41° New York City Marathon - 20° Posto Assoluto - 1° Europeo

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Un Sogno Ad Occhi Aperti...

giovedì 26 novembre 2015

Maratona di Palermo, il traguardo più sofferto, la gioia più grande!

La Foto più Bella, l'arrivo è giunto, grazie Adriana!
Palermo, 15 novembre.

Questa volta il racconto non inizia con le solite "storie da allenamento", stavolta la gara vera inizia proprio dalla mia Città, colei che mi ha cresciuto in tutto e per tutto, Palermo.

Ricordo ancora gli esordi quando correre in Città era diverso, quando c'erano tanti protagonisti in più ed altri che hanno fatto la storia del podismo siciliano magari sono tutt'ora sulla linea di partenza di quest'ultima edizione ma quindici anni fa, primeggiavano...
Farò la stessa fine anch'io, è normale con il passare dell'età, ma dopo questa lunga ed estenuante domenica non posso che essere felice per aver colto un'occasione che capita raramente nella vita.

E' vero, un tempo le Maratone erano più ricche di atleti stranieri, anche la mezza maratona (gara a contorno della principale manifestazione) era più partecipata ed il livello qualitativo era più alto in assoluto ma, che sia la Maratona di New York (basti vedere i tempi dei primi venti all'arrivo di quest'anno) o che sia l'ultima delle Maratone italiane, ormai il livello assoluto si è affievolito, non di poco.

E di certo la Maratona di Palermo non è l'ultima, anzi con questi numeri (oltre 2.000 partecipanti in assoluto e ben 400 alla 42,195K) si piazza tra le migliori Italiane, là dove merita di stare.
Il fenomeno del running si è allargato a vasta scala, ecco il perchè di così tanti partecipanti, ma la "colpa" degli scarsi risultati non può essere attributo soltanto all'aria od al cibo pesante della Città (battuta ironica), sono le nuove generazioni che non hanno tanta voglia di muoversi, e di correre.

La scelta dell'organizzazione, quindi, di lasciar concorrere alla vittoria finale gli unici atleti locali accorsi quella domenica 15 non appare dunque discutibile, ma sono pronto a scommettere che ci saranno centinaia di veri runners degli anni passati che avrebbero potuto farcela anch'essi se avessero avuto anche loro questa chance.
E non se la sarebbero fatta scappare.

Ottimo secondo posto del "centista" Buccafusca!
E' noto che la condizione degli ultimi tempi non era la migliore in assoluto.
I riscontri in allenamento non erano poi così tanto negativi e nell'ultimo mese ero riuscito a lavorare fin troppo bene da tornare a toccare i 9-10 allenamenti settimanali.
Tutto questo non è mai tanto facile e non serve uno schiocco di dita per tornare subito il miglior me stesso di sempre, ovvero un discreto podista.
Purtroppo maledire tutti i piccoli acciacchi che mi hanno frenato diverse volte nella sempre più estenuante calda estate siciliana non serve ad un gran che, ma saper trovare le forze per rialzarsi dopo ogni caduta è sempre stato il mio volere primario.

Gli allenamenti, come raccontato, non avanzavano in maniera decisa e spedita e l'umidità che pervade la Città mi ha spesso messo in seria difficoltà come quando avevo affrontato tutta la Salita di Monte Pellegrino due sabati prima di prendere il via alla Maratona che si è rivelata la più importante degli ultimi anni.
L'umidità crescente, un misto tra aria fresca che investe i sempre caldi raggi solari, mi ha costretto più volte a correre con le T-Shirt in tessuto sintetico misto - lana, che almeno proteggono dalle vampate di freddo sulla pelle, ma è inevitabile sudare ovunque, persino fin giù nelle scarpe, ancora, a novembre... :-(

La decisione, presa ormai con ferma saggezza, di puntare tutto il possibile sulla Maratona di Palermo, la maturai la settimana prima, con grande intesa tra l'organizzazione tutta: tale responsabilità mi diede una grande carica, conscio che non sarebbe stata una passeggiata, con un percorso tutto rinnovato, ma arduo come mai avrei potuto immaginare se non correndo.
Io, l'anello Rosso e Monte Pellegrino sullo Sfondo
Non avrei voluto continuare con un altro mese nel quale non mi sarei potuto preparare come avrei dovuto, magari prendere un volo a fine dicembre ed "imbroccare" un altro presunto fallimento in Italia, no, questo non avrei potuto sopportarlo!

La settimana che portava al Grande evento passò con tanta tranquillità, l'allenamento di rifinitura, un classico 10 x 600m (R.1'30") svolto il martedì 17, restituì belle sensazioni e lasciai che il resto dei giorni di avvicinamento alla Maratona facessero il loro quieto e silente decorso.
Il sabato all'expo dentro lo Stadio Vito Schifani, avvenne con vari incontri: gente sicura del mio assoluto risultato, grandi nomi noti come l'intramontabile Gelindo Bordin, l'amica "Rossa" fotografa, gli amici del gruppo di fotografi soci UIF, gli affetti e tanti tanti amici lì a chiedermi come sarebbe stata la corsa.
Era una grande incognita: per la prima volta dopo tantissimi anni veniva reintrodotto il "giro unico" a rendere più completa, cittadina ed intrigante la corsa, con un'incognita: quella Salita di Mondello nelle ultime fasi della gara presente come un Gigante insormontabile, dall'alto della sua enorme statura di quasi ben 3.000m!
L'idea del giro unico è stata decisamente accolta benevolmente da tutti i podisti, locali e stranieri e non a caso il numero complessivo di partecipanti è raddoppiato rispetto alle passate edizioni.
Sempre di poca gente si tratta, per quel che merita la Città e la manifestazione tutta, ma quei pochi sono aumentati ed hanno potuto raccontare di un'impresa tagliando il traguardo di una Maratona bella e accattivante paesaggisticamente parlando come poche al Mondo.

Stavolta non mi va di parlare dei soliti disagi tra gli automobilisti rincarati a torto dalle testate giornalistiche locali che, invece di invitare (e magari allertare) la Cittadinanza a partecipare all'imminente evento che dovrebbe coinvolgere tutti, a beneficio dei tanti esercenti commerciali, la butta sempre sull'ormai stucchevole notizia dei problemi per il traffico veicolare.
Questa gente non ha evidentemente mai viaggiato in vita sua nè tantomeno ama i propri concittadini che possono trarne beneficio da questa manifestazione, potenzialmente grande volano per l'economia turistica della Città di Palermo.

Durante il riscaldamento, nubi fisse all'orizzonte che incupivano l'ambiente quanto bastasse a non far uscire del tutto i già presenti raggi solari.
Umidità a livelli elevatissimi, ma si sapeva già.
Il Podio maschile della Maratona
Ero già molto concentrato e temevo la gara tutta, lunga e imprevedibile.

Il "Via" è il solito spettacolo di podisti che sfilano lungo i 400m dell'anello dello Stadio delle Palme "Vito Schifani" per poi immettersi immediatamente nel cuore del Parco della Favorita.
Mi aspettavo di scegliere il ritmo migliore tra i pretendenti al piazzamento sulla Mezza Maratona, ma dopo circa un paio di chilometri dei tanti in leggera discesa che portavano al Centro Storico della Città, mi trovo in compagnia a tre e successivamente solo in due a dettare un ritmo assestato sui 3'30"/Km circa.

Là avanti Alessio Terrasi fa di tutto per staccare il diretto avversario, Mohammed Idrissi, ma al termine dei 21K sarà il marocchino a trionfare.
Subito dietro, a controllare la mia gara ed a godermi la Città e tutto il pubblico festante, io insieme al mio compagno d'avventura che mi tenevo stretto per non restare troppo presto da solo.
La prima irta salita avveniva in quel dei Quattro Canti, passando a fianco della Cattedrale e subito dopo dentro il Palazzo della Regione, due passaggi semplicemente fantastici ma molto difficili.

La mia corsa, in totale controllo, presentava il primo serio cambiamento al percorso incanalando i podisti nella via di ritorno attraverso una strada parallela a quella appena attraversata, evitando quindi in modo intelligente la folla dei sopraggiungenti podisti che inevitabilmente sarebbe venuta addosso con le solite conseguenze disastrose.
In poco tempo ed in totale relax, tornavamo in zona "Teatro Politeama" ed affrontavamo l'intera strada di ritorno in costante e leggera salita.

Il mio compagno d'avventura non mollava ma ogni tanto perdeva qualche passo dietro di me.
L'ingresso dentro al Parco della Favorita lo conosco bene, è ricco di saliscendi e di insidie ed ero pronto ad affrontarlo con la giusta intelligenza, ma al primo giro di boa notai con una certa apprensione che il mio diretto avversario, Vito Massimo Catania, non era poi così distante.

Fino a quel momento non avevo pensato a lui e mi ero goduto il percorso, anzi sapevo esattamente quando avrei dovuto provare ad attaccare, anche se non sapevo che già stavo correndo più lento del previsto: ero così terribilmente bagnato dall'umidità ed avevo già costantemente bevuto ad ogni rifornimento, il che non giocava a mio vantaggio.

Suggestivo il passaggio dentro il
Palazzo della Regione
A quel punto provo ad incrementare un po il ritmo e resto da solo, scalando le piccole salitelle del Parco con maggiore impegno.
La parola impegno, in Maratona, è una cosa seria: se ti impegni troppo presto sai già che dovrai fare i conti con la parte finale della gara.

In realtà la strada scorre via con facilità e slancio, il passaggio alla Palazzina Cinese ed a Villa Niscemi immersa dentro il Parco è semplice così come l'ingresso allo Stadio delle Palme, semplice ed essenziale ma pieno di carica: tutto il pubblico mi incitava e mi sosteneva!

E' il momento di fare nuovamente il punto della situazione e con un semplice colpo d'occhio, Vito Massimo Catania era lì, issato a 300m esatti di distacco.
Nonostante il modesto forcing non ero riuscito ad ottenere significativi risultati, ma era già tempo di tornare dentro il Parco e spingere in discesa.
La discesa dura poco perchè il percorso, una volta approssimarsi all'uscita del Parco, con un intelligente giro di boa, ti faceva reimmettere sul percorso calcato dalla Mezza Maratona trovando tutti gli altri partecipanti che si apprestavano a concludere la loro gara.

Questa compagnia non mi dispiaceva e mi invitava a spingere di più quando, nuovamente, era il lungo ed arduo rettilineo della Favorita a presentare il suo conto.
Stavolta ricordo di iniziare ad ansimare un pò, il passo era ancora fluido ma non desideravo altro che raggiungere la lunga discesa che avrebbe portato sul lido di Mondello (dopo diverse deviazioni) ed al termine dei continui sorpassi, sopraggiunge il silenzio: era ora di scendere e di accendere la gara, il momento tanto temuto!

La discesa dura sempre troppo poco ma il cartello dei "-10K" all'arrivo giunge al termine di essa: purtroppo una deviazione al percorso inserita all'ultimo minuto rende tutto  meno gradevole perchè piazzata in salita (l'inizio della salita di Monte Ercta, la strada in salita che porta a Monte Pellegrino lato Mondello) e spacca le gambe di tutti, compreso quelle del sottoscritto.
Era un rapido giro di boa ma la mente si piega al volere di quella pendenza e Vito Massimo, apparentemente rilassato, era sempre lì a debita distanza.

Sarebbe stata decisamente un'idea migliore allungare il percorso al termine della gara, consentendo ai podisti di percorrere un intero giro di Pista - passerella prima dell'arrivo vero e proprio.
Mondello, fase di ritorno, le moto di vedetta mi "spingono" oltre le difficoltà
Con quei 400m in più ricavati sull'anello dello Stadio si sarebbe evitata questa dura deviazione, rendendo più scorrevole il percorso.

In verità avevo spinto il più possibile in discesa ma ormai i piedi mostravano i primi segni di cedimento: era nulla in confronto a ciò che sarebbe accaduto di lì a poco.
Il percorso si rivela più lungo del previsto ed è davvero arduo giungere sul lungomare che per fortuna, arriva dopo l'aver toccato l'ultimo club nautico baciato sul Golfo di Mondello.
Era il momento di correre sul serio e di rilassarsi ove possibile: per due lunghi chilometri era tutta costa, splendida e calma costa con poca gente in spiaggia o a Piazza Valdesi ad incitare i propri beniamini.

Anche lì, come in diversi punti del percorso "strategici" presente un punto ristoro organizzato grazie all'aiuto delle principali Società podistiche della Città, sempre ben forniti ed organizzati, una carica di motivazioni non indifferente!

Purtroppo la strada del ritorno era la stessa e identica di quella dell'andata, lunga e inarrivabile e già vacillavo.
Il "Gigante" era sempre più vicino, la temibile Salita di Mondello che nella mia vita l'avrò corsa in mille modi centinaia di volte, ma non in gara giunta al 35°K.
Provo a reagire, prendo l'ultimo gel di maltodestrine e mi butto a testa in giù.
La conosco come le mie tasche ma non avanzo, ormai i piedi mi hanno abbandonato al mio destino ed è una terribile agonia.
Le carte cambiano volto in pochi chilometri.

E' il momento di massima crisi e si legge nel volto...
Sono tenuto da sottili fili quali la mia determinazione, le moto della Direzione Corsa, fin troppe e fin troppo rumorose e dalle voci di incitamento di amici che ormai seguivano il mio lento incedere in salita dalla corsia opposta.
Tutta questa "spinta psicologica" mi faceva andare oltre le mie attuali capacità e pensavo a quando sarebbe arrivato il mio diretto avversario, magari più fresco di me e con il sorriso sulle labbra a sorpassarmi, sportivo ma beffardo.
Ma tutto questo non accade ed in "vetta" alla salita mi aspettano altri amici ad incitarmi.

"Out of Order", non rispondo più a nessuno, non guardo più in faccia a nessuno, solo pochi gesti, qualche mugugno ma non parlo più, non ho più forze.

Finalmente giunge la lunga discesa verso la Palazzina Cinese ma dura poco, i piedi sono così deboli che devo scartare le asperità del terreno con la testa, mi da tutto fastidio ormai, ma la testa funziona, e sono meno tre.

La lunga salita di Villa Niscemi mi spegne, definitivamente, ma penso che sarebbe stata l'ultima della giornata, prima della pace, forse della gloria.
Temo la beffa, da un secondo all'altro e mi preparo a gettarmi in discesa, girando a destra quando...

"Gira a sinistra, prima devi andare lì" mi diceva la Direzione di Corsa.
Questa deviazione ulteriore non la conoscevo, era troppo piccola in Mappa, una pugnalata alle gambe.
"Non ce la faccio più", smorfia di dolore in viso, non accetto questa pendenza non annunciata e quasi resto fermo sul posto.
A pochi metri vi era il punto di ristoro del Good Race Team Palermo, la mia squadra, il mio Presidente era lì ad urlare con tutte le sue forze, a spingermi oltre.

Interviste del Post - Gara
E come tante volte nelle mie gare, mi spingo oltre.
Reagisco, svolto la boa e aspetto la Beffa, ma la Beffa tarda ad arrivare e non ha il volto di Vito Massimo, poi fermatosi a metà salita di Mondello per sopraggiunta crisi.
Mi getto in discesa, manca meno di due chilometri e adesso la musica cambia.
Torno a correre, il ritmo è superiore ai 4'10"/Km ma non è così da buttar via.

Finalmente vedo lo Stadio, inizio ad immaginare la Vittoria e corro con la disperazione verso i primi spettatori che attendono da troppo tempo il mio arrivo.

C'è la bandiera francese ad aspettarmi all'ingresso allo Stadio, in ricordo di tragici fatti accaduti poche ore prima che avevano coinvolto la Capitale francese, la afferro ed ormai mancano circa 200m.

Me li godo tutti, lo Stadio esplode a festa, quella bandiera è pesante ma la porto con grande orgoglio e finalmente taglio, esausto, il traguardo a braccia alzate.

VINCO LA MARATONA DI PALERMO!!!
Il crono finale importa poco, è di 2h44'03" ma la gioia è immensa per quanto è stata difficile questa domenica.
Chiaramente non preparato a dovere, ho avuto abilità e fortuna nel mantenere la posizione sin dal Via, gestendo le mille difficoltà.
Fossi stato da solo in corsa, probabilmente avrei ceduto psicologicamente ma questa è stata una vittoria raccolta di più con le forze mentali prima ancora che con quelle fisiche.

L'anno agonistico, dopo alcune delusioni, mi regala una grande soddisfazione ed entrare a far parte dell'albo d'oro della Maratona della mia Città non ha prezzo.

Adesso si volta pagina, mesi di allenamento e duro lavoro mi aspettano ma con una nuova marcia in più!

(Grazie Sicilia Running per il servizio e le foto, oltre che Adriana, Toti, Manuela per le foto)

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NEW YORK CITY MARATHON 2010 (Foto Podisti.net)

NEW YORK CITY MARATHON 2010 (Foto Podisti.net)
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