La riscoperta dei sacri valori dello sport, sacrificio, impegno, passione, in cima alla vetta... |
Mesi ad affrontare diverse difficoltà senza mai abbattersi, settimane trascorse ad accumulare un piccolo bagaglio di chilometri per iniziare un nuovo percorso di vita sportiva, entusiasta più che mai di ricontattare il Coach e dirgli che il peggio è passato, quando ancora un altro intoppo si acclude tra la mia determinazione ed il mio cammino verso la ripresa.
Non è facile, anche quando sai bene che la strada in salita è la migliore che stai per affrontare, ricca di dolori, patimenti e sofferenze fisiche che sai bene di conoscere ma che il riposo ha frettolosamente rimosso dalla memoria storica delle tue gambe.
Ma con il carattere che mi ritrovo non mi abbatto e lo ammetto, ho bene a mente i doveri e le promesse fatte a chi continua a starmi vicino nonostante in quasi un anno di inattività non mi ha visto più concludere una gara.
Eh si, perchè stavolta sono il primo a dirlo chiaramente che le mie speranze di risolvere velocemente ormai antichi problemi fisici si erano infrante sulle spiagge di Santa Caterina dello Jonio quando, lo scorso anno, una ennesima contrattura pose parzialmente fine alla mia routine di risultati.
Mi spiace constatare che questo sarà l'ultimo dei ricordi alla Corrinsieme, ufficialmente annullata nell'anno 2014 e che mi ha donato sempre soddisfazioni e inizi di stagione estiva culminati in ottime maratone autunnali, una tradizione ormai per me anche se quest'anno non avrei potuto prenderne comunque parte.
Un altro pezzo di atletica in una parte di terra che in fondo mi appartiene, che ho girato in lungo e in largo, la Calabria e gli amici che lì ho lasciato.
In questi momenti ti volti indietro, trovi anche il tempo per leggere, letterature interessanti, continuare ad arricchirti per farti una cultura personale dello sport che in fondo mi ha fatto crescere pian piano con tanti significativi episodi.
Ti volti indietro nel passato leggendo "Lo Sport del Doping - Chi lo subisce, chi lo combatte" del Prof. Sandro Donati che oggi, a 34 anni non mi scandalizza più di tanto perchè grazie a Dio ho potuto correre con i migliori specialisti al Mondo e tutti gli specialisti italiani contemporanei e del recente glorioso passato alle varie corse su strada, salvo poi leggere per pochi di loro di squalifiche per doping.
Da lì in avanti non mi sarei più sorpreso, al più indignato e consapevole che la strada pulita e fatta di fatica, sempre in salita come vuole il Coach è solo motivo di orgoglio.
Raffrontandomi alle tante trasferte vissute alle gare e parlando con centinaia di persone e podisti di ogni livello, mi farò un'opinione completa e personale su cosa pensa la gente in generale nei riguardi del doping e che ricordi lasciano nelle menti di tali persone i suddetti sportivi finiti nella rete della vergogna.
Consiglio vivamente la lettura di questo libro, specialmente ai giovani ambiziosi di vittorie e li invito, altresì di prendere spunto da veri eroi dello sport, votati al duro lavoro e sacrificio (oltre che ad un immenso talento) come l'immortale Pietro Mennea.
Ti volti indietro e pensi alla decisione presa di passare, poco più che diciottenne, alla SBM Palermo, la gloriosa società di corse su strada palermitana, staccandomi definitivamente dall'area CUS e lanciando il via alla mia indipendenza che a breve mi avrebbe portato a sbarcare presto in Maratona, scelta più che appropriata per uno come me.
A quel punto pensi alla bella esperienza al gruppo sportivo Militare della Marina cui ho conservato nello spirito fantastici ricordi e ti rendi conto che a La Spezia allenava sul Campo il Prof. Leporati che non conoscevo per nulla se non per la fama di essere l'allenatore del Grande Campione Stefano Mei.
Leggendo il libro scoprirò che il Prof. Leporati è più che un allenatore, un animo nobile dello sport e che sarebbe stato motivo di orgoglio se mai avesse allenato anche me, un ragazzino ancora acerbo capace di correre tanti chilometri senza timore.
La questione viene comunque chiusa lì perchè in realtà lo sbarco in Maratona, l'esordio a Venezia e l'innamoramento alla distanza saranno frutto della volontà Coach Lamberti che spero quanto prima di abbracciare, una fusione tra animi del Sud che amano la corsa, e mai tornerei indietro a tale decisione.
Tutto il resto sarà merito del mio Coach attuale che da anni si scervella proponendomi allenamenti sempre nuovi e stimolanti, da lui ho imparato molto, quasi tutto.
Il passato recente, infine è il Violettaclub ed i suoi 8 anni irripetibili, dal 2005 al 2012, mi rendono parte di una famiglia che sento costantemente dedita unicamente e nobimente, ai veri valori sportivi.
Ma la voglia di andare avanti è insita in me, devo molto ad Adidas Running così devo un anno di gare alla mia nuova Società cui non ho assunto ancora alcuna identità di atleta...
Ci sarà tempo e modo per raccontare nuove avventure in Grottini Team, ma non devo avere fretta, nonostante abbia bramosia di un ritorno imminente alle gare...
Tale bramosia e la necessità di pazientare non è facile da contenere, figuriamoci per chi mi sta molto vicino ;-)
Il tentativo di rientrare alle gare è stato fin troppo affrettato ma in fondo esaltante e mi ha fatto scoccare nuove scintille in me.
Risolti dopo svariati mesi tutti i maledetti dolori persistenti con buona pace di chi mi invitava frettolosamente a riprendere gli allenamenti, non ho trovato affatto un vasto campo aperto dove sarei tornato magicamente ai miei livelli.
Il lavoro sulla postura si è fatto vedere e sentire...
Era la fine del primo giro, calo vistoso, la vittoria andrà al bravo Lucio Cimò (Universitas Palermo) |
C'è voluto dell'altro tempo affinchè assorbissi anche i postumi di una infiammazione al piriforme a sinistra e finalmente tornare nuovamente ad allacciare le scarpe da corsa.
Le indicazioni ottenute da poche valide persone, riadattate e scrupolosamente analizzate sulla mia persona, hanno dunque portato qualche risultato significativo.
Il Vice Coach Peppe, ormai un caro amico, mi indirizza sui percorsi di rafforzamento di lombari, dorsali e addominali per non incappare più in problemi legati alla catena muscolo scheletrica.
Erano i primi di giugno quando indossavo per la prima e decisiva volta le Adios Boost ai piedi in una gara ufficiale.
Palermo, le strade del "giardino di casa mia", il Parco della Favorita a me note ma assolutamente non la mia condizione, un banco di prova... per incoscienti come me!
Al via mi porto avanti, partenza dalla Pista di Atletica, percorro come un baldanzoso di belle speranze tutto l'anello in testa per immettermi nel percorso stradale del Parco chiuso alle auto (nonostante le giuste proteste dei cittadini, sportivi e non... meglio non essere di Palermo per capire a cosa mi riferisco).
Ritmi fin troppo frenetici mi portano alle veloci riflessioni ma ero la, in testa a tirare.
Il passo era fin troppo corto e le gambe non si alzavano da terra come negli antichi ricordi.
Qualcosa non andava... fino a che la media non è collassata rapidamente in un bagno di acido (lattico).
Poco oltre metà gara il ritiro per manifesta "esplosione", leggera rabbia quanto ragionata interiormente e mille sacre emozioni dentro, fatica, sconforto, calore eccessivo, alta velocità nonostante non mi sentissi ancora a posto con i residui di dolore.
Altro tempo per riflettere, per assorbire i postumi di una fatica immane e via nel tentativo di tornare a calcare con orgoglio la pista.
Diversi giorni dopo, mi rimetto in gioco nella striscia d'asfalto sicuramente da me più battuta della mia vita da Runner, la tanto temuta salita ripida di 100m a "Dallas".
Affronto con mille timori (si tratta di un esercizio di forza, mica di un gioco!) 15 allunghi di tale salita e rimango stupito per la rapidità e completezza d'azione che, insieme ad un'altra giornata di lungo corsa a 3'40"/km, andava lasciando sprazzi della mia vera identità.
Nel mezzo di tali sprazzi di vitalità, tante giornate difficilmente gestite nel cercare di capire quando sarebbe stato il momento di agire...
Ma la speranza era solo effimera in quanto, pur convinto di chissà quale condizione (ma in realtà è insito nel mio carattere "provare" anche le imprese più disperate), torno correndo verso la Pista di Atletica convinto di fare un 1.000m il più vicino ai 2'50" possibile.
Sarebbe stato fantastico ma non dimentichiamoci della salita, quella vera e quella di chi come me vuole pian piano tornare ad affermarsi!
La stanchezza già accumulata non prevale alla voglia di aggredire la Pista così parto a spron battuto senza pensarci, ma le mie convinzioni cozzano su un muro di acidosi che pervade le mie gambe ai 400m... di lì in poi la voglia di fermarmi salta fuori ma riesco a gestire al meglio tutte le cattive sensazioni tutto a un tratto affiorate.
Sarà solo un misero 3'01" ma subito dopo capisco da cosa era stato causato, ragiono su quanto avessi corso sgraziato e seduto e che non avrei potuto pretendere altro.
In parole povere: ero tornato alle vive allucinazioni della corsa che ricercavo ormai da tempo in tutta semplicità!
Il Coach vuole da me un percorso in queste settimane il più costruttivo possibile, in mezzo anche i Circuiti con esercizi di forza e propriocettività ogni 200m e in altri giorni il potenziamento che per un pò vedrà lontani gli attrezzi e che si affiderà alle moltitudini di esercizi che può svolgere la macchina umana sotto il suo peso.
Il prossimo imminente obiettivo è chiaramente quello di completare una gara nel più equilibrato dei modi (la "bravata" è ormai stata fatta ed ha avuto un suo perchè nella mia testa!), ma per fare ciò serviranno alcuni allenamenti che stimolino uno sforzo intenso e duraturo.
Resta comunque la maggiore maturità sviluppata da un lungo stop e le parole del Coach a entusiasmarmi ancor di più: "A quale obiettivo importante possiamo puntare?"
E' prematuro pensarlo, ma è ora di tornare a sognare e sperare!
(Ringrazio Sicilia Running per la foto e Adidas Running per il costante sostengo)
2 commenti:
che bel racconto filippo. Non so di quanti km era la gara a cui hai preso parte ma fare metà gara a "bomba" sicuramente è stato allenante finchè è durato... Hai i mezzi per tornare a correre forte, ed il 3'01'' sul mille lo dimostra (nonostante le difficoltà). lo sai da tempo ormai, tifo per te da lontano e presto tornerai più motivato. ti abbraccio. Luca
Caro Luca, vorrei arrivarci anche di corsa su da voi ma non posso farmi prendere dalla frenesia.
Il racconto verso la risalita continuerà con altri aneddoti, lotte interne, sofferenze inaspettate, in fondo racconto queste emozioni sul blog!
La gara era di 10K, ma davvero, ai 5K le gambe non si alzavano più, eppure tutto è servito a scatenare una forza in più...
Quel 1000m poi è stato molto chiarificatore, dimostro di avere una buona elasticità più che una forza in generale, sennò non salivo così forte i 100m, mentre per quanto riguarda la prova finale è tutto da ricostruire.
Ma ti penso e voi pochi amici siete le cose più care che spingono oltre, ciò che fa la differenza.
Un abbraccio!
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