41° New York City Marathon - 20° Posto Assoluto - 1° Europeo

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Un Sogno Ad Occhi Aperti...

lunedì 2 dicembre 2019

Palermo Maratona - La più affascinante e forse la più dura al Mondo

In Copertina Palermo... Ma quanto sei bella?
(Foto di Toti Clemente)
Palermo, 17 novembre.

Si conclude quest'ultimo viaggio lungo 42 Km e 195m di lotte e voglia assoluta di farla, nonostante un guaio personale e le ordinarie vicissitudini familiari sempre più crescenti.
Da qualche giorno ho compiuto quarant'anni e se penso che 10 anni fa mi trovavo solo soletto a New York City a dimostrare al Mondo il mio valore nell'atletica, penso che da quel periodo ne ho fatto tanta di strada bella!

Nelle ultime settimane, non solo mi sono fatto male seriamente ad una spalla che ha impedito di allenarmi per una settimana, ma ho avuto a che fare con i vari malanni dei piccoli di casa, ragion per cui stavo per mollare l'idea di affrontare la grande avventura della Maratona.
Eppure, eccomi là ai nastri di partenza ad onorare un evento così bello e affascinante che mi ha rapito quando, appena compiuti 18 anni, portavo a termine la mia prima mezza maratona con l'entusiasmo del novellino, in 1h21' circa.

A quell'epoca si correva per "la Madonna", ovvero l'8 dicembre, e molto spesso capitava di imbattersi in edizioni fredde e piovose.
Si respirava aria di forte competizione, arrivavano gli atleti keniani del "Fila Team" conosciuti in tutto il Mondo (non era altro che un gruppo seguito a livello manageriale da una nota famiglia con sede a Brescia e supportata successivamente da altro brand), imparavo a respirare la puzza di canfora che solo gli atleti di colore spalmano ancora oggi, mi confrontavo con tutti i podisti siciliani che correvano forte ed in quegli anni le classifiche erano severe se non correvi sotto l'1h10' nella mezza.
Lo Start sotto un timido sole (D. Maniaci)
Ricordo che in quello che era il doppio giro della Città che attraversava il Parco della Favorita ed il Centro, per molte edizioni veniva a correre un atleta Russo che sapeva chiudere in 2h18' circa, che in quel percorso è di tutto rispetto.

Palermo come Città non si è mai potuta offrire tecnicamente per dare il miglior riscontro cronometrico e da alcuni anni, come ho raccontato, la scelta di allargare la corsa fin su Mondello ha aperto l'utenza in due: meglio un giro (quasi) unico che tocchi tutte le bellezze della Città penalizzando ulteriormente il risultato cronometrico, o lasciare tutto come era prima, con due (noiosissimi aggiungo io) giri identici dove il maratoneta al secondo giro resta abbandonato a se stesso?

La risposta appare scontata e quest'anno, nonostante l'obbligo della partenza dal Giardino Inglese, peraltro molto ben apprezzata dai vari turisti - runners stranieri e venuti da fuori Sicilia, l'organizzazione ha saputo tirare il meglio dalle difficoltà logistiche del percorso, rendendo apprezzabile ed emozionante l'evento fino all'ultimo metro.
Ma capirete perchè leggendo le mie impressioni.

Novembre è un mese strano a Palermo.
E' difficile incontrare il freddo vero, quello che a me personalmente aiuta parecchio a gestire la fatica.
Fino a venerdì c'era stata in Città un'afa anomala che mi faceva preoccupare non poco.
Domenica mattina, invece, sono arrivati dei nuvoloni autunnali con vento freddo alternato da spruzzi piovigginosi e un timido sole che mi hanno messo nelle condizioni ideali di affrontare una Maratona con uno spirito più positivo.
Del resto avevo preparato l'evento in tutta fretta con pochi chilometri ed un paio di uscite di poco più di due ore, seppur affrontate a forte ritmo, che non erano per nulla sufficienti a coprire l'intera distanza.

Sta per concludersi la prima mezza maratona con l'avversario Slovacco
che giungerà terzo (P. Carollo)
Come previsto dopo la Partenza avvenuta abbastanza puntualmente, i tre atleti keniani favoriti scappano via e con esso l'unica atleta di colore chiaramente favorita alla vigilia.
Oltre a loro, un runner belga (riconosciuto dai colori della maglia) ed il locale Mohamed Idrissi, iscritti alla Mezza Maratona che correvano da 1h10'.
Dopo di loro, il vuoto, ovvero il mio gruppo caratterizzato da cinque unità, me compreso.
C'erano dentro un paio di runners per la Mezza Maratona e tre maratoneti.

Questa volta il percorso parte diretto verso il Parco della Favorita su Mondello ed in men che non si dica il nostro modesto incedere sui 3'40"/Km supera gli avvallamenti del Parco e sgambetta per tre chilometri in discesa verso Mondello.
E con facilità estrema, il primo quarto ce lo mettevamo alle spalle.
Mondello era fredda, deserta, sono bastati quattro nuvoloni minacciosi a lasciare a casa molta gente.
Il mio obiettivo era comunque di idratarmi costantemente vista l'aria comunque umida, ma non c'era necessità impellente di farlo in modo puntuale.

I successivi tre chilometri tutti in salita mettono in difficoltà i runners della mezza maratona, ma non soffro particolarmente, è troppo presto per farlo!
Superata Villa Niscemi, ci aspetteranno diversi chilometri in leggero declivio a favore che mi consentono di rilassarmi e pensare solo alla pace del paesaggio.
Inizio a scorgere molta tifoseria straniera ed era evidente che si trattasse degli accompagnatori degli atleti in gara!

Lo scatto di Giusina Perna, la Cattedrale, il Liceo Vittorio Emanuele II ed
un runner con poche energie...
Su Via Libertà inizio a notare tanto pubblico festante e tanta, tantissima gente che incitava il mio nome, un'emozione indescrivibile, tant'è che ho tutto il tempo e la gioia di salutare e replicare con un sorriso o una veloce battuta.
Sto bene e sono contento.

Alla Mezza Maratona, completando il percorso esatto senza modifiche rispetto ai runners della sola 21K, passo in 1h19' circa e, abbandonati i compagni della Mezza Maratona, mi rimane incollato con enorme differenza di altezza e "biondezza", un runner slovacco capitato qui per fare visita alla Città che durante la gara l'ho scorto con la propria moglie/compagna e figlia.
Persone gentilissime che facevano il tifo anche per me!

Questo ragazzo è molto in gamba e sicuramente preparato, ma preso da una condizione euforica continuo del mio passo e riesco senza nessuna fatica a staccarlo di un centinaio di metri.
Al secondo passaggio il Parco della Favorita è vuoto, ma so benissimo che durerà poco.

La solitudine alle volte fa bene e ti aiuta a restare concentrati sull'obiettivo del momento.
La stessa dura per tutto il tratto ondulato che da sempre mi spezza le gambe e porta fino al semaforo di Pallavicino, in corrispondenza della discesa di Mondello.
Affrontato il giro di boa, praticamente si rientra nel percorso della Mezza Maratona dove posso correre in compagnia dei runners più lenti, turistici o adagiati.
Ma come penso sempre, l'importante per tutti è fare sport a qualunque ritmo o intensità.

Il lungagnone slovacco è sempre dietro staccato, forse di 150 metri, ma non molla.
Corso Vittorio Emanuele - Tento di scorgere l'avversario ancora "a distanza"
Penso di aver fatto un tratto di Favorita discreto, senza alcun calo di rendimento, così, mentre mi cimento a correre nuovamente in leggera discesa su Viale Diana e verso Via Libertà sono sui 28 Km e penso al muretto dei 30.
Nessun tentennamento.

In discesa tutto è facile e torna subito la gran tifoseria, fa molto bene al morale.
Passo di nuovo sotto gli archi dell'arrivo ed è circa il chilometro 34, poi 35 e 36, ormai manca poco.
Stavolta si passa per il Centro Città, abbastanza deserto per i suoi standard ed a breve affronto Corso Vittorio Emanuele che mostra tantissime bellezze Cittadine: i quattro Canti, la Cattedrale, arrivando fin dentro il Palazzo dei Normanni.

A quel punto mi trovo in difficoltà perchè da qualche chilometro non riesco più a ingranare e tutta quella salita, seppur non molto irta, diventa un muro da affrontare con passo pesante.
Inizio a pagare il poco tempo avuto a disposizione per completare gli allenamenti e non voglio cedere.
Qualcuno mi incita dicendomi che mi trovavo al terzo posto e quasi quasi non ci credo, ma era vero!

Entrato a Palazzo dei Normanni accade un evento spiacevole perchè quello che è rappresentato come uno dei passaggi più spettacolari dell'evento si trasforma per la mia corsa in una mezza tragedia. Essendo parecchio attardato rispetto ai primi atleti keniani, ma comunque il terzo in gara, trovo l'addetto alla vigilanza del percorso posto all'ingresso del Palazzo dei Normanni disattento e non riesce in tempo a sgombrare la via d'accesso da un gruppetto di turisti distratti.

La cinica indifferenza della gente al mio passaggio
(P. Sunseri)
Una volta entrato rapidamente all'ingresso, mi ritrovo di fronte un muro umano e, per evitare di finire addosso ad uno di loro, più lento o più distratto, stavo per scivolare per terra malamente nei lastroni di basolato viscidi per le piogge delle ultime ore.
Penso subito all'incidente avuto alla spalla nelle settimane scorse ma per fortuna miracolosamente mantengo l'equilibrio.
Il nervosismo era alle stelle e, uscito quasi illeso dal Palazzo, mi aspetta un chilometro circa di discesa per poi affrontare dell'altro saliscendi.

Mi dico molto seccato: "Adesso non la molli la terza posizione" e rilancio l'azione in preda ad un agonismo più acceso che mai.
La maggior parte delle volte scatta in me una forza inaspettata, è stato sempre il mio miglior pregio, ma stavolta ero davvero quasi arrivato a "riserva".

Ormai mancano poco più di due chilometri, via Roma completamente chiusa mi sembra una meraviglia troppo dispersiva ed ogni leggera pendenza mi fa male alle gambe.
Al ristoro del 40°, comunque in piena crisi (senza ancora saperlo), accetto un forte incitamento ed un bicchiere di Powerade che mi pizzica la gola.
L'esofago si restringe e smetto quasi di respirare, ansimando come mai fatto nella vita.
Era il prologo della crisi, mi pianto di botto e si spegne la Luce...

Il bravo runner biondo mi raggiunge e mi passa in un sol boccone, riceve i miei complimenti perchè è stato caparbio e si invola a conquistare la terza piazza.
A me resta l'ingresso in Via Libertà, una mezza doccia alle gambe (perchè mi hanno lanciato dell'acqua gelida ancora non lo so...) ed un traguardo così amaro che lo avrò in bocca per un bel pò.

Il mio arrivo comunque è un elogio a tutta la Città che organizza un
bellissimo evento da correre almeno una volta...
Quel podio poteva significare una bella rivalsa contro tutte le normali avversità della vita, un ringraziamento all'organizzazione sempre gentile che mi invita, un ringraziamento ai tantissimi supporters, agli sponsor locali e tecnici ed un merito ai tanti anni di atletica da runner integro quale sono ancora.

Non è arrivato, l'ho sfumato di poco e quel poco fa male.
Mi facevano male i piedi, evidente segnale che non avevo i chilometri giusti, ma la mia vita passa attraverso una fase delicata.
In tanti ormai conoscono il nuovo Filippo, conscio che è bello gareggiare ma anche prendendosela meno dalle sconfitte.

No, anche questa volta ci sarà da riflettere senza darmi troppe colpe, pensando ad un 2020 nel quale potrei inserirmi anche come parte attiva all'organizzazione di eventi podistici continuando a correre da discreto "papà atleta" quale sono diventato ormai stabilmente.

(Grazie al folto gruppo di fotografi professionisti presenti sul percorso, all'organizzazione tutta della Maratona di Palermo, alla gente che mi ha incitato ed a Sicilia Running)

sabato 2 novembre 2019

Acchianata di Santa Rosalia - Rocambolesca Vittoria

Se posso permettermi, Laura, che sta affrontando la dura preparazione
di Maratona, è stata molto brava!
Palermo, 27 ottobre.

E' chiaro che non posso muovermi dalla Città, altrimenti avrei programmato altri obiettivi, ma è davvero difficile rinunciare alla per me storica salita dell'Acchianata di Santa Rosalia.
Ricordo quando nel 2011 l'avevo vinta a mani basse quando la settimana dopo mi aspettavano i Campionati Italiani di Mezza Maratona a Cremona dove per un malaugurato problema respiratorio non riuscii a correre in 1h07'.

Ed anche quest'anno ad impegno fisico non scherzavo, solo che mi ero già fatto del male (come detto) la settimana prima alla Palermo International Half Marathon, finita abbastanza sulle ginocchia.
Dopo aver scaricato per tre giorni, provo infatti a correre 10 x 415m nel giro della Villetta (peraltro preso d'assalto da un mini branco di cani randagi, tanto per complicare le cose), procurandomi un leggero fastidio al flessore di una coscia, per fortuna risolto con un leggero massaggio ed ulteriore scarico.

Mi ero iscritto alla Epica salita da giorni e non volevo mancare assolutamente per nessuna ragione.
Negli ultimi giorni sentivo arricchire il cast di partecipanti, con la presenza di Dario Nicchitta, storico amatore di alto livello che correva forte ai miei esordi nel mondo podistico, ma sempre ben allenato e sempre ben tirato.
Aveva preparato con dovizia di particolari la gara e ciò mi preoccupava parecchio...

Al mattino della manifestazione, dietro di me passa ad iscriversi anche Giovanni Soffietto (come ampiamente raccontato sta sfoggiando un periodo di forma invidiabile per la sua età, mostrando doti di grande agilità, fondamentali in salita), che automaticamente diventava il grande favorito della corsa.

Mantenevo e mostravo parecchia calma, pensando che il più forte atleta partinicense non poteva conoscere le insidie della salita di Scala Vecchia che io conosco così bene da poterla correre per davvero bendato...
Quando conosci ogni curva e sai anche come affrontarla al meglio, probabilmente riesci anche a guadagnare solo per questo un secondo a tornante e non è poco!

Il via avviene alle ore 09:00 (ore 10:00 del vecchio ordinamento, quindi comunque clima caldo) ma per così pochi minuti di gara non temo ripercussioni fisiche.
Solo che quei minuti saranno più che intensi!

Al via parto subito in testa, eppure mi ero imposto di non farmi del male nel primo lungo rettilineo da 500 metri, ma nonostante ciò trovo un outsider avventuriero davanti e nessuno dei favori a fianco.
Proseguo del mio passo e so bene quando rilanciare.
La partenza come di consueto alle falde del Monte Pellegrino
I primi tornanti sono durissimi, ma come detto il gioco sta nel saper "arrotare" le curve e tengo molto bene, il fisico mi invita a reagire perchè tanto la giornata è quella giusta e probabilmente ho riposato bene per tutta la settimana.

Poco prima di metà gara (mezzarancio, dove si trova un piazzale da cui puoi ammirare un bellissimo scorcio della Città), si affronta il tratto più duro della salita e con la coda dell'occhio noto che il mio primo inseguitore è Soffietto ma è staccato di circa un tornante e mezzo, tantissimo secondo le mie previsioni.

Passando in 6'35" capisco che sono in giornata "Si" perchè quel parziale è forte, ma non da Personal Best (realizzato da giovane, in allenamento, 17'01") e inizio a gestire la gara che ormai è nelle mie mani.
Rallento un pò probabilmente ma se Nicchitta è out forse non c'è più bisogno di togliermi la vita.
Insisto un altro pò nell'ultimo quanto lunghissimo tratto e sono incoraggiato da alcuni noti tifosi venuti in bicicletta a seguire l'evento (runners, amici del podismo e comunque fan di Dario Nicchitta) che mi comunicano di essere in solitaria e con netto distacco.

La lunga corsa agli obelischi, dove di fatto termina la Scala Vecchia, mi vede sprintare per raccogliere il miglior parziale possibile, che è un buonissimo 17'59" visto le ultime uscite in allenamento.

La nota di riflessione viene da se, visto che sono ormai tanti mesi che sono costretto ad allenarmi da solo: quando sei in gruppo hai molti più stimoli e sei costretto a correre più forte e... ti diverti di più!

Subito dopo lo scollinamento, continuo a spingere, ma sono ben cosciente che la breve discesa successiva che porta in piazza al Santuario è molto ripida e scivolosa dalla leggera pioggia notturna.
Con moderazione, pigio l'acceleratore.
Adesso mi aspettano i gradini che portano alla piazzuola del Santuario e affronto la rampa (ovviamente) sul lato destro.
Al termine della sgambettata mi vedo costretto dal tracciato con i nastri rosso-bianchi ad attraversare la rampa metallica per disabili invece di vedermi la piazzuola libera dove avrei dovuto proseguire e, preso dalla foga capisco male e mi infilo dentro la Chiesa di Santa Rosalia.

Santa Rosalia mi perdonerà, ma a quel punto mi vedo perso, sconvolto ed entro nel panico.
Cerco una via di fuga perchè NON dovevo passare dalla chiesa, ma ero stato indotto a farlo da quella assurda rampa metallica.
Perdo almeno 40 secondi ed, uscendo, non vedo più Soffietto ma Dario Nicchitta che si trova davanti a me.
Nicchitta nella seconda parte della Scala Vecchia, non solo aveva recuperato Soffietto, ma aveva anche recuperato su di me portandosi a qualche manciata di secondi dietro.

Doveroso il podio con l'organizzazione al completo
Grido preso dal nervosismo e dalla stanchezza: "E' sbagliato, dove sei passato?" ed altre cose che non mi ricordo più.
Dario non so come abbia fatto e magari sarà stato più intuitivo di me, ma ha trovato il varco giusto ed ha attraversato regolarmente la piazzuola scendendo nella breve discesa a serpentina laterale, sulla sinistra.
Per poco scivolo nell'altra rampa metallica di uscita e mi lancio all'inseguimento.

Dario, con grande Fair Play, mostra di essere un vero Sportivo e rallenta leggermente per attendere il mio rientro: la gara riparte da zero all'imbocco della strada asfaltata lunga credo poco meno di mille metri che termina sul Belvedere con relativo arrivo della Corsa.
Ci chiariamo immediatamente, non ce l'avevo di certo con lui ma con delle segnalazioni poco chiare e sull'unico tratto piatto del lungo rettilineo di asfalto riparto all'attacco, slittando un pò per via dell'asfalto scivoloso.

Sono già molto stanco e affaticato, mi impegno al massimo perchè, non so come, ma (forse) sto vincendo e penso: "Ma dov'è Soffietto, forse è davanti?"
Ma stringo i denti e corro più forte che posso, in una continua smorfia di sofferenza.
Dimentico che gli ultimi trecento metri sono in leggera ma continua salita e non finiscono più.
Mi volto indietro e Nicchitta sembra essere a distanza di sicurezza, ma non mi basta perchè VOGLIO questa vittoria, che quasi stavo perdendo per una banale incomprensione.
Non posso rovinare una bella performance e forse me lo dico dentro di me, perchè da fuori ormai avevo dato tutto da tempo.

Non c'era tempo per controllare, ma nonostante la mia perdita di tempo l'unico che era avanti l'avevo superato con le forze residue e finalmente riesco a tagliare il traguardo e vincere accasciandomi sull'unica panchina presente nelle vicinanze.

Tempo finale, 24'53" e grande esultanza visto il periodo non dei migliori sportivamente parlando!

Volevo la vittoria quando a metà gara ho capito di potercela fare, ed ho trovato nuovo vigore e motivazioni nell'affrontare la nuova vita di padre, costretto ad allenarmi al buio del mattino.
Alle volte le gambe non girano e non riesco a fare specifici, ma ciò che importa è allenarsi e correre.

Adesso è il momento di affrontare la tradizionale Maratona di Palermo del prossimo 17 novembre con il percorso modificato, che ti porta ad affrontare nelle prime battute di gara la temibile Salita di Mondello.
Dovrò allungare gli allenamenti nel week-end ma è un evento che sta crescendo, merita tanto essere onorato, per la mia Società e per gli sponsors.

Anche se non pienamente preparato, sarà di grande stimolo per andare avanti...

(Ringrazio l'Acsi Sicilia Occidentale per le foto via Social)

giovedì 31 ottobre 2019

Palermo International Marathon - Sono Orgoglioso della mia Città!

Quando chiudi male c'è poco da raccontare...
Palermo, 20 ottobre.

Visto che ci metterò tanto ad arrivare (1h16'20" purtoppo il crono finale), parliamo della qualità organizzativa, da sempre criticata al Sud ed in particolare a Palermo: finalmente ho visto gente soddisfatta, al 100 per 100.
Lasciando perdere il percorso, che per molti atleti non è stato proprio "il massimo", criticando i lunghi rettilinei, caratteristici della corsa, un giro unico Andata e Ritorno (da e per) Mondello, vorrei sottolineare quanti visi soddisfatti e parole positive su questo Campionato Italiano di Mezza Maratona che ha visto al via diversi Campioni provenienti da tutta la Nazione.

La località di Mondello si presta ovviamente benissimo all'evento (ad ottobre puoi farti comodamente un bagno rinfrescante su un'acqua cristallina), l'ampio vialone dal punto di vista tecnico ha consentito una partenza perfetta e senza che atleti di un certo valore tecnico corressero rischi per la propria  incolumità.
Inoltre, le gabbie di ingresso in base ai tempi di partenza sono state collocate magistralmente e senza incappare in spiacevoli equivoci, così come il deposito documenti di riconoscimento e borse: tutto è filato via liscio.

Gli incroci, da sempre croce di questa maltrattata Città che potrebbe vivere di turismo, sport ed eventi, hanno sempre visto accalcati automobilisti inferociti che non possono aspettare per qualche minuto il passaggio degli atleti o ignorano gli avvisi alla viabilità dei giorni precedenti alla gara.
Questa volta, già dal mattino presto, la zona interessata alla gara era stata bloccata dai Vigili Urbani con grande solerzia, tant'è che io stesso ho dovuto imboccare strade alternative per raggiungere Mondello.
Non c'è stato nessun cenno alla negatività, bisognava mettere cuore, tanto fiato e tante gambe per raggiungere il traguardo, questa Mezza Maratona tecnicamente è stata da sempre molto difficile da concludere e decisamente inidonea a fare crono da primato personale.

Incoraggiato dalla frescura mattutina (cosa che ho avvertito in Città solo pochi giorni prima dell'evento), considerata la presenza di parecchi atleti di grande valore, ho accantonato le settimane irte di difficoltà, l'adattamento agli allenamenti del mattino presto, il poco riposo giornaliero e molto altro, concentrandomi sulle mie capacità mentali e su alcuni allenamenti terminati dignitosamente.

L'evento lo sentivo tanto e quando provo tanta tensione vado in bagno spesso.
Quindi è chiaro che ci tenessi a far bene, doveva vincere l'idea di correre "al riparo" oppure all'attacco?
Ho sentito quella fresca brezza delle ore 09:00 e non ho pensato più di tanto: attacchiamo!

Per la Monti Rossi Nicolosi, quasi al completo, volevo completare il tour di gare intenso di quest'anno (escluso il periodo di assenza per miei motivi personali di tutto luglio-agosto-settembre) con una bella gara, magari migliorando (visto il cast di atleti presenti) il crono comunque positivo di 1h14' alto dello scorso anno sullo stesso percorso.
Monti Rossi Nicolosi sarà il mio Team anche per il 2020!
Peraltro, questa gara concludeva il Circuito denominato "Running Sicily" che comprendeva le tappe della 10K di Cefalù, la 10K di Monreale, la 21K di Capo d'Orlando, con una speciale classifica conclusiva e cerimonia di premiazione che si terrà più avanti nel finire dell'anno.

Alla partenza non credo di aver tirato fuori una fucilata ma la Salita di Mondello che terminava quasi al quarto chilometro di gara (pensateci, escluso circa il primo chilometro rettilineo, è davvero tanto correre quasi 3 chilometri di pura salita all'inizio di una gara!) l'ho affrontata bene proprio perchè l'aria era ancora molto fresca.

Purtroppo, sotto la fitta boscaglia non si avvertiva il calore dei raggi solari che incrementava continuamente...
Lungo il viale Diana (in pieno parco), si distinguevano più avanti parecchi atleti: accanto a me l'amico Tito Tiberti, autorizzato a seguire la corsa in bicicletta, teneva il ritmo alla sua atleta della Free Zone Brescia sull'altro lato della carreggiata (quindi senza MAI avvantaggiarla) e fino a quel momento sorpassare le donne di slancio non era stato un grande problema.

Del resto tenevo bene il gruppetto che seguivo, mentre quello con cui avevo scollinato era troppo veloce e l'avevo lasciato scorrere ancor prima all'ingresso di Villa Niscemi.
Quel gruppo avrebbe chiuso in 1h10'00", notevole per la giornata e la difficoltà altimetrica del percorso.

Come sopra detto, i rettilinei, seppur criticati da alcuni atleti venuti da fuori, sono la caratteristica principale della corsa e si distinguono per la loro varietà: all'interno del Parco, con a fianco la boscaglia sono una favola, invece una volta entrati in Via Libertà sei dentro il Centro della Città e ti dirigi fino a Piazza Politeama, il tutto su di una strada storica e ben curata della Città, che personalmente mi sta a cuore.

Purtroppo il caldo inizia a farsi sentire e la canottiera non mente mai.
I primi chilometri erano incoraggianti
Sono costretto a bere il più possibile per non restare disidratato e inizio a perdere qualche posizione, ma nulla di grave.
Fino al Politeama, quindi al chilometro 11 che caratterizza il giro di boa e ritorno verso Mondello attraverso circa lo stesso percorso, riesco a correre bene, ma inizio ad avvertire un cedimento.

Il tratto di ritorno è in leggera ma costante salita e devo dire fino all'ingresso del Parco potevo ancora dire di stare bene, ma una volta che (guarda caso) mi passano gli atleti locali Soffietto e Abbate con irrisoria facilità, inzio a pensare che la già alta temperatura dovrò pagarla con gli interessi.

Ho un paio di donne la davanti.
Faccio grande fatica a passarle e ci riesco, ma una volta entrato nuovamente sulla strada principale del Parco della Favorita in continua pendenza e spacca-gambe, cedo lentamente, chilometro dopo chilometro.
Gli uomini mi sorpassano, le donne restano alla stessa distanza, c'è qualcosa che non va!

Avverto un gran caldo e tante volte in allenamento le mie capacità sono crollate miseramente sotto il peso del sudore.
Qui c'è solo da stringere i denti perchè mancano appena cinque chilometri!

Una volta superata l'ultima avversità altimetrica, mi dovrei preparare alla grande discesa, praticamente per quattro chilometri fino all'arrivo, ma non riesco a far proprio nulla per cambiare le cose.
Eppure sto dando il massimo, ma ripenso alle notti insonni, agli immensi sacrifici fatti ed al motivo dell'essere qui ancora in lotta ed in competizione.

Non nascondo di essere sorpassato da dietro da una ragazza della Corradini in gamba, probabilmente correva in 3'40"/45" ma almeno era da sprone.
Fino a che ero sotto la frescura (umida) degli alberi mi ero salvato, ma una volta arrivato a tiro di schioppo su Mondello, in Piazza Valdesi esposta ai raggi solari, mi sono definitivamente cotto.

Manca un ultimo impegnativo (quando stai così male, altrimenti sarebbe stato esaltante) chilometro e mi passa prima Michele Merenda (Cagliari Marathon Club) e sul finale il bravo Taras mi soffia il gradino più basso del podio di categoria M40...
Giornata afosa ed in quel caso soccombo vista
la preparazione incerta
Che delusione, soltanto 1h16'20" e piegato in due dall'afa e dalla fatica...

Ormai sono circa 5 anni (da quando mi sono spostato in altra parte della Città per abitare) che non riesco a reggere il caldo e men che meno le insidie del traffico intenso di quella zona.
Alle volte ho odiato la corsa ma solo per il fatto stesso che vedere la gente correre in Viale Regione Siciliana o Viale Michelangelo (pensate una strada molto trafficata con poco verde e molto cemento... di questo sto parlando!) mi ha sempre fatto accapponare la pelle...

Il caldo eccessivo mi ha portato molto spesso alla resa o addirittura a farmi male d'estate.
Ho dovuto ridurre gli allenamenti, in termini di chilometri ed intensità e magari oggi sono più preparato per una 10K tirata che per una 21K, e domenica 20 ottobre si è visto tutto.
Il concetto Maratona - tirata vale lo stesso, ma se la prendi con molta calma, ecco che esce sempre quel 2h35'-37' che mi lascia in quella dimensione di apparente felicità...

Oggi sono questo e onestamente non posso proprio lametarmi perchè ho ancora tanto e chi mi apprezza non lo fa per gratuità.
Vorrei dare di più perchè so che il fisico me lo consente, ma se stringo i denti forse potrà accadere nuovamente.

Sono caduto per l'ennesima volta, come tante, tantissime i primi anni di atletica quando non vi erano i Social Network, e sono pronto a cambiare pelle per continuare il più possibile a correre e vivere le competizioni.

Grazie Running Sicily, ci vediamo alle premiazioni finali!

(Grazie Sicilia Running per le foto)

martedì 15 ottobre 2019

No, mi dispiace, non voglio mollare

Stringi i denti se devi, ma ogni giorno concludi l'allenamento prefissato.
Palermo, luglio-agosto-settembre.

Un giorno qualcuno di importante per me nella vita rileggerà tutte le mie memorie sportive, ne sono certo.
Questo titolo lo dedico a loro che mi hanno fatto crescere ed a me, che nonostante tanti fattori avversi, continuo a credere in questo sport.
Non potrò tornare ai livelli di un tempo, spesso immagino cosa sarei capace di fare se tornassi ad essere un atleta "Full Immersion" e credo potrei tornare a correre sotto le 2h30' in maratona, penso di aver la voglia di caricare le gambe di così tanti chilometri, ma non so esattamente se riuscirei a non infortunarmi rapidamente, seppur oggi mi reputo fortunato a correre per un ottimo brand di scarpe da Running.
L'età non mente sul fisico e allenarsi due volte, con tutto il riposo e le cure del mondo, non consentirebbe di avere tali garanzie.
Ma se vado avanti è per me stesso ed oggi non devo dire grazie a nessuno, ma solo alla mia volontà.

In tanti si sarebbero arresi, si sarebbero fermati, e forse è meglio pensare al futuro prossimo.
Potrei allenare, sarei pronto, ma oggi non ho il tempo a disposizione per seguire con serietà e passione un corso di allenatore.
E allora, conviene continuare a correre, ad allenarsi quando fa caldo da morire o quando farà talmente freddo e buio da pensare di mollare, ma forse oggi temo più il caldo che il freddo.

Sono nauseato di correre ad ora di pranzo e buttarmi dentro il Parco, di provare a fare ripetute e "morire" a metà allenamento.
Di cedere prima fisicamente e poi mentalmente, di avere quasi stampato sul viso il logo dei miei occhiali da sole.
Inutile raccontare lo schema allenante, molte volte quei tempi sono ridicoli e chi vuole può chiedermi il contatto su Strava, ma i risultati li pubblico solo quando sincronizzo l'orologio GPS e non lo indosso tutti i giorni per non averne dipendenza.

Alle volte ho corso il lungo così lentamente che mi chiedo a cosa possa servire, del resto dopo alcune notti insonni o dopo un allenamento tirato del pomeriggio precedente non è facile correre in maniera fluida alle 05:45...
Oppure mi sono ritrovato a fare ripetute sotto il picco del sole e prendere sonore sberle.
Ovviamente mi idrato in modo tale da non avvertire sete durante le ripetute e cerco il più possibile di correre sotto gli alberi approfittando del fatto che la Pista dello Stadio delle Palme è ancora chiusa ma mentre sto scrivendo la colata di "Sportflex" è stata data finalmente!
Partenza molto tranquilla!
Quindi niente più ripetute in Villetta ma praticamente l'estate l'ho passata in Campestre o al Piazzale dei Matrimoni o nel famoso "Boschetto" del Prof. Liga, dove quel chilometro (o quasi) è un giro che fa tanto male alle gambe.

Le salite le ho corse spesso ma con oltre trenta gradi non rendo proprio e via con il "giù di morale", i bei tempi in cui scendevo alle sette di sera a fare lo specifico sono estinti.
Ci sono stati momenti in cui ho corso le ripetute di 400m peggiori di circa 6"-8" del normale e non capire il perchè, eppure non mi sono mai fermato, non ho mollato e non ho mai pensato di farlo.
Sono convinto che anche se con scarsi riscontri cronometrici, correre faccia sempre bene, alla mente più che al fisico.
Il tempo mi darà ragione prima o poi...

Ultimamente corro presto diversi giorni a settimana.
C'è sicuramente meno caldo del pomeriggio, meno frastuono e meno inquinamento, ma ti senti tanto solo e insicuro.
Temi sempre di farti male al decimo passo di corsa, per cui parto molto piano.

Le ripetute è impossibile correrle al mattino, non riesco ancora per i miei ritmi ideali, ma presto di dovrò provare, per forza.

Tutto questo per non arrecare danno e disagio a nessuno, per seguire una bellissima passione che vivo dentro e sperare prima o poi di correre in compagnia di qualcuno, perchè da quando il Signore ha istituito il sabato pomeriggio, fare un bell'allenamento di gruppo, magari tirato e magari in salita, l'ho visto sempre come il miglior modo di concludere la settimana.

Detto ciò, finalmente riesco a trovare una domenica (29 settembre) possibilmente serena per indossare nuovamente la canotta da gara.
Palermo, con una location a me nota, una gara con partenza dallo Stadio delle Palme (per ora chiuso per lavori di ristrutturazione) e giro di boa alla Palazzina Cinese, su un percorso da ripetere due volte per un totale di 10 chilometri esatti, perfetto!

La partenza, a ora tarda, intorno le 10:00 circa, presagiva tanto caldo e afa e così è stato.
Temevo di affossare, ma evidentemente tutti gli allenamenti intensivi e conclusi qualcosa di buono lo hanno fatto.
Con mia sorpresa, visto che si trattava di un semplice campionato provinciale, trovo al via il redivivo Giovanni Soffietto, partinicense.
Pur essendo un runner noto da qualche decade, ultimamente è tornato a sorprendere tutti.
E' tornato a correre benissimo da maggio scorso e tra l'altro in una gara ad eliminazione è giunto al secondo posto soltanto dietro un ragazzo giovane ottocentista da circa 1'58".
Ed è un M45.

Proprio a maggio scorso, in occasione della 10 Km di Monreale, avevo subito una sonora sconfitta per mano sua, adesso lo temevo.

Lui è solito partire fortissimo, lo faceva anche quando non era in buone condizioni di forma, tant'è che ero già pronto a mollare la presa dal primo chilometro, se avesse tirato fuori un 3 minuti netti.

Podio M45
Invece, subito dopo il via, me lo ritrovo dietro e molto guardingo.
Solo verso la fine del primo chilometro mette il naso avanti e si mette a tirare, ma i suoi consueti strappi sono delle carezze paragonate a certe sue perfomance viste.

Capisco in breve tempo che non è in grande giornata o forse è molto carico in vista di appuntamenti più importanti per lui: va troppo regolare per essere Giovanni Soffietto.
Mi tengo guardingo per tutto il primo giro, studio il punto di attacco e spero piuttosto che il caldo non mi faccia crollare.
Lo lascio tirare.
Nel tratto in discesa che porta da Viale Diana (Favorita) verso lo Stadio, si corre comunque intorno i 3'15"/Km, di sicuro non si va piano e le mie gambe girano sorprendetemente bene.

Come potevo aspettarmelo, all'inizio del secondo giro, in salita, Soffietto rompe gli indugi e attacca deciso.
Gli sto attaccato, e quando molla la presa, provo a contrattaccarlo, ma non sono lucido abbastanza per fare la differenza.
Bene, ci ho provato, non penso minimamente che le lunghe nottate ed il poco riposo influenzino la forza dei miei attacchi.

In discesa verso la Palazzina Cinese tratteniamo le veemenze, successivamente nel tratto di ritorno, in salita, Soffietto attacca dove l'avrei fatto anch'io e non mi sorprende.
Piuttosto, inizio a pensare di scatenare l'attacco "all in" dove in genere faccio anche male a me stesso per quanto impegno ci metto: è come affrontare un mille finale dopo le salite.

Decido che il momento giusto è esattamente al nono chilometro, peraltro in discesa, e con tutta la rabbia agonistica che ho parto all'attacco, quello decisivo.
Ma Soffietto dietro c'è e ci resta.
Affrontiamo la curva che porta alla Villetta e tiro con decisione, si viaggia intorno i 3'05" e di più non riesco a fare al momento.
Soffietto con grande lucidità contrattacca con grande scioltezza, mentre invece io corro sempre più indurito.

Il mio obiettivo di giornata è perdere meno terreno possibile di lì al traguardo ormai imminente: ormai ho perso la gara ed è stato bravo lui.
Arriverò dietro di otto secondi, quel margine che avrà consentito al vincitore di correre sotto i tre minuti l'ultimo chilometro, scatenato dal sottoscritto.

Su di un percorso molto scorrevole ma decisamente sali-scendi (leggero) con alte temperature abbiamo corso intorno i 3'25"/Km sui 10 Km che al momento può starmi stretto ma con la lucidità degli ultimi mesi passati, è un buon risultato che ripaga le tante uscite amare e aride.

Bene così e pazienza, sarà per la prossima volta, quando farà ancora più buio, forse più freddo e forse sarò mentalmente ancora più forte...

(Grazie Sicilia Running per le foto, ci vediamo alla Mondello... Palermo Half!)

venerdì 16 agosto 2019

Luglio, Agosto un vero running calvario...

Monti Rossi Nicolosi al Completo :-)
Negli  ultimi tempi ripenso a qualche tempo fa, magari lontano dieci anni, a quando il running faceva parte esclusiva del resto delle mie attività di svago: impegno serio ma grande valvola di sfogo, valore importante, spinto da impegni agonistici di un certo livello.

L'estate ha rappresentato una gran bella gatta da pelare per me: abnorme quantità di sudorazione, rischio costante alla disidratazione, necessità di maggiore riposo e integrazione di liquidi oltre che di sali minerali, eppure riuscivo sempre a fare centro negli appuntamenti autunnali.

Oggi mi chiedo come riuscissi a preparare le mie Maratone di Carpi a quelle medie di 3'20" - 3'23" circa al chilometro che puntualmente mi vedevano incrementare il volume di lavoro, abbandonando le ripetute in pista, in pieno agosto...
E successivamente seguiva la "rifinitura" per i fortunati appuntamenti in Nord America... non a caso il gruppo del CUS Palermo con cui sono allenato in quegli anni mi definiva "d'acciaio"...

Oggi potrei riuscire, forse in parte, ma servirebbe a tanta dedizione, tanto tempo e le tempistiche corrette.
Scendevo a correre quando era giusto, normalmente dopo le 19:00 in modo tale da non farmi investire dai violenti raggi solari presenti a Palermo e comunque riuscivo ad avere il ritmo e le forze necessarie ad alzarmi presto al mattino, intorno alle 06:00, correre il primo lunghetto della giornata con l'aria fresca del Parco e dopo una veloce colazione, andare a lavoro per le 08:00.

Avevo sicuramente più energie, fisiche e mentali, per anni l'ho fatto, eppure non mi do pace nonostante la mia vita sia palesemente cambiata.

Niente più orari perfetti, ormai corro quando capita e spesso sotto il sole... solo il Parco può placare l'aria infuocata con l'immancabile bottiglietta d'acqua e sali.
Ancora non mi do mai per vinto: se c'è da fare ripetute, quelle verranno fatte, anche sullo sterrato del boschetto.
In questi mesi l'adorato Stadio di Atletica Vito Schifani è in fase di restyling da parte del Comune di Palermo e resta chiuso alla pubblica utenza.
Si spera possa essere restituito agli atleti bello come non mai, con il fondo rifatto e, con l'emozione nel cuore, vedere tanti nuovi giovani cercare di far crescere i loro sogni e speranze.

Il mese di Luglio rappresentava l'inizio della difficoltà, ma comunque ho ottenuto sempre ottimi rendimenti che man mano si placavano in Agosto.
Nulla mi fermava nonostante avessi le scarpe pesantissime zuppe di sudore, tutti i giorni, senza mai un rallentamento... che ricordi!
Oggi, purtroppo, le cose non vanno più in questa direzione.
Purtroppo, da quando ad inizio Luglio le temperature sono aumentate fin oltre i 30°C - 35°C costanti, le mie seppur discrete medie sono crollate definitivamente.
Le ultime gare lo avevano già testimoniato, Monreale aveva suonato il primo brutto campanello di allarme: sentirmi svuotato senza un perchè non è da me, ma sapevo già la risposta...

Ogni sera mi addormento sfinito e quando esco a correre corro piano sperando che mi serva da riposo per le gambe e l'organismo.
Ma nulla, ormai sono settimane (esattamente da inizio luglio) che quando mi alzo mi sento già stanco, ed è inizio giornata.
Purtroppo devo ammetterlo, sono i primi limiti dell'età che avanza dove, invece di curarmi e dedicarmi alle buone e sane abitudini fisiche, non mi risparmio per le giuste esigenze familiari.

Il mese di luglio era iniziato come si era chiuso giugno, con una sonora sconfitta che fa male al morale.
Prima del via con accanto i due protagonisti, Agnello (284) e Terrasi
Quella che seguirà non è una lamentela ma la giusta cronaca di chi non si da mai per vinto ma in quel caso aveva perso la battaglia con il duro pavimento!

Ci tenevo a correre a Nicolosi, per l'occasione dei festeggiamenti del Santo Patrono Antonio Abate, ricadenti il 05 luglio e comunque sotto il cielo dell'organizzazione della mia Società sportiva, la Monti Rossi.

Mi accingo a guidare sulle roventi strade siciliane già dalle prime ore del mattino di quella giornata ed affronto una prima parte molto complessa con alcune soste programmate che si protaggono quando il piccolino di casa fa tanti capricci.
Le sue infinite energie mi fanno auspicare che amerà gli sport di fatica, lui adora correre, ma ovviamente tutto questo non è affatto riposante!

Nonostante avessimo trovato un appartamento per la notte proprio sotto il percorso di gara, programmato gli orari di cena/spuntino (la corsa si teneva alle ore 21:30 circa), poco prima di iniziare il riscaldamento, ero sdraiato sul pavimento in cerca di un momento di tregua e riposo...
Era segno che il mio corpo avesse poco interesse a gareggiare e già temevo un'atroce sofferenza...

Così in effetti, quando allo start partono i grandi favoriti, Agnello e Terrasi a sbaragliare la concorrenza, con Liuzzo in grande spolvero a tentare di tenerli per qualche giro dei dieci previsti, non riesco nemmeno a tenere un abbordabile passo tenuto dal 4° e 5° che man mano si allontanavano...
Non avevo mordente, quella forza che fuoriesce da una vita di gare quando indosso un pettorale e fa cambiare le cose, che rendono diverso un banale allenamento da una gara in lotta per una posizione, per la conquista di un qualsivoglia premio.

Adagiato su quella posizione, da lontano mi raggiunge uno junior che, a metà gara, mi passa quasi a doppia velocità, e scendo alla 7° posizione.
Finalmente reagisco con delle forse non mie e provo a non farmi staccare, forse il ragazzo subisce il peso della sua stessa rimonta e così, a due giri dal termine lo raggiungo e, stupidamente, rilancio l'azione con forza.
Poichè si trattava delle ultimissime forze di giornata, considerata la difficoltà del percorso ed i circa 800 metri di quota, al termine della salitella dove ho provato ad infierire sul giovane avversario, peraltro tifatissimo da altri teen-agers, cedo solidamente lasciandolo scappare via per gli ultimi chilometri finali.
Doppiato da Agnello (il vincitore per pochi secondi) e Terrasi, torno in appartamento esaurito, un pò arrabbiato e afflitto da una grande fatica.

Vorrei tornare subito a gareggiare, ma preferisco ricostruire quanto perso negli ultimi tempi.

Lavorare sulla resistenza muscolare, specie in questo periodo delicato, aiuta a prevenire infortuni da stress e riduce fastidiosi problemi tendinei che negli ultimi anni sono sopraggiunti.

Ho ricominciato da questo ciclo costruttivo di lavoro, con la conclusione che la sera ero sempre più stanco, distrutto e soddisfatto di vedere un volto sorridente per aver giocato fino al termine della serata, per ricominciare il giorno successivo e l'altro ancora...

Avrei voluto gareggiare nelle ultime settimane, ma impegni più importanti hanno preso il sopravvento e, ironia della vita, sono passato da estati piene di gare (anche due - tre nelle settimane di agosto) a quasi nulla, probabilmente.
Solo la speranza di risollevarmi, seguendo un programma di allenamenti semplice e mirato alle distanze di 10 Km, ad evitare gli infortuni (cosa che ormai mi riesce agevolmente da oltre quattro anni) ed a ritrovare un pò di velocità perduta da quando è iniziata questa lunghissima estate che temo finirà ad inizio ottobre.

Proprio domenica 04 agosto volevo correre, avevo l'imbarazzo della scelta: tra Cefalù al mattino o Partinico al pomeriggio, entrambe le gare mosse da sentimenti di amicizia e quindi senza ambire ad alcun premio, ma non è stato possibile parteciparvi.
Nel tardo pomeriggio ho corso la mia gara personale: ho scelto la cronoscalata di Monte Pellegrino da Villa Igea al Santuario su strada: ho un 32'50" circa di personale (in condizioni ottimali ricordo), ormai svilluppato quel decennio addietro.
Fasi finali, un tentativo stoico di rimonta

Ebbene, nonostante avessi tentato il tutto e per tutto e sentissi le gambe quantomeno girare senza mai imballarsi, ho accusato costante distacco in ogni intermedio (l'inizio salita è stata alquanto lenta e prima di ingranare ho perso molta strada) fino ad arrivare in cima in 37'00", stanco, sudatissimo e soddisfatto: che mi importa, avevo dato tutto e per me arrivare lassù in cima, dove ritrovi gare, allenamenti ed una vita di ricordi...
Adoro quella salita, la rifarei migliaia di volte ancora, tutto l'anno e confesso di averla affrontata nei momenti più importanti della mia vita personale.

Oggi mi mancano gli allenamenti in compagnia e lo stimolo che ne deriva, in tanti oggi per questo motivo non trovando nuovi stimoli ad allenarsi da soli avrebbero già mollato da tempo.
Ho iniziato a correre e soffrire duri allenamenti da solo, quindi non è essenziale la compagnia, ma negli anni ho capito che si progredisce rapidamente con il lavoro di gruppo, esaltando insieme le singole doti di ogni runner.

Oggi cercherei la maggiore inesperienza e la gioventù come stimolo per cercare di migliorare, offrendo tanta saggezza tattica e tanta aggressività agonistica che, nonostante tutto ancora provo dentro.

Mi piacerebbe continuare a correre ancora per altro tempo, eppure il destino appare incerto...

martedì 2 luglio 2019

A Monreale vince lo Sport ed il Caldo

Game Over...
Monreale (PA) - 23 giugno

Quest'anno ho potuto recarmi in sede di gara con discreto anticipo e maggiore tranquillità, la famiglia l'avevo lasciata al mare.
Ho potuto godermi gli scorci, le stradine ricche di curiosità e colori, ammirare i cambiamenti di uno dei luoghi più suggestivi e visitati dai turisti stranieri nei dintorni di Palermo: una via tutta "infiorata" artisticamente, alcune rappresentazioni artistiche in piazza che secondo me "cozzavano" con la vera arte delle splendide fontane e non poteva mancare la visita al belvedere.

Nota negativa, putroppo, il primo vero caldo di stagione: insopportabile per consentire ai podisti di partire alle 09:30 del mattino, implacabile per come è arrivato dopo essere stato da tutti ricercato, ma solo perchè la gente desiderava le giornate al mare.
Presto arriverà anche il caldo - umido (il peggiore per allenarsi) e con esso le fastidiose zanzare.
Il caldo, il sudore, da sempre mio nemico e oggi con l'età che avanza un handicap serio...

L'organizzazione, affidata al Presidente del Marathon Monreale, è perfetta sotto ogni punto di vista: per trattarsi di una gara amatoriale, è assolutamente imperdibile perchè offre storia, contenuti, ospitalità (parliamo dei ristori, con i prodotti tipici del posto!) ed un percorso tecnicamente impegnativo.
Non metto a paragone alcune "classiche" con maggiore blasone, ma questa non ha nulla da invidiare con esse, anche perchè di gare valide ne sono rimaste ormai poche in Sicilia, quindi preserviamoci queste perle.
Nutrita la partecipazione dei runners
Oltretutto è la prima volta che corro l'intero circuito (siciliano) del Running Sicily, esclusa la tappa di Malta ovviamente, ed ho portato con me gran bei ricordi.

La gara ha visto al via una bella partecipazione di podisti, quasi tutti della provincia di Palermo.
Notavo soltanto alcune assenze del periodo e c'erano quasi tutti i migliori podisti, Fidal e Runcard inclusi.

Non avrei messo nella rosa dei favoriti alla vittoria Giovanni Soffietto, ormai un over-45 dal passato glorioso ma sempre tiratissimo, ma ammetto che ultimamente alcuni suoi risultati mi avevo sorpreso, dopo parecchi anni passati collezionando piazzamenti mediocri.
Da poco più di un mese sembra rinato e qui a Monreale farà la gara.

Primo Giro, Soffietto tira il gruppo
Probabilmente sarebbe stato cavallo vincente un altro runner dai netti progressi, ovvero Salvatore Casarubbea, lì presente soltanto in veste da spettatore, ma lo vedevo sereno in viso quindi sarà stata la sua una scelta tecnica.

Chi si è invece tuffato nel "mare" di gare competitive è Lorenzo Abbate, reduce dalla vittoria alla corsa di Castelbuono dedicata agli amatori "Aspettando il Giro" e autore di ottime prove dopo un inverno di rodaggio.
Gareggiare tanto mi ha sempre insegnato che fa bene, aiuta a tenere alti i "giri del motore" perchè  qualunque medio puoi fare in allenamento non troverai gli stessi stimoli che incontri in gara.

La corsa ha subìto alcune modifiche al percorso perchè non si poteva passare nel tratto interessato all'infiorata sopra raccontata, rendendo il tracciato meno duro ma forse anche meno scorrevole perchè si passava su alcune stradine strette e ricche di curve.

Sentivo che durante gli allenamenti delle ultime settimane, con l'arrivo del caldo, avevo risentito moltissimo, portando a casa scarsi risultati con tanto, tantissimo sforzo.
Ultimamente nulla mi risulta più così tanto facile e sono costretto a recuperare con maggiore fatica.

La prendo con filosofia.

All'uscita del tratto ricavato dal cambio
del percorso
Quando avevo 25-30 anni sudavo alla stessa maniera ma ho dei bellissimi ricordi di quanto fossi un Carro Armato: sudavo senza fine, quelle scarpe pesavano moltissimo ma NULLA, ripeto, nulla mi fermava.
Oggi non è più così e comunque quel "nulla" di cui vado tanto fiero mi ha portato al logorio dei vari infortuni che hanno a volte bloccato delle stagioni nelle quali correvo davvero bene e davvero forte...

Tornando al presente, la Gara parte forte e siamo subito in 4, con Abbate e Soffietto, oltre Geraci che presto si staccherà.

Quei due correvano forte ed ero già su di giri al termine del primo giro, o meglio era Soffietto che sprizzava energie da tutti i pori.
Ho tenuto il duo per due giri, quasi per metà gara, prima di staccarmi definitivamente, ed in quella prima fase avevo perso il conto di quanti allunghi avesse potuto perpretare il runner partinicense nei confronti del più giovane rivale.

Soffietto è stato sempre un atleta "nervoso", desideroso di risolvere la gara a suo favore nel minor tempo possibile, ma era evidente che quella domenica il suo avversario fosse comunque competitivo e posso fare soltanto i complimenti a Lorenzo che è stato capace di tenere a bada le sue energie psicofisiche, imbrigliando il suo diretto avversario fino alla volata finale che ha risolto a suo favore.

Negli ultimi due giri, dei cinque previsti per un totale di circa 9,3 Km, ho corso piano, ma ho risentito del caldo e delle gambe pesanti che mai hanno girato per tutta quella settimana...

Onestamente, giungere al terzo posto quella domenica era il meglio che potessi fare, ma la parte più dura da digerire sono i 50 secondi di differenza con Abbate che mi lasciano riflettere e tanto.
Nonostante il mio risultato sia di pochi secondi più lento di quello dello scorso anno, sono stati i miei due avversari a correre davvero bene e questo, almeno, mi è di parziale conforto.

Serve una rivoluzione nelle metodiche di allenamento.
Vittoria di Lorenzo Abbate (al centro)
Oltre a curare l'alimentazione integrando maggiormente i liquidi, senza trascurare gli integratori salini e assumendo frutta di stagione, è necessario il riposo che è proprio la parte che spesso scarseggia.

Per il resto posso dire "arrivederci" alla Pista e allenarmi sui percorsi misurati in Pineta o al boschetto, molto muscolari e tecnici, con buona pace dei ritmi in Pista, belli, severi e precisi, dato che non esiste più la bella vita di quando correvo alle 19:00 il secondo allenamento del pomeriggio.

Ma questa vita che ho me la tengo stretta e continuando a scrivere e raccontare posso solo evolvere come uomo e come runner :-)

(Grazie SiciliaRunning per le foto e Martina e Nino per l'ospitalità)

venerdì 21 giugno 2019

Finalmente Le Brevi Distanze, o Quasi!

Copertina dedicata alla location Capo D'Orlando, tutta da correre!
Palermo, Aprile - Maggio 2019

Terminata la Milano Marathon è finalmente ora di cambiare distanza.
Onestamente avrei puntato tutto sugli eventi in pista, tra i 1.500m ed i 5.000m, ma alcuni impegni su strada mi hanno "costretto" a cambiare la programmazione, allungando ulteriormente fino alla mezza maratona.
Al richiamo di alcuni organizzatori con i quali ho instaurato solide amicizie, non ho potuto dire di no e quindi ho cercato di stringere i denti portando a casa più risultati possibile.

Purtroppo ed a malincuore, in quelle stesse settimane del post Milano Marathon (andata comunque oltre le migliori aspettative) decisi di rinunciare ad un altro evento che mi ha emotivamente rapito lo scorso anno, ovvero la Super Maratona dell'Etna da 0 a 3.000m di 43 Km.
Servivano molti chilometri, tempo e dedizione per arrivarci veramente preparati, ma non ho potuto nemmeno iniziarla tale preparazione e così sono stato costretto a declinare dandomi appuntamento (spero) per il prossimo anno...

Tanto entusiasmo veniva, invero, smorzato da un periodo post-maratona parecchio stressante per vicissitudini legate alla vita privata e lavorativa, lasciando poco spazio al metodo e tanto all'improvvisazione.
Per circa due settimane, quindi, ho corso poco, ma ciò non ha influito negativamente, anzi mi è servito per rigenerarmi.
Il clima, tutto sommato era fresco, infatti mercoledì 17 aprile, svolgo un discreto allenamento sul giro ad anello del Piazzale dei Matrimoni (Palermo) di circa 960m quasi piatto, su terra battuta a tratti sabbiosa (quindi battezzato come un valido sostituto al 1.000m, che comunque non è!) correndo 5 x 1 giro (R.2') in 3'11" - 3'05" - 3'04".7 - 3'05" - 2'53".4.
L'ultimo giro chiuso così bene mi ha fatto sorridere, ero davvero vicino al personale degli anni recenti da papà!

1 - UNO
La poesia delle gare in Pista, le più affascinanti, distruttive e formative

Ormai era momento di tornare in Pista e dovevo rispondere presente dato che toccava al 10.000m in Pista regionale valido come CdS di Corsa previsto a Misterbianco (CT) previsto sabato 20 aprile nel tardo pomeriggio.
Passata la mattina a viaggiare in auto, trovare un attimo di riposo in camera e subito immerso nella prova principale, dei venticinque giri.
Tanti i protagonisti attesi, tra tutti Salvatore Laudicina ed il caro, vecchio Antonino Liuzzo, dall'alto del suo 29'16" (se ricordo bene) di circa dieci anni fa.

Durante le prime battute ero carico, positivo, forte di questi ultimi allenamenti brillanti e di comune accordo lasciamo andare via S. Laudicina, noto per le sue partenze fulminanti.
Con me e Liuzzo anche Alex Vizzini e qualche giovane promessa (a Siracusa lavorano bene ed i frutti si stanno raccogliendo).
Purtroppo il mio sprint (generoso, del resto non so rimanere dietro passivamente sull'anello rosso) dura pochi giri, quando passo dall'1'19" rapidamente ad una crisi di 1'25" che non sembrava avere fine.
Vengo passato da tutto il mio trenino e non mi perdo d'animo: purtroppo non avevo le gambe preparate per le distanze brevi, il recupero post maratona era stato troppo breve e poco rilassante ed il viaggio mattutino in auto non mi aveva aiutato.
Stringendo i denti, provo a rimontare una sola posizione abbassando a fatica i tempi sul giro, cosa che mi riesce nel finale, ma la scarsa sostanza è un 33'54" poco brillante e poco confortante.
Pazienza, resto entusiasta della bella rimonta del mio coetaneo Liuzzo che negli ultimi giri riprenderà al ritmo dei 3'00"/Km il ragazzo della provincia di Trapani che troppo aveva dato nei primi 10 giri.

2 - DUE

Una settimana dopo, tocca al Running Sicily, circuito di gare cui mi sono promesso di portare a compimento (è costituito da poche e belle manifestazioni), con tappa a Cefalù, giorno 28 aprile.
Durante tutto l'anno a Cefalù se vuoi sostare devi pagare il parcheggio a ore o frazioni di giornata, quindi per chi partecipa c'è comunque un obolo in più per poter tenere l'auto in sosta per tutta la mattina della gara.
La premiazione nell'inimitabile contesto in Piazza a Cefalù
In viaggio al mattino con l'amico Bibi, la località era poco distante da Palermo e con clima pacificamente primaverile, così Cefalù l'ho potuta godere nella sua infinita bellezza decisamente migliore che nel periodo estivo quando tracima di turisti ed il caldo ti entra nelle ossa.
La gara, dai numeri modesti (purtroppo dovuto alle troppe manifestazioni in giro per la Sicilia), si è svolta su un circuito da ripetere 6 volte che attraversava parte del centro storico, uscendo per qualche centinaia di metri e rientrando, lungo un impervio strappo in salita.
Tra i vari protagonisti al via, spiccava Vincenzo Agnello ed a seguire Mohamed Idrissi.

Come da pronostico, dovevo soltanto difendere il quarto posto, tant'è che subito dopo il via, avvenuto sotto l'immensità della Cattedrale, Agnello scappa via con estrema facilità.
Non avendo la brillantezza dei tempi migliori e visti i recenti impegni, provo a mantenere il valore espresso in pista al sabato prima, lasciando scappare via anche Bibi e Idrissi.

Chiuderò con una gara dal ritmo costante in 34'44", ma raramente mi sono trovato così bene a correre in un contesto paesaggistico così bello e fuori dal comune.
Rispetto alla gara quasi analoga che si corre in agosto interamente sul circuito medievale e chiuso al traffico veicolare, c'erano pochi turisti (per lo più stranieri) che passeggiavano insieme alla manifestazione podistica che non hanno mai intralciato la corsa o messo in pericolo gli atleti.
In questo caso, lo sport ed il turismo si fondono insieme...

In quei giorni post gara di Cefalù ho fatto fatica ad allenarmi, ricordo alcuni appuntamenti portati a termine con scarso risultato, ma almeno la soddisfazione di aver faticato insieme mitigava l'amarezza della scarsa condizione.

3 - TRE

Quando ricevetti l'invito per la storica Mezza Maratona di Terrasini, sicuramente non inserita tra i miei programmi e visto che l'organizzazione tutta lo meritava, non ho potuto dire di no.
Così il 05 maggio ricalco le antiche strade che riecheggiavano tanti bei ricordi e altrettante cocenti sconfitte e provavo a sfruttare il forfait dell'ultimo minuto di Hamad Bibi.

Terrasini - Vittoria!
E' stata una lunga e calda passeggiata, la prima vera giornata di caldo in gara, gestendo al meglio lo sforzo per non finire a danneggiare il fisico che ancora doveva concludere un'ultima più importante prova la settimana susseguente...

Così cerco di far sfogare gli avversari del giorno, fino a che resto con un ultimo combattente che riceve il mio deciso attacco al secondo giro dei tre previsti lungo la salita del Villaggio dei pescatori: praticamente a metà gara.
Da lì in avanti resterò solo e gestirò nel migliore dei modi un allenamento spinto con l'unico intento di vendicare la sconfitta rimediata da Adil Lyazali patita nell'anno 2010, in volata negli ultimi 200 metri, quando male che vada coprivo il percorso in 1h10'.

Qui il cronometro non conterà affatto, la sequenza dei giri è: 25'36" - 25'41" - 25'48", ma la vittoria sì e con enorme felicità vincerò con un miserevole 1h17'06"!
Non ho mai nascosto la gioia ma forse, stavolta, il karma, l'avere pazienza e non mollare mai gli allenamenti e le gare negli ultimi anni che mi hanno visto cambiare stile di vita, ha pagato.

4 - QUATTRO

Pochi giorni dopo la vittoria a Terrasini ero davvero sfinito, ma ho avuto una settimana di tempo per recuperare e dare il massimo per l'evento più importante: la Mezza Maratona di Capo d'Orlando dell'11 maggio, sul lungomare di un altro splendido luogo dove passare le vacanze estive, con le tante e suggestive spiagge.
Il prevedibile vincitore era Antonino Lollo, atleta da circa 1h07' sulla mezza e nel suo periodo migliore agonisticamente parlando.
Il clima, seppur fresco e ventilato, dato l'orario di partenza previsto nel tardo pomeriggio quando il sole non ancora rovente ti bacia la fronte, ha messo in difficoltà gli atleti ma nemmeno troppo visto che ancora non eravamo entrati nella vera estate siciliana.
Percorso velocissimo e completamente piatto sul già citato lungomare per un totale di quattro lunghi giri.

Dopo lo start Lollo era andato via, ad occhio stimavo un suo primo chilometro intorno i tre minuti, quel ragazzo correva a gas spalancato e motivato ad abbattere il suo personal best (non ci riuscirà per una manciata di secondi).
Dovrò vedermela con nuovi e "inediti" avversari, uno tra questi un ragazzo poco più grande di me con il quale (strano a dirsi) non ho mai avuto a che fare in gara: Gianfranco Ucciardo.
Terrasini, premiazione!
Stoico quanto determinato, correva con piglio deciso e senza mai una sosta sul piede dei 3'30"/Km tanto che mi chiedevo quando avrei notato un momento di flessione.
Infatti la flessione dovevo provare a dargliela io, correndo in certi tratti intorno i 3'23"-25"/Km, senza riuscire a metterlo in difficoltà.

Sfruttando i compagni della distanza più breve (la 10 Km), devo attendere molto prima di iniziare a fare i conti solo con lui, il tenace Gianfranco, molto tifato dall'esterno.
I primi due giri vanno via rapidamente, in 18'17" e 18'53", ma della flessione ne benificiano tutti, anche gli inseguitori, un paio, sempre presenti a non troppa distanza.
Il sole inizia a calare e sembra una di quelle giornate calde quando i turisti, stanchi di una estenuante giornata al mare, chiudono gli ombrelloni e decidono di rincasare.
Ero stanco come loro, di un tour de force non voluto ma obbligatorio.
Qui a Capo d'Orlando era in gioco il valore di un'amicizia, non un titolo regionale di Mezza Maratona di cui mi importava quel poco che bastava per donarlo alla Monti Rossi.

Dovevo quindi dare tutto e salvare almeno la seconda posizione, messa a serio rischio da questo, nuovo, vecchio avversario mai incontrato così a stretto contatto.

L'ultimo giro risulterà decisivo e maledetto io che inizio l'allungo poco dopo, quando la strada si impenna di poco prima di tornare piattissima.
Dovrò correre un intero giro lungo più di cinque chilometri in completa apnea, cercando di raggiungere quanto meno l'estremità opposta del lungomare prima di avventarmi sul traguardo.
Mi si raggelava il cuore e mi si ribolliva il sangue, tanto ero impegnato.

Fortunatamente, il kick ce l'ho ancora buono e così il mio attacco fa male ad Ucciardo e riesco a staccarlo definitivamente, ma devo stringere i denti, il tutto per correre il 3° giro in 19'27" (quello dell'attesa) ed in 19'04" la tornata finale (quella dell'attacco conclusivo).
La foto mente: al termine dell'evento di Capo
d'Orlando ero stra-sfinito!
Nel caos dei doppiaggi, quando ormai la luce scarseggiava e Lollo già rilasciava interviste, accenno un allungo senza un perchè e chiudo (fortunatamente) al secondo posto in 1h15'39" piegato in due dalla fatica.
A soli 4 secondi si involava come un falco predatore Francesco De Caro, con chissà quale forte rimonta degli ultimi due chilometri, capace di dare una batosta alla gara coraggiosa e tutta all'attacco di Gianfranco Ucciardo, relegato al quarto posto assoluto.

La serata non si conclude prima della premiazione, svolta in serata che virava a notte.
Iniziata di gran lena la parata sul podio della dieci chilometri, l'amica Cinzia, seppur bravissima a non perdere calma e lucidità, mi premierà ben tre volte (secondo posto assoluto, titolo regionale e primo posto M40) prima di abbandonarci al nostro alloggio, con le forze fisiche e mentali ormai in avaria (tutta la famiglia inclusa).

Dopo un'esperienza così dura, deciderò di prendermi una pausa rigenerante dalle gare e deciderò di scegliere solo pochi eventi estivi: la gestione del caldo lo scorso anno ha provocato molti problemi, costringendomi a rivedere molte scelte...

(Ringrazio Sicilia Running e la gentilezza dei fotografi incontrati lungo questo cammino)

giovedì 6 giugno 2019

Milano Marathon - Una normale, entusiasmante giornata piovosa!

Il giorno prima dell'esame...
Milano, 07 aprile.

Arrivare impreparati ad una gara, che può essere mai?
Non è poi così tanto divertente se quella gara rappresenta la distanza regina in assoluto nell'atletica (...su strada per non offendere nessuno), cioè la Maratona.

Conscio che più di "tanto" non avrei potuto fare e che anzi potevo mettere in preventivo l'eventualità di una cocente crisi, mi sono dedicato dal venerdì al sabato pre-gara alla scoperta degli amici dell'expo ed alla consueta visita della Città ormai mutevole (in meglio) di anno in anno.
Lasciata la famiglia a casa per varie vicissitudini (che ringrazio apertamente) ho potuto rilassarmi in vario modo e divertirmi, seppur per qualche decina di ore.

Il clima era abbastanza caldo-umido per gli standard milanesi ma già a me andava bene così.
Al mattino della gara, invece, il tempo era messo sul bruttino...
Sapevo delle difficoltà ormai vissute lo scorso anno dell'ingresso ai giardini Montanelli, così mi sono recato con ampio anticipo ai cancelli che ho superato in fretta e, come tantissimi comuni mortali, ho aspettato per la mia sosta - lampo ai bagni chimici.

Niente sub. due ore e trenta, quindi ci stava l'ultimo "alleggerimento dello stomaco" che ormai mi capita ogni qualvolta sto per affrontare delle gare importanti.
La colazione era stata fatta abbondantemente ma senza esagerare, dato che nei giorni precedenti ci avevo dato dentro con i carboidrati.

Tutto rientrava nella norma, compreso il riscaldamento, lento, svogliato e breve.
Ma in realtà di correre avevo una gran voglia, anche se non avevo ancora deciso a quanto andare: lo avrebbero deciso le lepri ingaggiate dalla Manifestazione!

Già presenti lo scorso anno, l'accoppiata di Campioni della Nazionale di Atletica Leggera degli anni passati Giovanni Gualdi e Stefano Scaini, si ripropongono come Lepri di lusso ingaggiate per correre entro le 2h40' ed aiutare più persone possibile a raggiungere tale scopo.

Se il ritmo fosse stato di 2h35' mi sarei buttato lo stesso, anche se con qualche dubbio di troppo, ma vedere quella proiezione di 2h40' messa sul piatto d'argento con due atleti così esperti e preparati, mi vedeva ancora più rilassato di quanto non lo fossi già.
In realtà, purtroppo, il nervosismo attaccato allo stomaco non mi aveva aiutato ad evacuare del tutto e ciò, purtroppo, mi porterà problemi seri più avanti...

Alla partenza, quindi, mi assesto sulla sintonia trasmessa dai due pacers di colore giallo fluo e alle volte accenno ad un dialogo, per smorzare i toni.
Il cielo era molto più che grigio ed accennava a piovere, proprio pochi attimi dopo l'inizio della corsa.
Mi guardavo intorno ed il gruppo presente era molto folto, consistente di una decina di unità, più la forte croata Nikolina Sustic che corre con gran facilità una maratona a settimana.
Questa volta, con grande determinazione, tentava di correre sotto il minimo richiesto per i Mondiali di Maratona, 2h38'.
Guardavo più avanti e la gente scappata via era davvero tanta, al che pensavo a voce alta: "Stiamo andando piano noi o sono loro ad essere così veloci? Saremo almeno al centesimo posto..."

Ma con l'esperienza maturata negli anni non me ne curavo affatto e lasciavo correre.
Quasi quasi mi ero pentito di aver lasciato in borsa gli occhiali da sole, ma in quelle prime battute di sole ce ne stava davvero poco...
Passaggio al Duomo, sotto una pioggia fresca e intensa
Al passaggio accanto il Duomo di Milano stavamo ballando sotto la pioggia, ma la mia psiche non ne risentiva perchè più fresco era il clima e più sarei andato forte.
Lo sapevo e tanta fresca pioggia mi gasava.

I primi chilometri della Milano Marathon corrono via facilmente in mezzo al pubblico, tra l'altro sono riusciti ad allungare la fase proiettata sul Centro Città di qualche chilometro, diminuendo quindi la parte destinata all'abbandono in periferia.
Da un lato è una scelta dalle mille ovvietà per dare motivazioni ed ascoltare il maggiore calore del pubblico, ma dall'altro si corre maggiormente su attraversamenti stradali ricchi di pavè, basolato e tracce delle linee del tram, parecchio fastidiose per la meccanica di corsa.
In più credo di aver notato qualche curva di troppo, ma è inevitabile se vuoi correre in Centro.

Tutto questo dura circa 12-13 chilometri, poi è il momento di andare in periferia e passare per alcuni punti come il Mi.Co o l'ippodromo milanese e San Siro, situato ben oltre la mezza maratona.
Tutto questo ti rincuora perchè sai che stai tornando indietro, verso l'arrivo, che il più è stato fatto, ma le cose sarebbero più dure se non ci fosse l'animo smosso dal duo Gualdi - Scaini, sempre e solo positivi con noi del gruppone.

Ogni tanto provo a dar man forte al loro lavoro e mi propongo di dare una mano alla Sustic, ma lei ha uno stile di corsa aggressivo che prende spesso posizione in gruppo con una certa autorità, quasi scalciando.
Devo stare attento per non scatenare una carambola o una perdita di equilibrio...
Quindi dentro di me cerco di mantenere la calma e distrarmi in qualunque modo, anche quando un gruppo di automobilisti inferociti (ma perchè non fanno così quando chiudono un quartiere intero per il gioco del pallone?) strombazzava per qualche minuto in più di coda...
Il nostro gruppo, allegramente rideva e ringraziava di "cotanto incitamento" :-)

Il passaggio alla mezza ci vede ancora in tanti ancora vivi, ma non sapevo quanta autonomia mi sarebbe rimasta a quel ritmo (1h18' di passaggio alla mezza maratona) prima di capitolare...
E invece no, il problema più grosso in quel momento era dovuto dai crampi allo stomaco, prima lievi, poi sempre più pressanti.
Primi metri di gara con a fianco Padre Puccio, Athletica Vaticana

Ormai contavo i chilometri e dopo il 25° K iniziavo a cercare bagni da tutte le parti.
Cercavo di tenere il più possibile e di combinare la crisi di mancati allenamenti con quella dovuta alla sosta forzata in bagno che avrei dovuto fare, ma non me la sentivo di perdere il trenino così ben collaudato.
Eppure non davo segnali di cedimento, anzi i pacers iniziavano a dare delle "deadline", in special modo Giovanni Gualdi che annunciava che si sarebbe fermato prima del 35° Km...
"Ma come?!?" pensavo tra me e me...
Sarebbe stata una dura mazzata.

Il tempo di notare alcuni cambi di percorso, passando su alcuni tornantini della montagnetta milanese e già era tempo di tornare verso il centro cittadino, eravamo quasi lì e mancavano meno di 10K.

I dolori addominali iniziavano a limitare la libertà di movimento del mio corpo e stringo i denti, almeno fino al chilometro 35.
Gualdi saluta tutti e accende il fuoco della competizione interna al gruppetto: ognuno si scatena a modo suo ed io faccio la mia parte con un discreto allungo!
"Accidenti, sto attaccando! Ma allora posso farcela a fare un discreto tempo" sussurro a me stesso.

Un lungagnone straniero (forse belga) corre a leve spiegate e non ce la faccio, almeno in quelle condizioni, a tenergli testa.
In realtà stava correndo molto forte (si vedrà dalla classifica finale) ed io sono il secondo a seguirlo.
Il gruppo ormai è sfilacciato e parto all'inseguimento di chiunque veda anche come un piccolo puntino: di sicuro sarà scoppiato.

Ma ad un certo punto non ce la faccio più e con una mossa da vero "veterano" della corsa, mi nascondo dietro una siepe a bordo strada, allargo sulla destra la mutanda interna del pantaloncino e, senza sfilarlo via, sono costretto a mandar via i problemi dallo stomaco nel giro di una ventina di secondi.

Frame by frame della volata finale
Pensavo di ripartire senza energie e invece finalmente mi sento sbloccato, quasi rinato e riparto all'inseguimento di chi aveva approfittato della mia breve sosta.
Erano in due, che già erano parecchio lontani, quasi 200 metri.
Ma man mano che la strada si rifà avanti,acquisisco maggiore convinzione dei miei mezzi: la mossa di fermarmi si rivela azzeccatissima e ritrovo maggiore rilassatezza specie nella zona addominale.

Corro con entusiasmo e mi assesto sui 3'25"-30"/Km, obiettivamente di più non riesco a fare viste le mie reali condizioni di forma ma questa andatura mi permette di riassorbire i due che mi avevano passato in fretta.
Poco più avanti uno straniero con la canotta nera degli AR Runners viene palesemente incitato "sul campo" da un suo supporter che gli si mette davanti a tirarlo.
Sembrava scoppiato ma vedere questo comportamento poco sportivo mi da maggiore carica e lo passo con rabbia.
Potevo dirgliene quattro, ma preferisco risparmiare energie che tanto le sue erano ormai finite!

Ormai mancano meno di due chilometri e ne vedo altri due avanti.
E' impossibile andare a prenderli, forse dovrei aumentare il ritmo già per me sostenuto, già per me superiore alle aspettative per come si sta profilando il finale di gara, cioè in positivo.
Eppure vedo un "varco" raggiungibile e continuo a spingere forte.
E' l'ultima curva prima del rettilineo finale che porta sul traguardo, attraverso una nuova via e relativa modifica del percorso, spariscono per pochi attimi e li rivedo ormai molto vicini a me ma forse troppo lontani per raggiungerli sul traguardo.

Eppure innesto la volata consolatoria e cerco di raggiungerli.
Risulta tutto facile, perchè oltre ad essere "piantati" i due runners si erano rilassati alla vista del traguardo e li passo a pochi metri dalla linea del finish incitato dal pubblico festante e urlante.

Crono finale: 2h36'52" e 30° posto assoluto.
Not bad.

Cosa devo cercare da una gara così riuscita?
Non c'è niente di emozionante che chiudere (forte)
una Maratona ;-)
Solo le emozioni, purtroppo i miei tempi migliori sono lontani e ci vorrebbe ben altro per avvicinarmi, ma resto conscio che quello che ho ottenuto non è poi così facile da raggiungere e non sono tempi da fare tutti i giorni.
Oggi corro per divertimi e soprattutto per fare divertire chi si allena con me che trova grande stimolo in quello che fa.
Oltretutto con una famiglia che cresce è meglio dare ispirazione a chi raccoglierà la più bella eredità di tutto ciò che ho seminato: ovvero la giusta cultura sportiva che ambisce al risultato e che sogna di correre fianco a fianco con i migliori runners del mondo nelle più importanti manifestazioni, con sacrificio e dedizione.

Le mie motivazioni sono queste, trovare il tempo per correre, farlo tutti i giorni e dare la giusta carica al gruppetto che mi segue.

E Milano Marathon 2019 si chiude molto bene, ringraziando tutti coloro i quali hanno permesso di sorridere alla medaglia conquistata!

(Grazie a tutti coloro che hanno pubblicato le foto online o trovate sui Social Network)

NEW YORK CITY MARATHON 2010 (Foto Podisti.net)

NEW YORK CITY MARATHON 2010 (Foto Podisti.net)
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