41° New York City Marathon - 20° Posto Assoluto - 1° Europeo

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Un Sogno Ad Occhi Aperti...

martedì 28 febbraio 2017

Malanni di Stagione non Fermano un Runner!

Dipende come la vedi... a scendere è molto facile ma a salirla è sempre dura!
Salita (o discesa) di Mondello
Palermo, febbraio 2017

Potrebbe andare meglio, a dicembre era tutta un'altra cosa e quel buon 1h10'42" colto in Veneto mi avrebbe rilanciato.
La vita di tutti i giorni ha pesantemente influito in modo negativo con alcuni spiacevoli eventi che hanno complicato non di poco le sedute di allenamento che iniziano a farsi sempre più impegnative, specie per ovvi motivi di tempo: se hai la Maratona come obiettivo principale, i chilometri dovranno aumentare!

Nelle settimane da poco passate la situazione non è delle migliori, costretto a saltare la seconda prova dei CdS di Cross prevista a Piazza Armerina il 05 febbraio per colpa di un mal di gola che si è rivelato persistente, invece di rallentare e curarmi (al mattino è stato impossibile correre per quanto fosse infiammata la gola ed il malessere diffuso a tutte le vie respiratorie), ho cercato di iniziare a mettere sopra le gambe i primi allenamenti intensi di quasi un'ora, tutti interessanti da raccontare.
So bene che per cercare di ottenere un risultato di livello non ci si può limitare a svolgere il "compitino" impartito dal Prof. Liga, ma devi essere tu stesso con la tua esperienza ed i 15 anni di Maratone corse, a rendere quegli stessi allenamenti delle valide prove che possano dire a che punto sei nella preparazione.

Per chi non comprendesse a pieno il mio pensiero, un allenamento che comprenda un "volume" di chilometri importante (che non sia il banale allenamento di lungo lento da 1h00' o 1h20' o più, dipende dai ritmi, che può girare bene o non bene, non ha importanza) è determinante l'impegno che si metta nella complessità dello stesso.

Per esempio, quando durante il lunghissimo di 2h00' (32 Km circa) o più senti un cedimento specialmente nella 2° ora correndo male, sentendo i piedi non spingere più o calando nettamente il ritmo rispetto alla 1° ora nella quale avevi cercato di tenere un ritmo considerevolmente alto per essere un "lungo", devi iniziare a riflettere sul perchè hai reagito male ad un allenamento nel quale ovviamente non puoi già iniziare stressato o in condizioni climatiche e ambientali difficili.
Di contro, se quelle 2h00' le affronti con un ritmo blando all'inizio o magari correndo in compagnia con una persona un paio di gradini più lenta di te e la chiudi con la massima serenità, quell'allenamento ovviamente non ti dirà assolutamente nulla sul tuo effettivo grado di preparazione in quella settimana.

Alcuni allenamenti specifici non vanno presi mai sotto gamba, anche a costo di allenarsi da soli, e si, sarebbe bello avere qualcuno che ti segua in bicicletta o avendo al tuo fianco un atleta del tuo pari livello... è il modo migliore per riuscire a dare il meglio di se!

La stessa cosa per i medi o per le ripetute variate con recupero in corsa: se stai bene tutto fila liscio almeno nella prima metà, ma se la gamba non gira dall'inizio c'è sotto qualcosa che non va ed è bene non tralasciare questi aspetti.
Almeno, quando si tratta di medio, il rimedio è ripiegare su una gara locale anche di basso livello nel quale perdere contro un avversario sicuramente non è un'onta alla tua immagine (considerando il carico di lavoro che hai alle spalle).
Ricordando che... correre è una sfida contro se stessi e non contro i commenti social degli altri!

Per tutti questi motivi, infatti, so molto bene che mentire a se stessi non ti aiuterà alla partenza della gara più importante della prima parte della stagione.

Oltretutto, la tendenza di molti podisti amatoriali di mentire a se stessi, è ripiegare sul ritmo che leggono istantaneamente sull'orologio munito di GPS, in diverse fasi di quell'allenamento.
Niente di più sbagliato!
La strada mi ha insegnato che è bene misurare bene un percorso, cronometrarlo, prendere i parziali e fare il calcolo della media finale ottenuta dividendo il crono finale per i chilometri percorsi.
Quasi mai mi è capitato di avere a che fare con podisti consci di ciò e quindi assolutamente ignari della qualità dell'allenamento svolto, sparando numeri parecchio discostanti dalla realtà.
Per dirla in breve... Quando la mia media reale mi si innalza di 5" al chilometro rispetto alle mie migliori performance in allenamento, ne ho da preoccuparmi...

Di solito sono abituato a partire con il piede ben pigiato sull'acceleratore, ma a causa del persistente malanno, ho preferito mio malgrado a svolgere tutti gli allenamenti di lunga durata con la dovuta cautela, temendo un calo netto o addirittura fermarmi in anticipo.
Fermarsi in anticipo (senza alcuna apparente ragione, se non quella prettamente psicologica) comporta tutta una serie di conseguenze a catena che non porteranno di certo alla conclusione corretta del percorso - maratona che si intensifica ogni settimana che passa.

Conscio della mia situazione fisica così difficile da gestire e con un malanno addosso che sicuramente non aiuta a correre lunghissime distanze, ho preferito chiudere gli occhi al cronometro e portare a casa il risultato, senza mai abbattermi e dando esclusivamente il meglio di me stesso.

Il giorno stesso di Piazza Armerina Cross, il 05 febbraio, infatti, invece di andare a perdere su un percorso poco congeniale a me e buttare via una domenica, malanno o no, mi sono buttato su un allenamento parecchio impegnativo: salite da 10 x 500m parecchio ripide (sul versante mondelliano di Monte Pellegrino su strada), intervallate da un paio di cambi di ritmo (laddove potevo riuscirci), con recupero in discesa e, dopo 7 minuti corsi in suppless, ho corso al massimo il tratto dal semaforo di fine discesa di Mondello fino ai cancelli superiori, percorrendo di fatto tutta la salita di Mondello, lungo oltre 2 Km.

Con una domenica irrorata dal sole ho pensato bene di mettermi alla prova con un allenamento che nel complesso sfiorerà un'ora complessivamente.
Il versante di mondello, invero è pur sempre oscurato nel primo pomeriggio e da lassù, seppure limitatamente ai primi tornanti dello stesso, è piacevole osservare il mare che sembra essere vicino, sul lato Addaura.
Ma la fatica si fa subito sentire, come vuole il malessere diffuso, e le ripetute seguono un itinerario piatto di 2'05" - 2'10", senza grossi sussulti e senza sentire un'energia particolare.
Quei malanni che non sono completi non ti lasciano grossi strascichi ma non ti senti te stesso, infatti anche la salita finale mi sono trovato costretto a correrla senza mai riuscire a cambiar passo ed il cronometro infatti è stato di per se impietoso.

Ma se i giorni successivi correre il lungo è stato molto facile ed i piedi li sentivo più reattivi era per merito di un allenamento che, vuoi o non vuoi, ti tiene in discreta forma in attesa che i malanni vadano via.
E questo ragionamento, prima o poi, ti da sempre ragione...

Quando sei "dentro" un periodo simile, sai quindi che per due settimane devi "subire" gli allenamenti e tacere, non lamentarti e concludere ciò che hai da fare.
Purtroppo, causa i molteplici impegni della vita lavorativa e familiare, uniti alla programmazione Maratona, non ho trovato più coordinamento con i teenagers di Liga, trovandomi tutti i giorni inesorabilmente solo a correre.
Ormai avrete capito che ciò che non sopporto maggiormente è quando si corre il medio con quel maledetto GPS al polso: all'inizio si fa pur sempre qualche chilometro in pista tanto per assestare il ritmo, successivamente si esce altrove restando in zona in balia di una misura comunque ballerina.
Odio tutto questo ed alla fine preferisco andare nei miei soliti percorsi stradali ben misurati che non mentono mai.

Mercoledì 08 febbraio è un'altra giornata intensa e sono costretto a ripiegare sul giro in Villetta, presagendo di dover correre svariate tornate pur di completare il "lavoro" previsto di 3 x 5000m (R. 1.000m).
Sul giro da 815m converto in 3 x 4.890m (R. 815m) comunque probanti in un percorso muscolare ed in leggero sterratino.
Riaffiora una bella parte di me e mi difendo: 17'08" - 3'09" - 17'05" - 3'08" - 17'04" la serie per una media di 3'32"/Km che fa ben sperare per il futuro.

Ma il mal di gola tarda a passare e sabato 11 è l'ora del medio: 17 Km in Via dell'Olimpo, due giri netti da 8,5 Km.
Nella maniera più piatta immaginabile, porto a termine una dura fatica, sforzandomi di correre sui 3'20"/Km nei tratti con vento e pendenza a favore, per concludere con 31'03" + 30'40", Totale 1h01'43", ma quando non gira c'è da leccarsi le ferite ed in silenzio...
All'indomani, domenica 12, riescono bene le 2h00' di Lungo e tutto lo sforzo ha avuto una ragione.

La sensazione positiva nelle gambe ottenuta al termine di allenamenti di 1h30' - 1h45' più o meno giornalieri mi lasciano pacatamente soddisfatto: è il segnale che il corpo si sta abituando a correre tanto.

Finalmente riaffiora un sentore di benessere e mi viene la bella idea di chiedere al Prof di correre qualche prova "veloce" dato che era troppo tempo che non correvo a ridosso dei 3'00"/Km...
Non mi sentivo nemmeno in grado tanta era l'incertezza assunta da un periodo comunque ancora negativo dal quale dovevo dimostrare in qualche modo di esserne uscito.

La Pista, vuoi o non vuoi, quando ne hai bisogno è lì e con la sua aria quieta quando è bagnata dal sole invernale, ti coccola e ti ispira.
I 100m ripidi di Dallas, luogo storico di ripetute
Decidiamo, quindi, giovedì 16, di correre "solo" 15 x 500m (R. 1'30" in suppless).
Liga attacca il cronometro e provo a correre la prima ripetuta senza cercare l'impossibile: ultimamente mi accade di credere di andare più forte di quanto decreti impietosamente il cronometro ed invece inizio con un "buon" 1'30".
Mi rivelo essere un orologio: dalla 1° ripetuta alla 14° le chiuderò tutte in 1'30", decimo più, decimo meno, e con un Prof sempre più annoiato ma con sguardo positivo, gli concedo un'eccezione all'ultima chiusa in 1'26".8.
Non male per averle gestite tutte da solo, malanno di stagione ormai alle spalle ed all'indomani comanderò io!

Il secondo grosso allenamento era previsto al sabato 18, ma per motivi familiari non ho potuto: programma stravolto ed allungato nella distanza, non si poteva altrimenti.
Domenica 19, è l'ora della verità: 4K - 3K - 3K - 2K - 2K - 1K (R.1K) - Tot. 20 Km, inizia ad essere una distanza importante e correrla senza subire flessioni era imperativo.
Posso affermare di non essere ancora nella condizione fisica desiderata, ma riesco a terminare il tutto senza avvertire il peso della prova, il che è positivo.
Aver "riposato" un giorno in più ha reso e tanto, portandomi al via della prova con molta rilassatezza ed aiutandomi a gestire la prima parte, molto pesante e consistente dei 4 Km, 3Km, 3Km.
Avrei voluto di più nelle prove finali, quelle brevi, ed è lì che mi cruccio maggiormente, dato che ho preferito inizialmente correre con un profilo il meno aggressivo possibile, considerando che ho saputo tenere una media nei recuperi piuttosto alta...

Così la serie: 14'07" + 3'48" + 10'20" + 3'52" + 10'31" + 3'53" + 7'00" + 3'48" + 6'48" + 3'49" + 3'20" - Tot. 1h11'18" per una media di 3'33".9/Km.

Non metto un pettorale da tempo, ma alle volte è preferibile concentrarsi sull'obiettivo più importante invece di perdere tempo e domeniche intere distante da casa per correre una gara che non è affine alla distanza regina dei 42K.

Rinunce importanti ma fondamentali se voglio davvero entrare nella mentalità del maratoneta...

mercoledì 1 febbraio 2017

Tornano i Cross, il Freddo, il Fango

Pista Azzurra a Mazzarino, avercela in ogni Città italiana!
Mazzarino (CL) - 22 gennaio.

Breve storia triste: parte la stagione delle (poco) amate campestri, diluvia e cado scivolando nel fango - Fine della prima prova...
(chiedo scusa se non ho trovato tempo per raccontare l'intera storia)

Beh, non è andata "sinteticamente" così ;-)

In Sicilia la settimana appena trascorsa è stata la più fredda dell'anno solare, con temperature rigide e neve sulle sommità delle montagne.
Correre è stato, per così dire... differente, abituato come sono ai climi perennemente caldi della mia terra.
Palermo, oltretutto, ha offerto temperature non esageratamente rigide ma con picchi di umidità.
L'ideale per correre tanti chilometri in completo relax nelle prime ore del pomeriggio, prima che giunga il clima più disagevole ed il buio.

Sto "lavorando" ad una Maratona che correrò in aprile, una scommessa tutta nuova considerato che la mia vita ha subito diversi cambiamenti e l'anno è iniziato sotto la cattiva stella dello stress.

La prima tappa dei CdS di Cross regionali prevista a Mazzarino (CL), un paesino del nisseno che ha dato i natali a diversi grandi Campioni dell'atletica grazie all'impegno costante dei Coach locali, ha una vera e propria Pista di Atletica leggera che si presenta nel suo fulgore, nuova e ben tenuta, dall'elegante colore blu!

Vedere una "perla" così bella dentro un contesto sociale così lasciato al suo destino lascia perplessi su come sia abbandonata a se stessa una grande fetta della Regione Sicilia.
Non voglio gettare "fango" (e qui il termine è quanto mai appropriato dato che parliamo di corsa campestre) sulla cittadinanza ma vedere tanto verde lasciato all'abbandono così come tante opere di edilizia incompiute come lo stesso impianto sportivo adiacente alla Pista di Atletica, ti lascia molto perplesso.

Possiamo fare lo stesso discorso anche per Palermo che vede cadere a pezzi il Palazzetto dello Sport da diversi anni e lo Stadio delle Palme che ha bisogno di urgente "lifting" (in primis il rifacimento del Manto - Tartan della Pista) non viene preso in considerazione tutt'oggi dai tecnici del Comune ma... si spera!
E sperando sperando una Città cade nella disperazione prima o poi...

Tornando al Cross di Mazzarino, la partecipazione alla gara che comprendeva sia le categorie dei giovanissimi oltre che quelle Assolute, ha visto parecchie defezioni.
Tra le tante, per il pericolo maltempo che imperversava l'Isola in quelle ore, l'assenza in blocco del CUS Palermo ha fatto la voce grossa, con i loro tanto atleti promettenti che optavano per un allenamento fatto "in casa" al posto del pettorale sulla canottiera.
Scelta discutibile o no e molto comprensibile per le categorie giovanili che non si mettono a rischio a bordo di un pullman nelle già disastrate strade siciliane, una gara si svolge in qualunque condizione meteo, avversa o non avversa che sia e se si riteneva di posticipare lo svolgimento della manifestazione andava deciso per tempo con un comunicato ufficiale.
Gli assenti perdono sempre, è la legge dello sport.

Marco ha tanta voglia di correre, la migliore delle
qualità che si possano avere per praticare questo sport
Obbiettivamente i miei occhi hanno visto situazioni meteo peggiori di queste e quando piove è risaputo che il disagio si moltiplica, tant'è che, con l'impianto in condizioni "embrionali", con la mancanza di acqua e servizi scarsi e assenti, non è stato facile restare in campo per qualche ora, tempo che in fin dei conti è stato parecchio clemente per le categorie giovanili che hanno potuto usufruire di un percorso di gara abbastanza asciutto.

Il percorso, ricavato nell'area verde dei prati retrostanti la Pista, è stato accuratamente pulito da ogni possibile pericolo di pietre o detriti, particolarmente tecnico con alcuni ostacoli di lieve entità, lunghi tratti tecnici ed un "muro verticale" di poche decine di metri da salire di slancio.
Un percorso da corsa campestre, mancava solo il fango ad arricchirne la tecnicità.

Il fango, per la prova degli Assoluti, non tarda ad arrivare.
Allo sparo che sanciva il "via" alla prova, quella con un maggior numero di partecipanti, iniziava a piovere incessantemente, tanto che i miei Occhiali da Sole Adidas Tycane Pro con Lenti Vario di intensità progressiva a seconda della luce del sole non servono più tanto era la condensa depositata... era l'introduzione ad una gara parecchio difficile.

Già al primo giro Hamad Bibi (Universitas Palermo), con le sue poco adatte scarpe A3 con suola liscia(!) scappa via da buon crossista che è.
Bibi nasce in Marocco e per buona parte della sua gioventù si allena in percorsi difficili come questi, prima di emigrare prima in Francia e poi a Palermo.
Cerco di resistere al suo forcing ma, come ogni anno, la storia si ripete: non sono adatto alle corse campestri!

Inizio a fare una fatica che è almeno doppia rispetto ai normali allenamenti su strada e mai riesco a comprenderne il motivo dato che ho dedicato le ultime tre settimane a preparare dignitosamente l'evento con allenamenti dedicati su percorso campestre dentro il Parco della Favorita...

Pensieri di frustrazione come questi, mentre sei immerso in piena concentrazione ad inseguire un avversario ed a fare da lepre ad altri cinque non ti possono passare per la testa, la tua unica motivazione è proseguire dritto e cercare di non accumulare troppo vantaggio.
Era il primo giro e Bibi correva solidamente in testa.

Speravo fosse un acquazzone da pochi minuti, ma era una illusione della mia mente dato che le nuvole lassù erano grige, pesanti e cariche d'acqua, in parole povere, non avrebbe più smesso di cadere acqua sulle nostre teste!

Il terreno si fa sempre più pesante e scivoloso ma resto concentrato e fiducioso indossando con me le fide scarpe chiodate da cross.
Ricordo bene il passato dei Trail e affondo con decisione il piede sul fango quando c'è rischio di scivolare seriamente e cerco di avere fiducia in me stesso pensando soltanto agli avversari.
Mi trovo in poco tempo ad essere affaticato ed inseguito da un buon numero di giovani atleti alleati distanti pochi metri.
La resistenza vien via quando il primo a raggiungermi con decisione è V. Iraci, seguito dal primordiale leader della corsa prima dell'affondo di Bibi, ovvero un pimpante S. Greco che al termine della prova giungerà secondo assoluto.

In quel momento pioveva a dirotto e cerco di difendere la posizione alla chiusura del secondo giro.
La tornata iniziava con delle curve ad "S" strette ed insidiose poste in discesa che non apparivano pericolose sul terreno morbido e asciutto.
Al terzo passaggio, nonostante i chiodi, tiro fuori tutta la mia dis-attitudine ed improvviso un lungo scivolone sul fango.

Gara finita.

Mi rialzo a seguito del conforto volante dei miei avversari, perdo il tempo necessario a capire cosa mi fosse accaduto e fortunatamente non avverto neanche un graffio.
Sono stato fortunato perchè in alcuni punti di quel rettilineo affiorava la dura roccia ed io ero atterrato sul morbido fango su di un lato, scivolando su tutta la gamba, braccia e mani.

Per pochi metri mastico qualche granello di terra, i guanti sono tutti imbrattati e riprendere a correre non è il massimo della vita ma guardo i piccoli atleti che mi fanno il tifo e cerco di mostrare loro l'esempio sportivo di come si può portare a termine lo stesso una corsa nonostante le avversità.

Dentro di me provo l'inseguimento ma da quel momento non riesco più ad avere confidenza con il tracciato e ad ogni tornata devo rallentare per non prendere troppi rischi, compromettendo ogni velleità agonistica.

Non smette mai di piovere ed il mio diretto avversario, Pafumi, non si allontana più di tanto nè si avvicina.
Fatico non poco e mi devo accontentare di una poco fortunata 7° posizione.

Una volta tagliato il traguardo trovo impedimento nella scarsità di servizi igienici ed improvviso una "sciacquata" alle gambe completamente  ricoperte di fango con una bottiglietta d'acqua lasciata per terra a metà.
Un pò come si fa nei casi più disperati riesco a darmi una sistemata e scappare prima che il tempo peggiori ulteriormente.
Bibi (ovviamente...) così come altri runners in gara scivolerà lamentando la pericolosità del percorso, ma quel che più importa è la sua vittoria ed il parziale primato della sua Società Sportiva, l'Universitas Palermo, dopo la prima prova.
Con l'assenza del CUS Palermo è quasi certa la vittoria finale del sodalizio palermitano ma si dovrà aspettare la seconda prova.
Considerato che la società catanese, la Monti Rossi Nicolosi avente pari punteggio, aveva schierato la totalità della sua formazione mentre l'Universitas annoverava assenze pesanti quella domenica come Lucio Cimò, la classifica finale come detto è ormai scritta a meno di clamorose sorprese.

A Palermo prima o poi il sole splende sempre... Totò Liga lo riconoscete?
Intanto, superato il periodo di freddo e pioggia, in Sicilia torna a splendere il sole e se non devo crucciarmi di qualche sconfitta posso farlo durante i cross che personalmente non mi servono ad altro che esercitare tanto piedi, caviglie e tecnica di corsa.

I giorni successivi, nonostante gli indurimenti muscolari, correvo con molta forza più che agilità, tant'è che al mercoledì pagavo dazio sentendomi molto "scarico" a livello muscolare.
Gli allenamenti svolti dentro la morbida pineta, seppur mossi e difficili, come un medio di 45 minuti corso sul piede dei 3'27"/Km e con progressione finale, mi avevano dato false speranze perchè correre su terreni molli e scivolosi è tutta un'altra storia.

La prossima tappa sarà Piazza Armerina giorno 5 febbraio e confesso che avrei voluto correre lontano dalla Sicilia, ma problemi familiari mi hanno costretto a rimanere in sede.
Poco male, ci sarà da divertirsi lo stesso, sperando che il sole continui a splendere e che ci possa essere meno fanghiglia :-)
Piazza Armerina vedeva i miei esordi da juniores/promessa ai primi anni di vera atletica.

Credo proprio che correre in quei posti, cosa che non accade da più di un decennio, risveglierà in me antichi ricordi e fortissime emozioni!

NEW YORK CITY MARATHON 2010 (Foto Podisti.net)

NEW YORK CITY MARATHON 2010 (Foto Podisti.net)
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