41° New York City Marathon - 20° Posto Assoluto - 1° Europeo

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Un Sogno Ad Occhi Aperti...

venerdì 20 maggio 2011

Adidas Adistar Ride 3 - Progettata per correre tanta strada

E' decisamente uno degli "upgrade" più esaltanti di casa Adidas.
Se la Adizero F50 runner è stata la "new entry" più interessante e versatile nel comparto Racing oltre che negli allenamenti per la tecnica di corsa, la Adistar Ride 3 acquisisce diverse novità rispeetto alla precedente versione ed è stata completamente ridisegnata per proteggere al meglio i corridori dalle alte medie chilometriche.

Non aspettatevi una scarpa goffa, molle e poco reattiva.
Se la Supernova Glide 3 continua ad essere una "rampante" A3 dall'ottima ammortizzazione ma dalla calzata avvolgente e dall'intersuola reattiva, la Adistar Ride 3 si apre verso una maggiore utenza, fatta da chi, come me, mette al primissimo posto la comodità e la rilassatezza di piedi, tendini e ginocchia soprattutto quando si corrono tanti chilometri ogni giorno.

L'Intersuola è stata ridisegnata in modo da permettere anche ai runners con piedi a pianta larga di trovare la giusta calzata.
Rispetto all'Adistar Ride 2 è stato di molto migliorato l'assetto all'avampiede che nel precedente modello ne soffriva un pò.
Personalmente il piede davanti stava un poco stretto e tutto questo andava a vantaggio della rullata che appariva un poco più morbida.
Con questa Adistar Ride 3 i pesi sono stati ridistribuiti meglio, privilegiando il comfort di corsa, la reattività in avampiede e l'ammortizzazione in tutta la pianta.
Il risultato è eccellente: in poco tempo sono diventate un punto di riferimento quando si devono affrontare lunghe sessioni di allenamento.

Adidas continua ad affidarsi alle sue collaudatissime tecnologie per ottenere questi ottimi risultati, ma con il know-how acquisito dei suoi ultimi prodotti, come l'Adistar Solution dal quale riporta in chiave "massima ammortizzazione neutra" il disegno dell'intersuola molto stabile, similare nella parte esterna.
Su tutta la pianta del piede troviamo l'adiprene + che dona la consueta reattività, ma è proprio il connubio con la nuova mescola dell'intersuola, la CMEVA (una mescola compressa e stampata più morbida dell'EVA tradizionale) che porta a questo effetto di giusta ammortizzazione.
Al tallone è sempre presente l'adiprene (il polimero plastico che ha il compito di assorbire gli impatti verticali più violenti, ovvero quelli al retropiede.
Si aggiunge, ed Adidas è l'unica casa a garantire ciò, il 3D Formotion (più ampio dei modelli Supernova Glide e Response) che permette la migliore dispersione degli impatti orizzontali al terreno grazie alla conchiglia che si adatta dinamicamente ad ogni tipo di appoggio al terreno.

I risultati di durata di questa intersuola dopo poco meno di un mese di utilizzo (a circa 20 chilometri giornalieri di media) sono impressionanti: sembra quasi mai usata!

Ma un risultato così convincente non può solo essere il frutto di una buona intersuola.
Come sempre detto, uno dei punti di forza delle Adidas è la durata della Suola, tant'è che ormai mi sono abituato a metterle di lato dopo i classici 1.600-1.800 Km (Circa la durata di due mesi e mezzo alla media di 25 Km al giorno) pur mantenendosi intatta nella tomaia e con la suola integra.
Questa volta, l'upgrade della suola per questa scarpa è davvero interessante!
Adidas ha stretto una collaborazione con un produttore di coperture per automobili, la Continental, per realizzare la suola dell'Adistar Ride 3 e nient'altro da aggiungere se non che fin'ora l'usura (specie al tallone) sia stata minima.
La gomma morbida davanti dall'alto grip (Blown Rubber) si consuma con regolarità ma molto lentamente.
E' importante sottolineare che il mio peso si aggira sui 60-62 Kg e non ho difetti di appoggio.
Vorrei comunque consigliarla a chi è in sovrappeso ed inizia a correre con discreta regolarità: non troverà anomali consumi nella suola per quanto è stata ben disegnata e progettata.

Il nuovo disegno nei punti di maggiore impatto (dove sembrano raffigurati tanti "pallini") lo ritroveremo più avanti in tutti i modelli di punta di Adidas e non solo quelli di alta fascia economica.

Libertà massima dei movimenti: è stata una grande intuizione nel piazzare come stabilizzatore mediale un Torsion System non troppo accentuato, ormai un'abitudine della casa tedesca.
La scarpa, già di per se molto solida strutturalmente, ha una leggera guida che permette di farsi apprezzare anche dai corridori leggeri come il sottoscritto.

Ma a mio giudizio la comodità di una scarpa dipende tantissimo da come si realizza la tomaia dalla quale dipende la calzata, l'allacciatura, la protezione dai blisters alla pelle, la traspirabilità.

La Tomaia dell'Adistar Ride 3 (interamente in ClimaCool) propone cinque diverse, interessanti novità:

1 - Geofit + è stato un grande punto di domanda delle prime uscite: Adidas non si era esposta così tanto nel modellare l'area collo piede - tendine - caviglia e tutti sappiamo quanto sia critica quest'area specie per chi soffre di patologie tendinee.
Il sistema funziona egregiamente: grazie ad una interessante sagomazione degli spessori si evitano spiacevoli sfregamenti in zona e conseguentemente l'alloggio nell'area retropiede tende a consumarsi molto più lentamente del normale. Una trovata geniale che spero sarà applicata nei prossimi modelli Adidas oltre che nell'ammiraglia Adistar.

2 - Active Formotion: altro brevetto Adidas dai risultati convincenti.
Un punto debole della maggior parte delle calzature sportive è l'avvolgimento della calzata, alle volte troppo stretta, altre troppo larga, altre che fa eccessiva pressione in un solo punto, ecc.
Cosa che riesce sorprendente in questa Adistar Ride è la capacità di modulare con estrema facilità la pressione dei lacci sul piede, senza effetto di "rilascio immediato" appena si mollano, cosa che avviene nella maggior parte delle scarpe, specie dopo un uso continuo.
Un lavoro semplice ma attento, ottenuto proprio tramite la tradizionale e avvolgente calzata delle Tre Strisce che fanno parte integrante dell'allacciatura, questa volta aiutata da questo passante centrale che permette di stringere in modo completo i lacci.

3 - Linguetta di morbida EVA e perforata: nient'altro da aggiungere per una linguetta sempre più comoda, questa volta sagomata in due parti indipendenti per aumentare l'adattabilità.

4 - Mai più al buio: Adidas ha davvero "esagerato" arricchendo di materiali riflettenti posizionati in maniera sobria ed elegante una scarpa che dirà a tutto il mondo "stradale" della sera la sua presenza, anche a grande distanza per quanto è visibile al buio.
Una foto in ambiente completamente privo di luce per rendere l'idea della spettacolare luminescenza (che a me piace tanto!) data dal flash della macchina.

5 - Morbida Tomaia senza cuciture: materiali sempre più resistenti alle abrasioni, leggeri, che avvolgono il piede senza pressioni per un effetto soft fondamentale quando la fatica muscolare si fa sentire ed il piede inesorabilmente si gonfia.

La Soletta in materiale antibatterico "Ortholite" è molto più di una semplice "soletta" in quanto i materiali di cui è fatta aiutano a ridurre i cattivi odori e, rispetto alla media, è più consistente e morbida.
Come ormai è consuetudine, Adidas ha previsto l'alloggio su una delle due scarpe per l'accelerometro/contapassi del MiCoach, il primo sistema capace di allenarti "virtualmente" monitorando costantemente il tuo stato di forma.

Una scarpa così potrà sembrare pesantissima almeno alla bilancia, e invece no!
Almeno, non più di tanto rispetto alla Supernova Glide 3, cui (per la stessa misura, la 12 USA) pesa addirittura 5 grammi in meno. Esattamente, 410 grammi.
Notando tanta cura nei dettagli e tante soluzioni tecniche interessanti, posso supporre che il peso contenuto sia merito di una tomaia leggera e non troppo articolata (specie in avampiede) e della gomma usata per l'intersuola, la CMEVA precedentemente descritta.

E' la scarpa per tutti, e non mi venite a dire che preferite correre tutti i giorni con una A2 leggera per non sentire il peso della calzatura.
Il consiglio che posso dare, ai corridori con appoggio neutro è di cercare sempre una scarpa che dona il massimo dell'ammortizzazione e della protezione al fine di scongiurare quelle infiammazioni tendinee e muscolari che, a forza di sommarsi ai chilometri percorsi possono rischiare di cronicizzarsi e peggiorare drasticamente.

In pista mi ha lasciato soddisfatto anche se non si fa guidare facilmente come una Supernova Glide o una Response.
Su un giro di pista lanciato, corso in 65" (ogni tanto, dopo l'ora di lungo lento), ho faticato un poco più del solito a trovare facilità di corsa specie in curva, ma le doti che possiede questa scarpa non sono certo fatte per girare in un anello di morbido tartan ma per rispondere ai colpi picchiati dal piede sul duro asfalto.

E' il top di gamma per Adidas, più equilibrata e bilanciata della concorrenza e con un prezzo di listino inferiore di almeno 20 euro (e anche più!) a parità di collocazione di mercato.

La prevenzione è tutto nel Running, che va di pari passo con la continuità negli allenamenti; quindi l'Adistar Ride 3 è tutta da provare ai vostri piedi, vedere, toccare con mano.

E vi piacerà!

lunedì 16 maggio 2011

E' ora di svoltare!

Palermo, 09 maggio 2011

Ieri, domenica 08 maggio, è stata una splendida giornata di sole e di sport sullo sfondo delle acque limpide ed ancora disabitate di turisti della cittadina di Terrasini, poco lontana da Palermo.
Una partecipazione di podisti da tutte le parti della Sicilia ha portato ad un grande risultato in termini di iscritti (oltre 1.000m) e classificati.

Il merito è tutto dell'organizzazione che, come raramente accade, ha saputo coalizzarsi con collaudati gruppi di lavoro e si è poggiata sull'apporto solidale di amicizia intrecciato nel tempo con i maggiori organizzatori delle corse in Sicilia.
Non ultimo, presente in modo particolare, il nostro "Manager" d'oltreoceano Giuseppe Vicari che anche quest'anno ha dato la possibilità di far correre la Maratona di New York con pettorale ed ospitalità inclusi ad uno degli amatori (uomo o donna) classificatosi nei primi tre posti tramite sorteggio nel dopo-gara.

Incredibile, dunque, la cornice di pubblico presente in Piazza a Terrasini, coordinata dall'organizzazione dell'Amatori Palermo, Universitas Palermo, Maratona di Palermo ed ovviamente dall'Atletica Terrasini.
Esempi di questo genere ce ne vorrebbero sempre... proprio al venerdì mi ero intrattenuto in un discorso dai vari spunti di approfondimento con il Presidente della Maratona Città di Palermo relativo alla scarsa collaborazione e l'ostracismo che normalmente le Società Sportive dedite alla Pista hanno nei confronti delle corse su strada.

L'atletica è tutto un movimento che comprende diverse discipline, così come la corsa ha riconoscimenti ovunque ed ogni settore (strada, pista, cross, montagna) ha la sua validità!
Lo Stadio "Vito Schifani" di Palermo ultimamente ha avuto anche troppi problemi da risolvere, ultimo tra questi l'inagibilità delle tribune che non permette la regolare esecuzione delle manifestazioni sportive... sconcertante visto che è tutto fermo da mesi!

Tra i tanti personaggi di spicco presenti, anche il Direttore Tecnico del Giro Podistico Internazionale di Castelbuono, Mario Fesi, accorso ad assistere al grande spettacolo.

Ad orchestrare l'incedere di centinaia di atleti, con la sua sempre aggiornata competenza in campo nazionale ed internazionale, il sempre ottimo Speaker Giuseppe Marcellino.

Purtroppo non voglio negare che ci sono state fin troppe defezioni di atleti di altissimo livello, assenti per svariati motivi.
La sfida, schierati alla partenza, vedeva quindi il favorito Adil Lyazali, Paolo Sandàli oltre che i nostri Soffietto, Catania, Bellanca.
Gara normalmente difficile per il caldo ed il percorso leggermente impegnativo, ha visto come sempre una partenza quantomai caotica, tipica delle prove di Gran Prix Amatori in Sicilia, risolta dopo pochi metri dal via.

Il giro, ricavato attraversando il Villaggio dei Pescatori, attraversando il lungomare rialzato ed altre traversine, lungo circa 7 Km, è stato ripetuto 3 volte con passaggio in Piazza al termine di ogni tornata.

Il caldo inizialmente non si avvertiva più di tanto e correre non è stato difficile.
Le mie precarie condizioni fisiche non mi permettevano di poter azzardare attacchi di alcun tipo ne tantomeno progettare di farne alcuni nel finale di gara dove le temperature si sarebbero innalzate sensibilmente.

E' stata una settimana ancora una volta difficile da gestire, cercando di recuperare i vari dolori muscolari che le troppe corse ed una giornata di carico leggero in palestra avevano creato.
Mi sentivo più solido e meno "a rischio infortunio" ma ho dovuto attendere almeno 7 giorni prima che gli indolenzimenti passassero.
Non è molto facile per me trovare del tempo per riposare, preda di altri mille impegni, ma questo aspetto da ora in avanti risulterà fondamentale per il prosieguo dell'estate.
Più di una giornata di potenziamento, quindi, non si è potuti andare...

Detto dell'avvio tumultuoso, riesco a trovare il prima possibile il gruppetto di testa ed inizialmente lasciamo fare a chi vuole prendere l'iniziativa.
Il più attivo degli atleti presenti in gruppo è Giovanni Soffietto (Universitas Palermo) che detta per molto tempo il ritmo nel tratto di lungomare.
Una volta entrati nuovamente nel rettilineo iniziale da affrontare in discesa verso il ritorno in piazza, è Lyazali che parte con una progressione che porterà allo sfilacciamento del gruppo.
Tra i grandi favoriti è Paolo Sandàli a cedere il passo, ma il forte atleta trevigiano viene da un periodo di infortunio e proprio qui sanciva il suo rientro alle corse.

Il gruppo viene annullato da questo attacco e resto dietro al marocchino che ormai conosco come le mie tasche.
All'inizio del secondo giro continua con il suo forcing ma in salita non mollo: entrambi sentiamo caldo e c'è bisogno di spugnaggi e rifornimenti di acqua; avverto che per me la situazione inizia ad essere poco stabile.
Lyazali mi lascia l'azione in molti punti del percorso in questo secondo giro e temo che mediti qualcosa.
Dal mio canto se avessi potuto prenderlo di sorpresa l'avrei fatto ma le gambe facevano male anche in corsa... figuriamoci quanto avrebbe potuto durare un mio cambio di ritmo!

Le previsioni prendono corpo quando, nuovamente nel lungo rettilineo di ritorno, il marocchino attua lo stesso cambio di ritmo che questa volta non riesco a contrastare e se ne va...
Inizia una gara solitaria con il caldo e l'umidità sempre più affermate.
I vari doppiaggi che incontro nel finale non mi fanno sentire solo e comunque provo a non mollare per le persone che mi hanno ospitato.
Da dietro soffrono forse più di me... nessuna preoccupazione.

Niente di più niente di meno, ed è 1h10'24", un poco meglio dello scorso anno ed un secondo posto che con tutta franchezza era il massimo auspicabile dato che (per ora) il corpo chiede un riposo che non c'è stato.

La Classifica, a cura della TDS.

Resto contento di esser sopravvissuto a questo forcing di gare obbligate dopo una maratona dura come Boston, specie per l'apporto dato al Violettaclub al Campionato Italiano di Società di Corsa nella prima prova dei 10.000m in pista.
Partito da zero, senza alcun allenamento specifico, sono riuscito a chiudere in 31'28" con l'enorme rammarico di non essere stato capace di tenere un passo discreto nella seconda parte.
Il passaggio in 15'13" ai 5.000m proprio non me lo aspettavo, è di buon auspicio, ma fa capire che fino ad ora qualcosa di completo non è stato mai fatto (in allenamento intendo)...

La classifica generale nazionale, da me elaborata considerando tutte le prove regionali svolte in Italia (assolutamente non ufficiale) dovrebbe vederci al 5° posto ma con poco margine rispetto alle nostre dirette concorrenti: con il rientro del Capitano Duca e di Guzzi a settembre potremmo provare a sognare una rimonta.

E' ora di voltare pagina: a breve si tornerà in pista, i primi lavori, i primi verdetti.

(Ringrazio tutta la Trinacria Palermo per le foto)

mercoledì 11 maggio 2011

XXVI Trecastagni Star - La Tradizione delle Grandi Stelle dell'Atletica Continua!

Trecastagni (CT) - 1° Maggio.

E' stata una fortissima emozione tornare nuovamente a Trecastagni, alla corte di un Pippo Leone capace, nonostante la crisi economica che porta al ridimensionamento o cancellamento di molte manifestazioni Internazionali, sempre al Top tra le Grandi corse su strada tradizionali italiane.

E così è stato anche quest'anno, sapendo scegliere un cast di atleti stranieri di alto livello e italiani (meglio dire, Siciliani) che si sono ben comportati.

Non è stato il mio caso, e mi duole tanto per l'affetto che ho ricevuto dal pubblico...

Purtroppo, come raccontato, i postumi delle corse americane si sono fatti sentire ed il rischio di farmi male nuovamente è stato elevatissimo.
Nuove contratture, crampi, strani dolori: tutto risolvibile con un blando esercizio fisico ed in pochi giorni, quelli che purtroppo mi separavano dalla durissima corsa ai piedi dell'Etna.

Tanti gli stranieri presenti alla partenza, ed uno in particolare, quell'Eric Chirchir Kipkemei dominatore di molte corse su strada siciliane lo scorso anno con una facilità impressionante.
Nostra vecchia conoscenza, essendo tesserato per l'APB Bagheria.

La presentazione degli atleti, affidata a Paolo Mutton, mi ha visto anche fin troppo presente al centro dei riflettori con tanta carica in corpo ma costretto ad un recupero fisico sempre più vicino al rientro a pieno regime.
Un percorso così duro era una sfida per me, difficile da cogliere ma con tanti dubbi.

Tanti gli spettatori presenti ad un evento molto sentito per il pubblico di Trecastagni, dal Sindaco a tutte le autorità presenti all'evento ripreso anche dalle telecamere di RAI Sport.

Dopo il Via, i primi giri svolgono con un discreto andare, mai incessante.
E' facile rimanere in gruppo e superare la classica e insidiosa salita in basolato del giro da 680m da ripetere per 15 volte, ma l'equilibrio si spezza in fretta.
Giro dopo giro restare attaccato al gruppo dopo lo scollinamento si fa sempre più difficile e solo i migliori restano...
E' il settimo giro, i primi ad abbandonarmi sono i piedi e le cose si fanno subito più difficili.

Mentre la avanti il gruppo resta compatto fino al 9° giro dove Kisorio darà uno scossone alla corsa con un violento parziale da 1'54"/giro, inizia una difficile gestione delle forze.

Ringrazio per l'incitamento tutti i presenti, anche se ho offerto una pessima prestazione.
Da quel momento dò il massimo ma riesce difficile, da dietro altri atleti mi rimontano e devo accontentarmi di una quindicesima piazza che, senza alcun dolore fisico, è un punto di partenza.

Eric Chirchir saprà sbarazzarsi in fretta della concorrenza con un ulteriore attacco e, inanellando con regolarità gli ultimi giri ampiamente sotto i 2'00", vincerà con distacco.
La classifica, presente sul Sito Fidal Catania.

Curioso di sapere come stavano i miei colleghi siciliani presenti al via, a fine gara sarò contento dei risultati ottenuti da Lorenzo Perrore e Luca Tocco.

Per il primo, essendo un Miler, trovarsi in ottima condizione a maggio in un percorso di non sua competenza professionale è sinonimo di un accurato lavoro invernale e si spera torni presto a scendere sotto i 3'40" nei 1.500m.
Per lui miglior italiano ed una prestazione molto confortante, di alto livello.

Per Luca, che siciliano non lo è (nato a Nerviano, Città che ha prodotto diversi campioni, tra i quali Danilo Goffi), ma ha fatto una scelta di vita che lo ha portato a Palermo per allenarsi al CUS, il suo risultato cronometrico è stato altrettanto eccellente, se si paragona con quello ottenuto da forti atleti del recente passato come Rosario Daidone, altra Bandiera CUS Palermo.

Gli altri ragazzi, tutti atleti giovani ed alle prese con piccoli infortuni, prove comunque incoraggianti.

E' ora di rimettersi al lavoro, che Trecastagni sia una trampolino di lancio per tutti!

(Ringrazio Salvatore Torregrossa che ha regalato una sequenza fotografica della Trecastagni Star, disponibile a questo link)

sabato 7 maggio 2011

Arrivederci New York!

New York City - 23 aprile

Dopo la Boston Marathon, non ho potuto fare a meno di presentarmi, appena cinque giorni dopo ed in condizioni davvero precarie, al via della NYRR 4 Mile a Central Park di sabato 23 aprile.

Proprio il giorno del mio "arrivederci" alla City della Grande Mela, in una giornata fredda e piovosa, mi sono rimesso le verdi Adizero Adios ai piedi, la tradizionale maglietta "Terra Mia NYC" del Manager ed insieme a Said Boudalia ci siamo avventurati in una gara che se si fosse organizzata in Italia avrebbe avuto un clamoroso insuccesso di partecipanti.

E invece, nonostante la bassa temperatura e la pioggia incessante, migliaia di runners americani (paganti e a caro prezzo!) erano presenti all'evento, peraltro ben ordinati secondo le gabbie di ingresso.
Vari minuti trascorsi tra presentazione dell'evento, parole di ringraziamento agli sponsors, canto dell'inno nazionale, altre parole di ringraziamento ai runners presenti e... prima che congelassimo tutti, il classico "Via" al suono della Trombetta da Stadio.

"Cosa" avrei potuto recuperare dalla devastante Boston in così poco tempo?
Eppure non potevo mancare all'emozionante corsa sui saliscendi di Central Park nonostante i giorni susseguenti alla Maratona correre piano era un obbligo, fisico e morale.

Il freddo è sparito dopo pochi attimi dal via quando l'attacco è stato immediatamente sferrato dall'americano Swift al ritmo di 2'50"/Km, sicuramente abituato alle più corte distanze.
Una partenza non proprio soft per me, attorno i 3'00"/Km e più forte non si poteva andare data la meccanica precaria.
Said segue l'americano come un'ombra; da lontano guardo la scena e mi batto con tutto me stesso pensando che fra poche ore avrei lasciato gli Stati Uniti, almeno con una traccia significativa.

E' di norma negli Stati Uniti correre così, a spron battuto subito dopo il via.
Non esistono tattiche ne tantomeno ci si relega dietro l'avversario per controllare una posizione.
Si parte forte e tutti danno il massimo, ed è per questo che mi trovo così bene durante queste gare così brevi.
Il percorso di Central Park, da qualunque parte si inizi, è un continuo saliscendi; allenarsi lì è davvero impegnativo ma in questa quattro miglia la pendenza della prima parte era a nostro favore.
Dopo un primo miglio all'inseguimento riesco ad assestarmi in terza posizione dietro i due più forti (e di molto) la avanti, ma non mi accontento e spingo al massimo.
Il tratto in lungo rettilineo dalle parti di Frank Lebow (la statua intendo!) laddove si entra a Central Park per la Maratona mi aiuta a trovare il ritmo e riesco a mantenere immutato il distacco dai primi quando, all'inizio del terzo miglio, iniziano una serie di ascese che mi rallentano.

Assente completamente in forza muscolare, realizzo un parziale nettamente rallentato rispetto le prime due miglia (a ridosso dei 5'00"/mile) e da dietro mi rimontano in due.
Non sapendo reagire resto poco staccato da loro e nel finale giunge anche un altro atleta che mi brucerà in volata.
Peccato non avere la gamba allenata per le distanze brevi, è solo un desiderio rimandato!
Chiuderò al 5° posto (secondo la classifica ufficiale), dopo la squalifica di Said Boudalia (vincitore sul campo) per un inspiegato motivo...
Il tempo finale, un 20'52" insoddisfacente per la media al chilometro, ma appesantito dalle condizioni meteo davvero difficili.
Gli atleti poco la avanti che mi hanno superato nel finale non sono nomi di secondo piano che conosco per i loro discreti tempi.

Appena il tempo di congratularmi con gli avversari, tornare al caldo dell'appartamento, fare le valigie, salutare per i pochi giorni che ci separano dall'evento clou di Maggio, la Terrasini Half Marathon di giorno 8, e via verso il ritorno in Italia.

I giorni successivi saranno davvero difficili; la 4 Miglia lascerà non poche tracce negative sulle gambe, a completamento di quanto la Maratona non avesse già fatto.
Pochi allenamenti nei giorni conclusivi di aprile e tanta voglia di guarire.

Così sarà, finalmente, dopo tanti incidenti di percorso, ed una chance che il sole splendente di maggio potrà portare sulla pista... la carta che spero sia vincente.

NEW YORK CITY MARATHON 2010 (Foto Podisti.net)

NEW YORK CITY MARATHON 2010 (Foto Podisti.net)
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