41° New York City Marathon - 20° Posto Assoluto - 1° Europeo

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Un Sogno Ad Occhi Aperti...

giovedì 6 aprile 2017

Milano Marathon - Non Sarà la Parola Fine

Immagine emblematica di tutta la Maratona, dietro il gruppo delle prime
donne, nella speranza di uscire alla distanza... (A. Capasso)
Milano - Palermo - 02 e 03 aprile 2017.

Si è chiusa anche questa volta l'avventura milanese nella Maratona della capitale della moda, della modernità e dello sviluppo economico in Italia.
Se dovessi scegliere quale Maratona scegliere, tra Roma e Milano (corse quest'anno in concomitanza), non saprei perchè sceglierei quasi sempre Milano, pur sapendo che a Roma il pubblico è molto più caloroso che lassù.
Dentro di me, probabilmente per l'abitudine di correre a Milano per via della vicinanza familiare e per care amicizie paragonabili solo a quelle calabresi o venete, l'emozione di correre per le strade milanesi assume un fascino sempre nuovo che mai stanca.

Sicuramente la scommessa da vincere era quella di ribaltare i pessimi risultati ottenuti negli anni 2015 e 2016 che assumeva la rivalsa su ogni altro pensiero, ma ero conscio di non poter essere preparato come si deve...
Perchè so bene come si prepara una Maratona vincente e per ottenere questo risultato, nella quotidianità, serve più tempo a disposizione, calma, concentrazione e poco stress che al momento non posso avere.

Ma già essere lì ai nastri di partenza e mettere in discussione tutto e tutti va al di là di ogni risultato, che avrei comunque accettato, tranne una nuova debàcle, quella inaccettabile!

Guardando a poche settimane prima, il risultato della Stramilano mi aveva assalito di dubbi ed incertezze, ragion per cui mi ero obbligato ad affrontare una gara saggia ed accorta, senza farmi prendere da primi chilometri arrembanti che non avevano motivo di esistere.
Oltretutto, pochi giorni dopo l'evento della 21K, in uno degli ultimi allenamenti di Fartlek sulla lunga distanza, mi ero ritrovato su strada a voler affrontare un allenamento impegnativo, sulla difensiva, chiudendo 27,5 Km a 3'40"/Km...
Deludente, se non fosse che fare sia l'atleta che il papà che un normale lavoratore moltiplica di molto le difficoltà e le capacità di recupero.

Milano al sabato si presentava con un bel cielo sereno e soleggiato ed una temperatura troppo alta per me, almeno l'aria era ventilata.
L'expo, spostato al Mi.Co. (Milano Congressi), era di colpo triplicato, assestandosi su un livello di qualità ed acclamazione di sponsorship davvero altissimo.
Tanti i brand protagonisti del Running in primo piano ed organizzazione nel curare sia la Maratona che la Relay Marathon eccellenti.
Un saluto veloce per pochi amici presenti nell'organizzazione, e via verso casa dopo una levataccia mattutina per prendere il volo aereo.

Tutto girava bene ed ero spaventosamente tranquillo, segnale positivo visto gli ultimi trascorsi in Maratona pieni di incertezze.
Sapevo cosa fare e sapevo cosa aspettarmi da me: un buon 2h29' auspicabile con finale in crescendo...

La mattina della gara, arrivo comodamente in tempo per riscaldarmi con tutta calma, dopo un'abbondante colazione ed un bel carico di carboidrati della sera precedente (inclusi i giorni precedenti).
Un paio di sacche di gel liquido alle maltodestrine spillato ai lati del pantaloncino, oltre quello che avrei trovato al 35° Km mi davano molta tranquillità: tutto procedeva bene ed il cielo era coperto mantenendo un'aria fresca pur trovandomi a mio agio in canottiera alle 09:00 del mattino.

Molto emozionante il via della Corsa, come tutte e 27 le Maratone da me affrontate precedentemente :-)

Stavolta, con tutta calma, non mi lascio trascinare da improbabili scorribande e mi metto saggiamente dietro al treno della conterranea Incerti che sapevo con certezza avrebbe corso con eccellente regolarità.
Delle donne keniane ed etiopi non potevo sapere nulla e, visti gli ultimi exploit realizzati da queste minute atlete alle volte semisconosciute nelle mezze maratone internazionali, mi aspettavo una fuga da un "pacchetto" di due-tre a ritmi proibitivi... tanto avevano la lepre maschile che avrebbe corso a qualunque ritmo per loro!

Il marito della Incerti, Scaini, le fa da bodyguard e per enorme rispetto evito di accodarmi ai suoi talloni, temendo di poterla danneggiare per un'eventuale svista da parte mia.
Le coloured non accennavano alcun attacco ed il cronometro correva sul filo dei 3'30"/Km che andava benissimo per me e che mi vedeva molto rilassato: conveniva stare in coda al gruppo, in tutto relax ed in compagnia di altri contendenti tutti comunque molto "in gamba".

La mia tattica funziona bene per 5, per 10, per 15 Km e fino a quel momento mi godo il panorama milanese e le variazioni al percorso (avevo notato il passaggio in Via Montenapoleone) fino a che non si esce definitivamente in periferia, affrontando i lunghi stradoni milanesi poveri di pubblico e di interesse architettonico, ma solo per poco...

Giovanni Certomà mi trova molto rilassato poco
prima del via...
Purtroppo certe cose non cambiano e credo non cambieranno mai: dopo il primo rifornimento dei 5 Km, capiterà praticamente ogni volta e con "protagoniste in negativo" differenti, la scena grottesca di trovarmi a dribblare di colpo, spingere o peggio ancora spostare con un certo nervosismo di peso una delle africane che davanti a me si bloccavano fermandosi per prendere il rifornimento personalizzato (o le bottiglie d'acqua che buttavano giù come birilli mettendo in difficoltà chi le seguiva... come me!) che chissà per quale assurda ragione non riuscivano ad individuare a distanza...
Ogni 5 chilometri rischiavo di cadere per terra, sembra una barzelletta, ma così accadeva!
Questi atteggiamenti poco professionali accadevano quando esordivo in Maratona, circa 15 anni fa e capitano ancora adesso, incredibile...
Oltretutto osservare l'organizzazione della Incerti, coadiuvata dal marito, che non perdeva un metro nelle operazioni di rifornimento ti faceva capire quanto fosse importante rendere perfetti dettagli come questo, che sul traguardo possono essere determinanti per la vittoria finale.

Iniziano i flashback nella mia mente e visualizzo il momento in cui lo scorso anno ero entrato in crisi nera: era il 23° Km circa e stavolta dovevo arrivarci con enorme rilassatezza.
Poco prima del passaggio alla Mezza Maratona si affronta un lungo cavalcavia che portava su un ampio ponte simile in tutto e per tutto al Pulaski Bridge della New York City Marathon, halfway della corsa newyorkese.

Sogno di non cedere e vado avanti in tutto relax, canticchiandomi in testa canzoncine per l'infanzia, pensando molto al mio piccolo (probabile) tifoso :-)


Poca strada più avanti e ci si avvicina all'Ippodromo che si correrà per gran parte del suo perimetro: a quel punto era passaggio alla Mezza Maratona ed avveniva in 1h 14' 30", con eccellente regolarità.
Tutte le protagoniste erano presente in gruppo e nessuno muoveva foglia, nessuno accennava un attacco e la Incerti sembrava più caparbia che mai.

Poco più avanti lo scorso anno sarebbe giunto il cedimento e la resa ma stavolta no.
Ormai guardavo avanti fino al 30° Km o quasi dove avrei dovuto mantenere la stessa disinvoltura.
Solo che in quella fase, con il passare dei chilometri, iniziavo a sentire sempre meno reattivi i piedi e ragionavo sulle difficoltà patite nei mesi precedenti...

Non pensavo alla crisi ma pensavo fortemente di raggiungere i -10 Km all'arrivo.

Purtroppo al 30° Km ero già bello che staccato dal gruppo ed iniziavo a sentire un cedimento fisico oltre a preoccupanti crampi allo stomaco.
Non ero ancora molto staccato e vedevo non molto lontano una delle tante keniane che avevano anch'esse accusato il colpo.
Provavo a reagire ma non era facile, stavolta i meno dieci erano tutti in salita ma non impossibili da raggiungere.

I crampi allo stomaco si fanno sempre più pressanti e sono costretto poco dopo il 35°K a dover effettuare una sosta veloce "in bagno": perderò circa un minuto tra sosta e ripartenza e mi sentirò più svuotato di prima, ma pur sempre avanzante.

Ahimè, ero entrato nella vera e propria crisi ed i chilometri avanzavano lentamente...
In quel momento mi trovavo in uno dei viali secondari dalla stretta carreggiata e da lassù sentivo applaudire: qualcuno dal balcone stava seguendo la corsa in diretta e gli applausi erano rivolti a me stesso.
Da ragazzino agli esordi, quando non sapevo come si correva e sentivo parlare della Maratona di Palermo lunga 42 chilometri e 195 metri, immaginavo chissà per quale motivo, che la corsa dovesse passare sotto il balcone di casa mia, cosa che non accadeva di sicuro, ma ero affascinato da questo pensiero...
Un altro flashback della vita mia ed il pensiero al mio piccolo cucciolino tanto lontano dal cuore destavano la sofferenza delle gambe...

Ormai i flashback si susseguono, tornano in mente le crisi che mi hanno colpito raramente negli anni durante le varie maratone e quando manca davvero poco e gli avversari continuano a sorpassarmi inesorabilmente, pur provando a reagire lo stesso, realizzo che la fatica è davvero troppa e che probabilmente "non dovrei più correre una maratona", pensando a tutta la fatica ed ai sacrifici che faccio durante il giorno, oltre al correre, per gestire un bimbo piccolo, una famiglia e me stesso.

Ma questo pensiero dura poca strada quando, superato l'attraversamento del parco, iniziano gli ultimi due (o poco più) chilometri che presentano due salitelle che sono l'apogeo della difficoltà di quel giorno.
Anche la Giovanna Epis (G.S. Carabinieri) mi sorpassa arrembante e con uno slancio più che positivo corre molto forte verso il traguardo senza poter reagire.

Quando perdi un minuto al chilometro non ci puoi fare niente, il tuo corpo e la tua mente vagano a rallentatore e non vedi l'ora di premere il tasto "pause" che corrisponde al traguardo raggiunto.
Quando mancano ormai poche centinaia di metri ed il tifo è sempre più coinvolgente, riesco addirittura a provare un allungo finale, conosco bene quella strada che porta alla salvezza!

Agguantato il rettilineo finale, il mio unico pensiero è per la mia famiglia che è rimasta a Palermo e la dedica è per il mio piccolo bimbo, chiudendo con il pollice in bocca, con un IN-Soddisfacente 2h 36' 12", al 28° posto assoluto, overall.

Ma la migliore sei tu, Giovanna C., a soli 2 Km
dal traguardo osservi l'agonia di ognuno di noi
maratoneti...
Come raccontato su Social, se il mio obiettivo fattibile era di correre in 2h 29' circa, il che significava distanziare di poco il trenino delle donne, avrei chiuso al 7° posto, ed invece il crollo l'ho pagato con gli interessi.

All'arrivo trovo una raggiante Anna Incerti che, esultando, continua a ripetere "non sono finita allora, non sono finita", forse mettendo a tacere alcune voci che la vedevano ormai sul viale del tramonto, specie dopo l'amaro ritiro agli ultimi Giochi Olimpici di Rio de Janeiro.
Ma come le definireste delle voci che mettono in discussione la carriera della Campionessa di Bagheria?
Beh, lasciamo perdere!
Anna ha fatto un garone, forse irripetibile, sfiorando la vittoria; stessa cosa per la grinta della Epis che ha dimostrato di aver preparato alla perfezione l'evento, chiudendo in fortissima spinta, ad occhio sui 3'30"/Km negli ultimi chilometri.
Bello essere professionisti, ma almeno per loro è strameritata questa posizione!

Dopo il ritiro della medaglia, con i muscoli indolenziti, mi trovo un bagno chimico per espletare le "ultime funzioni": quella domenica il mio stomaco aveva deciso di dare il peggio di se, ma anche queste situazioni non le puoi controllare.

Durante le ore successive alla gara, con uno sguardo mesto mi aggiravo per le strade milanesi cercando il riposo, rifocillandomi con una banana mandata giù a fatica e reidratandomi poco alla volta e... riflettendo.
Il Prof. Liga aveva pronosticato un roboante 2h25' - 2h26' ma ero ben cosciente che quel crono non si poteva raggiungere stavolta, ma almeno ciò mostrava molta stima sul lavoro da me svolto che comunque non è da buttare via.

Piuttosto, considerato che restava fermo ed irrevocabile il pensiero sulla bontà della mia tattica, al di la dell'episodio dei crampi allo stomaco, non trovavo lacune sull'alimentazione pre-gara e comunque ritengo di essermi idratato bene durante la corsa, senza saltare alcun rifornimento.
Probabilmente usufruire di ristori personalizzati avrebbe migliorato le cose ed avrebbe posticipato la crisi, ma la sostanza sta nei chilometri mancati in allenamento, in alcune settimane di vita vissuta fortemente stressanti che hanno contribuito a togliere spazio ad allenamenti focali per il successo della preparazione e ad altre dinamiche complesse che, temporaneamente, mi colgono in difficoltà.

Ecco perchè, al di là di ogni risultato, sarei rimasto comunque contento di portare a casa un'altra bella medaglia, per il mio piccolo :-)

Dopo poco tempo scoprirò che la mia corsa era stata seguita da un nutrito gruppo di appassionati ed amici, dalla Sicilia e dalla Calabria, che hanno fatto il tifo per me, attraverso la diretta TV sul canale tematico Fox Sport e che a lungo hanno assistito alle gesta della Campionessa Anna Incerti.
L'atletica in diretta TV, questa sconosciuta!

Tutti questi attestati di stima, i complimenti (immeritati) ricevuti, tutte le cose belle che ho, fanno di me una persona felice, comunque, senza guardare al risultato da ottenere a tutti i costi.
Oggi preparare una Maratona per me ha un costo in termini di impegno, tempo e spazio, davvero difficile da gestire, ma quel fugace pensiero, quell'effluvio che mi ha sfiorato il cervello durante la corsa, di potermi ritirare dalla gara più amata perchè più sofferta, di certo non accadrà.

Ho voluto svelare alcuni lati della mia vita privata in questo post e va bene così, chi mi conosce di persona sa molto altro ancora e se anche stavolta vi siete emozionati per aver sofferto insieme a me, state certi che i racconti andranno ancora avanti, di corsa!

(Ringrazio per le foto Antonio Capasso, Podisti.net, Giovanna oltre che un caro saluto a Giovanni Certomà presenti alla corsa milanese)

10 commenti:

Francesco ha detto...

Filippo, ti ho visto alla partenza e nel blog di Capasso.... secondo me sei andato bene!

Filippo Lo Piccolo ha detto...

Ciao Francesco!
Secondo me, quando perdi un minuto al chilometro negli ultimi 7 chilometri, non sei andato bene.
O meglio, la tua preparazione non è stata dura abbastanza, giacchè fosse andata bene avrei dovuto incrementare il ritmo e quantomeno finire con la Incerti.

Sono punti di vista, ma non ho nulla da rammaricarmi, ieri pomeriggio allo Stadio, sorrisi ed abbracci un pò mesti con il Prof. Liga.

Ormai, avanti tutta, si riparte verso nuovi obiettivi!

Francesco ha detto...

si, hai ragione partendo dal punto di vista del campione quale tu sei. però pensa a noi comuni mortali ! poi la Incerti è stata strepitosa, ho finito la mia frazione in tempo per tornare all'arrivo della femminile ed è stata emozionante !

Francesco ha detto...

prossima maratona quando?

AndòCorri ha detto...

Filippo non sei finito, le maratone sono sempre un "terno al lotto", sei andato bene ed hai ancora un futuro da spendere. Torna spesso a Milano perchè quando ti vedo e come fotografare un po' della bella Sicilia.
Ciao

Filippo Lo Piccolo ha detto...

Francesco, la Incerti è stata strepitosa.
Ha tentennato al passaggio nella Mezza Maratona ed invece ha lottato fino all'ultimo metro, mi sono complimentato con lei al termine della corsa.
La prossima Maratona sarà autunnale, vedremo cosa sceglierò, ma penso mi muoverò in Italia.
Più avanti vedremo il da farsi, intanto non mancheranno le gare corse ;-)

Filippo Lo Piccolo ha detto...

@Antonio, "mi viene il cuore" quando ti vengo a trovare a Milano per cui, NON è la mia ultima maratona perchè come dici tu le gare di questa durata sono sempre a sorpresa, a volte amare, a volte dolcissime e SI, ci vedremo presto ;-)
Un forte abbraccione!

Tommaso ha detto...

Caro Filippo, tempo fa ti scrissi dopo una gara. I miei toni non furono dolci e poco dopo me ne scusai. Ma col passare del tempo capii che se i toni non erano stati dei migliori almeno sul contenuto ci avevo visto giusto.

Mi dispiace dirlo, ma in estrema sintesi e schiettezza il mio pensiero è che in primis non ti sai allenare.
Ed in generale non ti sai valutare oggettivamente e quindi gareggiare per quanto vali realmente quando sei sui nastri di partenza.

Partecipi alle gare da anni e anni, hai avuto al tuo fianco almeno due allenatori ma ho proprio l'impressione che non hai imparato molto ne dalla tua esperienza ne dai consigli/insegnamenti dei tuoi preparatori.

Su molto cose mi sembri un principiante. Gli anni passano ma commetti gli stessi errori di gioventù e ragioni come se potessi fare i tempi passati.
La cosa più grave che può far un atleta che ha ottenuto tempi migliori in passato è allenarsi con le gambe di oggi ma con la mentalità dei tempi che furono.

Filippo, apri gli occhi ed ora che sei papà ti auguro di essere saggio nella corsa nello stesso modo in cui lo sei nella vita di tutti i giorni.

Spesso, nei tuoi casi, ciò che tu definisci gare andate male o insoddisfacenti sono gare nelle quali hai preteso,per mancanza di realismo o di eccessiva aspirazione, più di quanto la tua condizione di forma potesse darti. Sei tu che devi adeguarti alla realtà e non la realtà a ciò che vorresti tu.

Lascia perdere la Maratona e dedicati a distanze sui 5/10 km per qualche anno. Non ha senso accanirsi sui 42 per cercare riscatti vari..

Filippo Lo Piccolo ha detto...

Ciao Tommaso, il tuo commento è quantomai duro, molto ma molto duro.

Ho sempre rischiato molto nell'affrontare le gare e, si ti do ragione quando dici che me lo potevo permettere da giovane...
Quando corsi la mia seconda maratona a Milano, in 2h20'36", non sapevo nemmeno cosa potesse significare un risultato del genere, se non sbaglio mi inventai un passaggio "folle" in 1h09'circa ed andò tutto bene.

Ma qualche anno dopo, a Carpi, passai in 1h07'45", faceva forse troppo caldo ma le gambe giravano che era una meraviglia, ma poi entrai in crisi e chiusi in 2h26'
Tutto sommato non me ne pento nemmeno oggi.

E non parliamo allora di NYC Marathon 2010 (la cosa bella di QUESTO blog è che ho sempre raccontato la VERITA', nel bene o nel male), cosa avrebbe fatto una coda di paglia se si fosse trovato da solo dopo il Queensboro Bridge?
Invece sono arrivato in rimonta tutto solo a Central Park...
Beh, potresti dire che ero preparato all'epoca, tutto facile quando vanno bene le cose, tutto facile quando non hai un lavoro, una famiglia, un cavolo da fare...

Oggi non recupero più bene come prima, rispetto alla vita precedente non ci sono paragoni, i sacrifici che carico sulle mie spalle (se non sei papà non puoi immaginarti la carovana di pesi da trasportare tutti i giorni fino al rincasare in tarda serata) non mi permettono più di riposarmi, di doppiare gli allenamenti, di avere un adeguato recupero.
Tutto quello di buono che potevo raggiungere penso l'abbia fatto.

Mi accusi di correre sul filo del rasoio e di essere quindi un principiante...
Beh, sempre meglio di non offrire un piatto spettacolo e non permettere a nessuno di sognare come ho provato per molti anni.
Se dichiaravo: "A Milano correrò per le 2h35'" ci facevo maggiore figura?
Punti di vista...

Ho avuto ben tre allenatori, il primo non lo conosci, è stato il mio "scopritore" ed a quei tempi Liga era sempre presente allo Stadio, 20 anni fa come oggi.
E ti dirò che non ho voluto certo io cambiare Coach di recente, ma quando perdi motivazioni è meglio lasciar perdere...

Liga pronosticava un 2h25', quello era un pronostico fuori da ogni logica, io ho semplicemente capito che potevo correre dietro la Incerti, grosso modo eravamo arrivati insieme alla Stramiliano.
Beh, la Incerti è una delle poche Professioniste serie in questo Pianeta, ha credo qualche vantaggio in più di me!

Il tempo passa per tutti, la tua logica è fluida quanto è la tua durezza nell'avvertirmi che la realtà non è come la vedo io.
Beh, se mi rassegno è finita, so bene che la Maratona non posso prepararla più come un tempo ed è questo il motivo per cui mi era venuta in mente la parola "Fine".

A dicembre, quando ho corso in 1h10'42" non ho ricevuto molte critiche da parte tua, pensavi ad un altro naufragio tra 1h13' o 1h15'; ricordo bene le dure parole sul mio modo di allenarmi che non mi avrebbe mai permesso di arrivare ad un risultato discreto, alla pochezza degli allenamenti svolti...

Allora parliamo di Palermo 2016 in 2h36' con nessun allenamento di fondo, qualche "lavoro" veloce ed una via diretta verso una mezza maratona.
Ma tu lo sai che vuol dire fare quel risultato a Palermo?
Conosci il percorso?

Oggi è tutto da rifare, non ho più le possibilità di un tempo ed accetto tutto con molta serenità, il più l'ho fatto.

Facile correre una 5K-10K a quel punto, lo fanno tutti.

Beh, rispondo perchè non mi nascondo dietro alla tastiera, sono molto aperto e diretto, come lo sei stato tu, ma non accetto che mi si venga dato del "dilettante" perchè non posso più correre come ai tempi migliori, troppo facile.

Tommaso ha detto...


Caro Filippo, eccomi qui a replicare ed estendere il pensiero che ho espresso l'altro giorno.

Non giudico mai un runner dai tempi che ottiene, ma dal modo in cui si allena e gareggia si.

Non ti ho dato del dilettante perché non stai ottenendo i tempi che ottenevi quando eri più giovane. Assolutamente no.

Quando scrivo "Su molto cose mi sembri un principiante" intendo precisamente questo :
tutti noi sappiamo che ad esempio partire 5''/10'' km più velocemente di quanto si vale in un dato giorno
su una gara di 10 km fa si che in realtà si stia affrontando una gara diversa, una gara di 3 o 5 km.
Bene, tu molto spesso parti ad un ritmo più veloce di quanto potresti in quella giornata, quindi ecco che inevitabilmente rallenti.
Partire 5'' km più veloce è una cosa che può essere fatta una volta ogni tanto quando si hanno gli indizi dagli allenamenti che si può osare
leggermente di più ma non è una cosa che si può fare regolarmente.

Il ragionamento " parto forte e provo a tenere" è proprio dei principianti i quali non hanno ancora affinato la sensibilità al ritmo,
ai microritmi per essere precisi, e che non hanno la benchè minima conoscenza di fisiologia dello sport.
Per cose del genere scrivo che sembri un principiante.

Raggruppo due nostre frasi per darti una risposta unica :
IO "Lascia perdere la Maratona e dedicati a distanze sui 5/10 km per qualche anno. Non ha senso accanirsi sui 42 per cercare riscatti vari.."

TU "Facile correre una 5K-10K a quel punto, lo fanno tutti.".

Qui stai dicendo una cosa falsa e che lascia trapelare anche un po' di insensato eroismo. Perché ciò che ti propongo io dicendo
di dedicarti per qualche tempo/anno alle gare di 5/10 km non è di farti le tapasciate, ma di correre ad altissimi livelli queste distanze, magari provando a battere i tuoi personali su queste distanze. I 5/10 km richiedono meno km, allenamenti un po' meno lunghi nel complesso e a mio avviso è la soluzione ideale che racchiude la possibilità di correre ed esprimersi ad altissimi livelli,
impegni di lavoro e di famiglia, soprattutto in questa fase che hai un bambino piccolo che porta via moltissimo tempo.

La maratona la correrai di nuovo quando fra qualche tempo avrai di nuovo più possilità di conciliare la preparazione per questa distanza
con la tua vita in toto.

NEW YORK CITY MARATHON 2010 (Foto Podisti.net)

NEW YORK CITY MARATHON 2010 (Foto Podisti.net)
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