41° New York City Marathon - 20° Posto Assoluto - 1° Europeo

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Un Sogno Ad Occhi Aperti...

venerdì 27 maggio 2016

Un voluto ritorno alle origini

Continuerò a correre, per vivere emozioni quotidiane nella mia splendida
Città, finchè avrò fiato nei polmoni e volontà nella mia testa...
Palermo, maggio 2016.

Tanto lavoro, poche gare, ma una voglia di ritrovare quelle forti emozioni placate e annullate troppo spesso da risultati e prestazioni in gara quantomeno deludenti.

Era giusto tornare alle origini, là dove la scalata è iniziata e là dove ho dovuta interromperla per vari imprevisti che questo amaro sport riserva, ovvero gli infortuni.

Dopo la deludente Maratona di Milano serviva mettersi calmi al lavoro per ritrovare voglia di lottare e motivazioni, perchè è più stimolante confrontarsi con dei ragazzini rampanti in un confronto breve in pista, che sollecitarsi tutte le domeniche in corse su strada che non hanno più il prestigio di un tempo.

E' stato doveroso effettuare un esame del sangue che ha restituito un ovvio responso: sideremia, ferritina e transferrina hanno valori bassi ma non troppo: probabilmente è questa la causa che ha contribuito a creare risultati altalenanti.
I tempi di arrancare dovranno finire e con maggior cura si può risalire la china.

Intanto, come detto, il Prof Liga ha iniziato un nuovo percorso nel tentativo di ritrovare la velocità persa per strada negli ultimi anni.
E nel solo mese corrente ho potuto dimostrare quello che sentivo dentro di me, che tutto il mio valore non è perso ma serve solo lavorarci!

Terminato il mini - ciclo di potenziamento su sabbia, abbiamo lavorato molto sulla resistenza alla velocità.
I risultati sono stati discreti, ma ovviamente tutti questi allenamenti comportano ampi recuperi, il che per esperienza diretta possono trarre in inganno quando invece si dovrà lavorare su recuperi più serrati.

Non c'è paragone nel lavorare ad esempio su ripetute brevi (dai 100m ai  400m) con recupero di 2 o 3 minuti nelle quali la componente fatica si sente meno (ed è ottimo per chi ha valori di sangue bassi che non consentono recuperi brevi), contro un allenamento magari corso in compagnia nel quale serve un recupero in corsa di 100m o 200m in suppless dove al massimo dopo 45 secondi devi ripartire o nelle classiche ripetute di 400m con recupero 1 minuto (o peggio 45 secondi) oppure ancora gli 8 x 1.000m recupero 1'30".

In tutti questi ultimi esempi, saper recuperare rappresenta tutta la sostanza dell'allenamento e dimostrare incapacità o tentennamento fa capire che non si è ancora preparati per la gara vera che non presenta alcun recupero od alcuna interruzione!

Ma non si può ricostruire tutto in un sol mese e posso affermare che, al di la del risultato che potrò ottenere ad Asti, a giugno potrò esibire un buon esordio su Pista.
Ormai è tempo di raccogliere un primo risultato e dimostrare che non tutte le cause della sensazione di spossamento e valori bassi possono essere attribuite alla sola eccessiva sudorazione!

Giornate positive, altre meno ed allenamenti che mi piace sempre di più tornare a raccontare.

Mercoledì 4 maggio, in gruppo abbiamo potuto correre un grande classico, nel tentativo di acquisire un minimo di velocità: 10 x 400m (R.1') + R.6' + 1.000m.
La serie: 66".1 - 66".6 - 68".5 - 67".7 - 68"0 - 69".0 - 67".8 - 67".2 - 70".1 - 67".9 e 2'55".5.
Correre le ripetute in compagnia è tutta un'altra cosa, è molto più semplice e l'allenamento denota le difficoltà di stare sotto i 70 secondi.

Domenica 8 maggio è ora di correre 6 x 1.000m (R.3').
Quello che intendevo sopra è concretizzato qui: con tre minuti di recupero non si può pretendere di avere un risultato di gran rilievo perchè hai tantissimo tempo per riequilibrare le energie.
Quindi, seppur fatto al mattino, si tratta di buoni riscontri: 2'58".7 - 3'00".0 - 3'04".1 - 3'01".0 - 3'01".6 - 2'57".0 e con una ultima prova tirata al massimo ed in solitaria.
Dimostrazione del fatto che, non appena si scende di pochi secondi in un mille metri le forze calano drasticamente...

A dimostrazione del fatto che l'altalena sale e scende, quando mi è toccato di correre un medio da 12K (sempre da solo e con una prima vera giornata di caldo estivo), mercoledì 11 mi sono trovato di fronte un muro di negatività.
Partito sui ritmi di 3'20" e presto calato a 3'24", una volta affrontato il percorso della Villetta, non ho saputo più trovare scioltezza e con le gambe sempre più pesanti è stato saggio ritirarsi...
Non ero più in grado di correre e solo tanta rabbia e sudore.
Il Prof. non dimostra di essere molto contento ma la mia cocciutaggine lo sovrasta: quel giorno decidiamo di effettuare gli esami del sangue...

Così, sabato 14 in piena solitudine mi affido alla provvidenza ed al lungo rettilineo dello Zen per effettuare un lungo allenamento, lontano dalla Pista.
2 x 2.000m (R.4') + 3 x 1.000m (R.3') + 3 x 500m (R.'3').
Scottato come un'aragosta dal fallimento del medio, mi butto con rabbia sul primo 2K (a sfavore di percorso) e soffro in maniera esagerata per essere la prima ripetuta.
Dovrò stringere i denti per chiudere l'intero lavoro ma il blocco dei 500m riveleranno che resto ancora veloce a sufficienza per rientrare al più presto competitivo.
6'27".3 - 6'09".8 - 3'07".6 - 2'59".2 - 3'09".0 - 1'28".1 - 1'25".5 - 1'22".7.

Lunedì 16 va in scena il prologo di un doppio lavoro e mi piace potermi esprimere in progressione come è giusto fare sempre:
Medio da 6,400 Km (12 giri dell'anello esterno dello stadio da 535m) in 21'14" (a 3'18"/Km) corsi in enorme scioltezza specie negli ultimi 4 giri chiusi in 1'43" - 1'44" - 1'43" ed 1'38".8.
Martedì 17 invece, si inizia con un lavoro di velocità: 10 x 100m (R.2') svolti tra 14".7 e 14".2 e, dopo un recupero di 8 minuti, un altro Medio da 6,400Km.Le gambe erano "suonate" dalla cattiveria impressa negli sprint effettuati in compagnia e quindi con grande stimolo, tant'è che inizialmente avevo il fiatone anche per andare piano.
Successivamente è sopraggiunta anche la fatica che, sommata all'acidosi nelle gambe ha reso il gioco difficile ma sempre accattivante, così ho saputo chiudere ugualmente solo nell'ultimo giro ma con un discreto 21'33".

Venerdì 20 il Prof. prova nuovamente con il lavoro di ripetute lunghe (simile a quello svolto il 14) e stavolta sotto la sua supervisione.
Siamo allo Stadio e per il troppo vento iniziamo a correre lungo l'anello esterno.
I risultati sono incoraggianti e ricalcano grosso modo quelli della settimana scorsa ma con meno fatica.
Giusto per non rivelare tutto, cito soltanto l'ultimo dei tre 500m previsti chiuso in un incoraggiante 1'22".5.

Infine siamo arrivati alla settimana corrente.
Lunedì 23 era ora di provare nuovamente con 10 x 400m (R.1') ed un 1.000m finale.
Purtroppo trovandomi da solo non ho potuto beneficiare di scie ma durante il riscaldamento mi sentivo assolutamente in forma e pieno di pensieri positivi.
Risultato? Allenamento sotto tono già dalla prima ripetuta volutamente spinta per iniziare più che bene e chiusa miserendevolmente in 1'09".2...
Successivamente è stata una lotta continua per non scendere sotto 1'10" mai riuscita e con grande fatica da parte mia: evanescente e con mille interrogativi nella mia testa.
A dispetto della magra prestazione, correre il giorno dopo è stato persino difficoltoso e come al solito, alla vigilia di una gara importante, tante nubi sono scese nel mio reale stato di forma.

Che sappia cambiare ritmo all'improvviso è ormai un dato di fatto e non più una felice sorpresa (vedi il racconto della Mezza Maratona di Pergusa).
Che dovrò fare il conto con il caldo e con chissà quale condizione atletica è una grossa incognita.

Intanto, ad Asti sarà presente un pezzo importante del Good Race Team, motivo per il quale mi troverò ai nastri di partenza domenica prossima ;-)

mercoledì 11 maggio 2016

Adidas Adizero Boston Boost - Leggerezza e Comodità insieme in una Scarpa da Gara

Adidas da molti anni ormai mi da la possibilità di correre ed utilizzare le proprie calzature in gara ed in allenamento.

Da un po di tempo è uscita la nuova versione rinnovata della celebre Intermedia "A2", la Adizero Boston, oggi dotata dell'esclusivo e rivoluzionario sistema "Boost", leggero, molto reattivo ed al pari ammortizzante.

Finalmente, provo a recensirla ed è importante farlo perchè si tratta dell'ammiraglia tra le scarpe "racing", veloci, affidabili alla portata di molti runners che aspirino a migliorare il proprio Personal Best per gare fino alla Maratona (dipende dal peso e dall'appoggio del runner stesso).

Al pari della Adizero Boston Boost (da quest'anno il termine "Boost" è stato soppresso in alcuni modelli perchè non è più novità ma prassi consolidata adottarlo nelle scarpe Top nel Running per tecnologia applicata) esiste la variante con leggero supporto antipronazione nella parte interna della scarpa, che è la Adizero Tempo: entrambi i modelli si differenziano nel dettaglio appena descritto e possono essere di aiuto e supporto per piedi veloci con eccessiva rotazione plantare verso l'interno.

Sulla Adizero Boston posso raccontare interi capitoli di allenamenti corsi negli ultimi 10 anni che ricordano nostalgia, ciò per descrivere quanto sia importante per Adidas questa scarpa e quanta cura nei dettagli abbia rivolto in ogni suo modello, in ogni sua evoluzione.

Il concetto principale nello sviluppo della Adizero Boston deriva dalla volontà di offrire una scarpa da gara che non sia quella dei grandi Campioni africani come la Adizero Adios Boost che davvero in pochi possono calzare per via dell'estrema leggerezza e dalla scarsa protezione agli impatti (a meno che non si viaggi attorno i 3'00"/Km), ma una ottima via di mezzo con materiali, calzata e grip curati nei minimi dettagli.

TOMAIA.

La tomaia di quest'ultima versione è stata rivoluzionata e con essa anche la calzata.

I dettagli della Tomaia rivelano grande traspirazione
Se in Adidas potevano modificare qualcosa in meglio, era la sensazione del piede dentro la scarpa.

Se nelle ultime versioni vestire la Boston significava calzare un guanto (perfetta per molti piedi, magari scomoda per altri), in questa fantastica Boston Boost il piede è finalmente a suo agio, specialmente nella zona della caviglia - tallone - tendine d'achille, restituendo una sensazione indescrivibile di leggerezza e libertà dei movimenti.

Ad essere puntigliosi la scarpa risulta essere sempre "a misura" ma una volta che il piede è dentro sento che è la Boston più comoda di sempre.

L'allacciatura permette oltretutto di tenere, se si vuole, molto libera la caviglia (come preferisco), evitando di tenere pressati i tendini lì vicino per non compromettere gli appoggi a lungo andare.
La sensazione di libertà è talmente concreta che mi è capitato in gara di avvertire l'errata sensazione di correre con le scarpe quasi slacciate quando invece le stringhe erano saldamente ben strette.

Volendo, si può anche stringere l'allacciatura tramite l'ultimo passante per le stringhe ed ottenere una presa maggiore, ma lo sconsiglio.
La stabilità dell'arco plantare è garantita dalle Tre Strisce integrate all'allacciatura ben fascianti e sinonimo di tradizione (e funzionalità) del marchio tedesco.

Il materiale usato, sempre di alta qualità, è uno scamosciato molto gradevole al tatto che crea una "struttura" molto resistente attorno al piede, mentre il mesh traforato dal bell'effetto cromatico non troppo evidente garantisce leggerezza e grande ventilazione.
Questo mesh è estremamente traspirante tant'è che in alcuni allenamenti effettuati sulla sabbia per curare il potenziamento generale, ha "imbarcato" molta sabbia nell'avampiede.
Ciò significa che la scarpa di per se è molto ben traspirante e, come già verificato, si mantiene leggera pur se carica di sudore e bagnato e si asciuga rapidamente.

Voti massimi per la rivoluzione al modello che riceve quindi molto più comfort e lascia alle scarpe super - leggere come la Adios Boost il ruolo di aderenti al piede.

INTERSUOLA IN BOOST

Boost è esteso a tutta la pianta del piede e garantisce la giusta stabilità
La conchiglia retrostante, estesa, tiene ben ferma la zona del tallone.
Come anticipato, l'intersuola in Boost rappresenta la rivoluzione per un modello che ha adottato costantemente negli anni le maggiori tecnologie della casa tedesca.
Boost applicato a questa scarpa è eccezionale.
A differenza del modello altrettanto leggero ma non come questo, ovvero la Energy Boost, correre con questa Boston ti regala immediatamente una sensazione di grande reattività unita ad una piacevole e decisa morbidezza, quella che non fa rallentare la tua corsa.

Tra i due modelli, infatti, vince la grande leggerezza nella Boston che permette quindi di correre anche su pista le distanze di allenamento più veloci senza subirne penalizzazioni.
Che tu faccia le ripetute di 3.000m o che corri quelle di 200m, la Boston Boost reagisce egregiamente grazie all'intersuola reattiva esclusiva di Adidas.

"Hai la netta sensazione di correre sopra un piatto corde di una racchetta da tennis": la migliore impressione che riesco a descrivere a parole su questo modello è ciò che ho appena trascritto.
Ti senti protetto abbastanza dagli impatti a terra che non hai tempo di realizzarlo e ti senti nuovamente spinto avanti, rapidamente.
E più rapidamente che su una Energy Boost, altrettanto reattiva ma con una conformazione dell'intersuola diversa e tale da stimolare tutta la pianta del piede a spingere.

Dal punto di vista della stabilità, correre su questa Boston Boost non è come correre con una chiodata e se hai voglia di picchiare seriamente su distanze brevi senza sentire lo stress salire fin su i bicipiti femorali, questa è la scarpa giusta.
Elastica e reattiva al punto giusto, non carica troppo sul tendine d'achille ed è fondamentale per chi vuole correre a lungo sui ritmi del proprio primato personale.

Il rendimento è sempre ottimo, Boost non esaurisce il suo potere ammortizzante facilmente e rende tutte le scarpe Adidas Running imbattibili per durata tanto che avendone cura adeguata, tenendole sempre pulite, asciutte e in luoghi ventilati, allungherete di molto la vita della scarpa (ed è un consiglio generale per tutti).

La comodità della scarpa, quindi rende la corsa il più naturale possibile e permette di spingere al massimo senza sentire troppo costretto il piede che ora si può muovere più naturalmente di prima.
A dire il vero ho sempre apprezzato la "calzata a guanto" che non ti fa accorgere nemmeno di averla allacciata ai piedi, ma il lavoro effettuato sulla nuova Boston è eccellente e la si può indossare anche senza calzini essendo priva di cuciture.

Infatti, a meno che non parliamo di possenti ex nuotatori, questa Boston Boost è la scarpa ideale per i triathleti che, con le loro stringhe elasticizzate esigono una rapida e comoda calzata in una scarpa da ultima frazione podistica.

SUOLA

"Only The Best" per Adizero, con gomma Continental
La suola, come da tradizione, è dal grip massimale ed in Gomma Continental.
Boston da sempre significa massima trazione, massima presa al terreno e grip fenomenale.

Il design della suola ricalca quello applicato su tutti i modelli Running di Adidas ed è ovviamente adatto a correre su strada o su pista.
Come testato ampiamente su più modelli, la gomma Continental restituisce alla scarpa più durata, grip maggiore ed una resistenza all'usura migliore e più uniforme.
Non a caso sono pochi i modelli da running che adottano questa mescola speciale.

Nel complesso, tra intersuola in Boost e suola in gomma Continental, si ottiene una scarpa dalla risposta reattiva ma anche moderatamente ammortizzata, su tutta la pianta del piede.

Il Torsion System è moderato ma permette di avere la giusta rigidità mediale che aiuta il naturale movimento del piede senza esporlo a eccessive rotazioni.
La scarpa ha una ovvia impostazione neutra ma è tutto il sistema Boost che distribuisce con efficacia la forza di impatto al terreno.

CONCLUSIONI

Prima o poi, se corri e fai qualche gara durante l'anno, ambisci a divertirti su ogni distanza, anche più breve.
Puoi correre tutti i giorni alla stessa andatura, ma chi ha qualche ambizione in più, prima o poi metterà alla prova se stesso.
Torsion System nella zona mediale
non esteso lateralmente
Da quasi vent'anni vedo la mia Città come un enorme parco giochi e mi diverto a raccontare all'occorrenza tutti i primati personali raggiunti nelle salite, su pista, sui percorsi misurati e ad ogni occasione ci sia la volontà di mettersi in discussione o provare a migliorare i propri limiti.

Ed a questo servono le scarpe più leggere ed ambiziose, che viaggiano insieme alle inseparabili A3 Ammortizzanti per il fondo lento di tutti i giorni come le Adidas Supernova Glide Boost.

La Boston Boost rappresenta cura nei dettagli, semplicità e tutta la attuale tecnologia che Adidas porta nel mondo delle corse, testate dai migliori corridori africani autori dei Record del Mondo della Maratona.

Questo modello permette alla maggior parte dei runner ambiziosi, dal peso medio-leggero, di volersi cimentare su distanze più brevi o rischiare il tutto e per tutto senza incorrere in fastidiosi infortuni fin'oltre la mezza maratona con l'aggiunta del comfort e della comodità di un modello ottimo per resa, tenuta e leggerezza.

Adizero Boston Boost, la scarpa da gara alla portata di tutti!

NEW YORK CITY MARATHON 2010 (Foto Podisti.net)

NEW YORK CITY MARATHON 2010 (Foto Podisti.net)
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