Nessuna foto degli eventi, soltanto tanta determinazione ed un paio di scarpette bianche... |
1.500m e 5.000m, perchè correrle tutte e due le distanze in un solo week-end?
E' una maniera classica di mettersi alla prova, di dimostrare quali sono i frutti del lavoro fin'ora svolto:
Il 1.500m serve a far sveltire le gambe, l'acido lattico è tanto, arriva violento ma la prova è breve, non può restare a lungo la fatica.
Il 5.000m si corre il giorno dopo, con le gambe allegre e vogliose di spingere, si spera, convinto che correrai sciolto già dal primo metro.
Quest'anno, ai Campionati Regionali di Società Masters su Pista, svoltisi a Palermo, ho voluto essere un protagonista "alternativo" rispetto alle altre gare sparse sul territorio siciliano.
La grande difficoltà era derivante dagli orari di gara: pomeriggio inoltrato al sabato per i metri 1.500, mattino presto della domenica per i metri 5.000m.
Con il Prof. Liga, osservato il programma orario, sarebbe risultato ovvio puntare maggiormente sulla distanza pomeridiana quando il 5.000m suonava come una beffa posto ad un orario così insolito e così caldo.
L'ultimo allenamento che concludeva il mini-ciclo di lavori su pista, interrotto dalla bella parentesi di Asti Half Marathon, prevedeva mercoledì 15 un 8 x 500m (R.3'), quindi ancora una volta recupero ampio e poco attendibile sul mio effettivo stato di forma.
Si vuole puntare molto sulla velocità e sulla resistenza lattacida (a piccoli passi visto i tempi di recupero statico della prova) ma non ci si può certo vantare dei tempi al cronometro, qualunque essi siano: con 1 minuto recuperi diversamente rispetto a ben 3 minuti!
Come immaginavo, le prove non risultano poi nemmeno tanto male e riesco a difendermi ottenendo in quasi tutte tempi tra 1'23" ed 1'24", con un paio più tranquille in 1'25".
Riesco a dare tutto me stesso nell'ultima (ed ancora ci riesco) chiudendola in 1'21".9 attaccato in scia ad un amico ma con la conseguenza che negli ultimi 150 metri pur di non mollare mi accorgo che corro indurito, sgraziato ed i piedi e le gambe ormai allo stremo delle forze e della reattività.
Ottenere un tempo al cronometro vale poco se poi dimostri di saper correre male...
Così, dopo un paio di giorni di lieve scarico, mi presento al pomeriggio di sabato 11 con palese rilassatezza.
La prova di 1.500m è inutile sentirla troppo, la tensione può divorarti, mentre invece per un fondista come me è importante distribuire bene lo sforzo.
La giornata, calda e soleggiata, nel programma di gare subisce un forte anticipo e posso riscaldarmi poco; per fortuna che avevo corso anche al mattino!
Al via non c'erano avversari di rilievo ed è un peccato visto che mi aspettavo di trovare qualche ottocentista veloce e coraggioso!
Purtroppo tutto questo si fonde al forte caldo presente e mi ritrovo poco dopo lo Start a correre da solo, come se fossi in allenamento.
Non riesco a trovare un senso a tutto ciò, come se il dispiacere di non avere avversari mi avesse nettamente tagliato le motivazioni, ma forse è il mio stato fisico attuale a decretare tutto ciò.
Fatto sta che il passaggio al 1.000m è un miserabile 2'54".8 contro un 2'50" di obiettivo minimo stabilito a priori.
Riesco a mantenere con grande fatica questo ritmo e chiudo con 4'22", ovviamente vincendo.
La sera, ahimè, il mio fisico mi comunica che la "botta" presa è stata forte e che non sarà facile smaltire lo sforzo, di una sola ripetuta!
Resto perplesso, vado a dormire e penso al domani.
All'indomani la sveglia suona di buon'ora e mi metto alla volta della ricerca di nuovi avversari.
Quelli più forti, pre-iscritti non ci sono.
Non ci sono più giovani che corrono, non ci sono più "anziani" come me, la Sicilia è una terra dimenticata dove le comunicazioni autostradali ti invogliano a stare a casa piuttosto che viaggiare e così gli unici avversari sono due Master di Palermo, Antonio Mascari (M45) e Carlo Filiberto (M50) molto forti e ben allenati.
Entrambi mi metteranno in difficoltà.
Il mattino è nuvoloso, il sole non picchia forte ma nell'aria il caldo si sente e sono a disagio, come ormai da oltre un mese.
Al via resto dietro e Mascari tira forte il primo giro quasi intorno i 3'00"/Km e si passa in 3'10" il che mi lascia contento.
Dal nulla sbuca il Prof Liga a seguire la gara e tutto questo mi motiva ma le gambe, già spente dal sabato, non hanno voglia di spingere e resto dietro, ancora per poco.
La mia testa non comunica alle gambe che vogliono soffrire poco e mi metto davanti, cocciuto e provo a collaborare perchè mi sembra anche giusto.
Era il termine del secondo chilometro e grosso modo si girava intorno 1'15" - 1'17" al giro ma non riesco a staccare Mascari, non era il mio intento
In quel momento si stacca invece Filiberto e restiamo in due.
A bordo pista i pochi accorsi a vedere lo spettacolo, runners amatoriali dal passato prestigioso sensibilmente più grandi di me che mi conoscono da quando avevo 18 anni, smorzano gli incitamenti nei miei riguardi tifando indiscutibilmente per il buon Mascari che sta dando tutto per scendere sotto i 16 minuti che è comunque "Correre".
Come spesso accade nelle gare, più si avvicina la fine, più si accendono gli animi ed il nostro testa a testa entusiasma il gruppetto di gente dislocata nei vari settori della pista a volerci spingere, regalando all'avversario consigli su come battermi.
Ero stanco, affranto nel non riuscire a rendere meglio (e non mi sento di valere così poco onestamente), ma tanto tifo crescente contro, sebbene fossi il netto favorito della vigilia (per via dei risultati e dell'età anagrafica più giovane) non lo trovo giusto e mi crea una rabbia agonistica dentro crescente.
Liga dal suo preciso cronometro sa darmi pacatamente le giuste indicazioni ma se non riesco ad esaltarlo, lui che ha allenato ben altri Campioni, è tutta colpa mia.
Il solo Marco del Good Race Team e la bella ragazza con l'ombrellino verde aperto (per due gocce di pioggia) mi danno la giusta spinta, ma a dire il vero non sono loro che scatenano la rabbia agonistica (quella buona per intenderci).
L'ultimo giro suona di beffa, siamo ancora appaiati ed il testa a testa sembra non finire più.
Ovviamente Mascari ha l'occasione del mese perchè può scendere per la prima volta sotto i 16 minuti e sta dando l'anima per riuscirci.
Io non sono così entusiasta ma provo lo stesso a pormi avanti e tento di staccarlo, inutilmente.
L'incitamento per il mio avversario è ormai ad un crescendo massimale, ma ai 200m tento un nuovo allungo e provo a dare saggio delle lezioni di velocità.
L'ombrellino verde è posto ai 100m e mi grida: "Daaaaaaaaaaaiiiiiiii!!!", proprio a me, e mi sento in dovere di accendere una volata.
Mascari è veloce e non si stacca, sta quasi per rimontarmi quando ai 60 metri finali, si inserisce un altro suo supporter scatenato che voleva la sua vittoria e si... a quel punto mi infurio!
Non gliela do più vinta (ai suoi tifosi) e respingo la rimonta che stava per avvenire, il testa a testa è entusiasmante quanto sportivamente corretto senza alcuna spallata.
Per meno di un metro mi aggiudico la vittoria, di prepotenza, in 15'59", ma con lo stesso tempo di Mascari che quindi ha ottenuto il suo bel risultato.
Stanco come non mai metto un punto definitivo alle gare e mi riprometto di allenarmi bene per un buon periodo di tempo, con l'eccezione di provarci se dovessi stare bene o se volessi correre un medio magari in compagnia.
L'insegnamento da trarre da questo racconto è che puoi, nonostante l'età, trovare gli stimoli giusti e riuscire a metterti seriamente in gioco, sempre.
Mi vedo in un futuro lontano correre più rilassato, magari non da solo, ad insegnare l'arte della lotta ad un piccolo runner.
Mi vedo in quel futuro magari corricchiare tranquillamente la mia oretta senza andare a cercare più tempi o ritmi, oppure in sella ad una bici, attività sportiva che ormai vedo come un hobby per girare la Sicilia e che non saprei mai più interpretare a livelli agonistici.
Perchè solo correre mi fa uscire la voglia di combattere e per questo motivo, non credo che le mie previsioni "pensionistiche" si avvereranno a breve termine.
Intanto si torna presto a calcare la pista ormai rovinata dello Stadio "delle Palme" Vito Schifani di Palermo...
Nessun commento:
Posta un commento