinto).
E' una gran dote, così come l'aver corso l'ultimo 2.000m sotto i 6'20", ma non ha molto da esultare in quanto ha comunque corso una 10 Km poco sotto i 35 minuti.
E' giovane ed ha ancora molto da lavorare se vuole scendere sotto i 32 minuti molto presto, ma ne ha pienamente le doti: è veramente ben muscolato!
Grazie a Matteo della Trinacria Palermo per
la Foto!
Per me, invece, aver chiuso i 10,2 Km circa in 35'20" è comunque un buon crono considerate le fatiche giornaliere.

Sono comunque contento, nonostante i (più di me) giovani di belle speranze continuano a perdersi per strada, trovare un ragazzo che sappia affrontare le gare come si deve mi rende felice.
Non è possibile che continuino a dominare in Sicilia gente come me (così male allenata per il momento) o come la Barbara Bennici che si allenavano ai tempi di Rachid Berradi che correva a Sydney 2000 nei folti gruppi di Aldo Siragusa, Gaspare Polizzi o Totò Liga.
Tutto sembra apparentemente congelato, ma i giovani continuano a latitare.

Forse si sottovaluta l'impatto che una passeggiata non competitiva può dare ad un bambino.
Del resto rimasi folgorato dalla Corsa sin dal primo giorno che un mio caro parente mi invitò per fargli compagnia...
Continuo ad essere ottimista: potrei correre un mille in 2'50" tutt'oggi se mi allenassi per un mese intero come sapevo fare prima, così come potrei tornare a correre in poco tempo intorno i 33 minuti, che sarebbe più lusinghiero...
E' una scommessa che potrei cogliere, ma questi tempi non torneranno più e mi tengo la mia attuale dimensione: testa bassa, allenamenti e vivere bene con me stesso.

Il prossimo obiettivo, quindi, sono i consueti cross invernali regionali che si terranno nella prima fase a Belpasso (CT): sarà una bella boccata di aria fresca (pur non essendo storicamente tagliato per le gare infangate)  per la mia mente riuscire ad essere ai nastri di partenza...

(Gli eventi ACSI sono sempre ben organizzati, per cui ringrazio Ferruccio, la ASD Pegaso per il pettorale numero 1, Fotomatti Trinacria, E. Riccobono e tutti i supporters quella domenica)

NEW YORK CITY MARATHON 2010 (Foto Podisti.net)

NEW YORK CITY MARATHON 2010 (Foto Podisti.net)
PRONTI A PARTIRE...