La premiazione finale, giornata stupenda! |
Non avevo mai corso un Giro a Tappe in vita mia e questo, seppur di soli tre giorni, è stato veramente faticoso affrontarlo.
Devo dire grazie di cuore ad un caro amico, a me sempre molto vicino, Michele Chiefari, valido atleta imperiese e ottimo maratoneta (qui classificatosi al quarto posto) che mi ha regalato un'esperienza indimenticabile che mi resterà dentro per molto tempo.
Grazie a lui ho potuto avere la fortuna di conoscere dei posti marini bellissimi e vivere da vicino panorami italici di rara bellezza, qui, in Liguria.
Un grazie anche all'organizzatore dell'evento, William Stua che ha impressionato positivamente per le doti organizzative semplici e concrete, garantendo sempre sufficiente chiarezza nella tracciatura dei percorsi senza mai renderli eccessivamente pericolosi per i podisti.
Un mix perfetto di resistenza, velocità e forza.
Dovevi avere tutte queste doti messe assieme per uscire "vincitore" da questo Giro a Tappe, a prescindere dalla posizione in classifica.
Non mi aspettavo di trovare in così pochi chilometri tante difficoltà altimetriche e, giorno dopo giorno, recuperare per intero era sempre più difficile.
Mi presentavo sicuramente in ripresa, ma non adeguatamente preparato, o meglio "in fase di preparazione"!
Le poche settimane di allenamento serio non potevano essere sufficienti per affrontare delle corse di alto livello, ma si sa, il duro impatto con l'agonismo non fa mai male!
Così annunciati al via si presentavano diversi validi atleti, tra i quali i locali Corrado Bado e Andrea Anselmi (oltre che il sopra citato Michele) ed il tunisino Ridha Chihaoui (recente il 30'39" nei 10.000m "allagati di Bovisio Masciago) ed il pluri-Campione del Mondo di Corsa in Montagna Jonathan Wyatt.
Cioè...siamo insieme a Jonathan Wyatt :-D |
Clima rilassato, poche facce tese.
Mi sento a mio agio, il viaggio e l'accoglienza sono andati al top e mi sentivo quantomai incoraggiato a "dare di più", solo che era davvero da molto tempo che non gareggiavo da attaccante.
La Terrasini Half, infatti, mi aveva visto correre solamente sulla difensiva, con soli pochi giorni di attività nelle gambe.
Qui le cose erano diverse, ma i lavori si contavano sulle dita di una mano!
La partenza, in una cittadina un pò più in alto sul livello del mare, immediatamente mette tutte incertezze alle spalle e solo dopo un chilometro, le cose si mettono in chiaro: sarà dura fino all'ultimo metro e qui di certo non ero venuto per mollare!
Ridha ha un altro passo, si nota all'occhio la sua corsa facile e potente ed in pochi metri chiarisce che sarà il dominatore della manifestazione.
Non mi do per vinto e resto il solo ad inseguirlo.
Dopo un paio di chilometri il lungo tratto in salita panoramico termina e ci si immette in un continuo quanto duro saliscendi.
Passa ben poco per accorgermi che da dietro il duo Anselmi - Chiefari mi braccava da vicino...
Finchè c'erano tratti in salita riuscivo a tenere a bada il duo, ma la sofferenza era già fin tanta!
Infatti non sapevo gestirla, tantomeno a livello mentale: i pochi lavori corsi in pista i giorni precedenti mi avevano ravvisato tale intolleranza alla resistenza prolungata nei lavori!
Terminato il tratto misto, ne esco sconvolto: Ridha mi dimostra, scomparendo tra i corti tornanti che non c'era possibilità di recupero, mentre Anselmi con un'ottima capacità da discesista, mette la freccia e se ne va!
Ero un poco frastornato: nonostante il massimo impegno stavo perdendo terreno, ma non mi scompongo e aziono tutto il mio carattere gettandomi al suo pari nel ripido inseguimento.
La tappa è breve e la discesa crea in me un certo "frastuono": in pochi attimi reagisco all'impeto dell'avversario dalle lunghe leve e la strada adesso scorre molto velocemente.
Con un'inattesa reazione chiudo sul diretto avversario nel punto in cui terminava la ripida discesa e si proponeva in piano: ero davvero stanco e poco più avanti a noi un muro da affrontare con il (poco) fiato rimasto: sapevo che ormai la tappa era agli sgoccioli.
Era solo la prima tappa, alla sua conclusione, stravolto! |
Mancava solamente 1 chilometro e mezzo e nel riscaldamento sembrava più corto di quella lunga e affannata rincorsa al traguardo.
Aziono tutta la forza rimasta, ansimo senza soste, provo a rilanciare e mi getto con forza nella ripida discesa finale con tornante stretto: l'arrivo è a pochi metri, 29'55" il mio tempo.
Stremato, come se avessi subito il colpo, trovo ristoro e liberazione in una scalinata e lì vi rimango per minuti: il battesimo della corsa è superato, pochi secondi avanti al terzo posto, troppo duro come inizio!
2° TAPPA - DA PANTASINA A LUCINASCO - 12,5 KM
Le nubi del mattino non promettevano nulla di buono.
La tensione pre-gara era stata sostituita da una consapevole voglia di chiudere la tappa più difficile del Giro per mettersi in pace con se stessi.
Qualunque cosa fosse accaduta, sarei rimasto contento e ad ogni modo ero abbastanza ottimista delle mie doti di scalatore (quando azzecco le giornate!).
Dopo un lungo trasferimento in Pullman, attraversate le stradine strette liguri immerse nel verde degli alberi di ulivo, si raggiunge Pantasina, località a circa 480m s.l.m. e ritrovo di partenza.
Il freddo iniziava a metterci tutti in cauto allarme ma non abbandonavo la divisa estiva in sola canotta per via della lunga crono-scalata da dover affrontare, inserita come "prova speciale" e classificata a parte successivamente.
Lì avrei decisamente preso fuoco, nonostante le nubi minacciose all'orizzonte.
Così, in un clima più che autunnale e con le prime gocce di pioggia a bagnare i nostri capi, partiamo per la prima parte, semplicemente di "trasferimento".
Le gambe erano sicuramente indolenzite come per tutti, ma la "guerra" accesa il giorno prima aveva risvegliato i miei spiriti agonistici.
Mi lascio fin troppo andare e nel 1°K si corre troppo forte, 2'47" in netta discesa.
Calmati tutti, si continua a spingere e la strada corre via veloce per oltre 5K quando sapevo che ci aspettava la terribile ascesa.
Informatomi con gli atleti, avevo capito che più o meno si trattava di un lungo tratto senza soste come la Scala Vecchia di Monte Pellegrino a Palermo: mentalmente ero pronto allo sforzo!
Finale della Seconda durissima tappa dopo la lunga discesa: pochi secondi dagli inseguitori |
Le rampe, tutte in asfalto, sono dure, sempre più dure e sempre più lunghe: proprio questo crea nelle mie gambe un sovraccarico di fatica che fiacca la mia forza fisica e circa a metà scalata inizio a soffrire notevolmente.
Corrado Bado corre in maniera egregia e mi passa, ma impressiona la facilità di corsa, vista in diretta del Campionissimo dei muri verticali quale è Jonathan Wyatt che sale con tecnica e facilità, recupera un abisso di distacco e scollina in assoluto per primo!
Io da dietro arranco, ogni attimo che la strada spiana un pò mi permette di dare fiato alle fibre muscolari provate dallo sforzo prolungato, l'altrettanto dura salita di casa mia ammetto che al pari è più leggera...
Manca un'ultima rampa e si vede il santuario conclusivo con tanto di cronometristi: è dura ma è un sollievo...
Una volta scollinato, cerco di sciogliere i muscoli e mi preparo alle ripide discese da affrontare con la massima attenzione dato il fondo scivoloso: freddo e pioggia creavano un clima invernale tutto attorno.
I 2,5K finali scorrono via come il vento, riesco a cavarmela in discesa mentre Bado e Wyatt preferiscono non rischiare e li passo.
Difendo (ancora una volta) la seconda posizione per pochi secondi: è sempre Anselmi che non vuole affatto arrendersi alle sorti del giro: 44'53" di autentica sofferenza e gambe sempre più dolenti!
Michele Chiefari, attaccato ad Anselmi, è esaltante, ha corso la miglior prova tra le tre e ti fa capire che c'è anche lui nella corsa al podio!
Pochi attimi dopo il nostro arrivo, inizia a piovere in modo copioso e non ci permette di godere dell'incantevole sede di arrivo presso Lucinasco con tanto di laghetto immerso nel verde... peccato!
E si parte! Terza e ultima fatica! Giornatona soleggiata! |
La giornata si apre ad un sole caldo e intenso.
Le nubi della giornata precedente danno spazio ad una splendida gara su strada classica, con a fianco il Porto di Imperia costeggiato di Yacht attraccati di enormi dimensioni.
Percorso tecnicamente filante ricavato sul lungomare della splendida Cittadina marittima, in parte ricavato dall'omonima mezza maratona che si svolge a fine marzo.
Le gambe stavolta erano davvero stremate: poco elastiche, indolenzite... a poco serviva cercare di aiutarle con qualche andatura o allungo: il più era fatto e dovevo cercare di salvare la posizione sempre minacciata con una prova che almeno sulla carta era a me favorevole.
La partenza, in coppia sempre con Ridha, ci vede andar via rispetto agli altri avversari con un vantaggio sempre crescente, solo che... la sofferenza in me cresceva di pari passo!
Il tunisino correva con assoluta facilità, mi stava dando una mano nel mantenere il ritmo ma le gambe erano dure e oltre i 3'15"/Km non sapevo andare...
Al termine del primo giro, dopo circa 5K, nella zona del Porto, in un saliscendi veloce quanto micidiale, Ridha se ne va con agilità e potenza e mi stacca: inizia la VERA gara che sarà sofferta fino all'ultimo metro finale...
Mi pianto immediatamente e capisco che la gara da quel momento in poi sarebbe stata in salita, ma non dal punto di vista altimetrico...
Se il passaggio a metà gara era stato di circa 16'00", correndo da solo ed in piena difficoltà mi concentro sul mio passo e sulla gestione dei chilometri rimanenti cercando di raggiungere dei "traguardi intermedi" mentali.
Il vantaggio sugli immediati inseguitori resta più o meno lo stesso e quando manca 1K alla fine inizio a godermi anche il meraviglioso lungomare che avevo alla mia sinistra.
Stringo i denti, accorcio il passo e cerco di gestire una fatica ormai colma delle sofferenze delle giornate precedenti: sembrava a tutti gli effetti come correre il finale di una maratona molto muscolare, o peggio!
Solo gli ultimi 100m metri, in vista del traguardo sono una liberazione e, tra gli applausi del pubblico presente, chiudo rilassato la mia prova finale in 33'26".
Era il giro di boa, con Ridha, le gambe già facevano male... |
Sono contento di un trend generale in costante ascesa e posso finalmente dire che il peggio è ormai alle spalle.
La mia prova in generale mi soddisfa appieno, devo essere contento di un ritorno alle gare con un podio, ma non di tutta la condizione atletica che è ancora parecchio lontana dai miei standard abituali.
Ci ho messo parecchio del mio... agonismo per contenere gli attacchi di validi avversari e della mia resistenza alla fatica prolungata che giorno dopo giorno si è impossessata delle mie gambe!
Ma tutto ciò mi ha di nuovo introdotto alla voglia VERA di sacrificarsi per qualcosa e di mettere il cuore oltre ogni ostacolo.
La mia stagione inizia da qui, adesso mi attende un duro mese di giugno nel quale cercherò di raggiungere un traguardo da me ambito da sempre: la Pistoia - Abetone, la 50K tra le più dure e difficili al Mondo e per questo affascinante!
(Ringrazio Manuela per le foto per il suo insostituibile supporto...)