41° New York City Marathon - 20° Posto Assoluto - 1° Europeo

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Un Sogno Ad Occhi Aperti...

sabato 13 dicembre 2014

Non ci resta che il fango!

Tutto il fascino della Natura...
Palermo, dicembre 2014

La tipica espressione "siamo in preparazione invernale" ricalca in pieno l'argomento, dove correre tanto e mettere chilometri durante le (poco) fredde e buie giornate invernali tende ad appiattire tempi, motivazioni e voglia di gareggiare.
In realtà così non lo è mai per me, ancor di più considerate le due ultime stagioni invernali caratterizzate dalla brutta escalation dell'infortunio che mi hanno costretto a rallentare oltremodo, e cerco in tutti i modi di trovare ulteriori motivazioni, aprendo nuove brecce alla specialità.

Non c'è cosa più bella che avere la salute fisica nel tuo bagaglio personale: puoi immaginare e fare tutto!

Essendo la stagione delle Corse Campestri, dicasi Cross, tipiche dei paesi nordici dell'Italia, per noi del Sud con la primavera - quasi estate - perenne che non possiamo ambire ad avere tanta ricchezza, cerchiamo riparo nei verdi e rigogliosi Parchi della Sicilia, grazie alla costante di tutto l'anno chiamata Trail Running.

Avevo financo pensato di partecipare alla Corsa con le Ciaspole di inizio anno, ma l'idea di dovermi allenare con delle ipotetiche Ciaspole sulla spiaggia sabbiosa di Mondello, in bizzarrìa ha superato le mie ambizioni ;-)

Convertire le suole delle scarpe da Running fatte per calcare "l'oro nero" (dicasi asfalto) a quelle artigliate off road per il più naturale dei composti fatto di acqua e terra, per uno stradista come me è una dura ma utile scommessa, ricca di insidie ma anche di punti di interesse.

Correre su superfici irregolari, stimola la propriocettività, ovvero permette di far lavorare ogni distretto muscolare e tendineo con più facilità e con maggiore adattamento, consentendo migliore resa allenante.
Ecco perchè si consiglia di correre frequentemente nei parchi anzichè solo ed esclusivamente su asfalto.

Sulla Vetta più alta di Monte Pellegrino, poi... si scende!
Il Trail Running è la disciplina che ormai sta spopolando a livello mondiale per via di quel senso di sfida con se stessi e la Natura, quella incontaminata dei boschi, dove l'ultima cosa che conta è il cronometro e la lotta contro il tempo, nei limiti canonici ed a volte esasperati del termine.
Imparando a correre su percorsi estremi o comunque con un buon grado di difficoltà, si impara ad affinare i riflessi in corsa, ad utilizzare molto di più i piedi che devono lavorare in alcuni punti più ripidi con maggiore frequenza e, grazie ai terreni molli e franosi, fa impegnare decisamente molto di più a livello muscolare con benefici quando ci si ri-convertirà su strada.

Essendo poco abituato a calcare questo tipo di sentieri e difficoltà e notando con grande rammarico che il "motore" nei tratti in salita, che siano essi scivolosi o meno è stato sempre un mio punto di forza, una volta ritrovata la piena condizione atletica, da qualche settimana a questa parte, mi sto cimentando sui percorsi sterrati, fangosi e con pendenze non senza l'attrezzo principale per un Trail Runner: la Scarpa da Trail!

La mia scelta, tra le tante opzioni che offre il mercato, è andata sulla innovativa e versatile Adidas Adistar Raven 3, gommata come una 4X4 e ricca di chicche che farebbero impazzire gli amanti delle corse in montagna, come l'allacciatura rapida elastica a scomparsa e la linguetta corpo unico con la tomaia anti-affossamento utile se capiti i 30 cm di fango appiccicoso ;-)

Rispetto alla "normale" Scarpa da Running su strada, come una Supernova Glide Boost, sta principalmente nella suola, con disegno artigliato e gomma antiscivolo ovunque e l'assenza del Torsion System tradizionale (di plastica rigida e quindi scivolosa!) sostituito da uno in gomma antiscivolo.
La Tomaia deve essere il più possibile repellente all'umidità ed alla pioggia e deve proteggere contro gli urti accidentali con le pietre o gli incontri occasionali con le dolorissime spine degli arbusti che si potrebbero conficcare su di essa.
Oggi il mercato è vario e offre modelli sempre più interessanti, ma la Adistar Raven rappresenta la completezza della Scarpa per questa disciplina e la suola artigliata che si adatta alle asperità del terreno, dinamicamente, non credo ce l'abbia nessuno!

Staremo, quindi, a vedere se un atleta inesperto come me nel campo del Trail Running saprà competere in quest'ultima prova del circuito EcoTrail Sicilia tanto ambita dai partecipanti ;-)

Magari la Tua Città nasconde questi paesaggi...
Sin dalle prime uscite mi sono esercitato sui percorsi del Parco della Favorita, a Palermo, alternando gli allenamenti classici del periodo, a vere e proprie uscite Trail, sempre più difficoltose, imparando ad avere maggiore fiducia in me stesso e nelle scarpe che indossavo.
Avere una tecnica propria e imparare con l'applicazione sul campo è la prima cosa da fare e ti permetterà di scendere più rapidamente nei sentieri più difficili, cosa che potrebbe farti perdere la gara anche dopo svariati chilometri passati in testa davanti a tutti.
Trovare l'equilibrio del baricentro migliore in corsa e cercare di gestire le scivolosità dei terreni è il primo passo verso un'apertura mentale che permette di gestire emozioni come la paura o il coraggio di affrontare un tratto veramente difficile e pericoloso.

Tra i più temuti dai palermitani, è ad esempio, il Sentiero Viller affrontato in discesa che conclude l'Ecotrail di Monte Pellegrino, in una giornata calda e asciutta, presenta almeno un paio di tratti rischiosi e rocciosi.
La roccia è da evitare il più possibile in caso di umidità e si affronta con prudenza e piccoli, frequenti e ritmici passi.
Al contrario, per esercitarsi in un tratto solo Vertical, il sentiero della Valle del Porco è estremo e garantisce quasi 20 minuti di salita costante, senza respiro e con ampi tratti dove è impossibile correre ma si può scalare esclusivamente con la forza delle proprie braccia e... gambe!
Un modo rapido per giungere alla sommità di Monte Pellegrino, una scorciatoia tutta naturale :-D

L'esercitazione sul campo è l'altro aspetto importante da non sottovalutare nei Trail.
Effettuare una ricognizione sul posto, conoscendo a priori tratti del percorso di gara che si verrà ad effettuare, risulta fondamentale per capire su quali percorsi si verrà a correre (se duri, fangosi, umidi, erbosi, ecc) e se vicino casa propria è consigliabile "farci un salto" passando una piacevole mattinata.

Per tutto il resto, la routine degli allenamenti stagionali è finalmente tornata la stessa, caratterizzati da potenziamento, salite, fartlek, medi e tanti chilometri senza avere più l'afa che ti fiata sul collo.
Abituarsi al freddo ed all'incremento dei carichi di lavoro ha reso anonime molte settimane nelle quali non sono usciti risultati eclatanti ma lentamente la forma cresce, come la continuità ormai acquisita da tempo.

Si... sempre Palermo!
Trovo migliori risultati negli allenamenti in salita sia brevi che lunghi che non riesco a finalizzare
quasi mai bene nel 1.000m o 2.000m in pista e ciò denota una buona condizione di forza, ma la frequenza del passo e la velocità ne risentono parecchio.
Spesso noto con rammarico e disappunto che non riesco a tenere i ritmi dei ragazzini che corrono sotto 3'00"/Km in quelle circostanze che ti dovrebbero imporre di stare incollato a loro come un francobollo, ma sento che sto correndo senza problemi e di questo mi rassereno tanto.

I tempi per andare forte ci saranno, certo è che le motivazioni non mancano e mi re-invento le stagioni, ora più che mai per correre un 2015 all'attacco!

3 commenti:

andrea dugaro ha detto...

mi incuriosisce come scarpa
il peso mi lascia un pò perplesso, 340gr
ormai la maggior parte delle marche più famose scende sotto i 300gr
e sembra molto protettiva e ammortizzata
ma questa è evidentemente più da fango
che da salita pura e aggressiva

andrea dugaro ha detto...

aggiungo che le uscite trail, come te hai ben scritto, sono fondamentali per tutti e danno veramente un passo in più in merito a propriocezione e sensibilità
per non dimenticare il minimo stress alla struttura articolare, almeno in salita
e l'attivazione di comparti muscolari che nella corsa in piano vengono usati solo per stabilizzare il passo, a scapito della reattività ed elasticità
se poi aggiungiamo il piacere di raggiungere una cima e isolarci dal rumore, non resta che affogarsi in questa alternativa
per alcuni alternativa, per alcuni scelta definitiva.....per altri motivi

Filippo Lo Piccolo ha detto...

Ciao Andrea, attendi ancora qualche giorno e leggerai il racconto della Gara!
E' vero, ti anticipo che le Adistar Raven mi hanno un po penalizzato in salita perchè "pesantuccie", ma la protezione globale che ti da questa scarpa per un neofita come me ha dato solamente sicurezza e tranquillità per tutta la gara, uscendone indenne, un sogno realizzato insomma!

NEW YORK CITY MARATHON 2010 (Foto Podisti.net)

NEW YORK CITY MARATHON 2010 (Foto Podisti.net)
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