41° New York City Marathon - 20° Posto Assoluto - 1° Europeo

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Un Sogno Ad Occhi Aperti...

martedì 19 gennaio 2016

Quello che un Runner pensa...

Da qualche parte esiste già questa foto ma, essendo stata ritagliata, non aiuta
ad apprezzare l'essenza dell'inverno riassunta in un tranquillo pomerggio
Palermo, gennaio 2016.

Pensieri, gare, motivazioni, nuovi obiettivi, allenamento, freddo, umidità e malanni.

In queste poche lettere un condensato di emozioni imperversano la mia mente ed il fisico, cercando di trovare un nuovo e diverso punto di approccio allo sport ed allo stile di vita da me più amato.

So che significa correre, so qual'è esattamente il sacrificio che porta ad ottenere i migliori risultati e non sapere più da che parte iniziare può divenire il tuo lato oscuro dove spesso è semplice uscirne, ma dipende soltanto da quello che vuoi fare.
Ad esempio, nel mio caso specifico, non voler più mettersi alla prova in un determinato campo è una sorta di autoprotezione che ha dietro di se mille paure ed una consapevolezza che (forse) non sei più capace di fare una determinata performance.
Ed invece spesso basta ritornare a provarci e ti accorgi che ancora sei capace di farcela, eccome...

I primi giorni di gennaio, ad esempio, ho voluto mettermi "in gioco" (lo sport della fatica è anche un gioco, sappiatelo, se sapete come prenderlo!) grazie ad un gruppo di ragazzi con i quali adoro condividere le fatiche: alcuni di loro tra l'altro sono i nuovi compagni di scuderia Good Race Team che hanno con entusiasmo preso parte al nostro progetto.
Ebbene, una ridente e non molto fredda mattina di gennaio, post festività, abbiamo affrontato un durissimo allenamento che adoro fare di tanto in tanto: 6 Volte i 60m forte + 60m piano + 100m forte + 100m piano + 150m forte tutti in Salita (R.3')
Il gruppo è ben equilibrato: giovanissimi di belle speranze ancora acerbi e poco avvezzi alla disciplina del recupero in corsa, runners quarantenni con la voglia di mettersi in gioco come ragazzini ed il Coach Liga ancora alle prese con i multicronometri, patrimonio di questo Sport e sua linfa vitale.

Con il gruppo mi trasformo e sfodero il meglio (attualmente) di me: sempre in testa a tirare, mai adagiato nei settori a recupero e buoni crono, tutti sotto 1'50".
Terminiamo quasi allo stremo delle forze e, se fosse stato per me, avrei terminato con un "impreciso" mille su strada senza avere certezza critica del risultato finale.
Ed invece, la marea di entusiasmo del gruppo, mi trascina in Pista, lontana dal luogo delle salite, dove il chilometro misurato mi porta a rischiare, a mettermi dietro chi faceva soltanto metà della distanza e credere che l'ultimo giro si può tenere, per giungere avanti e traino per i giovanissimi, con un bel 2'50".
Si può fare ancora, si può essere ancora lì, avanti a lottare; servono i chilometri, la tempra, l'entusiasmo.

Ti fai trasportare dal vento dell'emozione, ma anche da quello gelido e umido di queste giornate di primaverinverno presenti nell'Isola: facile prendere un colpo di freddo ed altrettanto facile prendere un brutto raffreddore e mal di gola che resiste come il migliore dei maratoneti, buttandomi giù, nuovamente nel limbo della mediocrità.

Dieci giorni critici di corse lente e svogliate ed altrettante dieci mattinate dove iniziare a prendere la voce era un fattore di tempo, pazienza e volontà.
Ed intanto i chilometri diminuivano ed i tempi si alzavano, pur correndo senza provare a fermarmi.

Molto vicini alla prima prova dei Societari regionali di Cross, prevista a Basicò (ME), provai alcuni allenamenti di campestre senza avere buone risposte: il più subdolo dei malanni è quello che ti permette di far ogni allenamento, semplicemente buttando a terra ogni ferrea volontà...
A circa 8 giorni dall'evento, era utile provare la gamba sui saliscendi di un percorso di leggera terra battuta alle volte soffice ricavato al Parco della Favorita di circa 1.080m, ma l'allenamento di 3 x 2.160m + 3 x 1.080m (R.2'30") si è rivelato un autentico disastro.
"Importa aver portato a termine il lavoro, quello resterà sempre allenante" mi dicevo...
Già, purtroppo non era divertente come avrei pensato, con la fatica subito a picco ad ogni ripetizione...

Ti butti giù, un altro allenamento di rifinitura al martedì seguente di 10 x 500m (R.1') decisamente sotto tono (attorno 1'33") presagiva un disastro alla domenica che invece non è arrivato perchè, grazie al buon senso del comitato regionale della Fidal Sicilia, l'auspicato rinvio della 1° prova di cross per maltempo annunciato è divenuto realtà.

Così, venerdì 15 immediatamente butto giù un bel Fartlek di un giro dal quale ricaviamo 3 salite molto dure e difficili (con altrettante discese) da ripetere 10 volte: un allenamento che "o ti sveglia le gambe o te le sveglia!"

E sabato 16, perchè no, provare a doppiare con l'impegno?
Il Coach butta giù l'idea di fare un medio da 15 K, eppure a Palermo imperversava un accenno di vento e maltempo.
Con il mio amico Gaspare ci facciamo compagnia ed andiamo in Via dell'Olimpo, il mio campo di azione di tutte le maratone preparate, eppure era davvero molto tempo che non calcavo quelle strade, proprio per quel limite mentale imposto appena spiegato...
Era il momento giusto per riappacificarmi con dei percorsi per me ricchi di epici racconti, medie finali alle volte fantastiche e tanto tanto sacrificio, ma così tanto ampie da essermi rimpicciolito io stesso, in quella grandezza che non è altro essere la Maratona stessa.

Parto con decisione e becco immediatamente il vento in faccia per 2K in un tratto in salita.
Le gambe, pompate dalle salite del giorno prima reagiscono con entusiasmo alla prima dura prova e non mi abbatto, nonostante il tempo sia frustrato dal bello e dal cattivo tempo.
Il freddo è arrivato in Città rapido come un fendente e non vedevo l'ora di sentire dell'aria fredda nei polmoni dopo tanto eccessivo calore.
Correvo bene e correvo nel giusto, attorno i 3'20"/Km per lo più.
I tratti contro vento erano difficili ma rendevano l'allenamento ancor più esaltante.
Passo il giro da 8,5K in 29'22" ed è ottimo, è il momento di superare alcuni ostacoli mentali e mi rimetto sotto il forte vento.
Supero anche quella difficoltà, mi getto con ottima reattività in un tratto a favore di vento e di strada e reggo bene anche in salita.
Da lontano vedo dei nuvoloni minacciosi, manca soltanto un chilometro e apro il gas!
E' l'ultimo sforzo, devo rallentare per passare in sicurezza ad un semaforo rosso, ma non demordo e chiudo in 3'13".
Pochi attimi dopo è una fitta grandinata ed è una liberazione, ho fatto pace con quelle strade brutte da vedere ma dai forti ricordi.

Il malanno è alle spalle, mi sento un altro, ritrovato e comunque ben allenato.
Gli obiettivi di Società alimentano la passione e, nonostante un calendario di gare così disgraziato da costringermi quasi del tutto a correre in Sicilia, mi trovo un gruppo che vuole gareggiare come una vera Squadra.
E sarà fra pochi giorni il primo vero test importante che ci farà capire quanto avanti ci siamo posti rispetto alla concorrenza interna e se potremo crescere alle prove di Campionato Italiano che per me mancano da ormai quasi tre anni.

Mi ritaglierò le giuste gare, senza cercare di svalutarmi con manifestazioni che non meritano la presenza mia o della Società; con la crisi economica che ha tagliato premi ormai ovunque, soltanto i valori restano.
Non sarà quindi necessario mettere un pettorale quando sarà più conveniente mettersi a testa bassa e correre chilometri.
In fondo se riuscirò a centrare l'obiettivo più importante per questa prima parte dell'anno avrò di essere contento e sarebbe una buona motivazione per il resto della Squadra.

Si tratta solo di avvicinarmi a poche persone, con le quali condividere ancora l'intensità di queste emozioni e viverle insieme, anche con un solo gesto di incitamento reciproco a distanza.

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NEW YORK CITY MARATHON 2010 (Foto Podisti.net)

NEW YORK CITY MARATHON 2010 (Foto Podisti.net)
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