41° New York City Marathon - 20° Posto Assoluto - 1° Europeo

41° New York City Marathon - 20° Posto Assoluto - 1° Europeo
Un Sogno Ad Occhi Aperti...

martedì 6 settembre 2011

Ciao Sestriere, un'esperienza da Vivere

Ultima settimana di agosto.

Il meteo che cambia, il freddo vero che soggiunge proprio l'ultimo giorno di stage, la volontà di chiudere a tutti i costi i lavori svolti... che non sono stati puntualmente di grande qualità.

E' stato sempre difficile gestire le giornate ma mai sono andato a letto sfinito o mi sono alzato senza voglia di correre: stare in compagnia di quel poco che è rimasto dell'atletica Siciliana di mezzofondo (leggasi... CUS Palermo nelle mie strette vicinanze geografiche) è stato di grande stimolo.

Si sono creati dei saldi legami che sono andati oltre le banali sessioni di gruppo e si sono sviscerate le singole personalità di ogni atleta che, superati i 20 anni tutti, anche con questa esperienza di gruppo diventa un uomo indipendente ed esperto nel gestirsi la propria vita lontano da casa.
Così forzatamente iniziai a crescere, a 22 anni, quando intrapresi l'avventura della leva militare...

Si impara a conoscersi meglio, a farsi forza ed a invogliarsi l'uno con l'altro senza mai abbattersi.
Per questo le dure giornate da 30 Km e oltre a 2.035m di altezza non sono state meno pesanti di una ordinaria vissuta a casa mia...

I lavori svolti non hanno subito lo scossone sperato, ma si sono intavolati su un binario di stabilità.
Purtroppo il lavoro migliore si è rivelato un meno ostico 20 x 400m (R.1') del previsto: quasi tutti eseguiti in 70" circa senza riuscire ad andare oltre in termini di qualità (solo tre volte in 68") ma con una sensazione di "mancanza d'aria" meno marcata del solito.

E si... perchè la reale difficoltà era rappresentata dalle ripetute lunghe, per tutte e tre le settimane sempre sofferte!
Potevo aspettarmi questo problema all'inizio dell'esperienza ma anche quando l'abitudine al diverso ambiente era maggiormente affermata (e me ne accorgevo al mattino, tempi di adattamento ridotti, fasi del sonno più rilassate, ecc.) poco o nulla è cambiato anche quando ci si incanalava in lavori proiettati sulla lunga distanza.

Ne ho sentiti diversi di pareri, da tecnici con diversi anni di esperienza e questo sicuramente aiuta nell'avere maggiore fiducia in se stessi e nel lavoro svolto anche a distanza di settimane.
E' anche vero che sono anche contrastanti i pareri di tecnici e atleti: laddove i primi optano per un ciclo di allenamenti incentrato sui lavori e su un impegno di un certo rilievo (bandito quindi, correre "e basta"); molti atleti con maggiore esperienza di me spesso si sono trovati a raccontarmi di esperienze post - altura tanto fiacche quanto forti erano i lavori svolti in quota, mentre altri atleti mi raccontavano di eccellenti prestazioni cronometriche svolte nelle successive gare quando in altura correvano il lungo o poco più...

Fattori contrastanti, dove la reazione individuale conta molto di più che in altri casi...
Un grande atleta italiano in particolare mi ha detto queste parole: "Stai attento, il Sestriere è sempre un'arma a doppio taglio, non esagerare altrimenti non raccogli nulla al rientro".
Il noto tecnico del mezzofondo del CUS Palermo, per esempio, ha impostato un programma per i suoi atleti (gente ben allenata, evoluta) non eccessivamente pesante in termini di quantità ma ben curante della qualità dei lavori ben mirati al risultato in pista.
Uno di loro, in particolare ritardo di condizione, ha corso solamente il fondo lento per oltre una settimana e mezzo, rafforzando quella politica incentrata sull'adattamento prudente in una quota (ribadiamolo, 2.035m di altezza non è uno scherzo...) che va presa con molta attenzione a non strafare.

Il Coach, ad esempio, nello stilare il suo programma si è inserito su binari analoghi a questi ultimi esempi piazzando diversi lavori (di cui ben tre medi nelle tre settimane) raggiungendo sempre o quasi i tre lavori settimanali.
Fattore apprezzabile (da parte mia, specialmente sfruttando il clima fresco propedeutico ad incamerare tanti chilometri) il giorno dopo il lavoro di ripetute lunghe è stato piazzato un lunghissimo che da parte mia è stato sempre affrontato nell'ostico percorso del Sentiero Bordin.
Il Sentiero Bordin di per se non è tanto impegnativo, quanto il suo "attacco" lo è particolarmente...
Alla seconda settimana la crisi è sopraggiunta lì, dopo aver corso il giorno prima quella prima "cosa traumatica" uscita dalle ripetute lunghe (2.000m e 1.000m), nel correre il lunghissimo di 1h45'...
Da Monte Rotta, un non brevissimo e ispido tratto di sterrato mi tagliò in pochi metri fiato e gambe entrando totalmente in acidosi... obbligatorio fermarsi prima di commettere un danno irreparabile...

Il lungo lo chiuderò con le giuste difficoltà analoghe ad un lunghissimo di 2h30' slm.

In effetti inizialmente volevo rendermi partecipe con i ragazzi del mio gruppo a tutti i lavori, ma intuite le difficoltà iniziali, su consiglio del Coach, ho proseguito da solo con i miei ritmi...
Di per se può suonare come un'occasione persa, ma non c'era nient'altro da fare: quando vedevi il gruppo CUS Palermo sfrecciare in pista a grandi velocità non avrei fatto altro che farmi del male.
E tanto vale aver fornito assistenza a loro così come i ragazzi me ne fornivano tanta (specie moralmente) durante le mie più lunghe sessioni...

A metà dell'ultima settimana, un forte acquazzone faceva intuire che quando il tempo volgeva rapidamente al brutto c'era poco scampo al temporeggiare tant'è che non appena calmato il cielo mi gettai a correre per il medio di 50'.
Un buon medio, simile alle prime due uscite, dal ritmo costante di circa 3'25"-30"/Km su strada dalle parti della pista (dall'area parcheggio camper al curvone prima del sentiero per Monte Rotta).
Il medio, anche grazie al fresco, non ha mai potuto mettermi in grandi difficoltà ma la sensibilità all'incremento alla fatica maggiore del solito...

A sera il freddo iniziava a sentirsi pungente... l'indomani mattina un cielo azzurro faceva dimenticare le foschie che ad ogni tramonto piombavano sull'elevata vetta.

L'ultimo lavoro, un 2 x 2.000m + 3 x 1.000m + 4 x 500m (R.2') non ha prodotto quindi i risultati sperati.
In una giornata imperversata da un'area fredda ma tale da mantenere le maniche corte, l'impegno è stato subito presente ma scarsi i risultati: 6'21" - 6'26" - 3'08" - 3'10" - 3'08" - 1'30" - 1'29" - 1'29" - 1'29", segno che era inutile insistere fino all'ultimo metro (come puntualmente ho fatto!).
Niente da fare... gestire due giri e mezzo di pista era un vero e proprio impegno mentale prima ancora che fisico, nulla a che vedere con le solite sensazioni...

Un'esperienza differente da altre vissute: niente caos, rumori e, per scelta comune, niente divertimenti eccessivi ma giornate che passavano via molte volte uguali alle precedenti.
Ma una cosa è accaduta: passare da un allenamento giornaliero (forzato e stressato) a due leggeri non è cosa da poco: incrementare nuovamente e di botto tanti chilometri non è stato difficile.
Avevo con me la compagnia giusta e motivata durante i tanti chilometri corsi attorno i 4'00"/Km lassù e in certi pomeriggi la farfalla dell'acceleratore era aperta al massimo come non mi può dispiacere mai...
La serenità raggiunta in pochi giorni, lontano dallo stress della routine giornaliera mi ha riportato in una dimensione che temevo fosse persa.
La capacità di tornare a doppiare così bene mi ha subito fatto vedere che la luce della distanza di Maratona è accesa, sempre, come un faro nella notte...

I tanti percorsi scoperti in mezzo alle verdi vette, i pini tipicamente natalizi che ti facevano immaginare come d'inverno potesse essere popolato fino al "sold out" un posto che sopravvive quasi unicamente di turismo, i ruscelli onnipresenti, le funivie sopra le nostre teste, i percorsi di downhill in mountain bike assurdi quanto le piste da sci povere di neve e ricche di vegetazione, i campi da golf, il Villaggio Olimpico, il logo delle Olimpiadi del 2006 ancora campeggiante e tanto tanto altro ancora...

Chi può dire che preferisce correre in altura altrove perchè al Sestriere non ci sono percorsi si sbaglia e di grosso tanto che se il Signore mi assisterà un futuro vorrei tornarci per poter realizzare il doppio anello completo del Bordin: due ore (poco più, poco meno) di corsa lassù lungo percorsi indimenticabili ma duri quanto l'atleta cui sono stati dedicati...

9 commenti:

Pimpe ha detto...

aspettiamo i tuoi risultati del dopo stage ... facci sapere ! ;-)

Dario ha detto...

Per noi del sud sono posti stupendi e potersi allenare li è sempre qualcosa di straordinario! Vedrai che il lavoro svolto darà i suoi frutti!

Luca_Vittorio Veneto ha detto...

Completamente rapito dal tuo racconto.:-)
Ti faccio un grosso in bocca al lupo per domenica... sono sicuro che arriveranno buoni risultati! ;-)
Ciao Filippo bentornato.

Rocha ha detto...

Dev'essere stata una bella (anche se faticosa) esperienza potersi allenare a tempo pieno in altura, credo che ne beneficierai sicuramente negli impegni autunnali e con l'abbassarsi delle temperature. In bocca al lupo !

Filippo Lo Piccolo ha detto...

@Pimpe e Luca... per ora i risultati non mi danno ragione e non si tratta solo di tempi ma di quella "gamba" veloce che mi ricordo ancora che sensazioni mi dava...
Sarà il caldo e l'umidità, ogni anno non ti danno tregua ma come ogni anno si supereranno!

Filippo Lo Piccolo ha detto...

Ciao Dario!
E' bello cambiare posti, stare in mezzo alla natura per noi abituati alle aride temperature ed ai bagni al mare estivi è la naturale necessità.
Poi sono un amante della pace e tranquillità, non a caso scelgo i posti ed i periodi meno affollati per andare anche al mare... sapevo già da allora (infortunio di maggio-giugno) che quello per me sarebbe stato il miglior mare a Mondello...
Vediamo come si evolveranno le cose, gli appuntamenti importanti sono 3 per questo fine anno, uno è alle porte, ma la cosa fondamentale da sempre è la continuità... non farsi più male.

Filippo Lo Piccolo ha detto...

@Rocha, grazie per essere passato :-)
E' stato molto interessante vivere di persona le esatte sensazioni e mai mi sono permesso di esagerare ad ogni allenamento.
Sul fattore fresco, è un discorso che per me incide tantissimo, dato che in altura di botto riuscivo a correre tanto (quell'1h45' di lungo è davvero impegnativa lassù) e a casa con oltre 30°C superare 1h di corsa è sempre stato un grosso problema.
Di lì anche i lavori stessi in pista non hanno offerto qualità.

Avverto comunque che quelle strane sensazioni vissute in gara a Napola sono andate via... vedremo come reagirò...

Albe che corre ha detto...

Grande Fili!
..è arrivato il momento di aggiornare la colonna di destra lassù in cima!

Filippo Lo Piccolo ha detto...

Albe! Ora lo faccio... :-D

NEW YORK CITY MARATHON 2010 (Foto Podisti.net)

NEW YORK CITY MARATHON 2010 (Foto Podisti.net)
PRONTI A PARTIRE...