Il giorno prima dell'esame... |
Arrivare impreparati ad una gara, che può essere mai?
Non è poi così tanto divertente se quella gara rappresenta la distanza regina in assoluto nell'atletica (...su strada per non offendere nessuno), cioè la Maratona.
Conscio che più di "tanto" non avrei potuto fare e che anzi potevo mettere in preventivo l'eventualità di una cocente crisi, mi sono dedicato dal venerdì al sabato pre-gara alla scoperta degli amici dell'expo ed alla consueta visita della Città ormai mutevole (in meglio) di anno in anno.
Lasciata la famiglia a casa per varie vicissitudini (che ringrazio apertamente) ho potuto rilassarmi in vario modo e divertirmi, seppur per qualche decina di ore.
Il clima era abbastanza caldo-umido per gli standard milanesi ma già a me andava bene così.
Al mattino della gara, invece, il tempo era messo sul bruttino...
Sapevo delle difficoltà ormai vissute lo scorso anno dell'ingresso ai giardini Montanelli, così mi sono recato con ampio anticipo ai cancelli che ho superato in fretta e, come tantissimi comuni mortali, ho aspettato per la mia sosta - lampo ai bagni chimici.
Niente sub. due ore e trenta, quindi ci stava l'ultimo "alleggerimento dello stomaco" che ormai mi capita ogni qualvolta sto per affrontare delle gare importanti.
La colazione era stata fatta abbondantemente ma senza esagerare, dato che nei giorni precedenti ci avevo dato dentro con i carboidrati.
Tutto rientrava nella norma, compreso il riscaldamento, lento, svogliato e breve.
Ma in realtà di correre avevo una gran voglia, anche se non avevo ancora deciso a quanto andare: lo avrebbero deciso le lepri ingaggiate dalla Manifestazione!
Già presenti lo scorso anno, l'accoppiata di Campioni della Nazionale di Atletica Leggera degli anni passati Giovanni Gualdi e Stefano Scaini, si ripropongono come Lepri di lusso ingaggiate per correre entro le 2h40' ed aiutare più persone possibile a raggiungere tale scopo.
Se il ritmo fosse stato di 2h35' mi sarei buttato lo stesso, anche se con qualche dubbio di troppo, ma vedere quella proiezione di 2h40' messa sul piatto d'argento con due atleti così esperti e preparati, mi vedeva ancora più rilassato di quanto non lo fossi già.
In realtà, purtroppo, il nervosismo attaccato allo stomaco non mi aveva aiutato ad evacuare del tutto e ciò, purtroppo, mi porterà problemi seri più avanti...
Alla partenza, quindi, mi assesto sulla sintonia trasmessa dai due pacers di colore giallo fluo e alle volte accenno ad un dialogo, per smorzare i toni.
Il cielo era molto più che grigio ed accennava a piovere, proprio pochi attimi dopo l'inizio della corsa.
Mi guardavo intorno ed il gruppo presente era molto folto, consistente di una decina di unità, più la forte croata Nikolina Sustic che corre con gran facilità una maratona a settimana.
Questa volta, con grande determinazione, tentava di correre sotto il minimo richiesto per i Mondiali di Maratona, 2h38'.
Guardavo più avanti e la gente scappata via era davvero tanta, al che pensavo a voce alta: "Stiamo andando piano noi o sono loro ad essere così veloci? Saremo almeno al centesimo posto..."
Ma con l'esperienza maturata negli anni non me ne curavo affatto e lasciavo correre.
Quasi quasi mi ero pentito di aver lasciato in borsa gli occhiali da sole, ma in quelle prime battute di sole ce ne stava davvero poco...
Passaggio al Duomo, sotto una pioggia fresca e intensa |
Lo sapevo e tanta fresca pioggia mi gasava.
I primi chilometri della Milano Marathon corrono via facilmente in mezzo al pubblico, tra l'altro sono riusciti ad allungare la fase proiettata sul Centro Città di qualche chilometro, diminuendo quindi la parte destinata all'abbandono in periferia.
Da un lato è una scelta dalle mille ovvietà per dare motivazioni ed ascoltare il maggiore calore del pubblico, ma dall'altro si corre maggiormente su attraversamenti stradali ricchi di pavè, basolato e tracce delle linee del tram, parecchio fastidiose per la meccanica di corsa.
In più credo di aver notato qualche curva di troppo, ma è inevitabile se vuoi correre in Centro.
Tutto questo dura circa 12-13 chilometri, poi è il momento di andare in periferia e passare per alcuni punti come il Mi.Co o l'ippodromo milanese e San Siro, situato ben oltre la mezza maratona.
Tutto questo ti rincuora perchè sai che stai tornando indietro, verso l'arrivo, che il più è stato fatto, ma le cose sarebbero più dure se non ci fosse l'animo smosso dal duo Gualdi - Scaini, sempre e solo positivi con noi del gruppone.
Ogni tanto provo a dar man forte al loro lavoro e mi propongo di dare una mano alla Sustic, ma lei ha uno stile di corsa aggressivo che prende spesso posizione in gruppo con una certa autorità, quasi scalciando.
Devo stare attento per non scatenare una carambola o una perdita di equilibrio...
Quindi dentro di me cerco di mantenere la calma e distrarmi in qualunque modo, anche quando un gruppo di automobilisti inferociti (ma perchè non fanno così quando chiudono un quartiere intero per il gioco del pallone?) strombazzava per qualche minuto in più di coda...
Il nostro gruppo, allegramente rideva e ringraziava di "cotanto incitamento" :-)
Il passaggio alla mezza ci vede ancora in tanti ancora vivi, ma non sapevo quanta autonomia mi sarebbe rimasta a quel ritmo (1h18' di passaggio alla mezza maratona) prima di capitolare...
E invece no, il problema più grosso in quel momento era dovuto dai crampi allo stomaco, prima lievi, poi sempre più pressanti.
Primi metri di gara con a fianco Padre Puccio, Athletica Vaticana |
Ormai contavo i chilometri e dopo il 25° K iniziavo a cercare bagni da tutte le parti.
Cercavo di tenere il più possibile e di combinare la crisi di mancati allenamenti con quella dovuta alla sosta forzata in bagno che avrei dovuto fare, ma non me la sentivo di perdere il trenino così ben collaudato.
Eppure non davo segnali di cedimento, anzi i pacers iniziavano a dare delle "deadline", in special modo Giovanni Gualdi che annunciava che si sarebbe fermato prima del 35° Km...
"Ma come?!?" pensavo tra me e me...
Sarebbe stata una dura mazzata.
Il tempo di notare alcuni cambi di percorso, passando su alcuni tornantini della montagnetta milanese e già era tempo di tornare verso il centro cittadino, eravamo quasi lì e mancavano meno di 10K.
I dolori addominali iniziavano a limitare la libertà di movimento del mio corpo e stringo i denti, almeno fino al chilometro 35.
Gualdi saluta tutti e accende il fuoco della competizione interna al gruppetto: ognuno si scatena a modo suo ed io faccio la mia parte con un discreto allungo!
"Accidenti, sto attaccando! Ma allora posso farcela a fare un discreto tempo" sussurro a me stesso.
Un lungagnone straniero (forse belga) corre a leve spiegate e non ce la faccio, almeno in quelle condizioni, a tenergli testa.
In realtà stava correndo molto forte (si vedrà dalla classifica finale) ed io sono il secondo a seguirlo.
Il gruppo ormai è sfilacciato e parto all'inseguimento di chiunque veda anche come un piccolo puntino: di sicuro sarà scoppiato.
Ma ad un certo punto non ce la faccio più e con una mossa da vero "veterano" della corsa, mi nascondo dietro una siepe a bordo strada, allargo sulla destra la mutanda interna del pantaloncino e, senza sfilarlo via, sono costretto a mandar via i problemi dallo stomaco nel giro di una ventina di secondi.
Frame by frame della volata finale |
Erano in due, che già erano parecchio lontani, quasi 200 metri.
Ma man mano che la strada si rifà avanti,acquisisco maggiore convinzione dei miei mezzi: la mossa di fermarmi si rivela azzeccatissima e ritrovo maggiore rilassatezza specie nella zona addominale.
Corro con entusiasmo e mi assesto sui 3'25"-30"/Km, obiettivamente di più non riesco a fare viste le mie reali condizioni di forma ma questa andatura mi permette di riassorbire i due che mi avevano passato in fretta.
Poco più avanti uno straniero con la canotta nera degli AR Runners viene palesemente incitato "sul campo" da un suo supporter che gli si mette davanti a tirarlo.
Sembrava scoppiato ma vedere questo comportamento poco sportivo mi da maggiore carica e lo passo con rabbia.
Potevo dirgliene quattro, ma preferisco risparmiare energie che tanto le sue erano ormai finite!
Ormai mancano meno di due chilometri e ne vedo altri due avanti.
E' impossibile andare a prenderli, forse dovrei aumentare il ritmo già per me sostenuto, già per me superiore alle aspettative per come si sta profilando il finale di gara, cioè in positivo.
Eppure vedo un "varco" raggiungibile e continuo a spingere forte.
E' l'ultima curva prima del rettilineo finale che porta sul traguardo, attraverso una nuova via e relativa modifica del percorso, spariscono per pochi attimi e li rivedo ormai molto vicini a me ma forse troppo lontani per raggiungerli sul traguardo.
Eppure innesto la volata consolatoria e cerco di raggiungerli.
Risulta tutto facile, perchè oltre ad essere "piantati" i due runners si erano rilassati alla vista del traguardo e li passo a pochi metri dalla linea del finish incitato dal pubblico festante e urlante.
Crono finale: 2h36'52" e 30° posto assoluto.
Not bad.
Cosa devo cercare da una gara così riuscita?
Non c'è niente di emozionante che chiudere (forte) una Maratona ;-) |
Oggi corro per divertimi e soprattutto per fare divertire chi si allena con me che trova grande stimolo in quello che fa.
Oltretutto con una famiglia che cresce è meglio dare ispirazione a chi raccoglierà la più bella eredità di tutto ciò che ho seminato: ovvero la giusta cultura sportiva che ambisce al risultato e che sogna di correre fianco a fianco con i migliori runners del mondo nelle più importanti manifestazioni, con sacrificio e dedizione.
Le mie motivazioni sono queste, trovare il tempo per correre, farlo tutti i giorni e dare la giusta carica al gruppetto che mi segue.
E Milano Marathon 2019 si chiude molto bene, ringraziando tutti coloro i quali hanno permesso di sorridere alla medaglia conquistata!
(Grazie a tutti coloro che hanno pubblicato le foto online o trovate sui Social Network)
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