Discreta la partenza sotto un arco "ballerino" |
Delle Corse Campestri non ne potevo più.
Sono belle, rilassanti, divertenti, si torna ragazzini, ma non è bello correre nelle retrovie per paura di scivolare o perchè semplicemente non sono portato.
Correre un Campionato Italiano di Società è un privilegio che in pochi possono vantare e tante migliaia di podisti possono soltanto sognare, quindi è giusto prendervi parte e gettare tutto l'impegno per gli oltre trenta minuti di gara.
Ma finalmente viene il bello delle corse su strada con l'entrare della primavera!
La mia stagione si sta delineando in maniera apparentemente strana.
Non avendo tutto il tempo a disposizione per correre i chilometri di una maratona, ho cercato di allenarmi su percorsi molto duri, in modo tale da portare a termine le campestri e dare stimolo all'uso dei piedi rendendoli più efficienti.
I non tanti chilometri corsi probabilmente non mi hanno fatto perdere molta velocità (qui si spiegano le due buone performance su strada in febbraio) ma non mi danno affatto sicurezza per la 42K che dovrò affrontare con molto buon senso se vorrò portarla a termine senza finire le energie.
Così, affrontato un inizio settimana in salita, con brutte sensazioni di stanchezza patite nei due giorni successivi alla trasferta di Gubbio, ho provato a correre al mercoledì 14 una prova più lunga, avendo del tempo a disposizione.
Purtroppo la fatica della gara (oltremodo probante, visti i continui cambi di ritmo su un terreno pesante) e del viaggio di ritorno in aereo, si erano fatti sentire per lungo tempo.
Durante il riscaldamento non mi sentivo in vena di partire per una prova così lunga, 4 x 5.000m (R.1.000m) e magari anche un altro 1.000m finale forte.
Oltretutto, avevo scelto di correrlo sul giro dell'Addaura, noto per essere molto panoramico ma anche vallonato, con alcuni lunghi tratti di salita continua, coadiuvato dal segnale GPS.
Così, messe alle spalle le paure, ho iniziato a gestire il lavoro trovando un ritmo ideale per le prime due prove che già mi vedevano superare Mondello e mi lanciavano sulla quieta (alle automobili) strada panoramica.
Ma la terza prova dei 5K, forse complice una mattina non proprio rilassata ed un tratto molto difficile, mi vede arretrare parecchio costringendomi alla resa solo dopo il primo chilometro dell'ultima delle lunghe ripetute.
Incamero circa 20 K e torno a casa mestamente e con l'idea che non potevo far meglio di così dopo la gara di domenica.
Bravo Lucio, devi solo avere voglia di faticare di più! |
Domenica mattina onestamente non sapevo nemmeno chi si sarebbe presentato, dovevo solamente correre il più forte possibile.
Dei nomi più noti nel panorama siciliano (ormai rimasti in due-tre) nemmeno l'ombra, ma d'altronde si trattava di una corsa senza troppi proclami agonistici e rivolta maggiormente alle famiglie.
La scelta di anticipare l'evento - gara alle ore 08:45 di fatto ha scoraggiato molti podisti della provincia di Palermo, oltre che assistere ad uno scenario di semi-desolazione nelle strade dove si è dislocato il giro da 3 chilometri esatti.
Inoltre, complice una prova di Gran Prix regionale che attira molte società podistiche partecipanti all'intero tour, ha ulteriormente diminuito il numero di pretendenti.
La Strapapà, la corsa/passeggiata podistica rivolta alle famiglie con bimbi con tanto di pettorale e medaglia, infatti partiva più tardi e soltanto dopo le premiazioni della gara agonistica.
Superato qualche problema tecnico inziale che ha fatto posticipare l'inizio poco oltre le 09:00, al via potevo notare Lucio Cimò (Universitas Palermo) ed il ritorno di Giovanni Soffietto, un Master ultraquarantenne dal passato glorioso.
Cimò nelle ultime uscite non si era particolarmente messo in evidenza, con parecchi ritiri e poca voglia di correre, ma nelle ultime settimane mi diceva di sentirsi molto bene con allenamenti interessanti.
Tra poche settimane si bissa al Vivicittà! |
Finalmente mi sentivo bene, quella domenica mattina avevo voglia di correre e mi sono studiato bene il giro per capire dove attaccare, ma era facile provare a dare una sferzata appena vicino il passaggio sotto l'arco di partenza/arrivo per svegliare il ritmo.
Sulla salita che affiancava il Teatro Massimo, cambio con decisione e solo Cimò oltre Riboty mi vengono appresso.
Il podio da quel momento è già delineato.
Al secondo giro, superato il tratto in discesa, su Via Roma in leggero saliscendi, si corre sotto i 3'10" costantemente e sento di stare a tirare la corda.
Avevo un avversario di stimolo al mio fianco e mi stava bene così.
Ogni tanto ci si prendeva delle pause ma stavolta Cimò non sembrava cedere sotto questo ritmo costante per tutto l'intero secondo giro che chiudiamo in 9'37" che è molto buono per le mie aspettative!
In realtà tutti questi numeri non li guarderò in gara dato che il ritmo era tirato, ma capisco che il terzo ed ultimo giro sarebbe stato decisivo, così provo a rilassarmi restando dietro all'avversario unico per la lotta alla vittoria finale.
Su Via Roma non c'è verso di notare cedimento e mi impegno con tutte le forze per cercare di "scollinare" sul tratto finale in salita prima di svoltare per la traversina che faceva ritornare su Via Maqueda.
Arrivo, con uno sfondo che mi ricorda la gioventù |
Il vero cedimento avviene lì, proprio sul rettilineo opposto dove lentamente mi stacco da Lucio che va ad involarsi verso la vittoria finale, meritata.
Giungo al secondo posto, a circa una quindicina di secondi e premo "Stop" all'orologio.
Il resume riporta la misura di 9 Km (come è poi stata confermata da più parti) ed un media di 3'16"/Km che non è male!
Lucio Cimò quindi, con molta onestà, ha corso una prova davvero notevole e si è meritato la vittoria finale.
Se consideriamo il primo giro partito a rallentatore, non posso che essere soddisfatto di quanto ottenuto.
Volevo conquistare a tutti i costi la vittoria, per il nuovo legame stretto (ancora in itinere) con Mizuno ed il negozio di Palermo Tecnica Sport (con il quale stiamo studiando una strategia promozionale per le vendite online), quindi posso dire di aver corso al massimo, ma lo sport insegna che a vincere (per quel giorno) è sempre l'uomo migliore.
Ci saranno altre occasioni per riprovarci!
Non si può sempre vincere ma si può portare a casa lo stesso una coppa e darla in mano "diciamo" al proprio bimbo che comunque la sorregge più che bene :-)
Gli impegni sportivi per i prossimi mesi sono più che tracciati, ancora poche settimane e sarà la grande festa della Milano Marathon (comunque vada)!
(Ringrazio l'ACSI Sicilia Occidentale per le foto)
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