Quale sarà il destino ad aprile, ci sarà una svolta... |
Quando entri nell'ultimo mese prima della Maratona ed il programma si intensifica ed infittisce, perdi la cognizione del tempo che puoi trascorrere nella vita privata.
Ovviamente, facendo altro mestiere nella vita, provare a doppiare gli allenamenti diventa difficile perchè ogni qualvolta che ti alzi al mattino ti senti sempre stanco abbastanza da non avere le gambe pronte e comunque i chilometri devi continuare a farli, insieme alle prove corse a ritmo maratona che ogni volta decretano dei verdetti che non si interpretano soltanto con le medie finali (fortunatamente non impresse sugli incerti orologi GPS ma attraverso i vecchi percorsi misurati, i più validi in assoluto).
Non hai voglia di farti la barba, non hai voglia di uscire la sera con amici (e mi dispiace per quanti di loro non ho frequentato ultimamente) e non hai tempo più per svaghi vari, per buona pace e pazienza di chi mi sta intorno.
Se tutto questo avesse delle giornate da ricordare potrebbe valerne la pena ed invece il dopo Agrigento Half è stato tutto più difficile, nonostante abbia messo davvero tanto impegno per tenere salda una condizione fisica altalenante causata spesso dalle condizioni meteo in Sicilia di forte umidità e sbalzi di temperatura al rialzo che forse non riesco più a reggere come un tempo...
Compreso che probabilmente avevo sfidato le mie capacità di recupero quella domenica ed amareggiato per la scarsa forza mostrata in salita nella gara agrigentina, mercoledì 09 marzo provo a fare un richiamo di salite con 8 x 500m di irta salita di Montepellegrino Scala Vecchia (recupero in discesa).
La temperatura era ottimale, gradevolmente fresca ma le gambe non ne volevano sapere di spingere tanto...
Quando volterò pagina dovrò ripartire con un consistente lavoro di forza con pesi in palestra.
Riesco a sentire buone sensazioni ed elasticità per chiudere un corto veloce di 5 Km leggermente sotto i 3'30"/Km.
Stanco e felice, un pò il concetto di cui parlavo sopra, quando riesci ad essere soddisfatto del lavoro svolto, nonostante tutto!
Ciò che servono in Maratona sono i chilometri, quindi proseguo le giornate con ampie uscite dove supero sempre la ventina di chilometri, ma devo tenermi soft per la sfida in Via dell'Olimpo di sabato 12 marzo con il suo bel giro da 8,5 Km: dovevo concludere un Fartlek da 25 K così distribuito: 4K - 3K - 2K - 1K - 3K - 2K - 1K - 2K (R.1K).
La sfida più grande e la più grande incertezza, non sapere come finirà...
Parto con discreta prudenza e passano un paio di chilometri prima che sciolga da uno stato di rigidità avvertito inizialmente: lontano dal mare e dalla forte umidità che quel giorno era elevatissima dalle parti di Mondello, non molto lontano da questo scenario di allenamento, copro discretamente bene il primo blocco di ripetizioni, concluse con un mille metri forte in leggera difficoltà per via del percorso in declivio.
Il successivo grande blocco iniziava con un altro 3K da correre forte.
Fino a quel momento i recuperi oscillavano attorno i 3'45" e considerato lo stato di forma non erano da buttar via...
Questa prova avrebbe messo alle spalle il grosso del lavoro e quindi era correre con la testa e con un tratto del giro tutto a favore.
La partenza è stata ottimale, ma durante tutto il lungo rettilineo che attraversa lo Zen inizio a sentire fitte varie al bicipite femorale ed al tibiale: la maledetta umidità aveva ricoperto di freddo i miei muscoli che soffrivano questo velo glaciale addosso: era più la rabbia che la determinazione in quel momento che mi facevano avanzare!
Riesco a coprire il 3K in 10'25", deludente per i vantaggi del tracciato, contro il 10'09" del primo blocco e non voglio mollare.
Un buon 2K sussegue una prova ormai da affrontare con la determinazione di chi non ha più nulla da perdere e, nonostante un mille metri quasi conclusivo in affanno, regalo tutto il possibile del 2K finale concluso in 6'52" (con passaggio in 3'30").
Stremato nelle energie, non posso fermarmi più di tanto per "correre" in macchina e cambiarmi: il tempo voltava al peggio ed il freddo umido cresceva: dannazione!
La media finale dirà 3'33"/Km che non è da buttar via ma penalizza fortemente la seconda parte tutto sommato ingrata rispetto alle belle premesse iniziali.
Ma un passaggio alla mezza maratona in circa 1h13'30" resta positivo, specie se corso in modalità Fartlek e comunque non troppo lontano dai giorni splendenti quando riuscivo sempre nel passaggio in 1h11' circa...
Se c'è qualcosa che non va in me non deve essere per forza il fisico o la mente, forse lo è la gestione e serve un cambiamento...
La settimana corrente visualizza un grandissimo appuntamento: la Pergusa Half Marathon di giorno 20 marzo.
Lì farò un tentativo di correre i 28 Km e ciò che vorrebbe raggiungere la mia mente è di lottare con gli avversari per il titolo regionale (cosa che gradirebbe tanto ottenere il Good Race Team) e proseguire con altri 7 Km lungo il circuito automobilistico di Pergusa (luogo di svolgimento della gara) motivato da vari doppiaggi.
E' una mission quasi impossibile ma almeno proverò ad arrivarci scarico.
Purtroppo la settimana non è stata delle migliori...
Martedì 22 un richiamo di velocità è stata forse la scelta più intelligente da fare, ottenendo scarsi risultati con altrettanto scarso impegno ho corso in Pista 10 x 600m (R. attivo 200m) in pieno buio per motivi lavorativi.
Le gambe non giravano e non avevano tanta voglia, ma nel semi-buio, baciati dai riflettori dello Stadio, ecco spuntare in 7°-8° corsia un mio amico che dà supporto, aiuto e speranza ai disabili con gravi menomazioni: insieme a lui c'era quella volta una giovane ragazza che tornava ad imparare a correre, grazie al mio amico, ancora in quella Pista e fino ad orario di chiusura.
Per me quella sera nella mia mente avevo una nuova eroina: quella giovanissima ragazza piena di cuore, coraggio e voglia di vivere, grazie allo sport, grazie al mio amico...
Come sperato, il giorno dopo le gambe giravano benissimo nel lungo e potevano anche sguazzare nel fango del Parco della Favorita in un pomeriggio di un felice diluvio: il freddo e la pioggia mi facevano correre forte e mi ero fermato ad 1h15' tranquillo e pimpante per approcciarmi all'altra grande prova settimanale: il lunghissimo di 2h30'!
Con il senno di poi, sarebbe stato meglio correrlo quel giorno di pioggia che ricorderò con felicità, mentre l'indomani, nonostante sentissi forte l'allenamento, le cose andarono malissimo.
La mattina del giovedì 17 volge al bello e metto i miei adorati occhiali da sole, il programma è sempre lo stesso, scendere a Mondello attraversando tutta la Città fino al Faro e proseguire fino al raggiungimento dei chilometri - obiettivo.
Non voglio dilungarmi, ma una volta raggiunto il faro, con buona determinazione e forse poca rilassatezza fisica e mentale (sentivo la responsabilità di fare bene) forse capisco che le cose si sarebbero chiuse male quel giorno.
Dopo 50 minuti, con un'aria caldo-fredda,
continue folate di vento freddo e completamente intriso di sudore, inizio a sentire disagio interiore, mentre la pelle correva con me intirizzita...
Giunto alle fatidiche 2h, nonostante avessi corso ancora bene sul cronometro, di botto la luce si spegne e ritengo sia più intelligente fermarmi alle 2h10' in forte deficit che proseguire strisciando...
Ancora una volta vittima del meteo e di un qualcosa che non riesco più a controllare a pieno e che mi sfugge palesemente di mano...
Non voglio fare la vittima sacrificale, è un momento difficile e credo ci sarà un svolta dopo la Maratona di Milano, comunque vada, ma adesso è il momento di affrontare la sfida di Pergusa e lì non voglio perdere!
2 commenti:
Milano ti aspetta campione!
Ciao Francesco, benvenuto!
Eh, si, ormai devo raccontare soltanto l'ultimo atto di Pergusa (andato bene, almeno!) e dopo sarà il capitolo - Maratona a chiudere una storia comunque piena di colpi di scena narranti :-)
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