Superato il Traguardo - 2° Posto finale e... "OK! E' andata!" |
Le "Maple Leafs" cadono con quei colori di un autunno che vedevo nelle più belle cartoline, da quell'albero, il più bello di tutto il vicinato, del mio amico Les...
Inizia così l'avventura in una Città tutta nordamericana ma dai saldi valori familiari dove ancora in queste terre sconfinate c'è la possibilità di costruirti la tua casetta... esattamente come immaginavo che fosse!
Eppure tanta modestia e tanta tranquillità distano anni luce dall'isterica frenesia delle nostre Città, apparentemente più operative di tutte quelle Nordamericane messe insieme, prima tra tutti, Niagara Falls...
Le prime uscite in allenamento, per assorbire lo stress causato dal lungo viaggio, hanno mostrato dettagli di modernità e sprazzi di quei ricordi di una New York non molto lontana che con quella dimensione più europea, hanno reso ben distinguibile il paragone con la ben più illustre Maratona.
Tanta brava gente, tutti uniti e organizzati nel dettaglio, non è mancato niente a questa Maratona, forse solo il pubblico, ma di questo ne parlerò...
Un lavoro dei volontari al di la di ogni immaginazione, ospitali e tanto diponibili, specie con me, lo "straniero favorito alla vigilia" che non mi sentivo affatto bollato.
Intanto, i giorni passavano e tra il ritiro del pettorale e l'autorizzazione del Visto di Ingresso negli Stati Uniti e, l'obbligatoria gita in battello, a spruzzarsi dell'energia delle Cascate del Niagara, i giorni passavano quieti e rilassati, con tanto calore famigliare ed una temperatura che non presagiva nemmeno l'uso della maglia a manica corta in gara...
Gli ultimi fuochi d'artificio sparati al Niagara Run Fest, con tutte le persone dello Staff a ringraziare, cercando di capire almeno metà di quanto detto (perchè quando parlano "veloce" gli americani ancora non riesco a capirli!!!) ed a socializzare con gli eleganti ospiti, alcuni davvero illustri, ed io elegante a modo mio con giacca, camicia e delle improbabili Adidas Supernova Glide Boost 6 Rosso fiammante :-)
Niagara Run Fest - Spettacolo on The Falls! |
La sveglia al mattino presto della gara... eppure son quasi 3 anni che non corro la maratona e già sento la necessità di essere pronto, forse mi sento troppo pronto ma è come un nuovo esordio per me.
Ogni attimo prima di lasciare il calore familiare mi rende mansueto, prima di entrare nello Scuola Bus...
I miei occhi rivedono in pochi attimi Staten Island e Hopkinton dal quale ero sceso proprio da uno Scuola Bus, ma stavolta non c'era il sole luccicante ma un nugolo di nubi non troppo minaccioso all'orizzonte, ma cariche di grigiume: il sole in gara non lo vedremo mai...
L'infinita attesa alla frontiera ci snerva: mancavano 50 minuti al via ed ancora eravamo fermi là; poi la coda ai bagni ed il poco tempo rimanente per il riscaldamento, il tempo di cantare gli inni nazionali del Canada e dell'America, in partenza da Buffalo, versante U.S.A. delle Niagara Falls.
I poco più di 1.500 aspiranti maratoneti erano radunati lì, e mai avevo assistito all'esortazione degli addetti allo Start nel radunare tutti verso la linea di partenza: ero in Paradiso oppure no?
Il colpo di pistola decreta il Via, e subito in quattro in fuga.
Ammetto che, per la curiosità e per scacciare via la tensione avevo osservato nei dettagli gli "aspiranti avversari", notando ogni minima irregolarità.
La gamba depilata o no, gli eccessivi rifornimenti attorno alla cinta (sintomo di un atleta dagli alti tempi di percorrenza), il viso fin troppo rilassato, l'abbigliamento aggressivo e tecnologico e la scarpa rigorosamente A1 per competere (anche Intermedia se il piede è piccolo ;-)
Ma quel N.1 di Pettorale non lo si poteva non notare... era evidentemente il vincitore dello scorso anno che aveva sconfitto anche il mio caro amico Francesco il quale con dovizia di particolari mi aveva spiegato le insidie del percorso: tutte azzeccate!
Dopo un miglio restiamo in 3 al comando, dopo due miglia siamo in due, io e Lucas McAneney, di Toronto, fisico minuto e di carnagione chiara.
La strada è ampia, le case di Buffalo molto più grandi di quelle di Niagara Falls ma sempre nello stile "Casa a Tre Piani + Albero + Giardino" tipiche degli USA, come le si vedono nei films.
In poco tempo si raggiunge in lontananza il confine e restiamo completamente da soli, io ed il canadese, senza avere il mezzo apripista.
Sensazioni uniche e indescrivibili! Peccato non aver trovato questo cielo il giorno della Gara :-( |
Stavo bene, noto che metto facilmente in difficoltà l'avversario anche perchè fino a quel momento il ritmo era volutamente lento... solo 34'37" il passaggio ai 10K, di tutto relax.
Ma non mi andava di fare lo show-man e dopo un miglio a tirare sui 3'25"/Km preferisco lasciare la testa viste le mille incognite che una 42K può riservare.
La strada scorre via molto facilmente e tanti pensieri positivi pervadono la mia mente mentre il panorama cambia scenario e ci si allontana dalle zone più urbanizzate.
Ormai siamo nuovamente in Canada e davanti a noi resta soltanto la vedetta della Polizia a scortarci (la prima volta quest'anno presente, prima erano solo biciclette).
Le luci Rosso - Blu dei lampeggianti sono le uniche note colorate di questa domenica: purtroppo il vento a tratti si fa sentire e le nuvole restano sempre nere rendendo l'aria ovviamente più fredda del previsto.
Inizio a temere di essermi vestito troppo leggero rispetto alle mie previsioni... peccato perchè i giorni precedenti alla gara erano stati bellissimi e soleggiati!
Arriva un punto nella corsa nel quale si torna indietro dopo esserci allontanati parecchio e ci si immette sulla lunga e ondulata strada tutta rettilinea che ci condurrà fino all'arrivo: per circa un chilometro incroceremo tanti podisti intenti a raggiungerci e tante saranno le urla di incitamento... anche per me!
Una volta abbandonato questo fecile incrocio, saremo noi due, l'auto lampeggiante, la strada, il forte vento trasversale ed il Niagara River...
Percorso Maratona - Tra un confine e l'altro le due Nazioni! |
Il passaggio alla Mezza Maratona è beneaugurante, 1h13'21" come ritorno alle competizioni è ottimo, soprattutto per la velocità di crociera che sto conducendo: ancora tanti pensieri positivi e siamo sempre più soli.
In quei frangenti si costruisce il successo di una corsa ed in 10 Km le cose possono cambiare anche drasticamente...
Non avendo tanto bisogno di bere, resto incerto se ingerire un gel alle maltodestrine e attendo, forse oltre il lecito.
Il canadese non faceva una piega, correva silente e se raramente incontravamo spettatori aveva gran fiato per replicare.
Il mio respiro, invece, era sempre impegnativo e lo sarà sempre più.
Putroppo la strada lungo il Niagara River è difficile da raggiungere per le automobili, figurarsi durante una Maratona dove ogni accesso risulta chiuso e l'unica maniera di vedere i passaggi e di fare il tifo è piazzarsi su una stradina secondaria che corre parallela alla nostra... risultato è: poca gente sul percorso...
Così accadrà che per circa 10 Km saremo soli io e McAneney a correre in sincrono, passo dopo passo, mentre il vento freddo proveniente dal fiume diventa sempre più fastidioso e costantemente contrario...
Verrà il 30°K dopo non molto, sempre a ritmo regolare di circa 17'30" ogni 5K e i miei pensieri subivano un cambiamento e mi sentivo alienato, sempre di più... iniziavo a divenire attendista cercando di scacciare la monotonia della corsa guardando l'incantevole paesaggio, verde e con qualche casetta sparsa e cambiando il passo ogni qualvolta giungesse il lieve avvallamento lungo il percorso.
Pensavo a cambiar ritmo, ma in realtà volevo capire come andasse a finire questo difficile momento senza ancora mangiare quel maledetto gel.
Ormai la compagnia della gente sul percorso c'è perchè raggiungiamo lungo il nostro avanzare i partecipanti della Mezza Maratona (13.1 Mi) che partivano prima di noi dallo stesso punto del passaggio a metà percorso.
La Preamiazione, la Medaglia - Il Freddo! |
Ma stavolta no.
Dopo un ulteriore passaggio al 35°Km in un regolare 17'33" non trovo il modo di reagire e resto "congelato" dietro l'avversario, come per tutto il resto della gara e non voglio mollare, non a quel punto.
Penso a tutti i sacrifici fatti per esserci, alla gente che mi vuole bene, alle responsabilità di essermi presentato qui senza poterci almeno provare, almeno per Les e la sua infinita ospitalità che meriterebbe un racconto a parte.
Non voglio mollare nonostante il continuo percorso vallonato, il freddo trasversale che mi fa indurire il bicipite femorale che fino a qualche mese fa non ne voleva sapere di guarire ed ora qui, a lottare fianco a fianco con me, e l'avversario dall'incedere sicuro.
Eppure, al 38° Km si spegne la luce ed ogni sogno.
L'errore di valutazione si concretizza, pensando di non averne bisogno, mi si appanna la vista e ricorro subito al gel cercando di strappare la linguetta con i denti.
Rallento e mai più ripartirò, lasciando andar via l'avversario ancora e serenamente a ritmo costante.
Nulla valgono le urla degli ormai tanti tifosi che provano a spingermi nei rimanenti chilometri e nulla vale il chilometro finale in netta discesa dove non trovo più le gambe per reagire, nonostante tutto, alla delusione.
Ma in fondo sono stato sconfitto da un gran bravo avversario (2h18' alla Houston Marathon 2014) e nei 100m finali voglio celebrare la mia vittoria personale tagliando il traguardo al Secondo Posto in 2h29'19"!
La gara nel dettaglio: 34'37" (10K) + 17'23" (15K) + 17'26" (20K) + 18'11" (25K) + 17'10" (30K) + 17'33" (35K) + 18'26" (40K) + 8'33" (42,195K)
Colori così spettacolari non li vedrò mai più da nessuna parte... |
Oltretutto, fino al 30°K non sembrava avessi sentore di fatica eccessiva ma si sa... in Maratona quando inizi ad avvertire la fame o la sete, la gara è vicina alla fine anticipata!
Ciò significa che bisogna comunque trovare ogni modo per alimentarsi in modo adeguato e obbligatoriamente durante la corsa e mai lasciare che la campanella di allarme suoni, nel caso mio, al 38°K.
C'è quindi molto da lavorare, continuo a sentire a sprazzi molte delle mie abilità che non riesco a tenere a lungo a causa del caldo eccessivo patito in allenamento.
Una cosa è certa: questa gara finalmente sancisce il ritorno alla distanza più dura, più difficile da preparare e da portare a termine ed apre le porte ad un finale di anno che spero sia improntato al costante miglioramento.
Ho un entusiasmo dentro che quello sfortunato infortunio era riuscito a placare e che ora sta uscendo vivo più che mai!
Una settimana di riposo è servita per arricchirmi culturalmente e per visitare una nuova e più moderna civiltà: c'è qualcosa che mi vorrebbe trattenere lì, ma in fondo l'appartenenza alla propria terra ha radici profonde dalle quali ripartiranno presto nuove sfide da cogliere.
Grazie a Les per averci dato quel senso di famiglia che la quotidianeità cittadina in fondo ci fa perdere.
7 commenti:
Filippo immaginavo un bel racconto ed infatti mi hai piacevolmente stupito. Di quel "maledetto" 26 ottobre a te rimmarrà l'amaro gusto di quel gel forse troppo posticipato, a me rimarranno le delusioni di essermi "parcheggiato" al 30 esimo ok, ai ristori con i polmoni ed il cuore che avrebbero ancora tanto spinto ma con le gambe arrese che non avevano piu nessuna intenzione di continuare.
Ma noi da queste cose sappiamo sempre trarre il lato positivo, sappiamo trarre il meglio, l'insegnamento..e terminata la delusione si riparte ancor più carichi con tanta voglia di riscatto :-).
Un abbraccio. Luca
Esatto Luca!
Lascia che assorba i postumi del viaggio e dello sforzo della Maratona in se e pianificheremo nuovi obiettivi.
I nostri saranno stati banali errori di valutazione in gara ingigantiti (perchè finisce sempre così in maratona: una piccola carenza la paghi tremendamente di più in gara) da una preparazione non entusiasmante non ci hanno permesso di esprimerci al meglio.
Per correre forte una maratona bisogna allenarsi tanto e con impegno: un ex grande del running americano (non ricordo il nome) sostiene che un atleta può andare molto forte solo se si abitua a correre tanti chilometri (ovviamente in qualità).
Faceva l'esempio di un grande Top Runner americano che dopo tanti infortuni ha tirato fuori un banale 2h17' per lui, abituato a correre 10' meno (e oltre).
Tutto è correlato dall'impegno che ci metti e dalla continuità derivante dalle preparazioni che porti a termine.
sono veramente contento filippo
il risultato è stato proprio quello che ti meritavi
ti auguro d'ora in poi continuità e risultati
PS:dopo anni di filo mizuno sono passato quasi per caso alle adidas boston boost, è stato come un fulmine a ciel sereno
ora le mizuno sono tutte a dormire...penso per sempre
io pronatore mi sentivo protetto solo dalle mizuno, ma con la tecnologia boost, non sento minimamente questo problema e la cosa è semplicemente fantastica
ho scoperto un nuovo modo di correre, ...quello mio, naturale
Ciao Andrea, mi fai doppiamente contento :-)
Il tuo, insieme ai tanti riconoscimenti di amici e runners sul web, mi rincuora parecchio dato che stavo convincendomi in quei giorni trascorsi da turista dopo la gara di NF che non avessi colto un grande risultato... eppure anche a NYC Marathon la storia raccontata è stata la stessa con tempi alti e forte vento sul percorso...
Contento di più perchè ho sempre creduto in Adidas e loro in me!
Boost ho sempre interpretato sul blog e su social non è l'intersuola che fa miracoli ma che aiuta il piede a correre correttamente e con maggior spinta.
Boost varia a seconda della modellazione sulla calzatura tant'è che la Energy a me in particolare piace meno della Supernova Glide cui ne vado entusiasta.
La Boston Boost non vedo l'ora di averla per usarla a ritmi medio/gara e saprò dirne di più ;-)
Buone corse, sempre ed in salute :-)
in negozio ho provato sia la energy che la glide
l'energy è molto protettiva e penso la prenderà per allenamenti lunghi a velocità medie
la glide è più veloce e reattiva, ma la boston è un piuma a confronto
massima sensibilità e fit perfetto e snello
in generale confermo che la tecnologia boost, come te affermi, "aiuta il piede a correre correttamente e con maggior spinta"
la parola correttamente è la chiave di tutto, ossia non sostiene come mizuno, ma fa appoggiare il piede nel giusto modo e per ognuno, secondo la sua biometricità
bella maratona autunnale con il suggestivo "foliage", il perfetto stile FLP! bravo!
sottolineo per tutti i maratoneti, o aspiranti tali, l'importanza del suggerimento di Filippo, riguardo alla alimentazione/durante la gara. Una piccola integrazione di zuccheri consente di evitare la crisi, ma queste assunzioni vanno programmate e provate in allenamento al fine di conoscere opportunamente le reazioni del proprio corpo. Poi in gara possono capitare degli imprevisti ma la maratona è fatta così...
Caro Felipe, belle espressioni linguistiche le tue!
Per quanto riguarda la "didattica" del buon maratoneta, forse mi sono fatto coinvolgere troppo dall'imperativo del "bere tanto" e quest'obiettivo l'ho portato a termine in quanto non saltavo quasi mai un rifornimento volante.
Mi è mancata questa voce imperante nell'impormi quel gel che temporeggiava nello spacco laterale del pantaloncino...
Hai ragione a dire di usare tutti gli strumenti - gara possibile, l'avrei assunto anche in quel disgraziato e "assammarato" medio a Mondello se non fosse stato per qualche grado in più sopra i 30°C, ma... ormai è andata così, rientrando nel pianeta della 42K cui Voi del Team FLP saprete (spero) sorprendermi anche a questo giro!
Manca un mese e credo proprio che il vostro lavoro pulito avverrà anche in gara e ciò potrà consentire la conquista dell'Emilia ;-)
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