41° New York City Marathon - 20° Posto Assoluto - 1° Europeo

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Un Sogno Ad Occhi Aperti...

lunedì 28 febbraio 2011

Bravi Bravi Bravi!

S. Giorgio su Legnano - 28 febbraio 2011.

Per il secondo anno consecutivo, a fronte di una concorrenza ancora più agguerrita rispetto allo scorso anno (CdS Cross Volpiano 2010), il

Violettaclub Lamezia Terme conquista nuovamente il Terzo posto ai Campionati Italiani XC (Cros
s Country) 10 Km - Cross Lungo!!!

Prima Società Civile e pienamente competitiva in mezzo alle squadre militari professionistiche!

Il Violettaclub Lamezia Terme giunge, quindi, al Terzo Posto dietro solamente il C.S. Aeronautica Militare (2° posto) ed al G.S. Fiamme Gialle Ostia (1° posto e Campioni Italiani a Squadre 2011).

Per il presidente Franco Cerra ed il DS Lino Piricò grande soddisfazione per il premio ricevuto a fronte dei grandi investimenti economici e umani rivolti verso gli atleti nuovi e confermati nel corso degli anni.

Nel Cross Lungo gli eroi di tale impresa sono:

1 - Hillary Kiprono Bii (5° posto)
2 - Fabio Bernardi (27° posto)
3 - Francesco Duca (28° posto)

Rit. Vito Sardella

A seguire i link per le classifiche
CdS Cross Lungo Uomini - Individuale
CdS Cross Lungo Uomini - Squadre

Cds Cross Corto Uomini - Individuale
CdS Cross Corto Uomini - Squadre

Ma l'onore di alzare il trofeo sorretto dal Capitano Francesco Duca, è stato di tutti i componenti della Società, compresi i partecipanti del Cross Corto che, nonostante diverse difficoltà individuali hanno classificato il Violettaclub al 24° posto assoluto, posizione da migliorare assolutamente contando su condizioni fisiche ideali.

Da annotare anche la presenza dello Junior Antonino Loria al 64° posto.

La squadra del Corto si è difesa, come detto con i seguenti atleti:

1 - Antonio Guzzi (66° posto)
2 - Filippo Lo Piccolo (107° posto)

3 - Marco Calderone (1
16° posto)

Quest'ultima ormai è la conferma che il Violettaclub Lamezia Terme è al pari delle più importanti società professionistiche e lotteremo ad ogni gara sempre al massimo delle nostre forze, uniti come sempre!

La mia gara di Cross Corto è stata in fin dei conti ben gestita.
In settimana sono riuscito a correre il lungo lento regolarmente, segnale più che positivo, senza poter spingere oltre purtroppo.
Ho provato a spingere gli ultimi 5' del Lungo a ritmo discreto ma un leggero pizzicore mi ha sconsigliato di provare qualcosa di specifico.
Così mi sono trovato dalle parti del Campaccio senza "nulla" nelle gambe ma con tanta tranquillità in corpo.

Devo ammettere che la partenza di questo Cross è stata finalmente la prima in assoluto più rilassata per la mia emotività di sempre!
E' una bella soddisfazione, vuol dire che anche queste paure sto riuscendo a combatterle :-)
Probabilmente sarà anche stata la minor pressione addosso di fare risultato ed un tracciato non proprio insidioso, ma tutto è filato liscio, dalla partenza (controllata per motivi tecnici) che il lanciato.
Quando da settimane non possiedi gli strumenti per correre un mille in 2'50" o sotto non puoi pretendere di piazzarti bene ad una di queste partenze, ed il risultato è che tantissima gente si mette davanti a te, bloccandoti...
Così è accaduto quando il percorso è diventato molto stretto, ma devo dire che questo Cross del Campaccio è molto bello, ben organizzato e dal tracciato
filante.
Spero di tornarci un giorno per la mia rivincita personale!

Partito molto lontano, ho recuperato man mano qualche posizione ed ho gestito la sofferenza nel migliore dei modi.
Stranamente, il nervo sciatico a quelle andature massimali non tirava e tutto è andato per il verso giusto.
Tutto può avere un senso, specialmente se si pensa che infiammazioni di questo tipo insorgono percorrendo le lunghe distanze
...

Riesco a tenere sotto controllo la corsa, Marco Calderone mi raggiunge nel finale di gara, ma una volta entrato nel Campo Sportivo nel secondo ed ultimo giro, provo ad innstare una volata che almeno risulta "onorevole" senza piegarmi a nessuno e recuperando un paio di posizioni.

Tutto nel complesso risulta più che positivo, considerate le difficoltà patite e la posizione (107°) resta congrua alle mie attuali capacità.
Se si pensa che in 4" ci stavano dentro 10 atleti e che in appena 30" ci stavano 60 atleti... beh, allenato ed in condizione per un cross corto non riesco ad agguantare una 50° posizione?
Credo proprio di si...

Solo che a parole non si producono risultati, ma resta il conforto che non è uscita una pessima gara come sarebbe potuto accadere.

Complimenti ad un amico,Nello Del Corso, che conquista un'ottima e ben auspicante 50° posizione: speriamo che il prosieguo della sua stagione sia costante e ne vedremo delle belle da questo talentuoso atleta, amico dei tempi della Marina Militare!

La concitazione, l'adrenalina, la carica emotiva... tutto questo ti restituisce il Cross Corto e davvero mi riprometto da gennaio prossimo di preparare al meglio questa gara per dimostrare a me stesso che posso difendermi anche su questo terreno.
L'unico scoglio da superare sarà quello di non farmi male nel mese di gennaio cosa che purtroppo si è ripetuta qualche volta di troppo.

Ne riparleremo tra "qualche" impegno sportivo!

Dopo aver supportato i miei compagni nel Lungo, l'immensa soddisfazione di reggere tutti il Trofeo è stato l'epilogo migliore.
Per qualche minuto eravamo al centro dell'attenzione: aver aggraffato un posto del podio agli scontati clubs militari che si aggiudicano sempre il meglio dell'atletica italiana corrente non è cosa da poco, riuscirci per due anni di fila è il massimo!
Ai C.d.S di Cross ci partecipano da sempre tutte le Società Sportive Italiane, per una sorta di cultura e di tradizione, enorme soddisfazione la nostra!

Come era prevedibile (anche se non l'ho avvertito date le mie condizioni non proprio entusiasmanti) mi incontro con Antonio Capasso che ha immortalato i momenti della festa di Squadra con grande spontaneità!
Sul suo sito c'è tutto il reportage fotografico dell'evento oltre che tanti contenuti di sana atletica prodotti da veri appassionati.
E' una grande persona Antonio e ne sono riconoscente, anche a nome della Società.

Peccato non essere stato nella Squadra vincente, anche come quarto elemento, questo solamente brucia un pò, ma per lo spirito di sacrificio è giusto impiegare le forze nel modo più ragionato possibile.

C'è tempo per riparlare di Cross, ormai è archiviato, il prossimo impegno che vedrà protagonista tutta la Squadra sarà la prova di 10.000m in pista a fine aprile e lì dovremo uscire nuovamente tutte le nostre forze, uniti!


(L'ultima foto ci ritrae con il Team Liquigas Cannondale di Ciclismo la sera prima in Hotel... due Squadre Vincenti!)

mercoledì 23 febbraio 2011

Ricordi di un diciottenne

Rileggendo l'agenda con la quale ho iniziato a registrarmi tutti gli allenamenti svolti giorno dopo giorno, è stato un excursus di vecchi ricordi legati non solo alla fatica delle corse.

Il mio non è un voltarmi indietro; non sono solito a farlo e se l'avessi fatto l'estate scorsa la New York City Marathon nemmeno l'avrei corsa.
Piuttosto è un bel modo di raccontare come il mio punto di vista del Running in me sia cambiato nel corso degli anni.

Dopo i primi mesi di allenamenti regolari, il diciottenne incerto che era in me iniziò ad avvertire l'esigenza di registrarsi i progressi dei lavori e provare tutti i giorni di migliorarli.
Era l'anno 1998, avevo 19 anni.

Si... tutti i santi giorni volevo fare meglio di quanto fatto precedentemente.
Ero presissimo dagli allenamenti e dalla voglia di fare, superiore di qualunque tipo di sofferenza, fosse anche un infortunio.
Gli "altri"... inarrivabili, quelli correvano dalle categorie giovanili; mi ero affacciato timidamente all'agonismo da junior, dubbioso delle mie reali capacità.
Se non fosse stato per il mio primo allenatore, meglio chiarmarlo "mentore", colui che mi ha insegnato la disciplina e la mentalità umile e paziente, non avrei preso fiducia in me stesso in quell'agosto del 1997...

Mi allenavo sporadicamente allo Stadio delle Palme, ragazzo chiuso, introverso, giungevo allo Stadio e mi sparavo i miei 10 giri nell'anello esterno quasi fosse una gara.
Niente maglie tecniche, pantaloncini corti e maglietta di cotone, un orologio a lancette...

Il mio primo cronometro da polso, un Casio da 10 piccole memorie costò 114.000 lire, ma verrà qualche mese dopo; ancora oggi è funzionante.
Non avevo molti soldi all'epoca, mi veniva difficile chiedere del denaro ai miei genitori per la corsa; i primi tempi non me la sentivo.
Eppure ciò che posso dare atto alla mia famiglia è stata sempre la libertà di azione affidatami, non compensata da un istradamento verso nessun tipo di attività.
Mi sono scoperto, motivato e aiutato da solo in pratica!

Conseguentemente dopo poco tempo avvenne la prima visita al negozio tecnico, ma anche qui scelsi una scarpa da "beginner"...
Abituato alla classica "scarpa da tennis" il modello da Running seppur di basso livello mi sembrò un'altra categoria.
Di li a poco arrivò anche la A1 su consiglio del primo allenatore; la scelta cadde su una scarpa al 50% che non voleva nessuno... i soldi non erano molti!
La usai la prima volta alla prima mezza maratona corsa, l'8 dicembre a Palermo... una tragedia per i piedi per quante ferite presi quella mattina, una gioia il mio arrivo al traguardo in 1h 21' 20" circa.

Da sempre ero attratto dalle scarpe sportive, l'amore per la scarpa da corsa e la sua tecnologia applicata venne poco dopo, e di lì verso tutto il panorama allargato al running.

Non avrei potuto farmi un regalo migliore da diciottenne che il Tesserino Fidal, davvero!
Non sono mai stato avvezzo alle grandi feste e nè la chiesi a 18 anni, ma quel tesserino in mano pochi mesi dopo i primi allenamenti me lo ricordo nitidamente!

La mia prima società sportiva fu l'ACSI Matteotti Palermo, una società in declino verticale nei riguardi dell'atletica ma dal glorioso passato.
Completo di gara Rosso acceso di cotone... una disgrazia ogni volta lavarlo :-)

Se qualcuno mi avesse detto che 10 anni dopo avrei avuto così tanto dalla corsa mi sarei sentito preso pesantemente in giro... nemmeno io stesso capivo cosa stessi facendo; l'unica direzione che perseguivo era la gioia di un miglioramento derivante dal sacrificio, di qualunque peso esso avrebbe dovuto essere.

Ricordo che correvo spesso con delle magliette di cotone... color bianco ed ora per quante ce ne stanno in casa collezionate ad ogni gara sono costretto a donarle a chi ne ha più di bisogno, come i ragazzini delle scuole.

I grandi Campioni li vedevo da lontano, loro si che erano dei grandi atleti!
Ricordo ancora un Berradi a bordo pista salutarmi la prima volta al mattino, mentre correvo con grossa fatica delle ripetute di 400m; lui ancora era un atleta del CUS Palermo e fresco Campione Europeo U23 dei 10.000m.
Nei pomeriggi estivi mi limitavo ad accodarmi al gruppone folto di quei tempi, capitanato da Berradi, Daidone o Battocletti (ma nemmeno lo conobbi in tempo, dopo pochi mesi avrebbe lasciato la guida tecnica di Polizzi), silenzioso non per scelta ma per carattere...

Il primo mille in pista... temevo di entrare in pista, avevo rispetto dei tesserati a tale livello che dovetti chiedere il permesso!
Lo ricordo ancora per intero quel mille che fu un test.
E venne un 3'14" che dava le dimensioni delle mie reali capacità, lontanissime dei miei coetanei "di grido".

In poco tempo, però, mi abituai subito alle metodiche di allenamento ed in quel 1998 i progressi furono contraddistinti da:

- Inizi estate - Una serie di 8 x 1000m alla media di 3'20"

- 29 giugno il mio primo 2'59"... ho la foto nella mente degli attimi immediatamente dopo l'arrivo... esultante come fossi in gara!

- 04 luglio il primo 5.000m serio in pista (già mi allenavo da quasi un anno): 16'57" e Personal Best :-)

- 13 settembre fu la volta del 10.000m in pista - 35'49" e nuovo PB con i "grandi" a doppiarmi diverse volte.

- 06 ottobre - Primo arrivo in vetta a Monte Pellegrino fino alle Antenne Rai su strada (ai tempi era chiusa la strada alle auto per crolli di costoni di roccia) - 44'10" - PB

- 18 ottobre - Mezza Maratona Palermo d'Inverno - 1h 18' 17" ... gli altri italiani forti la correvano in 1h 06'...

- 08 dicembre - Mezza Maratona di Palermo - 1h 15' 20" - PB, felicissimo ma la competizione davanti era agguerrita e irraggiungibile!

Inutile dire che gli "amatori d'elite" mi punzecchiavano e poco più avanti anche i "galletti assoluti Fidal" della mia età si divertivano ad irridere la mia silenziosa e fin troppo eccessiva applicazione.
E' finita che molti di loro più avanti diventeranno compagni di allenamento e (pochi altri) amici che ancora oggi rivedo ma che sono usciti fuori da questo sport.

Ma il ricordo che mi lascerà maggiore impatto di quei primi tempi fu il mio primo Campionato Regionale di Cross svoltosi a Palermo nel gennaio del 1998.
Praticamente si trattava di un sub-Campionato Italiano Juniores per quanti protagonisti fossero concentrati nel Campo ad Ostacoli del Parco della Favorita.
Luca Scozzari (non corre più), Giovanni Catastimeni (non corre più), Pasqualino Zammataro (non corre più), Daniele Piraino (non corre più), Giuseppe Marino (non corre più), Hicham Berradi (non corre più), Lorenzo Cannata (Professionista in Aeronautica) e... forse altri che non mi vengono in mente!
Ero anche fin troppo ottimista per i pochi mesi che correvo seriamente ed ovvio che nessuno mi conoscesse affatto!
Tutto l'ottimismo sparì in un sol Colpo di Pistola...
Praticamente un trauma post-adolescenziale: quasi tutti gli altri scattarono come delle molle lasciandomi quasi "sul posto" ed io a rincorrere me stesso.
Non credo di essere arrivato ultimo ma c'ero quasi, ad anni luce dagli altri ragazzi che correvano a mille.
Nessuno in famiglia che si offrii di accompagnarmi, solo e sconsolato tornai a casa consapevole di quanto fossi indietro rispetto alla gente della mia età che correva per davvero, ragazzi apparentemente normali ma che in realtà avevano un enorme potenziale dentro.
Un duro colpo che mi portai dentro per molto tempo ma che mi portava ogni giorno motivazioni per fare meglio, perchè "se gli altri correvano così forte potevo e dovevo fare di più e meglio", questo era ciò che mi ripetevo...

Ogni tanto ripenso a questi primi periodi e questo mi aiuta a ricordarmi chi ero veramente pochi anni fa; in fondo quella parte di me stesso umile lavoratrice è rimasta la stessa, entusiasta di correre come se fosse il primo giorno di tredici anni fa solo per scoprire cosa mi riserverà ogni giornata con le scarpe da corsa ai piedi...

(Foto di repertorio... più antiche non ne posseggo: Palermo Half Marathon del 2000 in maglia Winners Palermo, quando ancora ero in possesso del CUS..., le scarpe erano le prime A1 acquistate)

mercoledì 16 febbraio 2011

Il riposo che vale ORO

Palermo, ... gennaio 2011.

Non è molto bello iniziare il primo (vero) post dell'anno affrontando un argomento molto delicato quale la gestione di un infortunio.
Insomma... farsi male non è assolutamente piacevole ma provare a dare un consiglio su come uscirne in fretta è un'ottima idea da argomentare.

Sembra che il mese di gennaio sia un periodo particolarmente delicato per me in quanto capita spesso di farmi male in allenamento: forse per il periodo di carico particolarmente intenso o forse per il freddo (relativo in Sicilia) affiancato all'alto tasso di umidità che rende fastidiosa anche l'aria che si respira e freddi gli indumenti umidi sulla pelle.

Il periodo di allenamenti a cavallo delle festività era andato anche discretamente bene e ho dato segnali positivi di ripresa dentro un periodo non proprio esaltante.
Alternare nello stesso lavoro momenti opachi ad ottimi finali mi ha fatto valutare positivamente nel complesso le cose; bastava un piccolo progresso per ritrovare completa lucidità.
Qualcosa mi mancava ed in effetti ho notato troppo spesso una rigidità muscolare che secondo me ha determinato per ultimo l'insorgere dell'infiammazione localizzata nell'inserzione del quadricipite sotto il gluteo sinistro e strettamente vicina ai muscoli adduttori...

Ma analizziamo i lavori svolti.

Il potenziamento di mercoledì 22 dicembre, aveva lasciato il segno; lo notavo nel successivo lavoro di 30 x 100m (R. 30") (attorno i 15".0 - 16".5) nel quale avvertivo difficoltà nell'uso completo dei piedi e dello stile di corsa che non riusciva a saltar fuori come desideravo.
Mi sentivo un pò impedito per la velocità!

Ma ormai eravamo a cavallo delle festività natalizie e non si poteva pretendere chissà cosa, così con l'impianto chiuso, sotto la vigilia di Natale e sotto un cielo minaccioso con qualche spruzzata d'acqua, corro nella Villetta "Case Rocca" un 5 x 1.630m (due giri da 815m) con discreta progressione e l'impressione che a breve sarebbe saltato fuori il passo dei tempi migliori.
La striscia, appesantita a metà da un discreto acquazzone:
5'25" - 5'22" - 5'18" - 5'06" - 5'06"

Dopo un lavoro andato storto per eccessivo affaticamento muscolare di giorno 27 (ma ci può stare), L'anno si chiude con un medio, non propriamente impegnativo visto che si parlava di poco più che tre quarti d'ora di lavoro.
Decido di fare un salto dalle parti di Via dell'Olimpo e mi approccio per coprire 3 giri corti da 4.625m (con "giro di boa" di ritorno dall'uscita laterale del Centro Commerciale).
Totale, 13.875m, niente di particolare...
Come spesso è capitato in questi ultimi tempi, parto con ritmo incessante e fluido da subito e nel finale tendo ad irrigidirmi eccessivamente tanto da preoccuparmi a fine lavoro per come fosse stato difficile gestire l'insorgenza insistente di diversi crampi a gamba e piede.
Totale: 14'59" + 15'23" + 15'21" ---> 45'43" (3'17".7/Km).

Mi dicevo: "Sarà un periodo stressante e questa fredda umidità ad apportare tale fastidio..."

Non mi ero reso conto che stavo per commettere poche ore dopo un errore ormai trascritto tra le cose da NON fare...
L'indomani mattina scendo a correre di buona lena e dopo pochi passi avverto un leggero fastidio sotto il gluteo...
Di li ad una settimana mi sarei dovuto fermare...

Soffermiamoci, quindi, su ciò che è accaduto.
Non è la prima volta che mi capita di farmi male "dal nulla" proprio l'indomani di un forte lavoro spinto su strada, piatta per giunta come il giro di Via dell'Olimpo.
Ricordo ancora come fu clamoroso un acciacco al quadricipite della gamba destra accaduto paradossalmente il giorno dopo un lavoro assolutamente andato bene proprio su quelle strade.

Ho avuto tempo e modo in questi giorni di riflettere su queste coincidenze e pensare a quanto sia ad alto rischio ogni volta realizzare un lavoro pesante su strada di molti chilometri.
Indossando le pur ottime e fidate Adidas Adizero Adios (categoria A1), sotto carico di allenamento e su duro e lineare asfalto, il corpo ripete identicamente gli stessi impatti a terra senza poter reagire magari cambiando dislivello (con una salita per esempio).
Il fatto di aver corso con una rigidità evidente addosso ha portato l'indomani ad una conseguente infiammazione proprio in un punto parecchio sensibile e delicato.

La conclusione alla quale sono giunto pertanto è che mai e poi mai conviene tirare la corda dopo lavori così stressanti: se quella mattina fossi stato a riposo nel letto probabilmente avrei dato al mio fisico il tempo necessario per assorbire ogni stress, evitando l'infiammazione all'inserzione del gluteo...

Il mio buon senso mi ha portato a fermarmi non appena il corpo ha inviato segnali evidenti di disagio.
Purtroppo quando il dolore si mantiene in forma blanda è difficile da capire quali siano i suoi punti deboli e si continua a correre lo stesso e ovunque.
Ciò che ha portato lo scatenasi verso uno step maggiore l'infiammazione è stato l'aver affrontato la Salita di Monte Pellegrino (dalla "scala vecchia") per intero e fino alla sede Rai Regionale.
Giorno 2 gennaio, infatti, dopo un breve periodo di fiacca per le grandi feste e le conseguenze di festeggiamenti per il nuovo anno prolungatisi fino a tarda notte, mi approccio d'accordo con il Coach a questo lavoro, per "ripartire".
Partenza non esaltante ma conduco un discreto ritmo, il dolore non si sente più di tanto.
Passaggi in rimonta ed ultimo tratto in forte spinta, stupito ancora di quanto fatto, giungo in 23'17" ad appena 2" dal PB realizzato più di un anno fa.
Una volta sceso sul livello del mare, successivi 4 x (1K Forte ed 1K piano) e fine dei lavori.

Il giorno dopo capirò che sarebbe stato meglio fermarsi, dopo appena un'ora blanda di lungo...
Mi sono accorto successivamente che un esercizio di salita affatica molto la zona; è stata una mazzata quest'ultimo lavoro ma non potevo saperlo fino a quel momento cosa avrei dovuto evitare...

Come al solito assumere antidolorifici non ha prodotto risultati, non appena è sfociato seriamente il dolore (e solo dopo una settimana dal mio stop) sono riuscito ad individuare la sorgente limitata del mio disagio e provvedere a costanti e ripetuti massaggi, peraltro effettuati in profondità (quindi difficilmente raggiungibili).
Nel contempo ho bloccato la zona con la famigerata benda elasticizzata (la vendono in farmacia) degli eventi spiacevoli e... tanta tanta pazienza.

Questa prima azione non ha prodotto i risultati sperati e ho dovuto impiegare altro tempo per individuare l'esatto esercizio di stretching adatto a rilassare il tendine (o il gruppo di tendini) interessati.
All'ecografia la diagnosi è stata quella di una banale sciatalgia, cosa che non mi ha sorpreso più di tanto in quanto riuscivo a compiere tutti i movimenti senza alcun problema.
Da quel momento... Stretching a mai finire in qualunque luogo e ora della giornata!

Il tutto si è risolto definitivamente in 37 giorni quando la voglia di correre è stata tentatrice non appena avvertivo qualche cenno di miglioramento.
Esercizi a terra di potenziamento, addominali, dorsali e altro nell'attesa di riascoltare il vento accarezzarmi la pelle...

Leggere il proprio corpo non è facile, sarei passato ad effettuare esami medici approfonditi se avessi avvertito differenti sensazioni discostanti dal leggero fastidio che ho avvertito, ma tutto il resto compresa l'elasticità della schiena sta bene e da fermo o nella normale camminata non ho mai avvertito alcun fastidio...
Fermarmi in tempo mi ha salvato... nuovamente!

Un rischio me lo sono preso lo stesso, domenica 13 febbraio, con appena tre giorni scarsi di corsa discontinua (in settimana, un giorno si ed uno di riposo) mi sono presentato a Lamezia Terme per i Campionati Regionali di Cross Lungo (10 K) a contribuire per la conquista del titolo.

Nel Cross Corto (4K) vince il Violettaclub con Guzzi (1°) e Cuzzocrea (3°) a dominare i piani alti della classifica.

Nel Cross Lungo (10K) si afferma Marco Calderone con una gara meglio distribuita della mia.
Subito dopo il via mi lascio trasportare da uno Junior partito a ritmi vertiginosi e pretendo troppo dai miei soli 3 lunghi lenti; la fatica insorge inesorabile a metà gara dove Marco procede di un passo leggero leggero provvedendo al giusto sorpasso.
Vince Calderone con un distacco di una 40ina di secondi dal mio arrivo al secondo posto (niente di particolare, sarà stato un ritmo attorno i 3'20"/Km).
Il percorso era facile, lineare, senza particolari asperità, ma è pur sempre una corsa campestre con tante irregolarità del terreno da gestire; cosa sicuramente più stimolante per i tendini che il ripetitivo asfalto non offre.
Pino Sestito vince il suo confronto in gara con i Master; si piazza molto bene.
L'importante era vincere il titolo senza farsi troppo male; forse il viaggio in auto al ritorno ha un pò penalizzato il nervo sciatico ma tutto sta rientrando definitivamente alla normalità.
Sia io che Marco non siamo al top, ma è comunque un segnale positivo per entrambi mettersi un pettorale e gareggiare.

Ora la "corsa" a nuovi obiettivi riprende; non è troppo tardi ma non ci si può bloccare più; al prossimo post scopriremo tutti gli obiettivi prefissati (già parzialmente svelati :-)

(Nella fase di attesa... spettatore rilassato per l'ecotrail di Piana degli Albanesi, una tantum in bella compagnia - Fonte Trinacria Palermo, per le foto del mio rientro ci ha pensato Violetta :-)

venerdì 4 febbraio 2011

Adizero Adios 2011 - Piccole migliorie in una Grande Scarpa da Maratona

La storia di Adidas Adizero Adios è ormai un cult.

E' spuntata come una saetta ai piedi Haile per il suo record del Mondo di Berlino di 2h 03' 59" ed è diventata subito un successo per il suo mix di leggerezza e morbidezza applicati ad una scarpa leggerissima ma non estrema così come l'avevo recensita la prima volta.

Di lì in avanti è diventata la mia primissima scelta nella corse su strada di... tutto il Mondo e questo sarà il terzo anno di fila con il quale mi pregerò di indossarla.

Passati per l'edizione limitata "multirecord" stampata sulla tomaia presentata nella Press Conference dell'evento Maratona di New York 2010 nel quale fui presente e toccai con mano la scarpa personalizzata del più grande Campione di tutti i tempi, Haile Gebreselassie, quest'anno 2011 la Adios si veste di verde, il colore di comunicazione di Adidas per questa nuova stagione.
"Intense Green" esattamente, un verde brillante accostato elegantemente al nero con il quale si vuol comunicare l'impegno di Adidas per la campagna "Better Place" lanciata già da qualche tempo per rendere tangibile l'impegno dell'azienda tedesca verso l'ecosostenibilità della sua produzione in larga scala mondiale.
Ogni paio di scarpe con la targhetta "Better Place" (già viste in Response 19 e Supernova Glide) è realizzato con un impatto verso l'ambiente ridotto, riciclando i materiali così come i Box delle stesse.

Non ci sarà nemmeno bisogno di rodarla o indossarla per qualche giorno... mai avuti blisters o fastidi grazie al suo immenso pregio quale è la morbida calzata.

Una scarpa così ben realizzata è difficilmente migliorabile.
Immutati i pregi, eppure hanno subìto lo stesso un restyling nel punto di maggiore interesse per un corridore: la suola.

La suola della nuova Adios 2011 è stata ridisegnata per avere un maggiore grip ma senza stravolgerla: la grande novità sta nell'inserimento del "Sticky Rubber" posto nel punto mediale dell'avampiede e colorato in nero che come è noto è la zona con maggiore impatto di tutta la scarpa per un corridore neutro di un certo livello.
Avere il massimo del grip in quella zona è fondamentale ma non è tutta qui la novità.

La Adios è molto leggera anche per l'inserimento nella parte laterale di primo impatto del piede di tacchette leggerissime e ben artigliate.
Grande vantaggio per chi corre in quanto è come avere dei piccoli "Chiodi da Pista" nel primo impatto a terra dell'avampiede (il piede normalmente prima poggia lateralmente e nella successiva fase prona verso l'interno per completare la spinta) e la spinta ne trae enorme vantaggio.
Il piccolo inconveniente di queste tacchette è il loro grip che non può essere eccellente come la gomma morbida presente sulle altre scarpe Adidas in quanto queste stesse devono essere altrettanto durevoli nel tempo e non devono staccarsi dalla scarpa (e mai accadrà, parola mia!).

Adidas, in queste Adios 2011 le ha ridisegnate completamente ottenendo un grip "a spina di pesce" più bilanciato del precedente a mio giudizio: unito alla gomma ad alto grip centrale si è ottenuto un altro salto di qualità.

Le foto comparative mostrano i dettagli degli elementi innovativi mostrati.

E allora... stanchi di calzare stesse scarpe?
Beh, le Adizero Adios non le cambierei per nessun'altra, la perfezione è raggiunta!

NEW YORK CITY MARATHON 2010 (Foto Podisti.net)

NEW YORK CITY MARATHON 2010 (Foto Podisti.net)
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