41° New York City Marathon - 20° Posto Assoluto - 1° Europeo

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Un Sogno Ad Occhi Aperti...

sabato 27 giugno 2015

Il Solitario

Il Solitario di solito non frequenta l'ambiente dello Stadio, semmai lo sfiora correndo il più leggero possibile attorno all'anello e presto va, il saluto è per tutti ma la chiacchera non fa per lui.

Negli ultimi tempi il Solitario ha dovuto lottare con avverse vicissitudini, spesso fermo per infortuni, ha faticato per riprendersi ma i troppi impegni lo hanno privato di appuntamenti ad orari che ormai sono ricordi di ventenne quando di lavoro non ce n'era, ancora...

Il Solitario adora correre da solo il lungo lento, imposta il ritmo sin da subito, preferisce correre in progressione o prendersi una pausa se stanco dall'allenamento estenuante del giorno precedente, spesso contornato da ripetute a doppia cifra o doppio chilometraggio.
Il lungo molto spesso è il suo cavallo di battaglia, il termometro del suo stato di forma e capita spesso di correrlo più forte che in compagnia, appunto, in solitario, a briglie sciolte.

Il Solitario va dove gli pare, passa da casa a Mondello e da Mondello a casa con una tale facilità che i posti che conosce più assiduamente sono i percorsi del Parco della Favorita che, insieme allo Stadio, rappresentano il suo rifugio dallo stress.
Non è facile respirare aria pura, lo è di più al mattino, ma ad ogni ora poter correre è un regalo destinato dall'alto dei cieli.

Il Solitario non capisce il significato della mondanità e dello svago giovanile inteso come relax, che per il 99,9999% delle persone rappresenta il radunarsi per i viottoli del Centro storico della Città e parlottare tutti appiccicati unitamente ad un rumore assordante di musica, magari all'impiedi e sorseggiando un cocktail.
La restante parte di quella percentuale ed unico nel suo genere, appartiene a chi, come il Solitario, se ne scapperebbe e di corsa da questi posti, tanto per cambiare, ed ovviamente non capisce il senso di tutto ciò.
Relax per lui è ben altro, ma stranamente collegato alla fatica.
Ma solo un Runner può ben capire...

Il Solitario può essere critico con se stesso, può lamentarsi con se stesso ed essere sempre insoddisfatto.
E' nella sua indole pretendere di più, qualcosa, ma in fondo sa bene quanto vale e quanti ricordi gli hanno donato quelle scarpe multicolori che indossa, rigorosamente a Tre Strisce, fedeli compagne d'avventure in ogni dove.

Il Solitario odia pregare il prossimo, alle volte è schivo, forse troppo ed è per questo che non ha ottenuto di più.
Avrebbe potuto essere coinvolgente, creare una fila di pretendenti in bicicletta che seguissero i suoi allenamenti, sarebbe stato essenziale, ma a dir la verità al Solitario non piace chiedere favori.
Poche biciclette al suo fianco ed un unico, inimitabile motorino ronzante, quello del Coach.

Il Solitario se lo vedi in compagnia è perchè ama condividere la propria passione con gli altri e, perchè no, dare al prossimo una possibilità di ritoccare un suo Personale.
Il Solitario ha aiutato molte persone negli ultimi anni a migliorare tanti Primati Personali e lui invece non è riuscito per svariati motivi, ma non per questo è meno felice, anzi lo è di più.

Il Solitario ha fatto la sua gavetta, ha incontrato mille mila persone grazie al Running, sport molto Social, ha cambiato il suo carattere che resta sempre schivo ma più aperto di un tempo.
Eppure la gente importante davvero continua a contarla sulla punta delle dita di una mano... facciamo due!

Il Solitario deve tanto al suo sport, parabola di vita, di lotta continua, di apprezzamento di ogni singolo secondo che passa, che aiuta a tenere alto il morale e lotta contro le iniquità che la Società impone.
Non è uno stile di vita, è un modo sano di interpretarla la vita.
Il tasto di "Reset" lo preme correndo e lo preme tutti i giorni.

Il Solitario un bel giorno ha incontrato una persona importante.
Da oggi Filippo tanto Solitario non lo sarà più...

venerdì 26 giugno 2015

Trofeo Kalat 10K - Amato dai Veri Runners!

Podio M35, l'eroe al centro è Vito Massimo Catania!
Caltanissetta, 14 giugno.

Ormai il panorama delle gare Ultra ha mietuto così tante vittime che ormai le "garette" da 10K vengono snobbate da questi super-atleti che non le reputano interessanti...
Ahi ahi, cosa vi perdete!
Sarà il fascino della Strada, lo sarà ancor di più quello della Pista, ma l'intensità con la quale si corre questo tipo di corse mi affascina e non poco e non smette mai di farmi sognare.

Risolvo qui e subito il " Caso Cortina - Dobbiaco": purtroppo le procedure per ottenere il Certificato medico di idoneità all'agonismo aumentano e sono più restrittive.
Ho la fortuna di appoggiarmi tutti gli anni ad un centro medico fatto di gente seria e scrupolosa, medici che ci tengono alla salute degli atleti che visitano.
Così, convinto che il mio certificato medico non fosse ancora scaduto, nonostante avessi già sostenuto 3 esami clinici nell'arco di tre settimane per rinnovarlo, al ritiro del pettorale ho trovato (giustamente) il Bollino Rosso dalla Fidal.
Tanta rabbia e tanta frustrazione, per una pecca banale, ma ci sta: le dure lezioni servono sempre e si impara anche da una banale svista.
Con la salute non si scherza, per cui ben vengano le visite scrupolose: dal prossimo anno saprò bene che anche il Certificato medico dovrò letteralmente sudarmelo ed anche con largo anticipo!

Gli allenamenti, purtroppo, non hanno restituito segnali confortanti e non riesco a trovare un sol giorno di gloria in allenamento, sento di sfiorare continuamente il limite della riserva.
Pochi, quindi, gli allenamenti di rilievo e posti alla ricerca della velocità con un primo vero e proprio esordio in pista, calzando le scarpe chiodate come da molte stagioni ormai non accadeva più.

Ci provo a realizzare un bell'allenamento, come capitava un paio d'anni fa, ma come detto, continuo a tentennare, come per un 20 x 200m (R.2') di qualche giorno fa: per quindici ripetute tutto filava liscio, tenere i 30".7 - 31".0 per me era più che sufficiente.
Giunto in Pista un Grande Campione per il suo allenamento, sfrutto la scia durante un suo allungo e chiudo in 29".7.
Non riesco a recuperare più e le successive prove saranno dure salite da scalare.
Poco elegante, forzato, niente affatto fluido, quando si suol dire: "fa quella determinata cosa con i piedi"...
Ebbene, nell'atletica tutto ruota intorno all'uso dei piedi che nei momenti di fatica dimostravo di non avere.
Piedi non allenati, sovraccarico di tutto il resto della struttura, infortunio alle porte, questa è la verità.
Face to Face con il Favorito, Davide Ragusa, in grande condizione

Così, allarmato ma cosciente del periodo poco felice per l'atletica, sto correndo ai ripari con un approfondito esame del sangue, ma poichè non mento mai a me stesso, al di la dei risultati che rivelerò, dietro tanta e anomala fatica c'è l'assenza del giusto riposo e di tanto, tanto stress accumulato.
Problema che a suo tempo, risolverò.

Oltretutto, l'ultimo allenamento prima della gara che verrò a raccontare, si è incentrato sulla palese difficoltà nel riuscire a gestire la fatica, che sopraggiunge dopo pochi giri ad alta intensità ad inizio prova.
Per farla breve, riesco a mantenere una buona velocità segno che il tono muscolare e la regolarità degli allenamenti hanno conservato la loro pur ottima integrità, mentre le prove superiori ai 1.000m le sento soffrire in maniera spropositata.
E non è per via del caldo...

La cura dell'alimentazione e l'integrazione costante dei giusti prodotti del pre ed after workout non garantiscono la massima resa se il fisico non è abbastanza riposato.
E' la giusta legge della natura.

Il Trofeo Kalat, la nota 10K nel panorama siculo, è andato quindi secondo queste doverose premesse.
Voglia di provarci e rompere questo periodo con le motivazioni regalate dal sano agonismo, ma in realtà ero cosciente che non potevo forzare troppo l'andatura per evitare di "bollire" su per una delle tre lunghe salite previste dal programma.

Le gare mosse, movimentate e soprattutto corte mi mancavano e ne esco un po rigenerato mentalmente da questa gara dove riesco a mantenermi a galla.
Annunciati tra i protagonisti attesi alla vigilia, Davide Ragusa e Luigi Spinali che hanno dimostrato di andare tanto forte sulle distanze brevi dei 5 e 10K, altro non avrei potuto fare che provare a seguirli il più possibile ed arrendermi alla distanza.
D'altro canto il pronostico mi vedeva avversi altri ottimi avversari come Idrissi, Cimò e Vito Massimo Catania semmai quest'ultimo non avesse corso il giorno prima anche la 43K della 0-3.000m su per l'Etna!

Come preannunciato, giro difficile da gestire e tanto caldo ma ventilato.
Al via, parte avanti Ragusa e non si potrà più fermare, tanto che polverizzerà il precedente Record del percorso con un'efficiente corsa in solitaria.
Nonostante fossi passato in 2'58" al primo mille in discesa, era già avanti e dopo poca strada sarà Spinali a saltarmi sul tratto ondulato verso la piazza in Centro e staccarmi definitivamente lungo la prima salita della giornata che avrebbe chiuso il giro.

Gli inseguitori erano già parecchio staccati ma gestire altri due giri da 3,3K ciascuno non era cosa facile, così ho mantenuto la calma ed ho riservato le forze per il tratto finale.
Al termine del secondo giro ascoltavo la voce tuonante dello Speaker Marcellino che, entusiasta, vedeva rimontare Idrissi e, con tutta l'esperienza accumulata, spingo forte in discesa e do tutto pochi minuti dopo nel tratto del ritorno che mi vede in completa apnea negli ultimi, ardui, 300m finali.

Terzo posto conservato e pronostico mantenuto, ma con enorme fatica.

Nel complesso, bella gara, soprattutto grazie ad un percorso arduo e mai monotono che crea selezione e mette a dura prova le reali capacità atletiche.
Gara dura e calda, portata a termine!
Quando ogni cosa è al suo posto: pochi doppiaggi, un discreto numero di partecipanti così come l'accoglienza all'arrivo e persino l'intervento benefattore dell'autopompa dei Vigili del Fuoco a spruzzare acqua fresca sui partecipanti al culmine del giro sempre più maledetto.
Quest'ultima trovata, una novità assoluta da raccontare :-)

L'entusiasmo che ti regala la gara non te la da nessun altro stimolo; la voglia di non mollare mai è stata sempre la mia arma vincente e, seppur questi siano tutt'ora dei risultati mediocri, resto nell'attesa che la mia vita torni alla normalità.

Il giorno arriverà presto ed intanto ringrazio le Costanti della mia Vita da atleta, persone che mi supportano e mi conoscono da molti anni e chi mi apprezzano così come sono: risultato bello o meno bello che sia penso che siano in pochi a vedermi sempre con lo stesso occhio, l'occhio di chi ce la mette tutta per arrivare al traguardo, come ho sempre fatto.

Per tutti quelli che salgono soltanto sul carro del vincitore... beh, cosa c'è di meglio che continuare a correre in silenzio?

giovedì 11 giugno 2015

Adidas Ultra Boost - 100% Inarrestabile!

Adidas continua il suo percorso verso l'innovazione ed anche per quest'anno, grazie alla continua collaborazione, mi dedico alla recensione del frutto dell'esperienza accumulata in due anni dal lancio dell'innovativa mescola per intersuola, Boost.
In realtà Adidas, dal lancio della sempre versatile Energy Boost ha presentato una invidiabile gamma di scarpe con un mix di Boost e di Eva modellati nella maniera adatta ad offrire scarpe più o meno stabili, più o meno reattive.
Persino nelle ultime scarpe da gara, le rinomate ultraleggere che mietono vittorie e Record del Mondo (o personali) in ogni angolo del Mondo, presentano Boost in differenti misure e collocazioni: si va dalla Adizero Adios Boost con intersuola interamente in Boost (per tutta la sua lunghezza) alle Adizero Takumi Ren che inserisce Boost come elemento propulsivo dell'avampiede, rendendo di fatto adiprene ed adiprene plus storia passata (come evoluzione pretende).

Mai fin'ora avevamo visto l'utilizzo integrale di Boost al 100% per tutta l'intersuola e non avevamo potuto immaginare come avrebbe potuto presentarsi una scarpa che dal primo contatto del piede sulla scarpa fino all'ultima frazione di secondo dallo stacco da terra, offrisse integralmente l'esperienza Boost.

Così, dopo due anni di attesa dal lancio di Energy, Adidas inserisce un nuovo importante tassello al suo già importante parco - scarpe da Running, con la più prestigiosa e ambiziosa scarpa, la Ultra Boost, un concentrato di tutte le più innovative tecnologie a servizio dello Sport.

C'è molto da vedere in questa scarpa ma è bene chiarire che la Ultra Boost a mio avviso possiamo collocarla come una sorta di evoluzione della Energy Boost, della quale grosso modo prende la forma, ma che una volta calzata offre al piede tutta un'altra impostazione e modo di correre.
Con Adidas Ultra Boost si vola ;-)
In fin dei conti tra le due calzature ci sono soltanto 10 grammi di differenza (per la taglia media di riferimento, la 9 USA) ma a mio avviso a guadagnarci è solo il runner con un'esperienza di corsa davvero fantastica, che si vogliano correre lunghissime distanze o divertirsi con il proprio avversario ad una lotta serrata di sprint!

Come detto, il design resta grosso modo uguale ma aumenta leggermente l'ampiezza dell'intersuola ed il suo spessore, lasciando inalterata la rullata e l'impostazione tallone - avampiede, protesa in avanti.
Tradizionalista e semplice costruttivamente parlando, come le calzature Adidas di successo dei primi anni '80.

TOMAIA

Basta solamente calzare la Ultra Boost e capire che l'esperienza di calzata resterà impressa a lungo, magari con un sonoro "WOW"!

Il piede viene dolcemente afferrato e avvolto con ferma delicatezza nel collo piede, tallone e tendine d'achille tanto da dimenticarti che stai calzando una scarpa.
Non sarebbe nemmeno necessario allacciare la scarpa (ma lo è, perchè i lacci di fatto integrano le tre strisce in materiale plastico a supporto dell'arco plantare e danno stabilità della scarpa) perchè questa tomaia diventerà automaticamente un calzino per il tuo piede e mai potrà essere tolto dalla scarpa, se non volontariamente e con discreta forza.

Da quel momento, basta allacciare anche delicatamente i lacci e si potrà iniziare a correre quanto si vorrà!

Se non si fosse capito, invito i Triathleti ambiziosi a provare la Ultra Boost e afferrarne i benefici di una calzata ferma, morbida e rapida, correrci in negozio e capirete che arma potreste avere in zona cambio!

Porgo infine l'attenzione al solito discorso inerente a quale misura a questo punto si dovrà scegliere per avere la migliore esperienza di calzata con la Ultra Boost e rispondo che senza ombra di dubbio dovrete scegliere la taglia Adidas abituale con la quale avete corso in precedenza, sembrerà (ripeto: sembrerà) calzare stretta ma è il corretto concetto di calzata applicata a questa scarpa.
Resta assodato che la Energy Boost calzi ancora più stretta (perchè è nata così), quindi ribadisco che risulta comodo per la Energy acquistarla con mezza taglia in più!

Primeknit e Tre strisce integrate in una allacciatura che è una favola!
La risposta la fornisce semplicemente la tomaia tra le più discusse degli ultimi anni: il Primeknit!
Finalmente ho avuto il privilegio di testare questa nota tomaia, peraltro rivoluzionaria e ne sono rimasto a dir poco entusiasta!
La semplicità del concetto Primeknit applicato ad una tomaia in effetti ha richiami antichi e tradizionalisti: da anni si tenta di creare una tomaia che presenti zero cuciture e zero sfregamenti al piede di modo che si possa idealmente correre anche senza un calzino... perchè allora non vestire il piede con un pezzo unico come se fatto (anticamente) a maglia?
La tecnologia aiuta le Aziende di scarpe sportive e Adidas da leader nel settore applica l'idea con i più innovativi macchinari.

Ringrazio, quindi, Hypebeast che in questo Video postato su Youtube mostri i processi di assemblaggio della Adidas Ultra Boost e come venga a tutti gli effetti realizzata la tomaia "ricamata" in Primeknit, ovvero grazie all'aiuto di un plotter "speciale" ;-)

Primeknit all'opera mi stupisce anche per la semplice idea: non solo avvolge morbidamente il piede senza dare quella sensazione di oppressione fastidiosa tipica di una tomaia elastica (per intenderci, il Techfit piace a tanti ma l'effetto di compressione al piede può provocare eccessivo surriscaldamento specie d'estate e maggior rischio a sfregamento), ma fa di più: dalle prime uscite avevo intuito che la scarpa tendesse ad allargarsi ed adattarsi insieme al piede.
Il piede quando si fa attività fisica, tende ad ingrandire e gonfiarsi perchè richiama molti vasi linfatici e venosi a svolgere del lavoro extra, Primeknit essendo "fatto a maglia" si espande con esso rendendo la scarpa ancora più elastica, così aprendo la propria trama favorisce ulteriormente la traspirazione del piede.
Fantastico!

Il tallone è reso stabile dalla speciale conchiglia protettiva, morbida e contenitiva progettata per il nuovo modello, adatta a rendere molto libero il tendine d'achille, a favorire il naturale movimento del piede ed a tenere stabile lo stesso durante le continue falcate a terra nelle quali interviene costantemente la ormai esuberanza reattiva di Boost.

INTERSUOLA

Cento Per Cento Boost!
La novità niente affatto scontata regala piacevoli sorprese.
L'intersuola appare di per se più larga che negli altri modelli, come Supernova Glide Boost o Energy Boost e tolta la soletta si nota immediatamente che il piede è interamente a contatto con Boost, mai accaduto prima d'ora.

Sin dalle prime uscite, non mi sono lasciato prendere nè da facili entusiasmi nè da verdetti troppo scontati, aspettando che la scarpa stessa si adattasse alla mia meccanica di corsa e viceversa.
Inizialmente, infatti, prevale quel senso di comfort e ammortizzazione che, unito alla reattività di Boost ti confonde le idee.
Durante il fondo lento, invece sembrerà tutto rientrato nella normalità, quando la ferma comodità della tomaia unita all'impostazione ben improntata in avanti del piede ti faranno correre con assoluta semplicità.
Se non ti impegni molto, il piede sembra lavorare meno per spingere e c'è la netta sensazione che Boost ti aiuti, più di ogni altra scarpa che abbia mai provato.

I chilometri scorrono via facilmente, è presto detto, ma ciò che aiuta molto è l'intersuola più comoda che sulla Energy e la calzata dove il piede è davvero tanto a suo agio.
Quando verrà il momento di spingere, e mi è capitato in alcuni fartlek o in tratti di salita ripida, Boost cambia pelle e ti aiuta a correre con più efficienza grazie alla sua proverbiale reattività.

A mio parere, alle volte il Boost è troppo brusco rispetto ad un'intersuola con vecchio EVA, e trovo una maggiore sollecitazione tendinea ed attorno la caviglia, ma è poca cosa considerato che dopo una decina di uscite (il tempo di permettere alla scarpa di assestarsi al piede) non lo si avverte più.
Ci si deve abituare al modo di correre con Boost, è stato sempre un punto focale di argomentazione, e queste Ultra Boost compensano la loro reattività con un peso non troppo leggero ed una maggiore morbidezza.

A conti fatti, avere il 100% di Boost nell'intersuola si ha soltanto un guadagno: in termini di ammortizzazione ed in termini di spinta, relativamente al peso della scarpa.
Il fattore della tomaia in Primeknit, infine, lavora in maniera eccellente con questa intersuola pure-Boost, in quanto senti espandere tutta la scarpa che lavora con il tuo piede ben ancorato alla stessa.
E' un passo avanti che nelle precedenti scarpe in Boost non avevo avvertito, almeno non in questa maniera così evidente: più spingi e più la scarpa si adatta al tuo modo di aggredire il terreno.

Si tratta di una prerogativa di una scarpa di ultima tecnologia perchè sia le tomaie che le intersuole di scarpe nate fino a pochi anni prima dell'avvento di Boost non avrebbero permesso una simile sensazione durante la tua corsa...

SUOLA

Dettagli di Suola (arrotondata agli angoli), Torsion e Primeknit
La suola, come mostrato qui in foto, è stata realizzata nella forma reticolare e da un'ampio incavo centrale viene ricavato lo spazio per accogliere il sistema Torsion (che limita e controlla il movimento della scarpa in funzione della naturale pronazione del piede), come per il modello Energy Boost, integrato con quasi tutta la lunghezza dell'intersuola.

Si può notare, infatti, come dal centro si espanda con il supporto plastico sia verso l'avampiede che verso la parte interna del piede, anche posteriormente, come se volesse seguire integralmente l'azione stessa del runner durante la sua corsa, rendendo ancor più reattivo e stabile il passo.

La suola è di ottimo grip, con una forma puntellata che all'inizio regala un'ottima aderenza al terreno.
Lo spesso strato di Boost attutisce ogni shock al terreno e questa Ultra Boost l'ho portata anche in leggero Off-Road con ottimi risultati, almeno per quanto riguarda il superamento di ostacoli ostili come possono essere dei tratti pieni di sassi ed avvallamenti rocciosi.
Insomma, si può andare benissimo a correre al parco cittadino e fare anche qualche escursione di leggero Trail senza che il piede nè le articolazioni ne risentano!

Non mi sento, invece di consigliare questa scarpa comunque nata per correre sull'asfalto per tratti di Trail fangoso, bagnato e scivoloso in quanto il Primeknit è comunque una tomaia fatta apposta per espellere l'umidità ed il sudore estivo e quindi maggiormente permeabile all'acqua ed allo sporco (sopra ho spiegato quanto sia elastica e come si allarghi la trama).

CONCLUSIONI

Ultra Boost è una novità assoluta nel panorama running, il completamento di questo percorso rivoluzionario nato nel 2013 e che ha visto alla luce parecchi nuovi modelli, alcuni dall'indubbio successo come Supernova Glide Boost ed Energy Boost.

Questa Ultra Boost la collocherei infatti come una sorta di evoluzione della Energy perchè di fatto segue la linea progettuale della prima nata della rivoluzione Boost e si comporta in modo similare: tanto reattiva e sempre pronta a seguire i tuoi istinti di corsa.
Rispetto ad Energy, cambia di molto la calzata, più ferma, decisa, ma meno stretta (ed è qui la lieta contraddizione!) che grazie al Primeknit svelta completamente tutte le doti di elasticità che possiede questa eccellente scarpa, tutta da scoprire in allenamento e gara e capace di cambiare la sua anima in base allo stile di corsa che si vorrà impostare.

Leggere, agili, scattanti, eppure sono delle A3 - Massimo Ammortizzamento!
Come dicevo, si colloca in mezzo, anche alla Supernova Glide Boost che, per quanto è equilibrata, resta la scelta più ponderata per correre i lunghissimi in tutta tranquillità in quanto ho notato un'impostazione di Boost nell'intersuola votato alla stabilità ed all'equilibrio generale della scarpa.
Infatti, a differenza della Glide, avremo con la Ultra Boost maggiore reattività e più ammortizzazione insieme; quindi mancherà quel senso di "equilibrio" (che si traduce anche in minore esuberanza) che apprezzo tanto nella SGlide Boost, tutta concretezza.

La Ultra Boost prende il voto massimo per me, Adidas ci regala una scarpa meravigliosa, duratura e ricca di ogni tecnologia attuale disponibile e di prim'ordine della casa tedesca.

Il massimo per chi cerca una scarpa "all in one", perfetta ad ogni scopo dell'allenamento, leggera, traspirante, rapida e morbida, può anche essere indossata dagli "oversize" purchè non abbiano eccessivi problemi di iperpronazione.

Che ben venga il 100% di Boost, grazie Adidas, attendiamo nuovi modelli!

NEW YORK CITY MARATHON 2010 (Foto Podisti.net)

NEW YORK CITY MARATHON 2010 (Foto Podisti.net)
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