41° New York City Marathon - 20° Posto Assoluto - 1° Europeo

41° New York City Marathon - 20° Posto Assoluto - 1° Europeo
Un Sogno Ad Occhi Aperti...

giovedì 16 giugno 2016

CdS Master su Pista Regionali - Magra Consolazione Vincerne Due...

Nessuna foto degli eventi, soltanto tanta determinazione ed un paio di
scarpette bianche...
Palermo, sabato 11 e domenica 12 giugno.

1.500m e 5.000m, perchè correrle tutte e due le distanze in un solo week-end?
E' una maniera classica di mettersi alla prova, di dimostrare quali sono i frutti del lavoro fin'ora svolto:
Il 1.500m serve a far sveltire le gambe, l'acido lattico è tanto, arriva violento ma la prova è breve, non può restare a lungo la fatica.
Il 5.000m si corre il giorno dopo, con le gambe allegre e vogliose di spingere, si spera, convinto che correrai sciolto già dal primo metro.

Quest'anno, ai Campionati Regionali di Società Masters su Pista, svoltisi a Palermo, ho voluto essere un protagonista "alternativo" rispetto alle altre gare sparse sul territorio siciliano.

La grande difficoltà era derivante dagli orari di gara: pomeriggio inoltrato al sabato per i metri 1.500, mattino presto della domenica per i metri 5.000m.
Con il Prof. Liga, osservato il programma orario, sarebbe risultato ovvio puntare maggiormente sulla distanza pomeridiana quando il 5.000m suonava come una beffa posto ad un orario così insolito e così caldo.

L'ultimo allenamento che concludeva il mini-ciclo di lavori su pista, interrotto dalla bella parentesi di Asti Half Marathon, prevedeva mercoledì 15 un 8 x 500m (R.3'), quindi ancora una volta recupero ampio e poco attendibile sul mio effettivo stato di forma.
Si vuole puntare molto sulla velocità e sulla resistenza lattacida (a piccoli passi visto i tempi di recupero statico della prova) ma non ci si può certo vantare dei tempi al cronometro, qualunque essi siano: con 1 minuto recuperi diversamente rispetto a ben 3 minuti!

Come immaginavo, le prove non risultano poi nemmeno tanto male e riesco a difendermi ottenendo in quasi tutte tempi tra 1'23" ed 1'24", con un paio più tranquille in 1'25".
Riesco a dare tutto me stesso nell'ultima (ed ancora ci riesco) chiudendola in 1'21".9 attaccato in scia ad un amico ma con la conseguenza che negli ultimi 150 metri pur di non mollare mi accorgo che corro indurito, sgraziato ed i piedi e le gambe ormai allo stremo delle forze e della reattività.
Ottenere un tempo al cronometro vale poco se poi dimostri di saper correre male...

Così, dopo un paio di giorni di lieve scarico, mi presento al pomeriggio di sabato 11 con palese rilassatezza.
La prova di 1.500m è inutile sentirla troppo, la tensione può divorarti, mentre invece per un fondista come me è importante distribuire bene lo sforzo.
La giornata, calda e soleggiata, nel programma di gare subisce un forte anticipo e posso riscaldarmi poco; per fortuna che avevo corso anche al mattino!

Al via non c'erano avversari di rilievo ed è un peccato visto che mi aspettavo di trovare qualche ottocentista veloce e coraggioso!
Purtroppo tutto questo si fonde al forte caldo presente e mi ritrovo poco dopo lo Start a correre da solo, come se fossi in allenamento.
Non riesco a trovare un senso a tutto ciò, come se il dispiacere di non avere avversari mi avesse nettamente tagliato le motivazioni, ma forse è il mio stato fisico attuale a decretare tutto ciò.
Fatto sta che il passaggio al 1.000m è un miserabile 2'54".8 contro un 2'50" di obiettivo minimo stabilito a priori.
Riesco a mantenere con grande fatica questo ritmo e chiudo con 4'22", ovviamente vincendo.

La sera, ahimè, il mio fisico mi comunica che la "botta" presa è stata forte e che non sarà facile smaltire lo sforzo, di una sola ripetuta!
Resto perplesso, vado a dormire e penso al domani.

All'indomani la sveglia suona di buon'ora e mi metto alla volta della ricerca di nuovi avversari.
Quelli più forti, pre-iscritti non ci sono.
Non ci sono più giovani che corrono, non ci sono più "anziani" come me, la Sicilia è una terra dimenticata dove le comunicazioni autostradali ti invogliano a stare a casa piuttosto che viaggiare e così gli unici avversari sono due Master di Palermo, Antonio Mascari (M45) e Carlo Filiberto (M50) molto forti e ben allenati.

Entrambi mi metteranno in difficoltà.
Il mattino è nuvoloso, il sole non picchia forte ma nell'aria il caldo si sente e sono a disagio, come ormai da oltre un mese.
Al via resto dietro e Mascari tira forte il primo giro quasi intorno i 3'00"/Km e si passa in 3'10" il che mi lascia contento.

Dal nulla sbuca il Prof Liga a seguire la gara e tutto questo mi motiva ma le gambe, già spente dal sabato, non hanno voglia di spingere e resto dietro, ancora per poco.
La mia testa non comunica alle gambe che vogliono soffrire poco e mi metto davanti, cocciuto e provo a collaborare perchè mi sembra anche giusto.
Era il termine del secondo chilometro e grosso modo si girava intorno 1'15" - 1'17" al giro ma non riesco a staccare Mascari, non era il mio intento
In quel momento si stacca invece Filiberto e restiamo in due.

A bordo pista i pochi accorsi a vedere lo spettacolo, runners amatoriali dal passato prestigioso sensibilmente più grandi di me che mi conoscono da quando avevo 18 anni, smorzano gli incitamenti nei miei riguardi tifando indiscutibilmente per il buon Mascari che sta dando tutto per scendere sotto i 16 minuti che è comunque "Correre".

Come spesso accade nelle gare, più si avvicina la fine, più si accendono gli animi ed il nostro testa a testa entusiasma il gruppetto di gente dislocata nei vari settori della pista a volerci spingere, regalando all'avversario consigli su come battermi.
Ero stanco, affranto nel non riuscire a rendere meglio (e non mi sento di valere così poco onestamente), ma tanto tifo crescente contro, sebbene fossi il netto favorito della vigilia (per via dei risultati e dell'età anagrafica più giovane) non lo trovo giusto e mi crea una rabbia agonistica dentro crescente.

Liga dal suo preciso cronometro sa darmi pacatamente le giuste indicazioni ma se non riesco ad esaltarlo, lui che ha allenato ben altri Campioni, è tutta colpa mia.
Il solo Marco del Good Race Team e la bella ragazza con l'ombrellino verde aperto (per due gocce di pioggia) mi danno la giusta spinta, ma a dire il vero non sono loro che scatenano la rabbia agonistica (quella buona per intenderci).

L'ultimo giro suona di beffa, siamo ancora appaiati ed il testa a testa sembra non finire più.
Ovviamente Mascari ha l'occasione del mese perchè può scendere per la prima volta sotto i 16 minuti e sta dando l'anima per riuscirci.
Io non sono così entusiasta ma provo lo stesso a pormi avanti e tento di staccarlo, inutilmente.
L'incitamento per il mio avversario è ormai ad un crescendo massimale, ma ai 200m tento un nuovo allungo e provo a dare saggio delle lezioni di velocità.

L'ombrellino verde è posto ai 100m e mi grida: "Daaaaaaaaaaaiiiiiiii!!!", proprio a me, e mi sento in dovere di accendere una volata.
Mascari è veloce e non si stacca, sta quasi per rimontarmi quando ai 60 metri finali, si inserisce un altro suo supporter scatenato che voleva la sua vittoria e si... a quel punto mi infurio!

Non gliela do più vinta (ai suoi tifosi) e respingo la rimonta che stava per avvenire, il testa a testa è entusiasmante quanto sportivamente corretto senza alcuna spallata.
Per meno di un metro mi aggiudico la vittoria, di prepotenza, in 15'59", ma con lo stesso tempo di Mascari che quindi ha ottenuto il suo bel risultato.

Stanco come non mai metto un punto definitivo alle gare e mi riprometto di allenarmi bene per un buon periodo di tempo, con l'eccezione di provarci se dovessi stare bene o se volessi correre un medio magari in compagnia.

L'insegnamento da trarre da questo racconto è che puoi, nonostante l'età, trovare gli stimoli giusti e riuscire a metterti seriamente in gioco, sempre.
Mi vedo in un futuro lontano correre più rilassato, magari non da solo, ad insegnare l'arte della lotta ad un piccolo runner.
Mi vedo in quel futuro magari corricchiare tranquillamente la mia oretta senza andare a cercare più tempi o ritmi, oppure in sella ad una bici, attività sportiva che ormai vedo come un hobby per girare la Sicilia e che non saprei mai più interpretare a livelli agonistici.
Perchè solo correre mi fa uscire la voglia di combattere e per questo motivo, non credo che le mie previsioni "pensionistiche" si avvereranno a breve termine.

Intanto si torna presto a calcare la pista ormai rovinata dello Stadio "delle Palme" Vito Schifani di Palermo...

lunedì 13 giugno 2016

Mezza Maratona di Asti, con coraggio

Un arrivo, qualunque esso sia è sempre una bella emozione
(foto De Andrea Fausto)
Asti e Palermo - fine maggio.

Ci vuole davvero coraggio per tentare degli attacchi in gara quando sai che per ora il periodo è solo di risalita.
Come ampiamente raccontato nel post precedente, gli allenamenti sembrano andar bene, ma l'esperienza mi impone molta prudenza nel decretare simili dichiarazioni, in quanto bastano pochi lavori lattacidi con recupero breve per far crollare la speranza che tutto stia andando nel verso giusto.
La maggiore confidenza in pista è ben altra e non significa riuscire a prendere un crono discreto, piuttosto serve farlo in allenamento senza doversi spremere e dare tutto ogni volta.

Con queste flebili speranze, con un buon bagaglio di chilometri, giornate splendenti ed altre più nuvolose, ho intrapreso la trasferta in terra di Piemonte, dove il saper mangiar bene è una virtù.

Ospitato nell'Hotel Castello ad Asti, ho potuto rilassarmi da un viaggio coperto nelle ore mattutine ed ho potuto "assaggiare" un pò di quelle terre grazie alla sapiente cucina raffinata dello Chef che suona molto "Good Race".
Il ristorante, "Cambiocavallo", racconta di sapori forti e decisi e di uno Chef che sa raccogliere le sfide e che non gli piace cucinare piatti banali scontati.
Mi somiglia un po :-)

Domenica 29 maggio inizia con nuvoloni nell'aria carichi di pioggia ed umidità.
In realtà resta soltanto l'umidità perchè nell'ora prima della gara piove leggermente da far rinfrescare l'aria, ma è solo un palliativo di una gara che si rivelerà combattuta e rovente.
Al via, come promesso dall'organizzazione, molti atleti del Marocco tesserati per società piemontesi ed alcuni italiani sempre di origini maghrebine, giovanissimi.
Non ero a conoscenza del potenziale di questi corridori, ma alcune voci mi informavano di loro recenti exploit a dir poco eccellenti.

Partenza... al rallentatore!
Quando ci sono questi atleti, ogni gara sarà sempre una lotta perchè non hanno altro interesse che vincere.

I nuvoloni sopra le nostre teste correvano minacciosi, lungo una strada del quartiere dello Sport di Asti, vicino il Palazzetto ed il nuovissimo campo di Atletica, viene dato il Via alla corsa.
Si parte pianissimo, al trotto, con qualsivoglia concorrente avanti a tirar le fila del gruppetto.

Così non va e dopo qualche centinaia di metri, un ragazzo giovane, longilineo e coraggioso si mette in testa a tirare e capisco che sarà l'occasione buona per mettere i bastoni tra le ruote a chi cerca una facile vittoria.
Dopo aver abbandonato rapidamente il piccolo Centro sonnecchiante di Asti, ci immettiamo verso dei lunghi stradoni di periferia prima ancora di entrare nelle campagne circostanti, luogo di svolgimento di gran parte della gara.

Molti i volontari presenti e strada ben tracciata e presidiata, un'organizzazione di tutto rispetto che ha tra l'altro proposto un percorso vario e divertente, fatto di continui saliscendi,  curve secche, alcuni giri di boa e tratti in leggero sterrato.

Qualche curva dopo i temibili avversari erano spariti dalla nostra vista e ci eravamo presi circa 200m di vantaggio dagli inseguitori formati da questo sestetto dal potenziale più netto del nostro.
Eppure eravamo lì e fino ai 5 Km sognavamo la fuga ma, data l'esperienza che almeno quella è rimasta, restava una chimera.

Come era prevedibile, nonostante la spinta che imprimevamo, che si aggirava intorno i 3'25"/Km con qualche punta più veloce (a sensazione, senza un riferimento preciso, ma ben attendibile), i nostri amati avversari pian piano terminano il riscaldamento e ci riassorbono con netta facilità.

Il gruppo compatto
Chi è abituato a ben altri ritmi riesce facilmente a telecomandare gare di questo tipo a proprio piacimento, purtroppo ed in questo momento non ho certo le armi giuste per attaccare, ma era giusto mettersi lì a provarci...
Diventati in otto a condurre la gara, noto con grosso dispiacere quanto fossero disinteressati questi atleti dal correre per un buon tempo finale ma era chiaro che si combattesse unicamente per la vittoria finale.
Tutto ciò ha comportato enormi rallentamenti, grande tensione nervosa (da parte mia) ed altri tentativi vani di riproporre un attacco ai loro danni, sempre coadiuvato dal giovane Daniele Galliano, proveniente dalla vicinissima cittadina di Alba.

Noi attaccavamo, loro parlottavano nella loro lingua, in arabo, come spesso mi accadeva nelle gare in terra di Sicilia, la loro collaborazione è molto forte ma sanno farsi del male fra di loro questo genere di atleti.
Forse dico la verità se volevo attaccare pur di non sentirli parlottare fra loro...

Nelle campagne astigiane i rettilinei piatti si alternavano a strani e ripidissimi strappi di un centinaio di metri dove ovviamente provavamo ad attaccare io e Galliano ma non si poteva rovinare la festa di una corsa nata umida, grigia e poco entusiasmante.

Attorno il 13° Km uno di loro tenta un allungo, un runner muscolare, non proprio giovane, ben strutturato fisicamente.
Lui riesce a dare una forte scossa al gruppetto che si allunga e mi lascia indietro, in forte difficoltà.
Galliano dietro di me subisce la loro iniziativa ma entrambi riusciamo a recuperare dopo oltre un chilometro.

Tra di loro si inizia a far sul serio ed è inutile raccontare quanto fossi già carico di sudore ed umidità e quanto temessi il crollo fisico che, purtroppo puntualmente arriverà presto.

In un loro ulteriore e decisivo attacco, sulla via del ritorno su di una stradina in sterrato e brecciolino, avverto il disagio che i piedi non "funzionano" bene (da sempre mio punto debole nonostante provi spesso ad esercitarli) e spingono male, e resto praticamente piantato sul posto entrando in forte crisi come se l'acidosi fosse entrata in circolo, sprigionandosi tutta di botto.

Premiazione degli M35
La sofferenza è sempre una sensazione difficile da gestire e posso soltanto raccontare come rapidamente tutti e sette gli avversari fossero volati via lungo i tornanti cittadini accumulando un distacco davvero imbarazzante.
Ormai mancano poco più di 5K all'arrivo e davvero non ne posso più di accumulare così tanta fatica in poco tempo e, dato che ormai la corsa era diventata un'esibizione di "dressage" a scapito del tempo finale, mi rassegno ad arrivare nella maniera più dignitosa possibile.

Giungere allo Stadio è pur sempre una bella scelta tecnica, correre un giro intero prima di tagliare il traguardo mi rasserena, le nubi sono sempre alte sulla mia testa, fradicio di umidità con poche gocce di pioggia in tutta la mattinata.
L'arrivo, un pò triste e dimesso all'ottavo posto in 1h 15' 05" mi lascia poco spazio ad ulteriori esultanze e da conferma che ci vorrà tempo e determinazione per ritrovare quella facilità di corsa per lungo tempo, cosa apparentemente persa ma che con il Prof. Liga abbiamo individuato come obiettivo principale da ri-ottenere visto che comunque la velocità di punta non è del tutto persa.

Solo il tempo di salire sul podio di categoria per la premiazione e devo lasciare Asti "di corsa" per non perdere l'aereo di ritorno a Palermo.
Il ricordo più bello sarà l'ospitalità dei gestori dell'Hotel Castello, tutto il resto resta sempre e comunque esperienza accumulata ed una nuova Città scoperta grazie a questo splendido sport.

Una gara non è mai da dimenticare ma traccia un solco durante un momento dell'anno non critico ma delicato.

(Ringrazio il blogger biocorrendo per le foto ed i servizi sulle gare in zona oltre che l'associazione Progetto Junior di Asti)

NEW YORK CITY MARATHON 2010 (Foto Podisti.net)

NEW YORK CITY MARATHON 2010 (Foto Podisti.net)
PRONTI A PARTIRE...